L`esposizione - Marco Scotto

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L`esposizione - Marco Scotto
L'esposizione
Parliamo di esposizione, ossia di quanta luce vogliamo che arrivi al sensore per realizzare la fotografia che abbiamo in
mente.
Una considerazione personale. Esiste una giusta esposizione e una corretta esposizione.
Cosa intendo per giusta esposizione. Si ha una giusta esposizione quando l'indicatore dell'esposimetro della macchina
fotografica è perfettamente al centro della scala esposimetrica.
Si parla invece di corretta esposizione quando noi decidiamo quanta luce deve arrivare al sensore per realizzare la foto
che abbiamo in mente.
Il primo caso si verifica in tutte le macchine fotografiche punta e scatta in cui il fotografo può decidere solo l'inquadratura
e se usare o meno il flash. O in una reflex impostata completamente in automatico ( che senso ha? Nessuno ).
Il secondo caso si verifica quando è il fotografo che decide come impostare i tre parametri che influenzano l'esposizione
in base al risultato che si vuole ottenere.
Quali sono questi tre parametri? Eccoli: sensibilità ISO, apertura del diaframma e velocità dell'otturatore.
Generalmente nelle macchine che consentono di agire su questi parametri li trovate indicati con le seguenti diciture:
1. ISO – si riferisce alla sensibilità ISO
2. A o AV – si riferisce all'apertura del diaframma
3. S o TV – si riferisce alla velocità dell'otturatore
Esaminiamo questi tre parametri. Cosa sono e quali sono le loro funzioni, con pro e contro.
Apertura (del diaframma)
Il diaframma è un meccanismo posto all'interno dell'obiettivo. E' composto da una serie più o meno numerosa di lamelle
disposte circolarmente (più sono e migliore sarà la qualità dello sfocato) che aprendosi o chiudendosi lasciano passare più
o meno luce che arriverà poi al sensore per un tempo determinato dalla velocità dell'otturatore (come vedremo in
seguito).
Il diaframma è misurato in f-stop. Minore è questo numero, maggiore sarà la quantità di luce che arriverà al sensore.
Viceversa, ovviamente, maggiore sarà questo numero minore sarà la quantità di luce che arriverà al sensore. A questo
punto vi domanderete come mai a un numero minore corrisponde una maggiore quantità di luce e viceversa.
Semplicemente perchè il valore indicato si riferisce al denominatore di una frazione ( 1/num ).
Nella tabella che segue possiamo notare una classica scala del diaframma:
F 1,4
F 2,0
F 2,8
F 4,0
F 5,6
F 8,0
F 11,0
F 16
F 22
Maggiore apertura
Minore apertura
Maggior quantità di luce al sensore
Minore quantità di luce al sensore
Minore profondità di campo
Maggiore profondità di campo
APERTURA DEL DIAFRAMMA
I numeri che indicano l'apertura del diaframma rappresentano i passi completi di luce da uno all'altro. Per semplificare, il
passaggio da un numero all'altro indica il raddoppiarsi o il dimezzarsi della quantità di luce che arriva al sensore. Ad
esempio a f4 arriverà al sensore la metà della luce che invece arriverebbe aprendo a f2.8 mentre a f8 arriverà al sensore
il doppio della luce che arriverebbe al sensore chiudendo il diaframma a f11. Mal di testa? Fateci l'abitudine :-)
Il diaframma gestisce anche la profondità di campo. Cos'è la profondità di campo? Molto semplicisticamente è quella
porzione di immagine che risulta essere nitida. Poichè il tema della profondità di campo è fondamentale in fotografia,
verrà esaminato meglio in un altro capitolo. Per ora vi basti sapere che più è aperto il diaframma (numero F piccolo)
minore è la profondità di campo e viceversa. Di seguito alcune foto per darvi un esempio di cosa sia la profondità di
campo. Il numero f indica l'apertura del diaframma. Ricordate? Più piccolo è il numero (e quindi più è aperto il
diaframma) minore è la profondità di campo. Per concludere vediamo da questa serie di immagini come, chiudendo il
diaframma, l'immagine diventi sempre più scura.
Velocità dell'otturatore
L'otturatore è un sistema composto da due lamelle, posto subito davanti al sensore (nelle reflex) che si sollevano
consecutivamente (prima quella superiore e poi quella inferiore) per far si che la luce che passa dal diaframma arrivi sul
sensore.
In pratica l'otturatore controlla il movimento degli elementi presenti nell'inquadratura. Possiamo cioè decidere se
congelare il movimento di un soggetto in movimento o dargli dinamismo registrando anche un po' di mosso. L'otturatore
può aprirsi da una frazione di secondo (ad esempio 1/2000 o meno) a svariati secondi (generalmente 30). Alcune
macchine fotografiche consentono di impostare tempi più lunghi semplicemente cliccando una prima volta sul pulsante di
scatto per aprire l'otturatore e una seconda volta per chiuderlo (chiamata posa B). Questo sistema ci consente di avere
esposizioni lunghe. Un bellissimo esempio di questa funzionalità la si può vedere nelle foto di astronomia quando,
tenendo l'otturatore aperto anche svariati minuti, è possibile registrare il movimento degli astri.
Attenzione, tenendo molto aperto l'otturatore oltre al movimento del soggetto (che è quello che ci interessa) la macchina
registra anche i movimenti del fotografo, creando un effetto mosso che ovviamente rende inutilizzabile la foto. Questo
fenomeno si chiama micromosso. Per scongiurarlo è possibile utilizzare dei supporti per la macchina fotografica, quali
muri, monopiedi o treppiedi. E principalmente una corretta impostazione del corpo in fase di scatto.
Esiste una regola abbastanza comune che ci aiuta a evitare il micromosso ed è la regola dell'inverso della focale. Ovvero
se scattiamo con un obiettivo normale da 50mm è possibile che si verifichi un effetto mosso scattando con tempi inferiori
a 1/50 di secondo. Con un mediotele da 100mm il fenomeno potrebbe verificarsi scattando con tempi inferiori a 1/100.
Con un super teleobiettivo ad esempio un 600mm il tempo di micromosso si riduce drasticamente per tempi più veloci di
1/600 di secondo. Generalmente questo tipo di obiettivi vengono utilizzati montati su monopiedi o treppiedi a causa del
loro peso.
Vediamo di seguito una breve tabella che ci illustra i tempi di apertura dell'otturatore più comuni.
Tempi lunghi
30 15
sec
8
Tempi veloci
4
2
1
½
¼
1/8
1/15
1/30
1/60 1/125 1/250 1/500 1/1000 1/2000
Maggiore quantià di luce
1/4000
Minor quantità di luce
UTILIZZARE UN TREPPIEDE
Tempi a mano libera
Registra il moviemento
teleobiettivi
Congela il movimento
VELOCITA' DELL'OTTURATORE (espressa in secondi)
Ovviamente i tempi per congelare un movimento possono variare in base al soggetto fotografato. Per una persona che
cammina normalmente 1/60 di secondo è sufficiente. Per una corsa leggera 1/125 per un uccello o per un aereo 1/500 o
tempi più rapidi.
Sensibilità ISO
Gli ISO indicano la sensibilità alla luce di un sensore o di una pellicola. Maggiore è la sensibilità e minore sarà il tempo di
scatto (velocità dell'otturatore) o la minor quantità di luce (intesa come apertura del diaframma) che sarà necessario
impostare per una corretta esposizione. Questo parametro è regolabile nella maggior parte delle macchine digitali e può
assumere valori che vanno da 50 a 102500 iso.
50
100
200
400
800
Minor quantià di luce
Minor sensibilità
Minor rumore digitale
1600
3200
6400
Maggior quantità di luce
SENSIBILITA'
ISO
Molta luce ambiente
Maggior Sensibilità
Maggior rumore digitale
Condizioni di scarsa luce ambiente
Utilizziamo il parametro ISO per aiutarci a ottenere una corretta esposizione con gli altri due parametri dell'esposimetro:
apertura e velocità dell'otturatore.
Lo scopo è ottenere il risultato desiderato con una corretta apertura del diaframma e velocità dell'otturatore cercando di
mantenere il più basso possibile il valore ISO. Questo perchè maggiore è la sensibilità iso e maggiore sarà la quantità di
rumore digitale che avremo nelle nostre foto, a discapito della qualità e della nitidezza della foto stessa. A volte può
essere importante portare comunque a casa lo scatto anche in condizioni di luce impietose e senza la possibilità di
aiutarci con il flash e altre volte la qualità e la nitidezza di una foto è prioritaria. Pensate ad esempio a un ritratto o a una
foto di matrimonio in cui i visi dei soggetti siano tempestati di puntini colorati e non perfettamente definiti. Impensabile!
Fotografando all'aperto in giornate particolarmente soleggiate o leggermente velate sarà sufficiente mantenere la
sensibilità ISO tra i 100 e 200. Con una giornata particolarmente nuvolosa può essere necessario impostare gli ISO a 400.
Se invece vogliamo scattare delle foto in interni sfruttando il più possibile la luce ambiente utilizzeremo una sensibilità iso
maggiore, intorno agli 800-1600. In alcuni casi può essere necessario salire addirittura a 3200 iso, ad esempio se
vogliamo scattare delle foto agli sposi in una chiesa particolarmente buia senza usare il flash per non disturbare
l'officiante.
Combiniamo insieme questi parametri
Premessa. Ogni scena che noi andiamo a fotografare ha una sua escursione dinamica, ovvero la differenza tra le zone più
luminose e le parti che invece sono più scure. Anche il sensore (o la pellicola) ha una gamma dinamica. Ciò che ci
auguriamo, quando fotografiamo è di catturare l'intera gamma dinamica della scena, così che le alte luci (ad esempio il
cielo) non siano completamente bruciate e prive di dettagli e che le ombre non siano completamente nere.
Sfortunatamente questo non è sempre possibile e allora spetta al fotografo scegliere se dare più importanza agli elementi
racchiusi nella zona delle alte luci o, viceversa, a quelle in ombra. In alcuni casi la scelta è semplice come nei ritratti o
dove è il nostro soggetto che dovrà godere di una buona esposizione a discapito di tutto il resto. La scelta si fa più
complicata nel caso di un ritratto ambientato o di un paesaggio (urbano o naturale che sia).
Foto sottoesposta
Foto esposta correttamente
Foto sovraesposta
E' possibile vedere le montagne in
E' possibile leggere sia i dettagli del Sono molto leggibili i dettagli dei palazzi
lontananza e il cielo lattiginoso. I
palazzo e della strada sia le montagne in e della stradina, ma delle montagne in
dettagli della stradina e dei palazzi sono
lontananza.
lontananza non c'è assolutamente
in ombra
traccia.
Quindi. Ora sappiamo che l'esposizione è data dalla combinazione di tre parametri: apertura del diaframma, velocità
dell'otturatore e sensibilità ISO. Dati questi tre valori avremo una certa quantità di luce che arriverà al nostro sensore e ci
consentirà di realizzare la foto che avevamo in mente.
E ora non rimane che andare fuori e mettere in pratica quanto appreso sin ora!