la triBuna - Ordine degli Architetti Treviso

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la triBuna - Ordine degli Architetti Treviso
lun 08.11.10
la triBuna
Estratto da pag. 45
DaJques Tati a Di Caprio
Rassegna di cinema architettura
Da un classico del cinema comico come (Mio Zio» dell'immortale Jacques Tati, al recentissimo c(J.nceptiow)di
Christopher Nolan, Willer onirico con Leonardo Di Caprio. Fra questi due estremi si muove la quinta edizione
della rassegna Cinema-Architettura organizzata dalla Fondazione architetti Treviso che sarà inaugurata domani alle ZU.30 al chema Edera di Treviso. Quattro le serate proposte dalla Fondazione per riflettere su una tema come
«La casa moderna)).Dopo i saluti dell'assessore alla Cultura della Provincia Manio Favero, del presidente della
Fondazione Gianfranco Pizzolato e deU'0rdine degli architetti di Treviso Alfonso Mayer, seguirà la proiezione del
cortometraggio«le Corbusier: Villa Savoye))di Nick Levinson. Sarà invece Gianfranco Carnevale, preside della facoltà di Archietettura dello Iuav, a introdurre la pellicola
di Tati, una satira surreale sui rapporto fra vecchio e nuovo e sull'ansia borghese di apparire moderni (((MioZio))altri non è che Monsieur Hulot, maschera inventata e interpretata dallo stesso regista). Martedì della prossima settimana invece sarà lg volta di {(n servo))di Juseph Losey,
metafora domestica dei rapporti di classe fra un servo e il
suo padrone, mentre martedì 23 sarà proiettata «La casa
dei nostri sognb di Henry Codman Potter. Il ciclo di proiezioni terminerà martedì 30 con la proiezione del thriller
(thception)).
Laura Canzian
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mar 09.11.10
la triBina
FILM ALL'EDERA
Estratto da pag. 16
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<<Le
Courbusierbb
Oggi al cinema Edera, alle
20,30, scatta la 5" rassegna
((Architettura-Cinema)): si
proietta «Le Courbusier: Ville Savoye))(Bbc, 1975). Intervengono Marzio Favero,
Gianfranco Pizzolato Alfonso Mayer, la curatrice Beatrice Ciruzzi (Iuav) e Giancarlo
Carnevale, preside Iuav.
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ILGAZZETTINO
TREVISO
m a r 23.11.10
ALL'EDERA
Girasoli e sogni:
sul grande video
la casa ideale
H FILM
Villa Girasole,
a Verona la casa
.
che ruota
seguendo il sole
Estratto da pag. XXXVII
TREVISO - La terza serata della quinta rassegna 'Architettura-Cinema' è dedicata al tema
della casa ideale. Questa sera, a partire dalle
20.30, al multisala Edera, la Fondazione Architetti proporrà due eccezionali proiezioni cinematografiche. Il girasole, una casa vicino a
Verona, di Chrisoph Schaub e Marce1 Meili, è
un documentario, prodotto in Svizzera nel 1995,
girato in una villa che ruota seguendo l'andamento del sole. L'opera, unica al mondo, ideata
e costruita nella campagna veronese dall'ingegnere Angelo Invernizzi tra il 1929 e il 1935,
evidenzia la ricerca di un'architettura che vuole
rapportarsi con l'ambiente e godere della massima esposizione al sole. La casa dei nostri sogni,
di Henry C.Potter è, invece, un film girato negli
Stati Uniti nel 1948, e racconta la storia del
signor Blandings, che vive costretto in un
piccolo appartamento di New York, ma aspira a
vivere in campagna, in una casa spaziosa e
circondata dal verde. Quando arriva l'occasione
di trasferire tutta la famiglia nella tanto sospirata casa dei sogni, si accorge di quanto sia ardua
l'impresa di trasformare un sogno in realtà. A
commentare 'I1 girasole', Valeria Farinati
dell'accademia di Architettura di Mendrisio
(Svizzera italiana), autrice di una pubblicazione
sulla particolare villa di Verona.
Ritaglio Stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
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mar 30.11.10
la triBina
Estratto da pag. 20
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mar 30.11.10
la triBina
Estratto da pag. 50
CINEMA EDERA
La casa moderna
Si chiude oggi la rassegna
cinematografica «La casa moderna)) prendendo in esame
gli aspetti del contemporaneo, promossa dalla Fondazione Architetti di Treviso.
Al Cinema Edera di Santa
Maria del Rovere la quarta
puntata propone dalle 20.30
la visione di più opere: si comincia con i video «Le petit
maison. An Architectural seduction)) (Uk 2009) di Tania
Moreira David, ((Steel Homes)) di Eva Eber (Uk 2008),
«Un tetto sulla testa)) di Le&,
ne Contini (It 2008) e «Habitat)) di Emanuela Ascari (It
2009). Quindi si prosegue con
un film fresco di uscita, ((Inceptor)) del 2010 girato da
Christopher Noland. Interviene Marco Brizzi, docente
della California State University e Firenze Kent State University. Informazioni: Cinema Edera tel. 0422.300224.
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mer 01.12.10
la triBina
Estratto da pag. 4 1
Serata tra aneddoti e memorie: «&chi Gori non lo voleva fare, ma fu il film con cui gu-ai
di più»
Monicefi e l'abbraccio dell'Edera
Mario Monicelli, l'ultimo
((grande vecchio))del cinema
italiano, se ne è andato, lasciando volontariamente la
scena a 95 anni nel modo più
tragico possibile: gettandosi
da una finestra dell'ospedale
romano in cui era ricoverato
per un tumore. Anche Treviso riserva un particolare ricordo del regista toscano
(era nato a Viareggio nel
1915), ma adottato da Roma e
dai romani. 11 22 febbraio
2004 Monicelli fu ospite del
Cinema Edera, su invito della Fondazione Architetti, che
aveva inserito uno dei suoi
capolavori, ((L'Armata Brancaleone)),nella rassegna «Cinema Paesaggio)). Sala affollatissima, affiancato sul palco dallo storico del cinema
Carlo Montanaro, l'autore
de ((1Soliti ignoti))regalò ai
trevigiani una serata memo-
rabile, conversando per oltre
un'ora. ((11cinema è un'industria, prima di essere un'arte. Negli anni '50- '60 l'industria italiana del cinema era
fiorente, gli americani venivano qui e imparavano da
noi - raccontò all'Edera - Si
producevano 250-300 film all'anno; oggi se ne fanno
70-80, compresi quelli a cui
partecipano le televisioni. E
molti non escono nelle sale». Per il suo breve soggiorno trevigiano, nella città in
cui l'amico Pietro Germi aveva girato ((Signore e Signori», Mario Monicelli scese all'Albergo Beccherie in Piazzetta Ancillotto e qui incontrò i giornalisti, confessando
la volontà di non fermarsi a
89 anni. Anzi, di avere ancora tanta voglia (dopo 64 film
all'epoca) di fare cinema.
«Ho un film pronto, fermo da
due anni. Si chiama "L'omo
nero" - disse a la tribuna Ho presentato la sceneggiatura da due anni alla commissione, ma non ho più speranze)). Monicelli rivelò la difficoltà di trovare i finanziamenti, anche quelli pubblici,
da parte dell'imprenditore
che doveva produrre il film.
Sempre in quell'occasione
svelò i difficili rapporti con i
produttori del presente. «Ma
anche ieri le cose non erano
tanto facili - disse il regista Per convincere Mario Cecchi
Gori a produrre L'Armata
Brancaleone ci volle un anno. Non gli piaceva soprattutto la parlata tra latino medievale e italiano prevolgare.
Age e Scarpelli ci misero di
tutto, da Jacopone da Todi al
dialetto viterbese, dove si girava il film. Quando Cecchi
Gori lesse il soggetto disse
"Io non lo faccio, con questo
linguaggio non lo capirà nessuno". E poi ci volevano molti soldi, per tre mesi di riprese. L'Armata Brancaleone
uscì con un anno di ritardo.
Alla fine per convincerlo - ricordava - gli dissi che partecipavo anch'io. Mi avrebbe dato la percentuale sugli incassi».Fu una intuizione vincente: il film piacque moltissimo, con quella parlata sgangherata. Brancaleone (tre Nastri d'Argento) si classificò
terzo per incassi nella stagione 1966-67. «Non ho più guadagnato così tanto in vita
mia» confessò divertito il regista. La sua salma oggi
verrà esposta nella camera
ardente allestita alla Casa
del Cinema di Roma. Quindi
domani l'addio in forma privata; il corpo verrà cremato.
Cristiana Sparvoli
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