Accogliere l`altro - ufficio irc crema

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Accogliere l`altro - ufficio irc crema
SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO
PERCORSO DIDATTICO
CLASSI TERZE
ACCOGLIERE L’ALTRO,
INSTAURANDO IL DIALOGO ED
ACCETTANDO LE DIVERSITA’
PRIMO APPROCCIO ALL’INTERCULTURA
a cura di
Leva Emanuela
1
IL PROBLEMA
Le correnti migratorie di questi anni verso l’Italia e gli altri paesi industrializzati fanno parte di
un processo storico destinato a non esaurirsi rapidamente. Ne consegue una progressiva
trasformazione della nostra società in una realtà multiculturale e questo sta obbligando
ciascuno di noi a misurarsi con il problema della diversità.
E’ particolarmente necessario che nella scuola secondaria di primo grado vi sia una riflessione
sulla propria identità e alterità perché i ragazzi sono in una fase di costruzione dell’identità e
perché dovranno inserirsi come cittadini e come lavoratori nella società multiculturale di
domani.
La scuola è profondamente coinvolta dai processi migratori che portano nelle classi alunni di
nazionalità, culture e lingue molto diverse.
Ne emerge, quindi, l’esigenza di un’educazione interculturale come valenza formativa,
indispensabile non solo quando nella classe sono presenti studenti stranieri ma per sviluppare
curiosità e rispetto per la diversità, attenzione alla relatività dei punti di vista, capacità critica e
autocritica verso stereotipi e pregiudizi e per instaurare un dialogo che sia fondato sul rispetto
reciproco.
LA PROPOSTA
Obiettivo educativo:
avviare gli alunni all’educazione interculturale per stimolarli all’accettazione e al rispetto
reciproco e cioè educarli al rapporto con gli altri aiutandoli a scoprire l’”altro” in quanto valore,
risorsa, diritto e possibilità di crescita indipendentemente dalla nazionalità, razza, sesso, colore,
religione, opinione politica, ecc. che sono le basi essenziali per un’educazione alla pace.
Obiettivi formativi:
Con le
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






varie attività si vogliono orientare i ragazzi a:
Un approccio interpersonale ed interculturale con l’altro
Conoscere ed interagire con le diversità
Scoprire nelle diversità risorse e ricchezze
Assumere atteggiamenti empatici verso gli altri cioè a guardare la realtà da diversi
punti di vista
Contrastare fenomeni sociali quali: razzismo, xenofobia ed eterofobia
Saper instaurare un dialogo rispettoso delle diversità
Interpretare il proprio rapporto con il mondo in un’ottica interculturale
Scoprire che la vita è un valore da condividere con tutta l’umanità in spirito di giustizia
e di corresponsabilità.
Tempo: 15 ore di lezione circa (coinvolgendo docenti di altre discipline)
Fasi di articolazione delle attività:
1. CHI E’ L’IMMIGRATO
1.1.
Racconto: “Tipi extra” (all. 1)
1.2.
Questionario sugli immigrati (all.2)
1.3.
Alcuni dati sulla presenza degli stranieri in Italia (all. 3)
1.4.
Lettura e conversazione: “L’identikit dell’immigrato” (all. 4)
1.5.
Testimonianza di un immigrato
2. IL PREGIUDIZIO
2.1.
Attività interattiva: “Trasferimento forzato” (all. 5)
2.2.
Racconti: “Il secchio” (all. 6) e brevi racconti ‘imbarazzanti’ tratti dal libro
“All’incrocio dei sentieri” di Kossi Lombra-Ebri (all. 7)
3. LA DIVERSITA’ COME VALORE
3.1.
Breve percorso linguistico interculturale (all. 8)
2
3.2.
Lavori di gruppo: ad ogni gruppo viene assegnata una parola e gli alunni devono
ricercarne le probabili cause e conseguenze da riportare poi sulla tabella di classe
(all. 9)
4. L’INTERCULTURA
4.1.
Lettura: “Il Decalogo della Tolleranza” (all. 10)
4.2.
Poesie: “Chi è di colore?” (all. 11) e “Cittadino del mondo” (all. 12)
4.3.
Attività: “La nostra realtà è intercomunicante” . Dopo aver letto la frase di M. L.
King: “Il nostro universo è strutturato così: e non riusciremo a raggiungere la pace
interna finché non avremo riconosciuto questo fatto basilare della struttura
interdipendente di ogni realtà. Siamo fatti per vivere insieme: la nostra realtà è
intercomunicante”, ognuno ricerca il Paese di provenienza di tutti gli oggetti e dei
vestiti che indossa per rendersi conto che in classe, in quel momento, abbiamo cose
provenienti da tutti i cinque continenti!
4.4.
Approfondimento: ricercare e analizzare i seguenti brani biblici:
- Lv 19,33-34
- Lv 19,9-18
- Rm 11,16-18
- Mt 5,1-12
- Gv 13,43
- Mt 25,31-46
Lv 19,33-34, in cui gli antichi ebrei, essendo stati anch’essi nella condizione di
“stranieri”, potevano certamente comprendere la situazione psicologica e sociale
di uno straniero; Lv 19,9-18, imitando il Signore, gli ebrei mettono in pratica
molte forme di solidarietà scaturite dai concetti di amore per il prossimo ed
invitano a non violare i diritti dei poveri e dei deboli; Rm 11,16-18, il
cristianesimo superando la visione veterotestamentaria di appartenenza ad un
popolo afferma che la solidarietà non deriva dalla razza o dalle religioni ma che
essendo tutti “innestati” su Cristo siamo appartenenti alla stessa famiglia
superando razze e differenze di vario genere.
La solidarietà cristiana, quindi, non può accontentarsi di offrire solo i diritti di
cittadinanza agli immigrati, ma vuole che questi non siano considerati cittadini “di
serie B” e che la diversa cultura di cui sono portatori possa diventare compatibile
con la nostra. Per questo, riconsiderando tutta la tradizione cristiana i ragazzi hanno
verificato che l’amore della Chiesa verso i poveri, i diversi e gli emarginati si ispira
all’insegnamento di Gesù delle Beatitudini (Mt 5,1-12) e al comandamento
dell’Amore (Gv 13,43) tanto da essere puntualizzato nelle sette Opere di
Misericordia (Mt 25,31-46).
4.5.
Gioco interattivo: “Colorando il perdono” (all.13)
4.6.
Racconto finale: “E’ giusto difendere la propria cultura?” (all.14)
VERIFICA E VALUTAZIONE




Interesse: in base al coinvolgimento personale alle attività proposte;
Partecipazione: annotare sul registro con segno positivo (+) gli interventi pertinenti
che emergono durante le varie attività;
Impegno: a conclusione del lavoro svolto far formulare ad ogni alunno uno slogan o
breve frase da promuovere per contrastare i fenomeni sociali quali: razzismo, xenofobia,
eterofobia, ecc. con la realizzazione di segnalibri da diffondere nella scuola;
Relazione con gli altri: osservare le eventuali modificazioni a livello di
comportamento, di sensibilità e di linguaggio verbale.
3
________________________________________________________
ALLEGATI
Allegato 1
TIPI EXTRA
Il libro da cui è tratto il brano racconta le avventure di Nadir, bimbo marocchino di dieci anni
che vive in Italia e frequenta una scuola italiana. Un giorno l’insegnante lo interroga in
geografia…
-
Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno. Tutti in ordine di
distanza dal sole!
Bravo, Nadir. Adesso ci siamo.
Posso fare io una domanda?
Certo, Nadir.
Perché gli extraterrestri si chiamano così?
Perché non abitano sulla Terra. Extraterresti, infatti, significa proprio “che non si
trovano sulla Terra”. Capito?
Capito.
E allora perché gli extracomunitari si chiamano così?
Perché non abitano nella Comunità europea, di cui l’Italia fa parte.
Allora anche gli svizzeri sono extracomunitari?
In effetti, anche gli svizzeri
E gli americani?
Pure loro.
Anche George Bush?
Beh… sì, anche lui.
Ma allora pure Bill Gates, quello dei computers!
Pure quello.
Mitico! Bill Gates, l’uomo più ricco del mondo, è un extracomunitario! Questa proprio
non me l’aspettavo!
Allegato 2
QUESTIONARIO
1) Sai se nella tua città o paese vivono degli immigrati?
[SI]
[NO]
2) Conosci il loro Paese di provenienza?
[SI]
[NO]
Elencane i principali:________________________________________________________
3) Secondo te in Italia gli immigrati sono …
[POCHI]
[TANTI]
[TROPPI]
4) Quanti immigrati all’incirca conosci?
[1]
[3]
[5]
[10] [
]
5) Qual è il tuo atteggiamento nei loro confronti:
[] mi è difficile capirli
[] per me sono persone come altre
[] mi sforzo di conoscerli
[] sono un po’ diffidente
[] ____________________________________________________________________
[] ____________________________________________________________________
6) Completa con un aggettivo: l’immigrato è _______________________________________
7) Ritieni che i motivi per cui gli stranieri emigrano dai loro Paesi siano:
[] giusti
[] ingiusti
[] inesistenti
[] non saprei
8) Secondo te per quale/i motivo/i saranno venuti in Italia?
____________ _________________________________________________________
4
9) Cosa pensi della loro situazione? _______________________________________________
10) Che cosa pensi quando vedi un immigrato? _____________________________________
11) Accetteresti l’amicizia di un immigrato?
[SI]
[NO] [FORSE]
12) Lo inviteresti a casa tua?
[SI]
[NO]
[DIPENDE]
13) Che cosa si dice in casa tua sugli immigrati? ____________________________________
14) Che cosa dicono i tuoi amici e le tue amiche di loro? ______________________________
15) Quali sono, secondo te, le conseguenze più importanti della loro presenza in Italia? (fino
ad un massimo di tre)
[] diminuzione dei posti di lavoro
[] apertura della cultura italiana ad altre culture
[] terrorismo e droga
[] vagabondaggio e droga
[] una società più pluralista
[] ____________________________________________________________________
16) Sei favorevole o contrario/a alla chiusura effettiva delle frontiere italiane agli immigrati
stranieri?
[] sono favorevole ad una chiusura totale
[] sono favorevole ad una chiusura parziale
[] sono contrario/a, meglio una maggiore apertura
[] non so
[]____________________________________________________________________
In ogni caso, perché?
_____________________________________________________________________
Allegato 3
ALCUNI DATI SULLA PRESENZA DEGLI STRANIERI IN ITALIA
Anche nello scenario di crisi economica e occupazionale delineatosi alla fine del 2008 e rafforzatosi nel corso del 2009,
l'immigrazione non ha arrestato la sua crescita. L'aumento annuo di 250 mila unita', considerato nelle previsioni
dell'Istat come scenario alto, e' risultato inferiore a quanto effettivamente avvenuto (+458.644 residenti nel 2008,
+13,4% rispetto all'anno precedente).
I cittadini stranieri residenti erano 2.670.514 nel 2005 e sono risultati 3.891.295 alla fine del 2008, ma si arriva a
circa 4.330.000 includendo anche le presenze regolari non ancora registrate in anagrafe. Incidono, quindi, tra il
6,5% (residenti) e il 7,2% (totale presenze regolari) sull'intera popolazione; ma il dato arriva al 10% se si fa
riferimento alla sola classe dei piu' giovani (minori e giovani fino ai 39 anni).
Se poi si tiene conto che la regolarizzazione di settembre 2009, pur in tempo di crisi, ha coinvolto quasi 300 mila
persone nel solo settore della collaborazione familiare, l'Italia oltrepassa abbondantemente i 4,5 milioni di presenze:
siamo sulla scia della Spagna (oltre 5 milioni) e non tanto distanti dalla Germania (circa 7 milioni). Il 2008 e' stato il
primo anno in cui l'Italia, per incidenza degli stranieri residenti sul totale della popolazione, si e' collocata al di sopra
della media europea e, seppure ancora lontana dalla Germania e specialmente dalla Spagna (con incidenze
rispettivamente dell'8,2% e dell'11,7%), ha superato la Gran Bretagna (6,3%).
Nei Paesi di piu' antica tradizione migratoria, pero', e' molto piu' elevato il numero di cittadini nazionali di origine
immigrata, essendo piu' agevole la normativa sull'accesso alla cittadinanza: in Francia il 23% della popolazione ha
genitori o nonni di origine immigrata; in Germania, mentre i cittadini stranieri sono scesi a circa l'8%, quelli con un
passato migratorio raggiungono ben il 18%. In Italia, dove questa distinzione non e' statisticamente agevole, nel
2008 si e' giunti a quasi 40 mila casi di acquisizione di cittadinanza a seguito di matrimonio o di anzianita' di
residenza. Continua a prevalere la presenza di origine europea (53,6%, per piu' della meta' da Paesi comunitari).
Seguono gli africani (22,4%), gli asiatici (15,8%) e gli americani (8,1%).
Risulta fortemente attenuato il policentrismo delle provenienze, che per molti anni e' stato una spiccata caratteristica
dell'immigrazione italiana: le prime 5 collettivita' superano la meta' dell'intera presenza (800 mila romeni, 440 mila
albanesi, 400 mila marocchini, 170 mila cinesi e 150 mila ucraini).
A livello territoriale il Centro (25,1%) e il Meridione (12,8%) sono molto distanziati dal Nord quanto a numero
di residenti stranieri (62,1%), cosi' come il Lazio (11,6%) lo e' dalla Lombardia (23,3%), tra l'altro preceduto,
seppure di poco, dal Veneto (11,7%).
Il dinamismo della popolazione straniera e' da ricondurre principalmente alla sua evoluzione demografica da una parte e
alla domanda di occupazione del Paese dall'altra, mentre influiscono in misura veramente minima le poche decine di
migliaia di sbarchi, pari a meno dell'1% della presenza regolare.
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Nel 2008 sono state 36.951 le persone sbarcate sulle coste italiane, 17.880 i rimpatri forzati, 10.539 gli stranieri
transitati nei centri di identificazione ed espulsione e 6.358 quelli respinti alle frontiere. Non si tratta - evidenzia il
Rapporto - neppure di un cinquantesimo rispetto alla presenza di immigrati regolari in Italia, eppure il contrasto dei
flussi irregolari ha monopolizzato l'attenzione dell'opinione pubblica e le decisioni politiche; tanto piu' che il
rapporto tra allontanati e intercettati e' di 34 ogni 100 (il piu' basso dal 2004) e si registra una crescente
confusione tra immigrati ''clandestini'', irregolari, richiedenti asilo e persone aventi diritto alla protezione
umanitaria.
IN ITALIA STRANIERO 1 ABITANTE SU 14. SOPRATTUTTO GIOVANI - In Italia, 1 abitante su 14 (7,2%)
e' di cittadinanza straniera. Lo rileva il Dossier statistico sull'Immigrazione Caritas-Migrantes, sottolineando che
l'incidenza e' maggiore tra i minori e i giovani adulti (18-44 anni), con conseguente maggiore visibilita' a scuola e nel
mercato del lavoro.
Piu' di un quinto della popolazione straniera e' costituito da minori (862.453), 5 punti percentuali in piu' rispetto a
quanto avviene tra gli italiani (22% contro 16,7%). I nuovi nati da entrambi i genitori stranieri (72.472) hanno inciso nel
2008 per il 12,6% sulle nascite totali registrate in Italia, ma il loro apporto e' pari a un sesto se si considerano anche i
figli di un solo genitore straniero.
Ad essi si sono aggiunti altri 40.000 minori venuti a seguito di ricongiungimento. Tra nati in Italia e ricongiunti, il 2008
e' stato l'anno in cui i minori, per la prima volta, sono aumentati di oltre 100 mila unita'. A chiedere il ricongiungimento
il piu' delle volte (65,6%) e' una persona sola; negli altri casi l'interessato vive con uno o piu' individui, a testimonianza
di un processo di inserimento sempre piu' avanzato.
L'eta' media degli stranieri e' di 31 anni, contro i 43 degli italiani. Tra i cittadini stranieri gli ultrasessantacinquenni
sono solo il 2%. L'immigrazione e' dunque anche una ricchezza demografica per la popolazione italiana, che va incontro
al futuro con un tasso di invecchiamento accentuato; e lo e' specialmente per i Comuni con meno di 5.000 abitanti, molti
dei quali senza questo supporto sarebbero in prospettiva a rischio di spopolamento
LAVORO: STRANIERI SONO UN DECIMO DEGLI OCCUPATI, MALGRADO CRISI - Anche in un anno di
crisi incipiente, come e' stato il 2008, l'apporto degli immigrati e' risultato cosi' necessario da far aumentare il
loro numero tra gli occupati di 200 mila unita'. Del resto, nel mercato occupazionale italiano l'internazionalizzazione
e' in corso da tempo e i lavoratori nati all'estero sono il 15,5% del totale.
Tra di essi non mancano gli italiani di ritorno (a testimonianza degli oltre 4 milioni di emigrati italiani residenti
all'estero), ma la stragrande maggioranza e' costituita da lavoratori stranieri, il cui afflusso si e' incrementato
specialmente nell'ultimo decennio.
I lavoratori stranieri in senso stretto - evidenzia il Dossier Caritas sull'Immigrazione presentato oggi - sono quasi
un decimo degli occupati e contribuiscono per una analoga quota alla creazione della ricchezza del Paese, come
posto in risalto, rispettivamente, dalle indagini trimestrali dell'Istat sulla forza lavoro e dalle ricerche di
Unioncamere.
I motivi di lavoro sono, insieme ai motivi familiari, quelli che attestano il carattere di insediamento stabile
dell'immigrazione. Si tratta di persone spesso inserite da molti anni sul posto di lavoro e che, superando difficili
condizioni di partenza, oggi presentano una serie di caratteristiche: un tasso di attivita' di 11 punti piu' elevato rispetto
alla media (73,3 contro 62,3); estrema motivazione a riuscire, per il fatto che per loro la migrazione rappresenta una
scelta esistenziale forte; disponibilita' a svolgere un'ampia gamma di lavori, da cui deriva anche la loro alta
concentrazione nei settori meno appetibili per gli italiani; esposizione a maggiori condizioni di rischio sul lavoro
(143.651 infortuni nel 2008, dei quali 176 mortali); scarso grado di gratificazione (soprattutto per via del mancato
riconoscimento delle qualifiche e dell'inserimento in posti occupazionali di basso livello); necessita' di sostenere i
familiari rimasti in patria (ai quali nel 2008 hanno inviato 6,4 miliardi di Euro con le rimesse); sottoposizione ad
atteggiamenti di diffidenza e, da ultimo, anche di ostilita', con ricorrenti atti di vero e proprio razzismo. Di questi circa
2 milioni di lavoratori immigrati, quasi 1 milione si e' iscritto ai sindacati.
AUMENTANO STRANIERI NELLE SCUOLE, SONO 7% TOTALE - Gli alunni figli di genitori stranieri,
nell'anno scolastico 2008/2009, sono saliti a 628.937 su un totale di 8.943.796 iscritti, per un'incidenza del 7%.
L'aumento annuale e' stato di 54.800 unita', pari a circa il 10%. L'incidenza piu' elevata si registra nelle scuole
elementari (8,3%) e, a livello regionale, in Emilia Romagna e in Umbria, dove viene superato il 12%, mentre si scende
al 2% al Sud e nelle Isole.
Di questi studenti, 1 ogni 6 e' romeno, 1 ogni 7 albanese e 1 ogni 8 marocchino, ma si rileva di fatto una miriade
di nazionalita', veramente un ''mondo in classe'', come mettono in evidenza i progetti interculturali. Sono i dati
del Dossier Caritas-Migrantes che sottolinea come si tratti di alunni ''stranieri'' per modo di dire, perche' quasi 4 su 10
(37%) sono nati in Italia e di questo Paese si considerano cittadini; e il rapporto sale a ben 7 su 10 tra gli iscritti
alla scuola dell'infanzia. Per costoro la lingua, spesso invocata come motivo di separazione, non costituisce un
ostacolo; e cosi' potrebbe essere anche per i ragazzi ricongiunti nel corso dell'anno, a condizione di potenziare le misure
di sostegno per l'apprendimento dell'italiano.
Questi giovani condividono con i coetanei italiani comportamenti, gusti, consumi, incertezze esistenziali. Soprattutto le
ragazze puntano all'emancipazione economica e individuale, spesso con conseguenti strappi con la famiglia e le
tradizioni di origine.
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Differenze si riscontrano, invece, nel percorso scolastico, a causa di problemi di ritardo, dispersione, insuccesso,
specialmente nella scuola secondaria superiore: ragionando in termini di sistema per il futuro del Paese, avverte
il Dossier Caritas, bisognera' ridurre questo svantaggio, dotando la scuola dei mezzi e del personale necessari.
NON ESISTE EMERGENZA DOVUTA A STRANIERI RESIDENTI - ''Non esiste in Italia una emergenza
criminalita' dovuta agli stranieri immigrati, perche' non ci distinguiamo in negativo in un confronto europeo e
nel contesto italiano le denunce penali da alcuni anni sono in diminuzione e il livello attuale (poco piu' di 2
milioni e mezzo di denunce) e' pari a quello dei primi anni '90 quando iniziava l'immigrazione di massa''.
Lo ha spiegato oggi Franco Pittau, coordinatore del Dossier statistico immigrazione della Caritas-Migrates citando i dati
del Dossier pubblicato oggi , che sottolinea come gli stranieri non siano persone dal tasso di delinquenza piu' alto:
l'aumento delle denunce contro i cittadini stranieri regolari risulta inferiore all'aumento della popolazione straniera e, ad
esempio, nel periodo 2001-2005 le denunce sono aumentate del 46% e gli stranieri residenti del 101%. Solo nel
28,9% dei casi di denuncia penale - afferma il Rapporto - sono implicati stranieri legalmente presenti e cio'
abbassa il loro tasso di criminalita', che scende ulteriormente ipotizzando che anche gli italiani che delinquono
siano per il 92,5% concentrati tra i ventenni e i trentenni (come accade tra gli stranieri) e considerando che il
confronto non tiene conto dei reati contro la normativa sull'immigrazione: alla fine, il tasso di criminalita' risulta
essere analogo per italiani e stranieri.
No, anche all'equiparazione tra irregolare e delinquente, ''come dimostra il fatto - rileva il Dossier - che la meta' degli
attuali quattro milioni di residenti sono stati irregolari, come lo erano, fino al mese di agosto 2009, le 300 mila
collaboratrici familiari prima della domanda di emersione''. Il boom della criminalita' era gia' avvenuto in Italia
all'inizio degli anni '90 e, rispetto ad allora, il livello delle denunce e' rimasto lo stesso. Certamente anche gli immigrati
possono delinquere e su questo bisogna vigilare, senza tuttavia trasformarli in un capro espiatorio del nostro disagio
sociale.
[dal Rapporto Caritas-Migrantes del 28/10/2009]
Allegato 4
L’IDENTIKIT DELL’IMMIGRATO
Che cosa evoca comunemente il termine immigrato? Se riflettiamo, ci renderemo conto che la
nostra percezione lo individua come un disperato , affamato e povero, privo di cultura, o,
peggio un delinquente e, se è donna, una collaboratrice familiare, una badante o addirittura
una prostituta.
Saremo meravigliati allora scoprendo che le statistiche descrivono una realtà molto diversa: le
manifestazioni più tragiche del fenomeno dell’immigrazione (viaggi organizzati dalla criminalità,
carrette del mare, ecc.), rappresentano la minoranza e, comunque, molti dei clandestini così
introdotti ripartono dopo poco o vengono rimpatriati.
Il popolo degli immigrati, al contrario, per la maggior parte è formato da persone che entrano
regolarmente nel nostro Paese, soprattutto per ricongiungimenti familiari e motivi di lavoro.
L’immigrato che arriva in Italia è una persona giovane, che nel suo Paese ha una casa, un
lavoro e vive in una condizione considerata di classe media dal punto di vista socio-culturale ed
economico. Nel Paese di partenza lavorava come impiegato, tecnico, operaio qualificato,
commerciante, insegnante, universitario, diplomato, piccolo proprietario terriero… e quasi
sempre conosce altre lingue oltre alla propria.
Si consideri ad esempio che tra gli stranieri residenti nella provincia di Cremona circa il 43% è
diplomato o laureato e, comunque, la percentuale di cittadini immigrati che hanno concluso il
ciclo di istruzione obbligatorio nel loro Paese sfiora il 40%. Tuttavia, nel 51% dei casi
l’immigrato non può contare sul riconoscimento in Italia del proprio titolo di studio.
L’immigrato gode di buona salute, è intraprendente e con un grande spirito di adattamento; è
consapevole dei rischi che corre ma è deciso ad affrontarli. In genere fino al mese prima ha
lavorato nel suo Paese, riuscendo a risparmiare una discreta somma di denaro in vista della
partenza. Sono quindi i più capaci e intraprendenti a emigrare mentre, al contrario, i disperati
e i poveri non ne hanno le risorse e, se si muovono, si stabiliscono alla periferia delle grandi
città del loro Paese.
Ma se vive una situazione complessivamente discreta (sebbene, bisogna ricordarlo, molto
lontana dagli standard di benessere occidentale), perché l’immigrato decide di partire? Alla
base della decisione non c’è mai una sola ragione, il fenomeno è talmente complesso che
meriterebbe un ulteriore approfondimento.
Tuttavia, si può dire che nella maggioranza dei casi non è la disperazione a spingere alla
partenza, ma la mancanza di prospettive, di miglioramento sociale, di vita dignitosa per sé e
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per la propria famiglia. A ciò si deve aggiungere il sogno dell’occidente, ossia tutto ciò che un
immigrato si aspetta di trovare nel nuovo Paese, magari per averne sentito parlare da altri
partiti prima di lui, dai mezzi di comunicazione, dagli adescamenti dei “mercanti di schiavi”: il
facile accesso ai guadagni e ai consumi, la libertà, il benessere, il progresso.
Una volta giunto a destinazione, l’immigrato diventa poi per la sua famiglia “la gallina dalle
uova d’oro”: non può fallire né tornare senza nulla di fatto. La cerchia familiare gli chiede
sempre di più, sia in termini economici sia nell’organizzazione e nel sostegno di nuovi arrivi.
Allegato 5
TRASFERIMENTO FORZATO
Per questioni di lavoro della vostra famiglia immaginate di dovervi trasferire in Africa e di
dovervi inserire in una classe di ragazzi africani…
a) Che cosa rispondereste ai vostri compagni se vi trattassero con i seguenti pregiudizi?
1. …Hei, viso pallido, la tua faccia è bianca come il latte!
2. Sei “diverso” non puoi stare con noi!
3. Gli Europei mangiano solo “robaccia”
4. Gli Europei pensano di essere sempre migliori degli altri
5. Gli Europei disprezzano le altre razze
6. Gli Europei sono degli sfruttatori
7. Gli Europei sminuiscono, rispetto al cristianesimo, le altre religioni
8. Gli Europei sono poco osservanti della religione
9. Gli Europei sono “sfaticati”
10. Gli Europei sono ladri
11. Gli Italiani sono tutti mafiosi
b) Calandovi nei panni di un ragazzo immigrato che viene in Italia cercate di focalizzare
quali pregiudizi potrebbero sorgere nei suoi confronti.
Allegato 6
IL SECCHIO
Un vecchio contadino osservava, scontento, un giovane che costruiva una capanna presso la
risaia. – Io mi chiedo da dove viene, - disse alla moglie la sera stessa. – Non è di questa
regione. Dai vestiti si direbbe che viene dalle montagne. Ma che cosa è venuto a fare qui? Non
mi piace per niente. Ah, proprio no, non mi piace affatto…
- Perché non vai a salutarlo domani, - lo consigliò la donna. – Dagli il benvenuto! Forse non
conosce nessuno qui. – Non ci penso affatto, - grugnì il contadino. – Non sai che i montanari
sono tutti ladri? Ignoriamolo. Forse basta un po’ di pazienza, e se ne andrà.
Ogni giorno il contadino lavorava nella sua risaia. Con i piedi nell’acqua, strappava le erbacce
che poi riponeva in un secchio. Una mattina non trovò più il secchio nel posto dove stava di
solito. – Lo sapevo, - mormorò, sollevando il letto e guardando nell’armadio. – Lo sapevo. Me
l’ha rubato. Mi ha rubato il secchio! – Chi ti ha rubato il secchio? – chiese la moglie. – Il
montanaro! – Nessuno ti ha rubato niente, gli rispose la donna. – Lo sai che perdi tutto.
Cercalo bene il tuo secchio, vedrai che lo ritrovi!
Ma il vecchio contadino non la ascoltò. Uscì furtivamente di casa e andò a spiare il suo vicino.
Il giovane straniero badava tranquillamente ai suoi affari, ma il contadino pensò che aveva
un’aria sospetta. – Niente da dire, - pensava il contadino osservandolo. – Ha proprio l’aria del
ladro di secchi, cammina come un ladro di secchi: è un ladro di secchi! – Buongiorno vicino, gli augurò il giovane vedendolo nascosto dietro un albero. Il vecchio scappò correndo. – Visto?
– disse ansante alla moglie. – Mi ha salutato perché non sospetti di lui. La tipica arroganza dei
ladri. Mi prende in giro! Si sta burlando di me! E si barricò in casa con sua moglie, i suoi dieci
polli e i suoi tre maiali. – Poveretto, - lo compatì la moglie. – Tu hai perso la testa! – Ma -
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gemette lui – dopo il secchio ruberà anche tutto il resto; e poi non ti ho detto, - aggiunse
tremando come una foglia, -che i montanari, oltre che ladri, sono tutti assassini! La donna uscì
scuotendo la testa e andò a sbrigare le faccende quotidiane. Nel tardo pomeriggio, il vecchio
contadino uscì di casa per bere l’acqua del pozzo… e cosa vide appoggiato sul bordo? Il suo
secchio! E così si ricordò che era andato al pozzo a prendere un po’ di acqua per gli animali, e
si era semplicemente dimenticato di prenderlo. – Bè, - ripeteva tra sé vergognandosi, - eppure
quel montanaro sembrava proprio un ladro…
Allegato 7
RACCONTI IMBARAZZANTI
“Baby-sitter”
Un bel pomeriggio di primavera, Charles, un mio amico togolese, sposato con una ragazza
italiana, portava a passeggio per le vie del giardino pubblico i suoi due figli, quello di due anni
per mano e il piccolino di qualche mese nel passeggino.
Incrociarono due signore anziane. Una di loro, mossa da amorevole compassione, esclamò:
- Oh, por diavul, ga tucà fa ul baby-sitter!
“Etnocentrismo”
Un giorno, in classe durante un incontro sull’interculturalità, chiesi ai ragazzi di darmi una
definizione del termine “razzismo”.
Subito, il più sveglio esclamò:
- Il razzista è il bianco che non ama il nero!
- Bene! - dissi. – E il nero che non ama il bianco?
Mi guardarono tutti stupiti ed increduli con l’espressione del tipo:
“Come può un nero permettersi di non amare un bianco?”.
“La voce dell’innocenza”
Quando mia moglie ed io fummo invitati ad una trasmissione televisiva sulla coppia mista, mio
figlio di nove anni mi chiese:
- Papà, ma perché devono fare una trasmissione sulla coppia mista?
Cosa vuol dire una coppia mista?
Risposi:
- Vedi che papà è nero e la mamma è bianca: noi formiamo una coppia mista. Siccome
per la gente è una cosa nuova, vogliono che ne parliamo.
Dopo averci pensato un po’, mi guardò e disse:
- Boh, per me, una coppia mista… è un uomo che sposa… un robot.
Sindrome da “vù-cumprà”
Tornando da scuola, Gratis passò per il centro perché doveva comprare dei quaderni in una
cartoleria.
Appena lui con il suo borsone entrò nel negozio, il commerciante gli venne incontro con mani e
palme aperte dicendo:
- No grazie, non compriamo niente!
- Ok! – disse Gratis – ma io, posso comprare dei quaderni?
“Punto a… Capo”
Un giorno, mentre si trovava nel corridoio della corsia dove lavorava come infermiera, Akolè
vide arrivare un signore elegante e distinto.
Con premurosa gentilezza gli andò incontro e gli chiese:
- Mi scusi, posso esserle utile?
Lui rispose con un secco “no” oltrepassandola per recarsi diritto verso la dispensa dove le
ausiliarie stavano approntando i pasti per i degenti.
Arrivato lì disse:
- Sono il figlio della signora Galimberti del letto 130 che è stata operata stamani e vorrei
avere notizie dalla caposala sulle sue condizioni.
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Gli fu indicata la caposala, che era l’infermiera “di colore” che aveva appena sorpassato nel
corridoio.
Allegato 8
BREVE PERCORSO LINGUISTICO INTERCULTURALE
Aiuta i ragazzi a comprendere ed utilizzare i concetti legati all’intercultura iniziando con una
conversazione sul significato etimologico delle parole:
- DIVERSO: colui che è rivolto verso un’altra direzione (è un altro modo di vedere la vita,
il mondo);
- DIFFERENTE: colui che si mette in cammino verso un’altra direzione.
Tutto dipende dal punto di vista e prima di giudicare dovremmo cercare di capire, di
comprendere, di entrare in empatia (cioè cercare di leggere la realtà come la vede l’altro).
Essere ‘diversi’ dagli altri è un modo per essere individui autonomi. L’altro non è in assoluto né
peggiore, né migliore di me!
Il DIALOGO è l’arte che permette di restare ‘diversi’ ma senza combattersi, anzi crescendo
insieme in umanità.
Se siamo diversi possiamo comunicare, se fossimo tutti uguali la comunicazione sarebbe morta.
Il vocabolario è stato altresì arricchito con il significato di altre parole quali:
- ETEROFOBIA: quando l’incomprensione si trasforma in sospetto, quando nel diverso
viene avvertita la presenza di una pericolosa insidia, allora subentra la paura dell’altro;
- XENOFOBIA: raccoglie l’odio contro lo straniero, lo esaspera e lo indirizza verso il
nemico che è sempre descritto con atteggiamento ostile e minaccioso;
- RAZZISMO: tendenza che basandosi sulla presunta superiorità di una razza sulle altre,
favorisce o determina discriminazioni sociali;
- EDUCAZIONE ALLA MONDIALITA’: imparare una visione globale del mondo fondandola
sull’interdipendenza dei popoli con la consapevolezza di sentirsi coinvolti e responsabili
di tutto il complesso della società;
- EDUCAZIONE ALL’INTERCULTURA: imparare a confrontare pensieri, concetti, valori tra
persone che hanno una diversa identità culturale. Si fonda sulla convinzione che le
differenze sono una risorsa perché permettono di arricchirsi e di crescere.
Allegato 9
ESEMPIO DI TABELLA
ETEROFOBIA
-
XENOFOBIA
-
RAZZISMO
-
CAUSE
Pregiudizio
Condizionamenti
da
quanto viene detto
dalla gente e dai mass
media
Paura che facciano del
male
Timore dello straniero
Paura che ci possa
fare del male
“Fidarsi è bene, non
fidarsi è meglio”
Invidia
Paura della diversità
Invasione dei nostri
spazi e delle nostre
proprietà
-
-
CONSEGUENZE
Non ci si fida più di
nessuno
Chiusura in se stessi
Non
si
parla
con
nessuno
Diffidenza
Emarginazione
Diffusione e credere
in idee non attendibili
Allontanamento
Guerre
Sofferenze
Odio
Mancanza di rispetto
Disordini sociali
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MONDIALITA’
INTERCULTURA
-
Credere
di
essere
superiori ad un altro
Fiducia
Curiosità
Voglia di conoscere
Ricerca di una vita
migliore
Accettazione
delle
diversità
Confronto fra culture
diverse
-
Multiculturalità
Arricchimento
del
sapere
Apertura della mente
Dialogo tra popoli
Pace nel mondo
Serenità
Gioia
Arricchimento
culturale
Amicizia estesa a tutti
Allegato 10
IL DECALOGO DELLA TOLLERANZA
In occasione della Giornata mondiale della tolleranza e della lotta al razzismo, che si celebra il
21 marzo di ogni anno, il Ministero degli Affari sociali ha presentato, nel 1994, un “codice” in
dieci punti che ha avuto una grande risonanza a livello nazionale.
Riportiamo qui i punti del “Decalogo”:
1. Creatività culturale e sviluppo della civiltà sono prodotti dell’incontro tra i popoli, non
della separazione delle genti.
2. La diversità non è mai assoluta, è relativa. Siamo tutti diversi rispetto a qualche cosa.
3. Ogni diverso è anche un simile. Molte più cose ci accomunano agli altri di quante non ce
ne dividano: sul piano biologico, così come su quello psicologico, dei sentimenti e della
ragione.
4. Non bisogna aver paura di trovarsi simili nella diversità.
5. Non tutto ciò che è diverso è di per se stesso buono, né tutto cio che è diverso è di per
se stesso cattivo.
6. La diversità può anche essere una straordinaria ricchezza. Valorizzarne gli aspetti
positivi non è u dovere soltanto delle istituzioni, ma per ciascuno di noi.
7. La tolleranza è importante, ma non basta. Per costruire una società più giusta occorre
simpatia e partecipazione.
8. La difesa dei diritti degli altri assicura i diritti di tutti.
9. Razzismo e xenofobia sono espressione di paura e ignoranza. Il rifiuto dell’altro è un
modo per mascherare la propria debolezza e la propria invidia
10. Il pluralismo è una sfida da vincere per chi non vuole un’esistenza povera: la gioia si
costruisce nell’incontro, la felicità ha il volto della novità e della sorpresa.
Allegato 11
CHI E’ “DI COLORE”?
Amico bianco,
io, quando piccolo, nero.
Quando diventato grande, nero.
Quando arrabbiato, nero.
Quando paura, ancora nero.
Quando morire, ugualmente nero.
Ma tu, amico bianco
Tu, quando nato, rosa.
Quando diventato grande, bianco.
Quando ammalato, giallo.
Quando paura, verde.
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Quando morire, viola.
Ma allora, amico bianco
Perché chiamare me di colore?
(anonimo)
Allegato 12
CITTADINO DEL MONDO
Il tuo Cristo è ebreo
e la tua democrazia è greca.
La tua scrittura è latina
e i tuoi numeri sono arabi.
La tua auto è giapponese
e il tuo caffè è brasiliano.
Il tuo orologio è svizzero
e il tuo walkman è coreano.
La tua pizza è italiana
e la tua camicia hawaiana.
Le tue vacanze sono turche,
tunisine o marocchine.
Cittadino del mondo,
non rimproverare il tuo vicino
di essere… straniero
(Graffito Munich)
Allegato 13
COLORANDO IL PERDONO
IL CASO
Fai parte della famiglia Bianchi. I tuoi vicini , brave persone che abitano nel quartiere da
quattro anni provenienti dal Marocco, stanno attraversando un difficile momento, dato che il
padre è rimasto senza lavoro e i tre figli, anche se hanno terminato gli studi, non lavorano
ancora. Da circa tre mesi, la tua famiglia ha notato un aumento dei costi nelle bollette d’acqua.
Esaminandoli, trovi che il consumo è aumentato di € 200,00 rispetto le bollette precedenti, per
cui vi decidete a chiamare un esperto per un controllo delle istallazioni, alla ricerca
dell’eventuale perdita. Quando l’idraulico fa la revisione, trova un allacciamento illegale alle
vostre condutture… Di fronte alla “scoperta”, ciascun membro della famiglia prende una
posizione diversa.
Cartellino rosso (ira)
Sei furioso, lanci improperi contro i tuoi vicini, ai quali vuoi far pagare la colpa.
Ordini all’idraulico di disconnettere subito l’allacciamento illegale; appena ne hai occasione,
spacchi loro i vetri e sottrai dalla loro casa oggetti con un valore superiore agli € 200,00.
Cartellino viola (vendetta)
Ti senti indignato. Non è possibile che tu abbia pagato ai vicini, durante tutto questo tempo,
l’acqua; ti senti offeso, defraudato. Dici all’idraulico che disconnetta il tubo e decidi di
vendicarti. “Occhio per occhio, dente per dente”: così “sequestri” ai vicini una bicicletta di €
200, il valore del debito.
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Cartellino azzurro (legalismo)
I tuoi vicini devono trovarsi in una situazione economica molto disperata per essere stati
privati dell’acqua ed essere così costretti a “rubare” la tua. La situazione del paese è molto
difficile e questi poveri sono senza lavoro: però, ciò, non giustifica che si connettano
illegalmente a casa tua, perché tu paghi l’acqua. Per questo chiedi all’idraulico che sconnetta il
collegamento illegale.
Cartellino giallo (passività)
Conosci i tuoi vicini, conosci la difficile situazione in cui si trovano, dato che nessuno di loro
lavora; per questo, anche se pensi che hanno agito male a connettersi ai tuoi tubi, per non
avere fastidi, è meglio stare zitto, aspettando di vedere quello che succederà; quando avranno
una situazione migliore, si renderanno conto del loro errore e lo ripareranno.
Cartellino verde (riconciliazione)
Comprendi la situazione dei tuoi vicini (non è facile trovare impiego in paese); tuttavia, non
consideri giusto dover pagare per loro; cosicché decidi di parlarne, spiegando loro la situazione.
E prendi la seguente soluzione: dovranno pagarti i 200,00 €, anche se potranno continuare a
essere connessi; se non arrivano ad alcun accordo, deciderai di chiedere all’idraulico che tagli il
collegamento.
 Segna sulla mano il colore corrispondente alla soluzione da te scelta.
 Fai un gruppo con quelli che hanno il tuo stesso colore.
 Dialogate sul motivo per cui avete preferito quella soluzione.
 Ragioniamo e rispondiamo tutti insieme a questa domanda:
Qual è secondo voi la soluzione migliore in termini di giutizia e rispettosa di
tutti? Perché?
Allegato 14
E’ GIUSTO DIFENDERE LA PROPRIA CULTURA?
“ – Maestro, è giusto difendere la propria cultura?
- Sì. Dio ha dato ad ogni popolo la tazza meravigliosa della cultura, perché possa attingere alla
sorgente della vita. Perdendo la tazza, un popolo è condannato alla morte.
- Perché allora oggi si parla tanto di inteculturalità?
- Difesa della natura e promozione dell’interculturalità non si escludono.
- Spiegaci meglio, Maestro.
- Quando sulla sabbia o sulla neve vedi orme di uccelli riesci a distinguere quelle dei passeri,
da quelle dei gabbiani, o delle rondini?
- Sì, Maestro.
- E quando vedi orme di uomini bianchi, neri, gialli, riesci a distinguerle tra loro?
- No, Maestro.
- Ecco, noi umani formiamo una sola razza, perciò le nostre culture devono entrare in dialogo.”
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