05 gennaio 2012 - LEGA NORD Cordenons
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05 gennaio 2012 - LEGA NORD Cordenons
laPADANIA Anno XVI, N. 3, una copia € 1,00 (Fr.sv. 3,00) Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353 / 2003 conv. L. 46 / 2004 art 1 DCB Milano LA VOCE DEL NORD DIRETTORE Giovedì 5 gennaio 2012 UMBERTO BOSSI LIBERALIZZIAMO LA PADANIA La politica oppressiva delle tasse sulle famiglie e le imprese non crea nuova occupazione Caro premier, lasci lavorare in santa pace il Nord, faccia fare il suo corso al Federalismo Ancora colpa della Cina? Como ferma la fuga di pmi STEFANIA PIAZZO ELISABETTA COLOMBO a vera liberalizzazione è liberare la Padania che lavora e produce dalla gabbia delle tasse, dal troppo Stato che la opprime. Tutto il resto è una bufala del Governo. Cosa ci stanno liberalizzando? Niente. Per salvare il Paese hanno pensato di liberalizzare le edicole, di rompere l’anima ai tassisti, di cancellare dall’Ordine dei giornalisti i pubblicisti. Mosse sorprendenti, motore dello sviluppo. Per “liberalizzare” hanno introdotto nuove tasse, hanno massacrato il risparmio di una vita che è la casa. Spolpare, disossare le imprese è la strategia della liberalizzazione, ovvero del liberarsi dalle energie sane in grado di produrre lavoro. Caro Monti, il Nord così non è libero di sprigionare il suo potenziale, di garantire l’occupazione. Ma ci lasci lavorare, per favore! Riduca il costo del lavoro, riduca la tracotanza fiscale di Roma, riduca l’inflazione. Non c’è più l’alibi della bolla dei mutui subprime americani, non ci sono più faccette nere d’Abissinia per giustificare le accise della benzina, non è più colpa solo della Cina se è aumentato il costo della vita perché scarseggia il grano. Liberalizzi la Padania, caro presidente, lasci che il Nord esprima la sua cultura del lavoro, la sua anima che è spirito del fare. entre noi ci riempiamo la bocca con la parola “sburocratizzazione”, le imprese continuano ad andare all’estero. Per il costo vantaggioso della mano d’opera? Non solo. Per i crediti agevolati? Non solo. Per le tasse decisamente inferiori? Non solo. Ciò che oggi spinge molte aziende a spostare la loro attività è la ricerca di una Pubblica Amministrazione snella ed efficiente. L M IL MIRACOLO ECONOMICO A PAGINA 4 Inflazione fuori controllo, crollano i consumi, benzina più cara dell’oro, spread ancora a livelli da paura. È il modello del nuovo boom italiano Mister Pisapia “svende” A2A GIANNI CASATI l duo Pisapia-Tabacci sta nuovamente pensando ai saldi. Dopo quelli fuori stagione con cui hanno svenduto le quote di Sea, ora si stanno organizzando per la vendita di parte di A2A, grande polo energetico del Nord. La Lega annuncia le barricate mentre i mal di pancia della sinistra rallentano il processo di vendita. I SEGUE A PAGINA 3 GARIBALDI, POLLI, RICCI, IEZZI E ALTRI SERVIZI DA PAGINA 2 A PAGINA 9 ALLE PAGINE 2 E 3 CALDEROLI: ALLA FACCIA DEL RISPETTO DI UN PAESE IN DIFFICOLTÀ. ORA SI DIMETTA (ULTIMO) CENONE A PALAZZO CHIGI? IL PREMIER CONFERMA... Ma il Prof. non doveva lasciare la Trilateral? ALESSANDRO MONTANARI n altri Paesi, quelli in cui l’opinione pubblica non è incline a tollerare che gli uomini politici mentano o manchino alla parola data, la questione diventerebbe piuttosto imbarazzante. Ricordate quel problemuccio degli incarichi internazionali? I A PAGINA 6 FABRIZIO CARCANO a sera del 31 dicembre a Palazzo Chigi si è fatta baldoria, con una cena organizzata dal premier Mario Monti e dalla moglie per una decina di commensali, quasi tutti parenti stretti del neo senatore a vita. Tutti attavolati nel palazzo istituzionale dove ha sede il Governo, tenuto appositamente aperto per una cena privata. Ad ammetterlo lo stesso L Monti, attraverso un comunicato diramato ieri sera dall’ufficio stampa di Palazzo Chigi, in replica ad una precisa interrogazione a riguardo presentata dal senatore leghista Roberto Calderoli, il quale, appresa la notizia di un festa privata che si sarebbe tenuta a Palazzo Chigi la notte di fine anno, volendo la verità su una vicenda di questa importanza - soprattutto in un simile momento congiunturale di crisi e di sacrifici per il Paese - non ha esitato ad in- calzare Monti («La notizia sta girando e necessita di una rapida risposta. Francamente non riesco a crederci, perché in un momento del genere sarebbe davvero incredibile, oltre che gravissimo, se venisse confermato che il premier ha utilizzato un Palazzo istituzionale e il relativo personale per una festa di natura privata. E in questo caso mi pare evidente che Monti dovrebbe rassegnare immediatamente le dimissioni e chiedere scusa al Paese e ai cittadini») attraverso un’interrogazione a risposta scritta a lui direttamente indirizzata. Nel testo dell’interrogazione Calderoli chiedeva «se corrisponda alla verità la notizia secondo cui la notte dell’ultimo dell’anno si siano tenuti dei festeggiamenti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri in Palazzo Chigi; se la festa avesse le caratteristiche di manifestazione istituzionale». ALLE PAGINE 6 E 7 2 laPADANIA ▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼ PRIMO PIANO ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲ Lotteria Italia, un flop che ci rispecchia Una volta si stava incollati alla Tv, per lo show dell’Epifania, in attesa dell’estrazione. Erano i momenti in cui si poteva sognare: la casa, l’auto nuova, il viaggio da favola. Oggi anche la Lotteria Italia ha perso il suo fascino e in un Paese senza speranza le vendite dei biglietti registrano un calo del 15% rispetto all’anno scorso, con 8 milioni di tagliandi venduti contro i 9,6 dell’anno scorso. Il trend negativo non è una novità per la Lotteria che negli anni di "Scommettiamo che?" e "Carramba", edizioni nelle quali gli italiani arrivarono a comprare oltre 25 milioni di biglietti, era la regina incontrastata di giochi ed estrazioni. Oggi invece la Lotteria Italia non “se la fila più nessuno” e sebbene qualche solerte cassiere all’Autogrill chieda: “vuole un biglietto?” la risposta è sempre più spesso “no”. Siamo rimasti senza sogni? O senza soldi da spendere? In fondo un biglietto costa 5 euro, che in tempi di crisi valgono pur qualcosa. Meglio allora i gratta e vinci: vuoi mettere l’emozione di grattare subito, vedere Giovedì 5 gennaio 2012 PAGANO (PDL): RIFORME O SUBITO ALLE URNE «Vista l'impellente necessità di adeguare il mercato del lavoro ai cambiamenti determinati dalla globalizzazione e dal mutamento delle condizioni economiche a livello internazionale, il governo abbia il coraggio di varare le consequenziali riforme, in linea con quanto chiestoci dall'Europa o si vada subito alle elezioni anticipate». E' quanto afferma Alessandro Pagano (Pdl) (foto) della Commissione finanze della Camera. «il governo Monti - aggiunge - sta rivelando nel confronto con i sindacati un ammorbidimento della propria linea come se fosse stato eletto e quindi avesse bisogno del consenso di attori sociali influenti come la Cgil per scongiurare dimissioni anticipate». ▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼ INCENTIVI IMPRESE, ALLO STUDIO SEMPLIFICAZIONE Tra gli interventi allo studio del governo Monti per rilanciare la crescita e riqualificare allo stesso tempo la spesa pubblica si pensa ad un drastico intervento sugli incentivi alle imprese. La parola d'ordine e' semplificazione: oggi si contano infatti circa 90 leggi di incentivazione e l'obiettivo e' quello di arrivare a sole PRIMO PIANO ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲ tre tipologie. In pole position per le tre uniche tipologie da utilizzare ci sarebbero, a quanto si apprende, il ricorso a strumenti automatici come il credito d'imposta e al bando di gara per per i progetti a più ampia partecipazione d'imprese. La formula negoziale potrebbe invece essere quella privilegiata per i grandi progetti LIBERALIZ ZIAMO LA PADA NIA... “Contrordine compagni, sven dere Milano si può” GIANNI CASATI Il duo Pisapia-Tabacci sta nuovamente pensando ai saldi. Dopo quelli fuori stagione con cui hanno svenduto le quote di Sea, ora si stanno organizzando per la vendita di parte di A2A, l’azienda pubblica che vede unite Milano e Brescia nel grande polo energetico del Nord. La Lega annuncia le barricate mentre i mal di pancia della sinistra rallentano il processo di vendita sostenuto dal Pd e fortemente sponsorizzato dall’assessore democristiano plenipotenziario economico della Giunta rossa di Milano. Vendere quote di A2a a 0,76 euro ad azione, ovvero «al minino storico degli ultimi 10 anni» è «una follia» a meno che «si voglia fare un regalo a qualcuno». Co- sì il capogruppo leghista a Palazzo Marino Matteo Salvini annuncia «le barricate contro la svendita del patrimonio dei milanesi e lombardi». Il Carroccio milanese e quello bresciano sulla Dopo le quote Sea, la coppia Pisapia-Tabacci ha in animo di aprire i saldi anche per la A2A i numeri e magari vincere anche solo qualche decina di euro? E infatti ai Gratta e Vinci sono sufficienti appena 36 ore, meno di due giorni, per incassare quanto un’intera edizione della Lotteria Italia che quest’anno ha incamerato solo 40 milioni di euro. Il che influira' sicuramente anche sul montepremi e sui singoli premi che verranno messi in palio. Gia' nell'edizione dello scorso anno, i premi subirono un taglio drastico: ne vennero infatti distribuiti solo 67 contro i 91 dell'edizione 2009-2010. Il record rimane quello dell'edizione 2008-2009, trainata dalla trasmissione di Raffaella Carra' che fece lievitare gli incassi a 92,7 milioni di euro con ben 159 premi distribuiti. Roma e' la citta' dove e' stato vinto piu' volte il primo premio. Sarà un caso? E se poi le estrazioni non fossero proprio limpidissime? Un po’ come i famosi pacchi della tv? “Al Gratta e vinci i numeri li vedo e li gratto io” dice il mio vicino di casa che infatti ogni tanto qualche centinaio di euro li ha portati a casa. Insomma, della Lotteria sono in pochi a fidarsi: chissà se la pensavano così anche i possessori del biglietto da 5 milioni estratto nel 2009 e mai incassato; insieme agli altri 12 milioni incamerati dallo Stato dal 2002 ad oggi. Resta il fatto che anche la Lotteria Italia quest’anno è un flop: ognuno può vederci quel che vuole ma in ogni caso a noi sembra un segno del destino. 3 laPADANIA Giovedì 5 gennaio 2012 stessa linea sono pronti alla fronda e di fronte alla sede della multiutility dell’energia Salvini e il collega Alessandro Morelli hanno annunciato battaglia «in consiglio ed ogni sede per impedire l’ennesima svendita di una Giunta di tecnici che non stanno guardando al bene dei milanesi». «Vendere nel 2012 – dice Salvini – è un’as- SEGUE DALLA PRIMA STEFANIA PIAZZO A sinistra, saldi già iniziati per la coppia Pisapia-Tabacci. Sopra, i consiglieri della Lega, Salvini e Morelli soluta follia, visto che le azioni sono a 0,76 euro. Valgono meno di 13 anni fa, quando nonostante l’o pp o s i z io n e della Lega furono collocate a 1.670 lire l’una. Se allora fu una svendita, come disse la sinistra adesso, con le azioni al minimo storico, lo capisce anche un tombino che si vuole fare un regalo a qualcuno». Per la Lega «è incredibile che l’idea di vendere un pezzo di A2A venga proprio dalla sinistra che quando ci provarono Albertini e Moratti parlò di svendita, di truffa, di ricorsi, di referendum. Una sinistra che, quando va al governo, in 6 mesi svende peggio di chiunque altro». Chi «nel ’98 parlava di ricorsi alla magistratu- Gli indicatori economici MILÀN - La crisi economica morde il Paese e rende ancora più evidente il fatto, arci-noto, che l’Italia non esiste visto che nei fatti ne esistono almeno due diversissime tra loro: la Padania, che a dispetto della congiuntura economica, resta una macro-regione capace di competere da pari a pari con le locomotive europee, e un Mezzogiorgno sempre più arretrato e vulnerabile. Lo dice la Lega ma ora lo confermano svariati indicatori economici. Lo studio sulle economie locali realizzato da Unioncamere e Prometeia, ad esempio, prevede per il prossimo anno l’allargamento della forbice tra Nord e Sud. Nel Meridione, in particolare, si stima che la ricchezza pro capite nei prossimi dodici mesi sarà pari a circa i due terzi della media nazionale. Nelle province del Nord-Ovest, invece, ci si aspetta un livello di valore aggiunto pro capite medio superiore del 20,2 per cento al dato medio nazionale. Lievemente inferiore, ra e nel 2004 di “svendita per fare cassa”» e chi «come Basilio Rizzo allora faceva le barricate, oggi per coerenza stoppi Tabacci». Sull’ipotesi di vendita «abbiamo sentito i colleghi di Brescia», spiega Salvini, e la posizione comune è che «si può pensare a un collocamento ma con un progetto. A2A potrebbe diventare l’Enel del Nord, ma se si perdono i pezzi che cosa si può fare? L’azienda ha compiuto i 100 anni, festeggiamo i 101 regalando un pezzo del patrimonio dei milanesi e dei lombardi?». Se la vendita delle quote «per Tabacci è il piano A – rimarca Morelli – speriamo che non ci sia già pronto un piano B che preveda di regalare agli amici degli amici con l’aggancio a qualche cooperativa o azienda della rossa Emilia come Hera o Iren. Se il tutto creasse una grande impresa del Nord in grado di competere a livello internazionale allora ci sarebbe uno scopo sul quale dibattere, altrimenti promuovere regalie ai compagni oggi per poi lasciare l’energia in mano ad aziende straniere domani non è certo una strada percorribile. Né il piano A né quello B sono possibili se manca un progetto chiaro per il bene dei milanesi». danno ragione alla visione leghista La Padania sopravvi verà alla crisi: lo dicono i dati .................................................... Gli analisti prevedono che nel 2012 aumenterà ulteriormente la forbice tra il Nord, che ha i mezzi e le capacità per competere in Europa e nel mondo, e il Sud del Paese, sempre più arretrato e vulnerabile .................................................... ma pur sempre con un guadagno sul dato medio nazionale di oltre il 19 per cento, si attesterà invece il dato delle pro- vince del Nord-Est. Parlano abbastanza chiaro anche i dati disaggregati del Pil 2012. In un quadro di decre- scita generale del “sistema Italia”, che potrebbe portare ad una contrazione del Pil dello 0,5 per cento, infatti, solo cinque regioni, vale a dire Emilia Romagna, Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino Alto-Adige e Veneto, pur avendo un andamento previsto del Prodotto interno lordo negativo, dovrebbero riuscire a contenere i danni in misura maggiore rispetto alla media Lasci che il Federalismo faccia il suo corso. Che le Regioni debbano vedersela con i costi standard della sanità, con i costi standard della pubblica amministrazione. Ci lasci lavorare in pace anziché usare il bastone. Ce lo state alzando voi il costo della vita imponendoci un mercato drogato dall’assistenzialismo, ci state alzando il costo del lavoro per pagare i debiti delle banche, per pagare il fallimento dell’euro. L’energia del Nord non è solo fatta da luce, acqua e gas. Certo, in ordine di tempo, il tentativo della giunta Pisapia di maneggiare il colosso di A2A è l’ultimo di una serie di interventi che fanno della Padania una torta da spartire. Una volta tu, una volta io. Le finalità sono sempre “alte”, ovviamente, transalpine. Liberalizzare, vendere, fare mercato. E il risultato, fino ad oggi, è che queste privatizzazioni, queste liberalizzazioni hanno solo portato ad un esproprio di risorse che appartengono a noi. Ultimo colpetto, lei sta costringendo le nostre imprese a scappare di nuovo. Come diceva il presidente degli Stati Uniti, Thomas Jefferson, “Tutte le tirannie necessitano di ottenere appoggio da parte di gente onesta che rimane in silenzio”. Qui la gente onesta non tace, il risveglio delle coscienze del Nord non è cosa di ieri. Ed è talmente pressante questo grido che quando c’è da accanirsi contro qualcuno, ovvero chi la rappresenta al Nord, il fuoco politico, fiscale di interdizione si spreca. Ma mai sottovalutare l’ira dei mansueti. È biblico. nazionale. Piemonte, Friuli Venezia-Giulia, Toscana e Lazio invece, si allineeranno alla media mentre tutte le altre regioni subiranno contrazioni più forti della media nazionale. Nel complesso, quindi, il Pil atteso nelle regioni del Nord-Ovest sarà pari al 0,4%, nel Nord-Est a 0,3%, nel Centro a 0,5% e nel Mezzogiorno a -0,9%. In linea con questa vi- sione duale è, naturalmente, anche la stima delle esportazioni. La leadership della diffusione delle produzioni italiane nel mondo, infatti, resterà ancora saldamente nelle mani delle imprese del NordEst (+2,5%) con la Lombardia, a +2,7%, a fare da traino per tutto il Nord-Ovest. Le esportazioni del Mezzogiorno, invece, cresceranno meno della media naziona- le prevista. Strettamente legato all’andamento dell’export è poi il mercato del lavoro. La disoccupazione, infatti, è destinata ad aumentare fino al 13,7 per cento nel Sud mentre nel Nord dovrebbe mantenersi tra il 5 e il 7 per cento. Insomma, se c’è un’Italia che può sopravvivere alla crisi questa è solamente l’Italia del Nord. Quella che in futuro anche molti altri, oltre a noi leghisti, dovranno rassegnarsi a chiamare Padania. IMPORTANTE CITTADINA ADIACENTE MILANO cediamo in posizione centralissima di grande immagine PANIFICIO PASTICCERIA CAFFETTERIA con ampio dehors estivo su piazza principale - incassi elevati ed incrementabili - opportunità unica nel suo genere RIF. 9937 LODI CENTRO STORICO cediamo prestigioso RISTORANTE PIZZERIA con possibilità ampliamento - grande visibilità su piazza - opportunità unica per professionisti del settore RIF. 9962 VICINANZA MILANO EST in centro commerciale adiacente svincolo autostradale vendiamo con immobile di mq. 400 SELF-SERVICE BAR RISTORANTE OTTIMO AFFARE commerciale e immobiliare RIF. 9973 BERGAMO CENTRO STORICO cediamo quote SRL con PROGETTO INNOVATIVO MODA, ARTE, DESIGN con primo punto vendita d'immagine RIF. 9985 4 laPADANIA ▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼ PRIMO PIANO ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲ IVA GARIBALDI Quella sulle liberalizzazioni degli orari dei negozi assomiglia sempre di più a un'altra guerra tra poveri. La norma fortemente voluta dal Governo Monti che sembra voler realizzare a dispetto della levata di scudi di tantissime categorie è un vero scippo ai danni, ancora una volta, delle categorie più deboli. Non servono professori o esperti per capire chi trarrà vantaggio da simili misure contenute nella manovra economica approvata a a dicembre dal Parlamento. E non è difficile nemmeno individuare chi si troverà costretto, suo malgrado, a chiudere le saracinesche per sempre. A spingere per una liberalizzazione selvag- gia dove ognuno fa come meglio crede è la grande distribuzione che ha la possibilità di avere personale a disposizione per coprire eventuali turni di lavoro anche sulle 24 ore. Diverso invece è il caso dei piccoli esercizi commerciali, magari a conduzione familiare, che vedrebbero ridotto al lumicino le loro attività commerciali. Da una parte dunque godono i forti con nuova linfa per i grandi centri commerciali mentre dall'altra il negozietto tipico sotto casa verrebbe fagocitato dalla categoria emergente delle attività etniche e straniere. Oltre alla questione di merito ne esiste anche una di competenza: e già perché il Governo liberalizzando gli orari dei negozi invade un Giovedì 5 gennaio 2012 BONI: «FAVORITI GRANDE DISTRIBUZIONE E IMMIGRATI» La liberalizzazione dell’orario di apertura dei negozi penalizza, secondo il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Davide Boni (foto), soprattutto «le cosiddette imprese famigliari a beneficio invece della grande distribuzione e degli esercizi gestiti da immigrati». Per questo, osserva «bisognerebbe trovare una formula di equilibrio tra le diverse realtà ed esigenze». Nel contempo Boni invita la Regione Lombardia «a farsi parte attiva, come altre Regioni, per impugnare la norma dell’esecutivo». A essersi schierate contro la norma sono state finora Piemonte, Veneto, Toscana, Lazio, Puglia e la Provincia di Trento ▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼ Mentre noi ci riempiamo la bocca con la parola “sburocratizzazione”, le imprese continuano ad andare all’estero. Per il costo vantaggioso della mano d’opera? Non solo. Per i crediti agevolati? Non solo. Per le tasse decisamente inferiori? Non solo. Ciò che oggi spinge molte aziende a spostare la loro attività è la ricerca di una Pubblica Amministrazione snella ed efficiente. In pratica, mentre noi parliamo le aziende vanno dove la sburocratizzazione è una realtà. Sono in centinaia ad essersi trasferite in Canton Ticino, specie tra il comparto metalmeccanico e molte hanno scoperto il Vallese, cantone elvetico evidentemente ancora più “appetibile” per chi tenta di sopravvivere tra scartoffie, leggine , adempimenti vari che mortificano, tartassano e impoveriscono le attività. Certo, mentre tra tasse dirette e indirette da noi se ne va il 68% dell’utile, in Svizzera si paga una tassa confederale dell’8,5% e, una volta a regime, un’aliquota tra il 12 e il 19%, ma è soprattutto la possibilità di tirare un so-spiro di sollievo sui tempi e i modi della burocrazia a convincere le imprese a saltare oltre il confine, Per quelle comasche poi, il passo è breve e i vantaggi sono invece elevati . CAVALLI: «ANCHE EMILIA DICA NO A DEREGULATION» «Liberalizzando gli orari di apertura il Governo Monti ha la chiara intenzione di aiutare i suoi amici della grande distribuzione, i quali, attraverso la turnazione, potranno rispettare orari assai più elastici». Ne è convinto il consigliere regionale della Lega dell’Emilia Romagna Stefano Cavalli (foto), PRIMO PIANO ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲ che parla di un «colpo di grazia» per i piccoli commercianti che dovranno vedersela con «un’ulteriore concorrenza sleale, non potendo ricorrere al medesimo escamotage». Sulla questione Cavalli presenterà una risoluzione per far fronte comune con le altre Regioni contrarie. Secondo Cavalli, infatti, «è assolutamente falso che la misura farà aumentare i consumi» Coro di critiche alle liberalizzazioni. Sulla scia del Piemonte anche le rosse Toscana ed Emilia annunciano ricorso alla Consulta Orari selvaggi per i negozi uccidono le piccole attività ambito che è di competenza delle Regioni. E proprio in questo senso s'era mosso per primo Roberto Cota annunciando, l'altro giorno, l'intenzione di fare ricorso alla Corte Costituzionale se mai questo provvedimento dovesse imposto dall'Esecutivo. Una scelta che poco ha a che far con il colore politico tanto che Cota è stato presto imitato dalla Toscana. «Avevamo già pronto il ricorso contro la liberalizzazione prevista da Berlusconi - sottolinea Anche questa, come già accaduto con le pensioni, è un’altra guerra tra poveri dove a essere colpiti sono i più deboli Enrico Rossi - e oggi presentiamo lo stesso ricorso contro quella decisa da Monti che è ancora più spinta». Allo stesso mondo l'EmiliaRomagna dà un giudizio negativo sulla liberalizzazione degli orari degli e non esclude a priori un ricorso alla Corte Costituzionale contro il provvedimento, anche se la Giunta guidata da Vasco Errani attenderà l'esito dell'incontro che ci sarà per la prossima settimana a Roma per decidere la linea di azione. Pronto all'azione anche il Veneto mentre il Lazio ha fatto sapere di stare valutando attentamente la questione. Insomma la questione è apertissima e non è escluso che il Governo possa avere un ripensamento di fronte al fuoco di fila che si trova di fronte. Intanto partono anche le denunce preventive. E' il caso del Condacons che minaccia singolarmente le Regioni che intendono ricorrere legittimamente alla Consulta. Nel mirino dell'associazione finiscono, in particolare, la Toscana La misura sull'apertura libera delle attività commerciali è contenuta nell'articolo 31 della manovra economica e il veneto. "Se il Governatore del Veneto Zaia deciderà di ricorrere alla Corte Costituzionale contro l'articolo 31 della manovra Monti - fa sapere l'associazione - sulla promozione e la tutela della concorrenza, verrà denunciato dal Codacons all'Antitrust". Peccato per Monti che non abbia nemmeno una maggioranza parlamentare unita nel sostenerlo. In casa Pdl, ma lo stesso si può dire dalle parti del Pd, non mancano le voci contrarie alla norma. E così Carlo Giovanardi si premura di fare un appello al suo partito: «Prima di procedere alla liberalizzazione selvaggia del commercio e alla proletarizzazione di strutture di servizio come quelle che riguardano taxi ed edicole, Como fermerà l’esodo delle pmi ELISABETTA COLOMBO 5 laPADANIA Giovedì 5 gennaio 2012 Aree deburocratizzate per rendere meno appetibile e vantaggioso stabilirsi oltreconfine Poco tempo per le autorizzazioni, adempimenti limitati e poi addirittura sgravi fiscali per chi crea posti di lavoro. Del resto la Svizzera sa lusingare e non lo fa certo solo con il cioccolato: al Ticino dove il tax rate si ferma al 20% dell’utile e l’Iva è la più bassa d’Europa è bastato il progetto d’investimento Copernico per attrarre 100 aziende italiane, offrendo contributi a fondo perduto e incentivi per le assunzioni. Insomma, le istituzioni elvetiche si sono attrezzate per rubarci imprese e competenze. E ci sono riuscite, creando quelle che potremmo definire “piccole secessioni “. La Svizzera quindi come l’Austria e la Slovenia e mentre si discute del futuro dell’euro si affaccia l’Europa che verrà, quella in cui basta muoversi di una ventina di chilometri, metro più metro meno, per cambiare la vita di un’impresa, anzi, potremmo dire per ridargliela ed evitarne la morte certa. Il rischio di un’emigrazione di massa è così alto che a Como si stanno attrezzando e per contrastare la concorrenza elvetica Camera di Commercio, associazioni imprenditoriali e sindacati si sono dati un obiettivo: creare delle aree sburocratizzate per favorire l’insediamento di nuove imprese e la nascita di nuovi posti di lavoro. La proposta sarà al vaglio del Tavolo per la competitività in programma lunedì prossimo e dedicato proprio alle difficoltà del settore manifatturiero comasco. Ci riusciranno? Senza l’aiuto del Governo sarà difficile mettere mano alla burocrazia tarpa-aziende e quindi non si può che attendere che le parole semplificazione e liberalizzazione declamate da Monti diventino realtà. Solo così gli enti locali potranno davvero smettere di fare i passacarte e giocare un ruolo attivo nella crescita e nello sviluppo, tenendo conto del fatto che non ci troviamo di fronte a grandi aziende che delocalizzano la produzione per diminuire i costi della mano d’opera, ma di una miriade di piccole imprese, in pratica la nostra ricchezza, che per non finire soffocate si spostano oltre confine. Per fermarle però non c’è molto tempo. con prevedibile ed inevitabile cancellazione di centinaia di migliaia di piccole imprese famigliari, il governo dovrebbe rispondere ad alcune semplici domande: chi trarrà vantaggio da queste iniziative? Migliorerà la qualità della Soddisfatti per l'entrata in vigore delle nuove regole sono solo i rappresentanti delle grandi distribuzioni vita? Ci sarà più o meno coesione sociale? Diminuiranno i costi per i cittadini consumatori? Nel frattempo è bene che sia il Pdl a dare una risposta a queste domande discutendone nei suoi organi dirigenti - sottolinea l'esponente di maggioranza - prima di buttare a mare un modello italiano che può e deve essere sicuramente migliorato ma non distrutto da forzature che tra l'altro non trovano riscontro in altri Paesi europei». Una scena non diversa si vive anche dalle parti del segretario Pierluigi Bersani. «Sulle liberalizzazioni degli orari dei negozi il Pd si decida invece di inscenare uno psicodramma. A livello nazionale è favorevole mentre a livello regionale fa ricorso contro il testo della manovra che è stata approvata anche dal Pd» evidenzia il deputato del Pdl Gabriele Toccafondi. Alla confusione della politica di maggioranza fa da contraltare la certezza mostrata dalle associazioni che rappresentano le grandi distribuzioni. E non è affatto un caso che Federdistribuzione inviti il Governo ad andare avanti senza alcun tentennamento: «A fronte di un quadro economico difficile il Governo ha intrapreso una coraggio- Maggioranza ancora divisa rispetto alle decisioni dell'Esecutivo. Nel Pdl e nel Pd non mancano voci in dissenso sa politica di liberalizzazione» afferma il presidente di Federdistribuzione Giovanni Cobolli Gigli secondo il quale «la normativa riguardo gli orari di apertura dei negozi sancisce il diritto per gli operatori commerciali di poter gestire liberamente i propri punti vendita valorizzando contemporaneamente la concorrenza il servizio ai consumatori e i propri investimenti». Intanto il Governo va avanti incurante delle critiche e annuncia nuove e più pesanti liberalizzazioni, ovviamente per decreto, per la benzina, utility locali, rete e stoccaggio gas per quanto riguarda il capitolo energia, ma anche per ordini professionali, trasporti, poste e gli immancabili taxi e farmacie. Il governatore piemontese infastidito dalla «disinformazione» Cota: «Da Torino nessuna nuova tassa, l’addizionale Irpef l’ha voluta Monti» GIOVANNI POLLI TURIN - «Da quando sono Presidente della Regione non sono state introdotte nuove tasse e per quanto mi riguarda non ho intenzione di farlo anche per il futuro». Lo ha ribadito ieri il governatore del Piemonte, R ob er to Cota che ricorda invece di aver introdotto «significativi sconti fiscali soprattutto per chi decide di assumere nuovi lavo- IN POCHE RIGHE Monti colpisce duro con le tasse (fase uno) e fallisce in partenza con la ripresa (fase due). Aumentare le imposte e inventarne di nuove è una roba facile; meno facile combattere la disoccupazione e favorire lo sviluppo. Per il rilancio si devono conciliare i diritti dei Brambilla e dei Cipputi. Impresa non facile dopo che Giugni e altri giuslavoristi hanno creato vincoli tra imprenditori e lavoratori molto più tenaci di quelli matrimoniali. Questi lacci e laccioli hanno favorito la crescita delle piccole e piccolissime imprese che, se come dimostrato hanno grande valenza, diventano più vulnerabili quando la speculazione internazionale innesca crisi strumentali come l’attuale; Altro che immigrati: per l’occupazione e la ripresa si prenda esempio dai danesi per affrontare la situazione occorrono orientamenti e capacità ben diverse da quelle del prof. Monti. Serve la politica, non la sola tecnica. A parte l’errata decisione d’azionare la leva fiscale e le liberalizzazioni fatte di taxi e orari dei negozi, l’impostazione dell’azione del governo serve a innescare solo tensioni sociali, di cui particolarmente in questo momento non se ne ha alcun bisogno. La via da seguire, per dare tranquillità a imprese e lavoratori, può essere quella di una piccola, grande nazione: la Danimarca. In Danimarca gli imprenditori hanno la massima li- bertà di licenziare con un preavviso di soli cinque giorni. Il lavoratore licenziato percepisce un assegno da parte dello Stato pari all’8090% del suo stipendio per quattro anni. Moltissimi danesi cambiano anche cinque volte datore di lavoro nel corso della vita lavorativa, ma senza preoccupazioni: è lo Stato che gliene procura e offre un altro. Rifiutare una proposta di lavoro comporta la sospensione del sussidio. I lavoratori, a volte, accettano un lavoro al di sotto delle loro competenze per evitare di restare disoccupati e senza soldi. Gli immigrati non fruiscono del sistema degli ammortizzatori sociali. La Danimarca coniuga flessibilità e sicurezza del posto di lavoro che insieme ad altri provvedimenti che tutelano la famiglia favoriscono l’equilibrio demografico. È evidente che per un rilancio del “made in Italy” si devono proporre prodotti di qualità per materie prime e lavorazione fatta interamente da mani italiane. Non è detto che il modello danese possa essere la soluzione integrale per i problemi della Padania e dell’Italia, ma l’esperienza e le grandi capacità della Rosi Mauro potranno da essa trarre utili spunti. Non è vero ratori. Lo dico anche perchè è la linea che dovrebbe seguire il Governo Monti che invece ha intrapreso la strada opposta». Secondo Cota «in questi giorni c'è la tendenza a giocare su una certa disinformazione, in particolare, vorrei precisare che l’aumento dell’addizionale regionale irpef non è stata decisa dal governo regionale, ma dal governo Monti con la manovra. Anche che senza immigrati le industrie si fermerebbero: scomparirebbero invece disoccupazione, illegalità e tante spese. Il Sin.Pa ha l’opportunità d’inserirsi nel discorso con proposte fondamentali come quella di vietare ulteriormente l’uso dei fondi pensioni per finanziare gli ammortizzatori sociali, creando crisi che non hanno ragione di essere. Se sui fondi pensioni non verranno fatti ulteriori prelievi impropri, nel tempo avranno un costante incremento per l’inevitabile e naturale uscita dagli stessi dei pensionati. È evidente che il solitario ruolo di partito d’opposizione offre alla Lega straordinarie possibilità e dall’altro la espone a grandi responsabilità a cui non intende sottrarsi. Marcello Ricci l’aumento dell’accisa sulla benzina è contenuta nella manovra Monti». Per quanto riguarda le accise sulla benzina, riconducibili alla Regione «l’unica introdotta in questi mesi - spiega il presidente - è legata alla riscossione di un’accisa, già prevista, pari 2,58 centesimi, resa anch’essa obbligatoria da una legge dello stato. Senza l'attivazione di questa accisa - precisa - non avremmo potuto accedere ai fondi per il ripristino dei danni causat i d a l l ’ a l l u v i one». Il governatore non nega il proprio fastidio per il fatto che «si continua a dire che le addizionali Irpef sono arrivate per colpa delle Region. Ma questa disinformazione interessata non fa che portare a far scaricare sulle Regioni le scelte di aumentare le tasse da parte del Governo Monti. Ancora oggi un articolo di un giornale spiegava che l’aumento dallo 0,9 all’1,223 per cento delle addizionali era stato voluto dalla Regione. Invece l’aumento è stato deciso nella finanziaria, che ha aumentato anche le accise della benzina». Cota ribadisce che «in questi anni, malgrado la situazione fosse molto difficile, non ho mai aumentato le tasse regionali». L’aumento, peraltro, non va a favore delle Re- menti dal centro per la Sanità, demandando il ripianamento dei tagli all’addizionale Irpef. Sostanzialmente una partita di giro. Che però per il cittadino si traduce in tasse più alte per colpa di Roma. Hanno messo «Da quando sono in carica non sono state introdotte nuove tasse non ho intenzione di farlo anche per il futuro» nuove tasse per dare gli stessi soldi alle Regioni». «Quanto all’accisa sulla benzina - precisa ancora in conclusione Cota - abbiamo dovuto applicarla perché una norma prevede che quando si verifica una calamità naturale, per rimediare ai danni occorre applicare un’addizionale sull’accisa sui carburanti. Se questo non viene fatto, non c’è la possibiltà di attingere ai fondi. Non si è trattato di un atto discrezionale del governo di Torino». gioni ma di Roma. «Nel senso - spiega ancora il governatore - che sono stati tagliati i trasferi- 6 laPADANIA ▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼ Giovedì 5 gennaio 2012 provvedimento fiscale regressivo». «L'Europa - spiega l’ex ministro - è una piazza necessaria ma non è sufficiente. L’Europa suggerisce molto ma può poco. Il mercato finanziario suggerisce uguale, ma può tutto». Secondo Tremonti «il rischio per l’Italia non è tanto un’altra manovra, ma quello di dover fare una domanda d’assistenza al Fmi», in cui «decisiva sarebbe la nostra drastica perdita di sovranità nazionale» «GOVERNO MONTI CREDIBILE IN UE, MA NON PER MERCATI» Il governo Monti è «credibile in Europa, ma non lo è per i mercati». Parola di Giulio Tremonti (foto) che col Corriere della Sera fa il punto dell’attuale situazione economica e politica italiana e sottolinea: «Ho una grande considerazione per la competenza tanto di Monti quanto di Grilli, e ho votato la fiducia ma il decreto salva Italia è un POLITICA ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲ IL SIGNOR MONTI CI MENTE? Figura ancora nella Trilateral Per il sito della Commissione è ancora European Chair. Ma le dimissioni del neo-presidente del Consiglio ci erano state annunciate a novembre... ALESSANDRO MONTANARI MILÀN - In altri Paesi, quelli in cui l’opinione pubblica non è incline a tollerare che gli uomini politici mentano o manchino alla parola data, la questione diventerebbe piuttosto imbarazzante. In Italia, lo capiremo presto. Ricordate quel problemuccio degli incarichi internazionali ricoperti da Mario Monti e subito rimproveratigli, al tempo del suo in- nascere ogni chiacchiericcio sul proprio conto e non alimentare accuse di possibili conflitti d’interesse od elucubrazioni ancor più fastidiose intorno ai grandi burattinai del mondo, il nostro presidente del Consiglio assunse la decisione migliore, nonché, forse, l’unica possibile: dimettersi da tutte le cariche extra-politiche. Curiosamente, però, ad annunciare al Paese tale risoluzione non fu Mario Mon- globalizzazione in fase embrionale...) - la fototessera del nostro presidente del Consiglio continua infatti a comparire sopra alla prestigiosa dicitura Euro pean Chair. Ma, allora, come la mettiamo, signor presidente? Le sue dimissioni ci sono state annunciate ormai da un mese e mezzo; possibile mai che non siano ancora arrivate a destinazione? Oppure dobbiamo pensare che non sia- ▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼ gresso a Palazzo Chigi, dai seguaci delle teorie politiche complottiste, da qualche eretico del Parlamento e da un numero stranamente irrisorio di quotidiani? Parliamo della consulenza alla banca d’affari Goldman Sachs, ma forse soprattutto ............................. Svista o promessa non mantenuta? Il premier deve chiarire. In caso contrario si pone un problema di credibililtà ............................. dell’appartenenza del Professore a due dei più noti circoli elitari del pianeta: il Bilderberg Group, di cui Monti apprendiamo dal Corriere della Sera del 25 novembre scorso - era membro della Commissione Permanente (Steering Committee), e della famigerata Commissione Trilaterale, per la quale Monti figurava addirittura come European Chair, ovvero presidente del ramo europeo. Ebbene, per stroncare sul ti in persona o un suo portavoce, ma un articolo del Corriere della Sera, che nella già citata edizione del 25 novembre scorso (e la data, come vedremo, ha una sua importanza) titolava, piuttosto solennemente, così: «LA SCELTA - Bocconi, Trilateral e Goldman Sachs: il premier lascia tutti gli incarichi. Via anche da Bilderberg». Ma la promessa è poi stata effettivamente mantenuta? Verificare è cosa assai ardua ed in alcuni casi - come nel caso del misteriosissimo Bilderberg Group (il cui livello di riservatezza è talmente elevato da aver fatto dubitare, a molti e per molto tempo, che il think-tank esistesse davvero) perfino impossibile. Si dà il caso, però, che l’unico riscontro immediatamente eseguibile abbia, sfortunatamente, prodotto un esito negativo. Nel sito della Commissione Trilaterale (www.trilateral.org) - il “pensatoio” fondato nel 1973 da David Rockfeller per sviluppare la cooperazione tra Europa, America ed Asia (toh, guarda, la no state accettate, o ancora che il sito internet dell’associazione, peraltro così trasparente e prodigo di informazioni interessanti, sia aggiornato in tempi tanto inappropriati? Noi, naturalmente, non ci permettiamo di propendere per nessuna ipotesi in par- ticolare ed anzi attendiamo le necessarie delucidazioni direttamente dal presidente del Consiglio, il quale, se il 25 novembre scorso aveva adottato la coscienziosa risoluzione di annullare tutti quegli incarichi internazionali (come scriveva un entusiasta Sergio Bocconi sul Corsera: «evidentemente per ritenuta incompantibilità») dovrebbe ora avvertire l’esigenza di dimostrare al Paese che non è ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲ FABRIZIO CARCANO La sera del 31 dicembre a Palazzo Chigi si è fatta baldoria, con una cena organizzata dal premier Mario Monti e dalla moglie per una decina di commensali, quasi tutti parenti stretti del neo senatore a vita. Tutti attavolati nel palazzo istituzionale dove ha sede il Governo, tenuto appositamente aperto per una cena privata. Ad ammetterlo lo stesso Monti, attraverso un comunicato diramato ieri sera dall’ufficio stampa di Palazzo Chigi, in replica ad una precisa interrogazione a riguardo presentata dal senatore leghista Roberto Calderoli, il quale, appresa la notizia di un festa privata che si sarebbe tenuta a Palazzo Chigi la notte di fine anno, volendo Baldoria di fine anno a Palazzo Chigi? Il premier conferma... la verità su una vicenda di questa importanza - soprattutto in un simile momento congiunturale di crisi e di sacrifici per il Paese - non ha esitato ad incalzare Monti («La notizia sta girando e necessita di una rapida risposta. Francamente non riesco a crederci, perché in un momento del genere sarebbe davvero incredibile, oltre che gravissimo, se venisse confermato che il premier ha utilizzato un Palazzo istituzionale e il relativo personale per una festa di natura privata. E in questo caso mi pare evidente che Monti dovrebbe rassegnare immediatamente le dimissioni e chiedere scu- Diciamolo subito. Il governo delle Maldive ha deciso ieri, dopo le proteste degli islamici, di riaprire i centri benessere e le spa, perchè, motivazione ufficiale, non sono bordelli. Quindi, se ne può dedurre, chi va in questi meravigliosi posti non cerca “luoghi di prostituzione”. Non sarà sessuale, perciò, la motivazione che ha spinto Pier Ferdinando Casini, Renato Schifani, Francesco Rutelli e Stefania Craxi a festeggiare il Capodanno alle Maldive. non riescono neppure ad arrivare alla fine del mese. E sul punto Calderoli è lapidario: «La notizia sta girando e necessita di una rapida risposta. Francamente non riesco a crederci, perché in un momento del genere - in cui i cittadini sono costretti a tirare la cinghia, per usare un eufemismo, dalle misure adottate da questo Governo - cate quando da Palazzo Chigi viene diaramata una lunghissima e articolata nota in cui viene spiegato che il premier la sera del 31 ha effettivamente ospitato una cena con la moglie e una decina di commensali, ovvero i due figli del premier, con rispettivi coniugi, la cognata e il rispettivo coniuge e quattro nipoti. Santa Emerenziana (tortellini e dolce) e in via Cola di Rienzo (cotechino e lenticchie). La cena è stata preparata e servita in tavola dalla signora Monti. Non vi è perciò stato alcun onere diretto o indiretto per spese di personale». Quindi una chiosa ironica: «Il Presidente Monti non si sente tuttavia di escludere che, in relazione al Calderoli: «Un comportamento rispetto al quale un Paese in difficoltà non può che aspettarsi le sue dimissioni e le sue scuse ai cittadini» sarebbe davvero incredibile, oltre che gravissimo, se venisse confermato che il premier ha utilizzato un Palazzo istituzionale e il relativo personale per una festa di natura privata. E in questo caso mi pare evidente che Monti dovrebbe rassegnare immediatamente le dimissioni e chiedere scusa al Paese e ai cittadini». Sono le venti da poco scoc- Nella nota viene ripetuto più volte che cibo e bevande sono state acquistati direttamente dalla consorte del Presidente del Consiglio, in alcuni rinomati negozi gastronomici del centro, il tutto pagato con il portafoglio personale di Monti. «Gli acquisti - si legge nella nota -sono stati effettuati dalla signora Monti a proprie spese presso alcuni negozi siti in Piazza numero relativamente elevato degli invitati (10 ospiti), possano esservi stati per l'Amministrazione di Palazzo Chigi oneri lievemente superiori a quelli abituali per quanto riguarda il consumo di energia elettrica, gas e acqua corrente». Ironia fuori luogo, considerando le dimensioni di Palazzo Chigi e soprattutto l’indispensabile organico interno necessario per garantire l’apertura del palazzo e la sua sicurezza, che ovviamente deve assicurare maggior livelli rispetto a quando il premier non è presente in quella che, è bene ricordarlo, non è una residenza privata ma una sede istituzionale. E infatti in proposito Calderoli replica tranciante: «Come si dice in questi casi, la toppa è peggio del buco. La nota scritta diramata da Mario Monti rispetto alla mia interrogazione scritta su quanto avvenuto a Palazzo Chigi a fine anno conferma pienamente che c’è stata una festa privata, testimoniata dall’ampia partecipazione dei suoi parenti e congiunti e, indipendentemente dal lavoro che sarebbe stato svolto dalla signora Monti in cucina e nel servizio ai tavoli, ma verificheremo che non ci fossero davvero dei cuochi o dei camerieri, chiediamo al presidente Monti se sia al corrente di quanto costa tenere aperto Palazzo Chigi, con tutto il personale conseguente, incluso quello relativo alla sicurezza. Mi spiace, ma la toppa è peggio del buco. E conferma - ha concluso Calderoli - un comportamento rispetto al quale un Paese in difficoltà non può che aspettarsi le sue dimissioni e le sue scuse ai cittadini». Benzina, accise e bollette infiammano i prezzi al consumo Casini, Rutelli, Schifani e Craxi in vacanza nel Resort più costoso delle isole popolo il discorso si complica. Andiamo ai fatti. I quattro, che per inciso sono tutti sostenitori del tecnogoverno di Mario Monti, quello delle 50 nuove tasse e del taglio alle pensioni, hanno deciso di passare i giorni di festa al Palm Beach Resort, di proprietà di Roberto Amodei, editore del Corriere dello Sport. Il resort si trova nell’isolotto di Madhiriguraidhoo nell'atollo di Lhaviyani. A parte il nome esotico, parliamo della struttura più costosa di un luogo di villeggiatura non certo consigliato agli operai in cassa integrazione. Secondo il Corriere della sera che sa al Paese e ai cittadini») attraverso un’interrogazione a risposta scritta a lui direttamente indirizzata. Nel testo dell’interrogazione Calderoli chiedeva ’se corrisponda alla verità la notizia secondo cui la notte dell’ultimo dell’anno si siano tenuti dei festeggiamenti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri in Palazzo Chigi; se la festa avesse le caratteristiche di manifestazione istituzionale ovvero di natura privata; quanti fossero gli invitati alla festa di cui sopra e a che titolo vi abbiano partecipato; se l’iniziativa sia stata effettivamente disposta dal Presidente del Consiglio Mario Monti; se tra gli invitati figurassero anche le persone care al Presidente; chi abbia sostenuto gli oneri diretti e indiretti della serata, con particolare riferimento alla sicurezza e agli straordinari del personale addetto, e se gli stessi sono stati già corrisposti; se non si ritiene inopportuno e offensivo verso i cittadini organizzare, in un momento di crisi come quella attuale, una festa utilizzando strutture e personale pubblici’. Una risposta dovuta a quei milioni di cittadini tartassati da imposte e balzelli varati dai ministri dell’Esecutivo dei Professori e a tutte quelle famiglie che Nel 2011 il tasso medio d’inflazione è volato ai massimi dal 2008 venuto meno alla parola data. E quindi fornire all’opinione pubblica qualche evidenza riscontrabile dell’interruzione dei suoi rapporti con quegli organismi sempre al centro di tante dietrologie. In caso contrario, si aprirebbe evidentemente un imbarazzante problema di credibilità politica. Per questo Governo, per chi lo guida ma anche per chi lo sostiene. Certo, qualcuno dirà, ognuno va un po’ dove gli pare. Vero, verissimo. Ma allora perchè ce ne occupiamo? Perchè, molto semplicemente, ci siamo stufati di sentire da parte di tutti richiami ai sacrifici, al senso di responsabilità, alla necessaria urgenza di provvedimenti lacrime e sangue e poi vedere che chi usa queste espressioni letteralmente se la spassa. Ma ognuno fa quello che vuole con i propri soldi? Questa è la vera domanda centrale. Non c’è il minimo dubbio. I soldi sono tuoi e te li spendi come vuoi. Ma nel caso dei suddetti “rappresentanti” del voglia di collaborare, purché si parli di liberalizzazioni, di tagli alle spese militari e ai costi della politica e si dica sì alla solidarietà e al rilancio del lavoro». «Riteniamo necessario - sottolinea inoltre Di Pietro - che questa fase due non metta al primo posto, ancora una volta, azioni di rivalsa sui lavoratori. Il mercato del lavoro, se deve essere rivisto, va rivisto attraverso il sistema della concertazione» LA SEDE DEL GOVERNO TENUTA APERTA IL 31 DICEMBRE PER UN CENA PRIVATA Chiedono sacrifici e se ne vanno alle Maldive IGOR IEZZI «IDV DISPONIBILE CON MONTI, SE FASE DUE SARA’ PIU’ EQUA» Continua il tira e molla di Antonio Di Pietro (foto). «Se la fase due del governo Monti sarà più equa e più giusta - ha fatto sapere ieri il leader dell’Idv - noi daremo il nostro contributo». «Con il nuovo anno - spiega l’ex pm - Monti e il suo governo hanno promesso una “fase due” a cui noi dell’Idv guardiamo con attenzione, interesse, responsabilità e con POLITICA Sopra, la pagina del Corriere della Sera del 25 novembre scorso in cui si annunciavano le “dimissioni” di Monti da Bilderberg, Trilateral, Bocconi e Goldman Sachs. A fianco, il sito della Trilateral 4 gennaio 2012 7 laPADANIA Giovedì 5 gennaio 2012 riporta la notizia “la comitiva politica praticamente al completo si sarebbe sistemata nell'area delle ville e delle suite migliori: le cui tariffe variano dai 2.550 dollari a notte per la più piccola sino ai 5.700 (sempre a notte), cameriere fisso compreso, per la Presidenziale”. Nello stesso isolotto si sarebbero visti attori, calciatori come Totti e il produttore del cinema Aurelio De Laurentiis. Con l’unica differenza che loro sono sistemati in camere da soli (per modo di dire) 550 dollari a notte. Anzi, a dir la verità, ci sarebbe anche un’altra differenza. Che gli stipendi a Totti o a De Laurentiis non glieli paghiamo noi (almeno non siamo costretti) mentre a Casini, Rutelli, Schifani e Craxi sì. Costretti, tassati e presi in giro. I sacrifici sono per i cittadini, per chi li chiede ci sono le Maldive. E poi hanno il coraggio di dire che non guadagnano troppo. Per correttezza Rutelli ha prontamente smentito non la località di vacanza ma il costo. Con una motivazione alquanto bizzarra: «Non ero mai stato - a differenza di praticamente tutti i miei amici e di tantissimi italiani - alle Maldive, e debbo dire che avevano ragione loro: è un posto che almeno una volta nella vita va conosciuto». Alzi la mano chi non c’è mai stato non potendosele permettere. Il pieno di benzina infiamma l’inflazione, imponendo altri sacrifici ai cittadini già super tartassati. Il rincaro dei carburanti, su cui pesano accise sempre più elevate, ha spinto nel 2011 il tasso medio d’inflazione al 2,8%, come non si vedeva dal 2008, anno della “bolla” della materie prime e del record del prezzo del greggio vicino ai 150 dollari. Solo nel 2010 il rialzo medio annuo era stato dell’1,5%, dunque quasi la metà. A dicembre, ha comunicato ieri l’istat, il tasso d’inflazione è rimasto stabile al 3,3% annuo, mentre rispetto a novembre si registra un aumento dello 0,4%. Nell’ultimo mese dell’anno la “benzina”verde” è aumentata dell'1,9% su mese e del 15,8% annuo. Il prezzo del gasolio segna un balzo del 5,6% congiunturale e del 24,3% rispetto a un anno fa. Un salasso insomma. Il prezzo dei carburanti, va ricordato, incide pressoché su ogni prodotto presente sugli scaffali, per via dei costi del trasporto. Nel 2011 la voce trasporti ha visto una variazione media annua del 6,2%, il rialzo maggiore da 15 anni. Impennata anche per i costi legati all’abitazione 5,2%, complici in questo caso gli aumenti delle bollette. Una tendenza che, visti i recenti aumenti, pare purtroppo destinata a continuare. Secondo l’ufficio studi di Confcommercio «le dinamiche inflazionistiche italiane continuano ad essere condizionate dall'evoluzione dei prezzi relativi ai prodotti energetici e, più in generale, a tutto il segmento del trasporto. L'incremento dello 0,4% registrato nell'ultimo mese dell'anno è, infatti, imputabile in misura quasi esclusiva alle dinamiche registrate da questo comparto riflettendo l'ennesimo aumento dell'accisa sui carburanti ed alcuni fattori stagionali». Al di là del dato congiunturale, si legge in una nota, «a preoccupare è “l'eredità” lasciata dal 2011 al 2012 pari all'1,3%. Dato che - anche alla luce degli aumenti già decisi per gennaio, delle tensioni in atto sulle materie prime petrolifere, acuite dal deprezzamen- to dell'euro, e dei possibili ulteriori aumenti dell'Iva - porta ad ipotizzare come anche nell'anno appena iniziato l'inflazione continuerà a registrare tassi d'incremento abbastanza elevati. E questo rischia di acuire le difficoltà di famiglie e imprese nella già difficile fase di congiuntura economica che il Paese sta vivendo». E a gennaio, secondo il Codacons, «dopo tutti gli aumenti verificatosi con il nuovo anno, ci sarà un'inflazione record, che potrebbe arrivare a toccare il 3,6%. Un valore che, tradotto in termini di costo della vita ed al netto dei futuri aumenti delle tasse introdotti dalla manovra Monti, dall'Imu all'Iva, significa una stangata da 1.059 euro per una famiglia media». Da parte sua la Confederazione italiana agricoltori (Cia) sottolinea come «il caro-benzina continui a tenere in tensione i prezzi dei prodotti alimentari (+2,9% a dicembre su base annua) e costringa una famiglia su tre a tagliare i consumi a tavola, complice anche il perdurare di una crisi economica che nello scorso aveva portato a un calo delle vendite agroalimentari tra lo 0,5 e l'1,5% e a un cambiamento radicale del carrello della spesa». L'infiammata che ha fatto registrare i prezzi alimentari, rimarca la Cia, «ha avuto, tuttavia, i suoi riflessi sui consumi. A pagare di più la contrazione della domanda domestica sono stati pane, pasta, carni bovine, prodotti ittici, frutta e vini». Un trend negativo che si è riscontrato per tutto il 2011. Sta di fatto che lo scorso anno, sostiene l’organizzazione, «una famiglia su tre, appunto, è stata costretta a “tagliare” gli acquisti alimentari, mentre tre su cinque hanno dovuto modificare il menù quotidiano e oltre il 30 per cento è obbligato, proprio a causa delle difficoltà economiche, a comprare prodotti di qualità inferiore. Analoga la percentuale di chi si rivolge ormai esclusivamente alle promozionì commerciali, mentre sono cresciuti gli acquisti presso gli hard-discount, dove si compra in mondo più conveniente». 8 laPADANIA ▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼ POLITICA ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲ IMMIGRATI, FERRERO: «ORA ABROGARE LA BOSSI-FINI» «La Lega Nord appena può ritrova il suo carattere razzista e xenofobo: la tassa sui permessi di soggiorno è una vergogna, tutti sappiamo che sono proprio i lavoratori immigrati quelli che vivono nelle peggiori condizioni. Ma Maroni &c. comunicano con i loro elettori solo a colpi di attacchi razzisti. Quanto al TRATTATIVE GIÀ IN CORSO Ortodossi greci, le ricchezze allo Stato in difficoltà ATENE - Un gesto straordinario, profondamente cristiano, un autentico esempio per il mondo. «La chiesa ortodossa greca sarebbe pronta a cedere parte del suo vasto patrimonio immobiliare per aiutare il paese a contrastare la grave crisi economica». A rendere nota la proposta non è stato un prelato più o meno titolato da un balcone, o da uno scranno messo su per l’occasione, ma il ministro delle Finanze ellenico, Evangelos Venizelos, al termine di un colloquio con il l’arcivescovo Ieronymos II, massima autorità spirituale della nazione. Il prelato ha detto al ministro di essere anche «molto ottimista sulle possibilità di cooperazione con la chiesa su strumenti pratici per alleviare le sofferenze dei più bisognosi». Il religioso ha aggiunto che i colloqui in corso sono “molto costruttivi” e ha promesso che «la chiesa continuerà a combattere per la gente in questi momenti cruciali». Le immense proprietà terriere della chiesa greca sono in parte eredità del periodo della dominazione ottomana, quando la gente preferiva donarle alla Chiesa piuttosto che rischiare l’esproprio da parte di turchi. Nei mesi scorsi, la chiesa greca era rimasta invischiata in polemiche simili a quelle italiane contro la chiesa cattolica per i vantaggi fiscali di cui gode anche in tempi di austerity e sacrifici. Dei vertici ecclesiastici si disse che sono “ricchi egoisti”. Una petizione con oltre 100mila adesioni chiese una legge che eliminasse tutti i benefici speciali. L’istituzione detiene fra l’altro l’1,5% della Ieronymos II azioni della Banca Nazionale della Grecia, è l’ente privato con maggiori possedimenti terrieri (seconda solo al demanio), dà lavoro a migliaia di persone ma versa una quota di tasse irrisoria. L’arcivescovo di Atene Ieronymos II, già in luglio dopo un colloquio con il ministro Venizelos, aveva manifestato la disponibilità della Chiesa ortodossa a cedere parte del suo vasto patrimonio immobiliare per aiutare il paese a contrastare la crisi. Sembrava cosa fatta, ma occorsero delle trattative. Il Partito socialista dell’ex premier George Papandreou, al governo ad Atene, non sembrava infatti volerne intaccare seriamente il potere, temendo la sua capacità di mobilitazione. Ieronymos e il ministro Venizelos hanno quindi deciso di creare un ente speciale stato-chiesa per vendere parti delle proprietà ecclesiastiche, destinando gli introiti a opere di beneficenza. Nel 2010 il Santo Sinodo della chiesa greca ha pagato all’erario 1,3 milioni di euro. Un altro ex ministro delle Finanze, Sefanos Manos, ha chiesto «un censimento indipendente delle proprietà ecclesiastiche», almeno per trovare le risorse atte a pagare gli stipendi ai circa 9mila preti attivi e in pensione, con un esborso di 286 milioni di euro l’anno per lo stato. In Italia, l’8 per mille alla Chiesa cattolica deve essere impiegato “per esigenze di culto della popolazione, sostentamento del clero, interventi caritativi a favore della collettività nazionale o di paesi del terzo mondo”. Nel 2008 le fu consegnato poco più di un miliardo di euro, con una crescente magnanimità da parte dello stato italiano, tutte le forze politiche concordi. Secondo una stima di Franco Alemani del gruppo Re, «il 20-22% del patrimonio immobiliare nazionale è della Chiesa». Si tratta di donazioni, lasciti e quindi spessissimo di rendite che vanno ad aggiungersi ai contributi dello Stato. Giovedì 5 gennaio 2012 governo Monti, non si limiti in materia di immigrati ad eliminare una tassa ingiusta: cancelli la Bossi-Fini e tutte le normative che penalizzano e discriminano i migranti. Visto che invocano sempre l'Europa facciano gli europei sui migranti». Lo afferma il segretario di Riforndazione Comunista, l’ex ministro Paolo Ferrero (foto) 9 laPADANIA Giovedì 5 gennaio 2012 ▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼ IMMIGRATI, BINETTI: «BENE STOP A TASSA LEGHISTA» «Chiediamo al governo di abolire una tassa che rende ancor più difficile la vita per tanti immigrati che, pur avendo un regolare permesso di soggiorno e pagando regolarmente tutte le tasse come i cittadini, dovranno sborsare una cifra tutt'altro che irrilevante per poterlo rinnovare. E' una tassa coerente POLITICA ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲ con l'impostazione della Lega, ma ora la Lega è forza di opposizione e la sua ostilità verso gli immigrati può e deve essere rovesciata da una diversa cultura della integrazione. Bene ha fatto il ministro Riccardi ad avviare una revisione di questo balzello che ha il sapore di una vera ingiustizia sociale». Lo dichiara la deputata dell’Udc, Paola Binetti (Foto) PALAZZO CHIGI VUOLE ANNUL LARE L’UNICA IMPOSTA PER GLI IMMIGRATI Il Governo fa pagare le tasse solo ai cittadini! FABRIZIO CARCANO Le tasse? Le devono pagare solo i cittadini! E guai a farle pagare, o anche solo a chiederle, agli immigrati, che vanno tutelati e protetti. Anzi verrebbe da dire, semplificando, che le tasse le devono pagare solo i soliti fessi, possibilmente padani, ovvero quelli che da una vita lavorano, rispettano le regole e tirano la carretta per tutti. Quegli stessi fessi che adesso scoprono che dovranno rimandare persino di quattro anni l’approdo in pensione, magari dopo aver speso sudore per quarant’anni in fabbrica, o che dovranno pagarsi la tassa sulla prima casa, amplificata con la revisione degli estimi catastali, dopo aver risparmiato per una vita per acquistarla. Sembra un paradosso, quasi una provocazione, eppure è la verità. L’imposta agli immigrati residenti in Italia che intendano richiedere o rinnovare il permesso di soggiorno peraltro un’i mpos ta modesta che oscilla tra gli 80 e i 200 euro - era stata varata dal precedente Governo di centrodestra, con un decreto dello scorso sei ottobre, frutto di un’azione politica congiunta portata avanti dagli allora ministri dell’Interno, Roberto Maroni, e dell’Economia, Giulio Tremonti, per adeguare la normativa italiana a quelle degli altri Paesi europei dove gli immigrati che richiedono un documento amministrativo sono regolarmente chiamati a contribuire, versando u n’imposta che può raggiungere anche cifre considerevoli, addirittura 1600 euro, nel caso di una carta per il permesso di lavoro in Francia. Insomma una prassi vigente in tutti i Paesi dell’Unione Europea, cui l’Italia semplicemente si stava adeguando. E non a caso utilizziamo l’imperfetto. L’imposta in questione entrebbe in vigore il prossimo 30 gennaio ma da giorni si stanno levando le proteste della Cei e della Cgil, stranamente unite in que- sta battaglia, oltre che delle forze della sinistra extraparlamentare, cui, da ieri, si sono aggiunti il Partito Democratico, ma soprattutto autorevoli esponenti del Governo di Mario Mo nt i, intervenuti a gamba tesa sulla questione. Addirittura, sollecitati dalle pressioni del Pd e della Cgil, ieri mattina i ministri Annamaria Cancellieri e Andrea Riccardi hanno diffuso un comunicato per silurare l’imposta sui permessi di soggiorno, spiegando che: «Il ministro dell'Interno e il ministro per la Cooperazione internazionale e l'Integrazione hanno deciso di avviare una approfondita riflessione e attenta valutazione sul contributo per il ri- lascio e il rinnovo dei permessi di soggiorno degli immigrati regolarmente presenti in Italia. In un momento di crisi che colpisce non solo gli italiani ma anche i lavoratori stranieri presenti nel nostro Paese, due ministri, bisogna tenere conto delle difficoltà dei lavoratori stranieri. Solo delle loro, verrebbe da dire, visto che quando sono state varate le norme in materia economica o di welfare, che tanto pesantemente hanno colpito i lavoratori e i pensionati nostrani, a Palazzo Chigi non si sono fatti tanti scrupoli, al di là delle teatrali lacrime del ministro Elsa Fornero a beneficio delle telecamere... E verrebbe anche da dire che la presa di posizione dei ministri Cancellieri e Riccardi è assolutamente politica e pertanto in netta stonatura rispetto ad un Governo che si definisce tecnico. Nulla di nuovo, a ben riflettere, Roberto Maroni: «Sarebbe un atto di vera e propria discriminazione nei confronti dei cittadini padani e italiani, un attacco ai diritti di chi lavora e paga la crisi» c'è da verificare se la sua applicazione possa essere modulata rispetto al reddito del lavoratore straniero e alla composizione del suo nucleo familiare». Proprio così. Avete letto bene. In un momento di crisi, hanno spiegato i Avvenire sulle barricate in difesa del privilegio sull’Ici. La Cei in difesa delle prerogative degli extracomunitari. Ma qualcuno pensa di difendere anche i nostri operai e i pensionati? I cittadini italiani possono e devono pagare tasse su tasse. La Chiesa e gli immigrati no. Strano concetto di sacrificio e di emergenza economica. Da anni montano le polemiche sulle agevolazioni fiscali di cui godrebbe la Chiesa, in particolar modo per quando riguarda l’Ici. Discussioni che si sono, solo temporaneamente, attenuate negli ultimi anni perchè il Governo precedente aveva cancellato questo odioso balzello che grava considerando le pressioni dello stesso ministro Riccardi, in sponda con il Quirinale, per portare in Parlamento una legge che dimezzi i tempi di acquisizione della cittadinanza, e quindi del diritto di voto, per gli stranieri presenti sul nostro territorio. Logico che un Governo non tecnico, ma chiaramente politico e in perfetta simmetria con il Pd e il Terzo Polo, voglia dimezzare i tempi per la cittadinanza degli immigrti, che diventerebbero nuovi potenziali elettori per il centrosinistra, e conseguentemente lavori per annullare un’imposta sui prmessi di soggiorno decisa dal precedente Governo dove era presente la Lega. Una scelta, quella del Governo Monti, che configura un vero e proprio atto di razzismo, per cui gli immigrati, pur benefician- sulle prime case. Oggi che il tecnocrate Mario Monti ha ripristinato la gabella, si riaccendono i fuochi sotto la polemica tra chi sostiene che la Chiesa dovrebbe pagare l’Ici e chi, all’interno del mondo confessionale, difende l’esenzione. Tra questi ultimi sulle barricate c’è l’Avvenire, il giornale dei vescovi, impegnato in una serratissima campagna per difendere il “privilegio” ecclesiale. «C'è chi ha sparato cifre enormi: 400, 700, 2.000 milioni di euro. In realtà» le agevolazioni fiscali «riconosciute a tutte le realtà laiche e religiose, comprese quelle della Chiesa, che operano senza fini di lucro per scopi di riconosciuta utilità sociale», rappresentano «un investimento di circa 100 mln di euro. Un investimento razionale che produce frutti infinitamente maggiori in termini di solidarietà sociale». Il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, nella sua rubrica quotidiana, proprio non ci sta. «Nessuna cifra miliardaria», titola dunque l'Avvenire, richiamando i 100 mln di euro riconducibili alle agevolazioni su Chiesa e no profit. Si parla quindi di “tutte” le attività di “tutti” gli enti non profit: quindi, rimarca ancora il quotidiano della Cei, «se tutte le attività so- tà dei ministri Cancellieri e Riccardi di riconsiderare quella odiosa tassa, frutto di una mania di persecuzione nei confronti degli immigrati»), si compiace il Terzo Polo (con il finiano Fabio Granata: «E' bravo il ministro Riccardi c h e , r i s p o ndendo subito alla nostra sollecitazione, fa sapere, insieme al titolare dell'Interno di voler rivedere l'assurda stangata sui permessi di soggiorno che, voluta dal precedente governo a trazione leghista, starebbe purtroppo per entrare in vigore a fine mese. L'annuncio dell'Esecutivo ci fa capire che la sensibilità sui temi dell'immigrazione è cambiata e che, adesso, si potrà andare avanti anche sulla nuova normativa per la cittadinanza») e si riallinea persino l’Italia dei Valori (con Leoluca Orlando che si sbilancia: «Ci auguriamo che venga eliminata al più presto pre è la Lega Nord. Che attacca frontalmente senza se e senza ma l’Esecutivo. Durissimo Roberto Maroni: «Il governo vuole cancellare il mio decreto sul permesso di soggiorno a pagamento: io dico alla ministra Cancellieri di non azzardarsi a farlo, sarebbe un atto di vera e propria discrimi nazione nei confronti dei cittadini padani e italiani, un attacco ai diritti di chi lavora e paga la crisi che la Lega non può accettare». Tranciante Ro ber to Calderoli: «E’ davvero incredibile, per non dire vergognoso, vedere che autorevoli ministri del Governo di Mario Monti, dopo aver taciuto di fronte alle pesanti misure adottate dall'Esecutivo, che vanno a colpire i nostri pensionati e i nostri lavoratori che fanno fatica ad arrivare a fine mese, adesso si spendano in prima persona e prendano posizione contro la tassa sul permesso di soggiorno per gli immigrati. Una vergogna davvero. Comunque prendiamo atto che per i ministri del Governo Monti si possono spremere i nostri pensionati e i nostri lavoratori, tassare i loro risparmi, la loro prima abitazione, ma non si deve chiedere nulla agli immigrati». Mentre il vicepresidente dei senatori leghisti, Sa ndro Mazzatorta, fa notare: «In altri paesi sia europei che extraeuropei il contributo richiesto agli extracomunitari per il rilascio dei permessi di soggiorno è ben superiore al contributo richiesto in forza del decreto del ministro Tremonti e del ministro Maroni. Se il governo Monti modificasse questa norma calerebbe definitivamente la maschera sulla volontà tutta politica di ribaltare i risultati in tema di politiche sull'immigrazione raggiunti dal governo scelto dagli elettori nel 2008. E la nostra reazione, avverte infine sarebbe adeguata». Roberto Calderoli: «Prendiamo atto che per il Governo Monti si possono spremere i nostri pensionati e i nostri lavoratori, ma non si deve chiedere nulla agli immigrati» do degli stessi diritti dei cittadini, pur utilizzando gli stessi servizi pagati dalla collettività, godono di un trattamento di favore quando si tratta di versare un contributo sotto forma di imposta. Alla faccia di quei milioni di fessi, guarda caso concentrati soprattutto al Nord, che si ritroveranno a breve a dover sborsare cifre considerevoli per l’Ici sulla prima casa, per l’aumento delle aliquote Irpef a livello re- gionale e via dicendo. Esulta il Pd, che plaude all’operato del Governo (con l’ex ministro Livia T u rc o in prima fila: «Apprezziamo la volon- questa ingiusta e discriminatoria tassa sul permesso di soggiorno»). Insorge il Pdl (Maurizio Gasparri: «E’ una tassa giusta e non si tocca»), ma a far sentire forte la voce dell’opposizione e lo sdegno dei cittadini come sem- Per tutti gli altri le gabelle «non sono un optional» La Chiesa esenta se stessa e gli stranieri ciali “erodono” - si fa per dire - un gettito pari a 100 milioni di euro, è evidente che il dato riconducibile ai soli enti della Chiesa cattolica dovrà essere molto inferiore». Nella rubrica delle risposte ai lettori, poi, il direttore Marco Tarquinio se la prende con quelli che sono stati i tanti «oltraggi alla verità dei fatti e all'azione sociale e non profit della Chiesa (ma anche di altri, con diversi riferimenti ideali e spirituali, indirettamente messi nel mirino)». «I cristiani - aggiunge Tarquinio - nutrono un grande e positivo senso della legalità: osservano le leggi giuste, obiettano rispetto a quelle sbagliate, si battono perchè tutte le norme civili siano eque e fondate su valori solidi. E soprattutto, sanno che le tasse vanno pagate, perchè - come ha ribadito anche recentemente il cardinal Bagnasco “non sono un optional”. Tutto il resto è errore, malizia, chiacchiera e bolso anticlericalismo». Avvenire sottolinea che per la prima volta è arrivata dal Ministero dell'Economia una valutazione ufficiale e i dati comprendono non soltanto la Chiesa ma anche onlus, enti del volontariato e fondazioni varie. A fare i conti è stato il gruppo di lavoro guidato dall'attuale sottosegretario all'Economia Vieri Ceriani, che era stato incaricato dall'ex ministro Giulio Tremonti di censire tutti i regimi di favore che erodono il gettito fiscale. All'interno del po- deroso volume, da poco pubblicato sul sito internet del ministero dell'Economia nella sezione “Documenti e pubblicazioni”, una scheda ad hoc è dedicata proprio a “Ici-Enti non commerciali”. Il documento spiega che, «sulla base dei dati presi in esame, è stata ricostruita la platea degli enti fruitori della misura Ici e dei relativi immobili con una perdita di gettito pari a circa 100 mi- lioni, ottenuta simulando l'abrogazione delle disposizioni in esame». Oltre alla Chiesa, dunque, all'interno di questa stima rientrano anche tutte le altre categorie di contribuenti che godono dell'esenzione dall'imposta comunale sugli immobili. Al di là delle cifre, e comunque cento milioni non sono noccioline, colpisce il giustificazionismo a senso unico che parte della Chiesa sembra adottare. La situazione economica è drammatica, i sacrifici sono necessari. Ma, sembrano dirci, non per tutti. Non per la Chiesa, che fa cose nobilissime ma non più nobili che mantenere una famiglia, operazione diventata difficilissima negli ultimi tempi. E non gli immigrati, che notoriamente in Italia godono di maggiori privilegi rispetto ai cittadini. E’ giusto tassare tutti, ma non si tocchino gli stranieri. Martedì mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes della Cei, ha tuonato: quella sul permesso di soggiorno è una tassa «ingiusta e inop- portuna». «E' una tassa - ha detto Perego - non solo inopportuna in questo momento di crisi, che colpisce profondamente gli immigrati, ma è anche una tassa ingiusta, che aggrava ulteriormente una serie di tasse legate a un qualsiasi documento di identità, penalizzando soltanto gli immigrati nel nostro Paese». «Una seconda osservazione - ha aggiunto - è che, proprio perchè siamo in una situazione di crisi economica, credo che, qualora ci sia un contributo aggiuntivo - stimato in oltre 200 milioni di euro oltre ai 100 milioni che gli immigrati versano ogni anno per le tasse di soggiorno - il suggerimento è quello di costituire un fondo di solidarietà presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali o presso il Ministero della Cooperazione internazionale e dell'integrazione, ad esempio a favore dei ricongiungimenti familiari, a favore dell'acquisto e del cambio della casa». Certo, magari dopo averli esentati dal pagamento dell’Ici. Igor Iezzi 10 laPADANIA ▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼ Giovedì 5 gennaio 2012 BRACCIALETTI ELETTRONICI “GRIFFATI” Spietata disamina del vicecapo della Polizia, il prefetto Francesco Cirillo, di fronte alla Commissione Giustizia del Senato. “Le camere di sicurezza oggi disponibili in Italia, in tutto 1057, che in base alle norme contenute nel decreto svuota carceri in vigore dallo scorso 23 dicembre dovrebbero ospitare, entro 48 ore dal fermo, persone POLITICA ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲ arrestate per reati non gravi e in attesa di processo per direttissima, sono poche e inadatte a ospitare i detenuti in condizioni di minima dignità. Oltre a questo le forze di polizia non sono organizzate nè attrezzate per la custodia degli arrestati”. E sui braccialetti elettronici: “Quelli attivi oggi sono solo otto e costano 5 mila euro l'uno. Se fossimo andati da Bulgari avremmo speso meno». Il decreto spacca la maggioranza e fa emergere le proteste delle Forze dell'ordine Svuota-carceri: è solo un indulto In commissione giustizia la denuncia della Polizia: misure inadeguate e penalizzanti Scoppia la polemica tra Governo e Polizia sul decreto svuota-carceri. E la vibrante protesta delle forze dell'ordine conferma, una dopo l'altra, tutte le critiche e i dubbi avanzati dalla Lega Nord. Teatro dello scontro è la commissio- questi 20 mila extracomunitari». Fermo restando il principio della certezza della pena sottolinea ancora Cagnin «crediamo sia giusto riportare nei paesi di provenienza questi detenuti che costano ai nostri cittadini contribuenti circa 250 euro al giorno. Riportandoli a ....................... Le celle di sicurezza nelle caserme e nelle questure sono poche e non adatte ad ospitare i fermati in attesa di convalida ....................... ....................... Vallardi e Cagnin: «Invece di liberarli, il Governo dovrebbe mandare i detenuti stranieri nei Paesi d’origine. Risparmieremmo 5 milioni di euro al giorno» ....................... IVA GARIBALDI ne Giustizia di Palazzo Madama che ieri ha ascoltato in audizione il vice capo della Polizia, prefetto Francesco Cirillo nell'ambito del decreto che prevede la detenzione domiciliare fino a 18 mesi, anche nei casi in cui si tratti di pena residua da scontare. Sotto accusa è finita la norma che prevede per gli arresti in flagranza di reati e per i fermi in attesa di convalida la detenzione nelle celle di sicurezza in dotazione delle caserme. Peccato però che queste celle siano davvero poche e comunque inadeguate a svolgere la funzione che il governo vorrebbe scaricare sulla polizia, i carabinieri e Guardia di finanza. «La misura sulle celle di sicurezza dice Gianpaolo Vallardi - è un palliativo che non risolve il problema. C'è una inadeguatezza numerica rispetto alle dimensioni del fenomeno. Conti alla mano parliamo di 268 mila persone che in un anno transitano per qualche giorno nelle prigioni prima della convalida del giudice. Secondo il decreto queste persone dovrebbero trovar posto nelle celle di sicurezza che sono assolutamente insufficienti». Ma Vallardi evidenzia anche un altro aspetto della problematica: «il prefetto Cirillo ha fatto notare che servirebbero circa 10 poliziotti a guardia di ogni cella. E dove li prendiamo? L'unica soluzione sarebbe distogliere uomini che controllano il territorio. Insomma si crea un problema ancor più grave». Ma non è solo la Lega a criticare il provvedimento del Governo. E a poco valgono le parole del ministro Paola Severino che in sua discolpa invoca un accordo con il Viminale, che a sua volta conferma, a proposito di questa misura. Fatto sta che la Polizia ha denunciato l'inadeguatezza della norma anche per bocca dei sindacati di categoria. E in commissione nemmeno la maggioranza è compatta: il Pd è spaccatissimo sulla norma e in generale sul decreto (a favore si sono espressi il capogruppo Anna Finocchiaro e il senatore Maritati mentre decisamente contrari si sono detti i se- natori del Pd Casson e Serra). La contrarietà della Lega è comunque rivolta a tutto il provvedimento: «Siamo di fronte a un altro indulto - dice Luciano Cagnin - e comunque il fatto che si cerchi di abbonare gli ultimi 18 mesi di detenzione ai detenuti presenti nelle carceri italiane non risolverà il problema del sovraffollamento». «Bisogna dare seguito al programma di edilizia carceraria già avviato ai tempi del mi- nistro Castelli - dice ancora Cagnin - ma soprattutto rimpatriare i 25000 detenuti stranieri presenti nelle carceri. E non è roba da poco: basti pensare che su una popolazione di 67 mila detenuti 25 mila sono stranieri e di casa loro risolveremmo due problemi in una sola volta. Il sovraffollamento carcerario e l'indebitamento del settore della giustizia che vedrebbe liberate milioni e milioni di euro e se ne potrebbero risparmiare 5 milioni». LA DENUNCIA DI ANTIGONE: DECINE DI STRUTTURE MAI UTILIZZATE Il pozzo senza fondo delle galere-fantasma Istituti nuovi e mai aperti.. Strutture costate milioni di euro che non hanno mai ospitato un detenuto. Sono le “carceri fantasma”, disseminate lungo tutto lo Stivale: 38 in tutto, secondo i dati dell'associazione Antigone, gli istituti penitenziari che, negli ultimi venti anni e più', sono stati costruiti, spesso ultimati, a volte anche arredati e poi rimasti inutilizzati, sottoutilizzati o in totale stato d'abbandono. Si va da Nord a Sud, con situazioni e storie diverse. Ad Arghillà' (Reggio Calabria), il carcere è inutilizzato. Mancano solo la strada d'accesso, le fogne e l'allacciamento idrico ma per il resto è ultimato e dotato di accorgimenti tecnici d'avanguardia. Ancora più particolare la situazione di Bovino (Foggia), con una struttura da 120 posti, già pronta, chiusa da sempre. Ad Accadia (Foggia), il penitenziario consegnato nel 1993, è ora di proprietà del Comune e mai utilizzato. Ad Agrigento, sei sole detenute occupano i 100 posti della sezione femminile. Ad Altamura (Bari) si aspetta ancora l'inaugurazione di una samassima (Bari), il carcere delle tre sezioni dell'istituto. An- mandamentale è stato “conche a Gela (Caltanissetta) esiste dannato all'oblio da un decreto un penitenziario enorme, nuo- del Dipartimento”, spiega il rapvissimo e mai aperto. Mentre a porto di Antigone. L'Istituto di Gorizia risulta inagibile un in- Licata (Agrigento) è stato comtero piano dell'istituto carcera- pletato, ma non collaudato, rio. Il carcere di Irsina (Matera), quindi resta chiuso.. La strute' costato 3,5 miliardi di lire tura di Maglie (Lecce) è solo negli anni '80, ha .................... parzialmente utilizfunzionato soltanto zata per ospitare un anno ed oggi è L’elenco infinito detenuti semi-libeun deposito del Co- dei penitenziari ri. Non e' finita. A mune. Il carcere di nuovi di zecca, Mileto (Vibo ValenCastelnuovo della tia), il carcere è stacostati milioni to ristrutturato e Daunia (Foggia) e' di euro, arredato da 15 anni chiuso. Mentre a e mai aperto. che non hanno Minervino Murge Il penitenziario (Bari), la struttura mai visto di Codigoro (Ferranon è mai entrata in un galeotto ra) nel 2001, dopo funzione. lunghi lavori, sem- .................... A Monopoli (Bari) brava pronto all'unell'ex carcere mai so, ma ad oggi è ancora chiuso. inaugurato, non ci sono deteLa casa di reclusione di Cropani nuti ma sfrattati che hanno oc(Catanzaro) è occupata da solo cupato le celle abbandonate da un custode comunale; a Fri- 30 anni. Il carcere di Morcone gento (Avellino) l'istituto è stato (Benevento) è stato costruito, inaugurato e chiuso a causa di abbandonato, ritsrutturato, aruna frana. Come è accaduto per redato e nuovamente abbanGragnano (Napoli). donato dopo un periodo di coIl carcere di Galatina (Lecce) è stante vigilanza armata. totalmente inutilizzato. A CaCarcere fantasma anche quello di Orsara (Foggia). L'istituto di Pinerolo (Torino) è' chiuso da oltre dieci anni senza che sia stata individuata l'area ove costruirne uno nuovo. A Revere (Mantova), dopo vent'anni dall'inizio dei lavori di costruzione, il carcere con capienza da 90 detenuti è ancora incompleto. I lavori sono fermi dal 2.000 e i locali, costati piu' di 2,5 milioni di euro, sono già stati saccheggiati. La struttura penitenziaria di Rieti, completamente nuova e in grado di contenere 250 detenuti, è utilizzata solo per un terzo della sua capacità ricettiva a causa della carenza di personale. Il carcere di San Valentino (Pescara), costruito da quasi 20 anni, non ha ospitato mai alcun detenuto e ora è in totale stato di abbandono. A Villalba (Caltanissetta), 20 anni fa e' stato inaugurato un istituto per 140 detenuti, costato all'epoca 8 miliardi di lire, e che dal 1990 e' stato chiuso e recentemente tramutato in centro polifunzionale. A Volturara Appula (Foggia), la struttura da 45 posti è ancora incompiuta. 11 laPADANIA Giovedì 5 gennaio 2012 ▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼ vigore delle nuove leggi costituzionali. «Le nostre preoccupazioni rimarranno fino a che la Commissione non avrà completato la sua valutazione legale e solo su questa base deciderà quali saranno i prossimi passi», ha affermato un portavoce dell’esecutivo Ue. «Se c'è un’infrazione, la Commissione agirà per garantire il rispetto dei Trattati» LA COMMISSIONE UE SI OCCUPA DEL CASO UNGHERIA BRUXELLES - La Commissione Ue "rispetta pienamente" il diritto degli stati membri di apportare modifiche alla propria legislazione nazionale, ma allo stesso tempo queste devono rispettare «i principi democratici fissati nei Trattati» comunitari. È il monito rivolto da Bruxelles a Budapest dopo l’entrata in POLITICA ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲ Il leader della Confraternita: «Nessuno di noi si siederà allo stesso tavolo con loro» «Non riconosceremo mai Israele» I Fratelli musulmani egiziani tornano a negare il diritto di esistere allo stato ebraico un mese fa ha compiuto il grande gesto di non obbedire agli ordini di un ultraortodosso su un autobus pubblico. Tanya Rosenblit era salita durante il viaggio da Ashdod a Gerusalemme e si era seduta vicino all’autista per avere da lui indicazioni dove scendere. Un uomo ultraortodosso ha però preteso ROBERTO SCHENA I Fratelli Musulmani egiziani non riconosceranno l’esistenza dello Stato di Israele. Lo ha chiarito il leader della Confraternita, Rashad Bayoumy, in un’intervista al quotidiano pan-arabo al-Hayat. «Riconoscere Israele è una precondizione per governare? - si chiede Bayoumy -. Questo non è possibile, le circostanze non hanno importanza. Non riconosciamo Israele per niente. È un nemico criminale occupante». Bayoumy è il numero due dei Fratelli Musulmani, che in Egitto esprimono il partito di maggioranza e quindi, quanto prima, il principale partito di governo. Ha sottolineato addirittura che nessuno esponente della Confraternita si siederà mai allo stesso tavolo con un israeliano. «Non permetterò a me stesso di sedermi con un criminale. Non faremo mai accordi con loro», ha detto Bayoumy riferendosi agli israeliani, annunciando l’intenzione dei Fratelli Musulmani di indire un referendum nazionale per testare l’opinione pubblica, prima di prendere una decisione sul Trattato di pace firmato nel 1979 tra Egitto e Israele. «Prenderemo tutte le misure legali corrette rispetto al trattato. Il popolo si esprimerà in merito», ha detto. Il partito dei Fratelli musulmani, Giustizia e libertà, insieme ai salafiti, sono stati vittoriosi alle elezion i tenute in novembre e dicembre con circa il 60% dei voti. Il primo aveva espresso posizioni moderate riguardo Israele, sostenendo che i precedenti trattati saranno rispettati. Bayoumy ha rimesso in discussione tutto: normalmente la Confraternita rispetta i trattati internazionali, ha detto, ma anche che tutti hanno il diritto di riconsiderare un trattato e che al popolo egiziano non è mai stata data la possibilità di esprimersi a proposito. Intanto Israele rinforza le difese di tutti i suoi confini. Il Primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato a Capodanno che Israele ha l’intenzione di costruire una barriera anche lungo la sua frontiera orientale, lungo il confine giordano, simile a quella che è in costruzione attualmente lungo la frontiera egiziana. Il governo israeliano sta investendo 360milioni di dollari Usa in Tanya Rosenblit Il caso Tanya: non ha obbedito a un ultraortodosso che voleva farla alzare perché seduta nel settore maschile di un autobus una barriera di acciaio alta cinque metri lungo i 240 km che separano Israele dall’Egitto. L’opera sarà completata nel settembre 2012. «Quando la barriera di sicurezza lungo il confine egiziano sarà finita, una verrà costruita sul confine giordano» ha dichiarato Netanyahu. Nei prossimi giorni, inol- Il rifacimento di un pezzo di muro lungo il confine con la Palestina tre, si darà il via alla costruzione della prima parte di un terzo muro, alto cinque metri al confine del Libano, sulla linea del cessate il fuoco. Lo sbarramento sarà dotato di sistemi di allarme e di controllo; inizialmente sarà lungo un chilometro e separerà il kibbutz al-Matala dal villaggio libanese di Kafr Kala, molto vicini. L’area è stata fonte di tensioni nel passato. Nel novembre 2011 quattro razzi Katyusha sono stati sparati dal Libano sulla Galilea settentrionale, senza causare feriti. Le Brigate alAzzam rivendicarono la responsabilità dell’attacco. Un ufficiale israeliano ha dichiarato che «la situazione nella zona è molto delicata e ha il potenziale di infiammare fa- cilmente tutto il confine nord di Israele. È molto probabile che da parte libanese verranno sollevate obiezioni, ma la realtà attuale necessita della sua creazione». In Israele, resta alta anche la tensione fra laici e religiosi ebrei ortodossi, che nulla hanno da invidiare ai fondamentalisti islamici. Una signora, Tanya Rosenblit, Gli iraniani sarebbero ben lontani dal possedere l’atomica Luttwak: «Minacce ridicole» WASHINGTON - «Un cretino iraniano che spara i suoi fuochi d’artificio non è una minaccia credibile». Edward Luttwak non ha una grande opinione dei vertici e delle capacità militari di Teheran. Il politologo Usa spiega che «se gli iraniani aprono il fuoco contro la Us Navy, nel giro di tre minuti della loro marina non rimane nulla». Quindi, nessuna preoccupazione per la minacciata chiusura dello Stretto di Hormuz. «Sono solo spauracchi per bambini, fanno ridere». Quanto alla minaccia nucleare iraniana, Luttwak ricorda la recente dichiarazione del capo del Mossad israeliano, Tamir Pardo, per il quale un Iran dotato di armi nucleari non rappresenterebbe necessariamente una minaccia all’esistenza di Israele. Tradotto: “Sono così caotici e incapaci che il loro programma nucleare non è credibile”. Il politologo ricorda come Israele, a partire dalla metà degli anni '50, allora «un Paese agricolo e con una popolazione inferiore a quella di Napoli», riuscì a dotarsi nel giro di un decennio dell’arma atomica, «spendendo 30 milioni di dollari». Mentre gli iraniani, dice «da 30 anni spendono miliardi e ancora sono lontani: so- IL POLITOLOGO «Se aprissero il fuoco contro la Us Navy, nel giro di tre minuti della loro marina non rimarrebbe nulla. Teheran incapace di completare il programma nucleare» no una banda di incapaci». C'è consenso tra i 27 paesi Ue sulla necessità di un inasprimento delle sanzioni petrolifere nei confronti dell’Iran, ma di cui modalità e dettagli operativi restano ancora da definire. L’obiettivo è aumentare la pressione politica ed economica su Teheran, il cui programma nucleare suscita sempre più dubbi. Da Lisbona dove ha incontrato il collega portoghese Paulo Portas, il ministro degli Esteri francese, Alain Juppè, ha affermato che l’i na s pr imento delle sanzioni petrolifere nei confronti dell’Iran è in agenda nella riunione del Cae (Consiglio Affari Esteri) che si terrà a Bruxelles il 30 gennaio. E Tel Aviv risponde alzando mura e torrette su tutti i suoi confini: palestinese, giordano, libanese, egiziano che si sedesse nel fondo del bus, per mantenere la separazione fra uomini e donne. Lei si è rifiutata e l’uomo ha aperto la porta del mezzo, bloccandolo per mezz'ora, mentre altri suoi amici venivano a dargli manforte. Il conducente ha allora chiamato la polizia. L’agente giunto sul posto ha chiesto alla Rosenblit di obbedire alla richiesta, ma lei ha ancora rifiutato e alla fine gli ultraortodossi sono stati allontanati. La vicenda ha avuto molta eco in Israele, dove alcuni ultraortodossi, al pari degli islamici più conservatori, cercano di fatto di imporre una segregazione fra i sessi a bordo degli autobus pubblici da loro usati. E non solo questo. La signora ha denunciato ieri di aver ricevuto diverse minacce di morte via telefono, e-mail e Facebook. La donna, diventata uno dei simboli dello scontro fra laici e ultrareligiosi in Israele, ha presentato denuncia alla polizia e ha poi riferito delle minacce durante un’audizione del comitato interministeriale sull'esclusione delle donne nello stato ebraico. la Rosenblit è ormai chiamata la "Rosa Parks israeliana", in memoria di un episodio simile, quando una signora afroamericana nel 1955 rifiutò di cedere il posto a un bianco. Fu uno degli eventi centrali della lotta contro la segregazione razziale negli Stati Uniti. Certo, se Tanya fosse vissuta in un paese islamico con le stesse regole non l’avrebbe passata liscia... 12 laPADANIA ▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼ Giovedì 5 gennaio 2012 TAGLIEGGIAVANO PARRUCCHIERI CINESI, ARRESTATI MILÀN - Chiedevano dai 200 ai 300 euro ai parrucchieri cinesi di Paolo Sarpi “p”er aiutare i carcerati” ma al loro rifiuto gli devastavano i locali. In tre sono stati arrestati a Nova Milanese dai Carabinieri, che li hano fermati assieme ad un pregiudicato latitante e ricercato da tempo. Assieme a loro i Carabinieri POLITICA ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲ hanno anche fermato due ragazze, una delle quali minorenne, per possesso di sostanze stupefacenti. Gli arrestati sono tutti cinesi e fanno parte di quelle bande giovanili che, soprattutto a Milano, si insinuano nella comunità cinese per estorsioni e rapine. Nei confronti di tre degli arrestati, tutti 20enni, sono scattate le manette per estorsione e rapina I cadaveri scoperti dal badante: erano seduti in poltrona con le teste fracassate Due anziani uccisi in casa Vimercate, caccia ai killer di un noto ingegnere di 81 anni e della convivente di 79 MÙNSCIA - I cadaveri di due persone, un uomo di 81 anni e una donna di 79 anni, sono stati ritrovati all’interno della loro abitazione, adibita a studio professionale, in via Adige a Vimercate, in provincia di Monza e Brianza. La causa della morte non è ancora molto chiara, ma si fa strada tra gli investigatori l'ipotesi che possa trattarsi di un duplice omicidio e non di omicidio-suicidio, come era sembrato in un primo momento e come le cronache ci stanno abituando da qualche mese. Le vittime sono Antonio Campanini e Azucena Moreno Laino, morte da almeno 24 ore. L'uomo era costretto a vivere su una sedia a rotelle dopo un ictus. Erano sedute entrambe sul divano del soggiorno con ferite da arma da taglio o da corpo contundente, cosa che escluderebbe il suicidio- omicidio. Arma che non è stata al momento trovata. Uno dei due presenta ferite più vistose dell'altro alla testa. I carabinieri, che indagano sul caso, sono a lavoro per ricostruire quanto accaduto nell’abitazione, sede anche dello studio immobiliare dell’anziano ingegnere. L’allarme è stato lanciato dal col labora tore domestico, appena rientrato da un periodo di ferie. L’uomo, allarmato dal silenzio dei proprietari, ha contattato la segretaria dello studio immobiliare, la quale dispone delle chiavi della abitazione, e insieme hanno scoperto i due corpi senza vita. Nessun segno di effrazione, in casa non manca denaro e nulla sembra suggerire l’idea di una rapina finita male. Bisognerà attendere l’autopsia per capire a che ora è avvenuto il duplice decesso e La vittima aveva fatto il costruttore nella zona e messo in piedi due società ZÉNA - In mattinata molti voli dell’aeroporto di Genova sono stati dirottati su altri scali per il presidio dei lavoratori Fincantieri che protestavano contro la riorganizzazione del gruppo. «Abbiamo ricevuto via fax il comunicato con cui il ministero dello Sviluppo economico annuncia l'incontro del 10 gennaio, per cui fino ad allora fermiamo l'agitazione». I lavoratori, oltre un centinaio, hanno esposto davanti ai banchi del check-in uno striscione con cui chiedevano «certezza» per il loro futuro e minacciano di non andarsene fino a quando non sarà loro comunicata la data dell'incontro con il governo che chiedono da giorni. Uno striscione riporta la richiesta "Certezze per il futuro del cantiere di Sestri Ponente”, su un cartello è scritto: “Ieri con Tremonti, oggi con Monti, domani sotto i ponti”. E nel primo pomeriggio arriva la notizia dell'apertura da parte figlio», ingegnere pure lui, nato da un matrimonio finito con il divorzio. La convivenza con Azucena Moreno Laino, era cominciata da anni. La coppia svolgeva una vita tranquilla. Ad occuparsi delle faccende di casa un badante filippino, mentre Indagini su amici e parenti in cerca di ombre nella vita del professionista L’abitazione in cui è avvenuto il duplice omicidio con quale arma le due vittime siano state colpite. I carabinieri stanno ascoltando amici e parenti delle coppia per capire se ci fosse qualche ombra nella vita dell’ingegnere e della donna di origine argentina, inizialmente badante e da cinque anni compagna dell’81enne. Antonio Campanini era un professionista serio e stimato, molto conosciuto in Brianza. «Lo conoscevo anche per motivi di lavoro - ha detto il sindaco di Vimercate Paolo Brambilla - Per anni aveva fatto anche il costruttore e aveva messo in piedi un paio di società ora gestite dal figlio, ma lui ultimamente si occupava solo di transazioni immobiliari, di affitto e di contabilità». Campanini, quasi 30 anni fa era stato colpito da una malattia invalidante, in seguito alla quale aveva rallentato la sua attività lavorativa. '«Da anni le sue condizioni di salute erano peggiorate e ultimamente poteva muoversi solo su una sedia a rotelle - ha detto il sindaco - L'attività era gestita soprattutto dal sul fronte lavoro Campanini veniva aiutato da una dipendente dell'impresa. «Penso che prima di poter esprimere qualunque giudizio su questa tragedia - ha aggiunto Brambilla - occorre capire bene cosa sia successo, a quel che mi risulta anche il medico legale ha ancora molti dubbi». Operai bloccano l’areoporto di Genova I lavoratori della Fincantieri chiedono «certezza» sul loro futuro del governo. L'incontro sarà l'occasione per affrontare la situazione complessiva del gruppo cantieristico e approfondire la questione dei carichi di lavoro degli stabilimenti, dopo l'accordo sul piano di riorganizzazione, siglato a dicembre senza la firma della Fiom. Il Presidente della Commissione di Garanzia sugli Scioperi, Roberto Alesse, ha inviato al prefetto di Genova e al presidente dell'Aeroporto Colombo di Genova una nota urgente nella quale chiede informazioni sulle «agitazioni sindacali che coinvolgono l'Aeroporto, le quali, pur non configurando tradizionali azioni di sciopero, rischiano di ledere i diritti costituzionali dei cittadini Drammatica disavventura di un giovane di Olbia in vacanza in Thailandia Piede amputato per mancanza di soldi Finisce male una vacanza in Thailandia. Un ventisettenne di Olbia, Alessandro Amadori, vittima di un incidente stradale a Phuket, ha subito l'amputazione di un piede, quando poteva essere salvato. Se non altro, si è trovato al centro di una gara di solidarietà per raccogliere i fondi necessari a pagare le spese sanitarie al Bangkok Hospital di Phuket. Il giovane, che stava trascorrendo al caldo le vacanze di fine anno con un gruppi di amici, era partito dall'Italia senza stipulare alcuna assicurazione, obbligatoria in Thailandia in caso di emergenze sanitarie. In ospedale hanno atteso 12 ore prima di ricomporre l'amputazione, pregiudicando così l'uso dell'arto. È stato il console italiano a Phuket ad anticipare i quattromila euro necessari a convincere la struttura medica a procedere. Ma il tempo trascorso è stato troppo, la sua situazione clinica è peggiorata. Lo spettro di un rigetto dell'arto si è fatto concreto, da qui l’amputa- zione. Ora, per riportare in casa il ragazzo e pagare le spese mediche necessarie ad affrontare le ulteriori cure è partita una gara di solidarietà in Italia, tramite Facebook. Cittadinanzattiva, associazioni di volontariato e sportive, semplici cittadini e politici si sono mobilitati aprendo anche un apposito conto corrente bancario: finora sono stati raccolti circa 20.000 euro, ma potrebbero non bastare. Per questo nei sono in programma concerti e spettacoli in tutta la Gallura. utenti, a seguito del verosimile blocco dei voli, in un periodo, peraltro, tutelato dalla franchigia natalizia. Si invitano - prosegue la nota - i soggetti in indirizzo a voler fornire adeguate informazioni al riguardo, al fine dell'eventuale adozione di provvedimenti di competenza di questa Commissione». A Palermo, invece, un gruppo di operai della Fincantieri ha aralizzato nuovamente il traffico in viale Regione Siciliana, sulla circonvallazione del capoluogo siciliano, arteria importante della città. Gli operai, che protestano contro l’annunciato esubero di almeno 160 persone, non hanno alcuna intenzione di sbloccare la strada. Centinaia gli automobilisti imprigionati lungo la circonvallazione. Intanto, un altro gruppo di tute blu sta presidiando il cancello dell’azienda. Nel corso di una animata assemblea alcuni sindacalisti sono stati contestati dagli operai. 13 laPADANIA Giovedì 5 gennaio 2012 ▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼ SOLIDARIETÀ ALLA POLIZIA MUNICIPALE DI VENARIA A seguito dell'ennesimo episodio vandalico a Venaria, con l'incendio di tre automobili del Corpo di Polizia Municipale e su cui ora stanno indagando i Carabinieri, Alessandro Benvenuto (foto), Segretario Provinciale della Lega Nord e consigliere comunale a Venaria, ha dichiarato: «Esprimo assoluta solidarietà a tutte le persone colpite TERRITORIO ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲ negli ultimi mesi dall'incendio di auto ed oggi, in particolar modo, al Corpo della Polizia Municipale. Ma non è concepibile che in una cittadina come la nostra fatti così gravi continuino ad accadere; chiediamo all'amministrazione comunale di essere più attenta e responsabile e di istituire una commissione d'inchiesta per far luce su questa vicenda che dura ormai da troppo tempo». Aumento al casello di Gallarate, l’ira del Presidente della Provincia Galli STANGATA AUTOSTRADE, PAGA SEMPRE IL NORD DARIO GALLI VARÉS - Continuano a spremerci e ogni volta lo fanno deliberatamente nei periodi estivi o durante le feste natalizie, come se si volesse far passare sotto silenzio decisioni che continuano a penalizzare il nostro territorio. Davanti all’ennesimo ingiustificato e assurdo aumento del pedaggio alla barriera di Gallarate non possiamo più tacere, tanto più che l’ennesima incomprensibile regola per cui gli aumenti percentuali alle nostre barriere vengono arrotondati ai 10 centesimi superiore e senza recupero successivo. Per cui, al 4 percento, più o meno, del 2010 e al 4 percento di quest’anno, invece che l’8 percento in due anni, ci ritroviamo con un incremento di 8 punti percentuali nel 2011 e con altri 8 quest’anno, che in tutto fanno un aumento del 16 percento. Dal 2007 a oggi, non è passato anno che non si sia registrato un incre- A CANTÙ «Cascina Amata, basta furti in casa servono le ronde» Dario Galli (a destra) contro il rincaro delle autostrade mento del pedaggio su una delle tratte più trafficate e meno moderne del l’intera rete autostradale, fino ad arrivare a 1 euro e 40 centesimi. Tutto questo a fronte di situazioni in cui chi non ha mai pagato un centesimo continuerà a non pagare, come ad esempio da Catania a Siracusa o sulla Ces ena-P erug ia-Te rni (E45). Per coloro che ancora riescono a entusiasmarsi per l’operato di questo Governo, sempre meno tecnico e più politico, il balzello al casello di Gallarate conferma il giro di vite centralista e antifederalista innescato con l’avvento di Monti. Una stretta che sta stritolando il Nord, ovvero quella parte del Paese che ha sempre trainato l’economia na- Pistoia, l’Asl è in rosso ma aumenta gli stipendi PISTOIA - Stipendi aumentati nonostante un buco di bilancio da 24 milioni. Succede a Pistoia, dove la Asl sembra impermeabile ai richiami alla sobrietà che arrivano in continuazione da tutte le parti. A denunciarlo è Daniela Simionato, capogruppo della Lega nel Consiglio comunale di Pistoia. «Con una perdita in bilancio di circa 24 milioni, la nostra azienda - spiega - ha pensato bene di aumentare gli stipendi ai dirigenti e funzionari con grande generosità. Fra i beneficiati anche Renzo Berti, il nostro sindaco “part time”». «Vedendo avvicinarsi il termine del secondo mandato e quindi non rieleggibile, - ironizza l’esponente leghista - c’è da capire che il sindaco devolva più impegno alla professione, pur sempre a part time, che al pubblico incarico. E per questo c’è da pensare che abbia avuto il suo bell’aumento». Simionato sottolinea che a denunciare questi «alberi della cuccagna», sia rimasta solo la Lega. Pistoia infatti a fine mese sarà teatro dello scontro «tra i “magnifici quattro” che si contende- ranno la candidatura a sindaco per il Pd» nessuno dei quali però ha voluto prendere posizione sulla vicenda. «I miei giudizi di leghista sempliciotta e populista - dice la consigliera del Carroccio - sono sicuramente di parte. Mi piacerebbe che fossero loro, uno dei quali sarà il favorito alla prossima poltrona di primo cittadino di Pistoia, ad esprimersi su questo loro predecessore. Due di loro li conosco personalmente, sono stata collega con uno, e lo sono ancora con l’altro in Consiglio comunale, e per quanto ne so mi sembrano persone serie. Bene, Roberto e Alberto - dice la Simionato rivolgendosi direttamente ai due candidati Roberto Bartoli e Alberto Niccolai - seguirete anche voi le orme di Berti, che con l’arroganza di chi sa che nessuno gli chiederà conto del poco che ha fatto, progetta una mostra per celebrare il proprio decennio di governo?». «Una simile domanda meriterebbe risposta anche dagli altri due candidati Samuele Bertinelli e Cecilia Turco. Anche il popolo della primarie sarebbe interessato a queste risposte». Catania Siracusa o il Gra di Roma non si paga. I Tar hanno da un lato congelato i pedaggi previsti, mantenendo di fatto gratuiti i tratti autostradali e raccordi di Anas e dall’altro hanno mantenuto il pedaggio a forfait sulla Milano-Laghi, nonostante questo abbia ca.............................. tratto ratteristiche siInsopportabile mili a quelli sopracitati e solo la disparità di previsto trattamento con il Sud. poiché nell’atto di conQui aumenti cessione. Una disparità di sencontinui dal 2007, tenza che ha rinel Mezzogiorno marcato il diverinvece si continua so trattamento di cittadini appara viaggiare gratis .............................. tenenti ad aree geografiche difcon la Lega al Governo è ferenti, così che quelli stato fatto un Decreto del Nord continuano a legge (31-05-2010 n° pagare e sempre di più, 78), convertito con legge mentre gli altri viaggiadel 30 luglio 2010 (n° no gratis. 122) in cui si tentava di Detto ciò, mi chiedo eliminare la palese in- cosa stia facendo quegiustizia esistente tra sto Governo, che fa opere di pertinenza di dell’equità una bandiesocietà in concessione e ra, per sanare quella opere gestite diretta- che agli occhi dei tanti mente da Anas. Dispa- automobilisti della norità evidenziata dal fat- stra provincia appare to che il raccordo da Va- come un ennesimo, farese a Gallarate è sot- stidioso e sempre più toposto a pedaggio, oneroso balzello. mentre su lunghi tratti Presidente della autostradali come la Provincia di Varese zionale, pagato di tasca propria gli sperperi romani e di quegli enti che fanno dell’assistenzialismo l’unica loro ragione di vita, e che a fronte di tutto ciò si è sempre visto calpestato il diritto alla propria autonomia locale. Non dobbiamo dimenticare infatti che CANTÜ - L’ennesimo furto proprio nei giorno a ridosso del Capodanno è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: la frazione Cascina Amata di Cantù è alle prese da tempo con continui episodi di microcriminalità e la Lega adesso chiede che finalmente si prenda affronti di petto il problema. «La preoccupante sequenza di turino del Carroccio, Nicola Molteni - è un fenomeno non più tollerabile. Le nostre abitazioni private sono l’estensione dei nostri diritti inviolabili e la microcriminalità sta destabilizzando la nostra comunità». «Nonostante il fondamentale impegno delle forze dell’ordine, le risorse di circa tre milioni di euro portate a Cantù terno Roberto Maroni per la nuova sede della polizia locale e l’istituzione della sede distaccata dei vigili a ......................... ghizzolo, la Lega Nicola Molteni: avanza due proposte per fronteggiare «Nessuno vuole questa straordinasostituirsi allo Stato ria ondata di epima l’emergenza sodi di microcriminalità che sta alva affrontata larmando la cittaanche con formule dinanza: di sicurezza mo all’amministrazione comunale di partecipata» attivare, così come ......................... previsto dal pacchetto sicurezza Maroni e dal relativo regolamento attuativo dell’8 agosto 2009, lontari della sicurezza (associazioni di cittadini osservatori non armati muniti di cellulare formati attraverso corsi specializzati presso le prefetture e iscritti in appositi albi con compiti esclusivi di osservazione e segnalazione alle Forze dell’ordine di eventuali situazioni di pericolo e di disagio a presidio del territorio) e di sottoscrivere convenzioni, così come avviene già in altri comune di Novedrate), con società private di vigilanza per il controllo del patrimonio pubblico». «Nessuno - ha detto ancora Molteni - vuole sostituirsi allo Stato nel controllo del territorio e nella tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza, ma a fronte dei continui e ripetuti furti che avvengono nelle abitazioni bisogna proporre soluzioni aggiuntive anche attraverso formule di sicurezza partecipata. I cittadini non possono essere lasciati soli e credo opportuno raccogliere l’allarme lanciato in questi giorni. La sicurezza partecipata dai cittadini non serve solo a prevenire e dissuadere furti, ma può sviluppare coesione sociale e senso civico. Per questi motivi, nei prossimi giorni, la Lega organizzerà a Cascina Amata dei gazebo per mostrare vicinanza alla popolazione e per raccogliere segnalazioni e contributi per far fronte all’emergenza». 14 laPADANIA ▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼ IN MOSTRA L’EMIGRAZIONE DAL NORDEST La mostra fotografica itinerante "In viaggio" - cent'anni di immagini e di parole dal mondo dell'emigrazione del Friuli Venezia Giulia, dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia, arricchita con immagini relative alla Bassa Friulana - sarà inaugurata oggi alle ore 17, nella Biblioteca comunale di San Giorgio di TERRITORIO ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲ Stival: emergenze sotto controllo grazie alla loro presenza sul territorio VENÈXIA - Le squadre di volontari antincendi boschivi del Veneto riceveranno un finanziamento di oltre 148 mila euro quale ulteriore contributo per le spese di gestione dell’anno appena concluso e per il rimborso delle spese sostenute per la manutenzione dei mezzi e l’approvvigionamento di attrezzature specifiche. Lo ha deciso la Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla prote- Giovedì 5 gennaio 2012 Nogaro (Udine), in Piazza Plebiscito 2. L'esposizione contiene fotografie e testimonianze provenienti dalle famiglie degli emigrati all'estero e raccolte nell'Archivio Multimediale della Memoria dell'Emigrazione Regionale (www.ammer-fvg.org) ed è indirizzata in maniera particolare al mondo della scuola e dei giovani Volontari antincendi, il FVG stanzia altri fondi: «Lavoro preziosissimo» zione civile Daniele Stival. «Questa somma – precisa Stival – va ad aggiungersi ai 181 mila euro assegnati a inizio dicembre e si è resa disponibile grazie all’assestamento di bilancio. Una boccata d’ossigeno per sostenere un servizio di volontariato tra i più preziosi. Grazie alla loro capillare presenza sul territorio – ricorda Stival – i volontari garantiscono infatti un pronto intervento sugli incendi appena ricevuta l’attivazione. La pronta reazione all’emergenza permette, in molti casi, di evitare che i numerosi principi d’incendio diventino incendi veri e propri e contribuisce a limitare in ogni caso la loro estensione, riducendo il danno ambientale, economico e finanziario che deriva dalla distruzione delle su- perfici boscate». La Giunta regionale, sempre su proposta di Stival, si è anche occupata di migliorare le procedure per la tutela della salute e della sicurezza dei volontari. Gli accertamenti sanitari necessari per l’autorizzazione ad operare, ad esempio, verranno organizzati in maniera che ogni singolo volontario non debba perdere ore o giornate di la- voro per sottoporsi a visite ed esami, agganciandosi a quanto fanno in materia i servizi forestali regionali, cogliendo l’occasione delle esercitazioni periodiche nel corso delle quali vengono attivate delle postazioni mediche, o ricorrendo alle convenzioni in essere tra la Regione e grandi organizzazioni di volontariato come la Croce Rossa e l’Associazione Nazionale Alpini. La Giunta veneta apre i termini del bando per il Programma di sviluppo rurale 2007-2013 L’agricoltura scommette sui giovani Manzato: «Ci sono 45 milioni di euro a disposizione delle nuove generazioni di imprenditori» VENÈXIA - Ci sono anche i fondi del “Pacchetto Giovani” per l’innovazione e il ricambio generazionale in agricoltura nel bando per alcune misure dell’Asse 1, 2 e 3 del Programma di sviluppo rurale per il Veneto 2007-2013, i cui termini sono stati aperti dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore al l’agricoltura F ran co Manzato. «L’importo complessivo a bando è di 228,7 milioni di euro - spiega Manzato -, mentre il cofinanziamento della nostra Regione potrà ammontare al massimo, in base alle domande che risulteranno ammissibili, a 17,1 milioni». «Con questo provvedimento - continua l’assessore - si mettono a bando le dotazioni ancora oggi disponibili sulle diverse misure, andando a completare il piano degli interventi e di spesa previste dal Programma. Il dato significativo e che ritengo essere strategicamente più importante per il futuro del settore, riguarda le opportunità offerte ai giovani agricoltori: i 45 milioni disponibili dovrebbero garantire un aiuto sostanziale per l’avvio delle attività di circa quattrocento nuovi imprenditori agricoli under 40 nel 2012». L’Asse 1, “Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale”, presenta dotazioni finanziarie soprattutto per il “Pacchetto Giovani”, per quanto concerne l’ammodernamento delle aziende, la partecipazione a sistemi di qualità alimentare, l’attività di informazione e promozione agroalimentare. Per quanto riguarda l’Asse 2, “Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale”, le misure riguardano le indennità a favore degli agricoltori delle zone montane, il benesse- OPERA, LA PROPOSTA DEL SINDACO «Il commercio di vicinato è una risorsa, sosteniamolo» re animale, gli investimenti non produttivi, il primo imboschimento di terreni agricoli, il primo impianto di sistemi agroforestali su terreni agricoli e il primo imboschimento di terreni non agricoli. Infine, per l’Asse 3, “Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia”, saranno finanziati interventi per la diversificazio- ne in attività non agricole. I termini di scadenza per la presentazione delle domande variano a seconda delle misure e vanno dal 29 febbraio (Pacchetto Giovani) al 29 giugno 2012. Le procedure di valutazione dei progetti sono definite nel bando stesso, come anche i principali indirizzi procedurali che, a livello operativo, saranno Franco Manzato dettagliati da parte dell’Organismo Pagatore Regionale Avepa, con proprio provvedimento. Biodiversità, il Veneto in prima linea Al via attività di educazione e promozione del patrimonio VENÈXIA - «La biodiversità è un fattore strategico, un valore assoluto, ambientale ma anche economico: la qualità del nostro territorio, e di ciò che sa produrre, dipende dalla nostra capacità di conservarla e incrementarla». Franco Manzato, assessore all’agricoltura del Veneto, ribadisce la sua posizione su una questione che l’economicismo della mondializzazione sembra non considerare. «Non possiamo però limitarci alle dichiarazioni di principio ma dobbiamo agire con i fatti – aggiunge –. Ecco perché la Giunta Veneta ha approvato il Protocollo d’Intesa da sottoscrivere tra le Regioni e il Ministero dell’Ambiente per dare avvio ad attività che promuovano azioni di educazione, informazione, comunicazione e raccolta di dati necessari per la predisposizione dei Rapporti nazionali previsti dalle direttive Habitat e Uccelli dell’Unione Europea. Tale iniziativa è inoltre coerente con la Dichiarazione UNESCO “Per una cultura della biodi- versità”». Per realizzare gli obiettivi, la Commissione Europea ha assegnato agli Stati membri anche il compito di monitorare periodicamente lo stato di salute di specie e habitat, per poi trasmetterne i dati relativi in un report completo ogni sei anni, allo scopo di poter predisporre azioni finalizzate. Il Protocollo approvato dalla Giunta prevede l’impegno a promuovere l’educazione, l’informazione e la comunicazione sulla biodiversità e sugli obiettivi della Strategia nazionale per la biodiversità, con lo scopo di contribuire alla crescita della consapevolezza del suo valore intrinseco ed economico. Il documento impegna inoltre i firmatari a costituire la Rete degli Osservatori per la biodiversità, che avrà il compito di favorire il necessario coordinamento di tutte le iniziative di conservazione e uso sostenibile della biodiversità e dei servizi ecosistemici e di comunicazione, informazione ed educazione ambientale. ÒVERA - Al via oggi i tanto attesi saldi di fine stagione. Con un giorno d’anticipo sulla tabella di marcia, la conferenza delle Regioni ha approvato l’indirizzo di quello che, per consumatori e commercianti, è il periodo più atteso dell’anno. Con una durata massima di sessanta giorni, quindi, sarà possibile acquistare capi ma anche oggetti avvistati nelle vetrine e nei negozi a prezzi scontati. L’importante è prestare attenzione e seguire qualche piccolo accorgimento. Lo sportello unico delle attività produttive del Comune di Opera (Mi), infatti, ricorda alcune regole che, se seguite, permetteranno ai consumatori di fare acquisti sicuri e garantiti. Per esempio, attenzione al prezzo. Il commerciante ha l’obbligo di esporre, accanto al prodotto, il prezzo iniziale e la percentuale dello sconto o del ribasso. Rimane facoltativa l’indicazione del prezzo di vendita conseguente allo sconto o ribasso. Non solo, per i commercianti c’è anche l’obbligo di fornire informazioni veritiere in merito agli sconti praticati sia nelle comunicazioni pubblicitarie, sia nelle indicazioni dei prezzi nei locali di vendita. Non si possono quindi indicare prezzi ulteriori e diversi e si deve essere in grado di dimostrare agli organi di controllo la veridicità delle informazioni relative al prodotto. La merce in saldo deve essere separata da quella eventualmente posta in vendita a prezzo normale. Se ciò non fosse possibile devono essere fornite al consumatore, con cartelli o altri mezzi, informazioni inequivocabili e non ingannevoli. Infine, se il prodotto risulta difettoso, il consumatore può richiedere la sostituzione dell’articolo stesso o il rimborso del prezzo pagato dietro presentazione dello scontrino, che é ne- Ettore Fusco cessario conservare per l’eventualità. «Prenderà il via, tra poche ore, uno dei periodi più importanti per il commercio, uno dei settori strategici dell’economia locale – spiega il sindaco, Ettore Fusco –. Un settore che, a Opera, si è dimostrato presente e attento alle esigenze della cittadinanza. Proprio in questo periodo, infatti, i commercianti sono stati una risorsa importante per garantire, fare avvertire lo spirito natalizio, illuminare e rendere più allegre e sicure le vie della nostra città. Una collaborazione, quella con l’Amministrazione che si è tradotta in iniziative ed eventi che hanno coinvolto grandi, piccini e, soprattutto, hanno permesso di riscoprire l’importanza e la sensibilità dei negozi di vicinato. Per i saldi, quindi, rivolgiamoci ai nostri commercianti». 15 laPADANIA Giovedì 5 gennaio 2012 QUI LEGA TERRITORIO QUI LEGA Roberto COTA (Segretario Nazionale Lega Nord Piemont) ■ 08 gennaio (domenica): ore 14,00 Trasmissione TV su RAI UNO "L'Arena" On. Maurizio FUGATTI (Segretario Nazionale Lega Nord Trentino) ■ 05 gennaio (giovedì): ore 10,00/13,00 Incontro con la cittadinanza per "Referendum per l'abrogazione delle Comunità di Valle" a MEZZOCORONA (TN) presso gazebo in zona mercato ■ ore 15,00/17,00 Incontro con la cittadinanza per "Referendum per l'abrogazione delle Comunità di Valle" a TRENTO presso gazebo in via Oss. Mazzurana angolo via Oriola ■ 06 gennaio (venerdì): ore 10,00/12,00 Incontro con la cittadinanza per "Referendum per l'abrogazione delle Comunità di Valle" a LAVIS (TN) presso gazebo in piazza garibaldi ■ ore 15,00/17,00 Incontro con la cittadinanza per "Referendum per l'abrogazione delle Comunità di Valle" a TRENTO presso gazebo in via Oss. Mazzurana angolo via Oriola ■ 07 gennaio (sabato): ore 10,00/11,00 Incontro con la cittadinanza per "Referendum per l'abrogazione delle Comunità di Valle" a ALA (TN) presso gazebo in corso passo Buole ■ ore 11,00/12,00 Incontro con la cittadinanza per "Referendum per l'abrogazione delle Comunità di Valle" a MEZZOLOMBARDO (TN) presso gazebo in angolo Casalinghi Tait Luca BONA On. Fulvio FOLLEGOT (Segretario Provinciale Novara) ■ 09 gennaio (lunedì): ore 19,00 Trasmissione TV su TELEPORDENONE ■ 06 gennaio (venerdì): ore 16,00/18,00 Incontro con la cittadinanza a NOVARA presso gazebo in C.so Cavour Sen. Mario PITTONI Danilo NARDUZZI (Capogruppo Consiglio Regionale Friu- ■ 07 gennaio (sabato): ore 19,00 Trasmissione TV su TELEFRIULI ■ ore 15,00/17,00 Incontro con la cittadinanza per "Referendum per l'abrogazione delle Comunità di Valle" a TRENTO presso gazebo in via Oss. Mazzurana angolo via Oriola li-Venezia Giulia) ■ 08 gennaio (domenica): ore 10,00/12,00 Incontro con la cittadinanza per "Referendum per l'abrogazione delle Comunità di Valle" a BRENTONICO (TN) presso gazebo in piazza della Chiesa ■ 09 gennaio (lunedì): ore 13,00 Trasmissione TV su FREE On. Matteo SALVINI ■ 11 gennaio (mercoledì): ore 21,00 Trasmissione TV su ANTENNA 3 ■ 09 gennaio (lunedì): ore 07,00 Trasmissione TV su 7 GOLD "Aria pulita" ■ ore 15,00/17,00 Incontro con la cittadinanza per "Referendum per l'abrogazione delle Comunità di Valle" a ROVERETO (TN) presso gazebo in via Mazzini ■ 05 gennaio (giovedì): ore 19,15 Trasmissione TV su TELEPORDENONE "Tg" Massimiliano ROMEO ■ ore 19,30 Trasmissione TV su TELEPORDENONE (Eurodeputato) (Consigliere Regionale Lombardia) Sen. Gianvittore VACCARI ■ 12 gennaio (giovedì): ore 07,00 Trasmissione TV su 7 GOLD ■ 06 gennaio (venerdì): ore 10,00 Diretta Radio su RADIO CORTINA OGGI IN TV RAIUNO 6,10 Unomattina Caffè 6,30 Attualità: Tg1 - Previsioni viabilità 6,45 Rubrica: Unomattina 11,00 Attualità: Tg1 11,05 Rb: Occhio alla spesa 12,00 Rubrica: La prova del cuoco. Con A. Clerici 13,30 Att.: Telegiornale 14,00 Rub.: Tg1 Economia 14,10 Rub.: Verdetto finale 15,15 Film tv: Miacarabefana.it. Fiabesco (It., 2008). Con Veronica Pivetti, Yari Gugliucci 17,00 Attualità: Tg1 - Che tempo fa 17,15 Film tv: La magnifica coppa. Comm. (Germania, 2009). Con Christian Wolff, Gaby Dohm 18,50 Gioco: L’eredità 20,00 Att.: Telegiornale 20,30 Rb: Qui Radio Londra 20,35 Gioco: Soliti ignoti identità nascoste 21,10 Serie tv: Che Dio ci aiuti. Con Elena Sofia Ricci, Massimo Poggio, F. Chillemi 23,25 Doc: Speciale “Tg1” 0,25 Attualità: Tg1 Notte Tg1 Focus - Che tempo fa RAIDUE CANALE 5 RAITRE 6,30 Cartoon Flakes 10,00 Rubrica: Tg2punto.it 11,00 Contenitore: I fatti vostri. Con G. Magalli 13,00 Attualità: Tg2 giorno 13,30 Rubrica: Tg2 Costume e società/Medicina 33 14,00 Rubrica: Italia sul due. Con Milo Infante e Lorena Bianchetti 16,15 Telefilm: Ghost Whisperer 16,50 Tf: L’Africa nel cuore 17,45 Attualità: Tg2 flash l.i.s. / Rai Tg Sport / Tg2 18,45 Telefilm: Numb3rs 19,30 Telefilm: Squadra speciale cobra 11. Con Erdogan Atalay 20,25 Estrazioni del lotto 20,30 Attualità: Tg2 - 20,30 21,05 Film: Ratatouille. Animaz. (Usa. 2007) 23,00 Attualità Tg2 23,15 Rubrica: Cut. 0,25 Rubrica: La storia siamo noi 1,15 Tf: E. R. - Medici in prima linea 10,05 La storia siamo noi 11,15 Tf: Doc Martin 12,00 Att.: Tg3 - Rai Sport Notizie - Meteo 3 12,25 Rubrica:Le storie Diario Italiano 12,50 Doc: Geo & geo 13,10 Soap: La strada per la felicità 14,00 Attualità: Tg Regione / Meteo Regionale / Tg3 - Meteo 3 14,50 Rub.: Tgr Leonardo 15,00 Rubrica: Tg3 Lis 15,05 Telefilm: Lassie 15,55 Doc.: Cose dell’altro Geo. Con M. Ossini 17,40 Doc: Geo & geo 19,00 Attualità: Tg3 - Tg3 Regione - Meteo regionale 20,00 Blob 20,15 Per ridere insieme con Stanlio e Ollio 20,35 Soap: Un posto al sole 20,35 Tl.: Un posto al sole 21,05 34° Festival del Circo di Montecarlo. Con Cristina Chiabotto 23,00 Att.: Tg3 - Tg3 Regione 10,00 Att.: Tg5 ore 10. (nel corso) 10,55 Reality: Grande fratello 11,00 Rubrica: Forum 13,00 Att.: Tg5 - Meteo 5 13,40 Soap: Beautiful 14,10 Reality: Grande fratello 14,25 Film tv: A casa con Babbo Natale. Favola (Austria, 2008) 16,30 Film tv: Solo per amore. Comm. (Usa, 2006) 18,10 Att.: Tg5 - 5 minuti 18,15 Reality: Grande fratello 18,50 Gioco: The money drop 20,00 Att.: Tg5 - Meteo 5 20,30 Show: Striscia la notizia - la voce della contingenza. Condotto da Ezio Greggio ed Enzo Iacchetti 21,10 Film: Tutti insieme inevitabilmente. Comm. (Usa, 2008). Con Vince Vaughn, Robert Duvall 23,30 Film: Un amore sotto l’albero. Sent. (Usa, 2004) 1, 30 Att: Tg5 - Notte Santo del Giorno: EDOARDO III IL CONFESSORE 20,30 SPECIALE TG NORD “GAZEBO A VENEZIA”; 20,40 UNA PADANA IN GERMANIA (IV puntata); 21,10 MADE IN PADANIA - Museo di Volandia - I parte; 21,30 MADE IN PADANIA - Museo di Volandia - II parte 6,00 Repliche; 8,00 Rassegna stampa; 8,30 Meteo; 8,35 Filo diretto con Cainarca; 9,00 Rassegna stampa; 9,35 Sulla notizia; 10,40 Onda Libera; 12,00 Gr; 12,05 Filo diretto con Leo Siegel; 13,00 Titoli telegiornali - Meteo; 13,05 Calcioparlando; 13,30 Miss Padania; 14,00 Donne padane; 14,15 MGP Martesana; 15,00 Sani nel 3° millennio; 15,30 Gruppo Politico Femminile; 16,00 Spazio Piu; 16,30 Che Aria Tira; 18,30 Il Punto Politico; 19,00 Titoli tg - Il Punto Politico; 19,30 Il Punto Politico; 20,00 Titoli tg - Il Punto Politico; 20,30 Repliche IL SOLE SORGE ALLE 7,38 E TRAMONTA ALLE 16,53 LA LUNA CALANTE SORGE ALLE 13,44 E TRAMONTA ALLE 4,07 ITALIA 1 7,25 Cartoni animati 8,50 Film: Barbie - Lago dei cigni 10,30 Film tv: Continuavano a chiamarlo Beethoven. Comm. (Usa, 2003) 12,25 Att.: Studio Aperto 13,00 Rub.: Studio Sport 13,40 Cartoni animati 15,00 Sit com: Big bang theory 15,35 Film: La famiglia Addams 2. Comm. (Usa, 1993) 17,30 Car: Dragon ball 18,30 Att.: Studio Aperto 19,00 Rub.: Studio Sport 19,25 Telefilm: Dr. House Medical Division 20,20 Telefilm: C.S.I. - Scena del crimine 21,10 Film: Sherlock - Il grande gioco Pol. (GB, 2010). Con Martin Freeman, Rupert Graves 23,05 Tf: Nikita. “Custode”x - “Reistenza”. Con Shane West, Maggie Q, Lyndsy Fonseca 1,15 Studio Aperto - La giornata RETE 4 LA 7 9,40 Tf Monk 10,50 Rubrica: Ricette di famiglia. Con D. Mengacci 11,30 Att.: Tg4 - Vie d’Italia 12,00 Tl: Detective in corsia 13,00 Telefilm: La signora in giallo 13,50 Rubrica: Sessione pomeridiana: il tribunale di Forum 15,10 Telefilm: Hamburg Distretto 21 16,15 Soap opera: Sentieri 17,00 Film: Segni particolare: bellissimo. Comm. (It., 1983). Con Adriano Celentano, F. Moro 18,55 Att.: Tg4 - Meteo 19,35 Telenovela: Tempesta d’amore 20,30 Telefilm: Walker Texas Ranger 21,10 Serie tv: Il capo dei capi. Con Daniele iotti, Claudio Gioè, Simona Cavallari, Gioia Spaziani, Salvatore Lazzaro 23,30 Film: Analisi finale. Thriller (Usa, 1992). Con Richard Gere, Kim Basinger 13,30 Attualità: Tg La 7 14,05 Film tv: Pomodori verdi fritti (alla fermata del treno) 16,35 Tf: Relic Hunter 17,30 Tf: L’ispettore Barnaby 19,30 Show: G’Holiday 20,00 Attualità: Tg La 7 20,30 Rub.: Otto e mezzo. Conduce L. Gruber 21,10 Talk show: Piazza pulita. Con C. Formigli 23,20 Tf: Sex and the city 0,30 Attualità: Tg La 7 SPORT I 15,30 16,00 16,30 17,00 17,30 18,00 18,25 18,55 19,25 19,55 21,55 00,00 Fan Club Roma Fan Club Inter Fan Club Lazio Fan Club Napoli Fan Club Juventus Che Partita! Man. Utd - Man. City FIFA World Cup Speciale Le Goleade Futbol Mundial Cordoba - Espanyol (diretta) Valencia - Siviglia (diretta) Vuoi Scommettere? CINEMA 8,45 Che bella giornata Speciale 9,05 Gnomeo e Giulietta 10,30 Pearl Harbor 13,35 Un Natale per due 15,25 Amore & altri rimedi 17,20 The social network 19,25 Un marito di troppo 21,00 Sky Cine News - Immaturi - Il viaggio 21,10 Io, Robot 23,10 La banda dei babbi natale 00,55 La lista dei clienti 2,25 L'immortale SPORT II 13,00 WWE Experience 14,00 Basket: Kansas Kansas State 15,30 Speciale MotorShow 2011 16,00 Icarus 16,30 Momenti di Golf 17,00 NCAA Bowl 19,00 WWE Experience 20,00 MotorSport 20,30 NBA Action 21,00 Obiettivo Londra 2012 Best Of 22,00 Obiettivo Londra 2012 23,30 Re-Play A Londra in Inghilterra, sant’Edoardo, detto il Confessore: re degli Angli, amatissimo dal suo popolo per la sua grande carità, assicurò la pace al suo regno e promosse con tenacia la comunione con la sede di Roma. OGGI Cielo: nubi sui rilievi alpini più settentrionali, sole o poche nubi altrove. Fenomeni: nevicate sui rilievi alpini più settentrionali, in intensificazione dal pomeriggio. Temperature: stazionarie. Venti: deboli o moderati da W-NW. Mari: Mar Ligure agitato, localmente molto mosso. Adriatico Settentrionale poco mosso, localmente mosso. IL SOLE SORGE ALLE 7,38 E TRAMONTA ALLE 16,54 LA LUNA CALANTE SORGE ALLE 14,30 E TRAMONTA ALLE 5,03 Cielo: nubi sui rilievi alpini più settentrionali, sole altrove. Fenomeni: nevicate sui rilievi alpini più settentrionali, in attenuazione dal pomeriggio. Temperature: in diminuzione sulle Alpi, in leggero aumento altrove. Venti: moderati nord-occidentali, fino a forti sulle Alpi, con effetto fohn. Mari: Mar Ligure agitato, localmente molto mosso. Adriatico Settentrionale molto mosso, localmente agitato. STASERA SU TELEPADANIA - ORE 20,40 U N A PA D A N A I N G E R M A N I A IV PUNTATA DOMANI Temperature min. max BOLZANO TRIESTE UDINE VERONA VENEZIA BERGAMO COMO MILANO VARESE AOSTA TORINO MONDOVÌ CUNEO GENOVA IMPERIA PIACENZA BOLOGNA PORTOFERRAIO FIRENZE PISA ANCONA -5 5 -1 -2 0 -2 -3 -1 -4 -2 -2 -2 -2 8 9 -2 0 -2 2 1 4 4 10 8 8 8 8 5 10 3 3 8 8 9 14 14 7 10 17 14 13 13 Seguici sul digitale terrestre al CANALE 75 Telepadania è visibile anche sul web all’indirizzo www.padanianet.com 16 laPADANIA Avvertimenti e minacce alla Lega JAMES PASINI I “poteri forti e mafiosi” hanno prontamente lanciato il loro avvertimento minaccioso e trasversale alla Lega Nord per l’Indipendenza della Padania prendendo di mira Renzo Bossi e Monica Rizzi, con argomenti spuntati ed accuse ridicole, quanto, cattive ed avvelenate. Situazione generale molto grave e pesante, imputabile in larga misura all’alleato Berlusconi, campione di incoerenza e di miope opportunismo. L’attuale è fase politica molto delicata e sovraccarica di conseguenze di tipo irreversibile per negatività, per cui i responsabili del Movimento, a tutti i livelli, devono valutare i vari passaggi con grande attenzione e ponderazione. I nemici irriducibili sono tanti, troppi, lo scontro si presenta impari e cruciale. Negozi: i “tempi” delle liberalizzazioni MARINO BERTOLINO Un tempo non lontano i negozi non chiudevano durante la giornata e i titolari erano costretti a pranzare o cenare nel retro del negozio. Ma non basta. A volte dovevano servire i clienti con il boccone ancora in bocca. Poi ci sono stati i cambiamenti, e così i negozi hanno avuto il loro tempo di pausa stabilito dai Comuni. Con l’espansione della grande distribuzione, l’orario continuato è diventato una normalità e il piccolo commercio ha sofferto questa novità che ha messo in difficoltà tanti negozi a conduzione familiare, o con dipendenti da pagare. Adesso con la liberalizzazione degli orari di apertura il Governo (insieme ai Comuni) vuole che i negozi mantengono gli stessi orari degli ipermercati e centri commerciali. Praticamente si sta correndo dietro alla grande distribuzione con la differenza che loro i numeri li fanno, mentre il piccolo esercizio arranca e rischia di chiudere perchè fa fatica a rimanere sul mercato. Poi ci sono i negozi gestiti da stranieri che non chiudono mai, ma questa è un’altra questione che le Associazioni di categoria devono LA VOCE DEL NORD Direttore politico UMBERTO BOSSI Direttore responsabile STEFANIA PIAZZO e-mail: [email protected] Redattori capo centrali ROBERTO BRUSADELLI, CRISTINA MALAGUTI Responsabili di settore: CARLO PASSERA (Politica), PAOLO PARENTI (Territorio e Veneto) e ROBERTO SCHENA (Attualità) Giovedì 5 gennaio 2012 ▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼ I NOSTRI INDIRIZZI LA PAROLA AI LETTORI Lettere: quotidiano la Padania, via Bellerio 41 - 20161 Milano. ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲ Fax: 02/66246326. E-mail: [email protected] affrontare per tutelare i loro associati. E i politici? Silenzio assoluto!! Le carceri in Italia fanno acqua FABIO SÌCARI Bergamo La condizione carceraria italiana fa acqua. Gli istituti penitenziari sono 206 e i detenuti sono più di 67.000. La capienza regolamentare è però ben al di sotto della popolazione carceraria. I reclusi in più sono oltre le 21.000 unità. Immagino che sarà difficile dare concretezza al precetto di rieducare chi è incappato nelle roventi maglie del codice penale. Per completare il fosco quadro, occorre aggiungere che quasi 15.000 detenuti sono in attesa del primo giudizio. Poco meno di 25.000 carcerati sono stranieri. Dal primo gennaio al 5 dicembre 2011 i suicidi sono stato 60. Numeri che fanno male a chi sta dentro, ma anche a chi sta fuori. I giornali “domestici” del presidente na, che in qualunque momento può decidere se privare o concedere al proprio partner tali diritti. Nella strada di ogni persona, nella nostra esistenza, c’è il passaggio naturale del lavorare e del fondare una famiglia: ogni uomo, oggi, deve necessariamente sapere che non è prevista alcuna garanzia su questo per lui. Non è prevista la sua realizzazione, garantita la partecipazione, non sono tutelati per lui quei diritti più essenziali ed importanti per ogni essere che si possa definire umano. Divorzio, leggi e diritto vario, consuetudini ed ideologie, nei fatti stanno opprimendo intere generazioni di uomini che si trovano espulsi o ai margini dalla società, ignorati ed inascoltati nei loro drammi. A questi uomini mando un augurio per l’anno nuovo e li invito a scrivermi a [email protected]. Parliamo, uniamoci, cambiamo questo stato di cose che premia i delinquenti ed ignora gli onesti, impegnamoci per fermare questo Sistema nella sua folle corsa alla guerra ed alla stupidità. Noi esistiamo, valiamo, siamo uomini nuovi, forti ma anche sensibili, sereni ma determinati a ripristinare ordine e fiducia, a ricostruire un futuro luminoso, fatto per tutti e non per pochi. BENEDETTO ANTONINI Teolo (PD) Corriere e Repubblica si comportano come i domestici del compagno presidente. Mi chiedo dove abbiano visto la sobrietà e come facciano a non capire che, ammesso che ci sia, è solo cinismo e ipocrisia. Il compagno presidente vive tra stucchi, marmi, ori e camerieri. Per me il lord trinariciuto è e rimane il presidente della casta, dei terroni, dei mantenuti dello Stato, dei fannulloni, di quelli che campano con il denaro altrui. Nientemeno che il presidente della “Fattoria” di Orwell. Mariti e padri non hanno più diritti MICHAEL ROSSI Firenze Viviamo oggi un Sistema dove addirittura un semplice “marito”, un normalissimo “padre”, non ha più alcun diritto: il diritto alla famiglia, il diritto ad una casa, allo stipendio, a dei figli. Il potere oggi è sbilanciato ed univoco nelle mani della don- I nodi della Ue sono al pettine GIULIANA GAUGLIO Genova Nel consueto messaggio di fine anno del Capo dello Stato ci chiede di fare sacrifici per salvare la barca-Italia. E’ parecchio tempo che Giorgio Napolitano siede in Parlamento e mi domando perché non abbia mai pensato di affrontare il problema del debito pubblico, voragine che è stata creata in gran parte dai suoi conterranei negli anni ‘80 (Cirino Pomicino, tanto per citarne uno). Adesso chiede a noi di fare sacrifici, a noi che sbarchiamo il lunario con fatica, mentre lui e tutta la casta non pensano minimamente ad abolire almeno qualcuno di tutti i privilegi di cui godono: l’apparato che ruota intorno al Presidente della Repubblica non lo ha nemmeno la Regina d’Inghilterra...... La manovra Monti serve solo ed esclusivamente a prendere tempo nei confronti dell’Europa. EDITORIALE NORD Soc. Coop. Sede Legale: Via Magenta, 5 - 21100 VARESE Sede Operativa: Via Bellerio, 41 - 20161 MILANO Direzione e Redazione: Tel. 02.662461 - Fax 02.66246326 e-mail: [email protected] CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Presidente: Federico Bricolo Vicepresidente: Roberto Cota Consiglieri: Rosa Angela Mauro ● Giancarlo Giorgetti ● Marco Reguzzoni COLLEGIO SINDACALE Presidente: Alberto Gusmeroli Sindaci effettivi: Marco Valente ● Lanfranco Duò DIRETTORE GENERALE Pier Luigi Arnera L’Europa ci chiede sì sacrifici, ma anche rigore e serietà. L’Italia non è un paese serio. Lo dimostra il fatto che al governo di centro-destra, vincitore delle elezioni sia stato impedito con ogni mezzo di governare, in primis dalle serpi che aveva in seno, e di mettere in atto quei cambiamenti di cui il Paese ha disperatamente bisogno. L’Italia è tenuta in piedi dalla burocrazia, che si autoalimenta, e l’economia italiana è basata sul nulla: le grandi industrie, nel migliore delle ipotesi hanno delocalizzato le loro attività, le piccole e medie industrie, motore dell’economia italiana e simbolo dell’operosità italiana, sono strozzate dalla pressione fiscale e chiudono i battenti perché non ce la fanno più a reggere la concorrenza del Sud-Est asiatico. Fino a quando potrà durare tutto questo? In virtù degli impegni sottoscritti a suo tempo con il Trattato di Maastricht, sono dieci anni che l’Italia promette all’Europa di approntare cambiamenti, cambiamenti che non sono mai stato messi in atto e ora, complice la crisi mondiale, i nodi sono venuti al pettine. L’Unione Europea è un gigante con i piedi di argilla, dove l’unione è solo sulla carta e usa come collante la moneta unica. A dieci anni dall’avvento dell’euro tutti gli Stati membri sono scontenti (gli unici che se la passano meglio sono coloro che non lo hanno adottato) ma i Paesi che pagano lo scotto maggiore sono proprio quelli come l’Italia che hanno un’economia debole. Chi tira le file di tutta l’Unione Europea è la Germania. Mi sorge un dubbio: non è che la sudditanza dell’Italia nei confronti della Cancelliera tedesca derivi proprio dal fatto che abbiamo la coda di paglia? Ma dove è finito il direttorio a tre? GIANLUIGI DE MARCHI Pino Torinese Le bugie hanno le gambe corte: la stampa allineata non più tardi di due mesi fa, in occasione della visita di Monti ai due “grandi nocchieri dell’Europa” (Merkel e Sarkozy) si era affrettata a pronosticare la costituzione di un “direttorio a tre” tra Francia, Germania ed Italia. I giornalisti Pinocchio non chiedono neppure scusa per la manipolazione dell’informazione: sapevano benissimo che non era LA PADANIA LA VOCE DEL NORD reg. Tribunale di Varese: n. 422 del 19/5/1983 QUOTIDIANO ORGANO UFFICIALE DELLA “LEGA NORD PER L’INDIPENDENZA DELLA PADANIA” Stampa: Nuova SEBE S.p.A. Via Brescia, 22 Cernusco sul Naviglio (Milano) Distribuzione: M-DIS S.p.A. Via Cazzaniga, 1 - Milano vero, ma tant’è hanno voluto dare un segnale che con Berlusconi e Bossi eravamo ai margini dell’Europa e con Monti saremmo invece diventati protagonisti. Invece lunedì i due "grandi nochieri dell’Europa" s’incontrano dui nuovo, mentre Monti rimane a casa. Non è cambiato niente... Ma di chi è il denaro sui conti? MARCO SCAGLIA Ascoltando Radio Padania Libera ho sentito le telefonate in diretta di vari ascoltatori, che denunciavano le loro difficoltà che si sono presentate al momento di effettuare prelievi di contante, o cambio di banconote, agli sportelli bancari. Le segnalazioni più frequenti riguardavano l’impossibilità d’effettuare prelievi oltre i 1.000 euro senza fornire motivazioni valide da sottoscrivere su appositi moduli, e le strane richieste di spiegazioni quando si volevano cambiare banconote da 500 euro in tagli più piccoli. Premetto che considero inutili ed ingiuste le nuove norme sui pagamenti in contanti, perchè gli evasori, gli abusivi, e chi mette in pratica comportamenti illeciti sicuramente se ne frega di queste leggi, ed attuerà tutte le strategie per aggirarle. Quindi, come sempre, l’abolizione del segreto bancario ed i costi delle nuove forme di pagamento o incasso, graveranno su coloro che non hanno la possibilità, nè la volontà di nascondere operazioni o patrimoni quantomeno sospetti. Dovrebbe però essere difeso e tutelato il principio secondo il quale il denaro depositato sui conti correnti è proprietà esclusiva del titolare del conto stesso, che può decidere in ogni momento di prelevarlo per spenderlo, per investirlo in altri strumenti, o per farne ciò che vuole. Mi farebbe piacere che qualcuno spiegasse chiaramente se i comportamenti segnalati dagli ascoltatori dipendano solo dallo zelo di alcuni bancari, oppure se nascano da preoccupanti iniziative che rischiano di ledere la proprietà privata ed il diritto alla riservatezza, che dovrebbero essere inviolabili. In ogni caso andrebbero prese iniziative per accertare e contrastare ogni abuso. UFFICIO ABBONAMENTI: Tel. 02.662461 COPIE ARRETRATE: € 2,50 compr. di spese postali Sped. in abb. post. - 45% - Art. 2 Comma 20 lettera B legge 662/96 Milano Associato PUBBLICITÀ, MARKETING, COMUNICAZIONE & SVILUPPO: MARI ZATTRA Tel. 02.66246313 - Fax 02.66246326 e-mail: [email protected] Impresa beneficiaria, per questa testata, dei contributi di cui alla legge n. 250/90 e successive modifiche ed integrazioni A Genova la situazione è gravissima BRUNO RAVERA In attesa che torni la democrazia in Italia, d’ora in poi mi interesserò solo di Genova. Qui la situazione è gravissima, con le sedi della Lega Nord Liguria che sono spesso attaccate da vandali e ci troviamo di fronte ad una sinistra (che da decenni governa in Regione ed in Comune) che pensa alle primarie anziché ai gravi problemi della città. Sono tornati alla carica con la moschea in una zona che darebbe danno a tutta Genova, mentre era stato promesso ai cittadini che quel quartiere sarebbe stato riqualificato con strutture sportive e per anziani. Ora invece vi imperversa un Centro sociale “diretto” da Don Gallo, il quale non disdegna di girare spesso con le prostitute. La Lega Nord Liguria ha sempre difeso le radici storiche, civiche e religiose, della città, tanto è vero che in Piazza De Ferrari, circa un anno fa, quando vi fu la questione del togliere o meno i crocifissi dalle scuole, ci trovammo tra la gente a distribuirne centinaia e centinaia... e non bastarono, mentre Don Prospero del Lagaccio arrivava a mettere nel presepe un minareto vicino a Gesù Bambino!!! Io personalmente mi sono sposato in chiesa ed ho battezzato i miei figli: ora mi trovo invece in disaccordo con il Cardinal Bagnasco. Con i cardinali Genova è stata quasi sempre sfortunata: Tettamanzi, Bertone ed ora appunto Bagnasco, che si dimentica della propria missione e fa politica! Continua alla... prossima puntata, dove indicherò le linee di un programma per la città. Quanto ha reso il blitz di Cortina? GIANANSELMO ALIAS Sono ben 80 gli uomini che l’agenzia delle entrate ha inviato a Cortina a scovare evasori, fotografare targhe, impedire il lavoro proprio nel periodo di maggior affluenza turistica. I documenti contabili si devono conservare per una decina di anni, era così complicato pensare di fare quei controlli magari in un periodo di bassa stagione? A Cortina alcuni anni fa meditavano di andare con l’Alto Adige, con comportamenti simili il prossimo referendum sarà per diventare austriaci. Un simile spiegamento di forze deve essere costato non poco, si tratta di pagare una settimana bianca a Cortina a 80 persone, per uno Stato che non fino a ieri era a rischio di non riuscire a pagare gli stipendi non deve essere stato facile. A fronte di questo esborso di denaro pubblico, che sarebbe utile fosse noto a tutti, gli italiani 17 laPADANIA Giovedì 5 gennaio 2012 ▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼ I NOSTRI INDIRIZZI LA PAROLA AI LETTORI Lettere: quotidiano la Padania, via Bellerio 41 - 20161 Milano. ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲ Fax: 02/66246326. E-mail: [email protected] avrebbero anche il sacrosanto diritto di sapere quanto ha reso tutto questo. Se il bilancio fosse in perdita (come sospetto) si potrà dire che questo blitz dolomitico è stato nulla più che una operazione di immagine, e ad agosto tutti a Porto Cervo a farsi un’altra settimana. Paghiamo noi. Un po’ più di classe, un po’ meno casta GIANFRANCO MORTONI Onorevoli e senatori, prego, un po’ di classe! In un locale di lusso e di prestigio come il Par- desca. Così facendo si è messo alla pari del Fini, altra carica istituzionale ricoperta con parzialità. Povera Italia, siamo ormai a sovranità limitata in quanto il popolo viene messo da parte. Co2, un plauso alla Asl di Milano VIRGINIO SALA Milano L’efficacia e la solerzia di un ente pubblico quale la Asl di Milano hanno evitato pericolose ed anche letali conseguenze ad alcune persone dimoranti in un edificio sito in via Cagliero, tra i quali me stesso con mia moglie, a causa della presenza di monossido di carbonio CO2 negli appartamenti occu- dono delle sorti italiche. Poi vorrei anche sapere che fine hanno fatto le clamorose proteste dei sindacati, soprattutto della Cgil, contro la legge finanziaria: se la sono cavata con uno “scioperetto” di un paio d’ore o poco più, fatto alla chetichella e senza clamori, e soprattutto senza chiamare in piazza i consueti “milioni” di lavoratori, che pure ad ogni finanziaria dell’odiato Berlusconi si erano disciplinatamente messi in fila per manifestare con tanto di bandiere rosse al seguito. E sì che di motivi per manifestare sul serio, stavolta, ce n’erano: tagli alle pensioni, innalzamento dell’età pensionabile (ricordo la Camusso mentre diceva solennemente “40 è il numero magico oltre il quale non si può nano (sì, stazionano, senza fare niente di concreto) in parlamento da decenni, sempre gli stessi ultra-settantenni od ottantenni che mai hanno visto un posto di lavoro, una fabbrica, se non in TV, e che si sono addirittura indignati quando la Lega Nord ha fatto parlare una lavoratrice che nell’occasione ha persino osato indossare i suoi vestiti da lavoro. Ma forse gli italiani finora non sono stati ancora “bastonati” come si deve, e questo lo deve aver pensato anche Monti, che adesso, con la cosiddetta “fase 2”, probabilmente continuerà la sua nefasta opera, che io spero, a questo punto, egli porti a termine, così almeno quando il Paese sarà veramente allo stremo sarà più facile costruire la Padania. Indice, come si calcola PATRIZIA CACIOLI Direttore della comunicazione Istat Roberto Maroni e il Consigliere Provinciale Monica Mazzoleni alla Berghem Fest Segretario di Sezione Lega Nord Martinengo, Bassani Omar lamento sarebbe da offendersi se, ad es., il caffè e la brioche costassero poco, ché sembrerebbe, lusso e prestigio, di riceverli, privilegiatamente, gratis. Eh no! Quel lusso e quel prestigio mi pare giusto che si paghino alzando adeguatamente il prezzo delle consumazioni, come si fa in qualunque bar, ristorante, e similari, che, ovviamente, come la buvette parlamentare, siano di alto livello. Si potrebbe, a braccetto col 2012 appena iniziato, cominciare da subito: basta solo un po’ più di classe, e un po’ meno di casta! Napolitano, che delusione MARIA ROSSI Sino a quale mese fa mi piaceva ed avevo molta stima per il Presidente Napolitano. Era sempre stato super partes e consenziente sul processo federalista del Paese, sia fiscale che istituzionale. Ultimamente però mi sta deludendo. Infatti, le sue ultime iniziative non mi piacciono per nulla. Prima nomina a Senatore a vita il prof. Monti, anche se non aveva quei super requisiti nazionali indispensabili, e poi lo nomina “premier” senza il consenso del popolo sovrano. Così facendo dà l’impressione che sia stato tutto organizzato a tavolino e che ci sia del vero in merito alla telefonata della cancelliera te- Il Presidente del Consiglio Regionale della Lombardia Davide Boni, il Consigliere Provinciale Monica Mazzoleni e l'Assessore Comunale alla Sicurezza di Martinengo (Bg) Roberto Zanchi al Be'rghem Fre'cc pati. L’allarme è stato lanciato alcuni giorni prima dello scorso Natale da due abitatrici del palazzo (madre e figlia adulta) per un ricovero urgente delle stesse, ora riabilitatesi, presso l’Ospedale Maggiore. Un lodevole funzionario della Asl ha visitato gli appartamenti siti sopra e sotto quello occupato dalle sue signore ad un piano alto dell’edificio constatando la presenza pericolosa, destinata ad un aumentare col tempo, di monossido di carbonio. Quel lodevole funzionario ha quindi non solo consigliato autorevolmente ma anche educatamente di provvedere ad alcuni interventi necessari per evitare il peggio per sè e per i vicini di casa, come ad esempio la sostituzione dello scaldacqua a gas con un altro elettrico. Il che è stato fatto fare dal sottoscritto e dovrà essere fatto in numerose abitazioni milanesi. Dove sono finiti “indignati” e sindacati? VALTER ROVERATO Venezia Da quando è in carica questo Governo di gente non eletta dal popolo e voluto da un presidente altrettanto non eletto dal popolo, vorrei sapere come mai sono spariti gli “indignati”, che infatti non protestano più, come prima, contro le banche ed i banchieri, ed è strano che non lo facciano ora, che proprio i banchieri deci- andare, non si può lavorare più di 40 anni”), per non parlare delle tasse, che formano quasi il 90% della manovra. Mi piacerebbe anche sapere se gli italiani, se e quando saranno chiamati alle prossime elezioni, saranno ancora d’accordo nel premiare col voto chi ora in parlamento sostiene un Governo del genere. Ma io credo che alla fine gli italioti, entusiasti “centocinquantisti”, novelli “Tafazzi”, li voteranno ancora: voteranno l’ex democristiano Casini, il più entusiasta sostenitore di Monti, assieme a Fini e Rutelli, che fino a qualche anno fa si beccavano l’un l’altro per la poltrona di sindaco di Roma ed ora sono assieme nel cosiddetto “terzo polo”, un polo di pluri-“ex” di qualcosa, di traditori. Alla fine voteranno Bersani e la sua accozzaglia catto-comunistoide che va da D’Alema alla Bindi e che ora sostengono Monti perfino assieme a Berlusconi, odiato fino al giorno prima: ma avreste votato a favore della stessa legge finanziaria presentata da Monti se l’avesse presentata il Cavaliere, oppure avreste chiamato i vostri indignati elettori in piazza? Ed infine voteranno ancora Di Pietro, che prima dà la fiducia al governo e poi vota contro i suoi provvedimenti, lamentandosi pure. Eh, sì, gli italiani voteranno ancora gli stessi che stazio- Gentile direttore, nella lettera pubblicata oggi “Come si calcola l’indice Istat?”, il signor Marco Chierici sostiene, a proposito dei metodi di calcolo “dell’indice Istat” (presumo dei prezzi al consumo, ndr) che l’Istituto nazionale di statistica, “con la complicità dello Stato”, “prenderebbe in giro da sempre” i cittadini. A dimostrazione di questa grave affermazione il lettore utilizza stime degli effetti della manovra del Governo realizzate da Federconsumatori e da “altre associazioni ed Enti” (“circa 2.200 euro all’anno”) e le incrocia con altre statistiche Istat, come ad esempio quella sul reddito, secondo la quale le famiglie italiane nel 2009 hanno un reddito medio di 2.500 euro. A conclusione di tutto ciò il signor Chierici afferma che, mentre questo “dovrebbe far balzare l’indice Istat di quasi il 7%”, l’Istat, al contrario, sostiene che sarà “meno della metà”. Ciò che emerge dall’articolo è una informazione un po’ confusa sul tema. La misura dell’inflazione si riferisce infatti soltanto alla variazione dei prezzi dei beni di consumo acquistati dalle famiglie, mentre la manovra del Governo contiene provvedimenti di carattere fiscale che solo quando incidono sulla formazione dei prezzi finali (ad esempio i prezzi dei carburanti) entrano correntemente nel calcolo degli indici dei prezzi al consumo calcolati dall’Istat. E’ inoltre evidente che, essendo alcuni dei rincari citati in vigore dall’inizio del presente anno, essi saranno registrati dalle rilevazioni Istat riferite a gennaio 2012, che verranno diffuse all’inizio di febbraio. Le saremo grati per la pubblicazione di questa lettera, anche per un corretto uso delle informazioni che quotidianamente forniamo al Paese. 18 laPADANIA Giovedì 5 gennaio 2012 ▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼ ▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼ CULTURE & IDENTITÀ CULTURE & IDENTITÀ ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲ ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲ GIOVANNI POLLI Contributi di Storia padana «UNITÀ ETNICA E GEOGRAFICA DI UN POPOLO» Ecco i primi paragrafi del “Contributo alla costruzione della Storia della Padania” di Flavio Zanardi, pubblicato a pagina 182 del catalogo della mostra “Padania, Cultura e Territorio”. LA GRANDE PIANURA Da quando la scuola francese ha ridimensionato criticamente la storia cosiddetta événementielle, non sembra più possibile attribuire una importanza deter minante nelle umane vicende a fattori come i cambiamenti dinastici, le congiure di palazzo, le risultanze di un conflitto, le decisioni diplomatiche o altro del genere. Al loro posto, come fattori determinanti la storia nella “lunga durata”, emergono le condizioni ambientali, il clima, gli elementi naturali, la mentalità, i comportamenti sociali, il lavoro. Si evidenziano allora delle “strutture” che al tempo stesso si configurano come sostegni e come ostacoli del mutamento storico: sono limiti di cui non ci si può liberare e coi quali occorre fare continuamente i conti. «L’esempio più accessibile (di tali strutture) sembra ancora quello del condizionamento geografico. L’uomo è prigioniero per secoli di climi, di vegetazioni, di popolazioni animali, di culture, d’un equilibrio costruito lentamente, dal quale non si può allontanare senza rischiare di rimettere tutto in questione». È il caso nostro, quello della Padania, del suo fiume, delle sue strade, delle sue campagne, delle sue città. accentramento e su quello economico della priorità accordata al trasporto ferroviario, non rimosse gli ostacoli che impedivano al Po di proporsi come struttura unificante del territorio, opponendosi il controllo prefettizio ad iniziative comprensoriali o intercomunali relative alla gestione del fiume. E tuttavia sarà la forza delle cose ad operare questa unificazione della Padania. Con l’unità d’Italia la valle padana si impose infatti come “sede obbligata e privilegiata dell’accumulazione, della lotta politica e dell’evoluzione civile del Paese». TERRITORIO PADANO E MERCATO NAZIONALE L’ unità d’Italia fu conseguita da uno schieramento eterogeneo di forze egemonizzato dai moderati e dal Piemonte. La borghesia terriera e industriale, l’aristocrazia agraria imborghesita del nord presero nelle loro mani il Paese e ne orientarono i destini. Questo comportò lo scontro frontale con la Chiesa, spogliata delle sue proprietà, del pro- «La Padania comprende quattro regioni: Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto; interessa però anche la Liguria, l’Alto Adige ed il Canton Ticino in Svizzera. La popolazione della Padania è di 22.500.000 abitanti circa...». I dati sono aggiornati alla fine degli anni ’70, e, insieme alla definizione di Padania riportata più sopra, sono tratti da un volume dal titolo molto eloquente e impegnativo: “Padania: cultura e territorio”. Il quale, a sua volta, è in realtà il catalogo di una mostra omonima itinerante, ideata nel 1976 e allestita a partire dal 1977 fino, almeno, al 1979. L’esposizio- prio Stato, e del proprio potere politico, l’emarginazione politica e i più pesanti sacrifici economici a danno dei piccoli conduttori agricoli, dei ceti artigianali urbani, delle masse diseredate delle città e dei campi e di importanti strati della piccola e media borghesia, il compr omesso con la nobiltà e la borghesia agraria più arretrate. La liquidazione dei beni della mano morta e dei residui demani comunali si risolse in un assalto al territorio da parte della nuova borghesia, soprattutto lombarda, e in una spinta definitiva alla trasformazione in senso capitalistico dell’agricoltura padana. Contemporaneamente le esigenze del più vasto mercato nazionale, europeo, mondiale, nel quale si trovò inserita la Padania post-unitaria, le potenti sollecitazioni economiche di questo mercato, mutarono il volto all’intera regione (...). Reggio Emilia, in accordo con l’Assessorato Regionale al Turismo e Commercio dell’Emilia Romagna, con la collaborazione dell’Assessorato al Turismo della Regione Lombardia, l’Associazione Amici del Po, il Comitato Laghi e Fiumi della Lombardia e la Provincia di Rovigo. Ma a questa lunga lista di nomi dei promotori della «Mostra itinerante sulla Civiltà Padana», occorre premetterne un altro: quello di chi, da presidente della Regione Emilia-Romagna, almeno un anno prima dell’ideazione dell’iniziativa, ne aveva posto le premesse politiche: Guido Fanti, appartenente all’allora Partito Comunista Italiano. Di quello storico progetto di «super re- somma, tutto il volume è un florilegio di “padanità” poco dopo tradita. Sarebbe inoltre interessante contare quante volte nel testo ricorre il nome dell’oggi ritenuta inesistente “Padania” e gli aggettivi derivati. E così, spulciando a caso il catalogo, può capitare ancora di leggere affermazioni programmatiche come questa: «...Si ricercano i segni di uno spazio che delinei una visione organica e complessiva del territorio e dei suoi problemi. Dai documenti programmatici elaborati dalle Regioni si può forse cogliere la premessa di una intuizione: la Padania è l’ambito territoriale dell’Antimegalopoli... » La Padania, insomma, era una terra in cui - con il lin- La storia ha dato ragione a chi ha creduto nei valori del territorio. Cadono i muri del pregiudizio SUBITO LA PADANIA per usci re dalla crisi LA PADANIA Qui la tendenziale unità geografica, etnica e culturale della grande pianura che si estende attorno al Po trovò un grave ostacolo nella frantumazione politica dell’Italia, nelle risse municipali per il controllo della grande via d’acqua e dei canali che da essa si dipartivano per gli usi sia commerciali che agricoli o nel farsi il grande fiume la frontiera fra gli stati regionali protezionisti che gravano il suo corso di pedaggi, monopoli, dogane e balzelli. Ma se la politica del potere ostacolava questa tendenziale unità, essa si riproduceva poi in basso, al livello popolare, come fatto spesso clandestino o criminale. La mobilità di uomini e merci rimaneva infatti ugualmente intensa sia perché lo richiedevano il bisogno di braccia per i grandi lavori agricoli e di bonifica, per lo più stagionali, sia perché monopoli e protezionismo incentivavano il contrabbando o perché, con l’avvento della leva militare generalizzata, le selve e le paludi rivierasche offrivano rifugio a renitenti o sbandati creando la leggenda di una pretesa malvagità degli abitanti della bassa come del proverbiale “Piasinten ledr’e assesen” (“Piacentini, ladri e assassini”). L’unificazione nazionale condizionata sul piano ideologico dall’ossessione unitaria, su quello politico dal più rigoroso 19 laPADANIA Giovedì 5 gennaio 2012 ne, strutturata su oltre 240 pannelli comprendenti più di un migliaio di immagini, riguardava molti fra gli aspetti storici, economici, sociali e ambientali di un territorio che oggi, al contrario, appare sempre politicamente corretto ritenere “inesistente”. Per rinfrescare la memoria a chi ha cambiato idea, è invece curioso (per così dire) rilevare chi fossero gli organizzatori e i promotori dell’iniziativa padanista di quell’epoca: il Comitato per la valorizzazione turistica delle Aree Padane dell’Emilia-Romagna, al quale aderivano le amministrazione e gli Enti provinciali per il Turismo di Ferrara, Parma, Piacenza e gione della Padania», negli esponenti della forza politica erede di quella a cui Fanti apparteneva, oggi come è noto non resta proprio nulla se non un’avversione cieca e sorda a qualunque proposta di dibattito. A rileggere certe dichiarazioni del presidente Fanti, oggi c’è molto da pensare se constatiamo quanti passi indietro da allora abbia compiuto la sua stessa sinistra dal punto di vista culturale. E - forse anche di conseguenza - elettorale. Al punto che oggi suonano quasi beffarde le forti prese di posizione del presidente emiliano- romagnolo nelle quali si giudicava “improcrastinabile” un accordo tra Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto ed Emilia per «convogliare l’apporto coordinato di un’area geografica che ha in comune un groviglio di problemi irrisolti, di scelte non fatte». Fanti come profeta padanista? Se così fu, rimase comunque inascoltato. E oggi è del tutto inimmaginabile ascoltare da parte di esponenti della sinistra affermazioni come quella - rilasciata a “La Stampa” esattamente venticinque anni fa, il 6 giugno del 1975, secondo cui «le Regioni, rifiutandosi di chiudersi in se stesse, sono chiamate a svolgere il ruolo di protagoniste della politica nazionale e il consolidarsi di rapporti permanenti nell’area padana rap- presenta un contributo decisivo». Un quarto di secolo dopo, come abbiamo potuto constatare negli ultimi tempi, gli stessi ambienti politici nei quali Guido Fanti svolse la propria esperienza politica preferiscono investire sul tricolore, giungendo a riesumare addirittura le parate militari che in qu ell ’epoca erano state soppresse proprio grazie a loro. Ma in quegli anni era possibile leggere, senza che gli autori venissero accusati in tribunale di “deprimere il sentimento nazionale”, che «la forma delle città e le caratteristiche degli insediamenti rurali sono testimonianza della specificità del rapporto cittàcampagna in Padania... ». Oppure, parlando di linguistica, che «Il latino importato nella Padania dai coloni romani verso il III secolo a. C. si è innestato su due grandi ceppi linguistici indoeuropei preesistenti: il celtico e il veneto» (citazioni dal volume “P ad a n ia ”, 1979). Sempre parlando di lingua, appare interessante un’annotazione in questi ultimi anni sempre derisa e negata dai fautori dell’unicità linguistica “italiana”: «Oggi i dialetti padani si accomunano in un ceppo detto Gallo-italico, che comprende anche il ligure, inizialmente non indoeuropeo ed il veneto...». Ma c’è di più: «La spartizione longobarda e bizantina accentua la diversificazione del volgare settentrionale da quello del resto d’Italia». E, per sottolinearla, ecco le cartine linguistiche elaborate da un personaggio che oggi è ministro dell’Istruzione, il professor Tullio De Mauro. (pag. 108, op. cit.), Lo stes- Altro che passato! Le radici della tradizione sono vive e generano cultura quotidiana. Le lingue ne sono la più profonda forma di espressione da difendere e riconoscere so che, da “esperto” consultato nel corso della stesura della legge sulle minoranze linguistiche, aveva in seguito negato alle lingue padane le proprie particolarità tipologiche e le notevoli differenze dall’italiano “toscano” e ufficiale. In- Un mensile la celebrava Nemmeno nei primi anni Novanta la “Padania” incuteva timore Il sostantivo “Padania”, impiegato ad indicare le regioni del Nord, senza virgolette e senza aggiunte pelose a denegarne l’esistenza, è rintracciabile in moltissimi testi non certo sospettabili di vicinanza al movimento della Lega. Ma se anche - per esempio - una recente edizione della guida del Touring Club Italiano riporta il termine “Padania” riferita a Milano che ne sarebbe la capitale, e se è ben viva e vegeta un’azienda di latticini e derivati che porta alta e orgogliosa la stessa intestazione, fu soprattutto un mensile pubblicato agli inizi degli anni Novanta a rilanciare quel nome proprio che oggi fa paura a molti. “Padania”, con sottotitolo “Società, ambiente, economia, tradizioni” venne portato edicole per un paio di anni a cura dell’editrice multinazionale Hyde Park Group e sotto la direzione di Pier Maria Paoletti. Periodico registrato al Tribunale di Milano il 5 ottobre 1991 dall’“Editoriale Padania Srl”, si avvaleva della collaborazione, nel comitato di redazione, di personaggio come Vittorio Emiliani, Giorgio Galli, Viviana Kasam, Guido Vergani, Mino Vignolo e Sergio Zavoli. E di fronte a questi signori, in quel periodo professatori di padanismo, nessuno si sognava di ripetere che “La Padania non esiste”. Anzi. Nelle pagine di questa rivista tutto o quasi era “padano”: c’era un’inchiesta a puntate sulle “Capitali della Padania” (Milano, Bologna, Treviso...), si parlava delle “Nuove province padane” (Lodi), ci si interrogava sul “Turismo in Padania, gestione difficile” («Il turismo, se ben organizzato e propagandato con intelligenza, potrebbe costituire una delle voci più importanti dell’economia di tutte le regioni della Padania»), si trattavano temi relativi alle tradizioni come servizi sulle “Pasque popolari in Padania”, ci si occupava di temi ambientalisti come il ritorno dell’airone cenerino nelle “zone umide della Padania”, si lanciavano iniziative come le tessere di “Amici di Padania”... La rivista, nata in piena Tangentopoli, non sopravvisse alla bufera. Tanto più che la si dava per vicina a certi ambienti socialisti che, a quei tempi, avrebbero strizzato volentieri l’occhio alla Lega Nord. Ma insieme al mensile, scomparve anche la fede “padanista” di finanziatori, collaboratori, redattori e inserzionisti, diversi fra i quali si riconobbero in seguito fra i vicini a quelle parti politiche dalle quali più alto e scomposto si alzò il grido “La Padania non esiste”. Ma, per fortuna, “scripta manent”, ciò che è scritto è ancora leggibile. E, a futura memoria degli smemorati, è ancora oggi possibile ritrovare qualche numero del mensile in diverse biblioteche o su qualche bancarella di libri e riviste usate. guaggio dell’epoca - si sarebbero potute «investire progettualità». La mostra, e il catalogo (in diverse edizioni: dalla prima, «Una mostra in costruzione » volutamente grezza e in bianco e nero fino all’ultima di tre anni dopo, molto più ricca e con tutti i contributi raccolti “in itinere”) oggi restano - benché esauriti e pratica mente introvabili - a futura memoria di chi, per ragioni politiche, ha perso il ricordo della “progettualità” ed è tornato al più banale compito di far quadrare i conti di storia e cultura sulla base dell’interesse del momento. Infine, occorre rilevare che la mostra e il catalogo erano permeati di una forte spinta ambientalista e alla tutela del patrimonio naturalistico padano. In un anticipo di quella corrente di pensiero che, più tardi, si sarebbe affermata con il nome di “b io re gi on al is mo ”. Ambientalismo e bioregionalismo, insomma, volti al rispetto e alla tutela, attraverso il rilancio della Padania mediante una più corretta gestione delle risorse e alla valorizzazione della cultura propria. Che tristezza viene a scorrere quelle gloriose pagine, se pensiamo che oggi, dalle stesse aree di “pensiero ambientalista” al Nord padanista vengono rivolte soltanto accuse di “rozzezza”... CULTURA E STORIA LETTE SENZA PAURA Testi, didascalie e commenti sulle tavole della mostra e nelle pagine del catalogo non mostravano certo reticenze: qui la Padania e la storia padana compaiono senza censure. Alla faccia di chi, oggi, sostiene che “non esistono”. Ecco qualche esempio. I CELTI IN PADANIA «L’Italia prima delle guerra puniche (didascalia, ndr): la Padania è ancora celtica. La presenza romana è a Rimini da dove, risalendo il Po, partiranno gli eserciti per la conquista della Pianura». «Le tribù galliche, stanziatesi nella pianura, continuano l’economia agricola etrusca, mantengono contatti commerciali con l’Italia centrale e si basano su comunità rurali. I Celti nella parte occidentale, i Boi in quella centrale, i Lingoni nella parte orientale ed i Senoni in quella meridionale organizzano una società che contrasta per secoli l’espansione romana (...) Solo nel 270 a. C. i Romani si affacciano nella pianura padana» (pag. 44). LA BONIFICA DEL TERRITORIO: BENEDETTINI E CISTERCENSI I Benedettini, intorno al 1000 iniziarono nella Padania un’opera di risanamento (...) I Cistercensi hanno lasciato una traccia tutta propria nell’attività agraria della Padania» (pag. 48). GASTRONOMIA «La gastronomia padana è legata all’uso predominante dei prodotti agricoli e delle carni elaborate (...). La tradizione culinaria padana è antichissima e senz’altro la più importante italiana. I primi trattati scritti sono padani e si tramanda che questa cucina abbia influenzato la stessa cucina europea: Messibugo, Sacchi, Scappi sono i grandi cuochi del Cinquecento che dettarono ricette a tutta Europa» (pag. 109). STORIA, I COSTI DELL’UNITÀ «L’obiettivo di creare un mercato nazionale e di renderlo competitivo con quello dei più progrediti paesi capitalistici europei provoca grossi rivolgimenti nell’assetto economico e sociale anche della Padania già nella prima metà dell’800. Il costo della edificazione del nuovo assetto economico è pagato dai gruppi sociali più deboli o estranei al movimento risorgimentale (...) I diseredati reagiscono con modi diversi che però trovano nella crescente ostilità nei confronti del nuovo governo unitario il denominatore comune (...) Nella campagna padana la disperazione e la miseria, esasperate dalla nuova imposta sul macinato, spingono le masse contadine a tumulti al grido di viva Pio IX e viva l’Austria» (pag. 117).