PREMESSA CHE COS`E` IL POF “Il Piano dell
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PREMESSA CHE COS`E` IL POF “Il Piano dell
PREMESSA CHE COS’E’ IL P.O.F. “Il Piano dell’Offerta Formativa (P.O.F) è il documento fondamentale costituitivo dell’identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione nell’ambito curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa che le singole scuole adottano nell’ambito della loro autonomia” ( regolamento dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, Dpr 275/99 ). Il P.O.F. è un documento di: ° identità dell’Istituto che definisce il quadro delle finalità, degli obiettivi e delle scelte del servizio formativo; ° progettazione delle attività, dei contenuti, delle modalità che permettono l’attuazione dell’offerta formativa; ° riferimento che regola la vita dell’Istituto. Il P.O.F viene elaborato dal Collegio Docenti dell’istituto ed è un documento flessibile che può essere rielaborato e aggiornato. Il P.O.F. è quindi una presentazione della Scuola: per sapere da dove si parte e dove si vuole arrivare. La scuola dell’Infanzia Maria Consolatrice si trova nel quartiere periferico di Casalbertone, che presenta le seguenti caratteristiche: quartiere un po’ isolato dal resto della città; assenza di strutture pubbliche ( parco, biblioteca, cinema, strutture sportive, ecc.); presenza di un grande centro commerciale, dove si ritrovano molti abitanti del quartiere; presenza di una comunità parrocchiale molto attiva; popolazione con livello culturale medio, anche se si evidenziano carenze linguistiche con forte caratterizzazione del dialetto “romanesco”; attività lavorative eterogenee (operai, impiegati, commercianti, liberi professionisti); gli abitanti godono di un discreto benessere economico, ma sono presenti anche situazioni di precarietà; inserimento recente e non molto diffuso di cittadini extracomunitari di etnie diverse; famiglie, in genere, di tipo tradizionale, con forte presenza della figura dei nonni; la composizione media dei nuclei familiari è di 4 persone. 1 La scuola dell’Infanzia ha durata triennale, dai 3 ai 6 anni. 3 sezioni eterogenee (Sezione Fiordaliso, Tulipano, Margherita), composte, in media,da circa 25 bambini/e. La scuola dell’Infanzia è composta da: 3 aule, ampio corridoio con armadietti, servizi igienici, 1 sala per le attività di accoglienza e di gioco, sala mensa, cucina con dispensa, segreteria, cortile attrezzato con giochi, palestra per l’attività motoria. Nelle aule si trovano angoli strutturati (angolo lettura con piccola biblioteca, angolo cucina, angolo dei travestimenti, angoli mobili strutturati in base ai bisogni dei bambini) e questi hanno a disposizione spazi e materiali per giochi e attività grafico pittoriche e manipolative. La scuola dell’Infanzia inizia nel mese di settembre e termina nel mese di giugno, con le festività previste dal calendario scolastico del Ministero della Pubblica Istruzione. La scuola è aperta dal lunedì al venerdì dalle 7.30 (con la prima accoglienza) alle 15.45. Le entrate e le uscite sono così distribuite nell’arco della giornata: Prescuola: dalle ore 7.30 alle ore 8.00 Entrata normale: dalle ore 8.00 alle ore 9.00 1° uscita: ore 13.00 2° uscita: ore 15.45 La giornata scolastica è suddivisa in fasce orarie connotate da una loro specificità, con una certa flessibilità, in quanto i tempi hanno un valore indicativo: ore 7.30 – 9.00: accoglienza in sala giochi ore 9.15 – 11.30: attività di routine e didattica – educativa in sezione ore 11.40 – 12.15: pranzo ore 12.15 – 14.00: attività ricreative ore 14.00 – 15.30: attività didattica – educativa in sezione ore 15.30 – 15.40: riordino ore 15.45: uscita. 2 La scuola dell’Infanzia accoglie i bambini/e a partire dai 3 anni ai 6 anni. All’inizio dell’anno scolastico l’inserimento dei nuovi avviene gradualmente, rispettando i tempi e la personalità di ciascun bambino. Le insegnanti concordano, poi, con i genitori tempi e modi per il prolungamento graduale dell’orario, sempre nel rispetto dei ritmi di ogni bambino. La scuola è organizzata secondo lo schema delle sezioni eterogenee che si aprono e si differenziano nell’intersezione. La sezione è il punto di riferimento principale perché offre al bambino elementi di familiarità e di sicurezza affettiva, sia nell’individuazione dei propri compagni, sia nella sperimentazione dei primi schemi relazionali allargati, che includono sia un gruppo della stessa età che adulti significativi (le insegnanti). Il pregio della sezione eterogenea è poter consentire a tutti e a ciascuno di farsi grande accanto ai grandi e di tornare piccoli, senza rinunciare ad essere se stessi. Il modello organizzativo dell’intersezione permette, invece, attività diverse, specifiche e calibrate sulle risorse delle varie età. L’intersezione permette una diversa organizzazione dei bambini presenti nelle diverse sezioni e dà luogo a specifiche attività, soprattutto quelle di ricerca, difficilmente attuabili nella sezione. Nel corso dell’anno scolastico si svolgono alcune uscite didattiche, per offrire al bambino la possibilità di incontrare e vedere nuovi ambienti, legati ai momenti di lavoro a scuola. La scuola dell’Infanzia si propone di promuovere “la formazione integrale” del bambino e lo sviluppo della sua personalità per portarlo alla: maturazione della sua identità, umana e cristiana, sviluppando l’appartenenza alla famiglia, alla comunità parrocchiale e all’intera famiglia umana; conquista dell’autonomia, promuovendo il rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente, la solidarietà, la giustizia e l’impegno ad agire per il bene comune; sviluppo delle competenze cognitive, linguistiche, emotive, motorie e sociali, come primo approccio alle conoscenze e agli strumenti culturali, con i quali la persona esprime il tentativo di organizzare la propria esperienza, di esplorare e ricostruire la realtà; sviluppo del senso della cittadinanza, per “scoprire gli altri, i loro bisogni, il rispettoso rapporto uomo-natura,l’attenzione al punto di vista dell’altro”. ( Nuovi Orientamenti scuola materna 1991 e Indicazioni nazionali del 2003 ). Il fine della scuola dell’Infanzia è anche quello di trasformare le capacità di ogni bambino in competenze, grazie alle Unità di apprendimento, programmate dalle insegnanti, dopo attenta osservazione sistematica. Le Unità di Apprendimento sono mirate al raggiungimento degli Obiettivi Formativi, che sono formulati 3 dall’adattamento degli Obiettivi Specifici di apprendimento, raggruppati in 4 aree ( campi di esperienza ): Corpo in movimento (promozione della coscienza del proprio corpo); I discorsi e le parole – Linguaggi, creatività, espressione (acquisizione della capacità di comunicazione e di espressione verbale, utilizzo critico e creativo di strumenti, materiali e mezzi); La conoscenza del mondo (acquisizione di atteggiamenti e di abilità di tipo scientifico, acquisizione di strumenti adeguati per risolvere problemi); Il se’ e l’altro (promozione della capacità di riconoscere e di rispettare norme di vita e di cooperare con gli altri). L’Unità di Apprendimento consiste nell’organizzare in maniera metodica gli Obiettivi formativi che, tramite attività diverse, metodologie differenti, soluzioni organizzative e modalità di verifica, formano il percorso di ogni bambino. L’insieme delle Unità di Apprendimento costituiscono il Piano Personalizzato delle attività educative. Per far raggiungere una buona crescita affettiva ed emotiva, uno sviluppo equilibrato e una maturazione soddisfacente sotto tutti i punti di vista, l’insegnante deve assumere determinati atteggiamenti e strategie: Ascoltare i bisogni dei bambini, guidarli, comprenderli e valorizzarli; Assumere atteggiamenti di disponibilità a comprendere i bambini e a condividere i loro stati d’animo e i loro punti di vista; Dare sicurezza per favorire l’autostima; Rispettare i tempi di ogni bambino; Non sostituirsi a lui dandogli la possibilità di provare; Favorire diverse forme di scambio e rendere possibile l’interazione, per facilitare la soluzione dei problemi, le attività complesse, sollecitando a dare e a ricevere spiegazioni; Promuovere l’assunzione di positive abitudini; Fornire punti di riferimento sicuri e costanti; Favorire l’integrazione delle diversità; Predisporre un ambiente stimolante, tranquillo e sereno; Definire le regole da seguire; Utilizzare varie modalità di raggruppamento; Organizzare spazi e tempi dettagliatamente; Proporre un armonico alternarsi di attività che richiedono una diversa intensità di impegno, con attività libere e strutturate ed esperienze individuali e di gruppo. Nella scuola dell’Infanzia grande importanza viene data alla valorizzazione del gioco, all’esplorazione, alla ricerca, alla vita di relazione e alla mediazione didattica. Il gioco è inteso come risorsa privilegiata di apprendimento e di relazioni; si coltivano esperienze di gioco e di apprendimento a livello di gruppo, perché il bambino possa superare la fase egocentrica, realizzare le proprie potenzialità e rivelarsi a se stesso 4 e agli altri. Si lavora per inserire l’originaria curiosità del bambino in un positivo clima di esplorazione e di ricerca, per disciplinare la sua curiosità e potenziare la motivazione e il gusto della scoperta. Notevole importanza è data alle attività di sezione e intersezione perché sono fondamentali per l’equilibrio psicofisico e per la ricchezza delle stimolazioni. Sia gli obiettivi che i contenuti relativi ad ogni proposta didattica, sono individuati rispettando sempre tempi e ritmi di apprendimento dei bambini, per avviare una sequenza graduale di occasioni, suggestioni e situazioni che consentono la conquista di una maggiore sicurezza e di una prima organizzazione delle conoscenze. I primi giorni di scuola rappresentano un momento molto delicato sia per i bambini sia per i loro genitori. Compito della scuola è fare il possibile perché l’esperienza di questo primo periodo sia vissuta in maniera positiva, affinché il momento del distacco avvenga in maniera serena per rendere così piacevole l’idea del ritorno a scuola. Per conseguire quest’obiettivo è fondamentale il tessuto di relazioni che il bambino riesce a stabilire con i compagni, le insegnanti e tutto il personale scolastico. Le attività svolte all’inizio dell’anno saranno, pertanto, mirate al raggiungimento dello scopo di creare un clima di familiarità, amicizia e gioia all’interno della sezione e con gli altri bambini della scuola. I giochi e le attività si svolgeranno con tempi elastici, attraverso modalità strutturate e durante il gioco libero e spontaneo dei bambini. E’ necessario, in questa fase, cogliere l’occasione per favorire la costruzione di nuove relazioni di collaborazione fra scuola e famiglia. La continuità nasce dall’esigenza primaria di garantire il diritto dell’alunno ad un percorso formativo organico e completo. Nella nostra scuola dell’Infanzia si organizzano forme di raccordo per far sì che il percorso formativo segua una logica di sviluppo coerente che valorizzi le competenze già acquisite dal bambino e riconosca la specificità e la pari dignità educativa di ciascuna scuola. La continuità è sia verticale sia orizzontale: la verticale è il collegamento tra l’asilo nido e la scuola primaria, nel rispetto degli indirizzi didattici. La continuità orizzontale è l’opera didattica continua nelle sezioni aperte, il rapporto scuola – famiglia e scuola – territorio. I rapporti con le famiglie sono d’importanza primaria come occasione di partecipazione diretta e come fonte d’informazioni utili alla programmazione dell’attività scolastica. Ai fini della realizzazione di adeguati raccordi assumono particolare rilievo i colloqui scuola – famiglia al momento del primo ingresso dei bambini nella scuola dell’infanzia. E’ evidente che il rapporto di comunicazione e di scambio con le famiglie è particolarmente importante per gli alunni appartenenti a culture diverse. Inoltre, nel momento del passaggio dalla scuola dell’Infanzia alla primaria, si promuovono incontri di conoscenza tra i bambini e i futuri docenti dell’istituto e momenti di collaborazione tra gli alunni delle classi degli anni ponte. 5 La valutazione è un momento fondamentale per la formazione del bambino ed è il risultato dell’osservazione sistematica e della descrizione del suo comportamento in situazione di attività didattica, di gioco, ricreativa e di comunicazione. Tiene conto degli apprendimenti, riconoscendo le diverse capacità e le differenti situazioni emotive ed affettive. Il momento della valutazione fa parte della programmazione e con essa si integra. E’ un processo costante e continuo che deve avvalersi delle verifiche per misurare i progressi fatti, per promuovere, sostenere e rafforzare i progressi di ogni bambino. Tale verifica deve anche essere intesa come analisi approfondita del programma attuato dall’insegnante, che deve essere in grado di attivare un costante adeguamento al proprio percorso educativo e didattico. Si valuta: all’inizio, per conoscere la situazione d’ingresso del bambino ed assumere poi le decisioni migliori per impostare il piano di studio personalizzato; in itinere, per conoscere e regolare continuamente il processo di insegnamento e di apprendimento; alla fine di ogni unità di apprendimento per accertare i risultati conseguiti e certificare le competenze raggiunte. Si verifica, quindi: il livello raggiunto relativamente alla costruzione dell’identità personale, alla conquista dell’autonomia e allo sviluppo delle competenze; il gradi di motivazione che i bambini riescono a mantenere durante il percorso didattico, oltre il risultato finale; l’efficacia del percorso didattico programmato e della metodologia scelta. E’ prevista, inoltre, la verifica del livello di maturità raggiunto dai bambini al termine della frequenza alla scuola dell’infanzia. L’insegnante compila per ogni bambino un fascicolo personale per registrare le competenze raggiunte e i comportamenti socio – emotivi. La scuola dell’Infanzia dispone di personale direttivo, docente, ausiliario e amministrativo, provvisto di titoli di studio e dei requisiti di legge necessari per le attività che svolge. L’organico della scuola dell’Infanzia è così composto: Superiora come Ente Gestore, Coordinatrice dell’attività didattica, 6 3 insegnanti laiche titolari di sezione , tutte regolarmente munite di titolo specifico per insegnare nella scuola dell’infanzia e di abilitazione all’insegnamento; 3 assistenti religiose a supporto delle insegnanti, 1 segretaria, 3 ausiliarie laiche addette alla pulizia degli ambienti, 3 addette alla cucina ( 1 religiosa e 2 laiche ). La scuola dell’Infanzia aderisce alle iniziative formative e di aggiornamento organizzate dalla F.I.S.M ( Federazione italiana scuole materne ); fa parte anche di una rete di coordinamento con altre scuole dell’Infanzia F.I.S.M del territorio. Le insegnanti seguono un percorso di formazione e aggiornamento permanente, svolto attraverso: 1 aggiornamento annuale, all’inizio dell’anno scolastico, e periodici corsi svolti dalle coordinatrici psico – pedagogiche della F.I.S.M. Si documentano inoltre, su apposite riviste specializzate per l’aggiornamento e l’approfondimento di tematiche inerenti la scuola e la sua organizzazione ( Scuola dell’Infanzia della Giunti Editore, Didattica Operativa delle Edizioni Del Borgo, Scuola materna per l’educazione dell’Infanzia dell’Editrice La Scuola ), e approfondiscono particolari tematiche consultando specifici testi. L’azione educativa raggiunge il suo fine quando la comunità educante (personale della scuola e genitori) agisce unitariamente, in una prospettiva di crescita e di formazione permanente. Per attuare e dare significato alla partecipazione e alla collaborazione dei genitori la scuola dell’Infanzia si avvale dei seguenti Organi Collegiali: Collegio dei docenti Consiglio d’Istituto Consiglio scuola dell’Infanzia Assemblea d’Intersezione Assemblea di sezione Il bambino ha la radice e il principale riferimento nella sua famiglia, che è il luogo nel quale impara a vivere e a stare di fronte alla realtà. La famiglia tradizionale è, però, negli ultimi tempi molto cambiata: i genitori risentono del ritmo di vita sempre più frenetico, di un’accentuata rincorsa al benessere economico, spesso non hanno il tempo necessario per l’educazione dei figli, evitano di entrare in “conflitto” con loro elargendo ampi “sì” alle loro richieste, tendono ad essere più “amici” che genitori e, quando hanno un solo bambino, su di lui si concentra molta attenzione e troppe aspettative. All’ingresso del bambino nella scuola, sia asilo nido sia dell’infanzia, 7 l’interesse delle famiglie è, spesso, appena sufficiente: si presta più attenzione a ciò che il bambino mangia o alle sue necessità fisiologiche che non a ciò che fa e al suo comportamento. La famiglia deve essere, quindi, la prima responsabile dell’educazione dei figli, ma, viste le crescenti difficoltà, la scuola deve affiancarla ed aiutarla in questo cammino di formazione umana, culturale e religiosa. Accogliendo il bambino, la nostra scuola dell’infanzia sostiene e coinvolge la famiglia in un cammino educativo che non si esaurisce negli adempimenti scolastici (assemblee, consigli di classe, ecc.) ma prevede altre occasioni formative. La scuola non vuole sostituirsi alla famiglia ma ne condivide le difficoltà e le problematiche educative che la nostra società comporta, intervenendo secondo le necessità e delle possibilità. La scuola dell’infanzia Maria Consolatrice integra l’azione e sostiene l’azione della famiglia e: favorisce un clima di dialogo, di confronto e di aiuto nel rispetto delle reciproche competenze; sollecita incontri occasionali con le famiglie e ne promuove altri in modo sistematico, allo scopo di consentire uno scambio di informazioni; favorisce l’accoglienza personalizzata del bambino, creando un clima sereno, adatto a rendere meno traumatico il momento del distacco; adotta particolari strategie per favorire l’integrazione di tutti i bambini nel contesto educativo e l’instaurazione di corretti rapporti con i coetanei e gli adulti; chiede ad entrambi i genitori collaborazione continua e costante, in un rapporto di reciproca lealtà per garantire coerenza all’azione educativa; sensibilizza la famiglia affinché lo svolgimento di particolari momenti della vita scolastica, quali ricorrenze e incontri di festa, avvenga in forma di partecipazione attiva; organizza incontri di formazioni con specialisti delle scienze dell’educazione, sia laici sia religiosi, per affrontare e approfondire tematiche relative all’impegno educativo comune; offre ai genitori l’opportunità di consultare libri e riviste per facilitarli nell’affrontare situazioni particolari connesse con il processo di crescita del bambino. Nel corso dell’anno scolastico sono previste: una assemblea con tutti i genitori dei nuovi iscritti alla fine dell’anno scolastico precedente al loro inserimento, per spiegare le norme relative al funzionamento della scuola; visita dei genitori e del bambino a scuola prima dell’inizio della scuola; un colloquio con i genitori, sempre prima dell’inizio scolastico, con la compilazione di una scheda, per avere il maggior numero d’informazioni sulla storia del bambino; assemblee di sezione per fornire informazioni relative all’attività didattico – educativa; 8 colloqui individuali relativi alla situazione scolastica e educativa del bambino; incontri per la formazione dei genitori su tematiche educative ed informative. La scuola dell’Infanzia Maria Consolatrice affida alle famiglie un ruolo fondamentale e a loro richiede: accettazione cosciente dell’identità della scuola che si è scelta per il proprio bambino; consapevolezza che la scuola Maria Consolatrice, in quanto scuola cattolica, ritiene essenziale la proposta del messaggio di Cristo come risposta ai problemi della vita; impegno nella formazione morale, religiosa e culturale dei figli; presenza attiva e responsabile, accanto agli insegnanti, nei momenti importanti della vita scolastica, senza facili deleghe alla scuola; costante interessamento al percorso didattico e educativo dei figli; partecipazione agli incontri periodici ( assemblee di classe, colloqui individuali, ecc. ) relativi alla situazione scolastica e al livello d’apprendimento del bambino, partecipazione alle attività della scuola come momento di riflessione e di crescita; comprendere ed accettare la realtà della sezione e della scuola nel suo evolversi dinamico e le conseguenti modalità delle attività; cooperare perché a casa e a scuola il bambino trovi atteggiamenti analoghi; prendere visione del Progetto Educativo e didattico della scuola per prendere coscienza e condividere gli obiettivi didattici e educativi. Il monitoraggio costituisce la dimensione che sollecita il continuo rimodellamento degli obiettivi, delle proposte e delle attività. Per autovalutarsi le strategie e gli strumenti adottati sono, per ora, questi: Valutazione iniziale dei dati raccolti sulle risorse della scuola, sull’utenza, sul territorio, sui livelli d’apprendimento degli alunni; Resoconti, in itinere e alla fine dell’anno scolastico, da parte dei docenti sulle attività svolte; Discussioni fra insegnanti e genitori durante incontri formativi; Colloqui individuali con i genitori; Questionari per i genitori; Banca dati per la raccolta delle documentazioni. 9