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ips velso mucci A4 dicembre 2011:Layout 1
Numero 30 - Dicembre 2011 - Anno XII
i is
Mucci
Notizie dalla scuola
sulla scuola
Via Craveri, 8 e Via Serra, 9 - Bra
S i t o : w w w. v e l s o m u c c i . i t
a cura del personale e
degli studenti dell’istituto
Il corso Ifts del Mucci: un successo crescente Editoriale
o scorso mese di settembre,
accanto ai normali corsi di
istruzione, è stata avviata la
terza annualità del corso IFTS
(Istruzione e Formazione Tecnica Superiore) del “Mucci”.
La nostra scuola è, infatti, capofila di un
Polo, comprendente sia altre scuole sia
altre istituzioni formative come l’Agenzia “APROBarolo” e l’Università di Scienze Gastronomiche
sia imprese quali Eataly, preposto alla gestione di
corsi di istruzione e formazione tecnica superiore
aventi ad oggetto l’enogastronomia. Tali corsi
sono riservati a neodiplomati, disoccupati o lavoratori che intendono acquisire competenze professionali ulteriori ed hanno come finalità quella
di offrire a queste categorie di persone un percorsi formativo adeguato onde presentarsi sul
mercato del lavoro con competenze di livello
medio-alto ulteriori rispetto a quelle acquisite in
precedenza. L’attività del Polo si svolge su base
triennale con corsi aventi cadenza annuale. Quest’anno il “Mucci” ha organizzato, sempre sotto
la direzione della Dirigente Margutta, il corso di
“Tecnico superiore di ristorazione e valorizzazione
dei prodotti territoriali e delle produzioni tipiche”,
mirante a creare un’apposita figura professionale
capace di adottare le più opportune strategie comunicative per promuovere e valorizzare le specificità enogastronomiche del territorio. Tali
strategie implicano non solo la padronanza di
specifiche tecniche di comunicazione ma anche la
conoscenza dei prodotti tipici piemontesi sotto il
profilo sensoriale, nutrizionale e culturale.
L’offerta del corso IFTS ha avuto un riscontro eccellente nella potenziale utenza. Non solo si sono
L
avute 35 iscrizioni (5 in più rispetto agli
anni precedenti) ma la frequenza continua
delle lezioni coinvolge, di volta in volta,
non meno di 20 corsisti (ai quali vanno aggiunti coloro che hanno deciso di frequentare le singole unità formative). Si
tratta di un riscontro assai positivo ove si
consideri che i corsi post-diploma come il
nostro si caratterizzano per un elevato tasso di
abbandoni.
L’utenza del corso appare, peraltro, piuttosto
varia, comprendendo giovani diplomati da non
più di due anni, persone più mature in cerca di occupazione o che, pur lavorando, intendono arricchire il loro curriculum, nonché iscritti di
cittadinanza extracomunitaria vogliosi di conseguire un titolo formativo riconosciuto in Italia.
In generale gli iscritti al corso mirano a proporsi
nel mercato del lavoro con un titolo che attesti il
possesso di specifiche conoscenze e competenze
in un settore chiave per l’economia dei nostri territori quali l’agriturismo.
Il corso, della durata di 800 ore, comprende lo
studio di diverse discipline che hanno interessato, riguardo la produzione enogastronomia locale, il profilo giuridico ed economico-aziendale,
la cultura ed la sociologia del territorio, l’aspetto
nutrizionale. Importanza viene, poi, riconosciuta
allo studio delle lingue straniere, non solo inglese
ma anche tedesco alla luce dei flussi turistici provenienti nei nostri territori dalla Germania.
Sono, altresì, previste, per un totale di 300 ore,
attività di stage presso aziende del settore, così
come non mancano le visite presso aziende e manifestazioni del settore enogastronomico.
Ivano Paola
istruzione, grande bene immateriale
e motore di rinnovamento
Non mi stanco mai di sottolineare come
la “questione educativa e della conoscenza dei saperi” sia prioritaria e quanto
essa condizioni lo sviluppo economico,
politico e sociale di un Paese. E’ La scuola infatti
che progetta e realizza iniziative finalizzate, alla
istruzione e alla formazione delle risorse umane
che sono il vero patrimonio di una nazione.
L'istruzione, grande bene immateriale e fonte indiscussa di rinnovamento, ricopre un ruolo che è
diventato addirittura cruciale in un contesto in
cui l'economia della conoscenza assume sempre
maggiore importanza. Con tale breve premessa,
però, questa volta non intendo esclusivamente
esortare la scuola a ripensare e ad adeguare continuamente il proprio ruolo, ma intendo piuttosto
rivolgermi agli studenti per spronarli allo studio.
Voglio soprattutto ricordare loro che, fino a
quando non decideranno di considerare che l’apprendimento si realizza solo in una ottica che prevede esercizio, autodisciplina e costanza
nell’impegno, correranno il rischio di vanificare
ogni processo intenzionale di insegnamento
messo in atto da famiglie, scuola e istituzioni.
Quindi dico ai miei studenti, cari ragazzi studiate!
Perché “studiare” vuol dire: aspirare a qualcosa,
impegnarsi in un progetto di vita, saper distinguere il giusto dall’errore e il vero dalla menzogna,
vivere nel rispetto di se stessi e degli altri e, soprattutto, cercare di contribuire alla propria crescita e a quella della società.
Vi lascio a queste riflessioni e concludo rivolgendo
a tutti l’augurio di Buon Natale e di un Felice Anno
Nuovo!
Brunella Margutta
L’
Open day, lo rifarei! L’isituto alberghiero apre le porte alle famiglie
abato 3 dicembre 2011 si è svolto all’interno dell’istituto alberghiero
“Velso Mucci” di Bra l’“Open day”, una giornata dedicata all’orientamento scolastico. Gli alunni dell’istituto hanno accolto le famiglie spiegando le attività che si svolgono all’interno della scuola. Le classi terze
hanno preparato deliziosi spuntini mentre noi, aiutati dalla professoressa
De Matteis, abbiamo accolto le famiglie in succursale facendo visitare l’aula
computer e raccontando le attività scolastiche che svolgiamo quotidianamente.
Alcuni ragazzi, invece, hanno trascorso il pomeriggio in aula computer realizzando la modulistica d’albergo sui programmi “Excel” e “Word” che venivano
mostrati ai genitori in visita. Aiutare i ragazzi di terza è stata una bella esperienza,
anche perché a gennaio toccherà a noi scegliere in quale settore proseguire i nostri studi: il settore di cucina, sala-bar e accoglienza turistica, Per questo anche
noi avremo bisogno di un consiglio. Siete tutti invitati al prossimo “Open day” che
si ripeterà domenica 15 gennaio 2012. Vi aspettiamo numerosi!!
La classe 2H
S
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Il Ristorante Didattico dell’I.I.S “ V.Mucci protagonista a
“JOB & ORIENTA” nella formazione e nell’impresa
Un Cheese per tutti!
tura d’impresa, intesa come innovazione didattica che potenzi
la crescita culturale e professionale delle future generazioni.
Grande interesse ha suscitato
l’intervento di Maria del Pilar Vicente Yera, responsabile del Servizio Esclusione Sociale del
Ministero della Sanità e Politica
Sociale spagnolo che, a sostegno di quanto sostenuto, ha sottolineato come nel suo Paese la
cultura d’impresa venga considerata un elemento di grande valenza formativa, nonché strumento d’inclusione sociale. Il seminario si è
concluso con l’intervento della Dirigente dell’I.I.S.
Velso Mucci di Bra, che è stato preso come modello a livello nazionale e ha dato impulso alla costituzione della Rete dei Ristoranti Didattici. La
Dirigente prof.ssa Brunella Margutta nel suo intervento ha spiegato come sia stato lungo e complesso l’iter percorso dall’istituto per ottenere
una regolare licenza commerciale idonea ad
aprire il ristorante didattico al pubblico esterno e
a vendere piatti d’asporto o altri prodotti di lavorazione. Sottolinea inoltre con soddisfazione
come, a dieci anni dall’inizio di questa esperienza
di grande valenza didattica, sia ora finalmente
iniziata una fase che lo vede destinatario di importanti riconoscimenti. Infatti, dopo aver vinto il
Gold 2008, è stato anche designato dal Ministero
a rappresentare l’eccellenza degli istituti professionali del Piemonte agli Stati Generali dell’Istruzione Tecnica e Professionale che si terranno a
Roma il 12 Gennaio 2012. La manifestazione si è
conclusa con uno splendido pranzo di gala in cui
gli studenti delle diverse Scuole hanno presentato le loro produzioni; gli ospiti, rappresentanti
di Istituzioni pubbliche italiane e straniere, di
aziende di produzione agroalimentare, vitivinicole e del settore della ristorazione.
al 16 al 19 settembre 2011 la classe 4C ha
partecipato
alla
manifestazione
“Cheese” a Bra. Ogni due anni nel mese
di settembre, viene allestita la manifestazione Cheese conosciuta in tutto il
mondo. Diversi produttori provenienti da
vari paesi espongono i loro formaggi negli stand
dislocati nelle varie piazze e vie della città, ma
non solo! Si può imparare la storia di produzione
di nicchia salvate da Slow Food, si può fare una
degustazione comparata di vini e formaggi, guidata da noti esperti del settore, e infine si può
ammirare la splendida cittadina braidese e il suo
territorio.
È un evento che ha come scopo quello di far conoscere il prodotto ma soprattutto di far capire
che dietro ad ogni formaggio c’è un mondo unico
fatto di uomini, animali, tecniche di allevamento
e di produzioni diverse da paese a paese.
La nostra scuola ci ha dato l’opportunità di partecipare a questa manifestazione; siamo stati distribuiti in gruppi da due o tre persone in turni e
orari differenti, nei vari punti d’informazione quali
l’Ufficio Turistico, Piazza Roma, Piazza XX Settembre, oltre ferrovia, nei pressi dell’ospedale e
infine salita degli Orti. Il nostro ruolo è stato
quello di accogliere i turisti i quali ci riconoscevano grazie al badge e alla divisa formata da una
camicia bianca e un pantalone nero. Ai turisti davamo informazioni e materiale quali cartine, depliant e opuscoli.
Sono stati quattro giorni intensi e di duro lavoro
poiché le strade di Bra erano affollate, ma allo
stesso tempo è stata una grande occasione per
promuovere la città.
Vi sono stati diversi episodi particolari, ma allo
stesso tempo di grande responsabilità, uno di
questi si è verificato oltre ferrovia e ha visto come
protagonista un bambino tedesco che si è presentato al nostro punto informazione perché si
era perso e in lacrime ci ha chiesto di aiutarlo rintracciando i suoi genitori… fortuna che ricordava
il loro numero di telefono a memoria!!!
Per noi della 4^ C è stata un’esperienza gradita e
educativa poiché ci ha dato l’opportunità di relazionarci e stare a contatto con turisti stranieri.
Alle classi del triennio consigliamo vivamente di
partecipare nei prossimi anni a quest’evento al
fine di arricchire il proprio bagaglio di esperienze!
La classe 4° C
enerdì 25 novembre presso la Fiera
di Verona, in occasione della manifestazione
nazionale “JOB &
ORIENTA”, si è svolto il Seminario sul tema “Ristoranti didattici: protagonisti
nella formazione e nell’impresa”. L’evento, promosso dalla neonata Rete dei ristoranti Didattici
(Ri.Di.) si è proposto tre obiettivi fondamentali:
- presentare ufficialmente l’esperienza dei Ristoranti Didattici ai rappresentanti del mondo
delle Istituzioni, del mondo imprenditoriale del
settore e del mondo della informazione e della
stampa;
- creare una occasione di incontro e confronto tra
allievi, docenti e dirigenti di Scuole di Ristorazione a livello nazionale
- rendere protagonisti gli studenti tramite un
Pranzo di Gala, all’interno di Job&Orienta, con
degustazioni gastronomiche preparate dagli allievi delle Scuole aderenti alla Rete dei Ristoranti Didattici.
Il seminario, tenuto nella Sala Respighi della
Fiera di Verona, ha voluto fare il punto sull’esperienza sviluppata dalle Scuole che hanno avviato
il progetto del Ristorante Didattico. Il dibattito è
stato moderato da Giuliano Ramazzina giornalista del Resto del Carlino. Il seminario si è aperto
con una attenta e puntuale analisi del sistema
di formazione e istruzione europeo nell’ambito
dell’enogastronomia, da cui è emerso come questa esperienza sia fortemente favorita e incoraggiata negli altri stati europei e si è convenuto
che è necessario richiedere alle Istituzioni di intervenire a sostegno dei Ristoranti Didattici con
interventi specifici sia di natura normativa sia di
natura fiscale per sviluppare nelle scuole la cul-
V
Che bello far pratica
n questa fase dell’anno scolastico, durante le ore di accoglienza turistica, noi
alunni della classe
2^ F ci rechiamo in sede nella reception della scuola per fare pratica al centralino. Indossiamo, una divisa,
rispondiamo alle chiamate esterne e interne che
arrivano, portiamo i diari nelle classi e diamo le
informazioni alle persone.
Riteniamo che questa attività sia molto utile per
mettere in pratica ciò che è stato spiegato in
classe, durante le lezioni precedenti, infatti, abbiamo imparato l’importanza e le regole della comunicazione
con il pubblico,
sia di persona
che per telefono
e quali termini e
parole utilizzare
per una buona
riuscita della
comunicazione
stessa. All’inizio
I
alcuni di noi hanno sentito imbarazzo per paura di
sbagliare, ma poi piano piano ci siamo sciolti e
abbiamo imparato a restare più tranquilli e a non
farci prendere dall’ansia.
Valentina all’inizio ci è sembrata abbastanza tranquilla, però nel momento in cui le hanno chiesto
qualcosa di cui non era a conoscenza si è agitata
e ha passato la telefonata alla signora Patrizia.
Edoardo se l’è cavata abbastanza bene, ha ricevuto una chiamata dal Tour Operator di Torino, il
quale sembrava molto soddisfatto della tecnica
adottata, infatti ha ricevuto i complimenti dalla
professoressa.
Questa prima esperienza ci è sembrata molto
interessante e informativa. Speriamo tutti di
poter fare abbastanza pratica e di imparare il
più possibile una buona tecnica di comunicazione.
Ringraziamo la nostra prof. Per averci dato
questa possibilità ed anche la signora Patrizia per averci messo a disposizione il suo
tempo e il suo piccolo spazio.
La classe 2^ F
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Studenti vincono viaggio premio
aria Chiara Bordone della terza E e Olivero Monica
della terza G sono risutlate tra i vincitori della ventiquattresima edizione del concorso scolastico europeo “Famiglie, fondamento della società in Europa e
nel mondo”. Il progetto, seguito dai professori Della
Giulia, Lerda e Orecchioni del nostro Istituto “Mucci”, è
organizzato dal “Movimento per la vita italiano e dalle forum
delle associazioni familiari”. Le due ragazze
sono andate in viaggio premio nelle città di Urbino, Recanati, Loreto e San marino, dal 24 al 26 settembre. Altri due studenti del nostro Istituto, Elisabetta
Parisse della quarta F e Manuel Francica della quarta G, sono andati invece in
viaggio premio a Strasburgo, con visita e simulazione di una seduta parlamentare al Parlamento europeo, dal 25 al 28 ottobre.
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Facebook
acebook è un social network, si utilizza per
tenersi in contatto con persone lontane e
che non riescono a vedersi per vari motivi.
Ora, invece, Facebook sta diventando un
passatempo, un’abitudine,quasi una necessità... Forse anche una dipendenza! Ci sono lati negativi e
positivi. Facebook ha cambiato le giornate di molte persone,
non si ha più il piacere di uscire di casa per incontrare amici,
conoscenti e nuove persone. Si preferisce stare seduti comodamente davanti alla propria scrivania e schiacciare dei
tasti per comunicare con altre persone; ma non è piacevole
come una vera conversazione. Ci sono anche vari rischi... Ad
esempio la conoscenza di persone non molto gradevoli che
ti possono infastidire e farti cadere nelle loro trappole. Ma
esistono anche lati positivi, come parlare più facilmente con
amici e parenti lontani relazionarsi con coetanei. Ovviamente ognuno la pensa a modo proprio!
3D
Il Mucci a Verona
n occasione del ‘’Job&orienta’’ il nostro istituto ha rappresentato il Piemonte dal 24
al 26 novembre 2011 a Verona. Si è tenuta
la 21a mostra nazionale ‘’Job&orienta’’.
Questo convegno di orientamento scuola
– lavoro ha come obiettivo la promozione di
progetti e iniziative attraverso il contatto diretto
con il pubblico. Quest’anno anche il nostro istituto, con quelli albese “Apro” e l’”I.I.S N. Bobbio”
hanno partecipato, portando alcune specialita’
piemontesi. Grazie alla presenza di una decina di
altre scuole provenienti da tutta Italia, e’ stata
possibile la formazione di un pranzo completo
dall’antipasto al dolce, del quale noi ce ne siamo
occupati. I dolci preparati dagli alunni Gerbaldo
Anna, Barisone Paolo e Piras Alberto seguiti dal
Prof. Tallone Marco sono stati molto apprezzati
tra cui, il ‘’mini Monte bianco’’, I gianduiotti e il
timballo di pere martine cotte nel vino. Noi ci
siamo occupate della presentazione e del servizio di questi dolci, seguite dal Prof. Miranda
Paolo. Da non dimenticare l’abbinamento tra questi dolci e i vini scelti dall’istituto di Carignano, e
la torta di nocciole abbinata allo zabajone dell’Apro. Ad accompagnarci, oltre ai prof. citati, è
stata la preside Margutta Brunella e Franco Zanet,
direttore della scuola di Carignano, nonchè il prof.
Ivano Paola. Questa giornata ci ha permesso un
importante confronto con scuole alberghiere di
tutta Italia, non solo piemontesi.
Bertola Linda, Montà Anna, Filipov Ana
I
Uscita a Torino con la classe 5 G
ercoledì 23 novembre siamo partiti verso
le due per andare alla stazione di Bra.
Siamo saliti sul treno, mi sono seduta vicino a Morena.
Non avevo chiuso bene la bottiglia d’
acqua e la borsetta si è bagnata tutta; i
compagni si sono messi a ridere perché hanno
visto la borsetta mentre si asciugava appesa al finestrino. Siamo scesi dal treno e abbiamo raggiunto a piedi il museo di Lombroso.
Per prima cosa abbiamo visto il muso della frutta:
c’erano tutti i frutti fatti di porcellana. La guida
che ci ha spiegato che Lombroso era uno scienziato che raccoglieva i teschi perchè pesava che i
delinquenti avevano la testa diversa dagli altri. Al
museo del corpo umano c’erano le parti del corpo
umano.
Le cose che mi hanno colpito di più sono state: il
cuore, la mano, il feto. Dopo il museo siamo usciti
per ritornare alla stazione, siamo saliti sul treno
e io sono scesa alla fermata di Sommaria del
Bosco. L’uscita mi è piaciuta molto.
Catalina Miclaus, cl. 5°G
M
Cesare Lombroso: Ci che si
nasconde dietro a un crimine
esare Lombroso fu professore di medicina legale e visse nell’800; fece del
suo lavoro una passione, studiando
come le caratteristiche fisionomiche
cambino in presenza di un delinquente.
I frutti dei suoi studi sono stati raccolti,
dando così vita all’unico museo dell’antropologia
criminale, esistente al mondo. Come introduzione
ci sono immagini di degenti di ospedali psichiatrici come il ‘Cottolengo’, perché anche le persone
disturbate mentalmente erano oggetto di studi.
Continuando il percorso, vediamo lo scheletro
dello stesso Lombroso e una numerosa seria di
calotte craniche selezionate e studiate da quest’ultimo. L’esposizione non è semplicemente una
raccolta di teschi, ma un filo conduttore che lega
fra loro più aspetti riguardanti i criminali. Una teca
contiene visi di malviventi che conservano gli originali bulbi piliferi e di cui è specificato il reato;
sul lato opposto sono esposti i corpi del reato, da
oggetti di uso comune come una morsa, a pugnali
nascosti come finti crocifissi che furono usati
dalla banda piemontese, i finti monaci. Altre sale
ospitano lavori dei degenti e carcerati, che per
passare il tempo, scolpivano mobili, modellavano
piccole statue di mollica di pane o di creta cruda;
una serie di orci ricopre gran parte di una parete,
interamente incisi con nomi, numeri e immagini.
L’interessante percorso termina con la ricreazione
dello studio di Cesare Lombroso che fa da cornice
alle sue parole. Questo studioso sviluppò la teoria dell’atavismo, secondo la quale nelle menti
estroverse come quelle dei ricoverati o dei delinquenti, vi è il ritorno a una condizione primitiva,
inoltre era a favore della pena di morte poiché per
un malvivente, il carcere sarebbe stato solamente
una tortura. Dopo la sua morte nel 1912, il suo
posto venne occupato dal suo collaboratore e genero, Mario Carrara. La visita a questo museo fa
ragionare su temi come quello dell’antropologia
criminale su cui forse, raramente, capita di riflettere.
Luisa Basoletto
C
IL CORRIERE
Visita a Cesare Lombroso e Francesco Garrier Valletti
ercoledì 4 Novembre 2001, le classi 3ab e
4ab hanno visitato il museo Lombroso e
il muso della frutta a Torino,che si trova
in Via Pietro Giuria. Abbiamo preso il
treno da Bra alle 14:30 circa e alle 16:00
abbiamo iniziato la visita con la guida. Quest’esperienza è stata molto interessante. Cesare
Lombroso è nato a Verona il 6 Novembre 1835,
sceglie di seguire gli studi della facoltà di medicina; è stato un medico antropologico ed è considerato il padre della moderna criminologia.
Lavorò per vent’anni nel carcere di Torino dove
raccolse una quantità di vasi, brocche per l’acqua,
e molti lavori fatti a mano di persone malate di
mente. Il museo è stato fondato nel 1876. All’interno troviamo volti in cera, crani imani, fotografie di criminali, armi e pugnali. In un corridoio c’è
un’esposizione l’abito ai Versino, che pesa 43 kg
e veniva indossato estate e inverno. Lombroso
M
morì nel 1909 e fece consegnare la sua salma a
questo muso, dopo che suo genero, che era diventato il suo assistente gli fece un’autopsia proprio come lui aveva sempre fatto con i corpi che gli
venivano affidati. Nel palazzo dove è ospitato
Lombroso, sono stati allestiti 3 musei. Tra cui
anche il museo della frutta che presenta l collezione di mille e più frutti artificiali ceramici a fine
‘800 da Francesco Garnice Valletti. Il cuore, centro del museo è la collezione pomeologica costituita da centinaia di varietà di mele, pesche, pere,
susine, uva e albicocche. Essi offrivano l’opportunità di conoscere la vita, l’opera di Valletti geniale
ed eccentrica figura di artigiano, artista e scienziato. Alle 18:10 circa abbiamo ripreso il treno per
tornare a casa. Questo è stato molto istruttivo per
tutta la classe perché abbiamo potuto apprendere.
C.B.
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Uno stage senza paragoni
a scorsa estate ho scelto di
passare il periodo di stage
presso il fotografo Tino Gerbaldo, data la mia passione
per la fotografia; questo
stage ha superato qualsiasi
mia aspettativa. Sapevo che si trattava
di un fotografo molto importante ma
non sapevo cosa mi avrebbe aspettato.
Prima di iniziare l’esperienza ero positivamente ansioso; cercavo di immaginare cosa mi avrebbe fatto fare, come
fosse il suo studio. Ero curioso di vedere la sua strumentazione, di vedere come lavora un
vero professionista. Mi presentai il primo giorno alle 8,
davanti al suo negozio. Mi fece salire in auto per andare
alla Miroglio Fashion di Alba. All'entrata dell’azienda ritirò un badge che mi avrebbe permesso di entrare, poiché ci saremmo tornati molte altre volte.
L
In questa occasione, come praticamente ogni
giorno, ho avuto modo di vedere nuovi luoghi,
realtà che prima mi erano sconosciute. Ogni
mattina ero felice di alzarmi per andare da
Tino. Partivamo con la sua macchina ascoltando Rock e andavamo sempre in posti nuovi.
Si fotografava ovunque: in castelli, residenze,
presentazioni e sfilate di moda, aziende di
qualsiasi genere.
Tino si occupa di foto pubblicitarie e in questa
maniera ho potuto ammirare da vicino quel
mondo, conoscendo persone che si occupano
di grafica e pubblicità, vedendo il loro modo di
lavorare e i loro tempi. Nel periodo dello stage spesso
facevamo degli scatti anche in studio: still-life (oggetti),
oppure moda. La maggior parte dei servizi erano eseguiti con modelle e… la cosa non era niente male. Penso
che ci siano cose che non si possano studiare sui libri, e
questo l'ho capito dopo aver visto un professionista che
Alternanza scuola-lavoro: esperienza di stage “natalizio” nel corso aziendale
nche quest’anno, durante il periodo natalizio, la
nostra classe 5^B del corso aziendale, parteciperà ad uno stage presso il Parco Commerciale
Montello-Atlante di Roreto di Cherasco. L’esperienza fa parte del percorso di alternanza scuola –
lavoro organizzato secondo il modello di simulazione
d’impresa nell’ambito del progetto IFS. IFS è la sigla di Impresa Formativa Simulata e indica un’azienda virtuale animata da studenti che svolgono attività di mercato in rete
(www.ifsnetwork.it), con il tutoraggio di un’azienda reale che
costituisce il modello di riferimento per ogni fase del ciclo
di vita aziendale. Da molti anni la ditta Montello- Atlante costituisce una delle nostre aziende tutor, consolidando la nostra esperienza di simulazione e favorendone lo sviluppo.
Lo stage ci impegnerà, secondo turni prestabiliti, in tutti i
week-end di dicembre e tutti i pomeriggi, a partire da lunedì
28 novembre fino a Natale. Il lavoro consiste sostanzialmente nel confezionare pacchi regalo all’uscita delle casse
per i clienti che vorranno usufruire di questo servizio oltre
che supportare il personale all’interno dei punti vendita. Serietà, professionalità, ma soprattutto gentilezza, cortesia e
…. pazienza i requisiti richiesti. Lo stage ci consentirà di conseguire i seguenti obiettivi:
• conoscere il settore economico- produttivo in cui opera
A
l’azienda al fine di poter operare in impresa formativa simulata;
• acquisire alcune importanti competenze trasversali:
- usare espressioni linguistiche adeguate allo scopo comunicativo;
- collaborare e relazionarsi con il pubblico e i colleghi;
- rispettare gli orari e i tempi di lavoro;
- lavorare in modo autonomo;
- assumere responsabilità;
- operare in gruppo e mostrare spirito di iniziativa.
Quest’anno, inoltre, avremo l’opportunità di lavorare a
fianco dei volontari impegnati nell’Associazione “SOS Bra
chiama Bra”. L’Associazione mira a sostenere le famiglie
braidesi colpite dalla crisi attraverso l’aiuto dei concittadini.
Quello che intendono realizzare è una specie di “pronto intervento” verso i deboli. Sarà cura dell’Associazione pagare
le bollette dell’Enel, dell’acquedotto e il canone d’affitto alle
famiglie ritenute bisognose di aiuto. Così, lavorando insieme, avremo l’opportunità di conoscerci e di comprendere
meglio il contesto socio economico del nostro territorio.
Condivideremo con loro la nostra esperienza di stage che si
prospetta piuttosto impegnativa, ma sicuramente utile, interessante e, speriamo, anche divertente.
Gli allievi della classe 5^ B
Governo tecnico
l Governo Tecnico si contraddistingue dal Governo in senso tradizionale per ‘aggettivo “Tecnico”; un’ analisi etimologica
del termine indica “conforme all’arte” e quindi esperienza (Governo esperto). In questo caso i politici e la politica si
fanno da parte e i ministri sono tecnici cioè esperti e funzionari non eletti in Parlamento e quindi fuori dalla politica attiva. E’ una forma straordinaria di governo a cui si fa ricorso in caso di necessità ed urgenza del paese con funzione transitoria e non permanente. In questi ultimi giorni si sono susseguiti eventi eccezionali che hanno provocato l’uscita di
scena di Silvio Berlusconi e del suo governo (dopo 17 anni) a favore di un nuovo capo del consiglio e di esperti nel ruolo
di ministri; non si è verificata una rivoluzione parlamentare, che avverrebbe solo nel caso di nuove elezioni, ma semplicemente
un trasferimento di funzioni dai precedenti membri del consiglio dei ministri ai nuovi “tecnici”. Il Presidente della Repubblica ha
il compito di scegliere il nuovo presidente del consiglio solo dopo avere effettuato un giro di consultazioni nei confronti di soggetti istituzionali, tra cui i presidenti delle camere e i presidenti dei gruppi parlamentari, ognuno dei quali dichiara la propria disponibilità ad appoggiare i diversi candidati alla presidenza. Per essere valida e operativa la permanenza del governo tecnico è
necessaria la fiducia del Parlamento che se per qualsiasi motivo dovesse cessare si aprirebbe una nuova fase di crisi parlamentare. Il nuovo Presidente de Consiglio è il professore Mario Monti; ha ottenuto la fiducia di quasi tutti i gruppi parlamentari, solo
dai leghisti è arrivato un “no” deciso. Non mancano le critiche, nei confronti di questa operazione, accusata di non essere democratica perchè non rispetta la volontà dei cittadini. Farei notare ai contrari che nella Costituzione viene sancito che i cittadini
sono chiamati ad eleggere i propri rappresentanti al Parlamento non al Governo. Recita l’art.92 Cost.” il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del consiglio e, su proposta di questo, i ministri”; questo non è in contrasto con quanto avvenuto
in questi giorni, anche se siamo tutti d’accordo che la procedura utilizzata è inusuale. Questo è un Governo nato per far fronte
alle particolari condizioni economiche che viviamo in questi giorni e di evitare di cadere nel baratro del fallimento dello Stato.
Martino Belligero
I
ogni giorno lavora dando sempre il meglio di sé.
Lavorare insieme a Tino è sempre stato piacevole. Riuscivo a tornare a casa tutte le volte con la sensazione di
essere cresciuto, di avere imparato qualcosa in più, di
aver passato un’altra giornata indimenticabile. Lo stage
si è concluso con un servizio a Milano. alla prima giornata della “Settimana della moda”.
Qui ho incontrato Elena Mirò. Fantastico, c'erano tantissimi fotografi, giornalisti, la televisione e ovviamente
moltissime modelle e tantissime persone ad assistere,
tutte con il biglietto d’invito. Io, invece, avevo il pass del
bakstage e facevo parte della troupe lavorativa. Ho scattato alcune foto anch’io, (di solito io facevo solo l'assistente).
Dopo questa esperienza, che si è conclusa quando era
già iniziata la scuola, sono tornato alla routine di tutti i
giorni, alle lezioni, alle interrogazioni, ai banchi di scuola
che contrastano parecchio col ricordo di tutte quelle fantastiche giornate.
Marco Basso 5°A
Stages Francia-Italia
iamo all’ultimo dei tre anni del secondo Interreg che ha distribuito un ricco arsenale di
esperienze ad allievi e professori di scuole
professionali delle due regioni transfrontaliere Piemonte e Provenza. Lo scopo di questo
Progetto europeo è di sollecitare il confronto
tra culture, consuetudini, professionalità, coinvolgendo soprattutto gli allievi delle scuole e portandoli a
contatto con realtà diverse dalle proprie, non sempre
strepitose, ma sicuramente altre!
Per questo vi vogliamo raccontare gli stages dei nostri
ragazzi in Francia, avvenuti al mese di settembre-ottobre
e quelli dei francesi in Italia, in corso tuttora.
Quattro nostri allievi : Baralis Davide (5 G), Basoletto
Laura (4 G), Mandrile Marcella (4 F), Toso Alessia (4 E)
sono partiti per il Var, un dipartimento della PACA (Provence-Alpes-Côte d’Azur) per il loro stage di 5 settimane
presso la Bastide du Calalou a Moissac-Bellevue, una
località di nicchia, per turisti naturalistici, vicino alle Gorges du Verdon. La Bastide era stata ricreata dai proprietari in perfetto stile provenzale, ma con tutti gli agi
per una clientela già di un certo livello: sala da pranzo
interna, atrio con ampi tappeti, sala in “terrasse” per
l’estate, campo da tennis, piscina, giardini per la conversazione. I nostri allievi sono stati ospitati in una “petite maison”, di stile indubbiamente molto più rustico, al
fondo del parco della proprietà. L’esperienza lavorativa
è stata arricchente, quella umana significativa. Pur tra
difficoltà alla partenza si lasciano degli amici…
Stiamo lavorando per esporre presto una galleria fotografica nei corridoi della scuola. Ora è il turno dei francesi da noi. L’azienda che li accoglie è Palazzo Righini a
Fossano, sita in un palazzo antico perfettamente ristrutturato, con chiesa annessa per conferenze, camere
con soffitti a cassettoni e ristorante in locali interrati con
volta a botte, gestito dallo chef … Ghigo. Indubbiamente
i ragazzi francesi sono stati meravigliati nel trovarsi alloggiati in camere non ancora utilizzate dalla clientela,
in quanto prossime all’apertura (10 dicembre). Il loro italiano è alquanto modesto, non essendo oggetto di studio a scuola, se non marginalmente. Anche loro
staranno scoprendo un nuovo mondo. A loro, come ai
nostri, l’augurio migliore: la sorte premia i coraggiosi!
Elena Vallerotto
S
iis 5
Inalpi
unedì 28
novembre
2011 noi
studenti
delle classi
4 E, 4F e 4G
dell’I.I.S. “V.
Mucci” di Bra ci
siamo recate a visitare l’azienda Inalpi
di Moretta, che negli
ultimi anni ha stretto
sinergie con i fornitori del latte, tutti allevatori piemontesi,
rigorosamente selezionati, per offrire al mercato prodotti, quali fettine di formaggio fuso, formaggini, panna, a base
di latte piemontese certificato, nel rispetto assoluto della sicurezza alimentare garantita da una
filiera corta interamente controllata.
L’azienda ha investito in ricerca e sperimentazione realizzando l’importante investimento della
torre di sprayatura, unico impianto di polverizzazione del latte in Italia, alto 28 metri, in funzione
dal 2010, che permette di ottenere un prodotto di
elevata qualità e garantito dalla completa tracciabilità. La tecnica utilizzata, come illustrato da
chi ha guidato noi studenti durante la visita, utilizza la tecnologia “Spray Dryer”, ossia di evaporazione ed essiccazione per atomizzazione.
In 12 mesi 180 milioni di litri di latte fresco piemontese vengono trasformati in 18 mila tonnellate di polvere. Ogni giorno, dallo scorso anno,
all’Inalpi giungono in media 20 Tir che trasportano latte crudo e ne escono 2 carichi di polvere
scremata. L’azienda ha stipulato un importante
con la multinazionale Ferrero di Alba che ne acquista il 95% per la sua produzione dolciaria.
Importanti sono stati anche gli investimenti in misure di sicurezza e di igiene realizzati dallo stabilimento di Moretta, per assicurare prodotti di
altissima qualità; l’azienda è l’unica realtà imprenditoriale del settore ad utilizzare latte fresco,
che ha al massimo 48 ore.
Si è trattato di un coinvolgente “viaggio” formativo alla scoperta di tecniche di lavorazione della
materia prima e del suo innovativo processo di
trasformazione in polvere, con la possibilità di entrare nei reparti di produzione, con impianti in
parte funzionanti, che ci ha permesso di osservare e di renderci conto della complessità e dell’importanza del sistema organizzativo in
azienda.
A cura delle classi quarte E-F-Gindirizzo alberghiero
L
Stage in Francia
settembre siamo partiti per uno stage in
Francia. Inizialmente la destinazione era
St. Tropez, ma per vari motivi ci siamo
recati a Moissac Bellevue presso l'hotel
"Bastide du Calalou". Le nostre mansioni riguardavano le attività di sala, di cucina e del bar all'interno dell'albergo. L'impatto
con il posto e con l'attività lavorativa è stato difficoltoso, ma con il passare dei giorni e grazie
anche alla conoscenza di diversi stagisti francesi
A
Che disastro
In questo periodo in Italia sono avvenuti
disastri naturali dovuti alla noncuranza
dell’uomo nei confronti dell’ambiente.
Alluvioni a Genova e nel sud hanno causato numerose distruzioni di abitazioni e
territori abitati, con il triste bilancio di numerose vittime. Tutto questo si poteva evitare,
con misure protezionistiche più oculate da parte
dei sindaci dei relativi comuni. Lo confermano i
cittadini coinvolti dai disastri. Noi ragazzi di prima
E abbiamo fatto una riflessione su queste calamità naturali che si sono abbattute improvvisamente sul nostro paese. Pensiamo che la natura si
sia ribellata per far capire all’uomo che bisogna
costruire edifici considerando quello che è il territorio, e rispettarne la geologia. Auguriamo a tutti
i cittadini colpiti dalle alluvioni di farsi coraggio
per ricostruire la propria vita…ma questa volta con
mattoni più stabili.
Benedetta Di Galbo – Lorenzo Cherubini 1E
I
che hanno condiviso con noi quest'esperienza,
siamo riusciti ad
ambientarci. Nonostante tutto è
stata un'esperienza positiva, grazie alla quale abbiamo approfondito le nostre conoscenze sulla lingua
francese, sui metodi del servizio in sala, sulla preparazione dei loro piatti tipici e sulle loro abitudini alimentari. Abbiamo inoltre visitato luoghi
bellissimi della Costa Azzurra e della Provenza e
siamo tornati a casa soddisfatti di noi stessi e
della nostra esperienza.
Alessia Toso 4E - Marcella Mandrile 4F
Luisa Basoletto 4G - Davide Baralis 5G
Genova ancora sotto shock!
La “capitale” ligure ancora devastata dal maltempo
Genova ancora si scava tra le macerie
umide della città per far tornare tutto
alla normalità anche se, come detto dai
cittadini, nessuno può e nessuno deve
dimenticare l’accaduto.
Nel primo pomeriggio del 4 novembre si
poteva presagire il peggio, nelle strade urbane
serpeggiavano fiumi di fanghiglia. La protezione
civile, i vigili del fuoco, i Carabinieri e la cittadina
stessa hanno cercato di arginare i danni, nonostante i loro sforzi sei persone hanno perso la
vita, dopo essere state inghiottite dal fiume fangoso; tra le vittime anche due bambini. Solo in
seguito le scuole sono state chiuse, anche se si è
elevato un grido di disprezzo per il sindaco Marta
Vincenzi che, a detta del popolo, poteva anticipare la chiusura. Tra i molteplici danni dovuti all’inondazione, ne hanno risentito maggiormente
le ferrovie statali e strade stesse; un camion è
stato letteralmente inghiottito dall’asfalto, fortunatamente l’autista ne è uscito incolume. Il primo
cittadino ha parlato “a denti stretti” dando la
colpa alle vittime della loro morte, il tutto contornato dal pianto dei cittadini e del sindaco
stesso. Già nel primo dopo guerra nel ’45 Genova
ha combattuto con l’alluvione, in seguito anche
degli anni ’51, ’53, ’70, ’77, ’92, ’93 e infine nel
2010. Tutti hanno riscontrato il problema nel frenetico restringimento del fiume tramite la cementificazione. Forse è ora di rimediare ai danni
fatti?
Marco Gallo, cl. 5°G
... piu’ veloce della luce!!! A
i tratta del NEUTRINO, non di Superman,
cosa pensavate…?
E’ questa particella, un milione di volte
più piccola dell’ elettrone ( ma vi rendete
conto? l’elettrone è già così piccolo che
nessuno si ricorda mai della sua massa…
pari a 0,0000000000000000000000000009
grammi!!!) che ha osato arrivare al rilevatore del
Gran Sasso prima della luce nell’ esperimento
fatto dal CERN di Ginevra lo scorso settembre!
Che coraggio! Sfidare la luce, sfidare Einstein e la
sua teoria della relatività! Capovolgere le leggi
della Fisica … Per il momento si attendono i risultati di altri esperimenti perché altrimenti ci toccherebbe affermare che il dopo viene prima di
adesso, che l’effetto viene prima della causa … si,
qualche volta ci farebbe comodo, viaggiare nel
tempo è uno dei sogni dell’uomo per rivivere momenti magici, correggere i propri sbagli, incontrare persone che non ci sono più! Ma per ora non
illudiamoci… ci sono scienziati che ipotizzano che
il neutrino sia molto “furbo” e abbia preso una
scorciatoia: è la teoria delle stringhe che prevede
l’esistenza di una dimensione extra al di fuori
dello spazio- tempo… quella in cui tanti alunni
vorrebbero infilarsi al posto dell’ interrogazione…e sparire… vero, ragazzi?
Paola Brugiafreddo
S
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Intervista a Marco Gobetti
iovedì 17 l’aula
Magna del nostro
istituto ha ospitato
il giovane attore
Marco Gobetti di Torino che ha tenuto
una lezione recitata su
Leone Ginzburg.
- Come nasce la tua idea di questo progetto per gli studenti?
La lezione recitata, intende trasmettere a un pubblico
giovane la passione sia per la grande
storia sia per il ruolo che in essa hanno avuto i singoli
percorsi biografici. Vite contraddistinte dalla capacità di
“scegliere” da che parte schierarsi in un momento difficile della storia italiana, nel segno di un forte senso della
responsabilità individuale, ma anche dalla capacità di
comprendere le ragioni degli altri senza retorica. Ogni
lezione è stata scritta da uno storico e dura 50 minuti.
- Qual è il tuo obiettivo?
Restituire i tratti più importanti della vita e del pensiero
di figure del 900, cercando di mettere evidenza sia i legami con l’epoca in cui agirono, sia il significato e il valore delle loro azioni ed idee per la comprensione critica
del nostro presente. Il loro tratto comune é rappresentato da una “giovinezza” eccezionale, sia per il contesto
in cui hanno operato sia per la loro intelligenza e volontà
di incidere sulla realtà. Sono uomini e donne che nei
primi 30 anni della loro vita hanno conosciuto prove durissime e al contempo sono riusciti a vivere intensamente e pienamente gli altri aspetti della loro esistenza:
gli studi, le amicizie, gli amori. Alcuni sono purtroppo
morti troppo giovani, altri hanno avuto una lunga vita e
proprio negli anni della loro vecchiaia hanno contribuito
con passione e raffinatezza intellettuale a tenere viva la
memoria del passato. Sono un attore che ama la Storia
e ne parlo anche utilizzando gli strumenti fondamentali
del mio mestiere: corpo, voce, interpretazione. L’obiettivo, lungi dal delegittimare o sostituire gli insegnanti, è
quello di valorizzare ed evidenziare la parte più sana
della scuola: quella fatta sia da docenti che considerano
come incontro e scambio il loro rapporto con gli studenti
(portando così la vita negli edifici scolastici); sia da studenti che mirando all’autodeterminazione della propria
libertà, sperimentano l’acquisizione di una cultura che
non prescinda dalla vita e dagli incontri che la costellano. Lo scopo è quello di incoraggiare o semplicemente
arricchire una didattica vitalista e di diffondere la cultura teatrale mostrandone l’aspetto più naturalmente
contemporaneo: il mestiere degli attori. Questo, estrapolato dal suo contesto abituale, rinforza il suo carattere sociale ed artigianale promuovendo il dialogo e
dello scambio culturale fra i cittadini.
- Perché hai scelto Ginsburg?
Ginsburg è tra quegli intellettuali del dopoguerra che talvolta vengono dimenticati. Collabora al programma europeista avanzato da Piero Godetti “Il Baretti” con
l’intento costruttivo e polemico di trasferire il discorso
politico sul piano letterario, affidando ad esso le residue possibilità di condurre un’azione di resistenza nei
confronti del regime e di rieducazione a quei valori delle
libertà democratiche che venivano brutalmente calpestati. La ragione a cui la rivista si richiamava è quella che
ha le sue radici nella volontà di riforme ideologiche oserei dire illuministiche e nello spirito critico contro ogni
forma di chiusura e di dogmatismo. Ne consegue l’ampiezza delle coordinate europee entro cui si colloca
l’azione della rivista, da opporre al nazionalismo fascista
G
e al provincialismo in cui si rischiava
di arenarsi la cultura italiana. Al
fianco go Ginsbuorg vanno ricordati
altri illustri nomi come Carlo Levi,
Massimo Mila, Eugenio Montale, Augusto Monti... Celebri nomi che fecero della penna un’arma di
propaganda letteraria antifascista.
- In breve il tuo curriculum?
Sono un attore che ha fatto di tutto
nella vita ma con la vocazione di recitare. Dopo gli studi
classici ho frequentato la scuola di teatro “Tofano” e poi
varie esperienze in radio, ho scritto dei testi teatrali, partecipazioni cinematografiche, ma soprattutto teatro.
L’ultima idea spettacolare è la performance METAMORFOSI SU STRADA.
Incontro culturale al Velso Mucci di Bra
Marco Gobetti incontra i giovani
iovedì 17 novembre 2011 l’attore contemporaneo
Marco Gobetti, ha presentato in modo coinvolgente
una lettura su uno dei pilastri dell’antifascismo,
Leone Ginzburg. L’incontro si è tenuto presso l’aula
magna dell’istituto con alcune classi dell’alberghiero
e del grafico pubblicitario. I ragazzi, spronati dal carisma dell’attore hanno seguito con interesse, forse anche
per rivivere con coscienza uno dei periodi più bui del nostro
paese. La presentazione è iniziata con una descrizione dettagliata della vita di Leone Ginzburg, nato a Odessa nel 1909 e lasciato dalla madre a soli 5 anni, per poi essere raggiunto a Torino
da tutta la famiglia nel 1919. Proprio in questa città viene a contatto con un forte movimento antifascista, conoscendo peraltro
Norberto Bobbio, uno dei grandi filosofi e pensatori del ‘900. Alla
fine del liceo, per guadagnarsi da vivere, traduce opere letterarie russe; in seguito si iscrive alla facoltà legge. Un pensiero forte
che dimostra tutt’ora di che calibro fossero l’animo e il cervello
di Ginzburg è il suo ritenere la cultura un atto cospirativo; a questo proposito possiamo riflettere su quanto sia vero che le autarchie si nutrono dell’ignoranza del popolo. Lo studio di Leone
Ginzburg era un metodo più che efficace per contrastare intimamente il regime. Prima di iniziare a opporsi apertamente si fece
psicoanalizzare per mostrare a se stesso se era veramente deciso e pronto per questo compito. Le idee di Ginzburg trovarono
uno scontro con quelle di Protz secondo il quale l’unico metodo
che la popolazione poteva attuare per diminuire le sue sofferenze era quello di non opporsi per limitare le ripercussioni. Gobetti ha relazionato in modo acceso i pilastri del pensiero di
Leone, per esempio i giovani cresciuti sotto il dominio fascista
dovevano essere educati alla libertà, in quanto essi non la conoscevano. L’attore ha anche sottolineato l’idea secondo la
quale “ci si libera dalla politica con la politica”, il che significa
che il popolo deve essere più acculturato e autonomo, in grado
di comunicare con i piani alti del governo, così da far diventare
quest’ultimo un organo puramente amministrativo e non di decisione, o ancor peggio di occupazione. I ragazzi sono rimasti
molto coinvolti, tanto che alla fine della spiegazione si è svolto
un piccolo dibattito di approfondimento di alcuni punti meno
chiari e riflessioni sul pensiero antifascista. Tutte le azioni che
compiamo sono politiche, politica è scelta, politica è decidere. In
conclusione si può dire che per queste 2 ore l’aula magna del
Mucci si sia trasformata in un luogo di cultura, politica e confronto di idee. Allora potremmo iniziare a vedere la politica non
più come qualcosa di sporco, lontano o come mezzo di potere,
bensì come parte integrante della nostra vita.
Vanessa Dessì, cl. 5°G
G
Una lezione recitata
su Ginzburg
iovedì 17 novembre 2011 è venuto nella
nostra scuola l’attore Marco Gobetti che
ha proposto agli studenti una lezione recitata su Leone Ginzburg.
Per affrontare questa lezione Marco si è
ispirato a Leonardo Casolino che scrisse
su Ginzburg e Lussu.
Leone Ginzburg era un Russo di famiglia ebrea e
fu un accanito antifascista.
Egli visse per soli trentacinque anni. Dodici anni
della sua vita li dedicò all'attività politica e culturale. E' stato anche in prigione e al confino. La sua
vita fu intensa, seppur breve. Possiamo definirla
una vita piena di emozioni .Leone nacque a
Odessa nel 1909. La famiglia si trasferì a Torino,
dove Leone frequentò il liceo con Pavese , Einaudi
, Sturani e altri nomi illustrissimi della letteratura.
Nel 1927 finì il liceo e fece il traduttore di opere
russe. Si iscrisse alla facoltà di Legge ma dopo
poco tempo preferì proseguire e portare a termine quelli a indirizzo letterario. Egli preferì l'attività intellettuale all'attività politica. Infatti, si
astenne dalla vita politica finchè non ebbe la cittadinanza italiana. Una scelta studiata e meditata
la sua, per il semplice fatto che, prima di dedicarsi
intensamente alla politica scelse di “assumere”
la Tradizione Italiana.
Nel 1931 andò a Parigi dove incontrò gli antifascisti e fondò con essi il movimento Giustizia e Libertà.
Nei primi anni gli antifascisti non ebbero un programma preciso, il loro unico obbiettivo era
quello di rovesciare Mussolini. Ginzburg ebbe da
sempre la consapevolezza a cosa andava in contro, essendo un antifascita ed Ebreo. Nel 1930 si
fece addirittura psicanalizzare.
La sua attività consisteva nell'analizzare criticamente la storia italiana. La sua azione morale fu
il rifiuto dell'accettazione.Leone si guardava intorno e cercava di modificare le cose.
Pensava al futuro, cioè a quando sarebbe stato
sconfitto Mussolini. Pensava che lo stato, in futuro, si sarebbe dovuto occupare dell'economia
e di finanza. Leone Ginzgurg nei suoi testi scrisse
che dovevano essere seguiti due principi fondamentali: la politica di governo doveva avere il
compito di amministrazione, e i cittadini il dovere di ricordare il concetto di Libertà.
Questi i due moniti che egli lasciò in eredità per
la società del dopo il fascismo. Gli ultimi anni
della sua vita li visse in prigione, dove scrisse
molte lettere. Proprio in una di queste scrisse in
modo dettagliato circa la sua interpretazione
sulla situazione dell’Italia.
In un'altra scrisse: “Non bisognerà addivenire
odiare i tedeschi”, pur essendo stati loro ad arrestarlo.
Una lezione profonda, quella di Ginzuburg, che ci
ha portato a riflettere sui valori della libertà, del
potere della libertà di pensiero e del sacrificio patriottico che gli uomini di un tempo hanno osato
tramandarci nella storia.
SOLO 35 ANNI MA SPESI BENE - Leonardo Casolino
Alice Bonetto
G
iis 7
Spettacolo teatrale Sans papiers
ome già l’anno scorso con Saint-Germains-des-Prés anche quest’anno alcune classi si sono recate a Cuneo
per assistere ad uno spettacolo teatrale in lingua francese. La compagnia
che lo presenta si chiama France Théâtre. Il
giorno 23 novembre la 4 C, la 5 C turistico e
la 5 E alberghiero hanno potuto prendere
parte al musical Sans Papiers , un’umoristica interpretazione della situazione degli
immigrati in Francia e dei loro espedienti per
vivere. Il posto destinato alle nostre classi,
nonostante il forte anticipo della prenotazione, è stato il loggiato più alto del teatro
Toselli: proprio come ai tempi di Molière il
Mucci era posizionato tra “ les enfants du
Paradis”. Il coinvolgimento è stato forte e i
ragazzi hanno gradito molto lo spettacolo.
C
Imparare il francese in modo divertente
spettacolo teatrale sans papiers al teatro toselli di cuneo
ome già l’anno scorso con Saint-Germains-desPrés anche quest’anno alcune classi si sono
recate a Cuneo per assistere ad uno spettacolo
teatrale in lingua francese.
La compagnia che lo presenta si chiama France
Théâtre.
Il giorno 23 novembre la 4 C, la 5 C turistico e la 5 E alberghiero hanno potuto prendere parte al musical Sans
Papiers , un’umoristica interpretazione della situazione
degli immigrati in Francia e dei loro espedienti per vivere. Il posto destinato alle nostre classi, nonostante il
forte anticipo della prenotazione, è stato il loggiato più
alto del teatro Toselli: proprio come ai tempi di Molière
il Mucci era posizionato tra “ les enfants du Paradis”. Il
coinvolgimento è stato forte e i ragazzi hanno gradito
molto lo spettacolo
France Theatre, ente teatrale Francese in Italia, dedicato
all’apprendimento della lingua attraverso i suoi spetta-
C
Arte moderna. Si inaugura la mostra dedicata all’artista
Ugo Nespolo nelle sale di Palazzo Mathis a Bra
opo l’inaugurazione della mostra
d’arte di Ugo Nespolo, artista contemporaneo, il 2 novembre a Bra
noi studenti dell’istituto professionale “Velso Mucci” insieme alla professoressa di italiano abbiamo
organizzato un’uscita didattica per
ampliare la nostra cultura generale sull’arte.
Entrati nella prima sala, la mostra ci ha accolti con la visione di una vespa decorata
con la pittura di Nespolo. Questo primo impatto evidenzia un grande collegamento tra
l’arte e la vita quotidiana, sottolineando le
scelte dell’artista in fatto di arte.
Le opere sono raccolte in sequenza per ogni
sala, dagli anni ’60 fino ad oggi e per poter
comprendere appieno il loro significato ci
siamo affiancati alla guida, un giovane studioso di storia dell’arte, che dal modo in cui
si esprimeva si capiva la sua passione per
queste opere. “Che cosa significa la scultura
a forma di uovo con scritto al suo interno lavorare, lavorare, lavorare, preferisco il ru-
D
more del mare?” “Questa scultura non riporta un significato visivo ma si tratta della
fonetica delle parole che se ci fate caso
fanno un suono simile allo scroscio del mare
sulla spiaggia, perciò è più una poesia che
una semplice scrittura per riempire la scultura grazie all’uso delle figure retoriche dell’onomatopea e del climax.”
Oltre a questa meraviglia le sale riportano
altri dipinti e sculture, passando da quadri
dai colori violenti ai quadri dipinti con serie
di numeri nei quali è frequente la serie rappresentata con il simbolo greco ϕ (fi) e all’Italia d’azzardo, quattro sculture
fabbricate con fogli di quotidiani di tutto il
mondo con contorni riconducibili ai simboli
delle carte da gioco.
Chiunque abbia il tempo, la possibilità, l’occasione di recarsi a visitare la mostra ne rimarrà affascinato e arricchirà di nuovi
contenuti la propria educazione culturale e
artistica; soprattutto noi giovani studenti.
Davide Baralis, cl. 5°G
Vatel e la cucina del pesce
Alcuni uomini sono troppo nobili per vivere tra gli aristocratici.
Francia: prima metà del XVII secolo, vigeva la monarchia assoluta di Luigi XIV, chiamato anche il “Re Sole”. Il suo
potere era di tipo discendente, cioè il potere gli veniva conferito da Dio anziché dal popolo. Intanto, mentre il Re
e la sua corte godevano degli sfarzi di Versailles, la popolazione si trovava in una situazione di miseria, malattie
e infine incontrava la morte. Primavera del 1671: il principe di Condè organizza tre giorni di fastosi festeggiamenti
e banchetti per Luigi XIV e la sua numerosa corte. La situazione tuttavia era drammatica perchè al principe mancavano i fondi per finanziare la guerra contro l'Olanda; per questo quindi invita il Re per convincerlo ad aiutarlo.
Per convincerlo assolda Francois Vatel, il più grande maestro di cerimonie dell'epoca. La sera di giovedì 23 aprile
1671 erano previsti un grande banchetto e fuochi d'artificio. Il giorno successivo, venerdì 24 aprile 1671, cadeva
la festività del venerdì santo e come tale era necessario servire in tavola pesce fresco e molluschi. Vatel si era preoccupato che il pesce fosse pescato appena il giorno prima e che, durante la notte, viaggiasse dal porto di Boulogne sino a Chantily. Purtroppo la consegna subì dei ritardi e quando giunse a destinazione il pesce pescato
non era sufficiente per tutti gli invitati. Vatel, salito nella sua stanza, si trafisse con tre colpi di spada e morì per
un contrattempo di cui si sentiva responsabile e colpevole fino al disonore. Il corpo di Vatel venne frettolosamente e discretamente sepolto, per non festeggiare i festeggiamenti in corso.
coli didattici. La compagnia è arrivata anche a Cuneo,
mercoledì 23 novembre al teatro Toselli, dove si è svolto
lo spettacolo: “Sans Papier”.
Il musical grazie ai suoi ritmi gitani, canzoni contemporanee, musiche toccanti è stato davvero coinvolgente e
ha fatto ballare, cantare tutti gli spettatori. La storia è
stata altrettanto emozionante e ricca di sorprese. Costa
Gavras alla morte del padre, con cui aveva interrotto
tutti i rapporti da oltre dieci anni, si trova a condividere
il suo lutto con dei “Sans papier” che lo hanno raccolto
tra loro con l’inganno. Ma è proprio grazie a questi quattro immigrati che riscoprirà la personalità del padre nordafricano emigrato in Francia. Guidato dalle melodie
della sua infanzia e dei suoi ricordi, ritroverà anche se
stesso in un viaggio interiore ricco di sorprese. Immigrare è un po’ come morire per rinascere altrove. “Sans
Papier” oltre ad essere stato un modo alternativo per
apprendere la lingua francese, ha fatto riflettere su un
argomento attuale e interessante.
Mi è piaciuto il modo in cui è stato affrontato un tema
difficile, senza cadere nei soliti luoghi comuni. Musical
intelligente che ha utilizzato la “leggerezza” della musica per comunicare a tutti noi ragazzi la fatica di essere
stranieri, il peso che le tradizioni possono avere e infine
la bellezza della condivisione.
Articolo di Chiara Squarotti 4^ C
Progetto “Cibo Amico”:
allievi volontari alla
“Colletta Alimentare”
abato 26 novembre 2011, in occasione
della “Giornata Nazionale della Colletta
Alimentare”, anche alcuni ragazzi del nostro Istituto (una decina) hanno deciso
liberamente di unirsi ai circa 5000 volontari che, in numerosi supermercati della
nostra regione, si sono spesi con generosità
invitando i clienti a donare una parte della loro
spesa per le persone bisognose. Si è trattato innanzitutto di un momento educativo nel quale
ciascuno ha potuto scoprire la gioia di donarsi e
di essere utile agli altri in un clima di amicizia e
serena collaborazione. La generosità concreta dei
nostri ragazzi è stata un’occasione, per loro
stessi, di compiere un gesto di vera solidarietà,
che può far comprendere come la carità sia l’inizio della giustizia, cioè come l’aiuto immediato
dell’uomo al suo prossimo, senza aspettare o delegare ad altri, sia una forza indispensabile che
nessun “sistema sociale” potrà mai sostituire.
Quello dei volontari per la “Colletta” è stato, allora, un gesto di vera educazione alla “cultura del
dono”, contro lo spreco e contro la fame, anche
in un’ottica di rispetto dell’ambiente. Ed allora,
cominciando a condividere i bisogni, perché non
iniziare a condividere il senso della vita?. Questo
il significato dell’intero progetto “Cibo Amico”. Un
ringraziamento ai ragazzi ed agli insegnanti che
si sono adoperati per realizzarlo.
Piergiorgio Dellagiulia
S
iis 8
“Gli immigrati dalle altre scuole”
Troppi studenti delle alte scuole “ emigrano” nel nostro Istituto
li alunni vengono in questa scuola perché
pensano che le ore di lezione siano più leggere e meno intense.
Da sempre, prevale un grosso problema,
studenti di altre scuole vengono nel nostro
istituto professionale, con l’idea di non studiare e fare ‘’la bella vita’’; peccato che non sia così.
I.I.S “Velso Mucci” è un luogo di informazione e di educazione mediante lo studio COME LE ALTRE SCUOLE.
G
In questi due anni, per esempio, dalla scuola Ragioneria sono “emigrati” circa sei persone su venti, causa appunto, della presunta idea che sia meno impegnativa.
Tra questi studenti, dopo essere giunti in questa scuola,
alcuni si dichiarano soddisfatti altri si pentono per la
decisione. Perché, appunto in questa scuola si studia
allo stesso modo di come si studia nelle altre scuole. Si
calcola che verso la seconda metà dell’anno scolastico
ci sarà un’ondata di studenti provenienti da altri istituti.
Il Mucci in assemblea
Con la prima assemblea il Mucci presenta i suoi candidati
l 27 ottobre si è svolta l’assemblea d’istituto, al
Centro Polifunzionale di Bra. La convocazione è
stata suddivisa in due parti: la presentazione
delle liste, la visione di un film.
Alle 9:45 abbiamo raggiunto la nostra destinazione. Alle 10:00 è iniziata la vera e propria assemblea con l’ex rappresentante d’istituto (Francesco
Busso) che ci ha spigato come si sarebbe svolta la mattinata e le idee della sua lista, che riguardano: il miglioramento della scuola ( più panini, più carta igienica più
sapone e specchi in bagno) feste extrascolastiche (natale, capodanno, pasqua e altri eventi importanti) e tornei extrascolastici (calcetto, playstation e pallavolo).
Dalle ore 11:15 abbiamo guardato il film “Berlin Calling”.
La pellicola racconta di un Dj molto famoso di nome Ikarus, che, però, è entrato nel mondo della droga. Poiché
I
organizza tante feste deve anche comporre musica
nuova ma usando stupefacenti non riesce più a comporre come una volta. Per lui inizia un periodo di crisi
perché prima viene lasciato dalla ragazza, poi perde la
sua produttrice discografica e infine va in un centro di
recupero dove incontra persone con il suo stesso problema. Il suo atteggiamento ribelle gli crea molti problemi, ma una dottoressa riesce in qualche modo a farlo
uscire dal “brutto giro” della droga. Riprende allora a
produrre la sua musica, riconquista la sua ragazza e riallaccia i contatti con la produttrice discografica. Il film ha
un lieto fine perché grazie alla sua volontà guarisce dal
terribile vizio e con entusiasmo torna ad essere il grande
Dj che era prima. Alle 13:15 si è conclusa la proiezione e
di conseguenza anche l’assemblea.
Per i giovani pericolo neet
ra le problematiche legate al mondo giovanile
che famiglie ed educatori si trovano ad affrontare in questi anni vi è quella legata alla condizione di «Neet». Il termine «Neet» è un
acronimo che sta per Not in education, employment, or training ed è stato utilizzato dall'Istat,
nel rapporto «Noi Italia 2011», per evidenziare lo stato
di quella fascia di popolazione giovanile che non va a
scuola, non lavora e non si forma. Uno stato quello di
«Neet» che in Italia accomunerebbe più di due milioni
di giovani (21,2%) fra i 15 ed i 29 anni.
I dati diffusi dall'Istat sono estremamente preoccupanti
in quanto un giovane che non fa niente, oltre ad incontrare in futuro serie difficoltà a mantenersi economicamente allorché sarà venuto il sostegno offerto dalla
famiglia, rischia di trovarsi in una situazione di abulia
ed inerzia mentale capace di portare a forme depressive o ad altri disturbi psicologici e, quindi, di compromettere il suo avvenire.
Le cause per cui una persona diventa un «Neet» sono
molteplici. In questa sede si considera quella attinente
l'insuccesso scolastico. Di fronte ad una bocciatura, o
semplicemente ad un rendimento didattico mediocre,
un ragazzo può essere tentato ad abbandonare la
scuola. Non è un caso che, sempre secondo il rapporto
Istat, circa il 12% dei ragazzi lascia la scuola superiore
entro il primo anno di frequenza. Sennonché la rinunzia
al prosieguo degli studi non sempre viene associata a
valide alternative, col risultato che chi abbandona la
scuola, non riuscendo a trovare lavoro o a seguire corsi
di formazione, si ritrova sostanzialmente a non fare
nulla. Si viene a creare un vero e proprio circolo vizioso
poiché il ritiro dalla scuola implica una bassa scolarità
T
la quale comporta maggiori difficoltà all'interno del
mercato del lavoro. Bisogna, però, osservare che le difficoltà scolastiche in molti casi più che essere la reale
causa di una situazione di «Neet» riflettono un atteggiamento di lassismo che porta a tale situazione. Premesso che non tutti coloro che sono classificabili come
«Neet» presentano un simile atteggiamento, deve rilevarsi che oggi molti giovani non vantano una attitudine
«a far qualcosa», sia questo qualcosa lo studio o un lavoro. Costoro, anche una volta assolto l'obbligo scolastico, continuano a rimanere a scuola, magari ripetendo
più volte la stessa classe, per inerzia o per non essere
costretti a cercare alternative a questa, senza dimostrare interesse alcuno per le attività didattiche. La
stessa mancanza di interesse si manifesta, dopo l'abbandono della scuola, nei confronti del lavoro. Intanto,
gli anni passano ed il quindicenne che veniva a scuola
solo per passare il tempo si ritrova di colpo ad essere un
ventenne abulico e quasi incapace di attivarsi per migliorare la propria condizione professionale e soprattutto personale. Queste brevi osservazioni non vogliono
essere una critica nei confronti dei giovani, volendo
semmai sottolineare, oltre alle loro innegabili responsabilità, quelle delle famiglie e della stessa scuola.
Molti sono i genitori che si preoccupano di assicurare,
nei limiti delle loro disponibilità economiche, ai figli l'accesso ai tanti beni offerti dalla società consumistica.
Tuttavia, non sempre a tale preoccupazione si accompagna pure quella di inculcare loro una morale che comprenda la convinzione circa la necessità del sacrificio
per ottenere quel che si vuole. Pertanto, il giovane crescerà credendo che tutto gli sia dovuto e avrà pochi stimoli ad impegnarsi nella sua vita.
Certi professori temono responsabilmente questa cosa
per il semplice fatto di non poter seguire didatticamente
come vorrebbero le classi sovraffollate. Anche noi studenti speriamo di reggere l’urto e ospitare i nuovi arrivati con cordialità, nella speranza di poter assistere alle
lezioni con tranquillità.
Sabrina El hdirich, Orlando Vocaj, Giorgia Catenazzo,
Francesca Milanesio, Denise Origlia, Kaouter Gharib,
Paola Tabotta, MIchelle Duarte
Esperienza esilarante
al corso di tennis
ersace Camilla, Micari Martina, Di Blasi Lisa e Bernardi Martina della classe seconda C hanno frequentato, insieme ad altri ragazzi della seconda
F, lezioni di tennis a partire dal 28 ottobre.
Una occasione extrascolastica che ha rinforzato il
legame di amicizia e la predisposizione ginnica
degli studenti del Mucci. Lo sport si è rivelato ancora una
volta autentico aggregante divertente e per niente faticoso.
Le lezioni iniziavano alle otto di sera e si svolgevano al
Palazzetto dello Sport in Via Risorgimento a Bra. Ogni
venerdì le ragazze si davano appuntamento alle in stazione per andare insieme alle lezioni.
La durata del corso era di due ore e le lezioni in programma erano sei.
L’ istruttore Antonio con grande professionalità tennistica ha impartito le lezioni e i trucchi del mestiere per
essere imbattibili in campo con simpatia, il tempo per
questo è trascorso davvero in fretta. Ad ogni corso ha insegnato qualcosa di diverso, fino a far ottenere risultati
insperati e sorprendenti a tutti i partecipanti. I ragazzi
sono diventati dei maghi del “red carpert”.
Venerdì 1° Dicembre si è svolto il grande Match finale.
V
Non sono poche nemmeno le colpe del sistema educativo. Spesso la demotivazione verso lo studio ed il lavoro del ragazzo tradisce una assenza di
consapevolezza riguardo ciò che gli interessa veramente e che vorrebbe fare. In pratica, il giovane inattivo
più che «non volere far niente» semplicemente «non sa
cosa fare» perché non ha capito quali sono davvero le
sue inclinazioni. Compito della scuola dovrebbe essere
allora quello di far comprendere al ragazzo i campi nei
quali è portato ed indirizzarlo di conseguenza, ma, pure
a causa di circostanze contingenti dovute alle crescenti
ristrettezze organizzative in cui operano gli insegnanti,
non sempre questo compito viene assunto correttamente. Attraverso la bocciatura si fa capire al giovane
che quel certo percorso didattico non è la sua strada ma
non gli si dice quale dovrebbe essere questa strada.
Bisogna, dunque, che famiglie e scuola prendano atto
dei loro limiti e collaborino a vicenda onde consentire
alla nostra gioventù di esprimere al meglio le sue potenzialità e dimostrare di essere molto di più che una
generazione di «bamboccioni».
Ivano Paola
Auguri di Buon
Natale a tutti!!!