Diapositiva 1 - Parco di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli

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Diapositiva 1 - Parco di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli
Le Dune costiere: Esperienze di gestione europee ed italiane a confronto
Cascine Vecchie di San Rossore - PISA, 12 dicembre 2008
Repertorio nazionale degli
interventi di ripristino
degli ecosistemi marino
costieri nelle Aree protette
Luciano Onori
ISPRA
Istituto Superiore per la Protezione
e la Ricerca Ambientale
([email protected])
Luciano Onori - Repertorio nazionale degli interventi di ripristino degli ecosistemi marino costieri nelle Aree protette
1
Introduzione
La coste non sono una linea di separazione tra terra e mare, ma
ecosistemi di transizione, tra quelli sub aerei e quelli sottomarini
Le dune delle coste sabbiose, spesso associate a zone umide
retrodunali, sono tra gli ecosistemi più minacciati (a livello
mondiale e nazionale) dalla pressione antropica
Nonostante la struttura dinamica e la capacità di recupero delle loro
comunità biotiche, sono vulnerabili per le limitate estensioni
(eccessiva frammentazione)
Rispetto agli ecosistemi terrestri, conservano habitat ormai
residuali con comunità animali e vegetali semplificate, a basso
numero di specie (spesso esclusive)
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Valenza delle dune
Sono elementi geomorfologici in grado di fornire sabbia alla
spiaggia antistante, soprattutto nelle fasi di deficit (serbatoi
sedimentari)
Rappresentano un ostacolo in grado di fronteggiare le
ingressioni marine e difendere la vegetazione retrostante
dall’aerosol salino del moto ondoso
Rivestono un ruolo strategico, quale riserva di acqua dolce, nel
contrastare l’intrusione del cuneo salino
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Perché proteggerle
Esigenze primarie delle strategie di protezione, nazionali e
comunitarie, degli ecosistemi dunali sono:
• la conservazione e la conseguente riduzione della loro
frammentazione (interventi di ripristino)
• l’acquisizione e la diffusione delle migliori conoscenze di
base (sulle comunità biotiche, sulle dinamiche
idrologiche, geo - morfologiche, meteo - marine etc.)
• la sensibilizzazione e il coinvolgimento dell’opinione
pubblica per azioni di salvaguardia sempre più partecipate e
consapevoli
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Il valore aggiunto delle Aree naturali protette
In Italia, secondo il WWF, sono solo una decina i tratti di costa a
dune, significativi per sviluppo e importanza
Molti ricadono in Aree protette, per il loro elevato valore
naturalistico, e sono oggetto d’interventi di ripristino con le
tecniche d’Ingegneria naturalistica in grado di:
• ricostruire o innescare ecosistemi paranaturali
• realizzare ambienti idonei alle comunità vegetali e/o
animali
• armonizzare l’opera con il paesaggio naturale circostante
Le Aree protette, oltre alla conservazione dei beni naturali,
diventano così dei laboratori per interventi ecocompatibili
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Il binomio dinamico di Kuhnholz Lordat
Una considerazione, non banale, è l’aspetto naturale
dell’interazione tra vento e vegetazione nella formazione dei
sistemi dunali
La brezza marina
sposta verso l’interno
la sabbia, che bloccata
da un qualsiasi
ostacolo si accumula
consentendo l’impianto
spontaneo della
vegetazione
“Duna” di Castelporziano
“Duna” di Castelporziano
(Foto L. Onori – ISPRA. Sopralluogo dell’aprile 2008)
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In Tunisia, si è soliti proteggere dalla sabbia le strade ponendo
ai loro bordi graticciate con foglie di palma…
“Dune” tunisine (Foto Angela B.)
…determinando così le
condizioni naturali per la
formazione di dune
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Come proteggerle
L’uso “spontaneo” del territorio è spesso in conflitto con quello
“programmato”, come dimostrano i fenomeni di abusivismo
edilizio, che nella fascia costiera e nelle Aree protette si
esprimono ai massimi livelli
La pianificazione urbanistica e territoriale è lo strumento che
disciplina la compatibilità delle diverse forme d’uso del
territorio, coordinandole in modo da ottimizzarle
Fondamentali risultano, pertanto, l’applicazione degli strumenti
pianificatori, a scala vasta e di dettaglio, e una gestione integrata
della costa anche per contenere il degrado delle aree dunali
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Duna
sabbiosa
formatasi
durante la
stagione
invernale.
Prima
dell'apertura
della nuova
stagione
turistica verrà
spianata
Sic IT3250013 Laguna del Mort e pinete di Eraclea (Litorale veneto)
(Foto di Stefano
D'Alterio e
didascalia dal
sito
www.lifedune.it)
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ISPRA (già APAT), fin dal 2005, ha avviato una ricerca finalizzata alla
conoscenza degli interventi di rinaturazione e di ripristino realizzati nelle
diverse realtà ambientali delle Aree protette nazionali:
a) nel Parco Nazionale del
Vesuvio, per la ricolonizzazione,
con specie autoctone arbustive
e arboree, di aree caratterizzate
da bassi tassi di umidità e
relativa siccità
b) nella Regione Autonoma del
Friuli Venezia Giulia, per la
rinaturazione
e
sistemazione
idraulico-forestale dei versanti o
delle sponde di torrenti in aree ad
elevata disponibilità idrica
c) nella Riserva Naturale della
Foce
dell’Isonzo,
per
la
rinaturazione e il ripristino di
zone
umide,
attraverso
il
controllo dei flussi idrici, la
sottrazione dell'area alla caccia,
il controllo degli habitat etc.
(Foto L. Onori – ISPRA, 2004)
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I risultati della ricerca sugli interventi di rinaturazione e di
ripristino realizzati nelle Aree protette hanno consentito:
1)
la pubblicazione del volume: “La
rinaturalizzazione e il risanamento
dell'ambiente per la conservazione della
biodiversità”
(disponibile sul sito www.apat.it)
1) la realizzazione
della banca dati
SARA Sistema delle
Agenzie e
Rinaturalizzazione
Ambientale relativa agli
ecotipi regionali
vegetazionali e
alle loro
caratteristiche
biotecniche
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Il Gruppo di Lavoro ISPRA
Nel 2008 è stato istituito un Gruppo di Lavoro per realizzare il
primo Repertorio nazionale degli interventi di ripristino degli
ecosistemi marino costieri, sempre in Aree protette, attraverso la
raccolta sistematica di dati e informazioni sulle opere effettuate
in Italia per:
• la ricolonizzazione delle praterie marine a fanerogame
• la ricostituzione delle formazioni a corallo rosso
• la diversificazione degli habitat sottomarini con barriere
artificiali
• il ripristino dei sistemi dunali e la difesa delle coste
sabbiose con interventi eco compatibili (ad es., con
l’Ingegneria naturalistica)
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Componenti del Gruppo di Lavoro
Servizio Aree protette e Pianificazione
territoriale
Dipartimento Difesa della natura
APAT
Dipartimento Tutela delle acque interne e marine
Servizio Carta della Natura
Servizio Uso sostenibile delle risorse naturali
Campanelli Francesco
Servizio Tutela della biodiversità
Jacomini Carlo
Servizio Difesa delle coste
Dipartimento Attività bibliotecarie, documentali e per
Servizio Educazione e formazione ambientale
l'informazione
AIPIN
D’Antoni Susanna
Natalia Maria Cecilia
Onori Luciano
Bianco Pietro Massimo
Morigi Massimo
Morucci Sara
Sinapi Laura
Bonaventura Silvia
Giuliani Andrea
Cornelini Paolo
Puglisi Salvatore
Sauli Giuliano
ENEA
Menegoni Patrizia
Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise
Giansante Carla
Studio Associato Geosphera
Bovina Giancarlo
Professionisti liberi
Brecciaroli Benedetta
Fatigati Marianna
Fattorini Simone
Paone Massimo
Piacentini Valentina
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Punti di forza del lavoro
• realizzazione di un team multidisciplinare
• ricerche bibliografiche, raccolta di dati e informazioni (WEB, interviste,
questionari etc.),
• sovrapposizione dei dati di “Carta della Natura” e del SIGC (Sistema
Informativo Geografico Costiero) di ISPRA
• integrazione del “punto di vista” a terra con quello a mare
• sopralluoghi mirati degli interventi più significativi
• collaborazioni con Istituti di ricerca pubblici (ENEA, CNR, Istituto
Zooprofilattico Sperimentale dell'Abruzzo e del Molise), Studi
professionali privati (Studio associato Geosphera), ONG (LIPU, WWF,
Legambiente), Associazioni di categoria (Associazione Italiana per
l’Ingegneria Naturalistica), esperti e professionisti delle comunità locali
• diffusione delle conoscenze tecniche acquisite (dati on line, corsi di
formazione, rapporti tecnici etc.) e proposte per la sensibilizzazione del
pubblico
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Metodologia e principali
risultati 1/4
A ciascun intervento censito
è stato attribuito un codice
numerico con il primo
numero che identifica la
Regione seguito da una
lettera
che
identifica
l’intervento specifico
Numero Interventi
Abruzzo
1
1a - Marina di Vasto
Campania
2
2a - Cilento
2b - Oasi del Variconi
Emilia Romagna
1
3a - Foce del Bevano
Lazio
5
4a - Montalto
4b - Macchiatonda
4c - Focene
4d - Castelporziano
4e - Dune del Circeo
Puglia
5
5a - Torre Guaceto
5b - Porto Cesareo
5c - Campomarino
5d - Marine di Chiatona e Lenne
5e – Duna e Lago di Lesina – Foce del
Fortore
Sardegna
Nella tabella sono elencati
parte dei 25 interventi finora
censiti,
suddivisi
per
Regione
2
6a - Dune di Piscinas
6b - Monte Russu
Sicilia
2
7a - Vendicari
7b - Selinunte
Toscana
3
8a - San Rossore
8b - Gombo
8c - Maremma
Veneto
2
9a - Penisola del Cavallino
9b - Litorale veneto
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Metodologia e principali risultati 2/4
I dati raccolti sono stati poi
georeferenziati con metodo GIS,
utilizzando
il
software
ESRI
ArcView versione 3.2 e basi
cartografiche 1:100.000, 1:25000 e
ortofotografie
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Metodologia e principali risultati 3/4
ottenendo così una
mappa della distribuzione
geografica degli
interventi finora
realizzati, o in via di
realizzazione, che
diventerà interattiva una
volta messa on line
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Metodologia e principali risultati 4/4
a) Estremi identificativi del
progetto
Esempio di scheda descrittiva
(1a Marina di Vasto)
•
•
denominazione del progetto
indicazione della località,
Comune, Provincia e Regione
in cui è stato realizzato
l’intervento
•
informazioni sull’eventuale
Area protetta nella quale è
stato realizzato l’intervento con
relativa mappa IGM
• lunghezza in metri del tratto di
costa e/o superficie di duna
interessati dal progetto
•
particolare con ortofotografia
dell’area di intervento
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b) Caratterizzazione dell’ambiente
naturale dell’area di intervento
Esempio di scheda descrittiva
(1a Marina di Vasto)
• lineamenti geomorfologici,
climatici e meteo climatici
• lineamenti floristici, faunistici e
degli habitat Natura2000 presenti
nel sito
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c) Dati tecnici
• motivazioni e obiettivi
dell’intervento
Esempio di scheda descrittiva
(1a Marina di Vasto)
• costi, ente finanziatore
e soggetti esecutori
• durata dei lavori
• tecniche impiegate
(Ingegneria naturalistica
e tradizionale)
• specie vegetali
utilizzate
• manutenzioni previste
• azioni di informazione
e sensibilizzazione della
comunità locale
• risultati ottenuti ed
eventuali benefici indotti
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Esempi di interventi di ripristino dei sistemi dunali censiti
Ampliamento e naturalizzazione della spiaggia del Cavallino (VE)
Il SIC comprende diverse
aree litoranee con elementi
comuni quali le formazioni
vegetazionali retodunali, le
dune
grigie
e
quelle
embrionali, separate da
strutture
a
vocazione
turistica
(campeggi
e
villaggi)
Livello di protezione dell’area:
SIC IT3250003 “Penisola del Cavallino biotopi litoranei”
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L’intervento, iniziato nel 1994 e
terminato nel 1998, rappresenta il
primo tentativo in Italia di
ricostruzione delle dune abbinato
al
ripascimento,
ovvero
al
versamento di idonei volumi di
sabbia in modo da ottenere un
avanzamento della spiaggia nelle
zone dove l'ampiezza era ridotta
(Foto aerea dell’intervento da www.salve.it)
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Minacce
Diminuito apporto sedimentario del fiume Piave
estesa erosione della spiaggia
Obiettivi
• difendere il territorio dagli attacchi del moto ondoso con una
protezione flessibile
• ricreare l’ambiente della fascia di transizione fra battigia e
ambiente retrodunale relitto
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Interventi effettuati
L'intervento
ha
comportato
l’ampliamento di 11 km di spiaggia,
con l'apporto di oltre 2.000.000 m3 di
sabbia, prelevata in mare a circa 20
km dalla costa veneziana
La nuova spiaggia è stata protetta con
32 scogliere in roccia trasversali alla
costa (pennelli), messi in opera con
cadenza, dimensioni e orientamento
ottimali per contrastare i fenomeni
erosivi
A integrazione delle opere hard, è
stato ripristinato l'antico cordone
dunale per complessivi 5 km
(Foto aerea dell’intervento, dal sito: www.salve.it)
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Tecniche di I. N. utilizzate
Sono state messe a dimora, nelle zone
sopravento,
741.380
piante
di
Ammophila
littoralis;
nelle
zone
sottovento, specie arbustive (Tamarix
gallica, Juniperus communis etc.) ed
arboree (Populus alba, Quercus
pubescens,
Quercus
ilex)
come
barriere frangivento
(Foto dell’intervento, dal sito: www.salve.it)
Ulteriori frangivento sono state delle
recinzioni di legno, anche per facilitare
l’accumulo di sabbia
Sono stati, infine, realizzati anche dei
passaggi pedonali per limitare il
calpestio dei fruitori dell’area dunale
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Ad agosto del 2008 ISPRA ha
effettuato un sopralluogo sul litorale
del Cavallino, con il Prof. Sandro
Pignatti
A distanza di anni dall’intervento,
l’area risulta fortemente antropizzata
ed il sistema dunale non appare ben
ricostruito: l’altezza delle dune è
piuttosto limitata ed è scarsa la
copertura del terreno da parte delle
piante
(Foto L. Onori – ISPRA.
Sopralluogo dell’agosto 2008
col Prof. Sandro Pignatti)
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Le poche specie naturali sono
prevalentemente
di
tipo
pioniero, con una notevole
presenza
di
elementi
sinantropici ed avventizi di
origine esotica…
…
così
come
sono
evidenti la forte pressione
antropica e la mancata
manutenzione
(Foto L. Onori – ISPRA. Sopralluogo dell’agosto 2008 col Prof. Sandro Pignatti)
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Passaggi pedonali abbandonati
(Punta Sabbioni)
Utilizzo balneare di tutto
l’arenile
(Faro Piave Vecchia)
(Foto L. Onori – ISPRA.
Sopralluogo dell’agosto 2008
col Prof. Sandro Pignatti)
Barriere antivento sfasciate
(Cà Savio)
Invasione di Oenothera e Ambrosia, specie aliene
(Ca’ Scarpa)
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O enothera biennis
Ambro sia m ar iti ma
Agropyrum junceum
Echinophora spinosa
C alystegia sol danella
Sporob olus pungens
Xanthi um ita licum
C on yza canadensis
C akil e maritim a
C en chr us incertus
Amm ophil a ar enar ia (nat.)
Amm ophil a ar enar ia (colt.)
Salsol a kal i
M edicago m ar ina
Sanguisorba mi nor
Eleagnus angustifoli a (colt.)
T rac homitum v enetum
H oloschoenus rom an us
Eryngium m ariti mum
Plantago i ndica
H ier acium florentinum
M elil otus alba
Poac. ind eterm.
T ortula ruraliformi s
H ypochaeris radic ata
Schoenus nig ricans
Ju ncus acutus
Eri anthus ravennae
T rac homitum v enetum
Blackstonia serotina
Plantago c rass ifo lia
Agros tis stolon ifer a maritim a
T rigloch in m ar itimu m
O dontites rubr a
Pulicaria dyse nter ica
C alama gr ostis epigej os
Ju ncus gerard i
H oloschoenus rom an us
C en ta urium pulch ellum
C he no po di um cfr. am ar anthicolor
Populus nigr a (c olt.)
3.1
3.1
1.2
1.2
+
+
(+)
(+)
2
3
DE
DV
PS
PS
200 1 50-200
95
70
50
50
4
AL
PS
50
15
50
1.1
+.2
1.1
4.5
1.1
6
DA
SC
2 00
70
50
7
DA
CS
250
95
50
8
RD
CS
100
90
1 .1
3 .1
1.1
+
1.1
5.1
Elaborazioni per ISPRA
(cortesemente fornite dal
Prof. Sandro Pignatti)
1.2
+
1.1
1.1
+
2.1
1.2
2.1
1 .1
+
+
5
UM
PS
30-40
1 00
50
+
1.1
+
2.3
2.2
1 .2
+
(+)
+
3.5
+
1.2
r
+.2
+
+
(+)
(+)
(Foto L. Onori – ISPRA.
Sopralluogo dell’agosto 2008)
l ocalità
altezza sul livello m ed io mare c m
co p. %
su perfi cie m q.
1
DE
PS
13 0
95
50
1.1
+
+
1.4
+
2.3
3.3
1.1
1.2
+
+
1.1
+
(+)
(+)
(+)
(+)
(+)
(+)
+
+°
D E - d un e emb rio na li
D V - d un e in ba ttu ta di ve nto
A L - a re ni le lib e ro
D A - d un a artificia le
R D - re tr o- du na
U M - am bien ti u m idi
P S - P u nta S ab bi on i
S C - Cà Sca rp a
C S - Cà Sa vio
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Rilevamenti effettuati dal Prof. Sandro Pignatti
e dal Dott. Pietro Bianco di ISPRA nell’agosto 2008
80
50
45
70
40
60
Frequency %
Frequency %
35
50
40
30
30
25
20
15
20
10
10
5
0
0
PSAM
NATIV
ANTR.
Condition 1954
ALIEN
PSAM
NATIV
ANTR.
ALIEN
Condition 2008
Confronto tra il 1954 e il 2008 della frequenza delle diverse specie
(dati elaborati dal Prof. Sandro Pignatti)
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Rilevamenti effettuati dal Prof. Sandro Pignatti
e dal Dott. Pietro Bianco di ISPRA nell’agosto 2008
CONDITIONS 2008
90
90
80
80
70
70
60
60
50
50
cover %
cover %
CONDITIONS 1954
40
40
30
30
20
20
10
10
0
0
PSAM
NATIV
ANTR.
ALIEN
PSA M
NA TIV
ANTR.
A LIEN
Confronto tra il 1954 e il 2008 delle abbondanze delle diverse specie
(dati elaborati dal Prof. Sandro Pignatti)
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Due esempi di progetti finanziati da LIFE NATURA
1) Completamento del ripristino e salvaguardia della duna
litoranea del P. N. del Circeo
L’esempio del Circeo rappresenta il più grande progetto di
restauro dunale effettuato finora in Italia (15Km di dune costiere)
nel tratto immediatamente a nord-ovest del promontorio del Circeo
Livelli di protezione dell’area:
• Parco Nazionale del Circeo
• SIC IT6040018 "Dune del Circeo"
Progetto LIFE95 NAT/IT/000739
“Completamento del ripristino e
salvaguardia della duna litoranea
del Parco Nazionale del Circeo”
Durata lavori: dal 01/01/1996 al
31/03/1999
Costo totale: 615.200 euro
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Il cordone dunale del Circeo è
costituito da sabbie fossili (si è
formato intorno a 10.000 anni fa)
ed ha un’estensione di circa
30Km e un’altezza media di
12Km, con un minimo di 10m ed
un massimo di 27m
(Foto L. Onori – ISPRA)
(Foto P. Orlandi – ISPRA)
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Minacce
• Ruscellamento provocato dalla strada litoranea
• Pulizia meccanica della spiaggia
• Eccessivo carico turismo
erosione
scomparsa delle dune
embrionali
blowout, aumento della velocità
del vento, perdita di vegetazione
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34
Interventi effettuati
• sono state realizzate strutture
per impedire il passaggio dei
bagnanti
sulle
dune
(passerelle, recinzioni, pannelli
informativi e picchetti per
dissuadere il parcheggio)
• è stato rimosso l’asfalto per
3km di strada costiera, allo
scopo di innescare il processo
di rinaturalizzazione
• sono state usate moderne
tecniche
d’Ingegneria
naturalistica
per
la
ricostruzione delle dune
(Foto L. Onori – ISPRA.
Sopralluogo del giugno 2008
col Dott. Giancarlo Bovina e il
Prof. Salvatore Puglisi)
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Tecniche di I. N. utilizzate
• sistemi frangivento di differente forma e
dimensione
• barriere basali in viminata per lo
smorzamento del moto ondoso
• opere di contenimento e consolidamento
delle sabbie con viminate associate a bioreti
in fibra di cocco
• piantumazione di 40.000 piante locali
(Foto L. Onori – ISPRA.
Sopralluogo del giugno 2008
col Dott. Giancarlo Bovina e il
Prof. Salvatore Puglisi)
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Risultati ottenuti
A distanza di anni l’intervento sembra pienamente
riuscito, la vegetazione è ricresciuta e la duna si
sta ricostruendo
(Foto L. Onori – ISPRA.
Sopralluogo del giugno 2008
col Dott. Giancarlo Bovina e il
Prof. Salvatore Puglisi)
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In alcuni punti sono però evidenti i segni della mancata manutenzione
(Foto L. Onori – ISPRA. Sopralluogo del giugno 2008
col Dott. Giancarlo Bovina e il Prof. Salvatore Puglisi)
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2) Conservazione e gestione degli habitat della Riserva Naturale
Orientata di Vendicari
Il
secondo
esempio
d’intervento
finanziato
attraverso
progetti
LIFE
riguarda la Riserva Naturale
Orientata di Vendicari, un
vasto sistema umido tra i più
importanti ed estesi della
Sicilia
Livelli di protezione dell’area:
• Riserva Naturale Orientata di Vendicari
• SIC ITA090002 “Vendicari”
• ZPS “Vendicari”
Progetto LIFE02 NAT/IT/008533
Conservazione e gestione
degli habitat della Z.P.S.
“Vendicari”
Durata lavori: dal 01/07/2002 al
30/06/2005
Costo totale: 831.180 euro
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39
Conservazione e gestione degli habitat della Riserva Naturale Orientata di
Vendicari”
Intervento
realizzato tra il 2003
ed il 2005, in cui si
è
cercato
di
ricostruire circa 3
ettari
di
dune
andate distrutte a
causa dell’apertura
di una cava di
sabbia negli anni
settanta
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40
Elaborazioni ISPRA
CARTA DELLA NATURA – REGIONE SICILIA - Scala 1:50.000
Distribuzioni congiunte di altezza significativa e
direzione di provenienza delle onde
CORINE Biotopes (Habitat Natura 2000)
15.1 Vegetazione ad alofite con dominanza di Chenopodiacee
succulente annuali (cod. Natura 2000: 1310, 1410)
16.21 Dune mobili e dune bianche (cod. Natura 2000: 2110, 2120)
16.27 Ginepreti dunali (cod. Natura 2000: 2230*)
34.5 Prati aridi mediterranei
53.1 Vegetazione dei canneti e di specie simili
82.3 Colture di tipo estensivo e sistemi agricoli complessi
83.11 Oliveti
23 Acque salmastre e salate (non marine)
* Habitat prioritario
ISPRA - Servizio Difesa delle coste
ISPRA - Servizio Carta della Natura
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41
Minacce
• Apertura cava di ghiaia
distruzione di 3ha di duna
• Eccessivo carico turismo
erosione
Obiettivi
• Far fronte alla problematica del calpestio, consentendo comunque
al turista di usufruire dell’area
• Recupero morfologico dell’area
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42
Interventi effettuati
• Costruzione di idonee
staccionate e passerelle
in legno per scoraggiare
l’incontrollato calpestio
delle dune da parte dei
turisti
Luciano Onori - Repertorio nazionale degli interventi di ripristino degli ecosistemi marino costieri nelle Aree protette
(foto M. Spatafora)
• Recupero
morfologico
delle dune inserendo
barriere frangivento per
favorire l’accumulo dei
sedimenti sabbiosi
43
Tecniche utilizzate
(foto M. Spatafora)
Barriere frangivento progettate a
struttura alveolare e poco invasive,
per favorire i normali processi
naturali
che
intervengono
nell’evoluzione della morfologia di
una costa sabbiosa
Risultati ottenuti
Luciano Onori - Repertorio nazionale degli interventi di ripristino degli ecosistemi marino costieri nelle Aree protette
(foto M. Spatafora)
Nel tempo, all’interno delle celle
alveolari si è creato un microclima
adatto alla colonizzazione della
vegetazione
pioniera
che
ha
contribuito a favorire l’accumulo di
sabbia trasportata dal vento
44
Progetti finanziati da fondi strutturali (P.O.R. e P.O.P.)
1) Interventi di ripristino della vegetazione delle dune di Campomarino
2) Interventi di sistemazioni idraulico forestali intensive con tecniche
d’Ingegneria naturalistica per la difesa del suolo
Livello di protezione dell’area:
SIC IT9130003 “Duna di Campomarino”
Il
primo
esempio
riguarda due progetti
distinti finanziati con
fondi P.O.R. Puglia,
effettuati dai Comuni di
Maruggio e di Manduria
su una duna costiera di
eccezionale
valore
naturalistico per la
presenza di habitat
prioritari (di particolare
interesse quello delle
"Dune Grigie“, l’unico
censito in Puglia)
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45
Elaborazioni ISPRA
Habitat Natura 2000 presenti
(dati tratti dal formulario Natura2000)
Codice
1120*
1210
1240
Copertura %
50
3
3,7 t.oc.
3,1 t. or.
Stato di
conservazione
Ottimo
Buono
Codice
2230
2240
2250*
2260
Copertura
5
5
5
5
Stato di
conservazione
Buono
Medio
Buono
Buono
1150
1310
2270
1420
6410
1510
6420
2110
2120
0,4 t.oc.
9,2 t.oc.
5,9 t. or.
10
Ottimo
Ottimo
7210*
2210
2130
9340
t.oc. = tratto occidentale
t.or. = tratto orientale
* Habitat prioritario
Altre coperture rilevanti
2250+2260 8,4 % (tratto occidentale), 20,8 % (tratto orientale)
Zone lottizzate 20,2 % (tratto occidentale), 5,9 (tratto orientale)
Rimboschimenti artificiali 20,5 % (tratto occidentale), 1,9 %(tratto orientale)
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46
Elaborazioni ISPRA
Distribuzioni congiunte di altezza significativa e direzione di provenienza delle onde
ISPRA - Servizio Difesa delle coste
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47
Interventi effettuati
Ripristino della vegetazione dunale
mediante:
• messa a dimora puntuale di
specie arbustive ed arboree
• protezione del piede
contro l’erosione eolica
dunale
• rimodellamento dunale e chiusura
dei varchi con sabbia
• protezione della vegetazione di
nuovo impianto con schermi
frangivento
• posa in opera di passerelle nei
tratti di pista esistenti
(Foto L. Onori – ISPRA. Sopralluogo dell’agosto 2008)
• ripristino e completamento di
brevi tratti di muretti a secco
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48
Tecniche utilizzate
• sistemi frangivento
• barriere basali in
viminata
• posa in opera di
chiudenda in legno a
protezione delle dune
• passerelle di legno
(Foto L. Onori – ISPRA.
Sopralluogo dell’agosto 2008)
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49
2) Interventi di sistemazioni idraulico forestali intensive con tecniche
d’Ingegneria naturalistica per la difesa del suolo
Livelli di protezione dell’area:
• Parco Nazionale del Gargano
• Riserva Naturale Statale Lago di Lesina
• SIC IT9110015 “Duna e Lago di Lesina - Foce del Fortore”
P.O.R. Puglia 2000-2006, Misura 1.4b
Durata lavori: dal 20/06/2003
al 17/12/2003
Importo dei lavori appaltati
92.931,52 euro
(Immagine acquista dal WebGIS del sito Ufficio Parchi e Riserve
naturali dell’Assessorato all’Ecologia della Regione Puglia:
www.ecologia.puglia.it/natura2000)
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50
G
80,0
F
M
A
M
G
L
A
S
O
N
55,2
44,4
40,0
28,6
23,9
16,3
27,1
41,5 66,2
83,1
Precipitazioni medie, in mm, calcolate per il periodo 1926-1995 (Stazione di Lesina, 5 m s.l.m.)
D
88,2
G
7,8
F
M
A
M
G
L
A
S
O
N
8,7
11,0
14,5
18,1
23,2
26,0
25,1
22,7
17,7
13,2
Temperature medie, in °C, calcolate per il periodo 1931-1995 (Stazione di Lesina, 5 m s.l.m.)
D
9,3
Diagramma Termopluviometrico
Elaborazioni per ISPRA
(cortesemente fornite
dal Prof. Alfonso Russi)
Diagramma Ombrotermico
Climogramma di Peguy
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51
La duna, localmente denominata "Bosco Isola", si estende per ben 14
chilometri e separa la laguna di Lesina dal mare. Essa ospita una distesa
ininterrotta di macchia mediterranea, talvolta evoluta verso la lecceta
L’intera duna è stata interessata in passato dal Progetto di
valorizzazione e restauro floristico-vegetazionale nell’area del Cistus
clusii Dunal nel territorio di Lesina, finanziato dalla Regione Puglia
(P.O.P.1994-1999) e realizzato dal Museo Orto Botanico dell’Università di
Bari su incarico del Parco Nazionale del Gargano
Nel 2004, all’interno del SIC Duna e Lago di Lesina - Foce del Fortore è
stato avviato il progetto Misure per la conservazione e recupero dei
Testudinati (Caretta caretta, Testudo hermanni, Emys orbicularis),
finanziato nell’ambito del P.O.R. Puglia 2000-2006, Misura 1.6, redatto
per conto del Comune di Lesina dal Centro Studi Naturalistici e finalizzato
allo studio dello status di quelle specie, ad attività di censimento e
monitoraggio e al recupero di esemplari feriti o debilitati, per il restocking
delle locali popolazioni
Luciano Onori - Repertorio nazionale degli interventi di ripristino degli ecosistemi marino costieri nelle Aree protette
52
Nell’ambito degli interventi di sistemazioni idraulico forestali
intensive con tecniche d’Ingegneria naturalistica per la difesa del
suolo è stato realizzato nel 2003 un intervento di ripristino dunale,
finanziato dal P.O.R. Puglia 2000-2006, Misura 1.4b
Tecniche di I. N.
utilizzate
Stabilizzazione del
fronte duna eroso
con palizzate,
fascine in ramaglia e
sacchi di “tessuto
non tessuto” riempiti
di materiale
sabbioso
Ricolonizzazione con
cespi e rizomi di
Ammophila littoralis
e Spartium junceum
(Foto cortesemente fornite da Tecnovia s.r.l.,
progettista dell’intervento)
Luciano Onori - Repertorio nazionale degli interventi di ripristino degli ecosistemi marino costieri nelle Aree protette
53
Dopo il
ripristino,
l’area è stata
interessata da
violente
mareggiate
nel gennaio
-febbraio 2004
che hanno
parzialmente
demolito
l’opera, subito
riparata
(Foto cortesemente fornite
da Tecnovia s.r.l.,
progettista dell’intervento)
Luciano Onori - Repertorio nazionale degli interventi di ripristino degli ecosistemi marino costieri nelle Aree protette
54
(Foto L. Onori – ISPRA.
Sopralluogo dell’agosto 2008
col Prof. Alfonso Russi)
A distanza di 5 anni dall’intervento, nonostante le mareggiate e il forte
impatto antropico sull’area, il sistema dunale appare ben ricostruito,
con una buona copertura del terreno da parte delle piante tipiche degli
ambienti alofili
Luciano Onori - Repertorio nazionale degli interventi di ripristino degli ecosistemi marino costieri nelle Aree protette
55
Qualche considerazione
La Commissione Europea scrive, nell’ambito del progetto Beachmed, “…
i cordoni dunali fronteggiano le grandi maree di tempesta,
ostacolano l’avvicinamento delle onde più grandi e impediscono in
maniera diretta il danneggiamento delle opere rivierasche e
l’inondazione delle zone interne…”
Le coste sabbiose europee sono ovunque in forte erosione,
soprattutto nell’area Mediterranea. I sistemi dunali rappresentano
un sistema di difesa efficiente e poco costoso per contrastare il
fenomeno erosivo e la vegetazione psammofila ha un ruolo
fondamentale nella stabilizzazione dunale.
In Europa il ripristino degli ecosistemi dunali viene praticato da
tempo e con successo
Sono invece relativamente pochi gli interventi (e gli studi
pubblicati) in Italia
Luciano Onori - Repertorio nazionale degli interventi di ripristino degli ecosistemi marino costieri nelle Aree protette
56
(Foto L. Onori – ISPRA. Ottobre 2008)
Progetto: Life naturaleza
Beneficiario: Ayuntamiento de Valencia
Costi: 1.951.481,57 euro
Durata: luglio 2001 - giugno 2004
Parco naturale di Albufera a
Valencia (Spagna)
21.000 ettari di superficie
Area interessata: 13,5 ha
Luciano Onori - Repertorio nazionale degli interventi di ripristino degli ecosistemi marino costieri nelle Aree protette
57
Luciano Onori - Repertorio nazionale degli interventi di ripristino degli ecosistemi marino costieri nelle Aree protette
58
Il buon uso dei
finanziamenti europei
Questa
prima
ricognizione realizzata
da
ISPRA
ha
evidenziato un netto
incremento negli ultimi
anni degli interventi di
ripristino in Italia, molti
dei quali ancora in
corso di realizzazione,
grazie
soprattutto
all’uso, da parte delle
amministrazioni locali,
di
strumenti
di
cofinanziamento
europeo, in particolare
progetti LIFE e fondi
strutturali
anno di
realizzazione
cofinanziamento
europeo
2006
sì
LIFE Natura
2a - Cilento
in corso
sì
LIFE Natura
2b - Oasi del Variconi
in corso
no
3a - Foce del Bevano
in corso
sì
Programma
"Beachmed-e"
4a - Montalto
in corso
sì
LIFE Natura
1986-1988
no
2001
no
4d – Castelporziano
1995-2001
no
4e - Dune del Circeo
1995-1998
sì
LIFE Natura
5a - Torre Guaceto
in corso
si
LIFE Natura
5b - Porto Cesareo
2002-2003
no
5c – Campomarino
2007-2008
sì
Fondi Strutturali
in corso
sì
Fondi Strutturali
5e - Duna e Lago di Lesina – Foce
del Fortore
2003-2005
si
Fondi Strutturali
6a - Dune di Piscinas
1997-2001
sì
LIFE Natura
6b - Monte Russu
1999-2003
sì
LIFE Natura
7a - Vendicari
2003-2005
sì
LIFE Natura
7b – Selinunte
2005-2007
sì
LIFE Ambiente
in corso
sì
LIFE Natura
2006
sì
Programma
"Beachmed-e"
8c – Maremma
1998-2001
sì
LIFE Natura
9a - Penisola del Cavallino
1994-1998
no
in corso
sì
1a - Marina di Vasto
4b – Macchiatonda
4c – Focene
5d - Marine di Chiatona e Lenne
8a - San Rossore
8b – Gombo
9b - Litorale Veneto
tipo di
cofinanziamento
LIFE Natura
Luciano Onori - Repertorio nazionale degli interventi di ripristino degli ecosistemi marino costieri nelle Aree protette
59
Il ruolo delle Aree Protette
Quasi tutti gli interventi sono stati realizzati all’interno di Aree
Protette quali Parchi Nazionali o Regionali, Oasi, Siti di
Importanza Comunitaria o Zone di protezione speciale
Risulta pertanto evidente l’importanza delle Aree protette come
sede di elaborazione di progetti, confronto di idee, riflessioni e
nuove proposte operative
Le Aree protette diventano così promotori e gestori di azioni
che sperimentano forme di soluzioni semplici per problemi
complessi, tali da essere estese anche altrove come esempi di
sviluppo sostenibile
Luciano Onori - Repertorio nazionale degli interventi di ripristino degli ecosistemi marino costieri nelle Aree protette
60
Gli indicatori
Ma come stabilire se il ripristino di un ecosistema dunale ha
dato, o sta dando, buoni risultati?
ISPRA sta cercando di mettere a punto un sistema di indicatori
che, anche a distanza di anni, permettano di dare informazioni
sulla buona o cattiva riuscita di un intervento
Sinora gli indicatori individuati sono:
• Coinvolgimento e sensibilizzazione degli steakholders (o
portatori di interesse)
• Valutazione del grado di naturalità raggiunto dall’area oggetto
dell’intervento
• Analisi diacronica comparativa della modificazioni subite
dalla linea di riva e dagli habitat oggetto dell’intervento
Luciano Onori - Repertorio nazionale degli interventi di ripristino degli ecosistemi marino costieri nelle Aree protette
61
Coinvolgimento e sensibilizzazione degli steakholder
Una delle minacce per gli ambienti dunali è sicuramente l’impatto
antropico (ad es., il calpestio dei fruitori delle spiagge, che innesca
pericolosi fenomeni erosivi e favorisce lo sviluppo di specie
avventizie; la pulizia delle spiagge effettuato con mezzi meccanici,
che comporta la mancata ricarica della duna etc.)
E’ perciò essenziale che:
• i fruitori delle spiagge siano informati sulla bellezza e sull’utilità
degli habitat dunali, per condividere ed accettare i necessari
interventi d’interdizione parziale o l’incanalamento dei flussi
turistici;
• le amministrazioni locali deputate alla gestione degli arenili
devono essere sensibilizzate affinché le spiagge vengano pulite
con metodi manuali ed attrezzature leggere, asportando solo rifiuti
di origine artificiale
Luciano Onori - Repertorio nazionale degli interventi di ripristino degli ecosistemi marino costieri nelle Aree protette
62
Grado di naturalità dell’area oggetto dell’intervento
Per considerare riuscito un intervento di ripristino occorre che
l’area interessata torni, in relativamente pochi anni, ad un
accettabile grado di naturalità
In generale, l’aumento del grado di naturalità floro-faunistico può
essere misurato dalla semplice presenza/assenza di specie
caratteristiche degli ambienti litoranei, come:
• specie guida (esclusive o quasi di determinati habitat)
• specie compagne (non caratteristiche dell’habitat, ma presenti
con costanza)
• specie rare e/o prioritarie
• specie alloctone o invasive
Luciano Onori - Repertorio nazionale degli interventi di ripristino degli ecosistemi marino costieri nelle Aree protette
63
Nel caso in cui siano stati effettuati trapianti di specie psammofile,
Importanti indicatori di qualità ambientale, da monitorare dopo
l’intervento, potrebbero essere:
• il grado di vitalità dei trapianti (stato vegetativo delle piante;
rinnovamento fogliare; presenza di infiorescenze; produzione di
nuovi getti etc.)
• le variazioni nella copertura del terreno da parte delle piante
presenti
• l’altezza dell’accumulo di sabbia in corrispondenza delle aree
trapiantate
Luciano Onori - Repertorio nazionale degli interventi di ripristino degli ecosistemi marino costieri nelle Aree protette
64
Analisi diacronica comparativa della linea di riva e
degli habitat coinvolti nell’intervento
Gli indicatori finora descritti possono essere utilizzati e valutati
già dopo pochi mesi o anni dalla realizzazione dell’intervento.
Col passare del tempo, man mano che l’habitat dunale si
ricostruisce, l’analisi diacronica comparativa della linea di riva,
utilizzando opportune immagini fotografiche o satellitari, è
possibile evidenziare e valutare l’eventuale azione antierosiva
del cordone dunale ricostruito
Infine, sempre l’analisi diacronica unita a verifiche sul campo
potrebbe consentire la mappatura degli habitat dunali prima e
dopo l’intervento per verificare, a distanza di anni, se la
superficie coperta da questi habitat sia aumentata
Luciano Onori - Repertorio nazionale degli interventi di ripristino degli ecosistemi marino costieri nelle Aree protette
65
Analisi diacronica del territorio 1/3
In ISPRA, per l’analisi della dinamica evolutiva del territorio e del
suo assetto ante e post ripristini particolarmente significativi (ad
es., quelli per la salvaguardia del litorale veneto) sono disponibili
foto storiche (aereofoto del 1954) per confronti con immagini
telerilevate e georiferite di sensori attivi e passivi, quali:
• LANDSAT 2
1979
• LANDSAT 5
1990
• ERS 1
1992
• Ortofoto
1996
• ERS 2
1996
• SPOT pan
2000
• LANDSAT 7/ETM
2000
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66
Analisi diacronica del territorio 2/3
LANDSAT 2 - 1979
ERS 1 - 1992
Ortofoto - 1996
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67
Analisi diacronica del territorio 3/3
ERS 2 - 1996
SPOT pan - 2000
LANDSAT 7 - 2000
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68
Conclusioni
Molti sono gli interventi che dovranno essere ancora effettuati per
proteggere le coste da situazione di generalizzata antropizzazione ed
erosione come quelle in atto oggi
Occorre salvaguardare e conservare tutti gli ecosistemi dunali
superstiti, intervenendo per rinaturalizzare anche le aree contigue,
perché rappresentano non solo un patrimonio di biodiversità e di
habitat fortemente minacciati, ma anche una protezione sostenibile
contro l’erosione costiera
Sulla base dei primi risultati del Repertorio, si può ragionevolmente
affermare che è possibile tutelare gli ecosistemi marino - costieri
ricorrendo all’uso di tecniche ecocompatibili, quali quelle
dell’Ingegneria naturalistica, in quanto:
• flessibili e coerenti con i meccanismi omeostatici propri
dell’ambiente costiero,
• assecondano i processi naturali di formazione e stabilizzazione dei
depositi sabbiosi,
• concorrono alla conservazione della diversità biologica e
paesaggistica
Luciano Onori - Repertorio nazionale degli interventi di ripristino degli ecosistemi marino costieri nelle Aree protette
69
Bibliografia
AA.VV., 2002 - “Dune e spiagge sabbiose” Quaderni Habitat a cura di
Sandro Ruffo. Museo Friulano di Storia Naturale
AA.VV., 2003 – Manuale di Ingegneria Naturalistica Volume 2 – Regione
Lazio
AA.VV., 2007 - Atlante delle opere di sistemazione costiera. APAT Manuali
e Linee Guida. 44/2007
AA.VV., “Un progetto di gestione e conservazione delle dune costiere e
delle zone umide di Vendicari” A cura di Aldo Pisano
AA.VV., 2007 - GATE s.c.r.l. (Agenzia per la promozione del Mediterraneo
in Europa) Pubblicazione finale del “Progetto LIFE Natura Azioni
concertate per la salvaguardia del litorale veneto” Gestione di habitat
dunali nei siti Natura 2000. Lineagrafica – Castelfranco Veneto.
AA.VV. Atlante del territorio costiero, lagunare e vallivo del Delta del Po Iniziativa cofinanziata dalla Comunità Europea - programma LEADER II
Fondo strutturale F.E.S.R. - Piano Azione Locale "Delta Po" Distribuito
dall'Ente Parco Regionale Veneto del Delta del Po
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70
Bibliografia
Caniglia G., Casetta D., Nascimbeni P., Pizzinato C., 1998 - Aspetti del
dinamismo della vegetazione nell’edificazione di un sistema dunoso
artificiale (Venezia–Cavallino). Atti conv. International Ass. for
Environmental Design, La progettazione ambientale nei sistemi costieri,
quad. 12.
Converio F., 2003 - "Il restauro ambientale della duna in un'area costiera
antropizzata: Focene". Università degli Studi La Sapienza, Roma
Converio F., Fanelli G., Villani M. G., 2007 - La protezione dell’ecosistema
dunale a Focene (Litorale Romano). Fitosociologia 44(1): 111-116De Lillis
M., Costanzo L., Bianco P. M. & Tinelli P.,- Sustaninability of sand dune
restoration along the coast of the Tyrrhenian sea. Journal of Coastal
Conservation 10: 93-100
Picchi S., Scalera R., Zaghi D., 2006.“Il bilancio di LIFE Natura in Italia Indicazioni e prospettive per il futuro”. Ministero dell’Ambiente e della
Tutela del Territorio - Direzione Generale Protezione della Natura, Roma
Luciano Onori - Repertorio nazionale degli interventi di ripristino degli ecosistemi marino costieri nelle Aree protette
71