It`s time for design: da Montalcino a Londra, sei giovani progettisti

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It`s time for design: da Montalcino a Londra, sei giovani progettisti
21 settembre 2016 delle ore 21:12
It's time for design: da Montalcino a Londra, sei
giovani progettisti, per raccontare il senso
dell'abitare tra tradizione e tecnologia
È da poco iniziato nel prestigioso Hotel Me il
London Design Festival che prosegue fino al
25 settembre. Presentato durante l'anteprima
italiana tra le splendide colline senesi di
Montalcino, MOS (Matter Of Stuff) in
collaborazione con OCRA (Officina Creativa
dell'Abitare e Scuola Permanente dell'Abitare)
ha inaugurato la I edizione della Montalcino
Design Week che dal 17 settembre ha valicato
le frontiere volando nella capitale britannica.
Mentre in Italia, la mostra è ancora visitabile
(fino al 30 novembre) nel complesso di
Sant'Agostino, nella metropoli inglese l'hotel
espone oltre alle opere dei sei vincitori della
residenza (Alessandro Zambelli, Tim Vanlier,
Studio Uufie, Rimasta Libertiny, Olga
Bielawska, Nina Choe) anche i lavori di
Sebastian Bergne e il Banfi Wine &
Design. Il segno d'innovazione del festival è
dato dal modo d'intendere i materiali, il marmo
e il metallo in particolare. E soprattutto
dall'originalità della ricerca che si rivolge
all'utilizzo, quanto mai insolito, se non del tutto
pionieristico di questi materiali fusi insieme. In
un connubio di grande creatività, i prodotti sono
stati selezionati durante il mese di residenza e
poi realizzati con le due aziende locali, Toscari
e Carrara Factory. Tra i partecipanti spicca il
lavoro in chiave liberty di Alessandro Zambelli
Marque, che unisce due mondi indifferenti uno
all'altro, l'ebanisteria e il metallo. Zambelli
recupera l'elemento decorativo del legno (foto
sopra) riportandolo nel metallo e grazie alle
variazioni di tonalità del processo di
ossidazione; il risultato è diverso e rispetto al
tempo di immersione nell'acido si producono
gradazioni di colore differenti, dall'acqua
marina al turchese. Un'altra esperienza di
design visivo tattile è il lavoro di Tim Vanlier.
Con un focus specifico ha sperimentato l'uso
del metallo con una resa plastica quasi legnosa,
molto stratificata, grezza ma di grande effetto.
Dopo un'emozionante visita alle cave di
Carrara, Olga Bielawska ha capito che con la
sua ricerca voleva creare un'illusione ottica
dando al materiale le stesse venature del
marmo. L'esito è The veiled una serie di tavoli
coperti da un pattern in bianco e nero che
appunto crea l'illusione di un drappeggio. Lo
studio di architettura Uufie ha prodotto durante
la residenza italiana, ora esposto a Londra, un
tavolo detto Eco. Senza gambe (sono schizzi
d'acqua) né peso né spessore, l'oggetto di design
presenta le venature del legno impresse nel
metallo liquido. In generale, quindi, gli oggetti
venuti fuori da questa lunga fase di
sedimentazione in Italia hanno un carattere del
tutto innovativo per il concetto di design. Grazie
allo sponsor dell'evento, Banfi, una delle più
prestigiose cantine vinicole, inoltre è stata
realizzata una linea di bottiglie con un' etichetta
speciale. E così, unendo tradizione e tecnologia,
ancora oggi un oggetto di design è in grado di
mettere a fuoco una storia che racconti
perfettamente il vero senso dell'abitare. Questo
anche lo scopo della "Scuola Permanente
dell'Abitare" promotore dell'evento il cui
principio cardine vive nelle relazioni che il
luogo, la casa dove si vive instaura
profondamente con chi vi abita. (Anna De Fazio
Siciliano)
In home page: Installazione all'Hotel Me
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