L`innovativa Canon ImagePRESS

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L`innovativa Canon ImagePRESS
Anno I - n° 8
PRIMA VULNERABILITÀ
PER MICROSOFT VISTA
www.gruppovenco.it
Venerdì 12 gennaio 2007
L’innovativa Canon ImagePRESS
,
Già disponibile il codice proof-of-concept. Rischi
comunque limitati: l'attacker deve già avere le
credenziali di accesso al PC.
,
Pur non essendo disponibile ancora al grande
pubblico, Vista è già a rischio sicurezza. E' stata infati
rilevata una vulnerabilità che, se sfruttata, potrebbe
portare all'infezione del sistema semplicemente
visitando un sito creato per far leva sul bug.
Quest'ultimo porterebbe a una corruzione della
memoria nel gestire alcune richieste da parte di
Firefox e Internet Explorer.
Microsoft sta investigando il problema e ha ammesso
la presenza di un codice proof-of-concept in grado di
sfruttare la vulnerabilità. La casa di Redmond ha
altresì affermato di non essere a conoscenza di
malware realizzati
sfruttando il bug. Del
resto gli analisti di
sicurezza ritengono che
il rischio di contagio sia
tuttora basso. Il cracker
infatti deve avere già le
credenziali di accesso
al sistema per poter
procedere con l'attacco.
Va sottolineato che, una
volta avuto accesso al
sistema, sfruttando la vulnerabilità l'attacker potrebbe
gestire la macchina con i privilegi di amministratore,
con tutti i rischi che questo status comporta per la
sicurezza dei dati.
Ricordiamo che Windows Vista è già disponibile per il
mondo business e verrà commercializzato al grande
pubblico a partire dal 30 gennaio 2007.
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Canon ImagePRESS C1 introduce una nuova
prospettiva nel panorama della stampa digitale a
colori. La tecnologia di nuova generazione
garantisce un'eccezionale qualità delle immagini e
stabilità di output per la stampa digitale a colori,
paragonabili alla stampa offset, definendo nuovi
standard di prestazioni e di qualità delle immagini
per la stampa professionale ed il proofing.
Canon ImagePRESS C1 rappresenta l'eccellenza
nel mercato della stampa a colori e del proofing.
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La velocità di 14 pagine al minuto a colori alla
risoluzione di 1200 dpi, con 256 gradazioni,
assicurano una qualità delle immagini
eccezionale.
I formati di carta supportati per la stampa ed il
proofing sono molteplici (fino a 13" x 19"), così
come i tipi di supporto che includono un'ampia
gamma di carte patinate e non.
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Il pannello LCD touch-screen che facilita la
lettura delle impostazioni.
La calibrazione e i sistemi di controllo
automatici garantiscono un'eccezionale
corrispondenza e stabilità dei colori.
Il sistema di fusione privo di olio assicura una
qualità di stampa paragonabile a quella in offset.
I nuovi V-Toner, E-Drum e T-Developer
garantiscono una regolare stabilità di output e
una costante ed elevata qualità delle immagini.
MEAP (Multifunctional Embedded Application
Platform) è una piattaforma esclusiva progettata
per garantire un alto livello di personalizzazione
e controllo.
Con MEAP, Canon adotta un approccio
totalmente nuovo, proponendo una piattaforma
APERTA che consente soluzioni estremamente
flessibili ed adattabili.
Documenti a formato multiplo possono essere
facilmente gestiti grazie all'Alimentatore
automatico di originali in fronte/retro.
Il Paper Deck Lite consente inoltre di aumentare
notevolmente la capacità carta della macchina.
Opzioni di finitura professionali completano il
profilo di questo innovativo sistema di stampa
digitale a colori.
L'eccezionale qualità delle immagini e la varietà di
supporti carta gestiti rendono la Canon
ImagePRESS C1 un sistema di stampa adatto per
ogni tipo di attività: dalla stampa proofing, alla
stampa commerciale, dal print on demand fino alla
stampa dei dati variabili aprendo così nuove
opportunità di business.
ALL’INTERNO
GARTNER: SGUARDO
AL 2007 E OLTRE
Oracle CRM On Demand
L’Italia oscurerà molti siti
Già craccati gli HD DVD
Wireless: il WiMax italiano
In chiusura d'anno, come consuetudine, Gartner
rilascia non solo i primi dati previsionali per i singoli
comparti del mercato It, ma anche alcune indicazioni
di scenario, per comprendere meglio quali saranno i
temi che maggiormente condizioneranno i mesi a
venire
Non si tratta di indicazioni specifiche su specifici
mercati o tecnologie, ma uno sguardo di insieme, dal
quale cogliere spunti. Per quest'anno, la società di
analisi ha condensato il proprio scenario in dieci punti
chiave.Vediamoli.
1) Entro il 2009 qualche difficoltà per il mercato degli
outsourcer. Qualcuno cesserà di esistere, tutti
dovranno fare i conti con contratti meno “importanti”
in termini di valore e durata rispetto al passato.
2) Nell'area della consulenza, ci sarà un solo operatore
globale di provenienza asiatica, confermando la
tendenza attuale che vede pochi player di questo
settore giocare in ambito internazionale.
3) Nella prima metà del prossimo anno si raggiungerà
La carta di indentità elettronica
Apple: iPhone è una realtà
un picco nel numero del blogger e dei cosiddetti
community contributor. Il numero dei blog attivi
facilmente raggiungerà quota 100 milioni entro i primi
sei mesi del 2007.
4) Entro il 2009 il bilancio di responsabilità sociale
assumerà una sempre maggior rilevanza, tanto da
superare la cosiddetta regulatory compliance.
5) Entro la fine del prossimo il 75% delle aziende sarà
colpita da malware creato con l'obiettivo di causare
Danni di tipo finanziario. La tipologia delle minacce è
cambiata, ma finora i processi e le tecnologie di
sicurezza non sono riuscite a tenere il passo con i nuovi
scenari.
6) Windows Vista è destinato ad essere l'ultima major
release di Windows. Le prossime generazioni di
sistemi operativi saranno più modulari e potranno
essere aggiornati in modo incrementale.
7) Entro il 2010 il total cost of ownership dei pc si
ridurrà del 50%. Il vero elemento di differenziazione
in un mercato orami giunto alla commodization
saranno i tool di gestione e di supporto.
8) Entro il 2010 il 60% della popolazione cellulare sarà
tracciabile grazie allo sviluppo di servizi “follow me”,
che se da un lato mettono in predicato il concetto
stesso di privacy, dall'altro rispondono a una serie di
richieste non solo da parte dell'industria.
9) Da qui al 2011 qualcosa come 100 miliardi di dollari
verranno sprecati in scelte sbagliate nell'ambito delle
tecnologie di rete.
10) Entro due anni, il 50% dei data center non avrà
alimentazione e raffreddamento suffciente a gestire la
presenza di strumentazione di tipo high density.
Gruppo Venco - Via Reiss Romoli 148 - 10148 Torino - Tel. +39 011 2747.777 - Fax +39 011 2747.750 - www.gruppovenco.it - [email protected]
Anno I - n° 8
ORACLE: CRM
ON DEMAND
Il Customer Relationship Management (CRM) è un
insieme di processi volto a individuare, acquisire e
fidelizzare i clienti, vale a dire l'asset principale di
un'azienda. Ricerche hanno dimostrato come le
aziende che riescono a ottenere un alto livello di
soddisfazione e fedeltà della clientela, possono
contare su un maggiore numero di contratti ripetuti, su
Venerdì 12 gennaio 2007
Offrendo efficaci funzioni di integrazione in tempo
reale, il server di integrazione gestito tramite host
esterno di Siebel CRM On Demand consente molto
più della semplice condivisione dei dati e permette alle
aziende di implementare processi aziendali end-toend attraverso le applicazioni.
Siebel CRM On Demand offre anche un insieme
completo di API per servizi Web, flessibili e basate
sugli standard XML/SOAP, per consentire
integrazioni personalizzate tra Siebel CRM On
Demand e altre applicazioni, favorendo così
un'ulteriore riduzione di costi e complessità dei
processi di integrazione personalizzati.
Web Services OnDemand
costi minori per l'acquisizione di nuovi clienti e su un
valore più forte del proprio marchio: tutto ciò si
traduce in prestazioni finanziarie migliori.
Offrendo gli strumenti per gestire e coordinare le
interazioni con i clienti, la tecnologia CRM aiuta le
aziende a ottimizzare il valore di ogni singola
interazione e, di conseguenza, ad aumentare le
prestazioni aziendali.
Nel mondo attuale i clienti interagiscono con le
aziende attraverso diversi canali di comunicazione: il
Web, i Call Center, i rappresentanti di zona, le reti di
distributori e di partner. Molte aziende sono strutturate
inoltre in molteplici divisioni commerciali che
interagiscono con gli stessi clienti. La nostra sfida
consiste nel far sì che i clienti possano effettuare le loro
transazioni con l'azienda in modo semplice e nelle
modalità da loro prescelte, vale a dire in ogni
momento, in ogni lingua o valuta e attraverso qualsiasi
canale di comunicazione.
Il cliente deve avere l'impressione di stare interagendo
con un'unica azienda che lo riconosce e lo segue in
tutte le fasi del processo.
L'Integrazione aziendale
Siebel CRM On Demand offre il primo server di
integrazione applicativa aziendale completamente
gestito tramite host esterno. Predisposta per
Basato sugli standard del settore, Oracle Web Services
OnDemand consente alle aziende di utilizzare
strumenti di sviluppo, quali IBM WebSphere,
Microsoft .NET e BEA WebLogic, per creare
integrazioni personalizzate con sistemi finanziari, di
gestione degli ordini o applicazioni di e-commerce.
Grazie a questi strumenti, gli sviluppatori possono
avvalersi di un insieme completo di API XLM/SOAP
per accedere in modo sistematico alla logica
applicativa e aziendale e ai servizi di dati di Siebel
CRM On Demand al fine di recuperare, modificare,
creare, eliminare e sincronizzare le informazioni.
Web Services OnDemand è disponibile gratuitamente
insieme al servizio Siebel CRM On Demand.
Vantaggi diWeb Services OnDemand:
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Riduzione di costi e complessità dei processi di
integrazione personalizzati
,
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Visione unificata dei dati attraverso l'intera azienda
,
Comunicazione delle applicazioni mediante
standard aperti tramite backbone di protocollo
Internet
Vantaggi significativi relativamente ai costi di una
soluzione gestita tramite host esterno isor.com.
GIÀ CRACCATI GLI HD DVD
Un hacker afferma di essere riuscito a bypassare il
sistema di protezione AACS utilizzato nei film ad
alta definizione, e per dimostrarlo ha messo a
punto un programmino capace di rippare un film
HD DVD su hard disk.
Roma - La scorsa settimana un post apparso sui forum
di doom9.org ha scosso il mondo dell'hi-tech dal lento
fluire natalizio. Un programmatore che si fa chiamare
Muslix64 ha infatti annunciato di essere riuscito ad
aggirare l'Advanced Access Content System (AACS),
il giovane sistema di protezione adottato dai formati
DVD di nuova generazione Blu-ray e HD DVD.
Nel proprio post il programmatore fornisce i link ad un
programma in Java, chiamato BackupHDDVD, e ad
un video che mostra il tool all'opera. BackupHDDVD,
di cui è disponibile il codice sorgente, viene descritto
dal proprio autore come capace di decrittare i film HD
DVD protetti con AACS e farne il backup (sprotetto)
su hard disk. Il programma è privo di interfaccia
grafica e, stando alla scarna documentazione allegata,
è ancora afflitto da alcuni problemi di gioventù.
l'integrazione con le applicazioni più diffuse, questa
funzione permette alle organizzazioni di estendere
rapidamente e trasformare l'implementazione Oracle
CRM preesistente in un modello ibrido, senza
necessità di ricorrere alle tradizionali attività di
sviluppo personalizzate, costose e impegnative in
termini di tempo, e all'implementazione di sofisticati
server di integrazione in sede.
Rispetto alla tecnologia CSS adottata nei DVD, AACS
utilizza un più sofisticato sistema crittografico e una
tecnologia di DRM che permette all'industria di
controllare l'uso dei propri contenuti digitali.
Nonostante i più robusti lucchetti, Muslix64 afferma
di essere riuscito in soli otto giorni ad ottenere le chiavi
necessarie per decodificare alcuni film HD DVD, tra i
quali Full Metal Jacket e Van Helsing, e mettere a
punto il proprio programma di decodifica.
Su Wikipedia si legge che BackupHDDVD "sembra
usare una metodologia simile a quella di DeCSS", il
tool con cui il celebre hacker Jon Lech Johansen riuscì,
nel lontano 1999, a forzare le protezioni dei DVDVideo. BackupHDDVD è però in grado di decrittare
esclusivamente i film le cui chiavi di decodifica, dette
title key, siano state manualmente aggiunte ad un certo
file ".cfg".
"Il programma in sé non è nulla di speciale: si limita
semplicemente ad implementare il protocollo di
decrittazione AACS così come descritto nelle
specifiche pubbliche", ha spiegato Muslix64 in uno
dei file di testo che accompagnano BackupHDDVD.
"Il vero trucco sta nel trovare le cosiddette title key".
L'hacker non ha spiegato in dettaglio come sia riuscito
a procurarsi le chiavi, ma gli indizi fanno pensare che
abbia sfruttato una o più debolezza del player da lui
utilizzato per riprodurre i film HD DVD. È assai
probabile che Muslix64 sia riuscito a leggere le chiavi
"in chiaro" direttamente dalla memoria del computer,
un'ipotesi per altro confermata dalle parole dello
stesso programmatore.
"Il progetto di AACS non è poi così male, ma è assai
facile che in giro vi sia un player con una
implementazione insicura. E tutto ciò che serve per
ottenere le chiavi è proprio una cattiva
implementazione di AACS", ha affermato Muslix64.
A quanto pare, dunque, l'anello più debole della catena
è ancora una volta costituito dai player video, che per
riprodurre i film protetti devono necessariamente
gestire e decodificare le relative chiavi crittografiche.
Va però ricordato che la tecnologia AACS prevede
anche un meccanismo che consente ai proprietari dei
contenuti di revocare le chiavi trafugate o non più
valide: una volta revocate, tali chiavi non possono più
essere utilizzate per decodificare i filmati. Perché il
sistema funzioni, però, i lettori devono potersi
aggiornare via Internet. Muslix64 sostiene inoltre che
l'uso delle title key "rende il sistema di revoca del tutto
inutile".
ArsTechnica ipotizza in questo articolo che i
produttori possano revocare le chiavi anche "a livello
di disco", facendo sì che i nuovi film vengano
riprodotti solo sui player aggiornati. Tale
provvedimento appare tuttavia troppo drastico per
essere effettivamente realizzabile.
Come riporta BetaNews.com, il lavoro di Muslix64
viene preso molto sul serio dalle stesse aziende che
hanno sviluppato AACS, oggi raccolte nella AACS
Licensing Authority. Quest'ultima organizzazione
starebbe infatti studiando il crack per verificarne le
reali potenzialità e, se necessario, prendere
provvedimenti.
AACS può già essere dichiarato sconfitto? Secondo
alcuni esperti del settore è ancora troppo presto per
considerare BackupHDDVD come un nuovo DeCSS,
soprattutto considerando che le prime generazioni di
player ad alta definizione implementano la specifica
AACS solo in modo parziale e che, nel frattempo,
questa tecnologia è stata ulteriormente affinata.
Non è neppure ben chiaro se il metodo pubblicizzato
da Muslix64 possa essere applicato a tutti i film HD
DVD e, eventualmente, a Blu-ray. Alcuni ricordano
come quest'ultimo standard implementi un ulteriore
strato di sicurezza, chiamato BD+, che dovrebbe
renderlo più resistente - il condizionale è quanto mai
d'obbligo - ai tentativi di cracking.
(Fonte: Punto Informatico - Anno XI, n. 2678, 04-01-07)
Gruppo Venco - Via Reiss Romoli 148 - 10148 Torino - Tel. +39 011 2747.777 - Fax +39 011 2747.750 - www.gruppovenco.it - [email protected]
Anno I - n° 8
Venerdì 12 gennaio 2007
ARRIVA LA CARTA
DI IDENTITÀ ELETTRONICA
L’ITALIA OSCURERÀ
MOLTI ALTRI SITI
La promessa è del ministro Nicolais. Un refrain già
sentito tante volte sin dal 2000. Chi la vorrà dovrà
pagare, segnala ADUC, il 400 per cento in più di
quanto accade oggi.
Dopo il sequestro del traffico degli italiani diretti
sui siti delle scommesse ora si punta ad impedire
l'accesso a pagine pedo-pornografiche. Molti gli
applausi. C'è chi chiede censure più estese e chi,
invece, teme per il domani.
Roma - Sul sito del suo Ministero il documento più
recente relativo alla Carta di Identità Elettronica risale
allo scorso giugno, eppure il ministro per
l'Innovazione nella Pubblica Amministrazione Luigi
Nicolais si dice certo che entro pochi giorni il nuovo
documento sarà pronto.
Lo ha dichiarato due giorni fa a Reggio Calabria:
"Stiamo lavorando per renderla operativa entro l'anno.
Costerà di meno, al massimo 20 euro rispetto ai 30
previsti e, soprattutto, non conterrà dati sensibili. Non
sarà solo uno strumento di identificazione ma
diventerà la chiave di accesso unica a tutti i servizi
della Pubblica Amministrazione".
Ecco dunque svelato in poche parole il progetto per la
"nuova" Carta, di cui si è iniziato a parlare in questo
paese nel marzo del 2000, quando l'allora ministro per
la Funzione Pubblica Franco Bassanini dichiarò che
sarebbe stata a disposizione degli italiani dall'autunno
di quell'anno. Con l'eccezione di alcune
sperimentazioni locali e l'introduzione di surrogati
elettronici in certe realtà della pubblica
amministrazione, da quel momento in poi il progetto
del nuovo documento è rimbalzato di dichiarazione
in dichiarazione dei ministri competenti fino a quando
lo scorso dicembre l'allora ministro all'Innovazione
Lucio Stanca ammise che il progetto era destinato a
saltare.
Nicolais però ora ostenta sicurezza. "L'Italia si trova
ad un buon punto nel confronto europeo: siamo alla
pari e, in alcuni casi, persino in vantaggio rispetto ad
altri paesi". A suo dire proprio la Carta di Identità
Elettronica è "un buon esempio di innovazione". Al
punto che "questo progetto - ha sottolineato - è seguito
con molta attenzione dagli inglesi, prova evidente
della nostra competitività nel campo
dell'innovazione". Va detto però che in UK la
mobilitazione popolare contro questo genere di
documento si è consolidata al punto da rendere arduo
per l'amministrazione di Tony Blair proseguire su
questa strada. Una mobilitazione e un dibattito del
tutto inesistenti in Italia.
Da quanto viene affermato ora dal Ministero, però, la
nuova Carta per come è concepita supera con un balzo
i maggiori problemi per la privacy dei cittadini. Il
Garante per la privacy già nel 2001 metteva in guardia
gli italiani contro i possibili rischi dell'inserimento di
dati sensibili e biometrici nel documento digitale.
L'assenza di dati sensibili nella nuova Card potrà forse
limitarne l'utilità rispetto al progetto originario, ma
potrebbe andare incontro all'esigenza di sicurezza e
controllo dei propri dati espressa da quei pochi che fin
qui si sono interessati alle conseguenze
dell'introduzione di un documento di questo tipo.
Rimane però del tutto aperta la questione dei costi
della Carta. Lo sottolinea ADUC che in una nota
ricorda come oggi una carta di identità costi al
cittadino poco più di 5 euro contro i 20 che richiederà il
nuovo documento elettronico. ADUC ne parla come di
un affare, non a vantaggio del cittadino però: "A noi
era stato insegnato che la tecnologia, in particolare
l'informatica, ci avrebbe semplificato la vita in moti
aspetti, tra cui i costi ridotti, e non di poco. Ma quando
c'è di mezzo la pubblica amministrazione, il mondo
gira al contrario". Occorrerà attendere il varo
definitivo del nuovo documento per comprendere fino
in fondo non solo le ragioni di un aumento così elevato
del costo del documento, ma anche quali siano i nuovi
servizi a cui consentirà di avere accesso.
(Fonte:Punto Informatico - A. XI n. 2667 07-12-06)
Roma - In rete non si parla d'altro: il ministro delle
Comunicazioni Paolo Gentiloni ha posto il proprio
autografo sotto il testo di un decreto concepito come
un giro di vite contro lo sfruttamento in Internet della
pornografia infantile. La maggiore novità del testo,
che avvicina il nostro paese a procedure che in
Europa erano fin qui
state varate solo nel
Regno Unito, sta
nell'obbligare i provider a dotarsi di nuovi
sistemi di filtraggio
della navigazione su
Internet.
Il nuovo decreto,
spiega il ministero
TLC, obbliga gli ISP a
bloccare l'accesso ai
siti del pedoporno
entro 6 ore dalle
segnalazioni che giungeranno ai provider secondo una
procedura che sarà attivata dal Ministero.
Il decreto, nato anche con il contributo del ministero
all'Innovazione nella PA entrerà in vigore ai primi di
marzo: da qui ad allora i provider dovranno studiare e
realizzare i sistemi tecnici da adottare per garantire il
filtering. “I siti segnalati dal Centro - si legge nella
bozza del decreto (riprodotta in seconda pagina) possono essere inibiti al livello minimo di nome a
dominio ovvero a livello di indirizzo IP ove segnalato
in via esclusiva". I filtri dovranno essere tali da:
- garantire l'impossibilità di accedere e di apportare
modifiche non autorizzate all'elenco dei siti
inibiti;
- permettere l'inibizione dei siti segnalati
indipendentemente dalla codifica dei caratteri
utilizzata".
Secondo Gentiloni "il decreto rafforza la lotta contro i
contenuti pedopornografici e lo sfruttamento dei
minori attraverso Internet". "La rete - ha dichiarato - è
una straordinaria fonte di informazione ed un motore
dell'innovazione. Per difendere la libertà contro ogni
tentazione di censura preventiva e generalizzata,
peraltro impraticabile, occorre colpire in modo certo
ed efficace chi ne fa una uso criminoso contro i
bambini".
A stabilire su quali siti i mouse degli italiani non
potranno scorazzare sarà il Centro nazionale per il
contrasto della pedopornografia, organismo
coordinato dalla Polizia Postale e già previsto dalla
legge anti-pedoporno del 1998. Il Centro manterrà
aggiornata la lista dei siti vietati e la trasmetterà,
secondo determinate procedure, ai responsabili
incaricati presso i singoli provider. Ogni sei mesi verrà
effettuata una verifica dello stato della censura per
valutare i risultati ottenuti.
L'annuncio del decreto, ripreso da decine di spazi di
informazione, ha raccolto un applauso pressoché unanime nel mondo della politica e
dell'associazionismo pro-infanzia. Il ministro alla
Famiglia Rosi Bindi ha sottolineato che il decreto è
essenziale e si aggiunge al disegno di legge sul reato di
adescamento di minorenne via Internet
Save the Children parla di decreto "molto rilevante" in
quanto "l'oscuramento del sito impedisce che le
immagini, testimonianza e documento dell'abuso e
delle violenze compiuti su decine di migliaia di
bambini e bambini, circolino più volte, reiterando e
riproducendo la violenza e l'abuso già inflitti a quei
minori".
Secondo la celebre organizzazione non basta però
colpire soltanto i siti web in quanto vanno pensate
nuove norme e nuovi controlli anche per "altri canali di
diffusione del materiale pedopornografico: per
esempio le chat, il filesharing o altre forme emergenti
di social networking, e i blog".
Il presidente dell'Osservatorio sui diritti dei Minori
Antonio Marziale parla di decreto che "si
contraddistingue in positivo" nella UE e che dovrebbe
spingere gli europarlamentari italiani ad alimentare un
"tavolo di lavoro" sovranazionale sul problema del
pedoporno ("Non è più possibile ragionare in termini
nazionalistici, soprattutto se i fenomeni veicolano
attraverso il villaggio globale mediatico").
Sulla stessa linea Luigi Camilloni, presidente
dell'Osservatorio sociale, secondo cui ci vorrebbero
leggi internazionali ad hoc che prevedano "forti
sanzioni penali e pecuniarie per i provider che
trasmettono immagini pedopornografiche". Secondo
Maria Rita Munizzi del Moige il decreto "è un passo
importante" anche se "non si può credere che da solo
rappresenti la soluzione a tutto". Secondo il Moige
occorre sensibilizzare e informare sul fenomeno in
particolare i minori.
Il celebre parroco don Fortunato di Noto assieme al
giornalista Mario Campanella, in una nota applaudono
al decreto ma segnalano come non basti attivarsi a
livello italiano perché "bisogna agire in sede ONU,
sensibilizzando i paesi che hanno aderito alla
convenzione di Ginevra sui diritti dell'Infanzia e
chiedere loro comportamenti simili in difesa dei
bambini vittime di questo orrendo crimine".
Secondo Anna Serafini, presidente diessino della
Commissione bicamerale per l'Infanzia, il decreto
valorizza "due risorse decisive per contrastare i
crimini della pedopornografia: la Polizia Postale e gli
Internet Provider. Dalla loro assidua e continua azione
di coordinamento, finalmente bambini e ragazzi
potranno essere tutelati in modo efficace".
Applaude al decreto Gentiloni anche il capogruppo
UDC alla Camera dei Deputati, Luca Volonté, secondo
cui il decreto va nella giusta direzione: "Se il decreto
va in questa direzione, alla Camera avremo buone
ragioni per accelerare l'iter e migliorare il
provvedimento".
Tutto bene dunque? Non la pensa così chi in queste ore
sottolinea gli ostacoli tecnici legati ad una simile
forma di censura, ambiguità segnalate proprio dai
provider. Secondo Paolo Nuti, vicepresidente di AIIP,
"il blocco di un indirizzo IP potrà comportare non solo
l'oscuramento del sito incriminato, ma anche di
migliaia di altri siti collegati che con la
pedopornografia non hanno nulla a che vedere. Altri
problemi potrebbero sorgere con gli indirizzi IP
dinamici, che vengono cioè attribuiti in un certo
momento a un sito e qualche ora dopo ad un altro,
assolutamente incolpevole".
Il timore di molti è che i meritori obiettivi della legge
cozzino con il funzionamento della rete, cosa tutt'altro
che rara per molte delle più recenti normative
approvate in Italia in tema di Internet. Altri, tra cui lo
stesso Nuti, si interrogano sulla possibilità che da una
censura contro il pedoporno, il nuovo sistema di
filtering possa finire per essere esteso anche ad altri
settori "sgraditi" delle attività online.
(Fonte: Punto Informatico - Anno XI, n. 2678, 04-01-07)
Gruppo Venco - Via Reiss Romoli 148 - 10148 Torino - Tel. +39 011 2747.777 - Fax +39 011 2747.750 - www.gruppovenco.it - [email protected]
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Venerdì 12 gennaio 2007
WIRELESS:
IL WIMAX ITALIANO
APPLE: IPHONE
È UNA REALTÀ
La promessa è del ministro Nicolais. Un refrain già
sentito tante volte sin dal 2000. Chi la vorrà dovrà
pagare, segnala ADUC, il 400 per cento in più di
quanto accade oggi.
La Mela ha svelato al MacWorld l'attesissimo
dispositivo che incarna le caratteristiche che hanno
reso celebre iPod con quelle di uno smartphone
particolarmente innovativo. Come ciliegina, il
touch-screen.
Roma - Sotto l'albero di Natale è stato posto il pacchetto
preparato dalla Difesa e dal ministero delle
Comunicazioni, ovvero la sospirata intesa sul WiMax,
quel documento che definisce finalmente la questione
frequenze e che dovrebbe portare all'effettiva
introduzione del WiMax in Italia.
Un qualche ottimismoè giustificato? Sì, dicono in molti.
Arrivato in ritardo rispetto alle speranze di tanti
osservatori, l'accordo ha comunque un significato
fondamentale per il WiMax italiano, ed è un frutto
concreto del tavolo di lavoro avviato dai due dicasteri:
"Con questa intesa - spiega una nota - a partire da giugno
2007 verranno resi disponibili più lotti di frequenze (nella
banda Wi-Max 3.4÷3.6 GHz) per iniziali complessivi
35+35 MHz, ripartibili anche su più macroaree nazionali.
L'intesa costituisce la prima fase di un progetto
complessivo concordato tra le due Amministrazioni, che
condurrà in un quinquennio a triplicare la suddetta prima
assegnazione di frequenze per il WiMax".
Il comunicato diffuso dai ministeri spiega inoltre:
"L'intesa raggiunta tra i due dicasteri, prevede anche
l'espletamento dei servizi di cui è responsabile il
Ministero della Difesa con particolare riguardo alle
problematiche della sicurezza nazionale e degli assetti di
telecomunicazioni interforze ed interpolizia. Il Ministero
della Difesa provvederà infatti contestualmente a
riallocare i propri sistemi radar fissi e mobili e gli assetti
di telecomunicazione. Gli investimenti necessari (alla
riallocazione, ndr) deriveranno in parte da appositi
capitoli del bilancio dello Stato ed eventualmente anche
dal mercato WiMax".
La Difesa si impegna quindi a cedere le frequenze in
oggetto alle Comunicazioni, ma tale cessione non sarà a
titolo gratuito. L'accordo contempla quindi anche questo
aspetto, di cui non sono stati forniti i dettagli. Fino ad
alcune settimane fa si parlava però di una cifra, richiesta
dal ministero della Difesa, pari a 400 milioni di euro.
L'annuncio delle istituzioni non è passato inosservato da
coloro che vedono, nel WiMax, una soluzione al digital
divide (comportato dalla non capillarità della connettività
in banda larga) e una possibilità per dare al mercato
maggiore competitività. Adiconsum osserva che questa
tecnologia "deve diventare lo strumento iniziale per la
realizzazione dell'obiettivo della Banda larga Servizio
universale, a tutti e a costi equi".
“L'accordo interministeriale che rende la tecnologia
WiMax una realtà anche in Italia è motivo di grande
soddisfazione per tutti i consumatori - afferma Paolo
Landi, segretario generale Adiconsum - Però chi, per pure
ragioni di business, sottraendosi ai doveri che una
situazione di monopolio de facto comportava, si è sino ad
oggi rifiutato di portare a compimento la copertura del
territorio, non deve vedere premiata una politica sorda
alle esigenze dei cittadini".
L'associazione si fa portavoce di due precise richieste:
- "che la gestione dei servizi di connessione sia affidata
dagli enti locali a chi può garantire infrastrutture e servizi
che realizzino l'obiettivo di una banda larga 'equa e
solidalè a chi sino ad oggi, è rimasto escluso da questa
rivoluzione tecnologica e culturale";
- "che la Commissione interministeriale sulla Banda
larga, appena costituita, si impegni nei prossimi mesi, con
il contributo attivo delle associazioni dei consumatori, a
controllare puntualmente tutti i passi che portino alla
realizzazione dell'obbiettivo 'Banda larga Servizio
universalè".
(Fonte:Punto Informatico - Anno XI, n. 2667, 07-12-06)
San Francisco (USA) Dopo mesi e mesi
di voci, indiscrezioni e
pettegolezzi, Apple ha
finalmente svelato il suo
primo dispositivo con
funzionalità di telefonia
mobile. Se il suo nome,
iPhone, è già celebre,
le sue caratteristiche
appaiono assai meno
scontate.
Il nuovo gingillo, presentato ieri sera al MacWord
Expo da Steve Jobs, CEO di Apple, non è un semplice
ibrido tra un iPod e uno smartphone, come molti si
aspettavano, ma la sintesi di almeno tre dispositivi
differenti: un iPod widescreen con schermo sensibile
al tocco, uno smartphone multimediale con
fotocamera, e un Internet communicator.
"iPhone è un prodotto rivoluzionario e magico che è
letteralmente cinque anni avanti rispetto a qualsiasi
altro telefono cellulare", ha proclamato Jobs durante il
proprio keynote. "Siamo tutti nati con il miglior
puntatore - le nostre dita - e iPhone le utilizza per
creare l'interfaccia utente più rivoluzionaria dai tempi
del mouse". Dell'iPod widescreen si vociferava da
tempo, ma pochi si aspettavano che Apple l'avrebbe
"fuso" con un telefono cellulare e condito con uno
schermo touch-screen da 3,5 pollici. Schermo che,
grazie ad un sensore di movimento, può essere
utilizzato indifferentemente, e in modo del tutto
automatico, sia in modalità orizzontale (wide o
panoramica) che verticale: la prima, come si può
intuire, è particolarmente adatta per la riproduzione
del video.
Altri due sensori permettono all'iPhone di spegnere
automaticamente lo schermo quando si accosta il
telefono all'orecchio e di regolare la luminosità del
display in base all'intensità della luce ambientale.
Il dispositivo, che ha uno spessore inferiore ai 12
millimetri, è dominato frontalmente dall'ampio
display LCD (con 160 pixel per pollice di risoluzione),
mentre in basso si trova un piccolo joypad.
Grazie al touch-screen, iPhone può fare a meno di
bottoni (ce n'è solo uno, Home) e stilo. L'interfaccia
del dispositivo, che utilizza icone grandi e ben
definite, può essere controllata attraverso la pressione
di una o più dita: a differenza dei tradizionali
dispositivi con schemo touch-screen, l'iPhone riesce
infatti a gestire la pressione multipla di più dita, così da
rendere possibile, per mezzo delle cosidette gestures,
una grande varietà di azioni. L'iPhone non offre una
funzionalità di riconoscimento della scrittura, del resto
inusuale su uno smartphone, ma opta invece per una
più classica tastiera QWERTY virtuale dotata di un
sistema di scrittura predittivo, tipo T9.
Come telefono cellulare e Internet communicator,
iPhone è in grado di supportare le reti mobili
GSM+EDGE e le tecnologie wireless Wi-Fi e
Bluetooth, e di fornire un browser web completo,
derivato da Safari. Manca invece il supporto alle reti
mobili 3G, quali UMTS, una lacuna abbastanza vistosa
per uno smartphone dell'ultima generazione. Jobs ha
però promesso che il 3G arriverà con il primo
aggiornamento del dispositivo. Presente invece
l'ormai immancabile fotocamera, il cui sensore ha una
risoluzione di 2 megapixel. Come iPod, iPhone è in
grado di riprodurre musica e video a pieno schermo e
di gestire playlist e cover. L'apparecchio è dotato di
una presa cuffia standard.
Dal lato del software, l'iPhone fornisce tutte le
funzionalità standard, come agenda, rubrica, e-mail
(POP e IMAP), Web, e galleria multimediale, e in
buona parte dei casi vi aggiunge funzionalità avanzate
o inedite: gli SMS, ad esempio, vengono archiviati in
modo sequenziale, in modo simile al log di una chat,
mentre la funzione VisualVoice consente di gestire i
messaggi vocali in modo simile a quanto si fa con i
messaggi tradizionali. Il sistema può sincronizzare
con un Mac, un PC o un servizio Internet come Yahoo!
musica, video, foto, contatti, appuntamenti, note,
segnalibri e messaggi.
Il sistema operativo è una versione ai minimi termini
di Mac OS X, il che significa che l'ambiente è
pienamente multitasking: si può scaricare la posta
mentre si riceve una telefonata o navigare sul web
mentre si fa girare un gioco in background. Apple
afferma che l'uso del kernel di Mac OS X permette
anche di far girare sul dispositivo "applicazioni vere e
proprie", e un esempio è l'implementazione quasi
integrale di iTunes.
Apple venderà iPhone in due versioni: una dotata di 4
GB di memoria, con prezzo di 499 dollari, ed una
dotata di 8 GB di memoria, dal costo di 599 dollari. Va
però tenuto conto che questi prezzi si riferiscono ad un
bundle che in USA comprenderà anche 2 anni di
abbonamento con l'operatore telefonico Cingular.
L'iPod-fonino arriverà a giugno in America, in
autunno in Europa e nel 2008 in Asia. Ieri l'annuncio di
iPhone ha contribuito a far impennare il titolo di Apple
di oltre il 5%. A proposito del nome iPhone, va notato
come questo sia lo stesso utilizzato da Linksys per il
suo recente smartphone musicale. Scontro legale in
vista?
Al CES Jobs ha presentato anche il tanto anticipato
iTV, ora ribattezzato AppleTV (dove la parola "Apple"
è identificata dal famoso logo della mela morsicata).
Si tratta di un media extender che permette di inviare
video, audio e foto al televisore, via wireless o cavo. Il
dispositivo, che ruota attorno ad un processore Intel, è
dotato di un hard disk interno da 40 GB, uscita 720p
video component e HDMI, due porte USB 2.0, un
modulo Wi-Fi 802.11 b/g (con supporto a 802.11n) e
un adattatore Ethernet.
AppleTV carica video e musica sincronizzandosi con
un computer, PC o Mac, su cui è installato iTunes, e si
controlla attraverso il telecomando tuttofare Apple
Remote (incluso). È possibile collegare al dispositivo
fino a 5 diversi computer, ma solo uno può fungere da
repository per i file multimediali. AppleTV è anche in
grado di fare lo streaming di contenuti prelevati
direttamente da Internet, contenuti che vengono
contemporaneamente salvati su hard disk. "Apple TV
è come un DVD player del 21mo secolo - lo potete
connettere al vostro sistema di entertainment proprio
come un DVD player, ma riproduce i contenuti digitali
che comprate da Internet, invece che dai DVD che si
acquistano in un negozio fisico", ha affermato Steve
Jobs, CEO di Apple. "Apple TV riproduce gli stessi
contenuti iTunes che gli utenti ascoltano sugli iPod,
così possono guardare parte di un film nel proprio
salotto per poi finire di vederlo più tardi sul proprio
iPod".
Il dispositivo sarà disponibile in Italia dal prossimo
mese al prezzo di 299 euro.
(Fonte: Punto Informatico - Anno XI, n. 2682, 10-12-07)
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