TRA SCRITTO E PARLATO: I `MESSAGGI BREVI` TRA

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TRA SCRITTO E PARLATO: I `MESSAGGI BREVI` TRA
FLAVIA URSINI
*
TRA SCRITTO E PARLATO: I ‘MESSAGGI BREVI’ TRA TELEFONI
CELLULARI
1.
INTRODUZIONE
Tra i diversi tipi di comunicazione mediata da strumenti tecnologici, non molta
attenzione è stata prestata finora allo SMS, Short Message Service, servizio che
consente ai telefoni cellulari nello standard GSM di inviare e ricevere brevi
messaggi di testo. Fonti giornalistiche, che riferiscono indagini di mercato dei
principali gestori italiani, producono cifre impressionanti: in Italia nel gennaio
del 1998 gli Sms inviati quotidianamente erano 500 mila; un anno più tardi, 2
milioni; nel 2000 sarebbero stati tra i 10 e i 14 milioni1. Pare quindi rapidamente affermarsi un nuovo fenomeno di comunicazione ‘tecnologica’. Quale
l’utenza? La ricerca di un gestore del servizio identifica i propri clienti soprattutto nei giovani tra i 16 e i 24 anni, incoraggiati nell’uso dai modesti costi di
trasmissione2. L’osservazione mostra che attualmente l’uso comincia nella preadolescenza, e si estende, selettivamente, nella fascia di età matura, a persone
con particolare familiarità con il cellulare e con il computer.
2.
IPOTESI
Mi propongo in questa sede di prendere in considerazione due aspetti del fenomeno in oggetto: la dinamica sociale dell’interazione resa possibile e condizionata dagli Sms e la struttura del messaggio che ne risulta. In altri termini:
*
Manca biografia di 100 parole.
I dati sono comparsi in la Repubblica del 5 febbraio 2000 (p.27), L’Espresso del 16 marzo
2000 (p.85) e frequentemente in servizi televisivi. Un riflesso nell’editoria del successo degli Sms
è stata la pubblicazione di antologie di messaggi preconfezionati.
2
Inviare un messaggio (più comunemente, un messaggino) costa poche centinaia di lire. Alcuni gestori, in occasione di particolari promozioni, praticano prezzi concorrenziali oppure
offrono un certo numero di messaggi gratuiti. Inoltre è possibile inviare gratuitamente messaggi
da molti siti Internet.
1
- se è vero che specifica caratteristica di ogni azione comunicativa è quella di
essere dialogicamente orientata (cf. Braga 1977; Baron 1999; Weigand
1999), quale genere di dialogo si instaura tra i comunicanti attraverso gli
Sms? Quali le differenze rispetto alla naturale interazione faccia a faccia nella
sua forma prototopica (cf. Bazzanella 1994)? In che modo la relazione tra
gli interlocutori risulta influenzata dalla tecnologia di mediazione (cf. Baron
1999)?
- l‘ipotesi che sottende l’analisi linguistica delle forme di comunicazione mediate dai nuovi strumenti tecnologici, principalmente il computer, consiste
nell’affermare l’insufficienza della dicotomia scritto vs. parlato e la necessità di
adattare lo schema a forme che appaiono intermedie o miste, identificando
con maggior precisione le variabili situazionali specifiche. Non sembra più
bastare la semplice identificazione del mezzo di trasmissione: molti autori
fanno riferimento a modelli ‘concettuali’ di oralità e di scrittura, tra i quali i
confini non sono altrettanto chiaramente definiti3. L’oralità del mezzo può
combinarsi con tratti concettuali della scrittura e certi tipi di scritture si
combinano con aspetti dell’oralità. Come si collocano gli Sms entro questa
gamma variata di alternative?
3.
CAMPIONE
Non è stato facile reperire un campione sufficientemente ampio in senso quantitativo e rappresentativo qualitativamente. Come avremo modo di vedere, uno
dei tratti caratterizzanti gli Sms è il carattere fortemente privato dei contenuti,
che rende emittenti e riceventi restii a divulgarli. La preziosa collaborazione di
amici/amiche e studenti/studentesse4 mi ha permesso di raccoglierne un numero che mi sembra sufficiente per delineare gli elementi fondamentali di questa prima analisi. Tengo distinti i dati di due corpora che si differenziano non
solo per le caratteristiche dei comunicanti, ma soprattutto per gli aspetti qualitativi e quantitativi della selezione. Il primo corpus (C1) è costituito da 100 messaggi, provenienti da tre fonti diverse, i/le cui emittenti5 sono così distribuiti in
base ai fondamentali parametri anagrafici: femmine 35%, maschi 64% (1% non
noto); studenti 77%, lavoratori 22% (1% non noto); tra i 20 e i 25 anni 82%,
oltre i 25 anni 17% (1% non noto). Il secondo corpus (C2) è invece una raccolta
3
4
Si vedano i numerosi riferimenti negli articoli compresi in Neumann 1999.
Ringrazio vivamente: Alessandro Cupaiuolo, Alessandro de Rossi, Mara Germani, Francesco Sartor e Morena Tartari.
5
La prevalenza dei maschi sulle femmine dipende dal fatto che i miei collaboratori sono
stati in prevalenza maschi.
2
di 616 messaggi scambiati con continuità, dal 26 settembre 1999 al 5 maggio
2000, tra due partners, una donna di 30 anni ed un uomo di 40, entrambi professionisti. La prima serie di dati, più casuali, rappresenta bene la fascia di giovani, prevalentemente studenti, che sono indicati come l’utenza privilegiata del
mezzo. La seconda serie, grazie alla continuità della documentazione, consente
di indagare più compiutamente la natura dell’interazione comunicativa, supportando largamente le indicazioni che provengono dal primo corpus. Dal confronto non appaiono differenze significative tra i due corpora, a dimostrazione che,
quando si accetta di interagire attraverso questo mezzo, se ne accettano anche i
condizionamenti strutturali, le potenzialità e le norme di interazione, che sembrano prevalere su altri fattori sociolinguistici, come l’età.
4.
CONDIZIONAMENTO DEL MEZZO: ASPETTI TECNICI
Una ormai ampia bibliografia ha dimostrato quanto sia rilevante il modellamento delle relazioni comunicative e dei messaggi linguistici da parte del medium. Solo la comunicazione interpersonale faccia a faccia non richiede supporti tecnologici per il trasferimento del messaggio; qualsiasi altra forma
comunicativa potenzialmente ne dipende. Tra le varie teletecnologie, il telefono, strumento associato con la trasmissione a distanza di segnali uditivi, viene
trasformato attraverso lo SMS in strumento misto, connesso anche con la scrittura.
Caratteristica fondamentale del formato degli Sms è la brevità: i caratteri a
disposizione sono solo 160, anche se è possibile inviare più messaggi di seguito, talora con codici di intestazione indicanti il numero sequenziale delle parti.
La maggior parte dei messaggi di entrambi i corpora non esaurisce il numero di
battute disponibili. La brevità, come vedremo, ha numerosi effetti: prima di
tutto pare avere effetto sulla pianificazione, maggiore rispetto ad altri tipi di
moderne teletecnologie come le chat-lines e forse anche l’e-mail, perché la costrizione ad esprimersi con pochi caratteri porta a riflettere sugli aspetti formali e a
soddisfare esigenze di focalizzazione ed espressività.
I cellulari attualmente in uso hanno tipologie e potenzialità diverse. La scrittura non è comunque molto agevole, perché i tasti sono piccoli e ciascuno va
premuto ripetutamente per ottenere tutte le lettere dell’alfabeto. Il display consente la lettura di poche righe di testo sia in fase di emissione che di ricezione.
Queste difficoltà rendono macchinosa una eventuale revisione o correzione del
testo. Tra invio ed arrivo del messaggio passano normalmente pochi secondi,
anche se talvolta l’intervallo è più lungo, dipendentemente dal traffico in rete.
L’arrivo di un messaggio è annunciato da un segnale acustico e da un’icona sul
display. Su alcune reti, quando il destinatario riceve il messaggio, il mittente
3
legge un avviso di conferma. Tuttavia il fatto che arrivi a destinazione rapidamente non implica che il messaggio venga letto subito: se il telefono è spento o
se il ricevente non si accorge del segnale acustico o visivo, il messaggio arriva al
destinatario dopo un intervallo imprevedibile per il mittente. Gli Sms non condividono con altri generi di scrittura la caratteristica della permanenza del messaggio. Sono percepiti come effimeri, poiché la memoria consente di conservarne soltanto un certo numero (10 o, in alcuni cellulari, di più), che restano
fino a quando non vengano cancellati o sostituiti da messaggi nuovi.
I limiti tecnologici odierni probabilmente saranno superati in un futuro
prossimo. L’analisi che ne viene fatta vale solo per l’attualità, e per un’attualità
standard, non avanzata6, perché prende in considerazione i modelli di cellulari
più diffusi. Caratteristiche tecniche nuove, già in sperimentazione, ne faranno
un duplicato più piccolo ad ancora più personale del calcolatore e quindi ne
estenderanno usi e funzioni.
5.
DINAMICA DELL’INTERAZIONE
Attraverso gli Sms si instaura una comunicazione uno-a-uno tra individui.
L’atteggiamento dialogico è dimostrato dal gran numero di richieste
d’informazione in C1 (ben 29). In C2 l’indicazione della data e dell’ora di spedizione del messaggio permette di ricostruire numerose sequenze di battute
(154 per un totale di 386 messaggi). Questa rilevante dimensione di interattività
fa sì che chi invia un Sms si aspetti una risposta e il silenzio può avere effetti di
trauma comunicativo simile a quello della non-risposta nell’interazione faccia a
faccia (anche se con le tecnologie resta sempre la possibilità di un errore del
sistema). Tuttavia non sempre è prevista una risposta7 attraverso la stessa via:
può esserci attraverso l’uso vocale del cellulare o attraverso altri mezzi, talora
concordata8. Poiché si tratta di una comunicazione asincrona o (relativamente)
sincrona, la risposta può essere differita o (relativamente) immediata: dipende
da quando l’interlocutore legge il messaggio. L’assenza di una risposta rapida o
l’impossibilità di comunicare, perché l’interlocutore ha il cellulare spento, gene6
L’analisi storica che Baron (1999) fa di alcuni strumenti di telecomunicazione (telegrafo,
telefono ed e-mail) mostra come l’evoluzione di una tecnologia può dipendere dalle modificate
condizioni sociali e, a volte, da inattesi sviluppi, magari casuali, che modificano le funzioni originali del mezzo e le previsioni di utenza. Tale evoluzione solitamente migliora le condizioni e
possibilità d’uso, fa diminuire i costi, estende funzioni e utenza, spesso aiutata dall’azione di un
marketing intelligente, che individua nuovi bisogni.
7
In alcuni modelli di cellulare è prevista la funzione “richiesta di risposta”.
8
4
Per ragioni di spazio non posso produrre i numerosi e differenziati esempi.
ra reazioni di protesta (C1, 92: OO, scoassa! tien impissà sto teefono) oppure
produce messaggi di scusa (C1, 60: Ora non posso. 5 min. Baci; C2, 612: Ero
dalla nonna e non ho potuto risponderti subito).
6.
VICINANZA VS. DISTANZA COMUNICATIVA
Se prendiamo in considerazione un parametro fondamentale dell’interazione
dialogica, l’opposizione tra vicinanza e distanza comunicativa9, le osservazioni
si fanno interessanti nel collocare gli Sms in una posizione originale entro il
continuum, con tratti che li avvicinano all’oralità ed altri condivisi con la scrittura. Il cellulare è un oggetto strettamente personale, con possibilità di proteggerne l’accesso attraverso una chiave numerica; quindi, anche se non verifichiamo fisicamente l’identità dell’interlocutore, possiamo ragionevolmente
ritenere che il messaggio sarà letto esclusivamente da lui/lei. Ciò incoraggia
contenuti confidenziali, assolutamente privati (dei quali, numerosissimi, proprio per rispetto della privacy, non fornirò alcun esempio). C’è comunque la
possibilità di errore o di giocare con l’anonimato (C1, 6: Scusa. Credo di aver
sbagliato numero. Comunque io mi chiamo Alessandro…e magari tu sei una
ragazza, magari anche carina…).
Gli Sms presuppongono un’ampia condivisione di conoscenze tra gli interlocutori. La comprensione dei testi, spesso ellittici, è possibile solo se mandante e ricevente sono in grado di ricostruire un retroterra comune. Assolutamente
normali le referenze anaforiche a fatti e persone che a volte non sono recuperabili neppure ricostruendo le coppie adiacenti di una sequenza dialogica. Quasi tutti i messaggi risultano difficilmente decrittabili nel loro senso più pieno10.
Esempi limite possono essere i seguenti:
C1, 36:
CTB-unCTB 1-2 (per il momento, però manca tutto il secondo tempo)
C2, 62:
Chi e che cosa voleva?
C2, 482:
Falso allarme.
Nei confronti della comunicazione telefonica, un messaggio risulta meno
invasivo dello spazio personale, perché il ricevente, per quanto avvisato dal
segnale visivo o acustico, può procrastinare la lettura al momento che ritiene
più opportuno e chi invia può impedire la risposta immediata, magari telefonica, chiudendo il cellulare.
9
10
Koch 1986; Koch-Oesterreicher 1990; Koch in questi Atti.
Il riferimento al bernsteiniano codice ristretto sembra del tutto pertinente.
5
C1, 4:
Ho saputo che non stavi bene. Volevo telefonarti, ma…ho sempre paura di disturbarti /…/
C2, 408:
/…/AVREI UN PAIO DI COSE DA DIRTI. POSSO CHIAMARTI
DOPO?/…/
C2, 563:
QUANDO SEI Più TRANQUILLO CHIAMAMI. M.
La mancanza di indizi visivi od acustici relativi a mittente e contesto, rende
in qualche misura possibili messaggi non veritieri, anche se l’identificazione
personale (attraverso la visualizzazione del numero del mittente, che tuttavia
può essere esclusa) li limita più di quanto non avvenga con altri mezzi11. Ovviamente risulta difficile produrre dati di conferma riguardo a ciò, se non qualche caso di osservazione partecipante. Inoltre la distanza che comunque la
scrittura induce parrebbe poter facilitare la comunicazione di fatti che coinvolgano emotivamente e che si esiterebbe ad esprimere di persona. Anche l’uso di
varietà particolarmente formali o, al contrario, particolarmente basse (quando
non disfemiche) sembra facilitata da questo tipo di mediazione (v. § 10).
7.
MEDIUM ED ARGOMENTO
Qual è il contenuto prevalente dei messaggi che vengono inviati con l’SMS?
Attraverso la tipologia dei messaggi più frequenti si può delineare la norma
sociale implicita che regola questa nuova forma di comunicazione e la sua funzione. Ho individuato tre tipi fondamentali di messaggio:
a) formule di saluto, di augurio, di ringraziamento (14% in C1; 16.40% in C2);
b) brevi indicazioni di localizzazione spazio-temporale del mittente o del ricevente, del tipo: io sono…Dove sei? Quando? (20% in C1; 20.29% in C2);
c) comunicazioni personali con i contenuti più vari, di diversa lunghezza e a
vari gradi di elaborazione formale (66% in C1; 63.31% in C2).
Le tre categorie hanno una distribuzione quantitativa molto simile nei due
corpora. I primi due generi, che coprono più di un terzo del totale, rappresentano al massimo grado la funzione comunicativa principale degli Sms, la verifica
dell’interazione, reale o virtuale, tra gli interlocutori12. Nella prima categoria
compaiono numerosi messaggi costituiti unicamente da una formula di saluto o
di augurio: i generici buongiorno, buon pomeriggio, buonanotte, buon pranzo, tanti auguri, in bocca al lupo; poi anche i più specifici auguroni di buona Pasqua, dolci auguri di
11
“On the Internet, nobody knows you ‘re a dog” dice una vignetta del New Yorker riportata in Baron (1999: 20. L’anonimato è uno dei tratti fondamentali delle relazioni nelle chat.
12
A questi due generi mi sembra si possano ascrivere i 50 messaggi pronti, memorizzati nel
modello Galileo della Telital, tutti brevissimi e ben lontani dalla creatività di quelli reali.
6
buon Natale a te e famiglia, etc. La banalità delle formule mostra come la funzione
di questi messaggi sia semplicemente quella di stabilire un contatto: si tratta di
fatismi consentiti dal minimo costo del servizio. Non mancano comunque del
tutto di originalità e si intravede l’emergere del personale, del confidenziale,
dell’implicito, della condivisione di conoscenze (dalla più trasparente citazione
al riferimento a fatti e modi del proprio vissuto).
I messaggi del secondo gruppo sono essenziali e mostrano chiaramente nella brevità telegrafica l’urgenza informativa:
C1, 48:
LA MAMMA VUOL SAPERE A CHE ORA ARRIVI
C1, 52:
IO SONO QUI SE VUOI USCIRE PRIMA
C1, 59:
TERZA CARROZZA QUELLA VERDE TI ASPETTO
C2, 348:
5 min. rit.
C2, 464:
Treno preso
Anche qui tuttavia c’è spazio per la forma non ovvia, per l’invenzione brillante, per il gioco verbale:
C1, 22:
siete ancora a ***** x le 10? Io torno x quell’ora là (trallallà, lallero lero
là)
C1, 40:
EHI! QUALI SONO LE TUE ATTUALI COORDINATE GEOGRAFICHE? QUALE IL TUO PIANO OPERATIVO? /…/
C2, 570:
The insalataro is open. I’m chez moi tra 10 minuti
C2, 608:
Home sweet home
Nel terzo gruppo compaiono i più diversi contenuti che si potrebbero cogliere nell’ascolto di una qualsiasi conversazione quotidiana. Ma l’aspetto più
sorprendente di un‘ampia parte di questi messaggi, imprevedibile sulla base di
pure considerazioni tecnologiche, è l’elaborazione dell’aspetto formale, che si
sottrae alla banalità della lingua comune per dare spazio al gioco verbale o per
attingere ad un registro para-letterario13, con intenzioni talvolta (ma non sempre) scopertamente ludiche: lo spazio ridotto sollecita la creatività.
8.
ORGANIZZAZIONE DEL MESSAGGIO
Il presupposto che il messaggio arrivi ad un destinatario ben identificato, combinato con la necessaria brevità, rende anzitutto eludibili le forme allocutive
(nel corpus ce n’è qualche sporadico esempio). Le formule di saluto, quando
13
Secondo Paolo Fabbri, nell’intervista su L’Espresso, si vira su uno stile poetico che ricorda
gli haiku giapponesi, qualcun altro parla addirittura di rinascita del sonetto (!).
7
non costituiscono la ragione stessa del messaggio (v. § 7), o le formule di chiusura sono un po’ più frequenti. Episodica l’indicazione del mittente, spesso con
iniziale puntata o nascosto da pseudonimo, evidentemente noto al ricevente.
Privatezza e effimericità danno spazio a modalità di composizione individuali,
idiosincratiche. Difficile individuare un modello standard: un Sms può iniziare:
(raramente) con un ‘indirizzo’ (C1, 41: MESS. X M***); con un allocutivo (C1,
34: Heila, guappo!); con un saluto (C1, 69: CIAO ); con una domanda (C1, 3:
Perché non me lo spedisci?); con una risposta (C1, 80: No, Xché ho invitato
tanti amichetti). Più spesso mancano indicazioni formali d’inizio o di fine messaggio, anche se l’effettivo spazio a disposizione, nella maggior parte, dei casi
lo consentirebbe. Si tratta quindi non tanto di una limitazione fattuale, ma in
certa misura di una cifra stilistica. Considerazioni analoghe si possono fare per
l’uso di una testualità telegrafica. Spesso sembra un gioco linguistico, una caricatura della brevità del telegrafo più che un necessità, come mostra un esempio
estremo, con cancellazione delle vocali (C2, 601: Prt pr Adr. Trn prst. G.).
9.
MEDIUM E FORMA DEL MESSAGGIO: SCRITTO VS. PARLATO
Per quanto riguarda i caratteri, alcuni tipi di cellulari meno evoluti non permettono di differenziare le maiuscole dalle minuscole. Nei casi in cui compare la
differenziazione, l’uso è largamente conforme a quello della scrittura. Solo
alcuni esempi in C1 sono a tutte minuscole e in uno tutte le parole cominciano
con la maiuscola per un evidente gioco visivo. In due casi le maiuscole assumono valore espressivo, analogo all’innalzamento di tono nel parlato. I diacritici (apostrofi e accenti), compatibilmente con le possibilità delle diverse tastiere, sono usati con correttezza. Anche la spaziatura è ampiamente rispettata. I
pochi casi di mancata soluzione tra parole sono classificabili come espedienti di
voluta riproduzione del parlato14.
Esigenze di sintesi hanno generato in alcune forme di dialogo elettronico
un gergo fatto di sigle, abbreviazioni, acronimi che la scrittura degli Sms mutua,
ma, a giudicare dal corpus analizzato, con parsimonia: x ‘per’, xché ‘perché’, 6
‘sei’, + ‘più’ (+ tardi, in +) e il più elaborato ‘è 1 7mana’ (C1, 81). Oltre
all’acronimo ILY ‘I love you’ e alle sigle automobilistiche per indicare località,
ricorrono abbreviazioni apparentemente occasionali o individuali: min., tel., cell.,
squill., direz., conc., iscriz., extracom., ecc.
In tema di adeguatezza ortografica, solitamente nella comunicazione mediata da computer ci si attende una certa ‘trascuratezza’ (che induce tolleranza
14
Per questo come per altri aspetti connessi con la volontà dell‘utente di codifacare le risorse multimodali del parlato si veda: Ursini (c.d.s.).
8
all’errore), perché la rapidità dell’esecuzione non permette revisione o comunque non c’è l’aspettativa di un editing accurato. Ma negli Sms i refusi sono pochissimi, probabilmente perché le modalità di scrittura non sono molto agevoli
e quindi richiedono tempi tecnici un po’ più lunghi di quelli consentiti da una
tastiera di calcolatore, tempi che ad utenti con elevata scolarizzazione e familiarità con la scrittura permettono un’adeguata pianificazione ortografica. Una
sofistica simulazione di errore, interpretata brillantemente come lapsus orale è
la seguente: (C2, 446) Icab. Iacb. Iabc. Icba. Acbi. Abci. Ciba. Bica. Bcai. Baci!
(L’avevo sulla punta della lingua…).
Nel caso degli Sms analizzati sono del tutto occasionali i segnali discorsivi:
tempi di pianificazione non rapidissimi e la necessità di contenere gli spazi
consentono una particolare attenzione alla forma, che esclude riempitivi o
indicatori di strutturazione testuale non indispensabili. I testi sono composti
prevalentemente di frasi brevi, paratattiche, con ipotassi molto semplice o addirittura frasi incomplete o frammentate15. Economia linguistica e facilità di
decodifica paiono le categorie interpretative fondamentali.
Un uso spesso emozionale della lingua, indotto dal particolare tipo di relazione personale instaurato dagli Sms, determina l'introduzione frequente di
surrogati grafici delle modalità paraverbale e non verbale. Interiezioni (hei, ahi,
mah, ohibò, ohimé, uff, ecc.), ideofoni (cip, smack, wow, brr, ecc.), emoticons, combinazione e moltiplicazione di punti interrogativi ed esclamativi, moltiplicazioni
di vocali o consonanti, recuperano espressività al mezzo e consentono di fornire icasticamente la chiave di lettura per interpretare i sintetici testi16.
10.
MEDIUM E FORMA DEL MESSAGGIO: VARIETÀ DIATOPICHE
Per una prima, generica, classificazione della varietà di lingua che assicura il
tessuto di base dei messaggi del campione, credo si possa utilmente ricorrere
all’etichetta di Sabatini (1985) di ‘italiano dell’uso medio’17. L’aspetto forse più
interessante sta nel fatto che tale varietà di base alterna in modo non episodico
con varietà altre, italiane e straniere. Anzitutto va sottolineato il recupero, in
15
Rinvio ad altra occasione un’analisi più accurata della strutturazione morfosintattica degli
Sms, limitandomi per ora a considerazioni sommarie.
16
Accenno solo ad un altro aspetto di particolare interesse, connesso con i tratti situazionali
del parlato faccia a faccia, che richiederebbe un’analisi più puntuale. Nonostante la possibilità di
scarto cronologico non sempre prevedibile tra produzione e ricezione del messaggio, il tempo
della situazione comunicativa è percepito come unitario e condiviso, come dimostrano ricorrenti
espressioni temporali deittiche (subito, adesso, oggi, sto arrivando, ecc.).
17
Non mi è possibile in questa sede compiere un’analisi più dettagliata.
9
questo tipo di comunicazione innovativa, delle varietà orali della tradizione, i
dialetti. Il fenomeno è legato in parte all'uso linguistico giovanile, e quindi già
noto nella tipologia e nelle motivazioni18, ma merita comunque di essere analizzato nelle caratteristiche di questa nuova realizzazione scritta. Non mi è nota
la provenienza regionale degli estensori di C1, ma sono quasi certamente in
larga maggioranza veneti o settentrionali residenti in Veneto. Gli interlocutori
di C2 sono l’uno veneto, l’altra emiliana. Come si vedrà, comunque, tale origine
regionale non inibisce l’uso di varietà centromeridionali. La lingua straniera più
frequentemente introdotta è naturalmente l’inglese, ma non mancano esempi,
tutti scherzosi e talora improbabili, d’uso del francese, dello spagnolo e del
tedesco. In C1 15 (15%) messaggi presentano questi fenomeni di alternanza di
codice; in C2 sono 99 (16%). Non solo la quantità è comparabile tra i due corpora, ma anche la tipologia, che risulta essere la seguente:
- interi messaggi in una varietà settentrionale, riconoscibile, e in alcuni casi
ipercaratterizzata, come veneta o emiliana
C1, 89:
A MI PAR MI VA BEN, CASA TUA SOITA ORA.
C1, 95:
oppo quea ke te gao contao, pi gnente, ovio kendemo. Saeuti. M.
C2, 31:
Son a B*. Tren ritard. Un’oremèz daspetàr! Pazienz! Ma ce fredd!
Sopporterem!
- uso di varietà settentrionali con code switching (o code mixing) in/dall’italiano:
C1, 29:
Dottore, si faccia vivo ogni tanto. So sempre mi che te gho da ciamare.
C1, 34:
/…/ è da un bel pezzo che non ti fai sentire. Vien fora da che busa!
C2, 154:
/…/ Mi tocca andare fino a M***** col trenino, e poi tornare da lì! Eccì! Desperassiùn! Eccì! Rafredùr! Eccì! Ciau!
C2, 198:
Sper che tut vad ben (poveri bamb.). B***** mi ha detto di dirti di
contattarlo. Ciau. G.
- uso di varietà toscane e centromeridionali, spesso con code switching (o code
mixing) in/dall’italiano (in un caso anche in emiliano):
C1, 2:
Non mi vhenire addire che anche questo sabato te ne vuoi stare acchasa
a far finta di sthudiare!
C1, 7:
non è checc’hai tèmpo di passà eddi vvenirmi a prèndere in macchina?
C2, 34:
Ciò le foto! Sono ‘ribbili (le mie). Le tue accussì accussì… (invidia…).
Pa’ i seminari te ciamme dopp!
18
La dialettalità che regredisce nel repertorio della comunità viene recuperata dai giovani
come parte di un controlinguaggio, per la realizzazione di un nuovo substandard, espressivo ed
informale (cf. Radtke 1993).
10
C2, 107:
Agge ditt’a ‘o ccompiuto mio che lo duomilo è ggià arrivate. Chillo m’ha
ditto: “Fòttiti! A me nun me freghi!” E io, che cce devo penzà? Ah,
chiste tecnuologie!
- alternanza di italiano, dialetto, inglese:
C1, 28:
I can’t believe the news today… Compra Repubblica: oggi c’è quello che
dicevi. Non ghe credo…ciao ciccio.
C1, 37:
Due sempre sono: uno il maestro e uno l’allievo. Always two there are: a
master and an apprentice. No so ben come che se scrive, ma xe cusì.
C2, 184:
Abbiamo two machines. Parti da studio h 19.15.
C2, 371:
Tut ben iersera? I have a nice trip on the train for N*** /…/
- uso del francese, dello spagnolo e del tedesco:
C1, 81:
/…/ io non so gnancora perké dovaria studiar /…/ in + dovrei lavarmi
i cavei. Fame savuar
C2, 62:
Guten morgen! Son sul tren / per V****** / in un scompartiment /
pien di Giap. Que ùrlan como napoletaneros! /…/
C2, 63:
Sì, ce la farem! Je tèm! Moi superplus! /…/
C2, 65:
(And your makinina? Como està? Y los peritos? Arriban or not arriban?
Salùtamela, la makinina. Poarèta, qui sa como sufre…)
C2, 79:
Ich bin bunn bang from zu art ort urt urt uqtt! Gutarbaiten! Nächtilüchenziertenrtar!
C2, 142:
/…/ I have interest for una solla (très chère une, la ùnica querida)
Queste diverse modalità di impasto linguistico paiono convergere verso un
unico obiettivo: la ricerca di un livello di lingua scritta che si allontani dalla
norma dello standard, per identificare una varietà diafasica più vicina alla polarità dell’informale. Lo conferma la presenza di esempi singolarmente simili
all’italiano popolare, di disfemismi tipici del parlato (non solo) giovanile e di
divertenti ricostruzioni di baby talk.
11.
CONCLUSIONI
Come accade per altri tipi di comunicazione tecnologica in piena e veloce evoluzione, l’identità linguistica e sociolinguistica degli Sms forse non è pienamente
sviluppata e le regole per comunicare sono ancora in via di definizione. Quindi
paiono premature considerazioni riguardanti possibili modifiche delle modalità
di relazione tra individui a scapito di altre forme e difficile prevedere possibili
effetti sulla lingua, scritta od orale. Linguisti e semiologi intervistati dai quoti-
11
diani e dalle riviste hanno espresso proprio tale prudenza19. Sembra chiara
comunque l’originalità del genere, che assume tratti diversi da tipologie già
consolidate. L’analisi della dinamica sociale dell’interazione ha evidenziato che
- si tratta di una comunicazione individualizzata uno a uno, personalizzata,
non anonima;
- si stabilisce tra gli interlocutori una significativa vicinanza comunicativa
psicosociale e referenziale, nonostante la mediazione;
- al di là della superficiale apparenza di economiche comunicazioni di servizio, la funzione sociale degli Sms sembra essere quella di una interazione
confidenziale;
- gli interlocutori si percepiscono vicini l’uno all’altro, ma non esposti ai condizionamenti della situazione: la distanza spaziale, la non presenza, la non
invasività dello spazio personale consentono in qualche misura l’invenzione
di ruoli diversi dal quotidiano.
L’analisi formale mostra una configurazione di tratti sia dell’oralità che della
scrittura, ma risultano prevalenti i tratti legati al mezzo e agli attuali limiti tecnologici del mezzo. E’ suggestiva l’idea di trovarsi di fronte ad una forma di
‘face-to-face scripturality’ (Čmejrkova 1999: 123). I messaggi risultano fortemente caratterizzati: quali i potenziali effetti sulla scrittura di natura personale?
Si potrebbe ipotizzare che anche gli Sms, come l’ e-mail, le chat e già da decenni
la scrittura giornalistica, contribuiranno a ridurre la distanza tra modalità scritta
e parlata, sollecitando ulteriormente quel movimento di ‘antica’ innovazione
nell’italiano contemporaneo più volte rilevato nella bibliografia linguistica recente.
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Secondo Alberto Abruzzese (L’Espresso) siamo agli albori di una nuova forma di
comunicazione. Per Tullio de Mauro (Repubblica) gli Sms potranno solo arricchire la
comunicazione, razionalizzandone gli spazi. Paolo Fabbri (L’Espresso) ritiene che il
giovane uomo tecnologico abbia ritrovato il gusto di scrivere: “E’ una piccola vittoria
di Gutemberg”.
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