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Viaggio ergo sum
Riflessioni a ruota libera sui tanti modi di viaggiare
di Max D'Addezio
I
n fondo abbiamo sempre
parlato delle
destinazioni, e non
abbiamo mai fatto cenno ai
mezzi che possiamo utilizzare
per arrivare alla meta. E sì,
perché il mezzo non è
trascurabile, se vogliamo, fa
anch’esso parte del viaggio, vuoi
che sia un mezzo privato o
pubblico e condiviso. Andare in
treno, in aereo o in pullman ha
tutto un suo significato ed ha un
suo codice comportamentale
ben preciso, che ha inizio sin da
quando si fanno i bagagli,
perché è vero che a seconda
della destinazione si decide il
bagaglio, ma è vero anche che si
sceglie a seconda del mezzo di
trasporto: la differenza è grande
ed è dovuta al peso ed ai
controlli per salire su un aereo o
al peso che si decide di
trascinarsi appresso.
Il pullman è un viaggio strano,
forse perché abituato alle gite
scolastiche in cui andavo al
microfono a raccontare
barzellette sconce o perché si
finiva a cantare Battisti e Dalla,
oggi stare sul pullman con tanti
estranei mi ricorda un viaggio
della speranza in un santuario.
Viaggiare in treno invece
permette di alzarti, sgranchirti le
gambe, risparmiare un po’ di
soldi (che non fa mai male),
pensare che non stai inquinando
il mondo, non devi smettere di
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vedere un film o sentire della
musica causa interferenze con
l’autoradio del pilota
dell’aviogetto, puoi guardare dei
paesaggi con occhio trasognato
e pensare che presto o tardi ci
ritorni con la macchina. Andare
in aereo bensì, ha il significato
di ricordarsi di togliere le
monetine dalle tasche ed
utilizzarle magari per prendersi
un cappuccino prima dei
controlli, poi quando sei alla
cassa ti accorgi che non bastano
e devi cambiare 20 euri, così:
moltiplichi i tuoi spicci in tasca,
la cassiera si arrabbia perché ha
dovuto cambiare la banconota
più stupida del sistema
economico moderno, e la
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V i aggi o e r go sum
A destra, Il murale della storica Route 66
a Pontiac (foto Pontiac Municipality).
Sotto; a sinistra, Viaggio in camper sui
fiordi della Norvegia (foto Blurent
Camper); a destra, una Land Rover,
vettura ideale per percorsi difficili (foto
Best Car Buy).
In basso; a sinistra, la Holywell Bay
Beach sulla costa nord della Cornovaglia
(foto Visit Cornwall); a destra,
Amsterdam, capitale mondiale della
bicicletta (foto Turismo olandese).
Pagina precedente, sopra il titolo, vigneti
della Champagne (foto Eric
Corlay/Tourisme Cjampagne-Ardenne).
poliziotta al varco si scoccia
perché rimane sempre un cent
nel taschino dei jeans.
La macchina invece ti permette
di viaggiare su e giù, in lungo e
in largo, con la radio sempre
accesa, il finestrino aperto o
chiuso, l’aria condizionata alla
temperatura preferita, nel
bagagliaio anche le scarpe di
ricambio, l’acqua, i dolciumi, i
biscotti più improbabili e la
cocacola in contenitori che da
soli costano ottoeuroenovanta
comprati ad ogni sosta in
autogrill incontrato. Parti
quando vuoi, non ci sono
scioperi che tengano, arrivi
senza sbattimenti direttamente
al traguardo e in certi luoghi
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trasognati ti ci fermi anche, se
hai un po’ di tempo.
Da un po’ di tempo poi, c’è
pure chi si è inventato il
“blablacar” ed ha ibridato tutto
quello detto fino adesso: ci si
può iscrivere ad un sito,
viaggiatori possessori di una
macchina e viaggiatori senza
macchina, darsi un
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Sopra, il paesaggio senese visto dalla
Fortezza di Radicofani (foto Comune di
Radicofani).
A sinista; in alto, il giro in bicicletta
sulla diga dell'Ijsselmeer nell'Olanda
settentrionale (foto Turismo olandese);
al centro, Ferrari sulle strade della Costa
Azzurra (foto Easy Car Booking); in
basso, imbarco per la Corsica al porto di
Nizza (foto Corsica Ferries).
appuntamento e condividere le
spese di viaggio. Tranne il
discorso delle monete in tasca, il
resto è come viaggiare su un
mezzo pubblico però (ecco la
mia misantropia farsi avanti).
Il rifugio del pensiero
comunque è e rimarrà la
motocicletta, il mezzo che più di
ogni altro ti fa vivere il viaggio e
la sua destinazione nella sua
interezza, permettendoti di
guardare a 360 gradi quello che
ti circonda e di respirarne i suoi
profumi (non fate battute su i
gas di scarico dei TIR che ci
precedono), rimanendo fusi con
ciò che ti circonda, con il vento
sul viso e il fascino dell’asfalto
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V i aggi o e r go sum
In alto, tour attraverso la campagna con il Treno Natura di Siena (foto Terre Siena). Sopra, a sinistra, il lago di origine glaciale Lac
de Nino nella Corsica settentrionale (foto Nicolas Robert/Parc Naturel Regional de Corse); a destra, il Parco della Swodonia nel
Galles nord occidentale (foto Visit Galles).
come se navigassimo su di un
mare nero.
A questo punto però, mi pare
chiaro che il mio mezzo
preferito è la macchina, non
foss’altro che ho paura di
andare in moto, e se comunque
devo dirla tutta, anche non
sempre la mia. Ecco cosa
intendo: mi è capitato di fare
dei viaggi con le mie
autovetture, fin dove era
possibile farlo, mi è capitato di
metterle su di un treno o su un
traghetto, dormire in cuccetta e
la mattina dopo svegliarmi e
continuare il viaggio in luoghi
molto distanti (altre storie per
altri racconti) ma come mi è
anche capitato di affittarla una
macchina e girare luoghi
lontani, e non sempre e solo una
macchina qualsiasi, a volte
bisogna saper fare anche
l’abbinamento luogo/macchina.
Prendere una Ford Mustang del
’69 e fare la Route 66 da Los
Angeles a Chicago, una Alfa
Romeo Spider e girare per la
Costa Azzurra o la zona dello
Champagne, un fuoristrada in
Corsica nel deserto degli
Agriates, una Ferrari California
sulla Cassia ss1 da Radicofani a
Siena, o una Land Rover e
girare la Cornovaglia e il Galles
come se non ci fosse un domani,
o in bicicletta in Olanda tra
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Amsterdam e Nijmegen,
significa creare abbinamenti che
hanno lo stesso senso
esattamente come un Morellino
di Scansano va con una salama
di cinghiale, o un Marsala in
abbinamento con un erborinato.
Comunque, se non con un
treno, a piedi, in aereo, in
macchina, in bicicletta,
basterebbe solo la fantasia, per
dimostrare quanto l’importante
è viaggiare, per non rimanere
imbrigliati nei soliti giri come
un cane alla catena, ma scoprirsi
capitani d’avventura anche per
pochi istanti.
Salute!
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