Italian sounding sinonimo di contraffazione made in Italy L`talian Life

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Italian sounding sinonimo di contraffazione made in Italy L`talian Life
Italian sounding sinonimo di contraffazione made in Italy
L’talian Life style ancora oggi puo essere definito quale icona di stile, di qualità… di
eccellenza.
Infatti anche in un momento di forte crisi economica se chiedete ad uno straniero
quale è la mecca del buon gusto vi risponderà senza ombra di dubbio ITALIA.
I dati evidenziano però anche un giro di affari notevole sulla contraffazione dei
prodotti made in Italy
Da alcuni dati forniti dal CENSIS fatturato del mercato del falso nel nostro Paese
vale 6,9 miliardi di euro. I settori più colpiti sono l’abbigliamento e gli accessori
(2,5 miliardi di euro), il comparto cd, dvd e software (1,8 miliardi di euro) e i
prodotti alimentari (1,1 miliardi di euro). La stima emerge da una ricerca
realizzata
dal
Censis
per
il
Ministero
dello
Sviluppo
Economico.
Se i prodotti contraffatti fossero venduti sul mercato legale si avrebbero 13,7
miliardi di euro di produzione aggiuntiva, con 5,5 miliardi di euro di valore
aggiunto.
Invece il mercato del falso a livello internazionale gira intorno ai 60 miliardi per i
prodotti Italian Sounding, di questi 24 miliardi di Euro sono concentrati nel
mercato nord americano di un export di prodotti alimentari italiani, dell’ordine di
3 miliardi di Euro. In Europa l’ Italian Sounding “vale” 26 miliardi di Euro circa
doppio dell’export alimentare italiano. Nei Paesi extra UE ed extra Nord America,
l’export del Made In Italy alimentare italiano vale 4 miliardi di Euro, contro circa
10miliardi di valore stimato dell’Italian Sounding.
Cosa è l’Italian Sounding?
L’italian sounding, è l’insieme di caratteristiche contraffatte collegate a un quel
prodotto che presenta un mix di nomi italiani, loghi, immagini e slogan
chiaramente riconducibili al nostro Paese. Può essere un prodotto imitativo (fake)
oppure autentico, vale a dire realizzato in Italia, ma può esserlo anche di un
prodotto realizzato in un Paese diverso, fermo restando le ricette, tecnologie e
materie prime originali italiane. Il prodotto “fake” ha uno scopo: indurre in errore
il consumatore convincendolo che sta acquistando "italiano". L'italianità è infatti
un richiamo molto forte, poiché significa non solo qualità, bontà, semplicità, ma
anche stile, gusto e cultura. Il settore alimentare non fa eccezione.
I prodotti venduti all’estero sono soggetti a due tipologie di contraffazioni che
molte delle volte si sovrappongono:
• falsificazione illegali delle Indicazioni Geografiche tutelate, delle Denominazioni
protette e dei "marchi" aziendali;
• riferimenti ingannevoli ad aree geografiche italiane, l'utilizzo del nome Italia o di
nomi e simboli ed immagini ad essa riconducibili (Italian Sounding)
Alcune ricerche hanno acclarato che il 97% dei
sughi per pasta contraffatti venduti sul mercato
nord americano sono pure e semplici imitazioni;
il 94% delle conserve sott'olio e sotto aceto
contraffatti è falso e altrettanto falso è il 76%
dei pomodori in scatola contraffatti. Solo il 15%
dei formaggi contraffatti è invece autentico:
tutto il resto è fake, prodotto imitativo e niente di più. Purtroppo all’estero capita
con frequenza che, nonostante siano segnalate le contraffazioni agroalimentari di
prodotti italiani, queste vengano comunque poste in commercio, senza subire
alcuna conseguenza, poiché si ritiene che un packaging “falso italiano” non crei
alcun danno per il semplice motivo che il pubblico straniero non riconosce i
prodotti italiani e la loro superiore qualità. In tale contesto si evidenzia una intensa
produzione legislativa con la conseguente emissione di provvedimenti normativi
ad hoc, con inevitabili riflessi sullo svolgimento delle attività istituzionali, sia in
ambito nazionale che nell’U.E..
Tra i prodotti alimentari più imitati, al primo posto, c’è il formaggio. Tra tutti
primeggia il Parmigiano Reggiano (esempi di Italian sounding: Parmesan,
Reggianito, Pamesello etc). Solo negli Stati Uniti le imitazioni dei nostri formaggi
certificati fruttano ben 2 miliardi di dollari.
• Interessante anche il caso del Pecorino romano, diretto negli USA per un quota
pari a circa tre quarti del totale esportato. Le esportazioni verso questo mercato,
pari nel 2008 a 81 milioni di euro, sono diminuite del 15% rispetto al 2000. Il
continuo calo delle esportazioni di questo prodotto è determinato, tra le altre cose,
dalla massiccia presenza di prodotti di origine sudamericana o estera con nomi
simili ad un prezzo inferiore.
• Il solo mercato di New York mostra una presenza di prodotti Italian sounding
variabile da un minimo del 14% ad un massimo del 49% del totale presente sugli
scaffali dei supermercati; la maggior parte dei quali è ingannevole riguardo alla
reale provenienza.
Supera i 60 miliardi di euro l'anno il giro d'affari della contraffazione nel settore
agroalimentare. Di questi 5-6 miliardi si stima derivino dalla contraffazione vera e
propria e 54-55 miliardi dal cosiddetto 'italian sounding' (tipo il 'parmesan' che
richiama nel nome il 'parmigiano'). E' uno dei dati che emerge dalla bozza di
relazione sulla contraffazione nel campo agroalimentare che la commissione
bicamerale Anticontraffazione ha messo a punto e che si appresta a discutere nei
prossimi giorni per l'approvazione definitiva. La cifra del fenomeno dei prodotti
'italianeggianti' sia per il nome che per immagini messi sulla confezione (come la
bandiera italiana o il Vesuvio) e' 2,6 volte superiore, si rimarca nel documento,
rispetto all'attuale valore delle esportazioni italiane di prodotti agroalimentari
(23,3 miliardi di euro nel 2009).