Punti di forza - Trans Audio Video

Transcript

Punti di forza - Trans Audio Video
Trans Audio Video s.r.l.
Viale A. Lincoln, 38/40
81100 Caserta - Italy
Tel: +39-0823-329970 (PBX)
Fax: +39-0823-327491
www.transaudiovideo.com
E-Mail: [email protected]
Un approccio innovativo alla tecnica del Chroma Key.
Il Chroma Key è una delle tecniche di produzione televisiva oggi più utilizzate. Uno studio di posa nel quale
attori ed oggetti di scenografia sono ripresi davanti ad un background (normalmente costituito da un telo
colorato o da pareti dipinte con tinta uniforme, tipicamente verde o blu) può essere utilizzato per sostituire la
porzione di colore uniforme emergente dalla composizione con un altro contenuto video. Tale
procedimento, realizzato con mixer video dotati di almeno un banco M/E e di funzione Chroma Key,
permette di realizzare così scenografie o contesti totalmente virtuali. E’ noto inoltre che l’evoluzione dei tale
concetto ha permesso la creazione di veri e propri set virtuali dove gli attori si muovono in realtà in un “blue
box” o “green box”, ma che in fase di compositing risultano inseriti in una scenografia sintetica adattata in
tempo reale a tutti i movimenti delle camere (incluse le operazioni di zoom e fuoco). La tecnica di Chroma
Key è dunque molto assestata, così come sono note le sue problematiche dominanti:
-
Il problema principale è dato dalla necessità di illuminare omogeneamente lo sfondo blu o verde con una
certa intensità luminosa (normalmente, e utilizzando le camere più recenti ad alta sensibilità, si richiede un
flusso luminoso compreso tra i 600 e gli 800 lux). Allo stesso tempo il background, sia dipinto sulle
pareti, sia realizzato con dei teli, deve essere assolutamente uniforme e privo di irregolarità per evitare
problemi in fase di “taglio”. L’impiego di illuminazione comporta necessariamente la previsione di un
adeguato sistema di condizionamento dell’aria per mantenere la temperatura dello studio a livelli
accettabili e la conseguente disponibilità di una fonte di alimentazione con potenza commensurata. In
questo senso, l’alternativa dell’illuminazione fluorescente, per sua natura più diffusa di quella prodotta da
corpi illuminanti ad incandescenza, con temperatura colore più stabile con il dimming e con minore
potenza richiesta, è sempre più impiegata. Il direttore della fotografia avrà dunque un duplice compito:
illuminare uniformemente il background o le pareti del set virtuale e contemporaneamente realizzare la
fotografia desiderata sui soggetti reali. Risulta anche evidente che con la tecnica tradizionale, realizzare
effetti di Chroma Key con luci ad intensità variabile, bassi livelli di illuminazione sui soggetti, o addirittura
al buio, è praticamente impossibile. E’ anche evidente che per ogni movimento di camera le luci debbano
essere riposizionate.
Figura 1,2: esempi di green box e blue box tradizionali per uno studio
1
-
-
Un attore che si muova nelle vicinanze di un background verde o blue (o a maggior ragione in un blue o
green box) dovrà osservare una “distanza di sicurezza” da tale parete per evitare che il riflesso colorato
sulla pelle, sui capelli o sugli abiti, generi problemi in fase di taglio (“colour spill”). Tale fenomeno, ben
conosciuto e riconoscibile nel risultato finale (scarsa resa dei contorni denominata green/blue fringing),
richiede per la sua minimizzazione l’utilizzo di apparati specifici come, ad esempio, quelli prodotti da
Ultimatte o Crystal Vision. Da tali problematiche risulta che la realizzazione di effetti di Chroma Key
richiede spazi minimi e tale esigenza è evidentemente esasperata qualora si considerino interi set virtuali.
Un altro problema correlato è quello delle ombre più scure proiettate dagli oggetti di scena, la cui
eliminazione (quando è possibile) richiede sofisticate regolazioni sui parametri del segnale di chiave.
Qualora gli abiti degli attori (o addirittura le loro pupille!) o alcuni degli oggetti di scena abbiano colori o
riflessi simili alle pareti colorate in blu o verde del set virtuale, i problemi in fase di realizzazione delle
chiavi cominciano ad essere piuttosto importanti. Nonostante gli sforzi, alla fine un occhio esperto sa
sempre individuare curiose trasparenze su alcuni dettagli degli oggetti reali! Sulla falsariga di quanto
appena detto, si intuisce anche che la riproduzione di oggetti cromati, vetri o materiali trasparenti in set
virtuali tradizionali pone problemi a volte molto complessi da risolvere. In generale, il problema della
realizzazione di Chroma key di buona qualità è risolto soltanto con molto tempo a disposizione, una
grande quantità di luci e dispositivi di chiave molto sofisticati.
Oggi, proveniente da un brevetto originato dal centro di ricerca della BBC, è disponibile un sistema che
consente di affrontare e risolvere tutti i problemi succitati in tempi molto ridotti. Tale sistema, prodotto dalla
Reflecmedia Ltd. United Kingdom, rappresentata in Italia da Trans Audio Video s.r.l., è basato su uno
speciale tessuto da impiegare come background, denominato “Chromatte”.
Figura 3,4 : Microcalotte sferiche disperse tra le fibre del tessuto e diagramma di accettanza
Nel suo principio costitutivo, e per la sua funzione, ricorda il materiale retro-riflettente impiegato nei cartelli
stradali, i quali risultano visibili al buio se illuminati dalla luce dei fari di un’automobile. Il Chromatte è
sostanzialmente un tessuto di cotone (trattato in modo da essere ignifugo e da utilizzare nudo o sovrapposto
a basi diverse per costituire pannelli rigidi, schermi quadrati ripiegabili, tendaggi da agganciare a strutture di
Cyclorama, ecc.) tra le cui fibre è disperso, con orientazione casuale, un numero elevatissimo (oltre 11.000 per
cm^2) di micro-calotte sferiche in vetro rivestite in alluminio sulla superficie esterna.
Tali micro-calotte hanno la proprietà di retro-riflettere la luce soltanto nella direzione di incidenza rendendo
così il tessuto selettivo rispetto all’angolo di incidenza della fonte di illuminazione. Si evidenzia che
l’orientazione casuale delle micro-calotte permette di utilizzare il Chromatte con la stessa efficienza anche se
presenta delle pieghe o risulta addirittura stropicciato. L’accettanza angolare per l’effetto retro-riflettente è
difatti di +/- 85° dalla perpendicolare. Se a questo punto si abbina al Chromatte (di colore grigio neutro alla
vista) una fonte di illuminazione blu o verde montata coassialmente all’asse ottico ella telecamera il gioco è
fatto: il Chromatte rifletterà uniformemente la luce blu o verde nella stessa direzione di incidenza, dunque
direttamente nella telecamera, mentre continuerà ad apparire grigio se osservato da tutti gli altri punti di vista
(figura 3b)
2
Inoltre il dispositivo di illuminazione del fondale seguirà, perché vincolato ad essa, qualsiasi movimento di
camera risolvendo così con il suo solo principio costitutivo il problema del riposizionamento delle luci di
background al muoversi delle telecamere.
Figura 5 : Resa del Chromatte con Litering Blue o Verde
Nella sua ingegnerizzazione, la fonte di illuminazione è stata realizzata con un anello composto da LED verdi
o blu ad alta intensità, denominato Lite-Ring, da montare intorno al gruppo di messa a fuoco di un’ottica
ENG.
L’impiego di diodi LED comporta un altro vantaggio fondamentale: quello di generare una tinta quasi
monocromatica più facilmente riconoscibile, dopo la retro-riflessione, dai dispositivi di chiave inseriti nei
mixer. Permette dunque di ottenere ottimi risultati persino con mixer meno pregiati, sebbene anche il metodo
Reflecmedia non prescinda dalle possibilità tecniche ottenibili con i già citati dispositivi dedicati al Chroma
Key. In questo modo non è più lo studio ad essere vincolante per il colore di chiave ma è lo è soltanto il suo
dispositivo di illuminazione: quando occorra cambiare il colore di chiave basterà semplicemente sostituire
l’anello di LED montato sulla parte frontale dell’obiettivo. Da quanto detto si intuisce anche un’ulteriore
possibilità: quella di poter realizzare contemporaneamente due chiavi su colori diversi equipaggiando due
camere dello stesso studio con Lite-Ring di colori diversi.
Figura 6,7: Litering con controllo e alimentatore
e sua installazione su un obiettivo ENG.
Dal momento che il Chromatte è altamente riflettente (centinaia di volte di più della carta bianca), sono
sufficienti potenze di illuminazione ridottissime per colorare uniformemente il background di un verde o di
un blu molto brillante. Bastano difatti soli 5 Watt per illuminare tutto il campo visivo della telecamera, indipendentemente dall’obiettivo impiegato (sia grandangolare sia tele) e indipendentemente dalla posizione e
dalla superficie di Chromatte, fino a distanze di 15-20m (a circa 10 m di distanza, la soglia di cancellazione
3
dell’effetto del Lite-Ring è data da 1000 lux proiettati direttamente contro il Chromatte. Tenendo conto di
tale limite, è ipotizzabile un impiego particolarmente creativo del Chromatte ottenuto video-proiettando su di
esso una scena da un angolo diverso da quello di ripresa della camera equipaggiata con il Lite-Ring. Si può
così incrementare l’interazione tra attori e scena virtuale e sfruttare addirittura la possibilità di avvicinarsi e
toccare il background senza incorrere nel colour spill. All’estremo di tale concetto, si può addirittura utilizzare
il Chromatte come vero e proprio Cyclorama, colorandolo di colori diversi a seconda degli angoli di ripresa
delle camere, quando non occorra utilizzarlo come fondale per Chroma Key).
Come diretta conseguenza è ora possibile realizzare dei Chroma Key in studi con illuminazione naturale,
mista, o artificiale di tutti i tipi, oppure con scarsissima illuminazione, con luci ad intensità variabile o
addirittura in studi che non sono illuminati affatto. La possibilità di realizzare Chroma Key con tali e varie
condizioni di illuminazione, permette quindi di promuovere questo strumento per nuove e molteplici
possibilità espressive. Il direttore della fotografia può finalmente ignorare il problema dell’illuminazione del
background e concentrarsi totalmente (ed in tempi molto più rapidi) con i soggetti reali della scena.
Figura 8 : Utilizzo del Prompter con il Litering montato
Uno dei vantaggi fondamentali del Chromatte è dato dal suo colore grigio. Un fondale o una parete di un set
virtuale realizzati con tale tessuto non rifletteranno alcuna dominante colorata, lasciando liberi gli attori di
interagire con le pareti del set anche in loro prossimità (da qui si intuisce anche che è possibile realizzare
Chroma Key perfetti anche in un angolo di uno studio, o in spazi di superficie ridotta). Un’applicazione
concreta di tale possibilità può essere quella delle previsioni del tempo (come nel caso di quelle in onda su
Rete 4, realizzate in uno studiolo del CPTV di Milano 2 equipaggiato con un telo di Chromatte 3x5m e due
camere con Lite-Ring blu o verdi, dove l’affascinante presentatrice tocca il fondale per interagire con la scena
sintetica) o di particolari televendite (quadri o tessuti ad esempio) dove un comportamento più naturale
dell’attore è quello che lo vede sfiorare o addirittura toccare particolari punti della scena descritta. Si sono
inoltre effettuate sperimentazioni con le ombre prodotte da altri oggetti e che si proiettano nel background.
La natura del Chromatte è tale da rigettare le ombre scure spurie fino a quando gli oggetti che le producono
non entrano praticamente nel campo visivo della camera equipaggiata con il Lite Ring. Il colore naturale del
Chromatte esalta infine la resa in chiave di oggetti tipicamente “difficili” come le superfici trasparenti,
cromate o lucide che nell’approccio tradizionale, a causa delle riflessioni dalle pareti colorate, sono influenzate
negativamente in fase di compositing. Non può mancare, in questa sede, un riferimento al fattore economico
per tale soluzione tecnologica. Reflecmedia ha , in questo aspetto, un ulteriore e decisivo punto di forza.
4
La realizzazione di una parete, e a maggior ragione, di uno studio intero in Chromatte risulta decisamente più
economica della soluzione tradizionale, dal momento che non sono più necessarie le migliaia di Watt in
illuminazione del background e, inoltre, il tempo richiesto per la generazioni di chiavi di qualità ineccepibile è
di molto inferiore a quanto speso prima.
Le sperimentazioni condotte fino a questo momento hanno confermato le enormi potenzialità del nuovo ed
innovativo sistema di Chroma Key: le applicazioni che risultano essere le più promettenti tra le tante
individuate sono:
- Background portatili che non necessitano di illuminazione
- Background da studio dove è possibile realizzare più chiavi contemporaneamente
- Effetti speciali (vestiti/giacche etc.. per l’invisibilità in studio)
- Rivestimento di mobili, divani, tovaglie e oggetti di scena al fine di cambiare loro colore in Chroma Key.
- Schermi sostitutivi per multischermo, plasma etc.. in studi di news con inquadratura quasi fissa
- Schermi per previsioni del tempo, televendite e similari
- Studi virtuali per applicazioni classiche di Chroma Key.
- Background per chroma key da realizzare su soggetti scarsamente illuminati
Figura 10 e 11: Il Chromatte nella soluzione
CHROMAFLEX (schermo ripiegabile di 2.1 x2.1 m)
come appare aperto e lo stesso come risulta
ripiegato per il trasporto.
Esiste già uno studio di grandi dimensioni equipaggiato con il sistema Reflecmedia: Sermi Film, Via della
Bolognola, 41 Roma (tel. 06/8834800), mentre Videotime ne ha già uno studiolo funzionante nel CPTV di
Milano 2 destinato alle “Previsioni del Tempo” su Rete 4 e ha utilizzato due teli 3x4 m. per realizzare una
parte consistente degli effetti speciali del programma per bambini “Ziggy”. Molti sistemi sono inoltre installati
con successo presso diverse emittenti locali in tutta Italia.
5