INTERVISTA A GIOVANNI sull`Apocalisse (n

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INTERVISTA A GIOVANNI sull`Apocalisse (n
INTERVISTA A GIOVANNI sull’Apocalisse (n.9):
LE DUE BESTIE
a cura di P. Carlo Colonna s.j.
La visione che Giovanni aveva del mistero d’iniquità che combatte la venuta del Regno di Dio mi si
manifestava sempre più. Compresi che soltanto per rivelazione noi uomini possiamo conoscere non soltanto
la vastità infinita del mistero del Bene-Dio, che sta all’origine della nostra storia, ma anche la vastità
immensa del mistero del male-demoniaco, che cerca di ridurre tutto alla morte e alla rivolta contro Dio. Era
importante quindi attingere alle visioni di Giovanni la conoscenza del regno del male, da cui Cristo ci è
venuto a liberare.
Domanda: Giovanni, parlaci delle due grandi Bestie, che Satana suscita contro la Donna e la sua
discendenza.
Giovanni: Fin dall’origine la storia dell’umanità fu profetizzata come storia di un’inimicizia tra la discendenza
del serpente antico, che vinse il primo uomo, e la discendenza della Donna, che riporterà vittoria in questa
lotta (Gn 3,15). Le due Bestie rappresentano la discendenza del serpente, le forme più macroscopiche e di
influsso universale, dove si manifesta il potere del serpente o drago infernale sul genere umano.
Domanda: Giovanni, che intendi dire per “discendenza”?
Giovanni: Ogni discendenza porta in sé il seme del genitore da cui è nato. Ma questo seme è destinato a
svilupparsi, poi, in forme originali e proprie rispetto al genitore. Come c’è il seme di Dio, da cui nascono i figli
di Dio, così c’è il seme del diavolo, da cui nascono i figli del diavolo. La discendenza del diavolo sono i suoi
figli, che hanno la stessa mente e lo stesso cuore, irriducibilmente ribelle a Dio e incapace di sottomettersi ai
suoi comandi con una volontà ostinata e perseverante fino alla fine. Questo seme genera le due Bestie, ma
si sviluppa in loro in forme diverse, ma complementari nel portare aventi i piani del nemico di Dio.
Domanda: Che cosa vuoi dire?
Giovanni: La prima Bestia è come il figlio diretto del diavolo in forma umana, perché rappresenta un
imperatore e un impero universale, che pretende per sé l’adorazione che si deve solo a Dio e perseguita a
morte gli adoratori del vero Dio. Ai miei giorni era l’imperatore e l’impero di Roma, che pretendeva onori
divini e metteva a morte i cristiani, che si rifiutavano. La Bestia, però, è simbolo del potere politico corrotto,
valida per rappresentare ogni organizzazione storica tirannica, che combatte il vero Dio e i suoi fedeli.
Domanda: E che cosa vogliono dire i diversi simboli con cui l’hai decritta?
Giovanni: Osserva che la Bestia, come il drago, ha “dieci corna e sette teste e sulle corna dieci diademi e
su ciascuna testa un titolo blasfemo” (Ap 13,1). E’ la parodia in chiave diabolica del Messia di Dio, Gesù
Cristo, e del suo impero sugli uomini. Al regno di Dio e del suo Messia si contrappone il regno di Satana e
della sua Bestia, che è come suo figlio, cui Satana dà tutto il suo potere come io vidi: “Il drago le diede la
sua forza, il suo trono e il suo grande potere” (Ap 13,2). Inoltre scimmiotta anche la morte e risurrezione del
Messia, in quanto “una delle sue teste sembrò colpita a morte, ma la sua piaga mortale fu guarita” (Ap 13,
3). E’ simbolo della ricorrente comparsa del potere della Bestia, dopo che essa è colpita a morte in una delle
sue manifestazioni. Poi ho descritto la sua ferocia (la bocca come quella di un leone), i suoi movimenti
repentini (simile a una pantera), il suo dominio su tutto (le zampe come quelle di un orso). Ha il potere di
condurre all’adorazione del drago e di se stessa tutta l’umanità, che non è scritta nel libro di vita dell’Agnello.
La sua bocca non pronuncia se non empietà e bestemmie contro il vero Dio e i suoi adoratori, scatenando
contro di loro la persecuzione e Dio non interviene, ma accetta il martirio dei suoi. Vedremo perché.
Domanda: Giovanni, mi colpisce questa insistenza sull’adorazione del drago e della bestia come il fine di
tutta la manifestazione del mistero del male, che tu descrivi in modo così radicale.
Giovanni: E’ questa una delle chiavi interpretative più importanti per entrare nella rivelazione che io ebbi.
Tutta la mia rivelazione è incentrata intorno all’adorazione di Dio e dell’Agnello e intorno ai suoi adoratori
come i supremi re e vincitori della storia. In contrapposizione a loro si erge il regno del Male, che converge
tutto verso l’adorazione di Satana e della Bestia da parte dei suoi adoratori che, purtroppo, non sono pochi,
ma moltitudini. Nel tempo del grande dominio di Satana nel mondo, intere nazioni si fanno adoratori di
Satana e della Bestia. La falsa adorazione della Bestia è la suprema forma di male, che i cristiani devono
con tutte le forze evitare, disposti ad andare in prigione e morire, pur non di venir meno alla loro vocazione di
essere adoratori di Dio e di Cristo, vocazione che li porterà ad avere vittoria su Satana e sulla Bestia.
Domanda: E la seconda Bestia?
Giovanni: L’ho chiamata “falso profeta” (Ap 16,13; 19,20; 20,10). Rassomiglia a Cristo-Agnello nell’esercizio
del suo potere (corna), ma nel modo di esprimersi è uguale al drago-satana. Ha potere di sedurre e
ingannare con la forza della parola e con falsi prodigi, tesi a sottomettere gli uomini al potere della prima
Bestia. Per lui vale quanto Gesù ha detto circa i “falsi profeti”, che si manifestano con il manto di pecora,
facendo discorsi di bene per gli uomini, ma dentro sono lupi rapaci, che azzannano e uccidono (Mt 7,15).
Attraverso loro opera Satana. Questa bestia viene dalla terra, in quanto manifesta una sapienza terrena,
carnale, che rimane sempre nell’ambito umano, cercando con cose umane di distruggere la rivelazione
soprannaturale di Dio.
Domanda: E che cosa vuol dire il numero “666”, che esprime il numero della Bestia?
Giovanni: Presso gli ebrei e i greci le lettere dell’alfabeto avevano una cifra corrispondente. Presso gli ebrei,
calcolando la cifra del nome “Nerone Cesare”, si ricava il numero “666”. Simbolicamente dice che chi
perseguita i cristiani a morte ed impedisce loro di vivere a causa della loro fede, è la Bestia indicata
dall’Apocalisse. Inoltre, poiché il numero “6” è anche simbolo dell’uomo, creato il sesto giorno, il “666” indica
anche il tentativo supremo dell’uomo di sostituirsi a Dio in tutto fino a diventare lui stesso Dio. E’ ciò che fa
“l’uomo iniquo”, indicato da Paolo come l’emissario più grande di Satana nel mondo (2 Ts 2,3-4).
Domanda: Mi colpisce la capacità che ha la seconda Bestia di sedurre e ingannare l’umanità, attirandola
all’adorazione della prima Bestia.
Giovanni: La mia descrizione è un invito ai voi cristiani ad un continuo discernimento spirituale per
distinguere lo spirito del mondo e della Bestia, che parla attraverso falsi profeti e maestri, e lo spirito di Dio,
che parla attraverso veri profeti e veri maestri. Ne ho parlato nella mia prima lettera: “Carissimi, non prestate
fede ad ogni spirito, ma mettete alla prova gli spiriti, per saggiare se provengono da Dio, perché molti falsi
profeti sono venuti nel mondo” (1 Gv 4,1). Non vi potete salvare dal potere di seduzione che il diavolo ha sul
mondo se non con il dono del discernimento spirituale che viene da Dio, e del suo continuo esercizio. In tal
modo sarete in grado di discernere lo spirito di verità dallo spirito dell’errore (1 Gv 4,6).
Domanda: Giovanni, la presentazione che tu fai delle due bestie mi sta facendo capire due aspetti della tua
rivelazione, che mi sembrano come aspetti essenziali della spiritualità di ogni cristiano. Il primo aspetto è
l’adorazione di Dio e dell’Agnello, Gesù Cristo, contro la falsa adorazione di Satana e della Bestia, suo
rappresentante; il secondo aspetto è il discernimento spirituale contro tutte le forme di sapienza terrena e di
falsa profezia, che cercano di ingannare gli uomini per portarli all’adorazione di Satana e della Bestia.
Giovanni: Stai capendo sempre di più il mio messaggio. Dio attraverso quanto mi ha rivelato vuole
richiamare tutti i cristiani alla loro vocazione di essere adoratori del vero Dio, che si è rivelato in Gesù Cristo
e di Gesù Cristo stesso, che manifesta in sé la Divinità del Padre, in mezzo ad un mondo che, sedotto e
ingannato, si rivolge all’adorazione di false divinità, dietro cui si esercita il dominio di Satana sugli uomini.
Solo una vita di autentici adoratori di Dio e di Gesù Cristo porterà i cristiani alla vittoria definitiva. Non basta
che i cristiani siano stati salvati gratuitamente dal sangue dell’Agnello, ma devono portare a compimento la
loro vocazione ed essere testimoni, attraverso una vita di autentici adoratori, di Dio e di Gesù Cristo. Questa
adorazione, poi, li rivestirà della vera sapienza celeste, che li renderà idonei al discernimento spirituale su
tutte le false sapienze, anche se rivestite di apparente pietà, che portano gli uomini lontano dall’adorazione
del vero di Dio e di Gesù Cristo.
Domanda: Adorazione vera e discernimento spirituale autentico sono le due armi spirituali, che un cristiano
deve avere per combattere la buona battaglia della fede nel presente mondo malvagio, dominato dalla
presenza attiva di Satana e dei suoi duplici rappresentanti, autorità violente e tiranniche di vario tipo, e falsi
maestri di sapienza e falsi profeti. Il tuo insegnamento, Giovanni, è più che mai valido ai nostri giorni.
Giovanni: Là dove più domina il regno di Satana e del male, tanto più è necessario che i cristiani facciano
ricorso alla mia rivelazione, per avere direttiva di comportamento, coraggio ed entusiasmo, anche se sono
ridotti ad una minoranza combattuta e insignificante. La vittoria finale nella storia è per i veri adoratori di Dio
e di Gesù Cristo, per l’autentica discendenza della Donna, che sono “quelli che osservano i comandamenti di
Dio e custodiscono l testimonianza di Gesù” (Ap 12, 17), anche se sono combattuti fino al martirio.
In quel momento lo Spirito scese su di me e mi sentii chiamato ad essere un totale e fedele adoratore di Dio
e di Gesù Cristo nel mio tempo, così povero di adoratori del vero Dio e di Gesù. Avvertii con quanta
tiepidezza avevo considerato finora la mia vocazione di adoratore di Dio e quanto tiepidezza ci sia in mezzo
alla Chiesa di Dio in questo. Compresi poi quanto avessi bisogno di sapienza, per esercitare il discernimento
spirituale non solo a mio vantaggio, ma anche a vantaggio di tanti fratelli, a cui Dio mi inviava. Mi prostrai
quindi in preghiera e adorai Dio con tutto il cuore come mai l’avevo fatto, chiedendogli la grazia di essere
trovato tra i suoi adoratori ora nel tempo e poi nell’eternità e di avere saggezza per discernere gli spiriti, in
particolare lo spirito del mondo e lo spirito di Dio, le opere della carne e le opere dello Spirito, la falsa
profezia dalla vera profezia, la falsa sapienza dalla vera sapienza. Poi chiesi questo per tutti i cristiani, per
quanti conosco e sono chiamati come me alla stessa vocazione in Cristo.