Lezioni di paleografia - Archivio di Stato di Palermo
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Lezioni di paleografia - Archivio di Stato di Palermo
Lezioni di paleografia d.ssa renata de simone Anno accademico 2012-2013 Paleografia e storia • Paleografia = studio critico delle antiche scritture (G.Cencetti), allo scopo di interpretare i manoscritti e trarre dal loro aspetto esteriore tutti gli elementi utili alla cultura ovvero • Paleografia = studio storico dello svolgimento della scrittura quale espressione culturale (nel senso del termine tedesco Kultur)* • Scrittura = testimonianza di un fatto di natura privata o pubblica , di carattere pratico (scrittura documentaria) o di carattere letterario (scrittura libraria) che si colloca in un tempo (datazione) e in un luogo (localizzazione) • Interpretazione del testo : Tradizione del testo (stemma codicum), esecuzione della scrittura e sue caratteristiche grafiche e ornamentali , strumenti scrittori, abilità grafiche e gruppi sociali utilizzatori della scrittura, sue finalità pratiche definizioni • Paleografia = Scienza che studia le antiche scritture Materia scrittoria tavolette cerate; papiro, pergamena, carta Limiti Lingua Tempo Latina VI sec. a.C.-sec.XV Bibliografia • Jean Mabillon De re diplomatica (1682) generi di scrittura = metodo classificatorio Scipione Maffei Historia diplomatica (1727) origine unitaria dalla scrittura latina = metodo storicistico • Traité de diplomatique di dom Toustain e dom Tassin, monaci benedettini della Congregazione di S.Mauro, 6 volumi (1750-1765) riprende l’opera del Mabillon, ma si rifà al Maffei. Linneismo grafico • A.Fumagalli Istituzioni diplomatiche (1802) L.Antonio Muratori Studi paleografici in Italia, Francia e Germania (secc. XVIII- 2^ metà XIX) • Nuove fonti Bibbia di Ulfila (Knittel) De republica di Cicerone (A.Mai) Istituzioni di Gaio (Niebuhr) Ḗcole des Chartes (1821) Tavolette cerate di Transilvania (Massmann) Papiri diplomatici (Marini) Léopold Délisle Ḗcole pratique des Hautes Ḗtudes (1862) Traube (Università Monaco) Lindsay, Maas, Loewe (Codices latini antiquiores) Scritture librarie In Italia : Cesare Paoli, Luigi Schiaparelli (Archivio Storico Italiano) Vincenzo Federici, Giorgio Cencetti, Giulio Battelli, Alessandro Pratesi Scrittura per simboli Graffiti d’epoca precolombiana Scrittura per parole Scrittura cinese Scrittura cuneiforme Sritture fonetiche • Scritture sillabiche • Scritture alfabetiche Alfabeto greco-etrusco e latino Stele di Rosetta Bibliografia • G.Pasquali, Storia della tradizione e critica del testo,Firenze 1952, • L.D.Reynolds, G.Wilson, Copisti e filologi. La tradizione dei classici dall’antichità al Rinascimento, Padova 1987 • L.Delisle,L.Traube e L.Schiaparelli in G.Pasquali • Paleografia come scienza dello spirito,in Nuova Antologia, Firenze 1931 (Idem, Pagine stravaganti, Firenze 1968 • Albert Bruckner ha promosso la collana Chartae Latinae Antiquiores (=ChLA),pubblicata dall’anno 1954. Bibliografia • • • • • • • • pubblicazione dei facsimili T.von SICKEL Monumenta graphica medii aevi (iniziata nel 1859) Archivio Paleografico Italiano:a cura di G. BATTELLI, Per il centenario dell’Api Archivio della Società Romana di Storia Patria, 106 (1983) IOACHIM KIRCHNER,Scriptura latina libraria, Monachii 1955; FRANZ STEFFENS, Lateinische Paläographie,2 ed., Trier 1909 [ristampa: Berlin 1929; trad. francese: Trèves-Paris 1910]; F. EHRLE e P. LIEBAERT, Specimina codicum latinorum Vaticanorum, in Tabulae in usum scholarum editae sub cura Iohannis Lietzmann, 3, Bonnae: A. Marcus et E. Weber Oxoniae: apud Parker et filium, Romae: Fridericus Pustet, Pontificius bibliopola, MCMXII; 2a ed., Berolini-Lipsiae 1927 [ristampa: Berlin 1968]; VINCENZO FEDERICI,La scrittura delle cancellerie italiane dal sec. XII al XVII, Roma 1934 [ristampa: Torino1964]; A. CANELLAS LÓPEZ, Exempla scripturarum latinarum in usum scholarum, pars prior, editio iterata, Caesaraugustae, Chalendas Novembris MCMLVIII; Tavole di Paleografia Latina, a cura di PAOLO CHERUBINI e ALESSANDRO PRATESI [Subsidia studiorum, 3], Pubblicazioni della Scuola Vaticana, Littera Antiqua, Città del Vaticano 1991, pp. IV, 144, tav. 130; ALESSANDRO PRATESI – PAOLO CHERUBINI, Paleografia Latina. L’avventura grafica del mondo occidentale, Pubblicazioni della Scuola Vaticana, Littera Antiqua, Città del Vaticano 2004. Riviste specializzate • Scriptorium. Revue internationale des études relatives aux manuscripts, Bruxelles1946-[2011] . Dà notizie particolareggiate su nuove opere ed articoli di Paleografia (accompagna la rivista il Bulletin codicologique) • Scrittura e civiltà. Ed. da Olschki, Firenze. Direttore ArmandoPetrucci, docente alla Sapienza di Roma (1977-1997). • Archiv für Diplomatik, Schriftgeschichte, Siegel-und Wappenkunde, Köln-Graz,Wien, Böchlau 1955-1982. Terminologia paleografica Forma Lettera d Aspetto figurale della singola lettera e dei segni che la compongono Terminologia paleografica •Scrittura libraria • Scrittura corsiva •Scrittura cancelleresca adoperata nei manoscritti destinati alla lettura di molti, cioè nei libri o codici. E’ di solito chiara e armoniosa ma anche bella (armonia delle dimensioni e delle proporzioni, regolarità dell’allineamento e esattezza nel tracciato) si usa per le note di uso personale, quotidiano, lettere, documenti. Ha un tracciato piuttosto svelto (manu currente scribitur), è ricca in legature. (Tendenza ad una certa trascuratezza ed irregolarità nell’esecuzione dei singoli tratti) utilizzata nelle cancellerie progredite, ha come base la scrittura corsiva della rispettiva regione, ma tende verso la solennità e verso la tipizzazione d’una determinata scrittura, con forme tipiche e distintive della propria cancelleria, differenti dalle forme delle altre cancellerie. (forme artificiose, ricche nei tratteggi, a scopo ornamentale e a garanzia dell’autenticità dei documenti emanati dalla cancelleria) Terminologia paleografica Scrittura normalizzata Scrittura cotidiana modello ideale, cioè la norma che gli scrivani d’ogni epoca si costruiscono sulla propria scrittura, sia attraverso l’istruzione scolastica (elementare di base, semialfabeti o professionale, notai o copisti) sia sotto altri influssi (letture, gusto estetico) comunemente usata nello scrivere individuale, ed è soggiacente alle tendenze naturali collegate con l’atto di scrivere, cioè: una rapidità nel tracciato, una semplificazione dei segni Scrittura usuale Alfabeto normale Terminologia paleografica Modulo = dimensioni delle lettere (altezza e larghezza) piccolo Ductus medio o andamento Corsivo = scrittura veloce, inclinata, con molti legamenti grande Posato = scrittura piana,disegnata, con pochi legamenti Terminologia paleografica Scrittura maiuscola e scrittura minuscola La scrittura è maiuscola quando tutte le lettere sono ugualmente alte e possono essere comprese nel sistema bilineare (due righe parallele) La scrittura è invece minuscola quando è costituita da lettere di diversa altezza, con aste ascendenti e discendenti, scritte dentro un sistema quadrilineare (di quattro righi paralleli) Terminologia paleografica Alcune lettere possono diventare neutrali, perché la forma di esse non cambia con l’uso della scrittura maiuscola o della minuscola : Le forme consuete e ordinarie indicano se la scrittura segue lo schema bilineare, oppure di quattro linee. Le lettere si dicono maiuscole quando sono tipiche delle scritture maiuscole, e minuscole quando sono tipiche delle scritture minuscole c o =d =r s v Terminologia paleografica Le legature e i nessi. Le legature sono collegamenti spontanei e naturali fra due o più lettere, e sono molto frequenti nella scrittura corsiva r + t // c + t I nessi, invece, sono fusioni,pensate e volute, dei tratti di due lettere successive, così che qualche tratto diventa comune per ambedue le lettere N+T // A+E Le abbreviazioni L’abbreviazione consiste nello scrivere un vocabolo tralasciandone alcune lettere, e indicando la mancanza di esse tramite un segno particolare _____ __ _ OMNIB.; nr; ti [Omnibus; noster; tibi]. Scopo delle abbreviazioni Scopo di convenienza economica il risparmio del materiale scrittorio, nei tempi in cui esso era assai costoso. scopo pratico (interpretazione dei testi) scopo critico (elemento di datazione e localizzazione delle scritture) la legge «del minimo sforzo» = accontentarsi dell’indicazione parziale delle parole studi di L.Traube Nomina sacra,Munchen, 1907 e W.M. Lindsay Notae latinae, Cambridge,1915 Le abbreviazioni Uso epigrafico abbreviazioni per sigla A.U.C. = ab Urbe condita, S.P.Q.R.= Senatus Populusque Romanus) ___ Nomina Sacra: sec. IV sec.V secc.V-VI sec. VI DS = Deus ___ IHS = Jesus ___ XPS = Christus ___ SPS = Spiritus ____ DMN = Dominus ____ SCS = Sanctus ____ CLRS = Clericus _____ DIACS = Diaconus ____ PBR = Presbiter ___ NR = noster ____ EPS = episcopus ____ REUS = reverendus Valerio Probo, De litteris singularibus,edito da Mommsen,in H. Keil Grammatici Latini IV, Lipsiae 1864, Abbreviazioni per troncamento Le abbreviazioni •Le abbreviazioni, dal sec.VI in poi passano ai testi profani. •Nei testi giuridici , a causa dei formulari, vengono usate le Notae iuris, poi passate nell’uso comune Proibite per la prima volta dal Senato Romano nel 438, poi da Giustiniano nel 530 e 533, per testi giuridici, per evitare letture volutamente sbagliate (es: ab h.t.d.m.a.f.p.t.f.c.e.f.=ab hoc testamento dolus malus abesto.Familiam pecuniamque testamenti faciendi emit fiduciarius) •passarono nelle Isole Britanniche grazie alle fondazioni monastiche (dai secc.VIII e IX sono di uso comune) Per troncamento: Principali gruppi di abbreviazione : abbreviazioni speciali del pronome relativo e di alcune preposizioni q o q = que, qq= quamquam, q = quod, p = pre, p = pro, p= per si scrive la prima o le prime due lettere della parola e si aggiunge un segno di abbreviazione 1.apostrofo(m =mus, r =rum, t =tur), 2.linea sovrapposta (troncamento semplice :a= autem, e=est, u = vel,) e troncamento sillabico (at = autem, tm = tamen, qq = quoque) 3.linea trasversale (r = res, s = sed) Le abbreviazioni Per contrazione Si scrive l’inizio e la fine di una parola, ponendo sopra un segno abbreviativo (linea , es . ee = esse o lettera finale m = mihi) Contractio pura (prima e ultima lettera , es. na = natura) Abbrevioni derivate dalle note tironiane Contractio impura quando è presente una lettera intermedia, es. aia = anima) ; un segno ondulato mancanza di er o ur; indica = tur, mur ( 9 = con , 7 = et, 9 = contra) Talvolta sono usate in una stessa parola due abbreviazioni (ca = causam, q = quoque, 7= etiam). Le abbreviazioni Abbreviazioni per È’quasi sempre una vocale. E’ di solito usata per indicare una contrazione. lettera soprascritta La lettera ha un duplice significato: a) segno alfabetico; b) segno abbreviativo. Tra le abbreviazioni sono assai frequenti : uº [= vero]; mº[= modo]; si[= siquidem]; mi [= mihi]; qi [= qui]; qº [=quo]; gº [= ergo]; gi [= igitur]; gª [= gratia]; gu [= gravis]; tu [= trium]; cu [= cum]. Durante il tardo medioevo, nella scrittura gotica, la letterina soprascritta può essere una consonante e stare un poco accanto alla lettera principale: aa [= anima]; cm [= capitulum]; uni≈ [=universalis]. Le abbreviazioni Errori paleografici Nel Corpus Iuris Civilis, il così detto Digestum di Giustiniano (edito da Krüger) inizia con queste parole: «Facturus legum vetustarum interpretationem necessario prius[P.R.IVS] ab Urbis initiis repetendum existimavi». Mommsen ha corretto così: «...necessario populi Romani ius ab Urbis initiis repetendum existimavi...» Titus Livius scrisse la storia di Roma Ab Urbe condita libri CXXXXII. C’è un passaggio dove descrive la guerra in Etruria. Molti romani sono rimasti prigionieri nelle mani dei nemici. Si doveva riscattarli: «Qui redempti singuli aereis coctis decem» invece si deve trascrivere, in luogo di coctis, «CCC tis». Materiali scrittori datazione Tecniche di esecuzione delle scritture localizzazione In epoca remota (I sec. a.C. III/IV d.C.) Tavolette di legno : dittici, trittici e polittici Consolari in avorio Tavolette cerate Materiali duri Gomma-lacca fusa , poi cera e pece Pietra e marmo Incisione con scalpello Terracotta secca piombo Scrittura a sgraffio Uso di punta metallica ostraca, defixiones di carattere magico, graffiti pompeiani Materiali scrittori Il legno Plinio il Vecchio ha scritto: «Antea non fuisse chartarum usum: in palmarum foliis primo scriptitatum, deinde quarundam arborum libris» In Russia ed in altri paesi dell’Europa del Nord, si scriveva, fino ai tempi assai recenti (sec. XVI), sulla scorza della betulla Il termine liber, secondo Plinio, da E. Forcellini: «Liber proprie dicitur pars interior corticis, quae ligno adhaeret, medium illud inter lignum et corticem, quod in plures phyliras dividi potest», una pellicola bianca che si trova nella faccia interna della corteccia (scorza) d’un albero la denominazione liber si trasmise ad altre materie scrittorie. liber L’uso del lino come materia scrittoria ebbe larga diffusione a Roma prima dell’introduzione del papiro. Si parla dei «libri lintei magistratum» (al museo archeologico di Zagabria) Materiali scrittori tabella, pugillaris, Le tavolette cerate Si scrive con lo stylum era scavata nel mezzo, nell’incavo aveva un sottile strato di cera naturale talvolta mista con pece o gomma lacca fusa più tavolette riunite insieme per mezzo di fili di ferro passati codex, o codicillus in appositi fori in uno dei margini, in maniera da formare una specie di libro. Le facce esterne della prima e dell’ultima tavoletta rimanevano non cerate diptychus due tavolette dittico triptychus trittico polyptichus polittico tre tavolette più tavolette, duplices, triplices, quadruplices Materiali scrittori Le tavolette cerate Nell’Inghilterra Settentrionale, a Vindolanda, a sud del Vallo di Adriano, nel 1973 sono state ritrovate 200 tavolette di legno , di cui sei cerate e legate a soffietto degli anni 85-105 d.C. e scritte con lo stilo, contenenti conti e documenti scritti da mani diverse •127 Tavolette pompeiane dell’archivio del banchiere L.Cecilio Giocondo (aa.15-62 d.C.) •200 tavolette ercolanesi,quasi tutte inedite •25 daciche dalla miniera di Alburnus maior in Transilvania (aa.131-167d.C.) •Tavolette egiziane frammentarie (secc.IIIV d.C. Epoca medievale Nel sec.XII , specialmente in Francia, erano usate per uso scolastico e per la contabilità pubblica e privata •56 tavolette non cerate algerine contenenti 34 documenti privati di epoca vandalica All’archivio di Stato di Firenze si conserva un polittico di 6 tavolette con i conti di un mercante del Trecento Materiali scrittori atramentum (è di regola nero) L’inchiostro La parola è d’origine greca (Έγκαυστoν = impresso a fuoco) La tinta rossa è usata dai bizantini per lettere e decreti L’inchiostro rosso si otteneva con E’ preparato con fuliggine e gomma, nel medioevo con mistura diversa di vetriolo e acido gallico (dalla quercia) minio o cinabro (solfuro di mercurio), minerale che si trova, per esempio in Almadén – Spagna-, oppure nel Monte Amiata –Italia-. Il rosso si usava anche per l’ornamentazione dei manoscritti, per le miniature. Inchiostro tendente al rosso Inchiostro nero La preparazione dell’inchiostro era demandata allo scrivano Gli inchiostri d’oro e d’argento servivano per scrivere i codices purpurei. La lettera iniziale di ogni capitolo era, talvolta, miniata. In tal caso, erano usati i colori rossi e azzurri in successione alternata Strumenti e materiali scrittori Esempio di ostrakon Epigrafe religiosa Tavolette cerate Quaderno di tavolette cerate a soffietto Strumenti scrittori Epigrafe di Plinio Materiali scrittori Egitto, sponde del Nilo Etiopia, Siria, Palestina Il papiro papier(fr) paper (engl) papel (spain) Papier (germ) byblos per i Greci era il nome del papiro (sec.VII a.C) carta Plinio il Vecchio, Naturalis Historia XIII, 74-82 Opistografi= rotoli scritti sulle due facce 18-25 strisce longitudinali per fusto (philirae) formavano, battute e livellate, i fogli (plagulae)* larghe 11-30 cm. e alte 16-24, di diversa qualità secondo la distanza dal midollo dello stelo. 20 fogli incollati con pasta di farina e aceto formavano il rotolo o volumen,di circa 4 m scritto solo nella parte interna (faccia perfibrale o recto) Papiri greci e latini Nel 1992, un frammento papiraceo di provenienza egizia (avvolgeva una mummia)ha restituito 600 versi del poeta alessandrino Posidippo di Pella, coevo di Callimaco (312-240 a.C) Edizioni: 1. Papiri egiziani della valle del Nilo, rinvenuti nel corso del sec. XIX e non ancora tutti pubblicati 2. Papiri di Dura Europos, fortezza romana sull’Eufrate e in Palestina, rinvenuti nella metà del Novecento 3. Papiri di Ercolano, rinvenuti nella villa “dei papiri” tra il 1752 e il 1754, non ancora editi (Biblioteca Nazionale di Napoli) Ossirinco El-Faijum E.G.TURNER Greeck Papyri.An Introduction, Oxford1968 KARL PREISENDANZ, Papyruskunde, Stuttgar 21950; A. BATAILLE, Les papyrus, Paris 1955; ITALO GALLO, Greek and Latin Papyrology, London 1986 Dura Europos Biblioteca Ercolano 1806 rotoli (capsa) testi del filosofo epicureo Filodemo di Gadara Storia del libro Frammenti di papiri greci della tomba egiziana di Abousir vicino Menphis del Museo di Berlino (fine del IV sec. a.C.) con versi della tragedia I Persiani di Timoteo di Mileto Papiri della tomba di guerriero a Derveni, presso Tessalonica, di contenuto religioso, più antichi Umbilicus o omphalòs= bastoncino di legno, osso o avorio che fissava il rotolo sul lato corto. Il I foglio (protocollo) conteneva all’esterno nome di autore e opera, spesso ripetuto nell’ultimo foglio (escatocollo o agraphon) Diffusione a Roma a seguito del diffondersi negli ambienti colti romani delle opere esistenti nelle grandi biblioteche dell’Oriente ellenistico, come quella di Perseo, re dei Macedoni, sconfitto a Pidna nel 168 a. C. Si scrive con il calamo, canna vegetale tagliata a punta con una fessura al centro per il passaggio dell’inchiostro, parallelamente alle fibre orizzontali Il testo è in colonne, composta da linee (versus, stikoi), con un numero fisso di lettere,34-38, come nell’esametro greco Storia del libro Rotolo con cartellino attaccato al margine (titulus, index o sillybos) Ritratto pompeiano di Paquio Proculo Napoli, Museo Archeologico Nazionale Tavolette cerate con cera colorata Calamai per inchiostro Esempio di rotolo Papiri latini di epoca medievale •Codici di papiro di uso librario (secc.VI e VII 5 •Documenti privati provenienti dall’archivio arcivescovile di Ravenna (secc. V-X) 67 •Diplomi dei re merovingici del sec.VII (Archives Nationales di Parigi) •Privilegi e lettere pontificie (dal 788 al 1051) 13 25 L’uso del papiro in Occidente venne meno quando l’invasione musulmana rese difficili i contatti commerciali con l’Egitto. La cancelleria papale continuò a scrivere i suoi documenti sul papiro oltre la metà del sec. XI. Per ottenere più facilmente questa materia scrittoria, essa fu coltivata in Sicilia, a Siracusa, dove cresce ancora oggi,sulle rive del fiume Ciane. Materiali scrittori Dai sec. IV-V il papiro era adoperato soltanto per manoscritti meno lussuosi e più economici, finché attorno ai sec. VI-VIII scomparve dall’uso libraio Si tratta di pelle animale conciata e preparata in modo particolare, appositamente per accogliere l’inchiostro. Il cuoio era usato per scrivere testi (ad esempio, la Tora degli ebrei), però la pergamena è più sottile, adatta a ricevere l’inchiostro. il primo centro diffusore di questa materia scrittoria sarebbe stato Pergamon (Asia Minore, dinanzi all’isola di Lesbos, oggi nella Turchia). Da qui il nome di charta pergaminea La pergamena Le pelli usate erano ovine, caprine, vitelline, ma la qualità della finezza di esse dipendeva in grande misura dalla conciatura che si faceva nella fabbricazione Nel medioevo si usa il termine charta, con l’aggettivo specificante, cioè: charta pergamena, charta ovina, charta montonina, charta vitulina, charta thauratina, ecc., charta verginea, per indicare una pergamena molto sottile, fabbricata da pelli di agnelli o vitelli abortiti. Materiali scrittori La pergamena Codice del Virgilio romano (sec. V) Il più antico frammetto di uno scritto su pergamena che conosciamo è il De bellis Macedonicis attribuito agli ultimi tre decenni del I sec. d. C. .Cicerone, tuttavia, aveva già scritto sulle pelli o membrane; S. Paolo (II Tim 4, 13) parla di « libros, maxime autem membranas». Come materia scrittoria, la pergamena si diffuse durante il sec. IV. La preparazione della pergamena fu descritta da parecchi autori del Medioevo. Una ricetta del sec. VIII dice: «Pergamina quomodo fieri debeat?» Metti la pelle scuoiata nella calce e lasciala lì per tre giorni, tendila in un cantiro [una specie di cavalletto ] e lisciala con un rasoio da ambo le parti. Poi lasciala essiccare, togli i peli e poi tingila con i colori Materiali scrittori palimpsesti, o codices rescripti Dal sec. IV d. C., per i pregevoli scritti, si era soliti colorire di porpora la pergamena intera e scrivervi in lettere di oro o di argento. Tale è il «codex argenteus», del sec. VI, che contiene una traduzione gotica della Bibbia la Bibbia di Ulfila, codice conservato in Upsala, Svezia-. L’usanza di tingere la pergamena sembra che sia iniziata a Costantinopoli, e poi passò a Roma. Nell’ASV possiamo osservare il diploma che Ottone I inviò alla chiesa romana l’anno 962, scritto su pergamena purpurea con lettere d’oro Si scrive con il calamo e, dal IV sec. d.C. anche con la penna di volatile, d’uso comune dal sec. XI, con il taglio al centro o più spostato (a destra o a sinistra), con effetti diversi sulla scrittura La pergamena,costosa, era spesso riutilizzata, cancellando lo scritto precedente, mediante un lavaggio con latte,o raschiandolo De republica di Cicerone, scoperto da Angelo Mai C. LOWE « Codices rescripti. A list of the oldest Latin palimpsests with stray observations on their origins», in Mélanges E.Tisserant (= Studi e Testi, 235), V, Città del Vaticano 1964, pp. 67113 Storia del libro Dal rotolo al codice • Con l’editto di Costantino (313) e con l’editto di Teodosio (395) si diffondono i libri contenenti le Sacre Scritture • Con il cristianesimo è il codice la nuova forma del libro Gregorio Magno, Moralia in Job 35 rotoli di papiro 6 codici Dal papiro alla pergamena • Dai sec. IV-V il papiro era adoperato soltanto per manoscritti meno lussuosi e più economici, finché attorno ai secc. VI-VIII scomparve dall’uso libraio • Come materia scrittoria, la pergamena si diffuse durante il sec. IV Motivi pratici , economici ed ideologici portarono nel mondo latino, nel sec.IV, all’uso del codice Storia del libro Dalla pergamena alla carta • Diocleziano nell’editto De pretiis rerum venalium (301 d.C.) nomina per la prima volta la pergamena • Il codice era confezionato in modo da far combaciare il verso di una carta al recto della successiva (regola di Gregory o del vis-à-vis) Codice-fascicolo Nella pergamena lato carne e lato pelo Nel papiro alternanza tra faccia perfibrale e faccia trasfibrale Storia del libro Epoca greca • Fascicolo Quaternione Epoca latina Tarda latinità Bione, ternione, quaternione, quinione, secondo il numero dei fogli 4 fogli = 8 carte e 16 pagine Per un codice di media grandezza (150 carte di mm.240x 160 ci volevano 12 animali ce ne vollero 500 per confezionare la Bibbia Amiatina conservata a Firenze (Biblioteca Medicea Laurenziana) Storia del libro • La carta • • • • • Inventata dall’eunuco cinese Cai Lun. I sec.d.C Conosciuta dagli arabi nel 751 d. C. ad opera di soldati cinesi catturati a Samarcada Prime cartiere a Baghdad e Il Cairo Esportata nella Spagna musulmana ( cartiera di Xativa, vicino Valencia, 1056), a Bisanzio (X/XIsec.), in Sicilia (XII sec., mandato di Adelasia), a Genova, Venezia. A Fabriano, tra Trecento e Quattrocento, esistono 40 cartiere e viene introdotto (1282) il marchio di fabbrica (filigrana). Si usa la polpa di cellulosa derivata dagli stracci messi a macerare. Si immerge nella tina che contiene la polpa di cellulosa un telaio con fili di rame sottilissimi (vergelle) sostenuti trasversalmente da stecche di legno (colonnelli), nei cui spazi si depositerà la polpa che incastrata nel telaio chiuso dalla cornice formerà fogli. Storia del libro • Formato pieghe carte pagine altezza (cm) • in plano o atlante - 1 2 oltre 50 • in folio 1 2 4 oltre 38 • in quarto 2 4 8 28-38 • in ottavo 3 8 16 20-28 • in sedicesimo 4 16 32 15-20 Esistono anche formati intermedi (in decimo, in dodicesimo) Storia del libro Piegatura e formato dei fogli Storia del libro • Nella seconda metà del Quattrocento la carta sostituisce la pergamena anche nei codici più lussuosi e ornati di immagini e colori. Oltre la metà della produzione libraria in Francia e in Italia è in carta e su questo fortunatissimo supporto scrittorio sono scritti eleganti codici letterari e liturgici che prima utilizzavano la ben più resistente pergamena. Motivi pratici, economici , ideologici (il trionfo del Cristianesimo) e culturali ( alfabetizzazione e diffusione della cultura) Diffusione della cultura scribi professionali Nell’epoca romana la divulgazione degli scritti cristiani Diffondevano i testi trascrivendoli L’Editoria era un’industria. Il papiro era acquistato dai «librarii», o «antiquarii», e distribuito ai copisti, i quali scrivevano sotto dettatura, tutti insiemi, in modo da fare più copie del medesimo libro. Le copie terminate erano rivedute da un correttore. I « glutinatores» incollavano i fogli l’uno all’altro sino a formare un volumen,, e il libro -in forma di rotolo- si esponeva nella «taberna libraria» per essere venduto librai cristiani gli autori stessi non scrivevano di solito le proprie opere, perché lo ritenevano «lavoro» manuale I centri scrittori medievali Invasione longobarda nella Penisola italica (a. 568) Fine dell’industria libraria della produzione dei libri per conto dei privati . attività scrittoria pergamenarius Prepara il materiale per scrivere nel monastero di Corbie scuole ecclesiastiche, soprattutto monastiche scriptorium Sorvegliato dall’abate praecentor nei monasteri inglesi, preparava gli inchiostri e i colori per le miniature. I centri scrittori medievali Gli scriptoria monastici diventarono centri esclusivi di produzione dei codici durante tutto il primo medioevo, dal sec.VI/VII fino al XII. • Poi tali centri sorsero presso le università e le cose cambiarono radicalmente. • Le richieste dei professori e degli studenti fecero aumentare la produzione dei libri. • Nelle città universitarie prima, in altri luoghi dopo, i codici si scrivevano ed erano venduti da appositi librai. • Si moltiplicarono le botteghe in cui si preparava la materia scrittoria pergamena o, più tardi, la carta e si provvedeva insieme alla produzione e alla vendita. Il lavoro dello scriba Uno scriba dell’VIII sec., dopo aver terminato la copiatura del libro in scrittura visigotica, scrisse: «O beatissime lector, lava manus tuas et sic librum adprehende, leniter folia turna, longe a littera digitos pone. Quia qui nescit scribere, putat hoc esse nullum laborem. O quam gravis est scriptura: oculos gravat, renes frangit, simul et omnia membra contristat. Tria digita scribunt, totus corpus laborat. Quia sicut nauta desiderat venire ad proprium portum, ita et scriptor adultimum versum. Orate pro Martirio indignum sacerdotem vel sciptorem» Storia delle scritture Provenienza • Alfabeto greco-latino Nascita, Evoluzione, Perfezione e Decadenza Ornamentazione L’etruscologia I greci durante i sec. XI-X a. C. indicarono con segni propri le vocali, usando i caratteri gutturali dell’alfabeto semitico greco la scrittura latina, quasi certamente deriva dall’etrusco più antico, applicato ai suoni propri della lingua latina. etrusco latino Dall’alfabeto dei Fenici dipende quello semitico - ebraico -; dall’alfabeto semitico, a sua volta, dipende quello greco Gli etruschi usarono una scrittura sviluppata dalla scrittura greca. Storia delle scritture Alfabeto greco-latino Il percorso dell’alfabeto greco-latino L’alfabeto latino si stabilizza nel I sec. a.C. sul modello greco, mantenendo il digamma e il coppa Ϙ con l’eliminazione dell’Ω e il cambiamento del valore di Η, non di e lungo ma di aspirazione e di Χ che ha il suono ics e non più quello di gutturale aspirata L’intermediazione etrusca portò, nel III sec.a.C. l’uso delle velari: G = velare sonora, il coppa greco Ϙ la velare sorda , dinanzi o e u. Inoltre si deve agli etruschi l’uso della fricativa labio-dentale sorda, F, (in greco la Φ è labiale aspirata) che i latini indicarono con il digamma greco La scrittura latina Frammento di un cippo del Foro Romano, detto Lapis Niger che si trovava non lontano dall’arco trionfale di Septimio Severo . Su tutte le quattro facciate del cippo si legge un’iscrizione forse di carattere sacro. I caratteri dell’iscrizione sono databili al sec. VI a. C., tracciati in modo «bustrofedico» (ßoûς - στρέφω =bue - vertere): il cammino della scrittura scorre al modo di quello del solco fatto dall’aratro tirato dai buoi, cioè, una riga da destra verso sinistra, e la riga seguente in senso opposto, ovvero da sinistra verso destra. Dall’iscrizione del cippo del Foro Romano si può ricavare l’intero alfabeto, eccetto la «B». La Z, il cui suono era reso con SS,venne introdotta con la traslitterazione di testi greci (a partire dal 282) con il diffondersi nel mondo latino della cultura greca, come pure l’uso delle doppie La Scrittura latina (secc.VII-IV a.C.) • Lettere caratteristiche Età arcaica A con traversa obliqua E ed F le aste minori formano un angolo acuto nella intersezione con l’asta verticale; la E presenta l’asta verticale prolungata in basso H chiusa a formare una sorta di 8 L con l’asta corta in congiunzione con quella verticale forma un angolo acuto M e N con i tratti successivi al primo di dimensioni minori Q con asta verticale V a forma di Y X a forma di croce La Scrittura latina La capitale epigrafica • Metà del III secolo a. C, • Epigrafi funerarie degli Scipioni • Epigrafe commemorativa della - I sec.d.C battaglia di Pidna Influsso della scrittura epigrafica greca Capitale quadrata Normalizzazione grafica Regolarità di allineamento Uniformità di modulo Allargamento a spatola delle aste Elementi di coronamento Geometrizzazione delle forme: angoli retti e sezioni di cerchio Capitale libraria La Scrittura latina La capitale libraria Capitale rustica E’ denominata per distinguerla dall’altra forma denominata elegante, ma, secondo il Marichal ,si potrebbe piuttosto dire capitale libraria o comune perché la denominazione «capitalis rustica» suppone un controsenso. La sua fisionomia è di un’innegabile eleganza, presenta un certo chiaroscuro e prolungamenti in alto e in basso • . Capitale elegante E’ anche detta capitalis quadrata. Quest’ultima è piuttosto propria nell’epigrafia e sarebbe soltanto un’imitazione fatta in alcuni codici dei sec.IV-VI Virgilio romano Si chiama capitale perché, cessato il suo uso per i manoscritti interi, essa fu dal medioevo adoperata per trascrivere il titolo iniziale dei singoli capitoli o capita, addirittura la prima riga del testo. Virgilio augusteo La Scrittura latina La capitale libraria • Capitale cosiddetta rustica Capitale quadrata cosiddetta elegante I periodo (I sec.a.C. - III secolo d.C.) Dal I sec. a. C. si diffondono le botteghe artigiane di editori e librai (età di Cesare); In epoca imperiale nascono le grandi biblioteche ( l’Ulpia di Traiano). Virgilio Augusteo** Esercizio di pura imitazione calligrafica II periodo (IV-VI secolo) Si è trovata una somiglianza con le epigrafi romane di papa Damaso (366-384 d.C.) Il modello grafico librario è quello della capitale epigrafica, con le differenze prodotte dall’uso del calamo e del materiale scrittorio più flessibile (tratti arrotondati, chiaroscuro, trattini di coronamento).Si diffondono contemporaneamente altre scritture: Virgilio romano * semioncile, minuscola e onciale. Diffusione in ambiente colto laico. Presenza di codici di lusso ed esemplari scolastici con miniature La capitale libraria Capitale cosiddetta rustica Virgilio romano (sec.V/VI) La capitale libraria cosiddetta Elegante Sec. IV Virgilio sangallense Sec. VI Virgilio augusteo La Scrittura latina La capitale corsiva Lettere caratteristiche A con asta traversa in senso obliquo o verticale E e F in due tratti paralleli O aperta i basso B con pancia a sinistra D di forma preminuscola La Scrittura latina La capitale corsiva III-II sec.a.C. (Plauto- Pseudolus*) III sec.d.C. Dalla scrittura a sgraffio si passa alla scrittura con calamo su papiro Legature tipiche Tavolette della Transilvania Tavoletta pompeiana (57 d.C.) HS n(ummorum) 8562/quae pecunia in stipu/latum L.Caecilii Iucundi/venit ob auctionemTulliae Lampyridis/mercese minus /persoluta habere La capitale corsiva Tenuisse caussam E’ una scrittura usuale in continua evoluzione Papiro Claudio sec.I d.C. La scrittura corsiva Iscrizione pompeiana Papiro di Strasburgo sec. IV Dalla maiuscola alla minuscola Le origini della minuscola Tra il II e III secolo si forma un alfabeto iscrivibile in un sistema quadrilineare • Teoria francese (Mallon,Marichal, Perrat): passaggio dal rotolo al codice, diversa posizione dello scriba rispetto al supporto (non più rigido sulle ginocchia ma su un supporto perpendicolare al calamo • Teoria italiana (Cencetti, Petrucci, Casamassima) : scelta forse legata alle scritture corsive burocratiche degli uffici amministrativi e giudiziari dell’Impero • • • Il fenomeno avviene nella scrittura usuale e non in quella letteraria Non avviene contemporaneamente per le scritture greche Sono presenti lettere minuscole nelle scritture a sgraffio Fu una scelta prodotta nel III secolo in alcune scritture diplomatiche Esistenza coeva di due opposti sistemi di scrittura La minuscola corsiva o Corsiva nuova Sec. IV Papiro di Strasburgo Lettere caratteristiche : a = Domino suo Achilio Vitalis Cum in omnibus bonis benignitas tua sit praedita, tum/ etiam scholasticos et maxime qui a me cultore tuo hono/rificientiae tuae traduntur quod honeste respicere velit,/non dubito domine predicabilis .Quapropter Theophanen/… = am = es e= ti = n= = as = et ro = fi = q= Scrittura semicorsiva Scrittura semicorsiva Omelie di Avito (sec. VI) Habeat hic caelestis cultus reditus suos, Manepolos gaudiorum. Exeguetas presentes La scrittura onciale • Periodo: IV-IX secolo onciale uncia uncinus • Origine Modificazione della capitale con forme rotonde Adattamento della capitale libraria con la corsiva Secondo Schiaparelli Traduzioni dal greco il contatto, alla fine della Bibbia (Traube) del III sec.,sotto Diocleziano, con il Deriverebbe dalla usuale diffondersi della libraria (libri legales) cultura latina in del II sec. (Tjäder) ambiente prima solo S.Gerolamo –Prefatio di cultura greca in librum Job anche Sostituzione della pergamena al papiro, della penna al calamo Lettere antiche e solenni I PP. Maurini, nel Nouveau traité lo usano per indicare questa scrittura Scrittura onciale • Provenienza: centri scrittori dell’Africa proconsolare e in Italia (Roma) • Lettere caratteristiche: A= Fu usata fino alla rinascenza carolingia I Periodo IV-V sec. Old style (Lowe) Si nota un irrigidimento dei tratti, la l diventa maiuscola, le aste fuoriescono dal rigo, si usano forcelle e triangoli ornamentali II Periodo VI-VIII sec. New style h= E= p= M= q = D= v= maiuscole Nel VI sec. a Bisanzio con Giustiniano il tipo BR minuscole Scrittura onciale De civitate Dei Codice veronese sec. V Lettere caratteristiche: m e a d Onciale b-d sec. VI Codex Bezae , Cambridge La scrittura onciale La scrittura semionciale S.Ilario di Poitiers a.509/10 La scrittura semionciale • nel sec. II d.C. alcune scritture hanno forme decisamente minuscole, ma eseguite con tratteggio diritto, verticale. frammento papiraceo Epitome Titi Livii (Pap.Oxy. 668) Nel sec. IV è documentata una scrittura libraria minuscola, più scorrevole dell’onciale tipica e calligrafica. . Questa scrittura minuscola è comunemente denominata semionciale Il nome lo usano i PP. Maurini nel Nouveau Traité de la Diplomatique (1750), perché ritenevano che fosse una derivazione dall’onciale. In realtà, la scrittura semionciale è indipende dall’onciale. Il nome è, però, entrato ormai nella tradizione. Caratteristiche: la semionciale è minuscola; non costituisce un tipo nel senso stretto del termine poichè non è una scrittura con regole fisse come gli altri tipi di scrittura libraria. lettere «tipiche» della semionciale : a , g, r, s = La scrittura semionciale • Sviluppo e datazione: La semionciale si è formata durante i secc. IV-V nelle provincie africane dell’Impero Romano (è stata denominata “litterae africanae”)* Il Lowe, definisce • Nei secc. V-VI si ha il periodo della sua perfezione : semionciali quei manoscritti non le lettere diventano semplici, a, b, d, p, q sono un poco aperte capitali in cui appaiono almeno senza trattini ornamentali; quattro lettere non onciali. • Durante i sec. VII-VIII si manifesta la decadenza della scrittura semionciale: le lettere diventano artificiose, si applicano ad esse trattini ornamentali, si usa la «i» alta, che non era stata usata durante i secoli precedenti. • Dopo il sec. VIII, la semionciale si trova in pochi scritti, ad eccezione del Sud della Francia, «ove è usata in forme piccole, leggere, eleganti, molto calligrafiche». (Cencetti), ma non rimane a lungo, cedendo il posto alla nuova scrittura libraria: la minuscola carolina. La scrittura semionciale • Legature Non frequenti, di esecuzione calligrafica e volute: et = ge = se = gi = ti = Datazione : (Lowe) st = ei = li = I periodo (sec.V) : a piccola obliqua, b,d,h,i senza ornamenti; e onciale N di tipo capitale, ci e ti in legatura II periodo (VI e VII sec.:elementi ornamentali delle aste, nelle m ed n e i lunga Il particolarismo grafico Origine e sviluppo secc. V-VI / VIVII Dissoluzione dell’Impero romano e creazioni dei Regni Romano-barbarici Scomparsa dei centri laici di produzione e commercializzazione del libro Diffondersi dell’analfabetismo Centri scrittori monastici scriptorium Montecassino, Corbie biblioteca Frazionarsi della cultura Il particolarismo grafico Particolarismo geografico e Particolarismo sociale Regni romano-barbarici Scritture nazionali Corsiva nuova (scrittura documentaria) Onciale e semionciale (scrittura libraria) Scritture alto-medievali di ambito locale Notai, ecclesiastici, scrivani laici In Italia centro settentrionale Lucca, Verona, Roma Corsive nuove Scuole laiche di lingua e cultura giuridica Scritture nuove Dell’Italia settentrionale Nel regno merovingico Compiègne Soissons Querzy Longobardia Italiana Pavia Verona Ravenna Insegnamento di notai, curiali e scribi Corsiva nuova lombarda Corsiva imperiale sec. V Il particolarismo grafico Le invasioni barbariche e il nascere delle scritture nazionali Il particolarismo grafico Corsive nuove Minuscole librarie Semicorsive Onciali e semionciali rustiche precaroline Scritture elaborate in uno scrittorio con alcune lettere caratteristiche Scritture nazionali Diventano tipi se la loro durata è consistente e se sono in uso fuori dalla località dello scrittorio con cui si identificano Scrittura insulare Origine irlandese o inglese (Nortumbria Antifonario di Bangor, minuscola irlandese sec. VII S.Patrizio (+ 463) fonda i primi monasteri in Irlanda; S.Colomba e i monaci irlandesi evagelizzano l’Inghilterra del nord (Iona, Lindisfarne) Intorno alla metà del V sec. I Romani abbandonano la Britannia Gregorio Magno manda Agostino (di Canterbury) nel 597 ad evangelizzare l’Inghilterra Maiuscola insulare Evangelario di Lindisfarne a.700 Scrittura anglosassone Scrittura maiuscola insulare o semionciale insulare • Caratteristiche della maiuscola insulare: Rotondità Schiacciamento delle forme Sviluppo minimo delle aste Triangolo alla fine delle aste alte (dente di lupo) Alfabeto maiuscolo derivato dalle antiche scritture runiche b a bauletto d onciale o con asta diritta F maiuscola col tratto mediato poggiato sul rigo N maiuscola con l’asta trasversale quasi orizzontale g minuscola col la testa formata da una linea orizzontale A M U Maiuscola insulare Maiuscola anglosassone II metà sec. VIII Vangeli E’ detta semionciale insulare Scrittura minuscola insulare Minuscola insulare sec. VIII Agostino De Trinitate Minuscola insulare Girolamo In Matthaeum Lorsch fine sec. VIII inizio sec. IX Minuscola insulare Scrittura insulare sec. VIII Nortumbria ( Lindisfarne) a in 3tratti p con occhiello aperto in basso r simile ad n s q con asta prolungata In 3 tempi, con occhiello chiuso sotto il rigo da un tratto orizzontale Legature li si mi gi ei Scrittura minuscola anglosassone et per mo ma nit vit mu dit Abbreviazioni Evangeliario di Lindisfarne (a.700 ca) scrittura anglosassone Scrittura irlandese Evangeliario di Kells fine sec. VII Scrittura visigotica • La provincia di Hispania cadde sotto il dominio dei Visigoti nella II metà del sec. V Scrittura corsiva latina Scrittura libraria onciale e semionciale Il maggior erudito del medioevo europeo Atti amministrativi Il vescovo Isidoro di Siviglia(560-636) scrisse Etymologiae (risultati della scienza nel mondo antico) Dopo la conversione del re visigoto Recaredo all’ortodossia cattolica con il Concilio di Toledo (589) risorge l’antica cultura latina la penisola spagnola Periodo arabo La riconquista Scrittura visigotica corsiva • Inizia nel sec. VII, durante il sec. VIII e ancora più nel sec. IX:si distingue per i tratteggi dritti, molto ricchi in legature,con qualche influsso stilistico dalla scrittura arabica (tratteggi verso sinistra e uso di abbreviazioni, in cui si omettono le vocali) legature e g d ti et Scrittura visigotica corsiva Codice Ovetense a.779 ca. Escorial, Biblioteca di S.Lorenzo Scrittura visigotica libraria o minuscola visigotica Inizio : metà sec. VII • Si assesta nel sec.VIII in modo tale da diventare perfetta dal punto di vista calligrafico agli inizi del sec. IX, quasi un secolo prima che la città di Córdoba divenisse la capitale del Califfato indipendente da Bagdad Origine: minuscola corsiva con influssi delle scritture onciale e semionciale A. Millares Carlo afferma invece: • la visigotica libraria (o“rotonda”) sarebbe stata un adattamento delle forme della minuscola romana antica sorta dalla nuova (minuscola) corsiva romana e che,durante i tempi successivi sarebbe divenuta più perfezionata e calligrafica. • Lo sviluppo della visigotica libraria avrebbe avuto un decorso parallelo a quello della visigotica corsiva. Scrittura visigotica libraria o minuscola visigotica a.743 S.Isidoro Etymologiae Alfabeto capitale con lettere ornate e aste clavate di gusto arabo Scrittura visigotica libraria o minuscola visigotica