La Brigata Salerno (89° e 90° Reggimento di Fanteria) Nella nota

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La Brigata Salerno (89° e 90° Reggimento di Fanteria) Nella nota
La Brigata Salerno (89° e 90° Reggimento di Fanteria)
Nella nota storica relativa all’escursione sul Matajur del 5 settembre 2010 abbiamo seguito le
vicende riguardanti la conquista del monte Matajur, considerata una delle più brillanti operazioni
militari compiute dall’esercito tedesco durante la battaglia di Caporetto.
Senza ombra di dubbio fu la tattica, l’addestramento e l’armamento dei tedeschi, il frutto del
successo dell’azione bellica della conquista del Matajur. Certo l’evento non avvenne come
affermato da Rommel
nel suo racconto, dove affermò che il distaccamento da lui comandato,
composto da appena un centinaio di uomini, ottenne la resa dei due Reggimenti italiani con un
semplice agitare di fazzoletti bianchi e dove raccontò che gli stessi soldati italiani spararono agli
ufficiali che non erano disposti ad arrendersi.
Infatti, di fronte a loro, i tedeschi avevano la brigata “Salerno”, una delle unità più valorose e
combattive del Regio Esercito, e, come fu appurato dalla Commissione d'inchiesta che esaminò i
diari storici dei due reggimenti che componevano la brigata, il reparto non si arrese ma, per non
essere catturato dai tedeschi che lo stavano completamente circondando, ripiegò ordinatamente
combattendo durante tutta la ritirata prima sul Tagliamento e poi sul Piave.
Con l’intento di onorare questa valorosa unità di fanteria, composta da uomini provenienti da
diverse province d’Italia, in questa nota seguiremo le vicende cui fu protagonista durante tutto il
ciclo operativo della Guerra 1915 – 1918.
La Sede dei Reggimenti 89° e 90° che componevano la brigata in tempo di pace era Genova mentre
i Distretti di reclutamento del personale era Nola, Pinerolo, Pistoia, Reggio Calabria, Roma,
Siracusa, Slmona, Teramo, Venezia e Voghera.
Il 15 maggio 1915 la brigata iniziò il movimento ferroviario da Genova per giungere il 22 maggio
nei pressi di Cividale dove venne posta alle dipendenze dell’8a divisione.
Il 29 maggio l’unità posizionata a Idersko e Luico, appoggiò l’azione delle truppe sulla sinistra
dell’Isonzo intenti all’occupazione della linea M. Nero-Sleme-Mrzli.
L’89° nei primi giorni di giugno concorse alle operazioni sul M. Mrzli riuscendo dopo cruenti
combattimenti ad occuparne alcuni tratti di terreno ed a mantenerne il possesso nonostante i
ripetuti contrattacchi lanciati dal nemico.
Il 5 giugno l’89° unitamente al 90° scese a Kamno ove si alternò nel servizio di trincea lungo il
tratto M. Spika - Vrsno-Selisce-Isonzo.
Il 4 luglio i reparti della brigata riuscirono a conquistare la q. 1100 (Mrzli), ma non andarono oltre
a causa dell’intensa resistenza opposta dal nemico.
Il 14 agosto fu ripresa l’azione contro il Mrzli e la sella dello Sleme, ma i robusti e profondi
reticolati austriaci arrestarono ogni tentativo di. avanzata.
L’attacco fu ritentato il 28 e 29 agosto, ma l’intenso fuoco nemico, la consistenza ancora notevole
dei reticolati e l’impervio terreno non permise alla
“Salerno” di raggiungere alcun risultato
nonostante la tenacia e veemenza dei suoi fanti. L’azione perciò fu sospesa per procedere al
rafforzamento delle posizioni raggiunte.
Il 21 ottobre, per la terza volta, fu ripresa l’operazione contro il trincerone del Mrzli. L’attacco
venne sferrato dal II/90° che con vigoroso slancio se ne impadronì, catturando una cinquantina di
prigionieri. Il nemico immediatamente contrattaccò nella stessa giornata e durante la notte con
l’intento di riguadagnare la posizione perduta ma non ottenne alcun risultato. Gli avversari
riprovarono l’impresa anche nei giorni successivi ma sempre vani furono i loro sforzi.
All’alba del 24 ottobre il nemico si spinse nuovamente all’attacco verso la q. 1360 del Mrzli ma i
reparti dell’89°, che nella notte avevano respinto un forte assalto, pur impegnandosi energicamente
anche nella nuova lotta ma esausti e sottoposti a violento tiro d’artiglieria avversaria, dopo aver
respinto due attacchi consecutivi, furono costretti a ripiegare nelle trincee di partenza. La brigata
perse durante questi combattimenti 24 ufficiali e circa 1200 uomini di truppa.
Il 26 novembre il 90° concorse all’occupazione di trincee della q. 1360; dopo vivissima lotta giunse
con i reparti più avanzati fin sotto la citata quota, ma l’intenso fuoco fucileria dei difensori non
permise di proseguire oltre. Nella notte il reggimento ottenne il cambio per spostarsi a Kamno.
Seguì un periodo durante il quale i reparti della “Salerno” si alternarono nel servizio di vigilanza
nelle linee del Mrzli senza altri avvenimenti notevoli
La brigata ai primi di marzo 1916 iniziò il movimento per trasferirsi sull’altopiano di Asiago : il 9
marzo giunse a Marostica e venne posta alle dipendenze della 34 a divisione. L’11 aprile i reparti
della brigata si schierarono a difesa del settore Osteria del Termine - Vezzena.
Alla data del 15 maggio (Inizio dell’”Offensiva di Primavera – maggio/giugno 1916” passata alla
storia come STRAFXPEDITION – spedizione punitiva per il presunto tradimento dell’Italia) la
brigata si trovò in prima linea a presidio del settore di Osteria del Termine, ove venne sottoposta ad
intenso bombardamento che durò per quasi tutta la giornata senza però essere seguito da alcun
attacco di fanteria. Il 19 i reparti austro-ungarici, dopo violento di tiro d’artiglieria, si lanciarono
all’assalto. Gli uomini della Salerno riuscirono
in un primo momento con eroica tenacia
a
contenere l’avanzata nemica ma in seguito alla crescente entità delle forze austriache la nostra
difesa venne a trovarsi in condizioni di assoluta inferiorità: ciò fece sì che, alla sera del giorno 20, i
due estremi capisaldi della linea difensiva fortino di q. 1857 e q. 1506, presidiati da reparti
appartenenti ad altra unità, furono perduti e le trincee completamente sconvolte dal
bombardamento. Il 21, in seguito alla caduta anche del Costesin, fu emanato l’ordine di
ripiegamento sulla seconda linea (Cima Manderiolo-Casare Dosso-pendici nord-ovest di M.
Verena). Il movimento fu compiuto a scaglioni con calma e regolarità, nonostante fossero sottoposti
all’incalzante fuoco dell’artiglieria e delle mitragliatrici che produsse nei reparti, già decimati dalle
azioni dei giorni precedenti, forti perdite.
La crescente pressione nemica impose la necessità di ripiegare su un’altra linea più arretrata. Alla
brigata venne affidato il compito di difendere il tratto M. Interrotto - M. Rasta - Camporovere. I
reparti vi giunsero nella giornata del 22 maggio sotto la continua molestia del nemico e con una
forza ridotta quasi ad un terzo. Si organizzò in tal modo una difesa, che per la sua estensione, in
rapporto alla forza disponibile, risultò insufficiente; malgrado ciò la brigata riuscì a resistere per
vari giorni alla pressione nemica. Nella notte sul 29 la brigata ricevette l’ordine di ripiegamento
verso la linea marginale dell’Altopiano che nel frattempo era stata organizzata a difesa e presidiata
dalle truppe provenienti dalla fronte dell’Isonzo. Giunta duramente provata a Vittarolo, iniziò in
quel luogo il suo riordinamento, passando alle dipendenze della 28 a divisione. Durante questo duro
ciclo operativo la brigata lasciò sul campo 127 ufficiali e 4213 militari di truppa, compreso un forte
numero di dispersi.
Il 16 giugno i reggimenti furono inviati nuovamente in prima linea nel tratto Busa del Termine -Col
del Rosso e nei giorni 18, 19 e 20 svolsero alcuni attacchi contro le linee nemiche dello Stenfle. Ma
ogni altro tentativo d’avanzata, per quanto energico, fu arrestato dal vivo fuoco dall’artiglieria
asburgica la quale provocò ai reparti sensibili perdite costringendo gli italiani, nei giorni successivi,
a metodi d’attacco metodico e al rafforzamento delle posizioni.
Dal 30 giugno al 2 luglio i battaglioni della brigata, benché esausti dalle lunghe e dure lotte
sostenute, in condizioni difficilissime per il terreno e la forte reazione nemica, tentarono nuovi
attacchi contro le linee di M. Interrotto ma, nonostante le rilevanti perdite, non ottennero alcun
risultato.
Dopo un breve periodo di riposo ed un nuovo turno di trincea sulla linea - Granari di Zingarella - M.
Colombara -q. 1727, la brigata il 7 agosto iniziò il movimento di trasferimento per essere impiegata
nuovamente sul fronte dell’Isonzo. Il 20 agosto si schierò nel settore di Doberdò alle dipendenze
della 31 a divisione.
Il 14 settembre, con un attacco decisivo riuscì a superare le linee nemiche ed occupò il tratto da
Nova Vas a q. 208 sud. Il nemico però nella sera, con forze rilevanti, contrattaccò violentemente i
reparti della Salerno, i quali, nonostante la loro strenua resistenza, furono costretti a ripiegare. La
brigata, duramente provata, nella notte sul 16 settembre ebbe il cambio e si trasferì a Versa per
riorganizzarsi: infatti, durante questa azione il solo 90° aveva perduto 37 ufficiali e 727 militari di
truppa.
L’attacco delle posizioni nemiche tra. q. 208 nord e Nova Vas fu nuovamente sferrato il 10 ottobre
dai battaglioni della brigata che con impeto travolgente riuscirono, nonostante nuove gravi perdite,
ad occupare Nova Vas, il trincerone ed uno dei fortini di q. 208 nord. La brigata venne impiegata
anche giorni successivi nei tentativi di conquista di Hudi Log e Lukatic ma il 12 ottobre tutte le
operazioni del settore ebbero termine ed ai reparti venne ordinato di rafforzarsi sulle posizioni
conquistate.
Il 17 ottobre la brigata si trasferì per un breve periodo di riposo nei pressi di Palazzo rientrando in
prima linea nel settore Lukatic il 30 novembre ove compì un turno di trincea fino al 27 dicembre
1916.
All’inizio del 1917 la brigata alternò turni di trincea nel tratto Hudi Log - Lukatic e periodi di riposo
nella zona di Polazzo fino al 22 maggio 1917, senza che accadessero avvenimenti di particolare
rilievo.
Il 23 maggio, dalle trincee di Hndi Log - Nad Bregom, tutti i reparti della “Salerno” iniziarono la
loro azione contro le munite posizioni nemiche della zona Fornazza -Stari Lokva - q. 289. Il I /90°
di slancio: seguiti dagli altri battaglioni del reggimento, riuscirono a sorpassare la q. 232 e
raggiunse la strada di Versic. Il III/89°, con pari valore ed ardimento, attaccò nei pressi dei ruderi
della chiesa di Hudi Log, riuscendo a scacciare il nemico dalla prima e seconda linea, mentre i
rimanenti battaglioni irruppero dai camminamenti del Nad Bregom a sud di Boscomalo. La battaglia fu aspra, vivacissima, con continui vigorosi attacchi e contrattacchi, proseguì per tre giorni,
finché la brigata, esausta per la tenace lotta sostenuta, ebbe l’ordine di ritirarsi per riordinarsi a
Polazzo. Le perdite subite in questa azione furono 115 ufficiali e 2319 militari di truppa.
Dopo due turni di trincea, alternati a riposo, (giugno-agosto) il 19 agosto la brigata attaccò la
formidabile linea nemica di Flondar; sanguinosi e tenaci combattimenti si susseguirono fino al 23
quando occupò alcune importanti posizioni (il tunnel di q. 43), ma nonostante gli eroici sacrifici, la
brigata non ottenne migliori risultati. Nei giorni 24, 25 e 26 agosto i reggimenti si rafforzano sulle
posizioni duramente conquistate ed il 28, previa sostituzione, scesero a Staranzano per riordinarsi.
Per lo slancio e la tenacia dimostrati dai reparti nelle azioni dell’agosto 1917 sull’Hermada e per il
valore già dimostrato nelle azioni del maggio ed ottobre 1916, le bandiere dei reggimenti furono
decorate con le medaglie d’argento al valor militare.
Il 16 settembre 1917 la brigata, passò alle dipendenze della 62
a
divisione e quindi iniziò il
movimento per trasferirsi nella zona di Feltre ove vi giunge il 18 e rimase fino alla metà di ottobre.
Prima dell’inizio dell’offensiva austriaca la Salerno fu nuovamente spostata verso l’alto Isonzo ed
il 23 ottobre si trovò schierata sulle posizioni del M. Matajur, ove non esistevano trincee e
reticolati. La difesa fu disposta su due linee, una più avanzata lungo la curva a 700 m. di livello,
l’altra, di massima resistenza, sulla linea di cresta.
I primi contatti col nemico si ebbero la mattina del 25 e durarono, con varia intensità, tutto il
giorno. Il 26 la brigata, ancora salda sulle linee intatte, mentre era impegnata frontalmente a
respingere un violento attacco nemico, venne contemporaneamente assalita alle spalle dalla 12a
divisione germanica, che proveniva dalla conca di Luico. I reparti tentarono di costituire linee
successive di resistenza, ma non vi riuscirono (del 90° fanteria ripiegarono solamente 8 ufficiali e
circa 400 uomini di truppa).
L’89° mentre retrocedeva dal Matajur con i propri superstiti (circa 20 ufficiali e 387 uomini di
truppa) tentò una nuova difesa alla stretta di Brischis, quindi continuò il suo ripiegamento verso
Cividale.
Il 27 e durante i giorni successivi la brigata proseguì nella sua ritirata e compì tenaci azioni di
retroguardia fino a quando raggiunse la linea del Piave. Complessivamente la brigata durante
ritirata fra morti, feriti e prigionieri perse quasi tutti i sui effettivi.
Il 13 novembre la “Salerno” posta alla dipendenza della 3 a divisone, si trasferì nella zona di S.
Secondo Parmense ove trascorse un periodo di riordinamento e d’ istruzione fino al 5 febbraio
1918.
Nella zona di Montichiari (Brescia), dove venne successivamente trasferita, la brigata continuò il
periodo di riordinamento e d’istruzione fino ad aprile, allorché, fu destinata a far parte del Il Corpo
d’Armata ed inviata sul fronte francese dove giunge il 24 aprile prendendo posizione nei pressi di
Mailly.
Dopo il periodo di preparazione e di adattamento ai metodi di guerra richiesti da quella speciale
configurazione del terreno, alla metà di maggio entrò in prima linea nel settore di riva destra
dell’Aire (Argonne), nella zona di Epernay.
Il 12 giugno la brigata si schierò nel settore posto sulla riva destra dell’Ardre nel tratto di fronte
compreso tra Villers Ferme ed il Bois Vrigny.
Nella previsione di un’offensiva nemica, nella notte sul 14 luglio fu attuato uno speciale
schieramento atto a concentrare la resistenza ad oltranza sulla linea arrerata: Bois de Vrigny Onrezy-Bois de Commetrenil..
L’offensiva nemica fu Sferrata il 15 successivo, in un primo tempo essa si rovesciò più intensa sul
tratto occidentale saliente di Bliginy, presidiato dalle truppe dell’8a divisione italiana, nel
pomeriggio però sì estese su tutta la fronte. I battaglioni della Salerno, riuscirono a contendere al
nemico l’occupazione dell’importantissimo caposaldo di Vrigny posto estrema destra del Corpo
d’Armata italiano e punto di saldatura con le truppe del Corpo d’Armata francese operante sulla
destra. Nel pomeriggio la brigata, in seguito all’arretramento del 75° reggimento italiano, face
perno al Bois de Bligny e ripiegò ordinatamente sulla sinistra sulle alture orientali del Vallone di
Courmas. Nei giorni 16 e 17 continuarono violenti gli attacchi nemici ma furono sempre respinti
Il 18 luglio il II/90° concorse ad un contrattacco verso il Bois du Petit Champ e Courmas ed occupò
la posizione assegnatagli, mentre l’89° fanteria, con alcuni suoi elementi (8 a e 9 a Compagnia e
reparti speciali) riuscì a guadagnare terreno ad ovest di Onrezy. Nei giorni successivi la brigata,
passò alla dipendenza della 2 a divisione coloniale francese, in seno alla quale continuò ad operare
con immutato spirito aggressivo nei frequenti scontri col nemico.
Il 23 luglio, sempre operando colla 2 a divisione coloniale, una colonna composta dal I/89° e da altri
due battaglioni italiani (I/76° ed un battaglione di assalto), attaccò ed occupò di slancio lo sperone
Bois Caveau, catturando al nemico molti prigionieri, un’intera batteria di cannoni e parecchie
mitragliatrici.
Il 24 luglio la brigata ebbe il cambio e si raccolse nella zona Oiry – Athis - Flavigny per riordinarsi
avendo perduto 34 Ufficiali e 1139 uomini di truppa.
Il 28 agosto la Salerno ritornò nuovamente in linea nel settore Chalade Haute Chevanchée, ove
rimase i fino al 13 settembre.
Alla fine di settembre si trasferì a sud dell’Aisne, di fronte alle posizioni nemiche dello Chemìn des
Dames disponendosi in seconda linea, nei pressi di Limé.
Il 90° fanteria, nella notte sul 29, attraversò l’Aisne al ponte militare francese dì Vailly, avanzò
energicamente, sorpassò le truppe francesi e, vincendo la resistenza delle retroguardie nemiche,
occupò dopo breve ma vivace combattimento il villaggio di Chavonne e, seguito dall’89°, giunse
il 30 settembre nei pressi di Oroix sans Tete e della Cour Soupir.
Il 1° ottobre venne conquistata la importante posizione della Crois sans Téte e così dopo incessanti
ed ostinati combattimenti, il giorno 6 la brigata riesci a portarsi sulle posizioni dominanti il canale
Oise-Aisne.
Ma soltanto il 10 ottobre fu possibile infrangerne la tenace resistenza nemica da parte del 90° che
oltrepassato il canale, raggiunse l’altopiano di Braye – en - Laonnois, e nella giornata dell’ 11 la
cresta dello Chemin des Dames.
Frattanto su tutta il fronte cominciò la ritirata da parte dei tedeschi e quindi fu possibile proseguire
l’avanzata fino al canale d’Assèchement, ad ovest di Sissonne, ove la Salerno giunse nella giornata
del 14 ottobre ma fu fermata con gravi perdite dovute all’impiego di gas tossici da parte del
nemico.
Nella giornata del 5 novembre i tedeschi furono costretti ad un nuovo arretramento: così la brigata
ritornò in prima linea nei pressi del canale d’Assechément e del ponte di Chivres. Vinta l’accanita
resistenza nemica, oltrepassò il canale ed occupò nell’avanzata Soize, Ohery les Rozois, e
Blichefosse.
L’11
novembre nostri elementi di cavalleria presero contatto con reparti avanzati della 121a
divisione francese, entrano
per primi nella città di Rocroi, mentre reparti della brigata si
schierarono lungo la Mosa a nord Revin.
Alle ore 11 dell’11 novembre, in seguito alla firma dell’armistizio cessarono le ostilità.
Per le brillanti prove di valore, di disciplina e di slancio date sui campi di battaglia in Francia nelle
azioni del 15 luglio e 11 novembre 1918, le bandiere dell’89° e del 90° fanteria furono decorate
con una seconda medaglia d’argento al valore militare
RICOMPENSE AL VALOR MILITARE ALLA BANDIERA:
-
N. 4 Medaglie d’Argento V.M. (2 per ogni Reggimento);
-
N.
1 Medaglia di Guerra Francese con Palma.
RICOMPENSE INDIDUALI AL VALOR MILITARE:
-
N. 2 Ordini Militari di Savoia;
-
N. 283 Medaglie d’Argento V.M.;
-
N. 421 Medaglie di Bronzo V.M..
Per approfondire l’argomento, si segnala il seguente testo:
-
MINISTERO DELLA GUERRA – COMANDO DEL CORPO DI STATO MAGGIORE –
UFFICIO STORICO - Riassunti storici dei corpi e comandi nella guerra 1915-1918 –,
Libreria dello Stato Roma 1927;