[brescia - 14] gdb_10/cronaca/cro
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14 LA CITTÀ MERCOLEDÌ 22 FEBBRAIO 2012 GIORNALE DI BRESCIA Da Fcb e Rotary 50mila euro per la povertà ■ Un contributo di 50mila euro alla Fondazione Opera Caritas San Martino, impegnata nel contrasto della povertà e nel sostegno alle persone in condizioni di sofferenza alimentare del nostro territorio. Questo l’impegno messo in campo da dodici Rotary bresciani, in sinergia con la Fondazione della Comuni- tà Bresciana a sostegno dell’«Ottavo giorno», la piattaforma logistica per la raccolta, lo stoccaggio e la distribuzione di generi alimentari alle Caritas parrocchiali e alle altre organizzazioni ecclesiali. L’iniziativa è stata presentata da mons. Luciano Monari, che ha sottolineato «la centralità, anche nell’attuale momento storico, del valore umanizzante del dono, che edifica la comunità ogni qualvolta sia ispirato da evangelica testimonianza». Verificato che le richieste, nel corso del 2011, sono aumentate, il contributo dei Rotary bresciani e di Fcb,garantirà una possibilità dirisposta superiore del 20%, offendo 21.200 pacchi viveri. Il 33enne disabile si muove in carrozzina elettrica e vive al dodicesimo piano di un palazzo a San Polo. Da anni ha chiesto all’Aler una casa adatta a lui Sciopero dei penalisti domani e venerdì Trebeschi: «La toga appesa non serve» ■ Sulle paretiappaiono isegni evidenti del passaggio della carrozzina elettrica. Sulle porte anche. Massimo Gritta vive in un appartamento al dodicesimo piano di uno di quei condomini enormi di via Michelangelo,al numero 106. Costretto a muoversi sulla «sedia a rotelle» a motore da quando aveva 18 anni per una grave malattia degenerativa, vive in 49 metri quadrati, tra camera, sala con angolo cottura, bagno e balcone. Da tre mesi divide gli spazi - già esigui - con la sua badante Rossella, molisana che si è spostata al Nord per poter lavorare, assistendo il giovane giorno e notte. Massimo, che ora ha 33 anni, da cinque ha chiesto all’Aler una casa più a sua misura, adatta alle sue necessità. Avrebbe diritto ad un appartamento di 60 metri quadri. Ma soprattutto lo vorrebbe al piano terra. Da anni si sente ripetere che soluzioni diverse per lui non ce ne sono, o quelle che l’Aler gli propone non sono per nulla idonee. Vuoi perchè poste inun seminterrato, vuoi perchè sulla rampa d’accesso le radici di un albero impediscono i movimenti. Vivere su una carrozzina, seppur elettrica,a 12 piani d’altezza, non è facile. E diventa ancor più problematico quando non si ha a disposizione un ascensore sufficientemente ampio per poter salire e scendere agevolmente, o a maggior ragione quando ci sono eventi come le scosse di terremoto avvertite nei mesi scorsianchenel Bresciano.«In quelle due occasioni ce la siamo vista veramente brutta - spiega Massimo -. Non potevamo prendere l’ascensore. Cosa potevo fare? Buttarmi dalla finestra? Ma cosa aspettano a cambiarmi casa, che muoia?» si domanda desolato il giovane. «Pure io quando c’è stato il terremoto non sapevo cosa fare - aggiunge Rossella -. Non sarei mai scappata lasciandoda soloMassimo. Ma cosa sarebbe potuto succedere, saremmo morti tutti e due al dodicesimo piano?». Amara la convinzione che il 33enne si è fatto in questi ultimi anni, ovvero «che qualcuno voglia rendermi lavitaancor più difficile,per convincermi a spostarmi in un altro comune, magari più piccolo. Non è vero ■ L’Organizzazione unitaria dell’Avvocatura ha proclamato lo sciopero per domani e venerdì, ed altri 4 giorni in marzo per protestare contro i provvedimenti governativi in materia di attività forense. Dalla mobilitazione si dissocia l’avvocato Cesare Trebeschi che affida le sue ragioni ad una lettera indirizzata all’Ordine forense: «Il Consiglio bresciano ha sempre mostrato perplessità su queste forme di protesta; forse è compito degli avvocati più vecchi dare pubblicamente conto di queste perplessità. Apparentemente, lo sciopero non incide sulla durata dei processi, ma i processi fissati per quei giorni sono inevitabilmente rinviati di parecchi mesi, a maggior soddisfazione dello sguaiatotrionfalismo che accompagna la prescrizione di gravi reati, e con maggior disagio ed irritazione di chi attende da anni una decisione». «Oltremezzosecolo di avvocatura miimpone-prosegue Trebeschi -, Avvocati in sciopero comein precedenti occasioni, di guardare con rispetto a questo appello. Rispetto, ma ferma dissociazione: attaccata al chiodo la toga serve soltanto alle tarme, e le tarme non abbisognano certo di una nostra servile assistenza per operare a profitto proprio, senza alcuna preoccupazione per la giustizia o per l’economia del Paese. Rispetto, ma sorpresa: per difendere la giustizia, ne paralizziamo il funzionamento: penso che la città potrebbe forse capire una nostra partecipazione a scioperi in difesa degli indifesi, ma sarebbe portata a ritenere corporativa una protesta che coinvolge interessi di categoria». «Rispetto, ma malinconia, nel ricordo commosso di avvocati, giudici, cancellieri che lungi dall’abbandonare la toga l’hanno abbracciata con maggior vigore proprio quando nel nostro Paese, nella stessa nostra città che in quei giorni ospitò Tribunali speciali, ma anche la suprema Magistratura, la giustizia sofferse ferite più gravi di pur discutibili provvedimenti odierni. Il ricordo di quella stagione, tremenda e mirabile, di quei tragici processi nei quali minacce e scherni non hanno strappato la toga all’animosità dei nostri colleghi, dovrebbe forse farci leggere con pacata ragionevolezza i problemi del nostro tempo». Il sogno di Massimo: il pianterreno La vita al dodicesimo ■ Massimo Gritta divide i 49 mq del suo appartamento con la sua badante Rossella e gli amati cani Sheila ed Ella. Chiede da anni all’Aler di poter vivere in un appartamento al pianterreno, senza ascensori da prendere (foto Ortogni/Neg) che non ci sono appartamenti libedi aver paura». ri adatti a me. Proprio oggi abbiaAlle due bestiole il giovane non vuomo visto una cascina appena rile assolutamente rinunciare. Come strutturata e ci hanno detto che è conferma Rossella: «Sheila ed Ella dell’Aler. Io vado ogni terzo giovedì gli danno sicurezza. Sono dei punti del mese, con grande fatica, perchè di riferimento che lo aiutano molnon è certo una passeggiata per me to». E l’affetto che il 33enne riversa e per chi mi accompagna, per vedesu quelle bestiole è ampiamente rire se c’è una casa adatpagato dai due cani che ta. E ogni volta mi sento con enorme tenerezza si dire che non ce ne sono. fanno coccolare e accaAMAREZZA Ma non è vero. E non è rezzare salendo sul pre«Il giorno del dignitoso, per nulla», dellino della carrozzina, continua a raccontare o stendendosi al suo terremoto per la Massimo Gritta. fianco. paura, non Unico suo conforto, ol«Non mi sembra di chiepotendo entrare tre ai familiari e alla sua dere troppo. Non chiein ascensore, assistente ormai 24 ore do una casa lussuosa, su 24, i due amatissimi masemplicementeadatmi sarei buttato cani: Sheila, labrador di ta alle mie condizioni. dalla finestra» sette anni ed Ella, rotDove possa trascorrere tweiler ancora cucciodelle ore serene anche lo. Negli occhi di Massiper stare meglio». mo si legge tutto l’amore che nutre Vivereal dodicesimo piano,oggi coper quei due cani: «Mi offrono uno me oggi per Massimo è invece fonstimolo in più, per uscire, per non te di ansia e di agitazione, che certo chiudermi in me stesso, visto le mie non fanno bene alla sua salute, psipatologie. Ma da quando è arrivata cologica e fisica. «Disastrosi» sono Ella le assistenti del Comune non stati i giorni che lo hanno visto a letvogliono più venire perchè dicono to per un’influenza, senza mai po- ter uscire dalla sua camera. «Per fortuna era con me Rossella, altrimentinon ce l’avrei fatta a superare l’ansia». La giovane molisana ha conosciuto Massimo durante un ricovero alla Città di Brescia e da allora lo assiste, accontentandosi di dormire sul divano, e di un salario che sa quasi di beneficenza. «MaMassimo ora è diventato la mia famiglia» sostiene. È lei che ci ha contattati per sollevare la questione e per sensibilizzare l’Aler. Prima di salutarlo, sulla sua carrozzinaelettrica, MassimoGritta ci mostra tutte le difficoltà per salire in ascensore. Non riesce ad entrare conuna solamanovra,ma cevogliono molte di più. Non solo. Per farlo deve entrare «in retromarcia» e una volta all’interno fatica anche a schiacciare i pulsanti dei piani, a maggior ragione quello dell’allarme che è posto più in alto. Il secondo ascensore, posto di fianco, è ancora più piccolo, e in quello Massimo non riesce nemmeno ad entrarci. Daniela Zorat La Provincia riduce il «digital divide» dei Comuni Molte le richieste di partecipazione ai corsi di aggiornamento promossi dal Cit L’assessore provinciale Corrado Ghirardelli ■ Sono passati i tempi di macchine per scrivere, veline e archivi cartacei. Il digitale è ormai un obbligo anche per le amministrazioni pubbliche, ed è fondamentale che il personale sia in grado di utilizzare l’informatica per fornire ai cittadini servizi sempre più efficienti. Concetti, questi, richiamati dal Centro Innovazione e Tecnologie (Cit) della Provincia di Brescia. Dal 2011 offre agli enti locali del territorio bresciano in conven- zione (ben 196), un servizio e-learning (con lab multimediali, community on line, e forum virtuali di discussione) focalizzato a supportare l’innovazione tecnologica e i cambiamenti imposti dalle recenti novità normative (dalla pubblicazione degli atti in forma digitale, fino alla Posta elettronica certificata). E se già l’anno passato è stato un successo (con 578 utenti registrati, su 10 corsi di 6 aree tematiche), il 2012 si preannuncia ancora migliore: nel primo seme- stre sono stati attivati due percorsi (sull’attività contrattuale e sulle nuove tecnologie informatiche) e, a tre giorni dall’apertura, le iscrizioni erano già in overbooking. «Un bilancio positivo - ha spiegato ieri l’assessore Corrado Ghirardelli - che consente alle amministrazioni di fornire ai cittadini dei servizi sempre più al passo coi tempi, risparmiando sulla formazione del suo personale (i costi sono compresi nel canone di convenzione con il Cit). Abbia- mo investito nel progetto 60mila euro e riusciamo a fornire il servizio, sostenendo costi decisamente inferiori a quelli di mercato». Tutto ciò - secondo Palazzo Broletto - ha un unico neo: il Comune di Brescia non partecipa al Cit. «Auspichiamo la condivisione di questi percorsi con il più grande comune della nostra provincia - ha concluso l’assessore provinciale Ghirardelli -. Creerebbe sicuramente sinergie positive». mcr