le perle contese - Sardegna Turismo
Transcript
le perle contese - Sardegna Turismo
DOMENICO RUIU STAGNI COSTIERI le perle contese GUIDO ALBERTO ROSSI STAGNI COSTIERI le perle contese DI ANTONELLA COLICCHIA Assolti. Così, il 24 ottobre 1996, la pretura di Oristano ha mandato a casa Giuseppe ed Emiliano Sanna e Fabrizio Paddi. A trascinarli sul banco degli imputati era stata la famiglia Manca. ✦ DOVE SI TROVANO Gli stagni costieri interessano soprattutto la provincia di Oristano (oltre 5.500 ettari, 3.000 dei quali nella penisola del Sinis). Segue Cagliari, con 1.600 ettari nei dintorni della città. Zone umide minori sono disseminate nell’immediato entroterra di molti tratti di litorale. Proprietaria dello stagno di Mistras, affidato in gestione alla Cooperativa Molluschicoltori, non tollerava che i ragazzi calassero la lenza e considerassero le acque lagunari possesso di tutti. “Sono demaniali”, ha invece ribadito il giudice. Un principio generale, introdotto con una legge regionale (la 39 del 1956), difeso dai tribunali in decine di processi e confermato dalla Corte Costituzionale. La legge, che abolisce i diritti feudali sugli stagni, non fu certo un regalo. La strapparono i poverissimi pescatori di Cabras a suon di scioperi, occupazioni, scontri con la polizia. Oggi le zone umide che circondano Oristano – 5.500 ettari di vasche e canali scavati per farvi confluire il pesce dal mare aperto, vederlo crescere e venderlo – sono nelle loro mani. FRANCO TESTA (2) ✦ POLLO SULTANO (PORPHYRIO PORPHYRIO) APPUNTI DI NATURA Gli stagni dell’Oristanese sono un grandioso mosaico naturale. Cabras, vasto e circondato da un fitto ed esteso canneto, oltre a ospitare migliaia di anatidi e di folaghe, è l’ambiente ideale per l’airone rosso, il tarabusino e lo schivo tarabuso, che vi nidificano regolarmente. Paùli Maiori, di modeste dimensioni e al centro di una piana intensamente coltivata e pascolata, è circondato dal più esteso canneto naturale della Sardegna, dove vive una delle più importanti popolazioni di pollo sultano dell’isola. Per facilità e abbondanza di specie è preferibile però s’Ena Arrubia. Durante il passo 50 STAGNI COSTIERI GOBBO RUGGINOSO (OXYURA LEUCOCEPHALA) autunnale la superficie dell’acqua appare spesso interamente ricoperta di uccelli: folaghe, moriglioni, mestoloni, alzavole, morette, rari fistioni turchi e, nelle zone prossime al mare, avocette e fenicotteri. Il complesso degli stagni di Marceddì e San Giovanni (divisi solo da uno sbarramento artificiale) è una grande laguna aperta a diretto contatto con il mare. D’inverno la popolano edredoni e beccacce di mare. Infine Sale ’e Porcus, nella penisola del Sinis: una laguna temporanea interdunale, priva di collegamenti al mare, alimentata esclusivamente dall’acqua piovana e salata per evaporazione. È un luogo incantato. A fine estate, quando i temporali ripristinano la laguna, si colora di rosa: sono i fenicotteri che ogni anno, puntualmente, ritornano dopo aver nidificato nelle acque francesi della Camargue. (Domenico Ruiu) VEDUTA AEREA DELLO STAGNO DI CABRAS, IL PIÙ ESTESO DELLA PROVINCIA DI ORISTANO. NELLA DOPPIA PAGINA PRECEDENTE: UN GRUPPO DI FENICOTTERI ROSA NELLO STAGNO DI SALE ’E PORCUS, NEL COMUNE DI SAN VERO MILIS. COME SONO PROTETTI invito alla visita PONTIS, A CABRAS. SULLA SPONDA, I RESTI DI UN RIPARO DI CANNE. O meglio, in quelle delle cooperative che gestiscono la pesca, e degli abitanti sui quali incombe una sfida: difendere il delicato ecosistema di terra e acqua da cui dipende l’economia locale e tramandare una cultura che è scolpita nel paesaggio. L’ambiente e la storia dello stagno di Cabras, e la gerarchia feudale della peschiera, sono stati raccontati con insuperata efficacia da Giuseppe Fiori nel suo Baroni in laguna (Edizioni del Bogino, Cagliari, 1961). A quarant’anni di distanza, lo scenario non è molto cambiato. Stessi canali, qualche bicicletta che li costeggia, le barche in fila nel porticciolo. I pescatori riposano sulle sedie impagliate, fuori delle case. È cambiata però l’economia. Nel 1600 le acque erano demaniali, cioè della Corona spagnola. Finché Filippo IV chiese ingenti prestiti a un genovese, Gerolamo Vivaldi, offrendo come garanzia stagni, peschiere e dipendenze di Cabras e Santa Giusta. Nel 1853, gli eredi di Vivaldi cedettero gli stagni a un barone di Oristano: don Salvatore Carta. Le 36 famiglie di eredi (Carta-Boi-Corrias) sono quelle che si opposero per tutti gli anni Cinquanta all’abolizione dei diritti feudali (in soldoni, pretendere il pagamento di un canone e decidere a chi concedere il diritto di pesca). “Dal 1982, quando la Regione sottrasse la gestione ai baroni, pesca e manutenzione vengono affidate a cooperative di pescatori”, spiega Francesco Meli, detto Caboni (il gallo), presidente della IL FASSONE Nuova Cooperativa Pontis. “Attualmente, a un consorzio di 11 società, che dà lavoro a 390 adIn sardo, su fassoi. È la tipica detti. Le acque (40 milioni di metri cubi) fornibarca costruita con il fieno palustre, scono 3.000-4.000 quintali di pesce. Il novellame a parte gli scalmi di canna e i sostegni in tamerice, tradizionalmente utilizzata dai palamitai (pescatori (muggini, spigole, orate, sogliole, anguille) endi anguille) che vi trasportavano il palamito (corda tra dal mare, trova nutrimento e cresce senza allunga e fitta di ami) e una fiocina. La struttura cun mangime. Può capitare (l’ultima volta è staè la stessa delle imbarcazioni in uso presso antiche to nel 1999) di vedere i pesci a galla, a pancia in civiltà: quelle egizie di papiro, quelle peruviane su. Il caldo qui ha fatto evaporare l’acqua e del lago Titicaca e di Dioca, sul Golfo Persico. marcire la materia organica. Risultato: 2.200 etSotto: l’evoluzione nei secoli, in 4 fasi, di su fassoi. tari di fango puzzolente da spalare dai fondali, 1 2 spettacolo è offerto dalla vegetazione di piante resistenti alla salsedine (salicornia, giunchi e tamerici), ideale per la nidificazione di molte specie di uccelli. Perfetta per fare birdwatching la parte nord-occidentale dello stagno. (Dario Cossu) DOMENICO RUIU PESCHIERA supera un maneggio e si devia a sinistra su una sterrata. Si prosegue, ancora per 1 chilometro e mezzo, fino ad arrivare alla riva settentrionale di Paùli ’e Sali. Da qui si avanza, a piedi o in bicicletta, costeggiando le rive dei due stagni, separati da una lunga e stretta lingua di terra e basse dune. L’habitat, la vegetazione e le numerose specie di uccelli rari (tra cui il pollo sultano) rendono la visita di estremo interesse. MISTRAS. Da Cabras, passato il canale scolmatore, s’imbocca sulla sinistra una strada bianca e, all’altezza dell’itticoltura Sa Còcciula Bogài, si svolta a destra. Giunti sulle rive, il primo LO STAGNO DI S’ENA ARRUBIA, DI FRONTE ALLA PINETA DI ARBOREA (ORISTANO). 3 4 PAOLO RONDINI LA Ogni stagno merita la visita, da affrontare binocolo alla mano, con due semplici accorgimenti: scarpe comode (stivali in autunno-inverno) e prodotti antizanzare (in primavera-estate). A chi ha poco tempo ne consigliamo tre, all’insegna della varietà. Piccoli e di acque salmastro-dolci Mar ’e Paùli e Paùli ’e Sali; più grande e salato quello di Mistras. Prima di esplorarli, è bene osservarne i contorni dall’alto della Torre del porto di Cabras, da cui si domina l’incantevole puzzle di terra, acqua e mare dell’Oristanese. MAR ’E PAÙLI E PAÙLI ’E SALI. Sono entrambi sul lato nordorientale dello stagno di Cabras. Lasciato l’abitato si percorre l’asfaltata verso Riola per circa 1 chilometro e mezzo, si PAOLO RONDINI EGIDIO TRAINITO Come zone umide d’importanza internazionale, gli stagni sardi sono protetti dalla Convenzione di Ramsar. La legge Galasso inoltre li sottopone ai vincoli validi per le zone di grande interesse paesaggistico. La Regione si limita a definire gli stagni “oasi faunistiche” dov’è vietata la caccia e a stabilire, come avviene in mare, periodi di riposo biologico durante i quali è proibito pescare. Paùli ’e Sali è stato gestito dal Wwf assieme alla Cooperativa Pontis per due anni, nell’ambito di un progetto Life dell’Unione Europea. Ma l’amministrazione comunale non ha garantito la continuità, com’è accaduto anche a Paùli Maiori e a s’Ena Arrubia. Nel Cagliaritano, la zona di Molentargius-Saline-Poetto è inclusa, dal 1989, nelle aree protette regionali. (D. C.) MOLENTARGIUS E LE SALINE Cagliari è circondata da una sequela di stagni. A nord-ovest, l’ampia laguna di Santa Gilla, ricca di pesce e meta abituale di folaghe, limicoli, aironi, soprattutto cormorani. Più a sud, le saline di Macchiareddu, separate dal mare da uno stretto cordone dunale, ideali per volpoche, avocette e fenicotteri. A est, a ridosso della periferia urbana, Molentargius e Quartu, tra i più importanti stagni del Mediterraneo. Qui sono state censite 180 specie avicole e, nei giorni d’intenso movimento migratorio, sono state contate 20.000 presenze. “LO STAGNO DI MOLENTARGIUS, fino a non molti anni fa, veniva percepito come un buco di quella grande ciambella che è Cagliari: uno spazio dai confini incerti, dalla funzione dubbia, colpito dal degrado e dall’inquinamento. Un intralcio all’espansione della città”. Perciò, Vincenzo Tiana, Stefano Pira e altri studiosi e ambientalisti sardi hanno fatto due cose. Conoscere il passato di questi 1.600 ettari di laguna e saline, e progettarne il IL CONTATTO futuro. “Diecimila anni fa Molentargius era già un centro di produzione del sale, risorsa che è stata la ricchezza di Cagliari fino all’Ottocento, quando lo sviluppo della ‘catena del freddo’ ha ridotto l’importanza del sale come conservante per gli alimenti”, spiega Pira. “Nel Settecento, nel porto rimanevano stabilmente ancorate 50 navi svedesi (che trasportavano il sale in Scandinavia dove veniva usato per conservare aringhe e sardine)”. LA PRODUZIONE È CESSATA 17 anni fa e da tale cambiamento sono derivati svantaggi (perdita del lavoro), ma pure opportunità. “Chiusi gli impianti (motopompe comprese), il livello dell’acqua scende anche di decine di centimetri al giorno”, continua Pira. “Pioggia e scarichi urbani hanno aumentato la quota d’acqua dolce e materiale organico, che ha favorito l’arrivo dell’avifauna”. Oggi siamo a un passo dall’istituzione di un parco. Una legge trasferirà alla Regione il demanio delle saline. E, con esso, 120 miliardi per la bonifica. Una parte servirà all’area protetta per cui l’Associazione pro parco di Molentargius-Saline-Poetto si batte da anni. DANIELE PELLEGRINI il ‘raccolto’ bruciato nei falò”. Una scena d’altri tempi, se non fosse per gli indennizzi pagati dalla Regione e per un discusso progetto del Consorzio di Bonifica. Obiettivi: immettere nello stagno acqua dolce (nella misura ideale per l’acquacoltura) prelevandola dal fiume Tirso, attraverso il canale Mar ’e Foghe. E praticare iniezioni di ossigeno liquido, in tre diverse zone, per evitare il fenomeno dell’eutrofizzazione. “Interventi da attuare con il pieno accordo tra comunità scientifica, pescatori e protezionisti”, avverte Mena Manca, che allo stagno ha dedicato il libro I pescatori di Cabras (S’Alvure Edizioni, Oristano, 1990). Mentre gli stagni, con i pesci che vi ingrassavano, venivano tolti dalle mani dei baroni per essere affidati a coloro che ci lavoravano, prendeva sempre più corpo una nuova consapevolezza. Si è capito, insomma, che il valore complessivo di questi specchi d’acqua non si può limitare a puro fatturato: che è fatto anche di elementi naturali, flora e fauna, ed estetici. E che, in quanto tale, appartiene a tutta la collettività. “Ridurre il numero dei cormorani (oltre 10.000 esemplari) che saccheggiano le peschiere (un problema irrisolto), proteggere i canneti, monitorare temperatura e salinità delle acque sono un impegno globale”, sottolinea Mena Manca. “Se un aspetto della vita degli stagni entra in crisi, s’incrina l’intero sistema economico-ecologico”. E allora, addio pesca, addio turismo, addio tutto. Tornerebbero i tempi dei baroni in laguna. Molto attiva nella zona di Cagliari, dove ha una segreteria ( 070 655230) e un sito Internet (www.apmolentargius. sardegna.it), è l’Associazione pro parco di MolentargiusSaline-Poetto, presieduta da Vincenzo Tiana. (Ettore Arrigoni degli Oddi, 1901) 54 STAGNI COSTIERI CAGLIARI VISTA DALLE SALINE SANTA GILLA DOVE, DAL 1993, NIDIFICANO I FENICOTTERI ROSA. NELLA PAGINA A FRONTE: UN AIRONE SOSTA NELLO STAGNO DI CABRAS. DI ENRICO PINNA ‘‘ ‘‘ ...nuvole viventi adombrano il cielo, confondendosi roteanti nell’aria: è il carnevale degli acquatici... STAGNI COSTIERI 55