Truzzi - Consorzio Oltrepo` Mantovano

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Truzzi - Consorzio Oltrepo` Mantovano
mantovano
Periodico ufficiale del Consorzio Oltrepò Mantovano - Quindicinale - Anno I - nr.6 - 2 aprile 2011
Scriveteci. Questo il nostro indirizzo di posta elettronica: [email protected]
Truzzi: «forza Oltrepò, abbiamo le qualità per crescere»
Il Presidente poggese di Confindustria fotografa l'economia del territorio
Elezioni
Provinciali
Fava,
«sono della Lega
e me ne vanto»
A pag. 9
Agricoltura
pera I.G.P.
e melone:
tipicità
d'eccellenza
A pag. 13
legenda
una biblioteca
virtuale per 21
comuni
A pag. 15
APPUNTAMENTI
Iniziative ed
eventi
in calendario
A pag. 18
l’oltrepò Mantovano
LAVORO
IN PRIMO
PIANO
2 aprile 2011 • 3
Mantova export: «mercato di nicchia, poco preoccupati»
Terremoto e tsunami in Giappone,
esportazioni mantovane a rischio?
Dicono che sia stato il genio matematico di Edward Lorenz a coniare
quel principio, molto ispirato e volendo temibile, per cui il battito di ali di
una farfalla in Brasile può provocare
un tornado in Texas: un evento, pur se
piccolo, può produrre conseguenze anche migliaia di chilometri più in là.
La distanza tra Rio e Dallas è minore di quella tra il Giappone e il Po,
ma qualche effetto della catastrofe che
ha colpito al cuore il Sol levante si è
avvertito anche da noi, e non solo perché la maledetta combinazione di terremoto e tsunami non somigliava affatto
al volo di una farfalla. Molti operatori
economici, infatti, hanno guardato
con preoccupazione le immagini rimbalzate dai televisori, ma subito dopo
hanno pensato a qualcosa di molto più
vicino, all’economia di casa nostra e ai
suoi rapporti con quella nipponica.
«Il valore delle nostre esportazioni
verso il Giappone supera i 40 milioni
di euro, una cifra non enorme, anche
se significativa – spiega Alessandro
Dotti, direttore del consorzio Mantova
Export ¬–. Numericamente non sono
molte le aziende locali che lavorano
per il Giappone, anche se le realtà che
operano con quel mercato esportano
prodotti di alta qualità e, in effetti,
dispiace che siano proprio queste eccellenze a finire in parte penalizzate da
quanto è accaduto.»
Del volume totale delle esportazioni verso il Giappone, la parte più consistente riguarda il tessile e i prodotti
di abbigliamento in generale (ben 26,5
milioni); i settori degli alimentari e dei
macchinari valgono più di 4 milioni
di euro ciascuno (può sembrare strano che Mantova esporti tecnologia in
Giappone, ma è proprio così), mentre
si distinguono gli altri prodotti manifatturieri, che si attestano sui 3 milioni
di euro. Le importazioni, invece, riguardano soprattutto mezzi di trasporto (per un valore di quasi 5,5 milioni di
euro), articoli in gomma o in plastica
(2,5 milioni).
«Onestamente, non posso dire che,
tra le imprese mantovane, la catastrofe
giapponese avvia portato una preoccupazione diffusa e grave – precisa Dotti
–. Non bisogna dimenticare che il 70%
delle esportazioni mantovane è destinato all’Unione europea, il 10% al resto dell’Europa, il Giappone è in qualche modo un mercato “di nicchia”:
ci sono, a dire il vero, alcune aziende
piccole che esportano prodotti ad alto
valore aggiunto e ora sono un po’ in
apprensione, perché per loro il Giap-
La mappa
del sisma
in Giappone
pone è un mercato rilevante. Certo, se
un fenomeno analogo si fosse verificato
in Russia, cui è diretto almeno il 5%
dell’export mantovano, o peggio ancora in Germania, sarebbe stato decisamente peggio e parleremmo davvero
di emergenza.»
Per un po’ di tempo, dunque, il
made in Mantua non potrà contare sul
mercato nipponico, ma si confida nello
spirito reattivo e instancabile dei giapponesi: se in pochi giorni una strada
sconvolta dal terremoto è tornata quasi interamente utilizzabile, è lecito sperare che anche il resto dell’economia
riparta in fretta e faccia sentire i suoi
effetti anche nel mantovano.
Gabriele Maestri
Cereali,
tonfo dei prezzi
dopo il sisma
La calamità giapponese ha
avuto conseguenze anche sul
mercato delle materie prime di
casa nostra, in particolare su uno
dei generi più esportati verso quel
paese, i cereali.
È sufficiente scorrere le
quotazioni del frumento tenero
alla borsa merci di Mantova, ad
esempio, per rendersi conto che
il prezzo è notevolmente calato
dopo la notizia del terremotomaremoto: se il 10 marzo (il
giorno prima della catastrofe) il
prezzo medio si aggirava sui 290
euro alla tonnellata, solo sei giorni dopo era sceso di ben 20 euro,
una variazione ben più pesante
rispetto ai ribassi precedenti; il
lieve rialzo dei giorni successivi
non ha certamente colmato il
tonfo del dopo-tsunami.
La flessione, del resto, ha riguardato anche il grano duro, il
mais e altri cereali minori, il cui
prezzo è calato notevolmente perché era venuta meno la domanda
giapponese, essendo impossibile per il Sol levante trasformare
le materie prime (vista anche la
scarsa energia disponibile). La
ricostruzione, peraltro, farà certamente aumentare la domanda,
per cui c’è da immaginarsi che i
prezzi torneranno presto a crescere.
(g.m.)
San Benedetto, tornano i comitati che si erano opposti a una centrale atomica sul Po
Uniti contro il nucleare, come 25 anni fa
La devastazione
lasciata dal sisma
e dallo tsunami
SAN BENEDETTO PO – Anche chi non si è preoccupato più di
tanto delle questioni legate all’economia, difficilmente ha nascosto timori
legati al risvolto più inquietante della
catastrofe giapponese, ossia l’incidente
alla centrale nucleare di Fukushima. A
distanza di giorni, è impossibile sapere
cosa sia davvero accaduto in quel sito
energetico e, soprattutto, quale sia la
reale situazione oggi circa le fughe di
radioattività e, in generale, la contaminazione dell’ambiente circostante.
C’è n’è abbastanza per far tornare la paura a chi ha vissuto l’incubo di
Cernobyl’; l’incidente in Giappone,
per di più, è arrivato nel periodo in cui
alcune comunità del mantovano alzavano la loro voce per dire «no» al nucleare, soprattutto in quei luoghi che
erano stati individuati come potenziale
sede di centrali atomiche. Da alcuni
mesi, infatti, si erano mossi i cittadini di Viadana e, nell’Oltrepò, di San
Benedetto, ricostituendo i comitati che
erano stati protagonisti di lotte memorabili negli anni ’70 e ’80.
«Abbiamo avuto molta risposta dai
cittadini, ci sono tanti volontari e ci si
ritrova circa ogni venti giorni – spiega
Marco Mossini, presidente del comitato –. Ora ci stiamo impegnando nella
propaganda per i referendum di giugno:
se vincessero i “sì” non basterebbe la
moratoria del governo, ci vorrebbe
una riflessione di 10-15 anni. Ci siamo ritrovati il 6 marzo coi trattori in
piazza a San Benedetto proprio come
nel 1983, per ribadire il nostro no al
nucleare in generale e per di più in
una zona agricola, col rischio di veder
danneggiati i nostri prodotti. Sembrerà strano, ma dopo Fukushima non
stiamo facendo alcuna mobilitazione
antinucleare, ci pare troppo scontato,
del resto noi non abbiamo mai cambiato idea. Certo è che, visto quello
che è successo in Giappone, è un po’
più difficile accusarci di essere contrari
per partito preso, ora si può vedere che
in fondo avevamo ragione noi.» (g.m.)
l’oltrepò Mantovano
POLITICA
2 aprile 2011 • 5
Il sindaco Marco Giavazzi si appresta a chiudere i suoi primi cinque anni di mandato
«san benedetto po: cuore pulsante della nostra provincia»
«Mi ripresenterò alle elezioni per consolidare il lavoro fatto, puntando su rinnovabili e cultura»
SAN BENEDETTO PO – Marco
Giavazzi ci riprova: dopo cinque anni
di mandato il sindaco di San Benedetto Po guarda già alle prossime elezioni di maggio tracciando un bilancio
più che positivo della sua esperienza
come primo cittadino. Un bilancio
evidentemente così positivo da dargli
la motivazione più forte per ritentare
l’avventura alla guida del movimento
“Uniti per crescere.”
Sindaco, un primo bilancio
proviamo a tracciarlo dal punto
di vista della sua personale esperienza: soddisfatto?
«Direi decisamente di sì, tenendo
conto anche del particolare periodo,
soprattutto economico, che il nostro
paese ha attraversato: i risultati che
sto osservando in questo periodo di
chiusura del mio mandato sono più
che positivi. Siamo riusciti a governare concludendo tutto quello che ci
eravamo prefissati, facendo arrivare
a San Benedetto risorse importanti
e soprattutto impostare dei percorsi
che potranno venire proseguiti dalle
amministrazioni successive, il tutto in
un’ottica che vuole riportare San Benedetto Po al centro della vita della
nostra provincia.»
C’è in particolare qualcosa
che ricorda con maggiore soddisfazione?
«Individuare qualcosa di preciso è
praticamente impossibile, e non sarebbe onesto nei confronti delle tante cose
che abbiamo fatto; tuttavia credo che il
lavoro svolto sul complesso monastico
non abbia avuto eguali: il lavoro fatto
ha portato ad importantissime scoperte e credo che abbia dato la spinta giusta per una valorizzazione ulteriore di
tutta la struttura»
E quindi dello stesso Museo
Civico…
«È proprio così: tra un mese esatto
inaugureremo il nuovo allestimento,
che rende il Museo Civico Polironiano
di San Benedetto Po uno dei più belli
del nostro paese ma soprattutto il museo etnografico più importante di tutto
il nord Italia. Miglior conclusione di
mandato non ci poteva essere, tenendo conto anche che, grazie a tutta una
serie di manifestazioni che sono state
organizzate, San Benedetto Po è diventata ancora di più un luogo vivace
e culturalmente accattivante, trasformandolo da grande centro rurale, a
punto di riferimento nel territorio
mantovano.»
Dopo le positività, arrivano
immancabili le “dolenti note”:
in tutto questo quadro che lei
definisce molto positivo, esiste
comunque qualcosa che non l’ha
convinta del tutto?
«Sinceramente no, anche se qualcosa che mi lascia un pizzico d’amaro
in bocca esiste, e non è certo dovuta
al lavoro della mia amministrazione, quanto piuttosto derivante da un
considerazione generale: è innegabile
quanto sia stato fatto malgrado il periodo non felicissimo che ha attraversato il paese. Ci è però spiaciuto non
avere avuto la possibilità, a causa dei
pesanti vincoli imposti dal patto di stabilità, di non potere investire risorse
nostre, e questo è stato sicuramente
un qualcosa che ci ha frenati. Ripeto,
massima soddisfazione per quanto fatto, ma ripensandoci un pizzico di rimpianto rimane.»
Normalmente un sindaco
spara le sue “migliori cartucce”
nel primo mandato, puntando
invece nel secondo a consolidare
e completare quanto avviato: anche lei seguirà questa linea qualora dovesse riuscire a vincere le
elezioni?
«Credo di sì, anche perché, qualora gli elettori dovessero premiarmi per
la seconda volta, San Benedetto Po
(ma, del resto, anche tutta la provincia
di Mantova) sono attesi da cinque anni
fondamentali per la loro crescita ed il
loro sviluppo, scanditi anche da scadenze imprescindibili come la mostra
dedicata a Giulio Romano e, nel 2015,
Milano Expo. Sarà dunque necessario portare avanti percorsi già iniziati, puntando a rafforzare le relazioni
nazionali – o addirittura internazionali se pensiamo al ruolo rivestito da
San Benedetto Po nel sistema dei siti
cluniacensi – per vivere questi cinque
anni in una situazione di competività.
Vorremo realizzare un Centro Servizi
d’eccellenza, e soprattutto continuare
sulla politica del “no” al nucleare e di
utilizzo di fonti alternative.»
Tornando sulle imminenti elezioni, il suo gruppo nasce
come movimento politico indipendente: cosa lo differenzia
dalle normali liste “politiche” e
dalle “civiche” sempre più diffuse a livello locale?
«La nostra idea è ben chiara fin
dal momento della sua costituzione,
ovvero quella di creare un vero e proprio “partito locale” che, rispetto alle
normali realtà partitiche, si pone in
una posizione di indipendenza. E crediamo che tale idea di “movimento”
garantisca una maggiore sopravvivenza, per il gruppo che lo costituisce, al
termine del mandato, rispetto al progetto di una civica. E così facendo contribuendo alla formazione di persone
in grado di potere ben amministrare il
proprio paese.»
Lei insiste molto sul ruolo
“centrale” che San Benedetto Po ha nella nostra provincia
e, in particolare, nel territorio
dell’Oltrepò. Come giudica la
politica fin qui seguita in questo
territorio?
«Sono presidente del “Sistema Po
Matilde” e quindi non posso che essere
un sostenitore di realtà consortili come
l’Oltrepò Mantovano. Si è lavorato
bene, ma ora credo che debba avvenire il passo decisivo, che dalla realtà
materiale delle tante iniziative e realizzazioni che sono state avviate, passa su un piano “immateriale”: creare
cioè un’immagine di un territorio vivo
e vitale e che fa dell’accoglienza il suo
punto di forza.»
Nicola Antonietti
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l’oltrepò Mantovano
ECONOMIA
2 aprile 2011 • 7
Il presidente di Confindustria Mantova: «La politica gioca un ruolo decisivo, stop agli interessi di bottega»
Truzzi: «Oltrepò, fai squadra e reagisci oppure saranno guai»
«Abbiamo grandi persone e competenze, ma senza una spinta innovativa diventermo un polo dormitorio»
Ma come li si può agganciare?
MANTOVA - «Impariamo dalla
natura: ci sono cellule che muoiono
per lasciare spazio a cellule che nascono». Con un accostamento scientifico
Alberto Truzzi, presidente di Confindustria e poggese doc, fotografa il
potenziale futuro dell’Oltrepò. Il massimo esponente dell’Aquila però invoca un cambio di marcia deciso del suo
territorio affinché eviti di diventare un
polo dormitorio. E gli ingredienti per
elevarsi di qualità sono già presenti:
passione per la propria terra, knowhow, professionalità, infrastrutture e
terreni ancora a costi ridotti.
Presidente, la crisi si sente,
nell’Oltrepò soprattutto.
«Ma io non posso che essere ottimista, sono un imprenditore, devo
pensare positivo. Certo, stiamo vivendo una fase di grande trasformazione
dove i piccoli paesi stanno economica-
mente pagando dazio. Penso ad esempio al mercato dell’auto, fino a qualche
anno fa l’Oltrepò era un polo appetito
da chi doveva acquistare una vettura,
ora i rivenditori e le concessionarie si
sono avvicinati alla città perché il sistema policentrico del commercio è
entrato in crisi: se calano gli acquirenti
calano anche i soldi».
E come si fa a tenere vivo un
territorio in difficoltà?
«Bisogna agganciarsi a qualche filone produttivo vantaggioso altrimenti
corriamo il rischio che i nostri paesi
diventino soltanto dei dormitori e sarebbe un grave errore. L’innovazione
tecnologica è il futuro, ormai non possiamo più competere con i costi della
manodopera straniera, ma i poli tecnologici possono diventare un vanto
per l’Oltrepò».
«Il mondo politico può giocare un
ruolo decisivo: loro hanno in mano il
futuro della nostra terra. A volte non è
necessario mettere tutti i puntini sulle
‘i’ perché in quel modo si perdono le
occasioni. Inoltre non è il momento
giusto per soffermarsi su battaglia da
retrobottega come ad esempio sta avvenendo a San Giovanni del Dosso per
la Wsr. E’ un’opportunità, va colta».
Vede ancora un certo spirito
imprenditoriale nell’Oltrepò?
«Mi pare si sia un po’assopito, deve
rivitalizzarsi altrimenti siamo destinati
al declino. E oltretutto per rilanciarsi
bisogna cambiare strategie: se si pensa
di riportare le concessionarie d’auto
allora evitiamo la battaglia perché è
già persa in partenza. Discorso diverso
vale per la green economy che va sostenuta, così come bisogna puntare sul
marketing territoriale».
Ma cosa può dare l’Oltrepò
ad un imprenditore esterno?
Perché dovrebbe fare investimenti qui?
«Perché l’Oltrepò ha grandi qualità e ha un ruolo baricentrico tra Lombardia, Emilia e Veneto. Innanzitutto è
una terra di lavoratori, di persone che
amano il loro paese e non a caso chi
si allontana poi torna e magari vuole
fare impresa. Poi qui si vive bene, la
qualità è garantita così come la sicurezza grazie all’ottimo lavoro delle forze dell’ordine. Non va inoltre scordato
che i prezzi dei terreni, in modo intelligente, non sono schizzati alle stelle e
quindi si possono ancora fare affari e
impiantare attività a costi contenuti.
Le infrastrutture vanno incentivate: la
Cispadana sarà un valore così come
la Mantova Mare, senza scordare il
raddoppio della Bologna-Verona che
ha fatto di Poggio un polo di scambio
intermodale da sfruttare».
Un consiglio che si sente di
dare ai politici.
«Si faccia squadra, si faccia sistema, si abbia coraggio e magari si inizi
a pensare ad unire qualche piccolo Comune. E’ un federalismo alla rovescia,
ma pur preservando la propria identità
nel sistema globale i numeri contano e
danno forza».
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banca dell’Oltrepò?
«E’ un’idea che ha trovato da subito il nostro appoggio. Per essere imprenditori è necessario anche essere
sostenuti, ma al contrario, sempre più,
le banche svolgono un ruolo di raccolta di soldi senza dare nulla in cambio
al territorio. Avere un istituto di credito di casa nostra sarà un vantaggio perché per fare utili dovrà inevitabilmente
scommettere sulle capacità dell’Oltrepò».
Allarghiamo il raggio d’analisi: l’Expo di Milano del 2015 può
portare benefici al mantovano?
«In ambito agro-alimentare abbiamo tanto da dare, ma dobbiamo
essere rapidi e decisi nell’intercettare
le opportunità che l’Expo offrirà. E
qui torno al ruolo dei politici, hanno
il compito di agganciarsi ad un treno
economicamente e qualitativamente unico, ma bisogna essere bravi. Se
penso che la nostra provincia ha nella
macellazione un’eccellenza e poi scopro che Cremona si vuole caratterizzare per questo pur non avendone la
tradizione allora penso che qualcosa
non funziona. Mantova dovrà inoltre
essere una calamita turistica perché la
nostra città è meravigliosa, ma poco
conosciuta. Si prevedono 12 milioni di
visitatori a Milano, se noi riuscissimo a
portarne a Mantova anche solo l’1%
avremo già fatto un gran colpo».
Francesco Dondi
Truzzi,
da Poggio
al vertice
dell’Aquila
Alberto Truzzi – Nato a Poggio
Rusco il 27 giugno 1960, è laureato
con lode in Ingegneria Civile all’università di Bologna. E’ attualmente
amministratore delegato della Truzzi
Prefabbricati ed è ad anche di Ltp e
Cappellari; è inoltre presidente di Padana Pannelli, Fontana Immobiliare
e La Marchesa. Dal 1987 è attivo
in Confindustria, prima nel gruppo
Giovani Industriali poi nella giunta
dell’associazione. Dal 2002 è presidente della sezione prefabbricati in
cemento mentre dal 2006 al 2010 è
stato vice-presidente con delega alle
relazioni industriali e affari sociali.
Nell’aprile 2010 è stato eletto presidente di Confindustria Mantova,
ruolo che affianca a quello di componente del cda di Federbeton.
l’oltrepò Mantovano
8 • 2 aprile 2011
Consiglio provinciale e comunale congiunto ad Ostiglia sul problema-lavoro nel basso mantovano
«una crisi più drammatica del previsto»
Notizie positive sulla vicenda Gambro: la ditta ha accettato di sedersi al tavolo di concertazione con i sindacati
OSTIGLIA – «Una situazione
drammaticamente strutturale» così
l’ha definita l’assessore provinciale alla
Formazione e Lavoro Carlo Grassi, e
questa lapidaria definizione fotografa
la situazione occupazionale nel basso
mantovano: diverse aziende in sofferenza, quasi trecento licenziamenti
dall’inizio dell’anno, e situazioni che
rischiano di aggravarsi ulteriormente
nei prossimi mesi.
Ed è anche per questo motivo che
lo scorso 24 marzo il Comune di Ostiglia ha organizzato, insieme all’amministrazione provinciale, un Consiglio
Comunale e Provinciale congiunto,
per fare il punto della situazione e
chiedere al Governo politiche più attente alla conseguenze sociali derivanti dalla crisi occupazionale: sul palco
del Teatro Sociale della cittadina ostigliese, il sindaco Umberto Mazza, il
presidente della Provincia Maurizio
Fontanili, l’assessore provinciale Carlo Grassi ed il presidente del consiglio
provinciale Laura Pradella, sul tavolo
una crisi che sta colpendo numerose
aziende: dalla centrale elettrica E.On,
alle ditte Vela ed Omicron’s di Ostiglia, Ocis di Ostiglia, Vela di San
Giovanni del Dosso e Gambro di Medolla, tutte accomunate da situazioni
simili, fatte di cassa integrazione e
possibili licenziamenti: «Il momento è
difficile – ha dichiarato il sindaco di
Ostiglia Umberto Mazza – occorre
che si investa maggiormente nel territorio. Sto pensando in particolare
ai collegamenti ed alle infrastrutture:
il territorio dell’Oltrepò mantovano
presenta delle possibilità di sviluppo
che vanno colte per riuscire ad invertire una situazione che ci sta preoccu-
SOCIETà
pando. Anche perché un momento di
grave crisi occupazionale come quello
che stiamo vivendo, potrebbe tradursi
a breve in costi sociali che ricadrebbero interamente sugli enti locali.»
«Questa è una situazione che potremmo definire “drammaticamente
strutturale” – ha aggiunto l’assessore
Grassi – Basti pensare che, dall’inizio
dell’anno, ci sono stati ben 280 licenziamenti e che tutto lascia pensare ad
una crisi occupazionale di carattere
generale, e non certo riconducibile ad
una sola tipologia. Ma credo che l’incontro di oggi (24 marzo ndr) sia positivo perché rappresenta una presa di
coscienza forte, da parte delle istituzioni, di questo problema, e della volontà
di superarlo insieme, coinvolgendo
anche realtà consortili come il Consorzio Oltrepò Mantovano e l’Unione
dei Comuni Modenesi dell’area Nord.
Questa è la volontà delle istituzioni,
ma tutti devono fare la loro parte: dal
Governo, alle istituzioni in generale,
fino alle stesse aziende.»
E tra il pubblico era presente
anche il presidente di Confindustria
Mantova, Alberto Truzzi: «Le aziende vivono un ciclo produttivo che, prima o poi, può andare incontro ad una
naturale fine – ha detto – tuttavia altre
possono insediarsi al posto loro. Occorre investire sui nuovi insediamenti,
sensibilizzando chi, non comprendendone l’opportunità che tali insediamenti offrono, vi si oppone. Mi auguro che l’insediamento di Eusider possa
avvenire in tempi ragionevoli, ma che
soprattutto tutti comprendano come
occorra superare resistenze e logiche
poco lungimiranti per lo sviluppo del
territorio, incentivando maggiormen-
te gli insediamenti.»
Tanti i sindaci presenti in sala, tra
cui Alessandro Pastacci, primo cittadino di Quistello e presidente del Consorzio Oltrepò Mantovano, e Carlo
Marchini, sindaco di Concordia e presidente dell’Unione Comuni Modenesi Area Nord:«Stiamo seguendo con
attenzione la vicenda Gambro – ha
dichiarato – il tavolo di concertazione
aperto presso il ministero dello sviluppo economico sta cominciando a dare
qualche frutto. La ditta si è seduta al
tavolo e ha presentato un piano di ora
c’è anche un pizzico di ottimismo in
più, tenendo conto che, in questa vicenda, sono a rischio i posti di lavoro
di ben quattrocento persone (di cui ottanta residenti nella provincia di Mantova ndr). Le indicazioni che abbiamo
ricevuto sono confortanti anche perché si tratta di un sito che ha contribuito in modo decisivo allo sviluppo
economico dell’area del Mirandolese,
e mantenerne in vita la produzione,
senza i ridimensionamenti ipotizzati
dall’azienda, rappresenta un punto
fondamentale per tutto il territorio.»
Presenti al consiglio comunale e
provinciale congiunto anche numerosi esponenti sindacali, nonché qualche
rappresentante delle aziende maggiormente in difficoltà: i dipendenti
della centrale E.On di Ostiglia (unitamente ai loro colleghi di Tavazzano
in provincia di Lodi e di Fiume Santo nel sassarese) hanno messo in atto
quattro ore di sciopero per protestare
contro la gestione del personale da
parte dell’azienda, mentre i rappresentanti delle tre sigle sindacali confederate hanno segnalato come alcune
delle situazioni di crisi occupazionale
non siano dovute a cali di ordinativi
o a dissesti finanziari, bensì – come
evidenzierebbe il caso Gambro – da
scelte precise da parte delle aziende,
le quali, ritenendo più “conveniente”
Entro la fine dell’estate l’ampliamento
il nido di pieve “raddoppia”
PIEVE DI CORIANO – È solo questione di pochissimi mesi per vedere l’asilo-nido “C’era una volta…” di Pieve di Coriano che raddoppierà
la sua capienza. La struttura, che al momento ospita undici bambini, arriverà a poterne gestire ben ventuno, venendo incontro così alle esigenze di
un’utenza in continua crescita e molto variegata e che ha saputo raggiungere un’importanza di carattere sovracomunale
Come ci ha spiegato il primo cittadino pievese Andrea Bassoli, il nido,
«nato alcuni anni fa da una sinergia del tutto originale tra l’amministrazione
comunale, la cooperativa che si occupa del servizio e un’associazione di genitori, è col tempo diventato un servizio di interesse sovracomunale e quindi
non limitato al solo territorio di Pieve. Riceviamo richieste da moltissimi
comuni e possiamo già dire, fin da ora, che abbiamo già ricevuto domande
più che sufficienti per coprire i ventuno posti che saranno resi disponibili col prossimo ampliamento. Credo che questo rappresenti la risposta più
bella ad un’iniziativa che, quando fu pensata, sembrava una vera e propria
scommessa, ma che poi, con un lavoro paziente e costante, siamo riusciti a
rendere una splendida realtà.»
Un ampliamento che aumenterà la superficie dagli attuali 144 metri
quadri a 209, e consisterà nella realizzazione di una nuova ala sul lato ovest,
dotata di serramenti in legno e pavimentazione in materiale atossico, oltre
ad un impianto a pannelli solari ed un sistema di riscaldamento a pavimento: «L’obiettivo è quello di realizzare una struttura che sia a misura di bambino – precisa il sindaco – Gli stessi spazi saranno concepiti per convergere
in un punto comune, definito “piazza”, dove i bimbi, anche di diversa età
visto che il nido è aperto ai bimbi di età compresa tra tre e trentasei mesi,
potranno interagire tra di loro, a tutto vantaggio della loro capacità di relazione ed integrazione. Sull’utilizzo dei pannelli fotovoltaici vorrei sottolineare che tale scelta è stata pensata in vista di una riduzione dei consumi che
vorremmo portare al 50%.” Le tempistiche sono molto ristrette, il bando
è già stato pubblicato, per l’asilo-nido di Pieve di Coriano si preannuncia
un’estate intensa e all’insegna dei “lavori in corso.”
Nicola Antonietti
Antonio Scalari, Presidente di Spezziamo l'Indifferenza: «Massima attenzione»
La lotta alla mafia passa anche da internet
«La malavita organizzata si fa largo nel mondo edile ed è presente nell'Oltrepò»
I tentacoli della criminalità si sono
estesi anche al Nord. A confermare
l’allarme, è la Direzione nazionale
Antimafia nelle 1.100 pagine di dati
e analisi sulla criminalità organizzata
italiana. Particolare preoccupazione
desta la Lombardia che, secondo la
relazione annuale, dopo la Calabria
è il territorio più “colonizzato” dalla
’ndrangheta. E proprio in territorio
lombardo, mantovano per la precisione, a fine febbraio si è costituita l’associazione “Spezziamo l’indifferenza”,
presieduta da Antonio Scalari.
Scalari, perché avete scelto
internet per far conoscere la vostra associazione?
«Perché alcuni componenti si conoscevano già mentre altri hanno stabilito i primi contatti proprio via internet, strumento che abbiamo usato
e stiamo usando per diffondere l’iniziativa e che conferma la sua capacità
di essere, oggi, un mezzo potente per
far avvicinare tra di loro persone con
idee e progetti. Naturalmente questa
è solo una base per poi agire fuori dal
network virtuale, per stabilire contatti
e organizzare iniziative».
C’è stato interesse verso l’associazione?
«Siamo appena partiti, ma i riscontri, a livello di interesse, sono già
buoni. Quello che vogliamo essere è
proprio un fronte culturale e sociale
che operi sul territorio, divulgando
conoscenza e stimolando la ricerca di
soluzioni».
La vostra associazione oltre
alla lotta alla mafia guarda anche ad altri temi?
«Sì, vogliamo occuparci anche di
altri problemi importanti per la nostra
comunità, come il consumo di territorio e la salvaguardia del patrimonio
naturalistico, oggi minacciato dall’in-
quinamento e dall’avanzata del cemento. Anche la provincia di Mantova
vede il suo territorio e il suo paesaggio
minacciati da un’urbanizzazione scriteriata e caotica, che non risponde a
nessuna logica urbanistica, demografica, di utilità, ma solo alla necessità
da parte delle amministrazioni locali
di incassare introiti. I bilanci delle amministrazioni sono ridotti all’osso, ma
se si volesse far politica vera, ispirata
da un minimo di visione e lungimiranza, si troverebbero sicuramente vie
diverse all’abuso di un bene primario
come il suolo, fondamentale anche
per l’agricoltura. Il legame fra tutti i
temi è quello del bene comune, delle
regole, della difesa della comunità, del
senso civico».
Ci sono dei casi particolari
che seguite con attenzione?
investire e produrre in altre zone, «arrivano anche all’ipotesi di smantellare
interi siti, senza preoccuparsi delle
conseguenze, e dei costi sociali, di tali
scelte.»
Nicola Antonietti
«Sicuramente seguiamo molto quello che avviene a Mantova e
nell’hinterland, ma anche nel resto
della provincia».
Nel territorio mantovano,
quali sono i settori dove le infiltrazioni mafiose sono più diffuse?
«Possiamo pensare che le dinamiche dell’infiltrazione siano simili
a quelle che avvengono nel resto del
Nord. Quindi, ad esempio, il settore
edilizio e ciò che vi è attorno, costituisce un’importante fonte di guadagno
per le organizzazioni. In generale tutte quelle attività che si svolgono a cavallo fra la pubblica amministrazione
e il settore economico privato corrono
il rischio di subire quel “condizionamento ambientale”, come lo definisce
la Direzione Investigativa Antimafia,
che attacca il tessuto sociale ed economico della comunità. Le cronache
degli ultimi venti anni rilevano fatti,
associabili alla presenza criminale, in
varie zone della provincia, sicuramente anche nel Basso mantovano».
Secondo lei, cittadini ed istituzioni sono a conoscenza della
rilevanza del fenomeno mafioso
nel mantovano oppure sottovalutano il problema?
«Presso la maggior parte dei cittadini c’è una conoscenza generica,
come se si parlasse ancora di un fenomeno lontano ed estraneo. Una
conoscenza insufficiente che non si
trasforma in presa di coscienza e che
non riesce a spezzare l’indifferenza,
appunto. Presso le istituzioni invece,
laddove pure c’è conoscenza, rimane
spesso il silenzio».
Avete in programma delle
iniziative sui temi che portate
avanti, oppure collaborazioni
future con altre associazioni?
«Stiamo attivando la possibilità
formale di adesione. Intanto ci muoviamo per attirare simpatie e collaborazioni e in futuro, anche a breve,
programmeremo delle iniziative sul
territorio. Collaboreremo con altre
associazioni ma l’obiettivo è anche
dialogare con le istituzioni politiche,
economiche, sociali, dell’istruzione,
della ricerca».
Angiolina Gozzi
I Comuni del mantovano si mobilitano contro le infiltrazioni mafiose sul territorio
“La mafia sta portando a termine
una strategia offensiva al Nord, tuttavia, ho la sensazione che, da parte
degli amministratori del Nord, ci si sia
abituati a questa convivenza e che si
sia sottovalutato il problema”. Questa
la frase pronunciata, ancora in tempi
non sospetti, dal procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia. Una
previsione che è divenuta realtà, infatti la criminalità sta penetrando anche
al Nord. Secondo Eurispes, l'11,4%
del Pil italiano è prodotto dalle mafie e Reggio nell'Emilia è diventata il
‘salvadanaio’ della 'ndrangheta. Ma la
‘piovra’ si sta allargando anche in Lombardia ed il territorio mantovano non
è indenne, come dimostrano i titoli dei
quotidiani degli ultimi 20 anni. Edilizia, rifiuti, appalti e trasporti sono solo
alcuni dei settori più a rischio perché
più remunerativi e quindi più attrattivi
per la mafia. E per contrastare il fenomeno le istituzioni cercano di alzare le
barriere e promuovere iniziative, anche
nel Basso mantovano. Infatti, lo scorso
3 febbraio a Quingentole si è tenuto
un incontro con don Giacomo Paniz-
za, fondatore della Comunità Progetto
Sud di Lamezia Terme, Pierpaolo Romani, coordinatore nazionale di Avviso
pubblico, enti locali e regioni contro le
mafie, ed il Procuratore Capo di Mantova Antonino Condorelli. Nell’occasione sono stati forniti alcuni dati.
L’economia criminale in Italia è pari a
420 miliardi di euro e gli investimenti della criminalità avvengono per il
70% nell’economia legale, soprattutto
al Nord. Inoltre, nel 2009, in Lombardia sono state confiscate 195 aziende e
6 tonnellate di droga (su 32 in Italia).
L’aspetto positivo e che i Comuni del
mantovano si stanno muovendo per
contrastare il fenomeno. A Suzzara, per esempio, lo scorso novembre,
la giunta comunale ha deliberato di
approvare un protocollo d'intesa con
la Prefettura di Mantova il cui scopo
è quello di predisporre una serie di
controlli antimafia preventivi relativamente ai rischi di infiltrazioni da parte
delle organizzazioni criminali legati
al ciclo delle realizzazioni delle opere
pubbliche sul territorio comunale.
l’oltrepò Mantovano
ELEZIONI
2 aprile 2011 • 9
Fava, candidato del centrodestra: «per contare bisogna dialogare con chi governa»
«La Provincia di Mantova? Oggi non esiste»
«La mia candidatura? Mai in dubbio, sono della Lega e non mi vergogno»
Gianni Fava,
candidato del
centrodestra
È pronto a rappresentare il centrodestra nella corsa a Palazzo di Bagno,
anche se nei giorni scorsi si era ipotizzato che il Pdl presentasse un suo candidato alla presidenza della Provincia:
oggi Gianni Fava, parlamentare della
Lega Nord, non sembra più in discussione e risponde alle nostre domande.
Fava, partiamo dalla domanda principale: che Provincia di
Mantova vorrebbe?
«Beh, io vorrei “una” Provincia di
Mantova, quello che ora non c’è. Oggi
il Mantovano è un insieme di territori che non si riconoscono in un’unica
provincia: Mantova è un po’ reggiana,
un po’ veronese, molto bresciana, a
tratti cremonese e non ha una guida,
il capoluogo non esercita alcuna leadership. Ciò è dovuto alle scelte politiche
passate che pesano ancora, c’è stata
molta disparità.»
«La Regione ci tratta come
un territorio d’oltremare», ci ha
detto il presidente uscente Fontanili: è d’accordo?
«È colpa sua, lui è il responsabile
principale di questo: è riuscito a litigare con il mondo, a non avere partnership
col territorio all’interno o all’esterno
della Provincia. Per dire, siamo l’unica
Provincia lombarda ad aver investito
nelle Ferrovie dell’Emilia Romagna,
senza mettere un euro sulle Nord o
sulle tratte ferroviarie lombarde, quando tutti i giorni viviamo il dramma dei
trasporti verso Milano. In dieci anni
Fontanili non ha risolto o affrontato
nessuno dei problemi sul campo e non
ha cercato l’aiuto di nessuno.»
In questi mesi si è parlato e
discusso molto della Wsr, così
come di altri insediamenti industriali: qual è la sua opinione?
«Noi abbiamo avuto un’industrializzazione spinta sul manifatturiero
tradizionale: da un lato dà più sicurezza di tenuta del sistema, dall’altro
fa più danni sul piano ambientale. Io
non dico di no a priori a niente, la Wsr
ne è un esempio: prima di schierarsi
occorre valutare costi e benefici, finora
nessuno è riuscito a farlo, per cui chi si
è speso a favore o contro credo abbia
fatto un torto all’intelligenza della gente. Certo, il vantaggio non può essere
solo l’assunzione di 7 persone; anche
qui, però, con una guida seria, si sarebbe imposto all’azienda di essere disponibile a valutare ricadute benefiche
per il territorio.»
Si è polemizzato poi sulle “casette dell’acqua”: che ne pensa?
«Un servizio di pubblica utilità
che eroga acqua gratis ai cittadini può
essere solo positivo, però le polemiche
mantovane sono legate al modo in cui
si è scelto il soggetto attuatore. Qui
Piccola guida alle elezioni di primavera
Saranno oltre 320mila i mantovani chiamati alle urne il 15 e
16 maggio. L’appuntamento più
importante è certamente il rinnovo degli organi della Provincia, ma
51mila elettori riceveranno almeno
una scheda in più: sono infatti dieci i
Comuni in cui si dovrà eleggere anche il sindaco.
Quattro di questi dieci Comuni
sono compresi nell’area dell’Oltrepò: Poggio Rusco, Quistello, Revere,
San Benedetto Po. Le amministrazioni di Poggio e San Benedetto po-
trebbero non cambiare guida, visto che
i sindaci uscenti hanno deciso di ricandidarsi; novità sicure invece per Revere
(il primo cittadino uscente ha preferito
non partecipare alle elezioni, pur potendolo fare) e Quistello (il sindaco in
carica è già al secondo mandato).
Revere è il Comune più piccolo,
mentre il maggiore è San Benedetto; nessun Comune arriva a 15mila
abitanti, dunque si voterà ovunque a
turno unico e sarà eletto sindaco chi
avrà ottenuto più voti, pur senza avere la metà più uno dei consensi (solo
a Viadana si applica il voto a doppio
turno in questa tornata elettorale). Il
29 e il 30 maggio è previsto invece il
ballottaggio per le elezioni provinciali, nel caso nessuno dei candidati alla
presidenza dovesse superare il quorum
richiesto al primo turno.
Bisognerà attendere la metà di
aprile per conoscere con certezza le liste a sostegno dei candidati e i simboli
che gli elettori troveranno sulle schede;
nel frattempo, la campagna elettorale
sarà già entrata nel vivo e il conto alla
rovescia potrà avere inizio. (g.m.)
non mi pronuncio, non si capisce bene
cos’è successo, la magistratura dirà se
ci sono state scorrettezze; se qualcuno
ha sbagliato pagherà, ma l’impostazione di fondo è e resta positiva.»
Qual è la vostra posizione sul
nucleare?
«Sono convinto che, per risolvere il
problema della nostra autosufficienza
energetica, occorra un adeguato mix
di energie; quanto a basse emissioni
di anidride carbonica, ci sono poche
alternative al nucleare. Finita l’emotività, la strada del nucleare andrà valutata con serietà. Però, nel caso, occorre
impiegare i siti in cui l’uranio c’è già:
costruire impianti da zero su aree ora
vocate ad altro per me è demenziale.
Quanto al Giappone, nessuno può dirsi non preccupato, ma razionalmente
dico che sarò più o meno preoccupato
quando si sarà circoscritto il problema. I morti ci sono stati a prescindere
dall’incidente nucleare; se alla fine del
percorso la vicenda giapponese si risolverà senza danni irreversibili per l’ambiente, sarà la maggior prova dei livelli
di sicurezza di questa tecnologia.»
Lei è parlamentare ed è stato
a lungo sindaco: come pensa di
usare quelle esperienze?
«Aver fatto il parlamentare di opposizione e di maggioranza per chi
vuole amministrare un territorio è un
vantaggio enorme. Oggi nessuno riesce a fare da sé, servono rapporti, conoscenze, la capacità di dialogare col
Governo, con la Regione, soggetti con
cui ho una certa quotidianità: un conto è chiamare un ministro sul cellulare,
un conto è fare sei mesi di anticamera.
Ho avuto un osservatorio su oltre cento
province, forse da lì si capisce chi riesce
a risolvere i problemi e chi no: Mantova non è esistita per inconsistenza delle
proposte del territorio, invertire la tendenza sarebbe importante.»
Lei è della Lega: come si pone
nei confronti della coalizione?
«Io ho una caratterizzazione politica precisa e, a differenza del mio
principale avversario, non mi vergogno
di “appartenere”. Per me i partiti non
sono tutti uguali, alcuni sono migliori,
quelli che si vergognano hanno qualcosa da nascondere. C’è chi aveva parlato di possibili squilibri regionali con
il Pdl, ma nessuno in quel partito ha
messo in dubbio la mia candidatura.»
Che idea si è fatto dell’Oltrepò e su cosa occorre lavorare?
«Di positivo c’è stata la volontà
dell’Oltrepò di essere un’area politicamente omogenea, la consapevolezza
che solo come massa critica si può incidere. È invece negativo ciò che è stato
fatto lì: si sono spesi milioni di euro per
quattro ciclabili, due bed&breakfast,
credendo che quella potesse essere
una zona turistica. L’Oltrepò va dal
modello agricolo del Destra Secchia a
quello sbilenco della meccanica suzzarese: occorre armonizzare il territorio
e investire di più nel sociale, il pubblico
deve smettere di fare impresa.»
Gabriele Maestri
10 • 2 aprile 2011
SERMIDE
l’oltrepò Mantovano
Maggior legame col territorio e col Comune per un ambiente più salubre
Edipower presenta i rinnovati vertici e si apre ad una nuova partnership
SERMIDE – Dopo anni complicati,
caratterizzati da rapporti difficoltosi e incomprensioni, tra Edipower,
la società proprietaria della centrale
termoelettrica turbogas, e l’amministrazione sembra tornare il sereno.
Un primo passo verso la distensione
è giunto con l’arrivo in paese del direttore Carmine Pagano e del nuovo
amministratore delegato Stefano Pastori. E dal primo incontro col sindaco Marco Reggiani e l’assessore alla
sviluppo economico Giorgio Marmai
sono emersi impegni importanti per
rinsaldare una partnership che possa
migliorare e arricchire il territorio.
In primis, con una formula già sperimentata nella recente pubblicazione
del Manuale di Sicurezza della Protezione Civile, Edipower sarà fondamentale sponsor delle celebrazioni
sermidesi del 150° dell’unità d’Italia
che proseguiranno fino ad autunno
inoltrato. L’impegno della città per la
creazione di un unico Stato è inoltre
dimostrata dalla Medaglia d’oro che il
re Umberto I le conferì per il valore
dimostrato durante l’insurrezione del
1848.
«Un altro settore nel quale amministrazione ed Edipower – scrivono i
protagonisti dell’incontro - hanno trovato condivisione di intenti e di obiettivi, sicuramente più affine alle vocazioni del Gruppo, è la collaborazione
relativa al Programma di Azione per
l’Energia Sostenibile (PAES) che attua il patto dei Sindaci, ovvero l’impegno che le città europee assumono
per diminuire almeno del 20% entro
il 2020 le emissioni di CO2 prodotte dagli edifici pubblici: l’esperienza
e la professionalità di Edipower nel
gestire tematiche connesse alle problematiche energetiche, la disponibilità
di strumentazioni sofisticate saranno
basilari nel supportare il progetto fino
alla sua completa realizzazione; nella
partnership che attuerà il PAES saranno protagonisti anche altri Comuni dell’Oltrepò oltre al’Istituto Tecnico per Geometri Sermidese, coinvolto
nelle fase di determinazione dei consumi energetici e negli studi migliorativi finalizzati alla certificazione degli
edifici».
Amministrazione e società hanno
convenuto inoltre sull’opportunità di
intensificare e dare sistematicità alle
collaborazioni a beneficio del territorio, dello sviluppo e dell’immagine di
Edipower, che è di fatto una componente fondamentale della società civile sermidese e più in generale dell’intero Comprensorio.
A tal proposito verrà discussa nel breve la ipotesi di un accordo che preveda una collaborazione più mirata tra
le parti, anche sulla base di piani articolati che trattino temi legati ad Ambiente e lo Sviluppo Sostenibile, Scuola e Cultura, Giovani e Sport. (f.d.)
Stefano Pastori,
il profilo
del nuovo a.d.
di Edipower
Stefano Pastori,
54 anni originario di
Caorso (Piacenza)è il
nuovo amministratore delegato di Edipower e prende il posto
di Paolo Gallo.
Laureato in ingegneria nucleare,
con specializzazione
Termotecnica, presso il Politecnico di
Torino, Pastori ha
iniziato la sua carriera in Enel dove ha
lavorato per dieci anni. Nel 1991 è entrato in Edison
ricoprendo subito il ruolo di vice direttore del Gruppo
Impianti di Porto Marghera e due anni dopo quello di
direttore, fino a diventare nel 1997 Responsabile Gestione Termoelettrica. Il rapporto con Edipower è iniziata
nel 2002 con la nomina a direttore di Operations, carica con la quale ha assunto la direzione degli impianti
termoelettrici, idrici e il coordinamento della logistica
dei combustibili, portando l’azienda a livelli di eccellenza evidenziati nei benchmark di confronto delle società
elettriche, e che ha ricoperto fino alla recentissima nomina quale Amministratore Delegato.
Edipower ha chiuso il 2009 con un utile pari a 37,1
milioni di euro e rappresenta uno tra i maggiori produttori di energia elettrica in Italia. La sua quota produttiva
arriva al 7%, pari a 7.600 MW di potenza in esercizio e
un parco di generazione composto da 6 impianti termoelettrici, 3 nuclei idroelettrici e 5 impianti fotovoltaici.
Il comune di Pegognaga,
in collaborazione con Fondazione AIDA
e coi comuni di Gonzaga, Motteggiana e
Suzzara organizza in occasione della
GIORNATA della
LEGALITA' 2011
Domenica 10 aprile 2011 ore 10.00 presso Sala
Civica Municipale di Piazza Vittorio Veneto
Incontri con le autrici
SARA DI ANTONIO
giornalista pubblicista autrice del libro ‘Mafia,
le mani sul Nord’’. Sarà presente con l’autrice
Enrico Bini, Presidente della CCIAA di Reggio
Emilia Ingresso libero
recapiti per informazioni Centro Culturale
‘Livia Bottardi Milani’ tel.03765546404
email [email protected]
l’oltrepò Mantovano
A Sorgà il possibile insediamento scatenò la rabbia dei cittadini
wsr: perche sì, perchè no
2 aprile 2011 • 11
è quello di essere severi fin dall’inizio
con i controlli su questo tipo di insediamenti. Nel nostro caso abbiamo
pagato di tasca nostra una serie di
analisi e di rilevazioni che ci hanno
permesso di stabilire se l’insediamento
potesse o no creare problemi. In ogni
caso vanno evitati, in situazioni di
questo genere, i “sì” o i “no” preconcetti.»
Nicola Antonietti
Ma nel bresciano è attiva da dieci anni una ditta che si occupa della medesima attività
sudare le proverbiali “sette
camicie” per
riuscire a gestire un dissenso all’insediamento
che si stava
tramutando
in ostilità nei
Giovanni Battista Bazzani
Marcello Orizio
suoi confronti: «Credo che
S.GIOVANNI
DEL
la vicenda che abbiamo vissuto a BonDOSSO – In un paese il parroco è
ferraro, e, stando a quanto sento dire,
arrivato addirittura a suonare le cama San Giovanni del Dosso, sia frutto
pane, sapendo che – con molta prodi una scarsa fiducia dei cittadini nelle
babilità – l’azienda difficilmente si saistituzioni – ci ha detto – Per quanto
rebbe insediata, mentre in altri paesi
ci riguarda la ditta aveva presental’arrivo di ditte simili è stato assorbito
to a fine 2009, in regione Veneto, la
senza traumi di sorta: in ogni caso sulrichiesta di insediamento nel nostro
la vicenda “Water & Soil” sembra imterritorio. Purtroppo la regione Venepossibile che trovino spazio posizioni
to non ha ancora un piano regionale
sfumate, o la si ama incondizionatadei rifiuti e quindi non trovò niente di
mente o la si odia.
meglio che lasciare la questione nelle
Ma al di là delle facili battute la
mani della provincia di competenza la
spaccatura dell’opinione pubblica a
quale, tempo fa, ha votato una sorta
San Giovanni del Dosso esiste, e per
di delibera preventiva in cui si vietano
cercare di aggiungere un elemento
questo tipo di insediamenti. La ditta
di riflessione in più abbiamo sentito i
con noi è stata molto corretta, quesindaci di due centri al di fuori della
sto va detto, ma quando si tratta di
nostra provincia: Sorgà, nel veronese,
smaltimento di rifiuti, o, nel caso della
dove l’ipotesi di un insediamento della
“WSR” di trattamento di terreni con“WSR” provocò quasi una sollevaziotaminati da agenti inquinanti, la genne popolare, e Maclodio, in provincia
te alza subito la voce: come comune
di Brescia, dove da quasi dieci anni è
non abbiamo fatto altro che rispettaattiva un’azienda che si occupa della
re le disposizioni di legge in materia,
medesima attività della “WSR”.
lasciando che Regione e Provincia si
A Sorgà – ma sarebbe meglio dire
pronunciassero e, dal canto nostro,
nella frazione di Bonferraro, poco
approvando, ben prima che scoppiasmeno di duemila anime in un angolo
se il caso “WSR”, una delibera che
di campagna al confine tra le provinvietava l’insediamento nel comune di
ce di Verona e Mantova – il sindaco
Sorgà di attività pericolose per la saluGiovanni Battista Bazzani dovette
te pubblica.»
La vicenda “WSR” a Bonferraro
non si è comunque ancora conclusa,
e riguarda la possibilità di un insediamento di circa 60mila metri quadri,
che vedrebbe impiegate circa una cinquantina di persone tra operai specializzati e tecnici di laboratorio.
Se in questo centro del veronese
il sindaco ha dovuto fare i conti con
il netto “no” della cittadinanza, recependo comunque le indicazioni che
gli arrivavano da regione e provincia,
nel bresciano c’è una situazione del
tutto diversa, e che la stessa “WSR”,
in occasione dell’assemblea informativa, svoltasi a San Giovanni alcune
settimane fa, ha portato come esempio: si tratta del paese di Maclodio, in
cui da diversi anni è attivo lo stabilimento di un’altra ditta, che si occupa
anch’essa di bonifiche di terreni con
procedimenti analoghi a quelli utilizzati dalla “WSR”: «L’insediamento
venne realizzato nel 2001 – ci ha detto
il sindaco di Maclodio, Marcello Orizio – E utilizza, accanto ad altri procedimenti, anche quello della fermentazione aerobica. Devo dire che la ditta
non ha mai creato problemi di sorta,
e che in tutti questi anni non si sono
mai verificati casi di emissioni sospette, o sversamenti di percolati. Tutto
avviene nella massima sicurezza, anzi,
paradossalmente, in passato sono state
altre aziende, che ritenevamo più “sicure” a crearci problemi.»
Un quadro idilliaco dunque, rispetto alle proteste registrate in altri
paesi? «Non credo – conclude il primo
cittadino – L’unico modo per riuscire
a conquistarsi la fiducia dei cittadini
Un iniziativa di un gruppo di cittadini
wsr: nasce il comitato del sì
«Allarmismi ingiustificati e fatti distorti,
l'azienda non produce emissioni nocive»
SAN GIOVANNI DEL DOSSO – Dopo il Comitato per il “no”,
adesso arriva anche quello del “sì”:
a San Giovanni del Dosso si prospetta dunque un “muro contro muro”
tra cittadini sulla questione “Water
& Soil”. Da una parte il gruppo che
si sta battendo contro l’ipotesi di un
insediamento dell’azienda che si occupa di bonifiche di terreni ed acque
contaminati da agenti inquinanti, e
dall’altra parte un comitato di cittadini che si dichiara invece favorevole
all’insediamento affidando ad una
nota, per il momento, la propria posizione in merito.
«Abbiamo letto molto attentamente la documentazione che è stata presentata dalla ditta – affermano
gli esponenti del comitato – Ci siamo resi conto che i fatti sono stati
(volutamente o no) distorti e si è voluto dare un taglio catastrofista alla
questione. Spiace vedere come tanti
concittadini siano stati indotti a credere che il futuro impianto sia fonte
di pericolo per la salute pubblica e
arrechi danno alla nostra economia.
Vorremmo ricordare ai cittadini che
si stanno battendo contro questo tipo
di insediamento che la ditta WSR è
PEGOGNAGA
Accordo tra
Confindustria Mantova
e Cgil-Cisl-Uil
per l’impostadel 10%
sulle componenti accessorie
della retribuzione
Per l’anno 2011 le imprese aderenti al Sistema Confindustria mantovano applicheranno le agevolazioni
fiscali previste dalla vigente normativa
a tutti i loro dipendenti. In concreto,
verrà applicata un’imposta sostitutiva
del 10% sulle componenti accessorie
della retribuzione riconducibili ad
incrementi di produttività, qualità,
redditività, innovazione, efficienza
organizzativa. E’ questa la sostanza
dell’accordo sottoscritto nei giorni
scorsi nella sede di via Portazzolo tra
Confindustria Mantova, rappresentata dal direttore Mauro Redolfini e dal
dirigente dell’Area sindacale Massimo
Di Cillo, ed i segretari di Cgil, Massimo Marchini, Cisl, Aldo Menini, Uil,
Paolo Tasselli.
In base all’intesa, le imprese
aderenti al Sistema Confindustria
potranno applicare le agevolazioni fiscali ai suddetti istituti disciplinati dal
contratto collettivo nazionale di lavoro in vigore nell’azienda (tra i quali
il trattamento economico per lavoro
supplementare, straordinario, in turni, notturno, festivo e domenicale) ed
erogati nel corso nel 2011.
Le imprese aderenti a Confindustria Mantova potranno usufruire
delle agevolazioni fiscali per tutti i loro
dipendenti anche se occupati presso
sedi o stabilimenti al di fuori del territorio mantovano. L’accordo potrà
comunque essere esteso alle imprese
non aderenti a Confindustria Mantova se queste sottoscriveranno l’intesa
con l’assistenza diretta di tutte le parti
firmatarie.
Editore: New Millenium Srl
via Pico 17 - 41037 Mirandola (MO)
Periodico
del Consorzio Oltrepò Mantovano
Autorizzazione del tribunale di Modena
nr.2023 del 4/02/2011
Distribuzione gratuita
Dir. responsabile: Luigi Zini
Capo redattore: Francesco Dondi
Hanno collaborato:
Francesco Dondi,
Gabriele Maestri, Angiolina Gozzi,
Nicola Antonietti, Arianna Bellini,
Vittorio Negrelli, Francesca Franch
Stampa: Centro Stampa Editoriale
Grisignano del Zocco (VI)
tel. 0444.414303
Indagine conoscitiva Mini alloggi protetti
per anziani autosufficienti presso la Rsa
Il consiglio direttivo del Comitato
“Bovi” di Pegognaga, in collaborazione con il Comune, ha elaborato un
questionario che sarà inviato a tutti
i cittadini pegognaghesi ultra sessantacinquenni, al fine di acquisire un
parere rispetto alla realizzazione di
mini alloggi per anziani. Il progetto
dei “Mini alloggi protetti” è diventato
concreto a seguito del lascito al Comitato, di un milione e mezzo di euro,
Pubblicità: New Millenium Srl
v. Pico 17 - Mirandola (MO)
uff. tel. 0535/26853, fax: 0535/060139
e-mail: [email protected]
Le lettere al giornale (con firma verificabile)
vanno indirizzate a
New Millenium Srl - v. Pico 17
41037 Mirandola (MO)
[email protected]
da parte del benefattore sig. Francesco
Grotto. Per mini alloggi si intende una
costruzione, vicina alla Rsa e composta da monolocali o bilocali, autonomi
ed indipendenti con tutte le possibili
comodità, dove gli anziani possono
mantenere le proprie abitudini, i propri interessi e la propria autonomia
gestionale. Questi alloggi saranno destinati a persone non più giovani ma
autosufficienti che, in caso di bisogno,
potranno usufruire a domicilio di tutti i servizi della Rsa (medico, servizio
infermieristico e riabilitativo, gestione della casa, lavanderia, pasti…). Il
questionario, che sarà completamente
anonimo, dopo aver fatto riferimento
ai dati anagrafici ed abitativi, chiede
abilitata a questo tipo di lavorazioni
ed è in possesso delle certificazioni
europee UNI EN ISO e OHSAS
(sistema che permette di garantire
un adeguato controllo riguardo alla
Sicurezza e la Salute dei Lavoratori), ed inoltre sarà costantemente
nel suo ciclo di lavorazione dalla
Provincia di Mantova e dall’ARPA. In questo caso riteniamo che
sia anche doverosa, da parte di chi
si dichiara contrario, una maggiore
fiducia verso le istituzioni e gli enti
preposti.»
Il comitato, che non esclude nelle prossime settimane di fare attività
di volantinaggio per informare la
cittadinanza, ha le idee molto chiare
anche per quanto concerne il possibile impatto ambientale dell’insediamento “WSR”: «Una concimaia
rilascia una quantità impressionante di nitrati nel terreno – concludono – La ditta “WSR”, al contrario,
opererà in ambiente chiuso, senza
emissione di sostanze, mediante un
procedimento, che consiste nella
metabolizzazione, ad opera di batteri delle sostanze organiche, in ambiente condizionato dalla presenza
di ossigeno.»
nico
di esprimere un parere sull’utilità dei
minialloggi nella realtà del paese. Lo
strumento conoscitivo si sofferma poi
sull’eventuale interesse ad utilizzare
un mini alloggio come proprietario o
in affitto, infine si chiede di esprimere
la propria opinione rispetto all’utilità
di allestire nella casa di riposo alcuni
“Letti di sollievo”, rivolti a persone
non autosufficienti. “Con questa iniziativa – ha affermato il presidente del
Comitato Enos Gandolfi – si vuole conoscere il reale interesse della cittadinanza per i mini alloggi, senza correre
il rischio di costruire cattedrali nel
deserto. Su questa problematica sarà
coinvolta l’assemblea dei soci, mentre la collettività sarà informata sui
risultati del questionario e sulle reali
prospettive dell’investimento, tramite
apposite iniziative”. Il questionario
compilato, va restituito entro il 30
aprile depositandolo negli appositi
contenitori situati presso il Municipio,
l’ufficio Servizi Sociali, il circolo Anspi
e l’arci Bocciofila.
Vittorio Negrelli
SUZZARA
Confermati i servizi per le fasce più
deboli ma aumentano alcune tariffe
SUZZARA – Nei giorni scorsi si è
svolto in Comune un incontro tra il
sindaco Wainer Melli e le organizzazioni sindacali sulla proposta di
bilancio 2011. Per l’anno in corso
l’amministrazione vedrà diminuire i
trasferimenti statali di 441mila euro
ed il Fondo Famiglie di circa 78mila,
nonostante gli enti locali continuino
ad essere “ingessati” dal Patto di stabilità e le risorse a disposizione permettano di tamponare solo le situazioni
più gravi. Proprio a causa delle restrizioni dovute al “Patto”, il Comune
opererà per migliorare le capacità di
spesa cercando di creare le condizioni
per rendere più proficuo il rapporto
tra pubblico e privato e rafforzare le
politiche di coordinamento dei servizi
tra i Comuni della zona e del distretto
per contenere i costi ed ottimizzare la
qualità e l’efficacia. L’amministrazione suzzarese ha promesso che la spesa
sociale nel suo complesso non verrà
ridotta e saranno confermati i servizi
a favore delle fasce più deboli, ma a
causa della riduzione delle risorse, si
prevede di aumentare alcune tariffe,
come il servizio Sad e pasti, solo per
le fasce più alte, e la retta della sezione
primavera che passerà da 120 a 150
euro mensili.
l’oltrepò Mantovano
12 • 2 aprile 2011
Occupazione, si migliora a piccoli passi
A febbraio meno cassa integrazione; calano anche i nuovi iscritti ai centri per l’impiego
Continuano a manifestarsi timidi
segnali di ripresa nel mondo del lavoro,
con la crisi che sembra allentare la sua
morsa, sia pure in modo non evidente.
I dati diffusi nei giorni scorsi dall’Osservatorio del mercato del lavoro della
Provincia di Mantova (e disponibili per
tutti attraverso il portale internet «Sintesi») sembrano confermare una tendenza già mostrata negli ultimi mesi
del 2010.
Complessivamente, il numero delle ore di cassa integrazione autorizzate
dall’Inps è diminuito di 60mila unità, passando da circa 570mila a circa
510mila: si tratta indubbiamente di un
dato positivo, anche se a fronte di un
taglio netto della cassa integrazione
straordinaria (che si dimezza), si assiste a un aumento significativo degli
ammortizzatori «in deroga», che riguarda particolari categorie di aziende
(imprese artigiane che non rientrano
nella cassa straordinaria, industrie fino
a 15 dipendenti o che comunque non
possono utilizzare gli ammortizzatori
sociali “tradizionali”).
Sono più che dimezzati i cittadini
della Provincia di Mantova iscritti nelle liste di mobilità (157, contro i 329 di
gennaio), così come si registra una diminuzione del 26% dei nuovi iscritti ai
centri per l’impiego, coloro cioè che si
dichiarano immediatamente disponibili a una chiamata lavorativa; il calo è
leggermente più marcato nella popolazione maschile (nei primi mesi dell’anno hanno comunque scelto di iscriversi
più donne che uomini). Anche qui, il
dato non è certamente negativo, ma
va ricordato che esso registra solo le
nuove iscrizioni, che dunque vanno ad
aggiungersi a quelle già presenti (che,
purtroppo, non sono certo poche).
Se si scende nel dettaglio e si scompone il numero dei nuovi iscritti in base
alla fascia di età, si può notare come
gli accessi maggiori provengano da
persone che hanno tra i 18 e i 30 anni
– si tratta del 40% del totale – mentre subito dopo si colloca il range 31-40
anni (che pure a febbraio fa registrare
un calo sensibile); fatta eccezione per i
nuovi iscritti non ancora maggiorenni,
tutti gli altri dati sono in flessione. Può
essere utile notare come la tendenza
al ribasso interessi anche gli stranieri
(rappresentano circa il 37% di tutti gli
iscritti): a rivolgersi ai centri per l’impiego sono soprattutto gli uomini.
Meno confortanti i dati relativi
agli avviamenti al lavoro, che a febbraio si riducono sensibilmente rispetto
al mese precedente (sono passati da
6.649 a 5.208), con un taglio netto del
21%. Il calo più significativo riguarda
il lavoro a progetto e i contratti di somministrazione (il vecchio lavoro interinale), mentre la diminuzione è meno
vistosa per il tempo determinato, che
resta anche a febbraio il contratto più
utilizzato dai datori di lavoro (almeno
un nuovo rapporto su due è regolato
così). Fortunatamente la flessione riguarda anche le cessazioni di rapporti
di lavoro, anche se la riduzione è più
contenuta: a gennaio se ne sono registrate 3600, a febbraio 350 in meno.
Gabriele Maestri
Categoria
dato
Cassa integrazione
- ore autorizzate
Iscritti alle liste
di mobilità
Iscritti ai centri
per l’impiego
(subito disponibili)
Gennaio
2011
Febbraio
2011
574.632
512.272
329
157
1.040
764
Femmine
Maschi
524
516
388
376
< 18 anni
18-30 anni
31-40 anni
41-50 anni
51-60 anni
> 60 anni
4
370
328
205
123
10
5
307
224
142
80
6
311
286
6.649
5.208
3.602
3.254
Iscritti stranieri
ai centri
per l’impiego
(subito disponibili)
Avviamenti
al lavoro
Cessazioni
di rapporti
di lavoro
Fonte dati: Osservatorio del mercato del lavoro - Provincia di Mantova – Marzo 2011
l’oltrepò Mantovano
AGRICOLTURA
2 aprile 2011 • 13
Il presidente Mauro Aguzzi: «Il nostro obiettivo è quello di ottenere l'IGP»
Il melone mantovano: un prodotto che va valorizzato e tutelato
L’attuale sfida è la maggiore riconoscibilità da parte dei consumatori
SERMIDE - Mauro Aguzzi parla degli obiettivi e delle aspettative del Consorzio del Melone
Mantovano, di cui è il presidente
Presidente, come e quando è nato il Consorzio Melone Mantovano?
«Il Consorzio del Melone Mantovano è nato nel
2004 su iniziativa della Provincia di Mantova,
che ha proposto l’ unione di vari produttori. Inizialmente non è stato semplice ma, dopo varie
vicissitudini, siamo arrivati a un’intesa con tutte le aziende che hanno deciso di partecipare.
Il Consorzio ha ormai 6 anni; di conseguenza
pensiamo di essere arrivati al raggiungimento
dell’IGP, vale a dire l’Indicazione Geografica
Protetta».
Qual è l’attuale stato di salute delle coltivazioni?
«Credo che, sia per quanto riguarda il melone
mantovano sia per tutto il resto dell’Italia, dovremmo essere molto tranquilli perché vengono
Nunzio Gennari traccia un bilancio dei primi
13 anni di vita di Perwiva
La Pera Mantovana:
frutto degno di IGP
Il tipo di terreno e il clima ne esaltano le qualità,
ma merita più considerazione sul mercato
SAN GIOVANNI DEL DOSSO - Williams
bianco, Kaiser, Decana del Comizio, Conference, Abate Fetel e Max Red Bartlett sono i nomi
dei sei tipi di pera prodotti dal Consorzio che nel
1998 ha ottenuto l’Indicazione Geografica Protetta.
Presidente Gennari, quali sono attualmente le zone di produzione della Pera
Mantovana IGP?
«Attualmente la zona di produzione delimita
un’area continua in Provincia di Mantova che
comprende l’intero territorio dei Comuni di Sabbioneta, Commessaggio, Viadana, Pomponesco,
Dosolo, Gazzuolo, Suzzara, Borgoforte, Motteggiana, Bagnolo San Vito, Virgilio, Sustinente,
Gonzaga, Pegognaga, Moglia, San Benedetto
Po, Quistello, Quingentole, San Giacomo delle
Segnate, San Giovanni del Dosso, Schivenoglia,
Pieve di Coriano, Revere, Ostiglia, Serravalle a
Po, Villa Poma, Poggio Rusco, Magnacavallo,
Borgofranco sul Po, Carbonara di Po, Sermide
e Felonica. Il lavoro di produzione dei sei tipi di
Pera Mantovana è affiancato da un’importante
attività di salvaguardia del patrimonio agricolo
e ambientale di questa zona in quanto possiede
il terreno e il clima adatti ad esaltarne le qualità
organolettiche».
Quando è nato il Consorzio Perwiva?
«Il Consorzio è stato costituito, dopo cinque anni
di studi con varie Università, nel dicembre del
1992 dall’unione fra i produttori di pere singoli
e associati, e i commercianti. Il 21 gennaio 1998
abbiamo ottenuto il riconoscimento dell’IGP,
l’unico di tipo ortofrutticolo a livello sia provinciale sia regionale: da allora la coltivazione è regolata da un disciplinare approvato dall’Unione
Europea. La Provincia di Mantova, che ha una
produzione annua di 200-300 mila quintali di
pere, esporta la maggior parte del raccolto verso
i Paesi del nord Europa. Perwiva rispetta a pie-
na regola il progetto km zero, poiché quasi tutti
i venditori ortofrutticoli della zona, ma anche
molti privati, si riforniscono proprio qui. Inoltre,
per garantire la salubrità del prodotto, ci siamo
imposti che la presenza di residui antiparassitari
sulla frutta sia nettamente inferiore rispetto agli
indici ammessi per legge. Per questo siamo stati
scelti dalla Regione Lombardia per la campagna
“Frutta nelle scuole”, a cui stiamo aderendo con
entusiasmo tramite la C.Or.Ma, cooperativa conosciuta sia in Italia sia all’estero per la serietà
del suo lavoro».
E’ possibile creare un parallelismo tra
la produzione zootecnica e ortofrutticola
nel territorio mantovano?
«Per molto tempo siamo stati meno considerati
rispetto alla zootecnia, nonostante la produzione
di pere e in generale dei prodotti ortofrutticoli
siano settori trainanti. Oggi invece, se analizziamo il PIL della produzione ortofrutticola possiamo notare che si avvicina molto a quello dei prodotti zootecnici. Spero che in futuro gli organi
competenti diano una maggiore considerazione
al settore dell’ortofrutta».
Cosa pensa a proposito del progetto con
cui le province di Mantova e Ferrara verranno collegate da una strada che rischia
di tagliare tre aziende ortofrutticole tra
San Giovanni del Dosso e Poggio Rusco?
«Sul Consorzio non ci sono particolari conseguenze; il problema è che la strada attraversa
aziende con produzioni arboree: il danno sarebbe molto inferiore se si trattasse di culture
erbacee. Oggi quando si espropria una parte di
terreno viene calcolato il danno che viene fatto
all’azienda e non la metratura di terra che viene tolta. E’ giusto che la strada venga fatta, ma
questo dovrebbe avvenire dove il Comune e la
Provincia spendono meno e dove si creano meno
problemi, affidandosi alla logica e al buon senso».
In un recente incontro sul possibile insediamento dell’azienda WSR ha mostrato
dei dubbi: quali sono le sue preoccupazioni?
«E’ un tema molto delicato su cui oggi non sono
in grado di esprimermi. Quando avremo altri
dati forniti da esperti e studiosi del settore sarò e
saremo, in quanto frutticoltori, in grado di dare
la nostra opinione. Vorrei ricordare che il sito
scelto dalla ditta si trova a circa 200 metri dalla
C.Or.Ma, la cooperativa ortofrutticola più grande sia del consorzio sia della Lombardia in questo settore, dove si lavora l’80% di produzione
della Pera Mantovana IGP».
AB
sempre rispettati i disciplinari di produzione;
inoltre i prodotti che si usano sono sempre meno
tossici. Le case farmaceutiche si sono infatti impegnate nel formulare molecole sempre meno
inquinanti. Per non parlare dell’industria sementiera, che cerca di produrre ibridi sempre
più resistenti alle malattie. Per questo motivo si
cerca di usare il meno possibile i prodotti parassitari».
Per quanto riguarda le altre fonti di inquinamento, in particolare la radioattività, crede che verranno intensificati i
controlli?
«Per quanto riguarda le altre fonti di inquinamento, come la radioattività, non siamo ancora
in grado di prevenire i fenomeni. In Italia per
adesso siamo abbastanza tranquilli. Le aziende
agricole non hanno gli strumenti per fare questo
tipo di controlli, ma sotto questo aspetto siamo
già controllati dalle USL, che effettua molti tipi
di analisi. Le uniche aziende che possiedono questo tipo di strumenti sono quelle che producono
i meloni di filiera, ovvero le aziende di grande
distribuzione».
Quali sono i principali canali distributivi
del melone mantovano?
«I principali canali distributivi sono la grande
distribuzione e i mercati generali. Inoltre, circa
il 20-30% di prodotto va all’estero, in particolare
Francia, Inghilterra, Germania. Un’azienda medio-grande deve sicuramente cercare di avere i
contatti con la grande distribuzione organizzata;
un’azienda piccola invece può ancora sopravvivere avendo contatti con i mercati o con i singoli
negozianti e commercianti. Credo comunque
che il futuro sia verso la grande distribuzione».
Quali sono gli obiettivi e le aspettative a
breve termine del Consorzio?
«Sicuramente l’obiettivo più importante è il
raggiungimento dell’IGP; motivo principale per
cui è stato fondato il Consorzio. Attualmente il
Ministero sta esaminando la nostra pratica, ma
dovremmo avere la pubblica udienza entro giugno, dopo di ché si potrà chiedere la protezione
transitoria e mandare l’istruttoria alla Comunità
Europea. Per ora la nostra aspettativa più alta è
una maggiore riconoscibilità del melone mantovano rispetto agli altri meloni da parte del consumatore».
Arianna Bellini
14 • 2 aprile 2011
l’oltrepò Mantovano
L’assessore presenta la 2a edizione della kermesse dedicata alla natura
Suzzara tra piante, orti e giardini
Un tema filosofico, teologico, tecnico-pratico ma soprattutto popolare
E’ partita il
Da sinistra: Franco Bigi, Alberto Bernardelli e Patrizio Guendalini
23 marzo la seconda edizione
della manifestazione promossa
dal Comune di
Suzzara intitolata
“Tra piante, orti
e giardini”.
Rispetto
all’anno precedente è possibile
riscontrare
un
crescita a livello
o rg a n i z z at i vo :
l’ evento si svolge infatti su tre
piani:
lezioni
tecnico-pratiche
dedicate alla cura
di orti e giardini
a cura delle associazioni Sophia e
Slow Food, conl’evento metterà insieme stili di vita e
ferenze e presentazioni di libri che
di lavoro diversi”.
fanno perno sull’inaugurazione della
Un appunto particolare va fatto
mostra “Calvino e le sue radici” avalla scelta del tema, dotato di un invenuta sabato 26 marzo, dedicata ai
teresse filosofico, teologico, tecnicogenitori dello scrittore e al loro conpratico ma anche popolare: l’obiettivo
tributo nello studio della botanica e
è quello di intercettare i bisogni delle
dell’agronomia. Infine, sono state allecittadinanza, che già l’anno scorso si
stite vere e proprie feste in piazza per
era dimostrata particolarmente sensicoinvolgere il maggior numero della
bile al tema del verde e delle natura.
cittadinanza.
L’assessore spiega come questa
L’assessore specifica che “questo
iniziativa sia in grado di coniugare la
evento rappresenta un modello di
cultura alta nel nome di Italo Calvicome sia possibile fare cultura grazie
no a quella popolare, legata alla citalla presenza di una pluralità di sogtà e alla piazza e a quella manuale:
getti: grazie alla sinergia delle assolo scopo è infatti quello di mettere le
ciazioni che aderiscono all’iniziativa,
diverse arti trattate a disposizione dei
suzzaresi.
Franco Bigi, presidente di Anima
Suzzara, sottolinea come la presenza
di circa 100 espositori rappresenti un
risultato straordinario; basta pensare
che l’anno scorso gli espositori erano
una quarantina. La crescita non è stata solo quantitativa, ma anche qualitativa, grazie alle numerose tipologie di
prodotti che verranno esposti, insieme
a quelli di tipo alimentare.
Tutto questo non sarebbe stato
possibile senza l’impegno dei volontari e delle varie associazioni, che hanno lavorato insieme nell’ottica di una
grande e reale collaborazione.
Arianna Bellini
La Bassa si racconta
su "l’argine maestro"
Nuova pubblicazione
L’Oltrepò, come tutte le terre del
Fiume, è ricco di segni, storie e testimonianze di un mondo unico, che si
è sviluppato per secoli intorno alla via
d’acqua più importante d’Italia: quelle tracce rischiano di essere cancellate
dal tempo, ma meritano di essere salvate, narrate e rese disponibili a tutti
gli interessati.
È questo lo scopo con cui è nato
«L’Argine maestro», una pubblicazione che vuole offrire il primo tassello
di un mosaico ambizioso, quello della
memoria che si cerca di conservare.
L’idea è nata all’interno di un’associazione che porta lo stesso nome: il
gruppo, nato a Guastalla in terra reggiana, riunisce vari appassionati del
Po e del suo mondo: «Sentiamo forte il bisogno di preservare, di capire,
di evitare l’oblio e di trasmettere ai
nostri figli frammenti importanti della cultura dei nostri padri – spiega il
presidente Daniele Daolio – Alla base
della nostra identità c’è un patrimonio
enorme che non possiamo permetterci di perdere».
«L’Argine maestro», nelle sue pagine, ospita mestieri antichi, racconti
di esperienze significative (come il
«premio Suzzara», che si può ripercorrere tuttora attraverso la sua galle-
ria), narratori di prestigio come Giuseppe Pederiali e immagini di sicuro
impatto. La pubblicazione, disponibile
nelle edicole (per informazioni, www.
arginemaestro.org), punta a suscitare
l’interesse di altri appassionati del Fiume che, magari, vogliano diventare a
loro volta narratori delle storie del Po:
in questo modo, il progetto potrebbe
trasformarsi in una vera rivista, con
periodicità regolare, che permetta alla
Bassa di raccontarsi.
(g.m.)
PEGOGNAGA
Incontri con le Autrici: la Sgrena
ha raccontato la “rivoluzione dei gelsomini”
e il nuovo Iraq post Saddam
Sala civica di Pegognaga gremita al femminile per l’incontro con la
giornalista del “Manifesto” ed inviata
di guerra Giuliana Sgrena, nell’ambito della rassegna “Incontri con le
autrici”, promossa da Comune e Fondazione Aida.
Presentata dal sindaco Melli che
ha fatto gli onori di casa e sottolineato la grande sensibilità umana e culturale della Sgrena, l’assessore Vanni
Marchetti con alcune domande ha
stimolato il racconto e la testimonianza della giornalista in merito alla sua
esperienza professionale in Tunisia,
Afghanistan e Iraq. Giuliana Sgrena
è appena tornata dalla Tunisia, dove è
scoppiata la “rivoluzione dei gelsomini” che ha ribaltato il regime dittatoriale ed innescato la rivolta popolare
in altri paesi del nord Africa.
“E’ stato un movimento non violento – ha detto Sgrena - spontaneo,
laico e democratico che ha coinvolto
tutta la società civile scesa in piazza
per abbattere un regime corrotto”.
Sull’Afghanistan ha invece criticato l’intervento militare che non ha
sconfitto il terrorismo talebano e non
ha portato la democrazia, mentre si
continua a combattere con gravi perdite umane senza alcuna prospettiva.
“L’intervento italiano è stato definito
come una missione di pace – ha ribadito Giuliana – in realtà si fa la guerra
ed è auspicabile che i nostri soldati lasciano presto il paese”. Nel suo libro
“Dentro un nuovo Iraq” di Feltrinelli,
Giuliana Sgrena a cinque anni dal suo
rapimento e dalla liberazione ad opera dell’agente Calipari poi ucciso dal
fuoco amico, racconta il suo ritorno
nei luoghi tanto amati che affollavano
i suoi ricordi e le sue ossessioni.
“Nonostante lo stillicidio di attentati sanguinari, la vita sembra riprendere i ritmi del periodo di Saddam
Hussein – ha affermato la giornalista
- la gente torna sulle rive del Tigri, le
donne hanno riconquistato una visibilità sociale e politica tanto da abbandonare il velo.
La nuova strategia americana e gli accordi con gli anziani
dei villaggi, ha di fatto tolto spazio politico alla propaganda armata del fondamentalismo islamista”.
Vittorio Negrelli
l’oltrepò Mantovano
2 aprile 2011 • 15
Il responsabile di Ostiglia Gianni Bonzanini illustra le numerose attività e le aspettative per il futuro dell'Ente
Croce Rossa, 25 anni di storia e 97 volontari su cui contare
OSTIGLIA - Il gruppo Croce
Rossa di Ostiglia nasce nel 1986 grazie all’unione di circa 150 volontari,
alcuni dei quali collaborano tutt’ora,
e da allora opera nel territorio con efficienza ed entusiasmo, nonostante la
fase transitoria che sta attraversando.
Dal 2009 infatti il gruppo sta subendo
un commissariamento a livello nazionale; di conseguenza anche i responsabili dei singoli gruppi, paarima chiamati “ispettori” sono oggi considerati
“commissari di gruppo” e possono essere sollevati in qualsiasi momento o
dal commissario regionale o da quello
nazionale.
Nonostante il delicato contesto
nazionale, la Croce Rossa di Ostiglia
conta oggi un centinaio di volontari;
a questo proposito è di fondamentale
importanza l’aiuto fornito dai distretti
di Sermide e Poggio Rusco.
L’equilibrio è stato turbato da una
recente legge regionale, che obbliga i
volontari che fanno servizio di emergenza e urgenza (118) a sostenere una
certificazione di 120 ore. Gianni Bonzanini, l’attuale commissario di gruppo specifica che “anche se attualmente
sono solo 16 i volontari certificati, l’at-
tività di 118 non è stata sospesa, ma ridotta,
lasciato la facoltà dei
volontari certificati di
candidarsi quando si
rendono disponibili.
La visione è comunque ottimistica: siamo
certi che riusciremo a
certificare sempre più
persone”.
L’attività di 118 è
senz’altro la principale, ma non è l’unica:
è infatti attivo il servizio dialisi che, tre
mattine a settimana,
accompagna i pazienti all’ospedale tanto
all’andata quanto al
ritorno. Inoltre, il servizio trasporto infermi
programmati permette a privati, case di riposo e ospedali di trasportare i pazienti con
l’ambulanza: poiché queste necessità
avvengono solitamente al mattino, i
volontari che effettuano questo servizio sono prevalentemente pensionati.
Accanto ai volontari adulti, è presente
anche un gruppo giovanile denominato “pionieri”: esso accorpa 7 ragazzi
di età compresa tra i 18 e i 25 anni,
che svolgono attività di pubblicità e
raccolta fondi. Con orgoglio Gianni
Bonzanini afferma che “questi ragazzi rappresentano il futuro della Croce
Rossa”.
I volontari di Ostiglia sono impe-
gnati anche nel servizio di reperibilità
autostradale, fornendo assistenza agli
automobilisti in caso di code, e nella
distribuzione ai bisognosi di generi alimentari provenienti dalla Croce Rossa di Mantova: il gruppo di Ostiglia li
consegna ai servizi sociali dei Comuni
limitrofi, che provvedono autonomamente a portarli a destinazione.
Oltre a fornire servizio di protezione civile, la Croce Rossa è presente
a numerose manifestazioni sportive
come gare di pesca, podistiche o ciclistiche.
Un’attenzione particolare merita
l’attività di formazione sanitaria alla
popolazione: a Ostiglia sono presenti i
“monitori”, cioè i volontari che istruiscono il personale per sostenere il corso di durata annuale che consente di
operare all’interno del gruppo; a questo proposito si cerca sempre di unire i
gruppi di Sermide e Poggio Rusco per
non disperdere le forze.
Bonzanini conclude dicendo che
“anche se di volontari ne servirebbero
sempre, fortunatamente non siamo in
una situazione di emergenza”.
Arianna Bellini
Il sistema bibliotecario che fornisce servizi a 21 Comuni svela i progetti per i prossimi anni
Legenda: «Creazione di una biblioteca virtuale e laboratori»
Michela Bricoli
SAN BENEDETTO PO - Il Sistema Bibliotecario Legenda, è nato
nel 2002 dalla fusione del sistema
"Eridano" e del consorzio "Polirone".
Attualmente, il Sistema fornisce servizi
alle biblioteche dei 21 Comuni associati (Borgofranco sul Po, Carbonara
di Po, Felonica, Gonzaga, Magnacavallo, Moglia, Motteggiana, Ostiglia,
Pegognaga, Pieve di Coriano, Poggio
Rusco, Quingentole, Quistello, Revere, San Benedetto Po, San Giacomo
delle Segnate, Schivenoglia, Sermide, Sustinente, Suzzara, Villa Poma)
e Consorzio Oltrepò Mantovano,
servendo un bacino d'utenza di circa
100mila abitanti. La sede operativa è
a San Benedetto Po e dal 1° gennaio
di quest’anno, l’aspetto giuridico ed
amministrativo è gestito dal Consorzio
Oltrepò Mantovano, che già si occupa
del Distretto Culturale Dominus.
Il funzionamento del Sistema Legenda è regolato da una convenzione
approvata dai Comuni associati, che
è stata rinnovata fino al 31 dicembre
2020 introducendo la possibilità di
offrire servizi on-demand, in sintonia con progetti speciali avviati dalle
biblioteche, e un ruolo di coordinamento degli archivi, in accordo con
quanto previsto dal progetto per la
costituzione del centro di documentazione permanente del Consorzio
Oltrepò Mantovano.
La consultazione e la partecipazione al Sistema Bibliotecario Legenda si realizza mediante l’assemblea
degli enti, che è composta dai sindaci
o loro delegati, tra i quali viene eletto
un Presidente e il Comitato
Direttivo. L’attuale Presidente
è Federica Baroni consigliere
di S. Giacono delle Segnate,
mentre i membri del Comitato sono: Alessandro Pastacci
sindaco di Quistello e Presidente del Consorzio Oltrepò,
Patrizio Guandalini assessore alla Cultura del Comune
di Suzzara, Mara Manzoli
assessore alla Cultura e Turismo dell’amministrazione
di Revere. I Comuni versano annualmente una quota
di adesione che attualmente
è pari a 0,80 € per abitante.
La coordinatrice del Sistema,
invece, è Michela Bricoli, che
ci ha illustrato le funzioni di
Legenda. «Il Sistema Bibliotecario – spiega Bricoli - ha lo scopo di
promuovere, sostenere e rendere operativi i servizi di informazione e lettura delle biblioteche associate, valorizzare e diffondere il loro patrimonio
librario e documentario, promuovere
attività culturali legate alla diffusione
della lettura, del libro e dell’informazione. L’attività del Sistema Bibliotecario si esplica attraverso l’erogazione
dei servizi di prestito interbibliotecario, acquisto coordinato, rilevazione
statistica del servizio fornito dalle
biblioteche associate, realizzazione
di progetti di promozione alla lettura, coordinamento locale di progetti
e attività provinciali e regionali per i
servizi bibliotecari».
All’interno del territorio, il Sistema Legenda è protagonista di varie
iniziative, tra le quali due innovative
promosse e sostenute da Fondazione Cariplo. La prima, finanziata con
34.200 euro, è tra i progetti immateriali del Distretto Culturale Dominus
e prevede la costituzione di una MEDIA LIBRARY, ovvero una biblioteca virtuale dove confluiscono banche
dati e documenti digitali accessibili via
web e che, grazie alla collaborazione
con altri sistemi bibliotecari del Nord
Italia, permetterà di condividere le risorse e i dati, ospitando anche le risorse digitalizzate localmente.
Il secondo progetto, invece, è “BIBLIOfuoriTECA. La biblioteca esce
allo scoperto”, che mira ad attivare
sinergie tra biblioteche del territorio e
soggetti locali nella promozione di at-
tività culturali e sociali al fine di creare
occasioni di incontro, confronto e stimolo alla crescita culturale sperimentando linguaggi diversi. Nei prossimi
due anni, le biblioteche del Sistema
Legenda ospiteranno laboratori sul-
le nuove tecnologie per la cosiddetta
“Neet generation”, incontri con gli
autori ed appuntamenti per fare dialogare le diverse culture presenti nell'Oltrepò. Il progetto, finanziato con
110mila euro, vede la partecipazione,
oltre al Sistema Legenda, quale ente
capofila, i Piani di zona di Suzzara ed
Ostiglia, la cooperativa sociale Tantetinte e il sostegno e la collaborazione
di importanti soggetti che operano in
provincia.
Angiolina Gozzi
l’oltrepò Mantovano
16 • 2 aprile 2011
TRA LA GENTE
Nasce un comitato per programmare tante iniziative in centro: «Unica soluzione per attirare le persone»
I commercianti: «Poggio è vivo, ma la crisi si sente»
«Gli incentivi ci hanno aiutato, ma nessuno di noi sta facendo i salti di gioia per gli affari»
POGGIO RUSCO – Un comitato commercianti per dare forza alle
attività del centro storico. E’ quello
nato sotto la regia dell’assessore Fabio
Zacchi e che ha in Corrado Capucci
il presidente. A completare la squadra
Ilaria Pilotti (vice-presidente) di Abbigliamento Ilaria, Simone Caprara di
Tesori d’Arte, Sara Frigeri (segretaria)
di Gastronomia Faccin, Eva Boccafogli di Gianna Le Borse e Massimo
Strazzi (Energy) come revisore dei
conti. L’obiettivo è chiaro: collaborare
con le associazioni locali, in primis la
Pro Loco, per promuovere iniziative
utili a vivacizzare il centro.
Poggio è uno dei centri nevral-
Ilaria Pilotti
gici dell’Oltrepò, le attività
commerciali sono parecchie
(quasi 150 negozi), ma anche in paese la crisi si sente
e, seppur l’ottimismo e la voglia non manchino, bisogna
fare i conti con le difficoltà
contro cui quotidianamente
i negozianti devono scontrarsi: passeggio limitato,
affitti elevati e poca voglia
di spendere da parte delle
famiglie. La scelta dell’amministrazione di vietare l'insediamento dei centri
commerciali può essere un vantaggio,
ma non è la panacea ai generalizzati
mali del commercio.
«Sentiamo la crisi – spiega Ilaria
Pilotti – il paese è bloccato, il passeggio è ridotto e non nego che la chiusura della strada imposta dalla ferrovia
ha generato qualche problema. Certo,
la voglia di fare esiste, ci stiamo rimboccando le maniche, ma per far sì
che il centro storico di Poggio diventi
un centro commerciale naturale serve
ancora tanto lavoro».
Le fa eco Simone Caprara: «A
Poggio si lavoricchia, non fasciamoci
Fabio Malavasi
la testa. Penso che altri paesi dei dintorni siano messi peggio di noi, ma i
problemi ci sono. Non siamo più negli
anni del consumismo sfrenato, la gente fa i conti in tasca ogni sera. Le misure anti-crisi vanno incentivate, ma
non sono l’unica soluzione. I centri
commerciali? Giusto tenerli fuori dal
centro».
Donatella Barbi della profumeria
La Goccia è meno positiva, lei da 14
anni vive nella sua attività commerciale: «Le persone hanno paura di
spendere, una crisi del genere non è
mai esistita, il passeggio è limitato al
minimo. Vero che i centri commerciali
sono fuori dal centro, ma tanto la gente è abituata a frequentarli lo stesso,
prende l’auto e va. Ho la sensazione
che alla fine del 2011 vedremo alcuni
negozi chiudere e non voglio immaginare le difficoltà di chi ha l’attività in
affitto».
Alla Gastronomia di Claudio
e Roberta si continua a guardare il
bicchiere mezzo pieno. «I bandi per
migliorare le nostre attività ci sono
stati e chi vi ha partecipato ha avuto
dei vantaggi. Però dire che i commer-
Gloria Ferrari
cio vola è una distorsione della realtà, stiamo arrancando come tutti, ma
con fatica proviamo a resistere. Bene
anche la scelta dell’amministrazione
di escludere dal dentro gli iper al di
sopra dei 1500 metri quadrati, ma bisogna essere realisti: i clienti di Poggio
sono sempre gli stessi, non è che con
più negozi o più centri commerciali
ci siano più consumatori, se sale uno
e scende l’altro, è questione di equilibrio economico».
Fabio Malavasi (Ortofrutta La
Mela Verde) punta sulla pubblicità.
«Bisogna farsi conoscere, attirare i
clienti, non è più il momento di restare dietro al bancone pensando che,
comunque, alla fine della giornata
l’incasso sarà buono. Cerchiamo di
tenere vivo il centro storico, i centri
commerciali stanno guadagnando fette di mercato e per portare le persone
nei nostri negozi c’è solo un modo:
organizzare tante iniziative, l’associazione dei commercianti, l’amministrazione e la Pro Loco devono lavorare
su questo».
Altrettanto realista è Gloria Ferrari del Droam Cafè: «Rispetto ad
Donatella
Barbi
Simone
Caprara
altri paesi Poggio è più vivo anche
perché siamo il principale centro di
aggregazione della zona. Intorno a
noi ruotano tanti altri piccole cittadine. Ma è altrettanto vero che nessuno
dei commercianti sta facendo i salti di
gioia per come stanno andando gli affari. Perché tanti bar? Probabilmente
la gente vuole arrangiarsi e prova ad
inventarsi un lavoro stimolante».
Francesco Dondi
Gastronomia Claudio
l’oltrepò Mantovano
2 aprile 2011 • 17
Al via la quarta edizione di Fashion Against Aids
con una collezione sportiva targata H&M
FASHION
Con l’arrivo della primavera
La moda sempre in prima
precedenza assoluta all’easy chic linea nella lotta all’HIV
Al via il nuovo spazio dedicato alla ricerca
e all’individuazione del look giusto per ogni occasione
Lo avevamo promesso, ed ora eccoci qua per dare il via ad un nuovo
percorso finalizzato alla ricerca del
look giusto per ogni occasione. Non
potevamo che iniziare con una proposta per il giorno, tutta dedicata,
in questo primo passo, al gentilsesso.
Look da giorno, ovviamente (e guai a
indossarlo per una serata), soprattutto
per il tempo libero, per una passeggiata all’aria aperta, approfittando delle
belle giornate che ora si fanno sempre
più lunghe, che sia al parco o in giro
per negozi. Se siete delle vere sportive,
per rendere l’outfit ancora più comodo potete sostituire gli stivali con una
sneakers, magari con le Reebok City
Jam proposte qui a fianco, una calzatura comoda, pratica, sportiva, ma
allo stesso tempo di tendenza per chi
ama la praticità ma allo stesso tempo
non vuole trascurare lo stile.
Anche per la borsa si può optare
per un modello più sportivo: una bigbag dove poter infilare tutto ciò che ci
può essere utile durante la nostra giornata. Si tratta di un look versatile, perché modificando solo gli accessori si
può trasformare e declinare a seconda
delle nostre diverse esigenze.
Ecco dunque la mise proposta per
questo numero: un look sporty-chic
moderno e metropolitano composto
da pezzi classici senza tempo: il denim, il chiodo in pelle, la t-shirt bianca. Tutti pezzi facili da indossare e da
abbinare. Nel dettaglio: Giacca in pelle nera Zara, sotto lunga t-shirt bianca
in cotone H&M Fashion against Aids
e jeans neri skinny Guess.
Anche gli accessori sono importanti perché completano il look conferendogli quel tono easy-chic che fa
Parte dei proventi sarà devoluta a diverse associazioni
e al Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione
La moda contro l'Hiv torna protagonista da H&M, con la quarta edizione di Fashion Against Aids, iniziativa
nata dall'alleanza del retailer svedese
con l'associazione non profit Designer
AgainstAids. In arrivo ad Aprile una
mini collezione sportiva composta da
guardaroba unisex, giovane e colorato
per raccogliere fondi e sensibilizzare il
pubblico.
Capi allegri e facili da mixare, con
stampe grafiche e slogan vivaci per
diffondere la consapevolezza sul tema
della prevenzione. Il punto di partenza
sono t-shirt sportive, poi ci sono le tute
e i parka leggeri, che possono essere
personalizzati arrotolando le maniche
o staccandole grazie alle cerniere; ed
infine non poteva mancare anche una
mini-linea di accessori.
Con le precedenti edizioni sono
stati raccolti oltre quattro milioni di
euro: e anche questa volta, il 25%
degli incassi sarà devoluto a favore di
associazioni come YouthAids, Staying
Alive Foundation e l'UNFPA, il Fondo
delle Nazioni Unite per la Popolazione.
(f.f.)
A spasso con Alice nel Paese delle Meraviglie
Con le nuove sneaker “City Jam” Reebok
ci proietta nel magico mondo delle favole
la differenza: tronchetto in pelle grigio
chiaro Janet & Janet e l’ormai famosa
(dopo la martellante campagna pubblicitaria) Kate di Liu-Jo, una maxi
bag-bauletto femminile e raffinata,
dalle linee morbide e dai colori neutri.La forza di questo outfit si basa
sui contrasti: bianco-nero, over-slim,
maschile-femminile.
E voi cosa ne pensate? Mandate i
vostri commenti e le vostre domande a
[email protected] e, perché
no, se vi va date un voto al look della
settimana.
Francesca franch
Nuovi master per i fashion manager del futuro
La prestigiosa scuola di moda milanese Domus Academy mette in palio i suoi master con un concorso internazionale rivolto ad aspiranti fashion manager. I candidati
dovranno presentare, entro il 29 aprile, il progetto di una
linea o di un brand moda della propria nazione d'origine
in cui riconoscono un grande potenziale di sviluppo.
La scelta potrà ricadere su una griffe giovane ed
emergente nel settore dell'abbigliamento, degli accessori
o della gioielleria.
I fashion brand hunter vincitori, si aggiudicheranno
una borsa di studio a copertura parziale (50% della retta)
del Master in Fashion Management per l'anno accademico 2011-12. Per maggiori informazioni consultate il sito
(http://fashion.domusacademy.com)
Dedicate alle fashionste che amano le favole: le nuove sneaker City
Jam.
Reebok riedita le City Jam 2010
proiettandole nel visionario mondo di
Alice in Wonderland.
Il modello di partenza è la classica
scarpa da basket, declinata in un mix
di materiali. Il design minimale, molto
nineties-rétro, è un preciso riferimento alla street dance, fenomeno esploso
proprio in quegli anni. Ma in vista di
un'estate che si preannuncia "a tinte
forti", le City Jam vestono colori fluo
dal rosa shocking al verde per una limited edition già di tendenza.
Protagonista è Alice, o meglio il
suo Paese delle Meraviglie. Chiari riferimenti ai suoi strani incontri si pos-
sono individuare nella grafica che caratterizza l'edizione limitata: l'orologio
del Bianconiglio, le rose della regina,
il cilindro del cappellaio e la scacchiera diventano graffiti surreali su una
scarpa dalla vocazione metropolitana.
Il risultato è una sneaker dalla forte
identità fashion, che perde la sua valenza puramente tecnica per identificarsi con un lifestyle intero
(f.f.)
l’oltrepò Mantovano
18 • 2 aprile 2011
AGENDA
SUZZARA – Sabato 16 aprile, alle
21, all’auditorium “La Quercia”, con
lo spettacolo di Vito “Bella ciao” sulla Resistenza, si conclude la rassegna
“Tre storie”. Info: 349.5921605; prevendite 0376 224599; e-mail: [email protected].
GONZAGA – Al Teatro Comunale,
sabato 16 aprile alle 21, appuntamento con lo spettacolo di Marina
Massironi “La Donna che Sbatteva nelle porte”. Info e prenotazioni:
329.3573440 - 0376 526337.
POGGIO RUSCO – Domenica
17 aprile alle 21, al Teatro Auditorium, appuntamento con il concerto
del pianista Daniil Trifonov. Sempre
all’Auditorium, dall’8 al 10 aprile, appuntamento con le finali del concorso
"Giovani in Musica".
Info: e-mail: info@teatroauditorium.
it; biglietteria del teatro: sabato ore
16-18.
PEGOGNAGA – Sabato 9 aprile,
alle 20.45, al Teatro Anselmi appuntamento con “Mi chiamano Garrincha”, con Lorenzo Bassotto, Emanuela Camozzi e la voce di Bruno Pizzul.
Il testo è ispirato a “Lettera a mio figlio sul calcio” di Darwin Pastorin.
Garrincha è zoppo, per questo non
ha mai potuto giocare a calcio, la sua
passione, il grande sogno della sua
vita. E’ nato a Sao Paulo il giorno in
cui Garrincha, quello vero, esordiva
nella nazionale verde-oro. Un predestinato che ha viaggiato per le strade
del mondo dietro al calcio, ha conosciuto, grandi calciatori e bambini
che correvano dietro a un palla fatta
di stracci, ha visto persone gioire, altre piangere disperate, ha raccolto le
loro storie, le ha stampate nel cuore e
adesso le racconta.
Info e prenotazioni: 0376 550213, email [email protected].
PEGOGNAGA - Domenica 10 aprile alle 10, presso la Sala Civica, Sara
Di Antonio presenta “Mafia, le mani
sul nord”, il libro-inchiesta in cui si intrecciano tre voci in un confronto tra
prospettive inconciliabili: il criminale
'ndranghetista, il “colletto bianco”e
il pubblico ministero. Interverrà anche Enrico Bini, Presidente della
CCIAA di Reggio Emilia. L’evento è
organizzato dagli assessorati alle Pari
Opportunità e Cultura del Comune
di Pegognaga, in collaborazione con
Fondazione Aida, Coop Consumatori
Nordest, Pro-Loco Flexum, Casbah
Club. Info: Centro Culturale Livia
Bottardi Milani 0376 5546404 [email protected]; Fondazione Aida 045 8001471.
SAN BENEDETTO PO – Mercoledì 6 aprile alle 21, al Circolo Arci 1°
maggio, appuntamento con la legalità
organizzato dai ragazzi di "LiberArci". Michela Buscemi, prima donna
testimone di mafia, presenta il libro
"Nonostante la paura". Dalle 20 aperitivo della legalità con i prodotti di
Libera Terra. Info: 0376 615628
MOGLIA – Domenica 17 aprile, al
Teatro Italia di Bondanello, appuntamento con “Parole e musiche del Risorgimento”, con Wainer Mazza e “la
Soffitta”. Sempre a Moglia, al Centro
Culturale Mondo Tre, continua il Festival teatrale dei dialetti della Bassa.
Sabato 9 aprile la compagnia “Al filòs”
porta in scena “Donne, star insiem l’è
mia sempar rose e viole” di Claudio
Torelli. Mentre sabato 16 aprile, Premiazione delle compagnie in gara e
recital degli scolari dell’Istituto Comprensivo di Moglia e dell’associazione
“Scarabocchio”. Inizio spettacoli ore
21. Info: Comune di Moglia 0376
511411.
VILLA POMA – Sabato 9 aprile, alle
21, alla Sala Civica di via Arvati, la
compagnia “La barcaccia”, porta in
scena “Quando al paese mezzogiorno
sona…” di E. F. Palmieri - Regia di
Roberto Puliero. Info: ufficio Cultura
0386 864206.
MOGLIA – Rimarrà aperta fino al 17
aprile, presso l’Ecomuseo delle Bonifiche, la mostra fotografica “L’autunno
nel parco” , realizzata in collaborazione con il parco Golene foce Secchia,
Plis Moglia, Quingentole, Quistello,
San Benedetto Po. Mentre martedì
5 aprile alle 21, presso Corte Breda
a Quingentole “Presentazione del
monitoraggio di uccelli e farfalle nel
Golene foce Secchia”. Info: Comune
di Quistello Tel. 0376 627252, e-mail:
[email protected]
PIEVE DI CORIANO
Alla scoperta degli antichi sapori
PIEVE DI CORIANO – Luartis
e Spusgnole: e che cosa saranno mai?
Il nome potrà suonare esotico alle
orecchie di chi non è mantovano, ma
per chi è nato ed ha vissuto nella realtà contadina della nostra provincia,
tali nomi evocano, rispettivamente,
degli asparagi selvatici dal sapore particolarissimo e molto delicato, e tanto
apprezzati in alcune golose ricette (in
particolar modo nella frittata), e dei
funghi dal caratteristico aspetto, considerati ormai una rara prelibatezza
ma un tempo diffusi ed apprezzati.
Per celebrare questi due sapori un
po’ dimenticati, il Comune di Pieve di
Coriano, in collaborazione con Amici di Matilde e con il patrocinio della
Provincia di Mantova, organizza la
IV° edizione di “Antichi sapori della
Pieve”: una cena su prenotazione, che
si svolgerà sabato 16 aprile presso la
sala “Don Azzoni” ed il cui menù sarà
interamente basato su questi due prodotti. Per informazione e prenotazione alla chiamare il 3405999252.
nico
SERRAVALLE A PO – Lunedì 11
aprile, il gruppo podistico Arci “Goodwin” organizza la manifestazione
“6° Marcia Grola”, con partenza
alle 8.30 al parco “Zingari”. Durante la giornata verrà istituito il premio
“Serravalle per l'Ambiente 1° Trofeo
Isola Mafalda”, in collaborazione
con la Provincia e Consorzio Forestale Padano di Casalmaggiore, che
verrà assegnato alla scuola primaria
“G.Guareschi” per la miglior iniziativa ambientale. Info: 0386 40097.
SERMIDE
Festeggiamenti per
il 150° Unità d’Italia
Sventola, in questi giorni speciali,
il tricolore sui merli della torre gonzaghesca di Sermide comunicando senso
di appartenenza e protezione, sventola per tutti, per coloro che solo recentemente lo hanno riscoperto e per coloro che da sempre credono nei valori
della patria, sventola in uno spirito di
autentica e spontanea italianità. 150
anni dopo siamo qui, tutti riuniti sotto
un’ unica bandiera fatta di fede, speranza e carità, un tricolore onorato
in questi giorni primaverili da giovani
e vecchi, uomini e donne: insomma
fratelli d’Italia. 150 anni di storia e di
grandi eventi: scoperte scientifiche,
premi Nobel, guerre e distruzione,
calamità naturali e olimpiadi, l’automobile e l’informatica, l’ascesa economica e la lingua italiana posseduta
da tutti. Sermide, che ha avuto un
ruolo importante nel luglio del 1848
( per ricordare questa eroica e drammatica insurrezione, per volere del
Re Umberto Io, nel 1899, il gonfalone
comunale venne insignito della medaglia d’Oro al valor patrio) ha celebrato
tale ricorrenza con una mattinata ricca di appuntamenti. Una bella giornata di sole ha illuminato una piazza
ornata di tricolori che a poco a poco si
è riempita di numerosissime persone.
Il Gruppo ‘900 , rappresentato dalle
belle ragazze in costumi d’epoca, ha
distribuito coccarde tricolori.
Un corteo composto dalle massime autorità, aperto dal gonfalone,
accompagnato dai labari di molte
associazioni militari e da moltissimi
cittadini, come un nastro si è snodato
per raggiungere piazza IV novembre
, dove davanti al Monumento dei caduti per la Patria, accompagnata dalle
note dell’inno di Mameli, il sindaco
dei ragazzi Emily Xella, ha eseguito
l’alzabandiera. La manifestazione si
è spostata poi in Piazzetta Gonzaga,
dove le Classi Terze dell’Istituto comprensivo di Sermide hanno proposto
letture risorgimentali, alternandosi
agli attori del Gruppo teatrale ‘900.
Prima delle letture , il saluto dell’assessore alla cultura Renzo Bertazzoni,
di Paola Fornasa presidente dell’Università Aperta Sermide che collabora
agli eventi celebrativi. Il Sindaco di
Sermide Marco Reggiani, ha menzionato il pensiero liberale di Carlo
Cattaneo che si adoperò per realizzare un miglioramento delle condizioni
economico-sociali del lombardo-veneto, e attraverso una cultura positivista manifestò un’assoluta fiducia
nel progresso tecnico scientifico visto
come mezzo di elevazione materiale e
morale delle genti. Proseguendo nel
breve discorso ha ricordato come anche nel nostro piccolo comune presero
a germogliare i semi della Carboneria
presso il gabinetto di lettura del Caffè
del Risorgimento. Lidia Tralli, preside
dell’Istituto comprensivo di Sermide,
tenendosi a fianco il sindaco dei ragazzi, ha rammentato l’importanza
della scuola nella formazione della
coscienza di patria , della convivenza
civile e della legalità. E’ stato bello vedere così tanti ragazzi partecipare a un
avvenimento irripetibile , bello vivere
di retorica spontanea, bello vedere le
bandiere nuove sventolare alle finestre
e ai balconi, bello cantare orgogliosamente un inno che ci fa sentire unici e
diversi da tutti gli altri.
Anna Elena Zibordi
SUZZARA
La retrospettiva dedicata all’illustre poeta e incisore
l’arte e l’anima di umberto zerbinati
SUZZARA – Apre il prossimo
9 aprile alle ore 18, presso la Galleria 2e di via Toti, la retrospettiva del
poeta ed incisore Umberto Zerbinati:
nato nel 1885 a Valeggio sul Mincio, e
scomparso quasi novantenne a Mantova, incarnò in sé la figura di artista
completo, a tutto tondo, innovatore e
al tempo stesso profondo conoscitore
delle tecniche di base: incisore, disegnatore, e poeta: «Sono venuto all'arte
incisoria dalle lettere – scriveva di sé
in un brano autobiografico – Non ho
avuto alcun maestro; lavoro d'istinto,
non mi pongo assunti programmatici,
non appartengo e non voglio appartenere a nessuna scuola: solitario in
tanto baccano per natura e per elezione persuaso che travailler en troupe
- come diceva Paul Fort - est indigne
d'un poète.»
Partito dalla scultura, per poi
approdare al mondo complesso e variegato dell’incisione, Zerbinati ha dispiegato per decenni la sua creatività,
creando un’arte intensa e partecipata con passione, in cui ogni minimo
dettaglio, od ogni singola parola se
si tratta di componimenti poetici, è
soppesato e “limato” in un costante
processo di affinamento che gli valse
le lodi di personaggi come Benedetto
Croce, Eugenio Montale e Paul Valery. La mostra, introdotta da Renzo
Margonari ed accompagnata da un
reading curato da Gilberto Cavicchioli, di alcuni componimenti poetici,
sarà aperta venerdì, sabato e lunedì
25 aprile: 16,30-19; domenica 10,3012,30 / 16,30-19. nico
Vuoi partecipare anche tu?
Se vuoi partecipare come espositore a
lla quindicesima Sagra dell'Asparago
di San Benedetto Po (MN) contattaci!
Moreno cell. 349 2888531
Federico cell. 334 9449457 F
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l’oltrepò Mantovano
PODISMO
2 aprile 2011 • 19
«Indossiamo le scarpe tutti insieme e gustiamoci la natura del nostro territorio»
Settima edizione della “Marcia Grola” a Libiola di Serravalle a Po
Anche quest’anno il Gruppo Podistico Arci Goodwin fa del podismo un’occasione di divertimento all’aria aperta
SERRAVALLE - Domenica 10
Aprile, si svolgerà la 7ª edizione della
“Marcia Grola”, manifestazione podistica non competitiva a passo libero
aperta a tutti organizzata dal Gruppo
Podistico Arci Goodwin.
La partenza è prevista per le ore
8.30 presso il parco “Zingari”; e si
concluderà indicativamente alle ore
11; per continuare la giornata in
compagnia seguirà un pranzo con
specialità mantovane. I partecipanti
potranno scegliere tra tre percorsi,
Il presidente del Gruppo Podistico Arci
Goodwin Paolo Bisi
NUOTO
rispettivamente di 3-6Alcuni iscritti al Gruppo Podistico Arci Goodwin
12 km, il tutto all’insegna della riscoperta
di un ambiente di cui
spesso si dimentica la
bellezza.
Il Gruppo Podistico
Arci Goodwin Libiola,
affiliato alla F.I.A.S.P.
e alla F.I.D.A.L nasce
nel 2005 da un gruppo
di amici con la passione per la corsa. L’associazione, che oggi
conta una sessantina
di iscritti, intende promuovere questo sport
come svago, senza la
necessità di raggiungere traguardi o risultati eclatanti. Il gruppo partecipa infatti a
e la golena del Po, un vero e proprio
marce e corse sia competitive sia non
polmone verde con una flora del tutcompetitive, coinvolgendo tutte le fato particolare. Durante il percorso
sce d’età.
sono previsti tre punti di ristoro, utili
Il presidente Paolo Bisi spiega che
occasioni per socializzare gustando le
“il podismo non è solo un modo per tepotenzialità che il nostro territorio ci
nersi in forma , ma anche per guardaoffre. Mi auguro che anche quest’anre il nostro territorio con occhi nuovi,
no la partecipazione sia numerosa,
per assaporarne la bellezza e l’unicità.
soprattutto da parte di bambini e
Per questo motivo la maggior parte
residenti del Comune di Serravalle a
del tragitto si svolgerà lungo l’argine
Po, che forse non hanno l’abitudine
Minimoto, a Pegognaga
medaglia d’oro per sei
Scattato l’Alva Racing
Trophy che domenica
farà tappa a Brescia
di visitare i luoghi a ridosso del nostro
fiume. I bambini avranno l’opportunità di assistere ad una vera e propria
lezione di natura, molto diversa da
quella a cui solitamente assistono sui
banchi di scuola”.
Il presidente chiude con un consiglio: “indossiamo le scarpe tutti insieme e gustiamoci la natura del nostro
territorio”.
Arianna Bellini
La squadra allenata da Antonio Modena sale sette volte sul podio e ora dà l’assalto a Bergamo
Atlantide, pioggia di medaglie
Pellacani, Poggi, Gasparini e Serrafino protagonisti a Portici
Non smettono di stupire i ragazzi
di Atlantide. Dopo il record italiano
infranto da Carlos Poggi al meeting
di Strà nei 100 farfalla, i nuotatori si
sono distinti anche ai Campionati Ita-
liani assoluti invernali paralimpici di
Portici (Napoli), conquistando un bottino di 7 medaglie.
Una trasferta-lampo per non intaccare le risorse economiche della
squadra, che vive di autotassazione,
di donazioni esterne e dell’opera gratuita degli infaticabili tecnici Antonio
Modena, Giorgio Serrafino ed Alberto Pellacani. Matador dell’evento
è stato Luca Pellacani, grazie ad un
primo posto assoluto nei 50 dorso,
un argento (2° posto assoluto) nei 100
stile libero e due qualificazioni alle Finali Open; a seguire di nuovo il tenace Carlos Poggi che ha conquistato un
argento assoluto e un terzo posto nelle
Finali Open nei 100 farfalla ed un terzo posto nei 100 rana; quindi l’inossidabile Yuri Gasparini con due bronzi
rispettivamente nei 50 dorso e nei 150
misti; ultimo ma non meno importante Calogero Serrafino ha ottenuto
ancora un terzo posto assoluto, sempre nella stessa specialità ma per una
diversa categoria. Assenti dalle competizioni erano il “Capitano” Andrea
Vincenzi, per motivi di salute, Simone
Reggiani e Sofia Cornacchini.
Ma non c’è tregua per i ragazzi allenati da Modena perché sono già tornati in acqua per il meeting Città di
Bergamo, appuntamento importante
soprattutto per Sofia Cornacchini,
ormai pronta per entrare nelle classifiche ufficiali e ad affrontare il ghota del
nuoto giovanile femminile.
Francesco Dondi
PEGOGNAGA – Ventitre
piloti ai nastri di partenza, sei categorie rappresentate, una giornata intera con il gas aperto e tanto
pubblico a bordo pista per godersi
le appassionanti gare. L’esordio
dell’Alva Racing Trophy 2011
corso sul circuito di Polesine, disegnato da Massimo Benvenuti e realizzato nella zona industriale del
paese, è stato un grande successo,
rovinato solo da qualche defezione
di troppo a causa del maltempo
preannunciato, ma che fortunatamente non ha creato disagi ai
concorrenti. Matteo Benvenuti ha
trionfato nei Junior mentre Matteo
Cavazzoni si è laureato campione
della prima tappa negli Open A.
Gradino più alto del podio anche
per Giacomo Mantovani negli
Open B che fa il paio con Antonio
Lami negli Open C. Senior al fulmicotone che premiano con l’oro
David Esposito (Senior A) e Giacomo Caffagni (Senior C).
L’Alva Racing Trophy, organizzato dall’Alva Racing Team di
Motteggiana del patron Enzo Dionigio, si sviluppa su nove tappe, tra
cui alcune che porteranno i centauri anche fuori provincia, come
quelle di Ghedi e Brescia. Proprio
a Brescia Est, nella zona industriale dell’autoparco , si fermerà il circus per il secondo appuntamento
in programma domenica 10 aprile.
A seguire il 1 maggio, si tornerà di
nuovo a Polesine di Pegognaga,
per la gara di apertura del minicampionato di kart che anticiperà
di una settimana la terza competizione di mini-moto che per l’occasione sbarcherà a Ghedi. (f.d.)