Lezioni di paleografia - Archivio di Stato di Palermo

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Lezioni di paleografia - Archivio di Stato di Palermo
Lezioni di paleografia
d.ssa renata de simone
Anno accademico 2012-2013
Paleografia e storia
• Paleografia = studio critico delle antiche scritture (G.Cencetti), allo scopo di interpretare i
manoscritti e trarre dal loro aspetto esteriore tutti gli elementi utili alla cultura
ovvero
• Paleografia = studio storico dello svolgimento della scrittura quale espressione culturale
(nel senso del termine tedesco Kultur)*
• Scrittura =
testimonianza di un fatto di natura privata o pubblica , di carattere pratico (scrittura
documentaria) o di carattere letterario (scrittura libraria) che si colloca in un tempo (datazione) e in
un luogo (localizzazione)
• Interpretazione del testo : Tradizione del testo (stemma codicum), esecuzione
della scrittura e sue caratteristiche grafiche e ornamentali , strumenti scrittori,
abilità grafiche e gruppi sociali utilizzatori della scrittura, sue finalità pratiche
definizioni
• Paleografia = Scienza che studia le antiche
scritture
Materia scrittoria tavolette cerate;
papiro, pergamena, carta
Limiti
Lingua
Tempo
Latina
VI sec. a.C.-sec.XV
Bibliografia
• Jean Mabillon De re diplomatica (1682)
generi di scrittura = metodo classificatorio
Scipione Maffei Historia diplomatica (1727)
origine unitaria dalla scrittura latina = metodo storicistico
• Traité de diplomatique di dom Toustain e dom
Tassin, monaci benedettini della Congregazione di
S.Mauro, 6 volumi (1750-1765) riprende l’opera del
Mabillon, ma si rifà al Maffei.
Linneismo grafico
• A.Fumagalli Istituzioni diplomatiche (1802)
L.Antonio Muratori
Studi paleografici in Italia, Francia
e Germania (secc. XVIII- 2^ metà
XIX)
• Nuove fonti
Bibbia di Ulfila (Knittel)
De republica di Cicerone (A.Mai)
Istituzioni di Gaio (Niebuhr)
Ḗcole des Chartes (1821)
Tavolette cerate di Transilvania (Massmann)
Papiri diplomatici (Marini)
Léopold Délisle
Ḗcole pratique des
Hautes Ḗtudes (1862)
Traube (Università Monaco)
Lindsay, Maas,
Loewe (Codices
latini antiquiores)
Scritture librarie
In Italia : Cesare Paoli,
Luigi Schiaparelli
(Archivio Storico Italiano)
Vincenzo Federici, Giorgio Cencetti,
Giulio Battelli, Alessandro Pratesi
Scrittura per simboli
Graffiti d’epoca
precolombiana
Scrittura per parole
Scrittura cinese
Scrittura
cuneiforme
Sritture fonetiche
• Scritture sillabiche
• Scritture alfabetiche
Alfabeto greco-etrusco e latino
Stele di Rosetta
Bibliografia
• G.Pasquali, Storia della tradizione e critica del
testo,Firenze 1952,
• L.D.Reynolds, G.Wilson,
Copisti e filologi. La tradizione dei classici
dall’antichità al Rinascimento, Padova 1987
• L.Delisle,L.Traube e L.Schiaparelli in G.Pasquali
•
Paleografia come scienza dello spirito,in Nuova
Antologia, Firenze 1931 (Idem, Pagine stravaganti,
Firenze 1968
• Albert Bruckner ha promosso la collana Chartae
Latinae Antiquiores (=ChLA),pubblicata dall’anno
1954.
Bibliografia
•
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•
•
•
•
pubblicazione dei facsimili
T.von SICKEL Monumenta graphica medii aevi (iniziata nel 1859)
Archivio Paleografico Italiano:a cura di G. BATTELLI, Per il centenario dell’Api Archivio della
Società Romana di Storia Patria, 106 (1983)
IOACHIM KIRCHNER,Scriptura latina libraria, Monachii 1955;
FRANZ STEFFENS, Lateinische Paläographie,2 ed., Trier 1909 [ristampa: Berlin 1929; trad.
francese: Trèves-Paris 1910];
F. EHRLE e P. LIEBAERT, Specimina codicum latinorum Vaticanorum, in Tabulae in usum
scholarum editae sub cura Iohannis Lietzmann, 3, Bonnae: A. Marcus et E. Weber Oxoniae:
apud Parker et filium, Romae: Fridericus Pustet, Pontificius bibliopola, MCMXII; 2a ed.,
Berolini-Lipsiae 1927 [ristampa: Berlin 1968];
VINCENZO FEDERICI,La scrittura delle cancellerie italiane dal sec. XII al XVII, Roma 1934
[ristampa: Torino1964];
A. CANELLAS LÓPEZ, Exempla scripturarum latinarum in usum scholarum, pars prior, editio
iterata, Caesaraugustae, Chalendas Novembris MCMLVIII;
Tavole di Paleografia Latina, a cura di PAOLO CHERUBINI e ALESSANDRO PRATESI
[Subsidia studiorum, 3], Pubblicazioni della Scuola Vaticana, Littera Antiqua, Città del Vaticano
1991, pp. IV, 144, tav. 130;
ALESSANDRO PRATESI – PAOLO CHERUBINI, Paleografia
Latina. L’avventura grafica del mondo occidentale, Pubblicazioni della Scuola
Vaticana, Littera Antiqua, Città del Vaticano 2004.
Riviste specializzate
• Scriptorium. Revue internationale des études relatives
aux manuscripts, Bruxelles1946-[2011] . Dà notizie
particolareggiate su nuove opere ed articoli di
Paleografia (accompagna la rivista il Bulletin
codicologique)
• Scrittura e civiltà. Ed. da Olschki, Firenze. Direttore
ArmandoPetrucci, docente alla Sapienza di Roma
(1977-1997).
• Archiv für Diplomatik, Schriftgeschichte, Siegel-und
Wappenkunde, Köln-Graz,Wien, Böchlau 1955-1982.
Terminologia paleografica
Forma
Lettera d
Aspetto figurale della singola lettera e
dei segni che la compongono
Terminologia paleografica
•Scrittura libraria
• Scrittura corsiva
•Scrittura cancelleresca
adoperata nei manoscritti destinati alla lettura di molti, cioè nei
libri o codici. E’ di solito chiara e armoniosa ma anche bella
(armonia delle dimensioni e delle proporzioni, regolarità
dell’allineamento e esattezza nel tracciato)
si usa per le note di uso personale, quotidiano, lettere,
documenti. Ha un tracciato piuttosto svelto (manu
currente scribitur), è ricca in legature. (Tendenza ad una
certa trascuratezza ed irregolarità nell’esecuzione dei
singoli tratti)
utilizzata nelle cancellerie progredite, ha come base la
scrittura corsiva della rispettiva regione, ma tende verso la
solennità e verso la tipizzazione d’una determinata scrittura,
con forme tipiche e distintive della propria cancelleria,
differenti dalle forme delle altre cancellerie.
(forme artificiose, ricche nei tratteggi, a scopo ornamentale
e a garanzia dell’autenticità dei documenti emanati dalla
cancelleria)
Terminologia paleografica
Scrittura normalizzata
Scrittura cotidiana
modello ideale, cioè la norma che gli
scrivani d’ogni epoca si costruiscono
sulla propria scrittura, sia attraverso
l’istruzione scolastica (elementare di
base, semialfabeti o professionale,
notai o copisti) sia sotto altri influssi
(letture, gusto estetico)
comunemente usata nello scrivere
individuale, ed è soggiacente alle
tendenze naturali collegate con l’atto
di scrivere, cioè: una rapidità nel
tracciato, una semplificazione dei
segni
Scrittura usuale
Alfabeto
normale
Terminologia paleografica
Modulo = dimensioni delle lettere (altezza e larghezza)
piccolo
Ductus
medio
o andamento
Corsivo = scrittura veloce, inclinata,
con molti legamenti
grande
Posato = scrittura
piana,disegnata, con
pochi legamenti
Terminologia paleografica
Scrittura maiuscola e scrittura minuscola
La scrittura è maiuscola quando tutte le lettere sono ugualmente
alte e possono essere comprese nel sistema bilineare (due righe
parallele)
La scrittura è invece minuscola quando è costituita da lettere
di diversa altezza, con aste ascendenti e discendenti, scritte
dentro un sistema quadrilineare (di quattro righi paralleli)
Terminologia paleografica
Alcune lettere
possono diventare
neutrali, perché la
forma di esse
non cambia con
l’uso della scrittura
maiuscola o della
minuscola :
Le forme consuete e ordinarie
indicano se la scrittura segue lo
schema bilineare, oppure di
quattro linee.
Le lettere si dicono maiuscole
quando sono tipiche delle
scritture maiuscole, e minuscole
quando sono tipiche delle
scritture minuscole
c o
=d
=r
s v
Terminologia paleografica
Le legature e i nessi.
Le legature sono collegamenti
spontanei e naturali fra due o più
lettere, e sono molto frequenti nella
scrittura corsiva
r + t // c + t
I nessi, invece, sono fusioni,pensate e
volute, dei tratti di due lettere
successive, così che qualche tratto
diventa comune per ambedue le lettere
N+T // A+E
Le abbreviazioni
L’abbreviazione consiste nello scrivere
un vocabolo tralasciandone alcune
lettere, e indicando la mancanza di esse
tramite un segno particolare
_____ __ _
OMNIB.; nr; ti
[Omnibus; noster;
tibi].
Scopo delle abbreviazioni
Scopo di convenienza economica
il risparmio del materiale scrittorio, nei
tempi in cui esso era assai costoso.
scopo pratico (interpretazione dei testi)
scopo critico (elemento di datazione e localizzazione
delle scritture)
la legge «del minimo sforzo» = accontentarsi
dell’indicazione parziale delle parole
studi di L.Traube Nomina
sacra,Munchen, 1907 e W.M.
Lindsay Notae latinae,
Cambridge,1915
Le abbreviazioni
Uso epigrafico
abbreviazioni per sigla
A.U.C. = ab Urbe condita,
S.P.Q.R.= Senatus
Populusque Romanus)
___
Nomina Sacra: sec. IV
sec.V
secc.V-VI
sec. VI
DS = Deus
___
IHS = Jesus
___
XPS = Christus
___
SPS = Spiritus
____
DMN = Dominus
____
SCS = Sanctus
____
CLRS = Clericus
_____
DIACS = Diaconus
____
PBR = Presbiter
___
NR = noster
____
EPS = episcopus
____
REUS = reverendus
Valerio Probo, De litteris
singularibus,edito da
Mommsen,in H. Keil
Grammatici Latini IV, Lipsiae
1864,
Abbreviazioni per troncamento
Le abbreviazioni
•Le abbreviazioni, dal sec.VI in poi passano ai testi profani.
•Nei testi giuridici , a causa dei formulari, vengono usate le Notae iuris, poi passate
nell’uso comune
Proibite per la prima volta dal Senato Romano nel 438, poi da Giustiniano nel 530 e 533, per testi giuridici, per evitare letture
volutamente sbagliate (es: ab h.t.d.m.a.f.p.t.f.c.e.f.=ab hoc testamento dolus malus abesto.Familiam pecuniamque testamenti
faciendi emit fiduciarius)
•passarono nelle Isole Britanniche grazie alle fondazioni monastiche (dai secc.VIII e
IX sono di uso comune)
Per troncamento:
Principali gruppi di abbreviazione :
abbreviazioni speciali del pronome
relativo e di alcune preposizioni
q o q = que,
qq= quamquam, q = quod, p = pre, p = pro,
p= per
si scrive la prima o le prime due lettere
della parola e si aggiunge un segno di
abbreviazione
1.apostrofo(m =mus, r =rum, t =tur),
2.linea sovrapposta (troncamento
semplice :a= autem, e=est, u = vel,) e
troncamento sillabico (at = autem, tm
= tamen, qq = quoque)
3.linea trasversale (r = res, s = sed)
Le abbreviazioni
Per contrazione
Si scrive l’inizio e la fine di una parola, ponendo sopra
un segno abbreviativo
(linea , es . ee = esse o lettera finale m = mihi)
Contractio pura (prima e ultima lettera , es. na = natura)
Abbrevioni derivate dalle note
tironiane
Contractio impura
quando è presente una lettera
intermedia, es. aia = anima) ;
un segno ondulato
mancanza di er o ur;
indica
= tur, mur
( 9 = con , 7 = et, 9 = contra)
Talvolta sono usate in una stessa parola due abbreviazioni (ca = causam, q = quoque, 7= etiam).
Le abbreviazioni
Abbreviazioni per
È’quasi sempre una
vocale. E’ di solito usata
per indicare una
contrazione.
lettera soprascritta
La lettera ha un
duplice significato:
a) segno alfabetico;
b) segno abbreviativo.
Tra le abbreviazioni sono assai frequenti :
uº [= vero]; mº[= modo]; si[= siquidem]; mi [=
mihi]; qi [= qui]; qº [=quo]; gº [= ergo]; gi [=
igitur]; gª [= gratia]; gu [= gravis]; tu [= trium];
cu [= cum]. Durante il tardo medioevo, nella
scrittura gotica, la letterina soprascritta può essere
una consonante e stare un poco accanto alla lettera
principale: aa [= anima]; cm [= capitulum]; uni≈
[=universalis].
Le abbreviazioni
Errori paleografici
Nel Corpus Iuris Civilis, il così detto Digestum di Giustiniano (edito da Krüger)
inizia con queste parole: «Facturus legum vetustarum interpretationem necessario
prius[P.R.IVS] ab Urbis initiis repetendum existimavi».
Mommsen ha corretto così:
«...necessario populi Romani ius ab Urbis initiis repetendum existimavi...»
Titus Livius scrisse la storia di Roma Ab Urbe condita libri CXXXXII. C’è un
passaggio dove descrive la guerra in Etruria. Molti romani sono rimasti prigionieri nelle
mani dei nemici. Si doveva riscattarli: «Qui redempti singuli aereis coctis decem»
invece si deve trascrivere, in luogo di coctis, «CCC tis».
Materiali scrittori
datazione
Tecniche di esecuzione
delle scritture
localizzazione
In epoca remota (I sec.
a.C. III/IV d.C.)
Tavolette di legno : dittici,
trittici e polittici
Consolari in
avorio
Tavolette
cerate
Materiali duri
Gomma-lacca fusa , poi
cera e pece
Pietra e marmo
Incisione con scalpello
Terracotta secca
piombo
Scrittura a sgraffio
Uso di punta metallica
ostraca, defixiones di
carattere magico,
graffiti pompeiani
Materiali scrittori
Il legno
Plinio il Vecchio ha scritto:
«Antea non fuisse chartarum usum: in
palmarum foliis primo scriptitatum, deinde
quarundam arborum libris»
In Russia ed in altri paesi dell’Europa del Nord, si scriveva, fino ai
tempi assai recenti (sec. XVI), sulla scorza della betulla
Il termine liber, secondo Plinio, da E. Forcellini:
«Liber proprie dicitur pars interior corticis, quae ligno
adhaeret, medium illud inter lignum et corticem, quod in plures
phyliras dividi potest»,
una pellicola bianca che si trova nella faccia
interna della corteccia (scorza) d’un albero
la denominazione liber si trasmise ad altre materie scrittorie.
liber
L’uso del lino come materia scrittoria ebbe larga diffusione a Roma prima
dell’introduzione del papiro. Si parla dei «libri lintei magistratum» (al museo
archeologico di Zagabria)
Materiali scrittori
tabella, pugillaris,
Le tavolette cerate
Si scrive con lo stylum
era scavata nel mezzo, nell’incavo aveva un
sottile strato di cera naturale talvolta mista con
pece o gomma lacca fusa
più tavolette riunite insieme per mezzo di fili di ferro passati
codex, o codicillus
in appositi fori in uno dei margini, in maniera da formare una
specie di libro. Le facce esterne della prima e dell’ultima
tavoletta rimanevano non cerate
diptychus
due tavolette
dittico
triptychus
trittico
polyptichus
polittico
tre tavolette
più tavolette, duplices, triplices, quadruplices
Materiali scrittori
Le tavolette cerate
Nell’Inghilterra Settentrionale, a Vindolanda, a sud del
Vallo di Adriano, nel 1973 sono state ritrovate 200
tavolette di legno , di cui sei cerate e legate a soffietto
degli anni 85-105 d.C. e scritte con lo stilo, contenenti
conti e documenti scritti da mani diverse
•127 Tavolette pompeiane dell’archivio del
banchiere L.Cecilio Giocondo (aa.15-62
d.C.)
•200 tavolette ercolanesi,quasi tutte inedite
•25 daciche dalla miniera di Alburnus maior
in Transilvania (aa.131-167d.C.)
•Tavolette egiziane frammentarie (secc.IIIV d.C.
Epoca medievale
Nel sec.XII , specialmente in
Francia, erano usate per uso
scolastico e per la contabilità
pubblica e privata
•56 tavolette non cerate algerine contenenti
34 documenti privati di epoca vandalica
All’archivio di Stato di Firenze si conserva
un polittico di 6 tavolette con i conti di un
mercante del Trecento
Materiali scrittori
atramentum (è di regola nero)
L’inchiostro
La parola è d’origine greca (Έγκαυστoν =
impresso a fuoco)
La tinta rossa è usata dai bizantini per lettere e
decreti
L’inchiostro rosso si otteneva con
E’ preparato con fuliggine e gomma, nel medioevo con
mistura diversa di vetriolo e acido gallico (dalla quercia)
minio o cinabro (solfuro di
mercurio), minerale che si
trova, per esempio in Almadén –
Spagna-, oppure nel Monte
Amiata –Italia-. Il rosso si
usava anche per l’ornamentazione
dei manoscritti, per le miniature.
Inchiostro tendente al rosso
Inchiostro nero
La preparazione dell’inchiostro era demandata allo scrivano
Gli inchiostri d’oro e d’argento servivano
per scrivere i codices purpurei.
La lettera iniziale di ogni capitolo era, talvolta,
miniata. In tal caso, erano usati i
colori rossi e azzurri in successione alternata
Strumenti e materiali scrittori
Esempio di
ostrakon
Epigrafe religiosa
Tavolette cerate
Quaderno di
tavolette
cerate a
soffietto
Strumenti scrittori
Epigrafe di Plinio
Materiali scrittori
Egitto, sponde del
Nilo
Etiopia, Siria, Palestina
Il papiro
papier(fr) paper (engl) papel (spain) Papier (germ)
byblos per i
Greci era il
nome del papiro
(sec.VII a.C)
carta
Plinio il Vecchio, Naturalis
Historia XIII, 74-82
Opistografi= rotoli scritti sulle due
facce
18-25 strisce longitudinali per fusto (philirae)
formavano, battute e livellate, i fogli (plagulae)*
larghe 11-30 cm. e alte 16-24, di diversa qualità
secondo la distanza dal midollo dello stelo. 20
fogli incollati con pasta di farina e aceto
formavano il rotolo o volumen,di circa 4 m scritto
solo nella parte interna (faccia perfibrale o recto)
Papiri greci e latini
Nel 1992, un frammento papiraceo di provenienza egizia
(avvolgeva una mummia)ha restituito 600 versi del poeta
alessandrino Posidippo di Pella, coevo di Callimaco (312-240
a.C)
Edizioni:
1. Papiri egiziani della valle del
Nilo, rinvenuti nel corso del
sec. XIX e non ancora tutti
pubblicati
2. Papiri di Dura Europos,
fortezza romana sull’Eufrate e
in Palestina, rinvenuti nella
metà del Novecento
3. Papiri di Ercolano, rinvenuti
nella villa “dei papiri” tra il
1752 e il 1754, non ancora
editi (Biblioteca Nazionale di
Napoli)
Ossirinco
El-Faijum
E.G.TURNER Greeck Papyri.An
Introduction, Oxford1968
KARL PREISENDANZ,
Papyruskunde, Stuttgar 21950;
A. BATAILLE, Les papyrus,
Paris 1955;
ITALO GALLO, Greek and
Latin Papyrology, London 1986
Dura Europos
Biblioteca
Ercolano
1806 rotoli
(capsa) testi
del filosofo
epicureo
Filodemo di
Gadara
Storia del libro
Frammenti di papiri greci della tomba
egiziana di Abousir vicino Menphis del
Museo di Berlino (fine del IV sec. a.C.)
con versi della tragedia I Persiani di
Timoteo di Mileto
Papiri della tomba di guerriero a
Derveni, presso Tessalonica, di
contenuto religioso, più antichi
Umbilicus o omphalòs= bastoncino di legno,
osso o avorio che fissava il rotolo sul lato
corto. Il I foglio (protocollo) conteneva
all’esterno nome di autore e opera, spesso
ripetuto nell’ultimo foglio (escatocollo o
agraphon)
Diffusione a Roma a seguito del diffondersi
negli ambienti colti romani delle opere
esistenti nelle grandi biblioteche dell’Oriente
ellenistico, come quella di Perseo, re dei
Macedoni, sconfitto a Pidna nel 168 a. C.
Si scrive con il calamo, canna vegetale
tagliata a punta con una fessura al
centro per il passaggio dell’inchiostro,
parallelamente alle fibre orizzontali
Il testo è in colonne, composta da linee (versus, stikoi), con un
numero fisso di lettere,34-38, come nell’esametro greco
Storia del libro
Rotolo con cartellino attaccato al
margine (titulus, index o sillybos)
Ritratto pompeiano di Paquio Proculo Napoli,
Museo Archeologico Nazionale
Tavolette cerate con cera colorata
Calamai per inchiostro
Esempio di rotolo
Papiri latini di epoca medievale
•Codici di papiro di uso librario (secc.VI e
VII
5
•Documenti privati provenienti
dall’archivio arcivescovile di Ravenna
(secc. V-X)
67
•Diplomi dei re merovingici del sec.VII
(Archives Nationales di Parigi)
•Privilegi e lettere pontificie (dal 788 al
1051)
13
25
L’uso del papiro in Occidente venne meno quando l’invasione musulmana rese difficili i contatti commerciali con l’Egitto.
La cancelleria papale continuò a scrivere i suoi documenti sul papiro oltre la metà del sec. XI. Per ottenere più facilmente
questa materia scrittoria, essa fu coltivata in Sicilia, a Siracusa, dove cresce ancora oggi,sulle rive del fiume Ciane.
Materiali scrittori
Dai sec. IV-V il papiro era adoperato soltanto per
manoscritti meno lussuosi e più economici,
finché attorno ai sec. VI-VIII scomparve dall’uso
libraio
Si tratta di pelle animale conciata e
preparata in modo particolare,
appositamente
per
accogliere
l’inchiostro. Il cuoio era usato per
scrivere testi (ad esempio, la Tora
degli ebrei), però la pergamena è
più sottile, adatta a ricevere
l’inchiostro. il primo centro
diffusore di questa materia
scrittoria sarebbe stato Pergamon
(Asia Minore, dinanzi all’isola di
Lesbos, oggi nella Turchia). Da
qui il nome di charta pergaminea
La pergamena
Le pelli usate erano ovine, caprine,
vitelline, ma la qualità della finezza
di esse dipendeva in grande misura
dalla conciatura che si faceva nella
fabbricazione
Nel medioevo si usa il termine
charta, con l’aggettivo specificante,
cioè: charta pergamena, charta
ovina, charta montonina, charta
vitulina, charta thauratina, ecc.,
charta verginea, per indicare una
pergamena molto sottile, fabbricata
da pelli di agnelli o vitelli abortiti.
Materiali scrittori
La pergamena
Codice del Virgilio romano (sec. V)
Il più antico frammetto di uno scritto su pergamena che conosciamo è il De bellis Macedonicis
attribuito agli ultimi tre decenni del I sec. d. C. .Cicerone, tuttavia, aveva già scritto sulle pelli o
membrane; S. Paolo (II Tim 4, 13) parla di « libros, maxime autem membranas». Come materia
scrittoria, la pergamena si diffuse durante il sec. IV. La preparazione della pergamena fu descritta
da parecchi autori del Medioevo.
Una ricetta del sec. VIII dice: «Pergamina quomodo fieri debeat?» Metti la pelle scuoiata nella
calce e lasciala lì per tre giorni, tendila in un cantiro [una specie di cavalletto ] e lisciala con un
rasoio da ambo le parti. Poi lasciala essiccare, togli i peli e poi tingila con i colori
Materiali scrittori
palimpsesti, o codices rescripti
Dal sec. IV d. C., per i pregevoli scritti, si era
soliti colorire di porpora la pergamena
intera e scrivervi in lettere di oro o di argento.
Tale è il «codex argenteus», del sec. VI,
che contiene una traduzione gotica della Bibbia la Bibbia di Ulfila, codice conservato
in Upsala, Svezia-. L’usanza di tingere la
pergamena sembra che sia iniziata a
Costantinopoli, e poi passò a Roma. Nell’ASV
possiamo osservare il diploma che
Ottone I inviò alla chiesa romana l’anno 962,
scritto su pergamena purpurea con lettere d’oro
Si scrive con il calamo e, dal IV sec. d.C. anche con la
penna di volatile, d’uso comune dal sec. XI, con il taglio
al centro o più spostato (a destra o a sinistra), con effetti
diversi sulla scrittura
La pergamena,costosa, era spesso
riutilizzata, cancellando lo scritto
precedente, mediante un lavaggio
con latte,o raschiandolo
De republica di Cicerone,
scoperto da Angelo Mai
C. LOWE « Codices rescripti. A list of
the oldest Latin palimpsests with stray
observations on their origins», in
Mélanges E.Tisserant (= Studi e Testi,
235), V, Città del Vaticano 1964, pp. 67113
Storia del libro
Dal rotolo al codice
• Con l’editto di Costantino
(313) e con l’editto di
Teodosio (395) si
diffondono i libri contenenti
le Sacre Scritture
• Con il cristianesimo è il
codice la nuova forma del
libro
Gregorio Magno, Moralia in
Job
35 rotoli di papiro
6 codici
Dal papiro alla pergamena
• Dai sec. IV-V il papiro era
adoperato soltanto per manoscritti meno lussuosi e più
economici, finché attorno ai
secc. VI-VIII scomparve dall’uso libraio
• Come materia scrittoria, la
pergamena si diffuse durante il
sec. IV
Motivi pratici , economici ed ideologici
portarono nel mondo latino, nel sec.IV,
all’uso del codice
Storia del libro
Dalla pergamena alla carta
• Diocleziano nell’editto De
pretiis rerum venalium (301
d.C.) nomina per la prima
volta la pergamena
• Il codice era confezionato in modo
da far combaciare il verso di una
carta al recto della successiva
(regola di Gregory o del vis-à-vis)
Codice-fascicolo
Nella pergamena lato carne e lato
pelo
Nel papiro alternanza tra faccia
perfibrale e faccia trasfibrale
Storia del libro
Epoca greca
• Fascicolo
Quaternione
Epoca latina
Tarda latinità
Bione, ternione,
quaternione,
quinione, secondo il
numero dei fogli
4 fogli = 8 carte e 16
pagine
Per un codice di media grandezza (150 carte di
mm.240x 160 ci volevano 12 animali ce ne vollero
500 per confezionare la Bibbia Amiatina conservata
a Firenze (Biblioteca Medicea Laurenziana)
Storia del libro
• La carta
•
•
•
•
•
Inventata dall’eunuco cinese Cai Lun. I sec.d.C
Conosciuta dagli arabi nel 751 d. C. ad opera di soldati cinesi catturati
a Samarcada
Prime cartiere a Baghdad e Il Cairo
Esportata nella Spagna musulmana ( cartiera di Xativa, vicino Valencia,
1056), a Bisanzio (X/XIsec.), in Sicilia (XII sec., mandato di Adelasia),
a Genova, Venezia. A Fabriano, tra Trecento e Quattrocento, esistono 40
cartiere e viene introdotto (1282) il marchio di fabbrica (filigrana).
Si usa la polpa di cellulosa derivata dagli stracci messi a macerare. Si
immerge nella tina che contiene la polpa di cellulosa un telaio con fili di
rame sottilissimi (vergelle) sostenuti trasversalmente da stecche di
legno (colonnelli), nei cui spazi si depositerà la polpa che incastrata nel
telaio chiuso dalla cornice formerà fogli.
Storia del libro
• Formato pieghe carte pagine altezza (cm)
• in plano o atlante - 1
2
oltre 50
• in folio
1
2
4
oltre 38
• in quarto
2
4
8
28-38
• in ottavo
3
8
16 20-28
• in sedicesimo 4
16 32 15-20
Esistono anche formati intermedi (in decimo, in
dodicesimo)
Storia del libro
Piegatura e formato dei fogli
Storia del libro
• Nella seconda metà del Quattrocento la carta
sostituisce la pergamena anche nei codici più
lussuosi e ornati di immagini e colori. Oltre la
metà della produzione libraria in Francia e in
Italia è in carta e su questo fortunatissimo
supporto scrittorio sono scritti eleganti codici
letterari e liturgici che prima utilizzavano la
ben più resistente pergamena.
Motivi pratici, economici , ideologici (il trionfo del Cristianesimo) e
culturali ( alfabetizzazione e diffusione della cultura)
Diffusione della cultura
scribi professionali
Nell’epoca romana
la divulgazione
degli scritti cristiani
Diffondevano i testi trascrivendoli
L’Editoria era un’industria. Il papiro era acquistato dai
«librarii», o «antiquarii», e distribuito ai copisti, i quali
scrivevano sotto dettatura, tutti insiemi, in modo da fare
più copie del medesimo libro. Le copie terminate erano
rivedute da un correttore. I « glutinatores» incollavano i
fogli l’uno all’altro sino a formare un volumen,, e il
libro -in forma di rotolo- si esponeva nella «taberna
libraria» per essere venduto
librai cristiani
gli autori stessi non scrivevano di
solito le proprie opere, perché lo
ritenevano «lavoro» manuale
I centri scrittori medievali
Invasione longobarda nella Penisola italica
(a. 568)
Fine dell’industria libraria della
produzione dei libri per conto dei privati
.
attività scrittoria
pergamenarius
Prepara il materiale per scrivere
nel monastero di Corbie
scuole ecclesiastiche,
soprattutto monastiche
scriptorium
Sorvegliato
dall’abate
praecentor
nei monasteri
inglesi, preparava
gli inchiostri e i colori per le miniature.
I centri scrittori
medievali
Gli scriptoria monastici diventarono centri esclusivi di produzione dei codici
durante tutto il primo medioevo, dal sec.VI/VII fino al XII.
• Poi tali centri sorsero presso le università e le cose cambiarono radicalmente.
• Le richieste dei professori e degli studenti fecero aumentare la produzione dei
libri.
• Nelle città universitarie prima, in altri luoghi dopo, i codici si scrivevano ed
erano venduti da appositi librai.
• Si moltiplicarono le botteghe in cui si preparava la materia scrittoria
pergamena o, più tardi, la carta e si provvedeva insieme alla produzione e alla
vendita.
Il lavoro dello scriba
Uno scriba
dell’VIII sec., dopo aver terminato la copiatura del libro
in scrittura visigotica, scrisse:
«O beatissime lector, lava manus tuas et sic librum
adprehende, leniter folia turna, longe a littera
digitos pone. Quia qui nescit scribere, putat hoc esse
nullum laborem. O quam gravis est scriptura: oculos
gravat, renes frangit, simul et omnia membra contristat.
Tria digita scribunt, totus corpus laborat. Quia sicut
nauta desiderat venire ad proprium portum, ita et
scriptor adultimum versum. Orate pro Martirio
indignum sacerdotem vel sciptorem»
Storia delle scritture
Provenienza
• Alfabeto greco-latino
Nascita, Evoluzione, Perfezione e Decadenza
Ornamentazione
L’etruscologia
I greci durante i sec. XI-X a. C.
indicarono con segni propri le
vocali, usando i caratteri gutturali
dell’alfabeto semitico
greco
la scrittura latina, quasi certamente deriva
dall’etrusco più antico, applicato ai suoni propri
della lingua latina.
etrusco latino
Dall’alfabeto dei Fenici dipende quello semitico - ebraico -; dall’alfabeto semitico, a
sua volta, dipende quello greco Gli etruschi usarono una scrittura sviluppata dalla
scrittura greca.
Storia delle scritture
Alfabeto greco-latino
Il percorso dell’alfabeto greco-latino
L’alfabeto latino si stabilizza nel I sec. a.C. sul
modello greco, mantenendo il digamma
e il coppa Ϙ con l’eliminazione dell’Ω e
il cambiamento del valore di Η, non di e lungo
ma di aspirazione e di Χ che ha il suono ics e
non più quello di gutturale aspirata
L’intermediazione etrusca portò, nel III
sec.a.C. l’uso delle velari: G = velare
sonora, il coppa greco Ϙ la velare sorda ,
dinanzi o e u. Inoltre si deve agli etruschi
l’uso della fricativa labio-dentale sorda, F,
(in greco la Φ è labiale aspirata) che i latini
indicarono con il digamma greco
La scrittura latina
Frammento di un cippo del Foro Romano, detto Lapis Niger
che si trovava non lontano dall’arco trionfale di Septimio
Severo . Su tutte le quattro facciate del cippo si legge
un’iscrizione forse di carattere sacro. I caratteri dell’iscrizione
sono databili al sec. VI a. C., tracciati in modo «bustrofedico»
(ßoûς - στρέφω =bue - vertere): il cammino della scrittura
scorre al modo di quello del solco fatto dall’aratro
tirato dai buoi, cioè, una riga da destra verso sinistra, e la riga
seguente in senso opposto, ovvero da sinistra verso destra.
Dall’iscrizione del cippo del Foro Romano si può ricavare
l’intero alfabeto, eccetto la «B».
La Z, il cui suono era reso con SS,venne introdotta con la
traslitterazione di testi greci (a partire dal 282) con il
diffondersi nel mondo latino della cultura greca, come
pure l’uso delle doppie
La Scrittura latina
(secc.VII-IV a.C.)
• Lettere caratteristiche
Età arcaica
A con traversa obliqua
E ed F le aste minori formano un
angolo acuto nella intersezione con
l’asta verticale; la E presenta l’asta
verticale prolungata in basso
H chiusa a formare una sorta di 8
L con l’asta corta in congiunzione con
quella verticale forma un angolo
acuto
M e N con i tratti successivi al primo di
dimensioni minori
Q con asta verticale
V a forma di Y
X a forma di croce
La Scrittura latina
La capitale epigrafica
• Metà del III secolo a. C, • Epigrafi funerarie degli Scipioni
• Epigrafe commemorativa della
- I sec.d.C
battaglia di Pidna
Influsso della scrittura
epigrafica greca
Capitale quadrata
Normalizzazione grafica
Regolarità di
allineamento
Uniformità di modulo
Allargamento a spatola
delle aste
Elementi di coronamento
Geometrizzazione delle forme:
angoli retti e sezioni di cerchio
Capitale libraria
La Scrittura latina
La capitale libraria
Capitale rustica
E’ denominata per distinguerla dall’altra forma
denominata elegante, ma, secondo il Marichal ,si
potrebbe piuttosto dire capitale libraria o comune perché
la denominazione «capitalis rustica» suppone un
controsenso. La sua fisionomia è di un’innegabile
eleganza, presenta un certo chiaroscuro e prolungamenti
in alto e in basso
•
.
Capitale elegante
E’ anche detta capitalis quadrata.
Quest’ultima è piuttosto propria
nell’epigrafia e sarebbe soltanto
un’imitazione fatta in alcuni
codici dei sec.IV-VI
Virgilio
romano
Si chiama capitale perché, cessato il suo uso per i
manoscritti interi, essa fu dal medioevo adoperata per
trascrivere il titolo iniziale dei singoli capitoli o
capita, addirittura la prima riga del testo.
Virgilio augusteo
La Scrittura latina
La capitale libraria
• Capitale cosiddetta rustica
Capitale quadrata cosiddetta elegante
I periodo (I sec.a.C. - III secolo d.C.)
Dal I sec. a. C. si diffondono le botteghe
artigiane di editori e librai (età di
Cesare);
In epoca imperiale nascono le grandi
biblioteche ( l’Ulpia di Traiano).
Virgilio Augusteo**
Esercizio di pura imitazione
calligrafica
II periodo (IV-VI secolo)
Si è trovata una somiglianza con le epigrafi
romane di papa Damaso (366-384 d.C.)
Il modello grafico librario è quello della capitale epigrafica, con
le differenze prodotte dall’uso del calamo e del materiale
scrittorio più flessibile (tratti arrotondati, chiaroscuro, trattini di
coronamento).Si diffondono contemporaneamente altre scritture:
Virgilio romano * semioncile, minuscola e onciale. Diffusione in ambiente colto
laico. Presenza di codici di lusso ed esemplari scolastici con
miniature
La capitale libraria
Capitale
cosiddetta
rustica
Virgilio romano
(sec.V/VI)
La capitale libraria
cosiddetta Elegante
Sec. IV Virgilio sangallense
Sec. VI Virgilio augusteo
La Scrittura latina
La capitale corsiva
Lettere caratteristiche
A con asta traversa in senso
obliquo o verticale
E e F in due tratti paralleli
O aperta i basso
B con pancia a sinistra
D di forma preminuscola
La Scrittura latina
La capitale corsiva
III-II sec.a.C. (Plauto- Pseudolus*)
III sec.d.C.
Dalla scrittura a
sgraffio si passa alla scrittura con
calamo su papiro
Legature tipiche
Tavolette della
Transilvania
Tavoletta pompeiana (57 d.C.)
HS n(ummorum) 8562/quae pecunia in
stipu/latum L.Caecilii Iucundi/venit ob
auctionemTulliae Lampyridis/mercese
minus /persoluta habere
La capitale corsiva
Tenuisse caussam
E’ una scrittura
usuale in continua
evoluzione
Papiro Claudio sec.I d.C.
La scrittura corsiva
Iscrizione pompeiana
Papiro di Strasburgo sec. IV
Dalla maiuscola alla minuscola
Le origini della minuscola
Tra il II e III secolo si forma un alfabeto
iscrivibile in un sistema quadrilineare
• Teoria francese
(Mallon,Marichal, Perrat): passaggio
dal rotolo al codice, diversa posizione
dello scriba rispetto al supporto (non
più rigido sulle ginocchia ma su un
supporto perpendicolare al calamo
•
Teoria italiana
(Cencetti,
Petrucci, Casamassima) : scelta forse
legata
alle
scritture
corsive
burocratiche degli uffici amministrativi e giudiziari dell’Impero
•
•
•
Il fenomeno avviene nella scrittura
usuale e non in quella letteraria
Non avviene contemporaneamente
per le scritture greche
Sono presenti lettere minuscole nelle
scritture a sgraffio
Fu una scelta prodotta nel III secolo
in alcune scritture diplomatiche
Esistenza coeva di due opposti
sistemi di scrittura
La minuscola corsiva
o Corsiva nuova
Sec. IV Papiro di Strasburgo
Lettere caratteristiche : a =
Domino suo Achilio Vitalis
Cum in omnibus bonis benignitas tua sit
praedita,
tum/ etiam scholasticos et maxime qui a
me cultore tuo
hono/rificientiae tuae traduntur
quod honeste respicere velit,/non
dubito domine predicabilis .Quapropter
Theophanen/…
= am
= es
e=
ti =
n=
= as
= et
ro =
fi =
q=
Scrittura semicorsiva
Scrittura semicorsiva
Omelie di Avito (sec. VI)
Habeat hic caelestis cultus reditus suos,
Manepolos
gaudiorum.
Exeguetas
presentes
La scrittura onciale
• Periodo: IV-IX secolo
onciale
uncia
uncinus
• Origine
Modificazione della capitale
con forme rotonde
Adattamento della capitale
libraria con la corsiva
Secondo Schiaparelli
Traduzioni dal greco il contatto, alla fine
della Bibbia (Traube) del III sec.,sotto
Diocleziano, con il
Deriverebbe dalla usuale diffondersi della
libraria (libri legales)
cultura latina in
del II sec. (Tjäder)
ambiente prima solo
S.Gerolamo –Prefatio
di cultura greca
in librum Job
anche
Sostituzione della
pergamena al papiro,
della penna al calamo
Lettere antiche e solenni
I PP. Maurini, nel Nouveau traité lo usano per indicare questa scrittura
Scrittura onciale
• Provenienza: centri scrittori
dell’Africa proconsolare e in Italia (Roma)
• Lettere caratteristiche:
A=
Fu usata fino alla rinascenza carolingia
I Periodo IV-V sec. Old style (Lowe)
Si nota un irrigidimento dei tratti, la l diventa maiuscola,
le aste fuoriescono dal rigo, si usano forcelle e triangoli
ornamentali
II Periodo VI-VIII sec. New style
h=
E=
p=
M=
q =
D=
v=
maiuscole
Nel VI sec. a Bisanzio con Giustiniano il tipo BR
minuscole
Scrittura onciale
De civitate Dei
Codice veronese sec. V
Lettere caratteristiche:
m
e
a
d
Onciale b-d sec. VI
Codex Bezae , Cambridge
La scrittura onciale
La scrittura semionciale
S.Ilario di Poitiers
a.509/10
La scrittura semionciale
• nel sec. II d.C. alcune scritture hanno forme decisamente minuscole, ma
eseguite con tratteggio diritto, verticale.
frammento papiraceo Epitome
Titi Livii (Pap.Oxy. 668)
Nel sec. IV è documentata una scrittura libraria minuscola, più
scorrevole dell’onciale tipica e calligrafica.
.
Questa scrittura minuscola è comunemente
denominata semionciale
Il nome
lo usano i PP. Maurini nel Nouveau Traité de la Diplomatique (1750), perché ritenevano che
fosse una derivazione dall’onciale. In realtà, la scrittura semionciale è indipende dall’onciale. Il nome è, però,
entrato ormai nella tradizione.
Caratteristiche: la semionciale è minuscola; non costituisce un tipo nel senso stretto del termine poichè non è una
scrittura con regole fisse come gli altri tipi di scrittura libraria.
lettere «tipiche» della semionciale : a , g, r, s =
La scrittura semionciale
• Sviluppo e datazione: La semionciale si è formata durante i secc. IV-V nelle provincie
africane dell’Impero Romano (è stata denominata “litterae africanae”)*
Il Lowe, definisce
• Nei secc. V-VI si ha il periodo della sua perfezione :
semionciali quei
manoscritti non
le lettere diventano semplici, a, b, d, p, q sono un poco aperte
capitali in cui
appaiono almeno
senza trattini ornamentali;
quattro lettere
non onciali.
•
Durante i sec. VII-VIII si manifesta la decadenza della scrittura
semionciale: le lettere diventano artificiose, si applicano ad esse
trattini ornamentali, si usa la «i» alta, che non era stata usata durante i secoli precedenti.
•
Dopo il sec. VIII, la semionciale si trova in pochi scritti, ad eccezione del Sud della
Francia, «ove è usata in forme piccole, leggere, eleganti, molto calligrafiche». (Cencetti), ma
non rimane a lungo, cedendo il posto alla nuova scrittura libraria:
la minuscola carolina.
La scrittura semionciale
• Legature
Non frequenti, di esecuzione calligrafica e volute: et =
ge =
se =
gi =
ti =
Datazione : (Lowe)
st =
ei =
li =
I periodo (sec.V) : a piccola obliqua,
b,d,h,i senza ornamenti; e onciale
N di tipo capitale, ci e ti in legatura
II periodo (VI e VII sec.:elementi
ornamentali delle aste, nelle m ed n e i
lunga
Il particolarismo grafico
Origine e sviluppo
secc. V-VI / VIVII
Dissoluzione dell’Impero romano e
creazioni dei Regni Romano-barbarici
Scomparsa dei centri laici di produzione
e commercializzazione del libro
Diffondersi dell’analfabetismo
Centri scrittori monastici
scriptorium
Montecassino, Corbie
biblioteca
Frazionarsi della cultura
Il particolarismo grafico
Particolarismo geografico
e
Particolarismo sociale
Regni romano-barbarici
Scritture
nazionali
Corsiva nuova (scrittura
documentaria)
Onciale e semionciale
(scrittura libraria)
Scritture alto-medievali di ambito locale
Notai, ecclesiastici,
scrivani laici
In Italia centro settentrionale
Lucca, Verona, Roma
Corsive nuove
Scuole laiche di lingua e cultura giuridica
Scritture nuove
Dell’Italia settentrionale
Nel regno
merovingico
Compiègne
Soissons
Querzy
Longobardia Italiana
Pavia
Verona
Ravenna
Insegnamento di notai, curiali e scribi
Corsiva nuova lombarda
Corsiva imperiale sec. V
Il particolarismo grafico
Le invasioni barbariche e il nascere delle scritture nazionali
Il particolarismo grafico
Corsive nuove
Minuscole librarie
Semicorsive
Onciali e semionciali
rustiche
precaroline
Scritture elaborate in uno
scrittorio con alcune lettere
caratteristiche
Scritture nazionali
Diventano tipi se la loro durata è
consistente e se sono in uso fuori
dalla località dello scrittorio con cui
si identificano
Scrittura insulare
Origine irlandese o
inglese
(Nortumbria
Antifonario di Bangor,
minuscola irlandese sec. VII
S.Patrizio (+ 463) fonda i primi
monasteri in Irlanda; S.Colomba e i
monaci irlandesi evagelizzano
l’Inghilterra del nord (Iona, Lindisfarne)
Intorno alla metà del V sec. I Romani
abbandonano la Britannia
Gregorio Magno manda Agostino (di
Canterbury) nel 597 ad evangelizzare
l’Inghilterra
Maiuscola insulare
Evangelario di
Lindisfarne a.700
Scrittura anglosassone
Scrittura maiuscola insulare
o semionciale insulare
• Caratteristiche della maiuscola insulare:
Rotondità
Schiacciamento delle forme
Sviluppo minimo delle aste
Triangolo alla fine delle aste alte (dente di lupo)
Alfabeto
maiuscolo
derivato dalle
antiche scritture
runiche
b a bauletto
d onciale o con asta diritta
F maiuscola col tratto mediato poggiato
sul rigo
N maiuscola con l’asta trasversale quasi
orizzontale
g minuscola col la testa formata da una
linea orizzontale
A
M
U
Maiuscola insulare
Maiuscola anglosassone II metà
sec. VIII Vangeli
E’ detta
semionciale
insulare
Scrittura minuscola insulare
Minuscola insulare sec. VIII
Agostino De Trinitate
Minuscola insulare Girolamo In Matthaeum
Lorsch fine sec. VIII inizio sec. IX
Minuscola insulare
Scrittura insulare sec. VIII
Nortumbria ( Lindisfarne)
a
in 3tratti
p
con occhiello
aperto in basso
r
simile ad n
s
q
con asta prolungata
In 3 tempi, con occhiello chiuso sotto il rigo
da un tratto orizzontale
Legature
li si
mi
gi ei
Scrittura minuscola
anglosassone
et
per
mo
ma
nit
vit
mu
dit
Abbreviazioni
Evangeliario di Lindisfarne (a.700 ca) scrittura
anglosassone
Scrittura irlandese
Evangeliario di Kells fine sec. VII
Scrittura visigotica
• La provincia di Hispania cadde sotto il dominio dei Visigoti
nella II metà del sec. V
Scrittura
corsiva latina
Scrittura libraria
onciale e semionciale
Il maggior erudito del
medioevo europeo
Atti amministrativi
Il vescovo Isidoro di Siviglia(560-636)
scrisse Etymologiae (risultati della
scienza nel mondo antico)
Dopo la conversione del re visigoto Recaredo all’ortodossia
cattolica con il Concilio di Toledo (589) risorge l’antica cultura
latina
la penisola
spagnola
Periodo arabo
La riconquista
Scrittura visigotica
corsiva
• Inizia nel sec. VII, durante il sec. VIII e ancora più nel sec.
IX:si distingue per i tratteggi dritti, molto ricchi in legature,con
qualche influsso stilistico dalla scrittura arabica (tratteggi
verso sinistra e uso di abbreviazioni, in cui si omettono le
vocali)
legature
e
g
d
ti
et
Scrittura visigotica
corsiva
Codice Ovetense a.779 ca. Escorial,
Biblioteca di S.Lorenzo
Scrittura visigotica libraria
o minuscola visigotica
Inizio : metà sec. VII
• Si assesta nel sec.VIII in modo tale da diventare perfetta dal punto
di vista calligrafico agli inizi del sec. IX, quasi un secolo prima che
la città di Córdoba divenisse la capitale del Califfato indipendente
da Bagdad
Origine: minuscola corsiva con influssi delle scritture onciale e
semionciale
A. Millares Carlo afferma invece:
• la visigotica libraria (o“rotonda”) sarebbe stata un adattamento delle
forme della minuscola romana antica sorta dalla nuova (minuscola)
corsiva romana e che,durante i tempi successivi sarebbe divenuta
più perfezionata e calligrafica.
• Lo sviluppo della visigotica libraria avrebbe avuto un decorso
parallelo a quello della visigotica corsiva.
Scrittura visigotica libraria o
minuscola visigotica
a.743 S.Isidoro Etymologiae
Alfabeto capitale con lettere
ornate e aste clavate di gusto
arabo
Scrittura visigotica libraria
o minuscola visigotica