05 gennaio 2012 - LEGA NORD Cordenons

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05 gennaio 2012 - LEGA NORD Cordenons
laPADANIA
Anno XVI, N. 3, una copia € 1,00 (Fr.sv. 3,00)
Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353 / 2003 conv. L. 46 / 2004 art 1 DCB Milano
LA VOCE DEL NORD
DIRETTORE
Giovedì 5 gennaio 2012
UMBERTO BOSSI
LIBERALIZZIAMO LA PADANIA
La politica oppressiva delle tasse sulle famiglie e le imprese non crea nuova occupazione
Caro premier, lasci lavorare in santa pace il Nord, faccia fare il suo corso al Federalismo
Ancora colpa
della Cina?
Como ferma
la fuga di pmi
STEFANIA PIAZZO
ELISABETTA COLOMBO
a vera liberalizzazione è
liberare la Padania che
lavora e produce dalla
gabbia delle tasse, dal troppo
Stato che la opprime. Tutto il
resto è una bufala del Governo.
Cosa ci stanno liberalizzando?
Niente. Per salvare il Paese hanno pensato di liberalizzare le
edicole, di rompere l’anima ai
tassisti, di cancellare dall’Ordine dei giornalisti i pubblicisti.
Mosse sorprendenti, motore dello sviluppo. Per “liberalizzare”
hanno introdotto nuove tasse,
hanno massacrato il risparmio
di una vita che è la casa. Spolpare, disossare le imprese è la
strategia della liberalizzazione,
ovvero del liberarsi dalle energie
sane in grado di produrre lavoro. Caro Monti, il Nord così
non è libero di sprigionare il suo
potenziale, di garantire l’occupazione. Ma ci lasci lavorare,
per favore! Riduca il costo del
lavoro, riduca la tracotanza fiscale di Roma, riduca l’inflazione. Non c’è più l’alibi della
bolla dei mutui subprime americani, non ci sono più faccette
nere d’Abissinia per giustificare
le accise della benzina, non è
più colpa solo della Cina se è
aumentato il costo della vita perché scarseggia il grano. Liberalizzi la Padania, caro presidente, lasci che il Nord esprima
la sua cultura del lavoro, la sua
anima che è spirito del fare.
entre noi ci riempiamo la bocca con la
parola “sburocratizzazione”, le imprese continuano ad andare all’estero. Per il
costo vantaggioso della mano
d’opera? Non solo. Per i crediti
agevolati? Non solo. Per le tasse decisamente inferiori? Non
solo. Ciò che oggi spinge molte
aziende a spostare la loro attività è la ricerca di una Pubblica Amministrazione snella
ed efficiente.
L
M
IL MIRACOLO
ECONOMICO
A PAGINA 4
Inflazione fuori controllo, crollano
i consumi, benzina più cara dell’oro,
spread ancora a livelli da paura.
È il modello del nuovo boom italiano
Mister Pisapia
“svende” A2A
GIANNI CASATI
l duo Pisapia-Tabacci
sta nuovamente pensando ai saldi. Dopo
quelli fuori stagione con cui
hanno svenduto le quote di
Sea, ora si stanno organizzando per la vendita di parte
di A2A, grande polo energetico del Nord. La Lega annuncia le barricate mentre i
mal di pancia della sinistra
rallentano il processo di
vendita.
I
SEGUE A PAGINA 3
GARIBALDI, POLLI, RICCI, IEZZI
E ALTRI SERVIZI DA PAGINA 2 A PAGINA 9
ALLE PAGINE 2 E 3
CALDEROLI: ALLA FACCIA DEL RISPETTO DI UN PAESE IN DIFFICOLTÀ. ORA SI DIMETTA
(ULTIMO) CENONE A PALAZZO CHIGI? IL PREMIER CONFERMA...
Ma il Prof. non doveva
lasciare la Trilateral?
ALESSANDRO MONTANARI
n altri Paesi, quelli in cui l’opinione pubblica non è incline a tollerare che gli uomini politici mentano o manchino alla
parola data, la questione diventerebbe piuttosto imbarazzante. Ricordate quel problemuccio degli incarichi internazionali?
I
A PAGINA 6
FABRIZIO CARCANO
a sera del 31 dicembre
a Palazzo Chigi si è fatta baldoria, con una
cena organizzata dal premier
Mario Monti e dalla moglie
per una decina di commensali, quasi tutti parenti stretti
del neo senatore a vita.
Tutti attavolati nel palazzo
istituzionale dove ha sede il
Governo, tenuto appositamente aperto per una cena
privata.
Ad ammetterlo lo stesso
L
Monti, attraverso un comunicato diramato ieri sera
dall’ufficio stampa di Palazzo
Chigi, in replica ad una precisa interrogazione a riguardo
presentata dal senatore leghista Roberto Calderoli, il quale, appresa la notizia di un
festa privata che si sarebbe
tenuta a Palazzo Chigi la notte
di fine anno, volendo la verità
su una vicenda di questa importanza - soprattutto in un
simile momento congiunturale di crisi e di sacrifici per il
Paese - non ha esitato ad in-
calzare Monti («La notizia sta
girando e necessita di una
rapida risposta. Francamente
non riesco a crederci, perché
in un momento del genere sarebbe davvero incredibile, oltre che gravissimo, se venisse
confermato che il premier ha
utilizzato un Palazzo istituzionale e il relativo personale
per una festa di natura privata.
E in questo caso mi pare
evidente che Monti dovrebbe
rassegnare immediatamente
le dimissioni e chiedere scusa
al Paese e ai cittadini») attraverso un’interrogazione a
risposta scritta a lui direttamente indirizzata. Nel testo
dell’interrogazione Calderoli
chiedeva «se corrisponda alla
verità la notizia secondo cui la
notte dell’ultimo dell’anno si
siano tenuti dei festeggiamenti presso la Presidenza
del Consiglio dei Ministri in
Palazzo Chigi; se la festa avesse le caratteristiche di manifestazione istituzionale».
ALLE PAGINE 6 E 7
2
laPADANIA
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PRIMO PIANO
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Lotteria Italia,
un flop che
ci rispecchia
Una volta si stava incollati alla Tv, per lo
show dell’Epifania, in attesa dell’estrazione. Erano i momenti in cui si poteva
sognare: la casa, l’auto nuova, il viaggio
da favola. Oggi anche la Lotteria Italia ha
perso il suo fascino e in un Paese senza
speranza le vendite dei biglietti registrano un calo del 15% rispetto all’anno scorso, con 8 milioni di tagliandi venduti
contro i 9,6 dell’anno scorso. Il trend
negativo non è una novità per la Lotteria
che negli anni di "Scommettiamo che?" e
"Carramba", edizioni nelle quali gli italiani arrivarono a comprare oltre 25 milioni di biglietti, era la regina incontrastata di giochi ed estrazioni. Oggi invece
la Lotteria Italia non “se la fila più nessuno” e sebbene qualche solerte cassiere
all’Autogrill chieda: “vuole un biglietto?”
la risposta è sempre più spesso “no”.
Siamo rimasti senza sogni? O senza
soldi da spendere? In fondo un biglietto
costa 5 euro, che in tempi di crisi valgono
pur qualcosa.
Meglio allora i gratta e vinci: vuoi mettere l’emozione di grattare subito, vedere
Giovedì 5 gennaio 2012
PAGANO (PDL): RIFORME O SUBITO ALLE URNE
«Vista l'impellente necessità di adeguare il mercato del lavoro
ai cambiamenti determinati dalla globalizzazione e dal
mutamento delle condizioni economiche a livello internazionale,
il governo abbia il coraggio di varare le consequenziali riforme,
in linea con quanto chiestoci dall'Europa o si vada subito alle
elezioni anticipate». E' quanto afferma Alessandro Pagano (Pdl)
(foto) della Commissione finanze della Camera. «il governo
Monti - aggiunge - sta rivelando nel confronto con i sindacati un
ammorbidimento della propria linea come se fosse stato eletto
e quindi avesse bisogno del consenso di attori sociali influenti
come la Cgil per scongiurare dimissioni anticipate».
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INCENTIVI IMPRESE, ALLO STUDIO SEMPLIFICAZIONE
Tra gli interventi allo studio del governo Monti per rilanciare la
crescita e riqualificare allo stesso tempo la spesa pubblica si
pensa ad un drastico intervento sugli incentivi alle imprese. La
parola d'ordine e' semplificazione: oggi si contano infatti circa
90 leggi di incentivazione e l'obiettivo e' quello di arrivare a sole
PRIMO PIANO
▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
tre tipologie. In pole position per le tre uniche tipologie da
utilizzare ci sarebbero, a quanto si apprende, il ricorso a
strumenti automatici come il credito d'imposta e al bando di
gara per per i progetti a più ampia partecipazione d'imprese. La
formula negoziale potrebbe invece essere quella privilegiata per
i grandi progetti
LIBERALIZ ZIAMO
LA PADA NIA...
“Contrordine compagni, sven dere Milano si può”
GIANNI CASATI
Il duo Pisapia-Tabacci
sta nuovamente pensando ai saldi. Dopo
quelli fuori stagione con
cui hanno svenduto le
quote di Sea, ora si
stanno organizzando
per la vendita di
parte di A2A,
l’azienda pubblica che vede
unite Milano e
Brescia nel
grande polo
energetico del
Nord.
La Lega annuncia le barricate mentre i
mal di pancia
della sinistra rallentano il processo di vendita
sostenuto dal Pd e fortemente sponsorizzato
dall’assessore democristiano plenipotenziario
economico della Giunta
rossa di Milano.
Vendere quote di A2a
a 0,76 euro ad azione,
ovvero «al minino storico degli ultimi 10 anni» è «una follia» a meno
che «si voglia fare un
regalo a qualcuno». Co-
sì il capogruppo leghista a Palazzo Marino
Matteo Salvini annuncia «le barricate contro
la svendita del patrimonio dei milanesi e lombardi».
Il Carroccio milanese
e quello bresciano sulla
Dopo le quote
Sea, la coppia
Pisapia-Tabacci
ha in animo di
aprire i saldi
anche per la A2A
i numeri e magari vincere anche solo
qualche decina di euro? E infatti ai Gratta
e Vinci sono sufficienti appena 36 ore,
meno di due giorni, per incassare quanto
un’intera edizione della Lotteria Italia
che quest’anno ha incamerato solo 40
milioni di euro. Il che influira' sicuramente anche sul montepremi e sui singoli
premi che verranno messi in palio. Gia'
nell'edizione dello scorso anno, i premi
subirono un taglio drastico: ne vennero
infatti distribuiti solo 67 contro i 91 dell'edizione 2009-2010. Il record rimane
quello dell'edizione 2008-2009, trainata
dalla trasmissione di Raffaella Carra'
che fece lievitare gli incassi a 92,7 milioni
di euro con ben 159 premi distribuiti.
Roma e' la citta' dove e' stato vinto piu'
volte il primo premio. Sarà un caso? E se
poi le estrazioni non fossero proprio limpidissime? Un po’ come i famosi pacchi
della tv?
“Al Gratta e vinci i numeri li vedo e li
gratto io” dice il mio vicino di casa che
infatti ogni tanto qualche centinaio di
euro li ha portati a casa.
Insomma, della Lotteria sono in pochi a
fidarsi: chissà se la pensavano così anche i possessori del biglietto da 5 milioni
estratto nel 2009 e mai incassato; insieme agli altri 12 milioni incamerati dallo Stato dal 2002 ad oggi.
Resta il fatto che anche la Lotteria Italia
quest’anno è un flop: ognuno può vederci
quel che vuole ma in ogni caso a noi
sembra un segno del destino.
3
laPADANIA
Giovedì 5 gennaio 2012
stessa linea sono pronti
alla fronda e di fronte
alla sede della multiutility dell’energia Salvini e il collega Alessandro Morelli hanno annunciato battaglia «in
consiglio ed ogni sede
per impedire l’ennesima svendita di una
Giunta di tecnici che
non stanno guardando
al bene dei milanesi».
«Vendere nel 2012 –
dice Salvini – è un’as-
SEGUE DALLA PRIMA
STEFANIA PIAZZO
A sinistra, saldi già iniziati per la coppia Pisapia-Tabacci.
Sopra, i consiglieri della Lega, Salvini e Morelli
soluta follia, visto che le
azioni sono a 0,76 euro.
Valgono meno di 13 anni fa, quando nonostante l’o pp o s i z io n e
della Lega furono collocate a 1.670 lire l’una.
Se allora fu una svendita, come disse la sinistra adesso, con le
azioni al minimo storico, lo capisce anche un
tombino che si vuole fare un regalo a qualcuno».
Per la Lega «è incredibile che l’idea di vendere un pezzo di A2A
venga proprio dalla sinistra che quando ci
provarono Albertini e
Moratti parlò di svendita, di truffa, di ricorsi,
di referendum. Una sinistra che, quando va al
governo, in 6 mesi svende peggio di chiunque
altro».
Chi «nel ’98 parlava di
ricorsi alla magistratu-
Gli indicatori economici
MILÀN - La crisi economica morde il Paese e
rende ancora più evidente il fatto, arci-noto,
che l’Italia non esiste visto che nei fatti ne esistono almeno due diversissime tra loro: la Padania, che a dispetto
della congiuntura economica, resta una macro-regione capace di
competere da pari a pari
con le locomotive europee, e un Mezzogiorgno
sempre più arretrato e
vulnerabile. Lo dice la
Lega ma ora lo confermano svariati indicatori
economici. Lo studio
sulle economie locali
realizzato da Unioncamere e Prometeia, ad
esempio, prevede per il
prossimo anno l’allargamento della forbice tra
Nord e Sud. Nel Meridione, in particolare, si
stima che la ricchezza
pro capite nei prossimi
dodici mesi sarà pari a
circa i due terzi della media nazionale. Nelle province del Nord-Ovest,
invece, ci si aspetta un
livello di valore aggiunto
pro capite medio superiore del 20,2 per cento
al dato medio nazionale.
Lievemente inferiore,
ra e nel 2004 di “svendita per fare cassa”» e
chi «come Basilio Rizzo
allora faceva le barricate, oggi per coerenza
stoppi Tabacci».
Sull’ipotesi di vendita
«abbiamo sentito i colleghi di Brescia», spiega
Salvini, e la posizione
comune è che «si può
pensare a un collocamento ma con un progetto. A2A potrebbe diventare l’Enel del Nord,
ma se si perdono i pezzi
che cosa si può fare?
L’azienda ha compiuto i
100 anni, festeggiamo i
101 regalando un pezzo
del patrimonio dei milanesi e dei lombardi?».
Se la vendita delle
quote «per Tabacci è il
piano A – rimarca Morelli – speriamo che non
ci sia già pronto un piano B che preveda di regalare agli amici degli
amici con l’aggancio a
qualche cooperativa o
azienda della rossa
Emilia come Hera o
Iren. Se il tutto creasse
una grande impresa del
Nord in grado di competere a livello internazionale allora ci sarebbe uno scopo sul quale
dibattere, altrimenti
promuovere regalie ai
compagni oggi per poi
lasciare l’energia in mano ad aziende straniere
domani non è certo una
strada percorribile. Né
il piano A né quello B
sono possibili se manca
un progetto chiaro per il
bene dei milanesi».
danno ragione alla visione leghista
La Padania sopravvi verà alla crisi: lo dicono i dati
....................................................
Gli analisti prevedono che nel 2012
aumenterà ulteriormente la forbice
tra il Nord, che ha i mezzi e le capacità
per competere in Europa e nel mondo,
e il Sud del Paese, sempre
più arretrato e vulnerabile
....................................................
ma pur sempre con un
guadagno sul dato medio nazionale di oltre il
19 per cento, si attesterà
invece il dato delle pro-
vince del Nord-Est.
Parlano abbastanza
chiaro anche i dati disaggregati del Pil 2012.
In un quadro di decre-
scita generale del “sistema Italia”, che potrebbe
portare ad una contrazione del Pil dello 0,5 per
cento, infatti, solo cinque regioni, vale a dire
Emilia Romagna, Valle
d’Aosta, Lombardia,
Trentino Alto-Adige e
Veneto, pur avendo un
andamento previsto del
Prodotto interno lordo
negativo, dovrebbero
riuscire a contenere i
danni in misura maggiore rispetto alla media
Lasci che il Federalismo faccia il
suo corso. Che le Regioni debbano
vedersela con i costi standard della
sanità, con i costi standard della
pubblica amministrazione. Ci lasci
lavorare in pace anziché usare il
bastone. Ce lo state alzando voi il
costo della vita imponendoci un
mercato drogato dall’assistenzialismo, ci state alzando il costo del
lavoro per pagare i debiti delle banche, per pagare il fallimento dell’euro.
L’energia del Nord non è solo fatta
da luce, acqua e gas. Certo, in ordine di tempo, il tentativo della giunta Pisapia di maneggiare il colosso
di A2A è l’ultimo di una serie di
interventi che fanno della Padania
una torta da spartire. Una volta tu,
una volta io. Le finalità sono sempre
“alte”, ovviamente, transalpine. Liberalizzare, vendere, fare mercato.
E il risultato, fino ad oggi, è che
queste privatizzazioni, queste liberalizzazioni hanno solo portato ad
un esproprio di risorse che appartengono a noi.
Ultimo colpetto, lei sta costringendo le nostre imprese a scappare di
nuovo.
Come diceva il presidente degli
Stati Uniti, Thomas Jefferson, “Tutte le tirannie necessitano di ottenere
appoggio da parte di gente onesta
che rimane in silenzio”. Qui la gente
onesta non tace, il risveglio delle
coscienze del Nord non è cosa di ieri.
Ed è talmente pressante questo grido che quando c’è da accanirsi contro qualcuno, ovvero chi la rappresenta al Nord, il fuoco politico, fiscale di interdizione si spreca.
Ma mai sottovalutare l’ira dei
mansueti. È biblico.
nazionale. Piemonte,
Friuli Venezia-Giulia,
Toscana e Lazio invece,
si allineeranno alla media mentre tutte le altre
regioni subiranno contrazioni più forti della
media nazionale. Nel
complesso, quindi, il Pil
atteso nelle regioni del
Nord-Ovest sarà pari al 0,4%, nel Nord-Est a 0,3%, nel Centro a 0,5% e nel Mezzogiorno
a -0,9%.
In linea con questa vi-
sione duale è, naturalmente, anche la stima
delle esportazioni.
La leadership della
diffusione delle produzioni italiane nel mondo,
infatti, resterà ancora
saldamente nelle mani
delle imprese del NordEst (+2,5%) con la Lombardia, a +2,7%, a fare
da traino per tutto il
Nord-Ovest. Le esportazioni del Mezzogiorno,
invece, cresceranno meno della media naziona-
le prevista.
Strettamente legato
all’andamento
dell’export è poi il mercato del lavoro. La disoccupazione, infatti, è
destinata ad aumentare
fino al 13,7 per cento nel
Sud mentre nel Nord dovrebbe mantenersi tra il
5 e il 7 per cento. Insomma, se c’è un’Italia
che può sopravvivere alla crisi questa è solamente l’Italia del Nord.
Quella che in futuro anche molti altri, oltre a
noi leghisti, dovranno
rassegnarsi a chiamare
Padania.
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laPADANIA
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PRIMO PIANO
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IVA GARIBALDI
Quella sulle liberalizzazioni degli orari dei negozi assomiglia sempre
di più a un'altra guerra
tra poveri. La norma
fortemente voluta dal
Governo Monti che
sembra voler realizzare
a dispetto della levata di
scudi di tantissime categorie è un vero scippo
ai danni, ancora una
volta, delle categorie più
deboli.
Non servono professori o esperti per capire
chi trarrà vantaggio da
simili misure contenute
nella manovra economica approvata a a dicembre dal Parlamento.
E non è difficile nemmeno individuare chi si
troverà costretto, suo
malgrado, a chiudere le
saracinesche per sempre. A spingere per una
liberalizzazione selvag-
gia dove ognuno fa come meglio crede è la
grande distribuzione
che ha la possibilità di
avere personale a disposizione per coprire
eventuali turni di lavoro
anche sulle 24 ore. Diverso invece è il caso dei
piccoli esercizi commerciali, magari a conduzione familiare, che vedrebbero ridotto al lumicino le loro attività
commerciali.
Da una parte dunque
godono i forti con nuova
linfa per i grandi centri
commerciali mentre
dall'altra il negozietto tipico sotto casa verrebbe
fagocitato dalla categoria emergente delle attività etniche e straniere. Oltre alla questione
di merito ne esiste anche una di competenza:
e già perché il Governo
liberalizzando gli orari
dei negozi invade un
Giovedì 5 gennaio 2012
BONI: «FAVORITI GRANDE DISTRIBUZIONE E IMMIGRATI»
La liberalizzazione dell’orario di apertura dei negozi penalizza,
secondo il presidente del Consiglio regionale della Lombardia,
Davide Boni (foto), soprattutto «le cosiddette imprese famigliari
a beneficio invece della grande distribuzione e degli esercizi
gestiti da immigrati». Per questo, osserva «bisognerebbe
trovare una formula di equilibrio tra le diverse realtà ed
esigenze». Nel contempo Boni invita la Regione Lombardia «a
farsi parte attiva, come altre Regioni, per impugnare la norma
dell’esecutivo». A essersi schierate contro la norma sono state
finora Piemonte, Veneto, Toscana, Lazio, Puglia e la Provincia
di Trento
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Mentre noi ci riempiamo la
bocca con la parola “sburocratizzazione”, le imprese
continuano ad andare
all’estero. Per il costo vantaggioso della mano d’opera?
Non solo. Per i crediti agevolati? Non solo. Per le tasse
decisamente inferiori? Non
solo. Ciò che oggi spinge
molte aziende a spostare la
loro attività è la ricerca di
una Pubblica Amministrazione snella ed efficiente. In
pratica, mentre noi parliamo
le aziende vanno dove la sburocratizzazione è una realtà.
Sono in centinaia ad essersi
trasferite in Canton Ticino,
specie tra il comparto metalmeccanico e molte hanno
scoperto il Vallese, cantone
elvetico evidentemente ancora più “appetibile” per chi
tenta di sopravvivere tra
scartoffie, leggine , adempimenti vari che mortificano,
tartassano e impoveriscono
le attività. Certo, mentre tra
tasse dirette e indirette da
noi se ne va il 68% dell’utile,
in Svizzera si paga una tassa
confederale dell’8,5% e, una
volta a regime, un’aliquota
tra il 12 e il 19%, ma è soprattutto la possibilità di tirare un so-spiro di sollievo
sui tempi e i modi della burocrazia a convincere le imprese a saltare oltre il confine, Per quelle comasche
poi, il passo è breve e i vantaggi sono invece elevati .
CAVALLI: «ANCHE EMILIA DICA NO A DEREGULATION»
«Liberalizzando gli orari di apertura il Governo Monti ha la
chiara intenzione di aiutare i suoi amici della grande
distribuzione, i quali, attraverso la turnazione, potranno
rispettare orari assai più elastici». Ne è convinto il consigliere
regionale della Lega dell’Emilia Romagna Stefano Cavalli (foto),
PRIMO PIANO
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che parla di un «colpo di grazia» per i piccoli commercianti che
dovranno vedersela con «un’ulteriore concorrenza sleale, non
potendo ricorrere al medesimo escamotage». Sulla questione
Cavalli presenterà una risoluzione per far fronte comune con le
altre Regioni contrarie. Secondo Cavalli, infatti, «è
assolutamente falso che la misura farà aumentare i consumi»
Coro di critiche alle liberalizzazioni. Sulla scia del Piemonte anche le rosse Toscana ed Emilia annunciano ricorso alla Consulta
Orari selvaggi per i negozi uccidono le piccole attività
ambito che è di competenza delle Regioni.
E proprio in questo
senso s'era mosso per
primo Roberto Cota
annunciando, l'altro
giorno, l'intenzione di
fare ricorso alla Corte
Costituzionale se mai
questo provvedimento
dovesse imposto dall'Esecutivo. Una scelta che
poco ha a che far con il
colore politico tanto che
Cota è stato presto imitato dalla Toscana.
«Avevamo già pronto il
ricorso contro la liberalizzazione prevista da
Berlusconi - sottolinea
Anche questa, come
già accaduto con le
pensioni, è un’altra guerra
tra poveri dove a essere
colpiti sono i più deboli
Enrico Rossi - e oggi
presentiamo lo stesso
ricorso contro quella
decisa da Monti che è
ancora più spinta». Allo
stesso mondo l'EmiliaRomagna dà un giudizio negativo sulla liberalizzazione degli orari
degli e non esclude a
priori un ricorso alla
Corte Costituzionale
contro il provvedimento, anche se la Giunta
guidata da Vasco Errani attenderà l'esito
dell'incontro che ci sarà
per la prossima settimana a Roma per decidere la linea di azione.
Pronto all'azione anche
il Veneto mentre il Lazio
ha fatto sapere di stare
valutando attentamente la questione. Insomma la questione è apertissima e non è escluso
che il Governo possa
avere un ripensamento
di fronte al fuoco di fila
che si trova di fronte.
Intanto partono anche
le denunce preventive.
E' il caso del Condacons
che minaccia singolarmente le Regioni che intendono ricorrere legittimamente alla Consulta. Nel mirino dell'associazione finiscono, in
particolare, la Toscana
La misura sull'apertura
libera delle attività
commerciali è contenuta
nell'articolo 31 della manovra
economica
e il veneto. "Se il Governatore del Veneto
Zaia deciderà di ricorrere alla Corte Costituzionale contro l'articolo
31 della manovra Monti
- fa sapere l'associazione - sulla promozione e
la tutela della concorrenza, verrà denunciato
dal Codacons all'Antitrust".
Peccato per Monti che
non abbia nemmeno
una maggioranza parlamentare unita nel sostenerlo. In casa Pdl,
ma lo stesso si può dire
dalle parti del Pd, non
mancano le voci contrarie alla norma. E così
Carlo Giovanardi si
premura di fare un appello al suo partito: «Prima di procedere alla liberalizzazione selvaggia
del commercio e alla
proletarizzazione di
strutture di servizio come quelle che riguardano taxi ed edicole,
Como fermerà
l’esodo delle pmi
ELISABETTA COLOMBO
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laPADANIA
Giovedì 5 gennaio 2012
Aree deburocratizzate
per rendere meno
appetibile e vantaggioso
stabilirsi oltreconfine
Poco tempo per le autorizzazioni, adempimenti limitati e poi addirittura sgravi fiscali per chi crea posti di
lavoro. Del resto la Svizzera
sa lusingare e non lo fa certo
solo con il cioccolato: al Ticino dove il tax rate si ferma
al 20% dell’utile e l’Iva è la
più bassa d’Europa è bastato
il progetto d’investimento
Copernico per attrarre 100
aziende italiane, offrendo
contributi a fondo perduto e
incentivi per le assunzioni.
Insomma, le istituzioni elvetiche si sono attrezzate per
rubarci imprese e competenze. E ci sono riuscite, creando quelle che potremmo definire “piccole secessioni “.
La Svizzera quindi come
l’Austria e la Slovenia e mentre si discute del futuro
dell’euro si affaccia l’Europa
che verrà, quella in cui basta
muoversi di una ventina di
chilometri, metro più metro
meno, per cambiare la vita di
un’impresa, anzi, potremmo
dire per ridargliela ed evitarne la morte certa.
Il rischio di un’emigrazione di massa è così alto che a
Como si stanno attrezzando
e per contrastare la concorrenza elvetica Camera di
Commercio, associazioni
imprenditoriali e sindacati si
sono dati un obiettivo: creare
delle aree sburocratizzate
per favorire l’insediamento
di nuove imprese e la nascita
di nuovi posti di lavoro. La
proposta sarà al vaglio del
Tavolo per la competitività in
programma lunedì prossimo
e dedicato proprio alle difficoltà del settore manifatturiero comasco. Ci riusciranno?
Senza l’aiuto del Governo
sarà difficile mettere mano
alla burocrazia tarpa-aziende e quindi non si può che
attendere che le parole semplificazione e liberalizzazione declamate da Monti diventino realtà. Solo così gli
enti locali potranno davvero
smettere di fare i passacarte
e giocare un ruolo attivo nella crescita e nello sviluppo,
tenendo conto del fatto che
non ci troviamo di fronte a
grandi aziende che delocalizzano la produzione per diminuire i costi della mano
d’opera, ma di una miriade
di piccole imprese, in pratica
la nostra ricchezza, che per
non finire soffocate si spostano oltre confine. Per fermarle però non c’è molto
tempo.
con prevedibile ed inevitabile cancellazione di
centinaia di migliaia di
piccole imprese famigliari, il governo dovrebbe rispondere ad alcune
semplici domande: chi
trarrà vantaggio da
queste iniziative? Migliorerà la qualità della
Soddisfatti per
l'entrata in vigore
delle nuove regole sono
solo i rappresentanti
delle grandi distribuzioni
vita? Ci sarà più o meno
coesione sociale? Diminuiranno i costi per i
cittadini consumatori?
Nel frattempo è bene
che sia il Pdl a dare una
risposta a queste domande discutendone
nei suoi organi dirigenti
- sottolinea l'esponente
di maggioranza - prima
di buttare a mare un
modello italiano che
può e deve essere sicuramente migliorato
ma non distrutto da forzature che tra l'altro
non trovano riscontro
in altri Paesi europei».
Una scena non diversa
si vive anche dalle parti
del segretario Pierluigi
Bersani. «Sulle liberalizzazioni degli orari dei
negozi il Pd si decida
invece di inscenare uno
psicodramma. A livello
nazionale è favorevole
mentre a livello regionale fa ricorso contro il
testo della manovra che
è stata approvata anche
dal Pd» evidenzia il deputato del Pdl Gabriele
Toccafondi.
Alla confusione della
politica di maggioranza
fa da contraltare la certezza mostrata dalle associazioni che rappresentano le grandi distribuzioni. E non è affatto
un caso che Federdistribuzione inviti il Governo ad andare avanti
senza alcun tentennamento: «A fronte di un
quadro economico difficile il Governo ha intrapreso una coraggio-
Maggioranza ancora
divisa rispetto alle
decisioni dell'Esecutivo.
Nel Pdl e nel Pd non
mancano voci in dissenso
sa politica di liberalizzazione» afferma il presidente di Federdistribuzione Giovanni Cobolli Gigli secondo il
quale «la normativa riguardo gli orari di apertura dei negozi sancisce
il diritto per gli operatori
commerciali di poter gestire liberamente i propri punti vendita valorizzando contemporaneamente la concorrenza il servizio ai consumatori e i propri investimenti». Intanto il Governo va avanti incurante delle critiche e annuncia nuove e più
pesanti liberalizzazioni,
ovviamente per decreto,
per la benzina, utility
locali, rete e stoccaggio
gas per quanto riguarda
il capitolo energia, ma
anche per ordini professionali, trasporti, poste e gli immancabili taxi e farmacie.
Il governatore piemontese infastidito dalla «disinformazione»
Cota: «Da Torino nessuna nuova tassa,
l’addizionale Irpef l’ha voluta Monti»
GIOVANNI POLLI
TURIN - «Da quando sono
Presidente della Regione
non sono state introdotte
nuove tasse e per quanto
mi riguarda non ho intenzione di farlo anche
per il futuro». Lo ha ribadito ieri il governatore
del Piemonte, R ob er to
Cota che ricorda invece
di aver introdotto «significativi sconti fiscali soprattutto per chi decide
di assumere nuovi lavo-
IN POCHE RIGHE
Monti colpisce duro con le
tasse (fase uno) e fallisce in
partenza con la ripresa (fase
due).
Aumentare le imposte e
inventarne di nuove è una
roba facile; meno facile combattere la disoccupazione e
favorire lo sviluppo. Per il
rilancio si devono conciliare i
diritti dei Brambilla e dei
Cipputi. Impresa non facile
dopo che Giugni e altri giuslavoristi hanno creato vincoli tra imprenditori e lavoratori molto più tenaci di
quelli matrimoniali.
Questi lacci e laccioli hanno favorito la crescita delle
piccole e piccolissime imprese che, se come dimostrato
hanno grande valenza, diventano più vulnerabili
quando la speculazione internazionale innesca crisi
strumentali come l’attuale;
Altro che immigrati: per l’occupazione
e la ripresa si prenda esempio dai danesi
per affrontare la situazione
occorrono orientamenti e capacità ben diverse da quelle
del prof. Monti. Serve la politica, non la sola tecnica. A
parte l’errata decisione
d’azionare la leva fiscale e le
liberalizzazioni fatte di taxi e
orari dei negozi, l’impostazione dell’azione del governo serve a innescare solo
tensioni sociali, di cui particolarmente in questo momento non se ne ha alcun
bisogno.
La via da seguire, per dare tranquillità a imprese e
lavoratori, può essere quella
di una piccola, grande nazione: la Danimarca.
In Danimarca gli imprenditori hanno la massima li-
bertà di licenziare con un
preavviso di soli cinque giorni. Il lavoratore licenziato
percepisce un assegno da
parte dello Stato pari all’8090% del suo stipendio per
quattro anni. Moltissimi danesi cambiano anche cinque
volte datore di lavoro nel corso della vita lavorativa, ma
senza preoccupazioni: è lo
Stato che gliene procura e
offre un altro. Rifiutare una
proposta di lavoro comporta
la sospensione del sussidio.
I lavoratori, a volte, accettano un lavoro al di sotto
delle loro competenze per
evitare di restare disoccupati e senza soldi. Gli immigrati non fruiscono del sistema degli ammortizzatori
sociali.
La Danimarca coniuga
flessibilità e sicurezza del
posto di lavoro che insieme
ad altri provvedimenti che
tutelano la famiglia favoriscono l’equilibrio demografico.
È evidente che per un rilancio del “made in Italy” si
devono proporre prodotti di
qualità per materie prime e
lavorazione fatta interamente da mani italiane.
Non è detto che il modello
danese possa essere la soluzione integrale per i problemi della Padania e
dell’Italia, ma l’esperienza e
le grandi capacità della Rosi
Mauro potranno da essa
trarre utili spunti. Non è vero
ratori. Lo dico anche perchè è la linea che dovrebbe seguire il Governo
Monti che invece ha intrapreso la strada opposta». Secondo Cota «in
questi giorni c'è la tendenza a giocare su una
certa disinformazione, in
particolare, vorrei precisare che l’aumento
dell’addizionale regionale irpef non è stata decisa
dal governo regionale,
ma dal governo Monti
con la manovra. Anche
che senza immigrati le industrie si fermerebbero:
scomparirebbero invece disoccupazione, illegalità e
tante spese.
Il Sin.Pa ha l’opportunità
d’inserirsi nel discorso con
proposte fondamentali come
quella di vietare ulteriormente l’uso dei fondi pensioni per finanziare gli ammortizzatori sociali, creando
crisi che non hanno ragione
di essere. Se sui fondi pensioni non verranno fatti ulteriori prelievi impropri, nel
tempo avranno un costante
incremento per l’inevitabile
e naturale uscita dagli stessi dei pensionati.
È evidente che il solitario
ruolo di partito d’opposizione offre alla Lega straordinarie possibilità e dall’altro
la espone a grandi responsabilità a cui non intende
sottrarsi.
Marcello Ricci
l’aumento dell’accisa
sulla benzina è contenuta nella manovra Monti».
Per quanto riguarda le
accise sulla benzina, riconducibili alla Regione
«l’unica introdotta in
questi mesi - spiega il
presidente - è legata alla
riscossione di
un’accisa, già
prevista, pari
2,58 centesimi,
resa anch’essa
obbligatoria da
una legge dello
stato. Senza l'attivazione di questa accisa - precisa - non
avremmo potuto
accedere ai fondi
per il ripristino
dei danni causat i d a l l ’ a l l u v i one».
Il governatore
non nega il proprio fastidio per
il fatto che «si continua a
dire che le addizionali Irpef sono arrivate per colpa delle Region. Ma questa disinformazione interessata non fa che portare a far scaricare sulle
Regioni le scelte di aumentare le tasse da parte
del Governo Monti. Ancora oggi un articolo di
un giornale spiegava che
l’aumento dallo 0,9
all’1,223 per cento delle
addizionali era stato voluto dalla Regione. Invece l’aumento è stato deciso nella finanziaria,
che ha aumentato anche
le accise della benzina».
Cota ribadisce che «in
questi anni, malgrado la
situazione fosse molto
difficile, non ho mai aumentato le tasse regionali».
L’aumento, peraltro,
non va a favore delle Re-
menti dal centro per la
Sanità, demandando il
ripianamento dei tagli
all’addizionale Irpef. Sostanzialmente una partita di giro. Che però per
il cittadino si traduce in
tasse più alte per colpa di
Roma. Hanno messo
«Da quando
sono in carica
non sono state
introdotte
nuove tasse
non ho
intenzione
di farlo anche
per il futuro»
nuove tasse per dare gli
stessi soldi alle Regioni».
«Quanto all’accisa sulla benzina - precisa ancora in conclusione Cota
- abbiamo dovuto applicarla perché una norma
prevede che quando si
verifica una calamità naturale, per rimediare ai
danni occorre applicare
un’addizionale sull’accisa sui carburanti. Se
questo non viene fatto,
non c’è la possibiltà di
attingere ai fondi. Non si
è trattato di un atto discrezionale del governo
di Torino».
gioni ma di Roma. «Nel
senso - spiega ancora il
governatore - che sono
stati tagliati i trasferi-
6
laPADANIA
▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼
Giovedì 5 gennaio 2012
provvedimento fiscale regressivo». «L'Europa - spiega l’ex ministro - è
una piazza necessaria ma non è sufficiente. L’Europa suggerisce molto
ma può poco. Il mercato finanziario suggerisce uguale, ma può tutto».
Secondo Tremonti «il rischio per l’Italia non è tanto un’altra manovra,
ma quello di dover fare una domanda d’assistenza al Fmi», in cui
«decisiva sarebbe la nostra drastica perdita di sovranità nazionale»
«GOVERNO MONTI CREDIBILE IN UE, MA NON PER MERCATI»
Il governo Monti è «credibile in Europa, ma non lo è per i mercati».
Parola di Giulio Tremonti (foto) che col Corriere della Sera fa il punto
dell’attuale situazione economica e politica italiana e sottolinea: «Ho
una grande considerazione per la competenza tanto di Monti quanto di
Grilli, e ho votato la fiducia ma il decreto salva Italia è un
POLITICA
▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
IL SIGNOR MONTI CI MENTE?
Figura ancora nella Trilateral
Per il sito della Commissione è ancora European Chair. Ma le dimissioni
del neo-presidente del Consiglio ci erano state annunciate a novembre...
ALESSANDRO MONTANARI
MILÀN - In altri Paesi, quelli in
cui l’opinione pubblica non è
incline a tollerare che gli uomini politici mentano o manchino alla parola data, la
questione diventerebbe piuttosto imbarazzante. In Italia,
lo capiremo presto.
Ricordate quel problemuccio degli incarichi internazionali ricoperti da Mario
Monti e subito rimproveratigli, al tempo del suo in-
nascere ogni chiacchiericcio
sul proprio conto e non alimentare accuse di possibili
conflitti d’interesse od elucubrazioni ancor più fastidiose intorno ai grandi burattinai del mondo, il nostro
presidente del Consiglio assunse la decisione migliore,
nonché, forse, l’unica possibile: dimettersi da tutte le
cariche extra-politiche.
Curiosamente, però, ad
annunciare al Paese tale risoluzione non fu Mario Mon-
globalizzazione in fase embrionale...) - la fototessera
del nostro presidente del
Consiglio continua infatti a
comparire sopra alla prestigiosa dicitura Euro pean
Chair.
Ma, allora, come la mettiamo, signor presidente? Le
sue dimissioni ci sono state
annunciate ormai da un mese e mezzo; possibile mai che
non siano ancora arrivate a
destinazione? Oppure dobbiamo pensare che non sia-
▼▼▼▼▼▼▼▼▼▼
gresso a Palazzo Chigi, dai
seguaci delle teorie politiche
complottiste, da qualche eretico del Parlamento e da un
numero stranamente irrisorio di quotidiani?
Parliamo della consulenza
alla banca d’affari Goldman
Sachs, ma forse soprattutto
.............................
Svista o promessa
non mantenuta?
Il premier deve chiarire.
In caso contrario
si pone un problema
di credibililtà
.............................
dell’appartenenza del Professore a due dei più noti circoli
elitari del pianeta: il Bilderberg Group, di cui Monti apprendiamo dal Corriere
della Sera del 25 novembre
scorso - era membro della
Commissione Permanente
(Steering Committee), e della
famigerata Commissione
Trilaterale, per la quale Monti figurava addirittura come
European Chair, ovvero presidente del ramo europeo.
Ebbene, per stroncare sul
ti in persona o un suo portavoce, ma un articolo del
Corriere della Sera, che nella
già citata edizione del 25 novembre scorso (e la data, come vedremo, ha una sua importanza) titolava, piuttosto
solennemente, così:
«LA SCELTA - Bocconi,
Trilateral e Goldman Sachs:
il premier lascia tutti gli incarichi. Via anche da Bilderberg».
Ma la promessa è poi stata
effettivamente mantenuta?
Verificare è cosa assai ardua ed in alcuni casi - come
nel caso del misteriosissimo
Bilderberg Group (il cui livello di riservatezza è talmente elevato da aver fatto
dubitare, a molti e per molto
tempo, che il think-tank esistesse davvero) perfino impossibile. Si dà il caso, però,
che l’unico riscontro immediatamente eseguibile abbia,
sfortunatamente, prodotto
un esito negativo.
Nel sito della Commissione Trilaterale (www.trilateral.org) - il “pensatoio” fondato nel 1973 da David Rockfeller per sviluppare la cooperazione tra Europa, America ed Asia (toh, guarda, la
no state accettate, o ancora
che il sito internet dell’associazione, peraltro così trasparente e prodigo di informazioni interessanti, sia aggiornato in tempi tanto inappropriati?
Noi, naturalmente, non ci
permettiamo di propendere
per nessuna ipotesi in par-
ticolare ed anzi attendiamo le
necessarie delucidazioni direttamente dal presidente
del Consiglio, il quale, se il 25
novembre scorso aveva adottato la coscienziosa risoluzione di annullare tutti quegli incarichi internazionali
(come scriveva un entusiasta
Sergio Bocconi sul Corsera:
«evidentemente per ritenuta
incompantibilità») dovrebbe
ora avvertire l’esigenza di dimostrare al Paese che non è
▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
FABRIZIO CARCANO
La sera del 31 dicembre a
Palazzo Chigi si è fatta baldoria, con una cena organizzata dal premier Mario
Monti e dalla moglie per una
decina di commensali, quasi
tutti parenti stretti del neo
senatore a vita.
Tutti attavolati nel palazzo
istituzionale dove ha sede il
Governo, tenuto appositamente aperto per una cena
privata.
Ad ammetterlo lo stesso
Monti, attraverso un comunicato diramato ieri sera
dall’ufficio stampa di Palazzo
Chigi, in replica ad una precisa interrogazione a riguardo presentata dal senatore
leghista Roberto Calderoli,
il quale, appresa la notizia di
un festa privata che si sarebbe tenuta a Palazzo Chigi
la notte di fine anno, volendo
Baldoria di fine anno a Palazzo Chigi? Il premier conferma...
la verità su una vicenda di
questa importanza - soprattutto in un simile momento
congiunturale di crisi e di
sacrifici per il Paese - non ha
esitato ad incalzare Monti
(«La notizia sta girando e necessita di una rapida risposta. Francamente non riesco
a crederci, perché in un momento del genere sarebbe
davvero incredibile, oltre che
gravissimo, se venisse confermato che il premier ha utilizzato un Palazzo istituzionale e il relativo personale
per una festa di natura privata.
E in questo caso mi pare
evidente che Monti dovrebbe
rassegnare immediatamente
le dimissioni e chiedere scu-
Diciamolo subito. Il governo delle
Maldive ha deciso ieri, dopo le
proteste degli islamici, di riaprire i
centri benessere e le spa, perchè,
motivazione ufficiale, non sono
bordelli. Quindi, se ne può dedurre, chi va in questi meravigliosi
posti non cerca “luoghi di prostituzione”.
Non sarà sessuale, perciò, la
motivazione che ha spinto Pier
Ferdinando Casini, Renato
Schifani, Francesco Rutelli e
Stefania Craxi a festeggiare il
Capodanno alle Maldive.
non riescono neppure ad arrivare alla fine del mese. E
sul punto Calderoli è lapidario: «La notizia sta girando
e necessita di una rapida risposta. Francamente non
riesco a crederci, perché in
un momento del genere - in
cui i cittadini sono costretti a
tirare la cinghia, per usare
un eufemismo, dalle misure
adottate da questo Governo -
cate quando da Palazzo Chigi
viene diaramata una lunghissima e articolata nota in
cui viene spiegato che il premier la sera del 31 ha effettivamente ospitato una cena con la moglie e una decina
di commensali, ovvero i due
figli del premier, con rispettivi coniugi, la cognata e il
rispettivo coniuge e quattro
nipoti.
Santa Emerenziana (tortellini e dolce) e in via Cola di
Rienzo (cotechino e lenticchie). La cena è stata preparata e servita in tavola dalla signora Monti. Non vi è
perciò stato alcun onere diretto o indiretto per spese di
personale». Quindi una chiosa ironica: «Il Presidente
Monti non si sente tuttavia di
escludere che, in relazione al
Calderoli: «Un
comportamento
rispetto al quale
un Paese in
difficoltà non può
che aspettarsi
le sue dimissioni
e le sue scuse
ai cittadini»
sarebbe davvero incredibile,
oltre che gravissimo, se venisse confermato che il premier ha utilizzato un Palazzo
istituzionale e il relativo personale per una festa di natura privata. E in questo caso
mi pare evidente che Monti
dovrebbe rassegnare immediatamente le dimissioni e
chiedere scusa al Paese e ai
cittadini».
Sono le venti da poco scoc-
Nella nota viene ripetuto
più volte che cibo e bevande
sono state acquistati direttamente dalla consorte del
Presidente del Consiglio, in
alcuni rinomati negozi gastronomici del centro, il tutto
pagato con il portafoglio personale di Monti. «Gli acquisti
- si legge nella nota -sono
stati effettuati dalla signora
Monti a proprie spese presso
alcuni negozi siti in Piazza
numero relativamente elevato degli invitati (10 ospiti),
possano esservi stati per
l'Amministrazione di Palazzo
Chigi oneri lievemente superiori a quelli abituali per
quanto riguarda il consumo
di energia elettrica, gas e acqua corrente». Ironia fuori
luogo, considerando le dimensioni di Palazzo Chigi e
soprattutto l’indispensabile
organico interno necessario
per garantire l’apertura del
palazzo e la sua sicurezza,
che ovviamente deve assicurare maggior livelli rispetto a
quando il premier non è presente in quella che, è bene
ricordarlo, non è una residenza privata ma una sede
istituzionale.
E infatti in proposito Calderoli replica tranciante:
«Come si dice in questi casi,
la toppa è peggio del buco. La
nota scritta diramata da Mario Monti rispetto alla mia
interrogazione scritta su
quanto avvenuto a Palazzo
Chigi a fine anno conferma
pienamente che c’è stata una
festa privata, testimoniata
dall’ampia partecipazione
dei suoi parenti e congiunti e,
indipendentemente dal lavoro che sarebbe stato svolto
dalla signora Monti in cucina
e nel servizio ai tavoli, ma
verificheremo che non ci fossero davvero dei cuochi o dei
camerieri, chiediamo al presidente Monti se sia al corrente di quanto costa tenere
aperto Palazzo Chigi, con
tutto il personale conseguente, incluso quello relativo alla
sicurezza. Mi spiace, ma la
toppa è peggio del buco. E
conferma - ha concluso Calderoli - un comportamento
rispetto al quale un Paese in
difficoltà non può che aspettarsi le sue dimissioni e le
sue scuse ai cittadini».
Benzina, accise e bollette
infiammano i prezzi al consumo
Casini, Rutelli, Schifani e Craxi in vacanza nel Resort più costoso delle isole
popolo il discorso si complica.
Andiamo ai fatti. I quattro, che
per inciso sono tutti sostenitori del
tecnogoverno di Mario Monti,
quello delle 50 nuove tasse e del
taglio alle pensioni, hanno deciso
di passare i giorni di festa al Palm
Beach Resort, di proprietà di Roberto Amodei, editore del Corriere dello Sport. Il resort si trova
nell’isolotto di Madhiriguraidhoo
nell'atollo di Lhaviyani. A parte il
nome esotico, parliamo della
struttura più costosa di un luogo di
villeggiatura non certo consigliato
agli operai in cassa integrazione.
Secondo il Corriere della sera che
sa al Paese e ai cittadini»)
attraverso un’interrogazione
a risposta scritta a lui direttamente indirizzata. Nel
testo dell’interrogazione Calderoli chiedeva ’se corrisponda alla verità la notizia secondo cui la notte dell’ultimo
dell’anno si siano tenuti dei
festeggiamenti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri in Palazzo Chigi; se la
festa avesse le caratteristiche di manifestazione istituzionale ovvero di natura
privata; quanti fossero gli invitati alla festa di cui sopra e
a che titolo vi abbiano partecipato; se l’iniziativa sia
stata effettivamente disposta
dal Presidente del Consiglio
Mario Monti; se tra gli invitati
figurassero anche le persone
care al Presidente; chi abbia
sostenuto gli oneri diretti e
indiretti della serata, con
particolare riferimento alla
sicurezza e agli straordinari
del personale addetto, e se gli
stessi sono stati già corrisposti; se non si ritiene inopportuno e offensivo verso i
cittadini organizzare, in un
momento di crisi come quella
attuale, una festa utilizzando strutture e personale
pubblici’. Una risposta dovuta a quei milioni di cittadini tartassati da imposte e
balzelli varati dai ministri
dell’Esecutivo dei Professori
e a tutte quelle famiglie che
Nel 2011 il tasso medio d’inflazione è volato ai massimi dal 2008
venuto meno alla parola data. E quindi fornire all’opinione pubblica qualche evidenza riscontrabile dell’interruzione dei suoi rapporti
con quegli organismi sempre
al centro di tante dietrologie.
In caso contrario, si aprirebbe evidentemente un imbarazzante problema di credibilità politica. Per questo
Governo, per chi lo guida ma
anche per chi lo sostiene.
Certo, qualcuno dirà, ognuno
va un po’ dove gli pare. Vero,
verissimo. Ma allora perchè ce ne
occupiamo? Perchè, molto semplicemente, ci siamo stufati di sentire da parte di tutti richiami ai
sacrifici, al senso di responsabilità, alla necessaria urgenza di
provvedimenti lacrime e sangue e
poi vedere che chi usa queste
espressioni letteralmente se la
spassa. Ma ognuno fa quello che
vuole con i propri soldi? Questa è
la vera domanda centrale. Non c’è
il minimo dubbio. I soldi sono tuoi e
te li spendi come vuoi. Ma nel caso
dei suddetti “rappresentanti” del
voglia di collaborare, purché si parli di liberalizzazioni, di tagli alle
spese militari e ai costi della politica e si dica sì alla solidarietà e al
rilancio del lavoro». «Riteniamo necessario - sottolinea inoltre Di Pietro
- che questa fase due non metta al primo posto, ancora una volta,
azioni di rivalsa sui lavoratori. Il mercato del lavoro, se deve essere
rivisto, va rivisto attraverso il sistema della concertazione»
LA SEDE DEL GOVERNO TENUTA APERTA IL 31 DICEMBRE PER UN CENA PRIVATA
Chiedono sacrifici e se ne vanno alle Maldive
IGOR IEZZI
«IDV DISPONIBILE CON MONTI, SE FASE DUE SARA’ PIU’ EQUA»
Continua il tira e molla di Antonio Di Pietro (foto). «Se la fase due del
governo Monti sarà più equa e più giusta - ha fatto sapere ieri il leader
dell’Idv - noi daremo il nostro contributo». «Con il nuovo anno - spiega
l’ex pm - Monti e il suo governo hanno promesso una “fase due” a cui
noi dell’Idv guardiamo con attenzione, interesse, responsabilità e con
POLITICA
Sopra, la pagina del Corriere della Sera del 25 novembre scorso
in cui si annunciavano le “dimissioni” di Monti da Bilderberg,
Trilateral, Bocconi e Goldman Sachs. A fianco, il sito della Trilateral
4 gennaio 2012
7
laPADANIA
Giovedì 5 gennaio 2012
riporta la notizia “la comitiva politica praticamente al completo si
sarebbe sistemata nell'area delle
ville e delle suite migliori: le cui
tariffe variano dai 2.550 dollari a
notte per la più piccola sino ai
5.700 (sempre a notte), cameriere
fisso compreso, per la Presidenziale”. Nello stesso isolotto si sarebbero visti attori, calciatori come Totti e il produttore del cinema Aurelio De Laurentiis.
Con l’unica differenza che loro
sono sistemati in camere da soli
(per modo di dire) 550 dollari a
notte. Anzi, a dir la verità, ci sarebbe anche un’altra differenza.
Che gli stipendi a Totti o a De
Laurentiis non glieli paghiamo
noi (almeno non siamo costretti)
mentre a Casini, Rutelli, Schifani
e Craxi sì. Costretti, tassati e presi
in giro. I sacrifici sono per i cittadini, per chi li chiede ci sono le
Maldive. E poi hanno il coraggio
di dire che non guadagnano troppo.
Per correttezza Rutelli ha prontamente smentito non la località di
vacanza ma il costo. Con una
motivazione alquanto bizzarra:
«Non ero mai stato - a differenza di
praticamente tutti i miei amici e di
tantissimi italiani - alle Maldive, e
debbo dire che avevano ragione
loro: è un posto che almeno una
volta nella vita va conosciuto». Alzi
la mano chi non c’è mai stato non
potendosele permettere.
Il pieno di benzina infiamma l’inflazione, imponendo altri sacrifici ai
cittadini già super tartassati. Il rincaro dei carburanti, su cui pesano
accise sempre più elevate, ha spinto
nel 2011 il tasso medio d’inflazione
al 2,8%, come non si vedeva dal
2008, anno della “bolla” della materie prime e del record del prezzo del
greggio vicino ai 150 dollari. Solo nel
2010 il rialzo medio annuo era stato
dell’1,5%, dunque quasi la metà. A
dicembre, ha comunicato ieri l’istat,
il tasso d’inflazione è rimasto stabile
al 3,3% annuo, mentre rispetto a
novembre si registra un aumento
dello 0,4%.
Nell’ultimo mese dell’anno la
“benzina”verde” è aumentata dell'1,9% su mese e del 15,8% annuo. Il
prezzo del gasolio segna un balzo del
5,6% congiunturale e del 24,3% rispetto a un anno fa. Un salasso
insomma. Il prezzo dei carburanti,
va ricordato, incide pressoché su
ogni prodotto presente sugli scaffali,
per via dei costi del trasporto. Nel
2011 la voce trasporti ha visto una
variazione media annua del 6,2%, il
rialzo maggiore da 15 anni. Impennata anche per i costi legati all’abitazione 5,2%, complici in questo caso gli aumenti delle bollette.
Una tendenza che, visti i recenti
aumenti, pare purtroppo destinata a
continuare. Secondo l’ufficio studi di
Confcommercio «le dinamiche inflazionistiche italiane continuano ad
essere condizionate dall'evoluzione
dei prezzi relativi ai prodotti energetici e, più in generale, a tutto il
segmento del trasporto. L'incremento dello 0,4% registrato nell'ultimo
mese dell'anno è, infatti, imputabile
in misura quasi esclusiva alle dinamiche registrate da questo comparto riflettendo l'ennesimo aumento dell'accisa sui carburanti ed alcuni fattori stagionali». Al di là del
dato congiunturale, si legge in una
nota, «a preoccupare è “l'eredità” lasciata dal 2011 al 2012 pari all'1,3%.
Dato che - anche alla luce degli
aumenti già decisi per gennaio, delle
tensioni in atto sulle materie prime
petrolifere, acuite dal deprezzamen-
to dell'euro, e dei possibili ulteriori
aumenti dell'Iva - porta ad ipotizzare
come anche nell'anno appena iniziato l'inflazione continuerà a registrare tassi d'incremento abbastanza elevati. E questo rischia di
acuire le difficoltà di famiglie e imprese nella già difficile fase di congiuntura economica che il Paese sta
vivendo». E a gennaio, secondo il
Codacons, «dopo tutti gli aumenti
verificatosi con il nuovo anno, ci sarà
un'inflazione record, che potrebbe
arrivare a toccare il 3,6%. Un valore
che, tradotto in termini di costo della
vita ed al netto dei futuri aumenti
delle tasse introdotti dalla manovra
Monti, dall'Imu all'Iva, significa una
stangata da 1.059 euro per una
famiglia media».
Da parte sua la Confederazione
italiana agricoltori (Cia) sottolinea
come «il caro-benzina continui a tenere in tensione i prezzi dei prodotti
alimentari (+2,9% a dicembre su
base annua) e costringa una famiglia
su tre a tagliare i consumi a tavola,
complice anche il perdurare di una
crisi economica che nello scorso aveva portato a un calo delle vendite
agroalimentari tra lo 0,5 e l'1,5% e a
un cambiamento radicale del carrello della spesa». L'infiammata che
ha fatto registrare i prezzi alimentari,
rimarca la Cia, «ha avuto, tuttavia, i
suoi riflessi sui consumi. A pagare di
più la contrazione della domanda
domestica sono stati pane, pasta,
carni bovine, prodotti ittici, frutta e
vini». Un trend negativo che si è
riscontrato per tutto il 2011. Sta di
fatto che lo scorso anno, sostiene
l’organizzazione, «una famiglia su
tre, appunto, è stata costretta a “tagliare” gli acquisti alimentari, mentre tre su cinque hanno dovuto modificare il menù quotidiano e oltre il
30 per cento è obbligato, proprio a
causa delle difficoltà economiche, a
comprare prodotti di qualità inferiore. Analoga la percentuale di chi si
rivolge ormai esclusivamente alle
promozionì commerciali, mentre sono cresciuti gli acquisti presso gli
hard-discount, dove si compra in
mondo più conveniente».
8
laPADANIA
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POLITICA
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IMMIGRATI, FERRERO: «ORA ABROGARE LA BOSSI-FINI»
«La Lega Nord appena può ritrova il suo carattere razzista e
xenofobo: la tassa sui permessi di soggiorno è una vergogna,
tutti sappiamo che sono proprio i lavoratori immigrati quelli che
vivono nelle peggiori condizioni. Ma Maroni &c. comunicano
con i loro elettori solo a colpi di attacchi razzisti. Quanto al
TRATTATIVE GIÀ IN CORSO
Ortodossi greci,
le ricchezze allo
Stato in difficoltà
ATENE - Un gesto straordinario, profondamente
cristiano, un autentico esempio per il mondo. «La
chiesa ortodossa greca sarebbe pronta a cedere
parte del suo vasto patrimonio immobiliare per
aiutare il paese a contrastare la grave crisi economica». A rendere nota la proposta non è stato un
prelato più o meno titolato da un balcone, o da uno
scranno messo su per l’occasione, ma il ministro
delle Finanze ellenico, Evangelos Venizelos, al
termine di un colloquio con il l’arcivescovo Ieronymos II, massima autorità spirituale della
nazione.
Il prelato ha detto al ministro di essere anche
«molto ottimista sulle possibilità di cooperazione
con la chiesa su strumenti pratici per alleviare le
sofferenze dei più bisognosi». Il religioso ha aggiunto che i colloqui in corso sono “molto costruttivi” e ha promesso che «la chiesa continuerà a
combattere per la gente in questi momenti cruciali».
Le immense proprietà terriere della chiesa greca
sono in parte eredità del periodo della dominazione
ottomana, quando la gente preferiva donarle alla
Chiesa piuttosto che rischiare l’esproprio da parte
di turchi. Nei mesi scorsi, la chiesa greca era
rimasta invischiata in polemiche simili a quelle
italiane contro la
chiesa cattolica per i
vantaggi fiscali di cui
gode anche in tempi
di austerity e sacrifici.
Dei vertici ecclesiastici si disse che sono
“ricchi egoisti”. Una
petizione con oltre
100mila adesioni
chiese una legge che
eliminasse tutti i benefici speciali. L’istituzione detiene fra
l’altro l’1,5% della
Ieronymos II
azioni della Banca
Nazionale della Grecia, è l’ente privato con maggiori
possedimenti terrieri (seconda solo al demanio), dà
lavoro a migliaia di persone ma versa una quota di
tasse irrisoria. L’arcivescovo di Atene Ieronymos II,
già in luglio dopo un colloquio con il ministro
Venizelos, aveva manifestato la disponibilità della
Chiesa ortodossa a cedere parte del suo vasto
patrimonio immobiliare per aiutare il paese a contrastare la crisi. Sembrava cosa fatta, ma occorsero
delle trattative. Il Partito socialista dell’ex premier
George Papandreou, al governo ad Atene, non
sembrava infatti volerne intaccare seriamente il
potere, temendo la sua capacità di mobilitazione.
Ieronymos e il ministro Venizelos hanno quindi
deciso di creare un ente speciale stato-chiesa per
vendere parti delle proprietà ecclesiastiche, destinando gli introiti a opere di beneficenza.
Nel 2010 il Santo Sinodo della chiesa greca ha
pagato all’erario 1,3 milioni di euro. Un altro ex
ministro delle Finanze, Sefanos Manos, ha chiesto
«un censimento indipendente delle proprietà ecclesiastiche», almeno per trovare le risorse atte a
pagare gli stipendi ai circa 9mila preti attivi e in
pensione, con un esborso di 286 milioni di euro
l’anno per lo stato.
In Italia, l’8 per mille alla Chiesa cattolica deve
essere impiegato “per esigenze di culto della popolazione, sostentamento del clero, interventi caritativi a favore della collettività nazionale o di paesi
del terzo mondo”. Nel 2008 le fu consegnato poco
più di un miliardo di euro, con una crescente
magnanimità da parte dello stato italiano, tutte le
forze politiche concordi. Secondo una stima di
Franco Alemani del gruppo Re, «il 20-22% del
patrimonio immobiliare nazionale è della Chiesa».
Si tratta di donazioni, lasciti e quindi spessissimo di
rendite che vanno ad aggiungersi ai contributi dello
Stato.
Giovedì 5 gennaio 2012
governo Monti, non si limiti in materia di immigrati ad eliminare
una tassa ingiusta: cancelli la Bossi-Fini e tutte le normative
che penalizzano e discriminano i migranti. Visto che invocano
sempre l'Europa facciano gli europei sui migranti». Lo afferma
il segretario di Riforndazione Comunista, l’ex ministro Paolo
Ferrero (foto)
9
laPADANIA
Giovedì 5 gennaio 2012
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IMMIGRATI, BINETTI: «BENE STOP A TASSA LEGHISTA»
«Chiediamo al governo di abolire una tassa che rende ancor
più difficile la vita per tanti immigrati che, pur avendo un
regolare permesso di soggiorno e pagando regolarmente tutte
le tasse come i cittadini, dovranno sborsare una cifra tutt'altro
che irrilevante per poterlo rinnovare. E' una tassa coerente
POLITICA
▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
con l'impostazione della Lega, ma ora la Lega è forza di
opposizione e la sua ostilità verso gli immigrati può e deve
essere rovesciata da una diversa cultura della integrazione.
Bene ha fatto il ministro Riccardi ad avviare una revisione di
questo balzello che ha il sapore di una vera ingiustizia
sociale». Lo dichiara la deputata dell’Udc, Paola Binetti (Foto)
PALAZZO CHIGI VUOLE ANNUL LARE L’UNICA IMPOSTA PER GLI IMMIGRATI
Il Governo fa pagare le tasse solo ai cittadini!
FABRIZIO CARCANO
Le tasse? Le devono pagare solo i cittadini! E
guai a farle pagare, o
anche solo a chiederle,
agli immigrati, che vanno tutelati e protetti.
Anzi verrebbe da dire,
semplificando, che le
tasse le devono pagare
solo i soliti fessi, possibilmente padani, ovvero quelli che da una
vita lavorano, rispettano le regole e tirano la
carretta per tutti. Quegli stessi fessi che adesso scoprono che dovranno rimandare persino di quattro anni
l’approdo in pensione,
magari dopo aver speso
sudore per quarant’anni in fabbrica, o che dovranno pagarsi la tassa
sulla prima casa, amplificata con la revisione degli estimi catastali, dopo aver risparmiato per una vita per acquistarla. Sembra un
paradosso, quasi una
provocazione, eppure è
la verità. L’imposta agli
immigrati residenti in
Italia che intendano richiedere o rinnovare il
permesso di soggiorno peraltro un’i mpos ta
modesta che oscilla tra
gli 80 e i 200 euro - era
stata varata dal precedente Governo di centrodestra, con un decreto dello scorso sei ottobre, frutto di un’azione politica congiunta
portata avanti dagli allora ministri dell’Interno, Roberto Maroni, e
dell’Economia, Giulio
Tremonti, per adeguare la normativa italiana
a quelle degli altri Paesi
europei dove gli immigrati che richiedono un
documento amministrativo sono regolarmente chiamati a contribuire, versando
u n’imposta che può
raggiungere anche cifre
considerevoli, addirittura 1600 euro, nel caso di una carta per il
permesso di lavoro in
Francia. Insomma una
prassi vigente in tutti i
Paesi dell’Unione Europea, cui l’Italia semplicemente si stava adeguando. E non a caso
utilizziamo l’imperfetto.
L’imposta in questione
entrebbe in vigore il
prossimo 30 gennaio
ma da giorni si stanno
levando le proteste della Cei e della Cgil, stranamente unite in que-
sta battaglia, oltre che
delle forze della sinistra
extraparlamentare,
cui, da ieri, si sono aggiunti il Partito Democratico, ma soprattutto
autorevoli esponenti
del Governo di Mario
Mo nt i, intervenuti a
gamba tesa sulla questione.
Addirittura,
sollecitati dalle
pressioni del Pd
e della Cgil, ieri
mattina i ministri Annamaria
Cancellieri e
Andrea Riccardi hanno diffuso un comunicato per silurare l’imposta sui
permessi di soggiorno,
spiegando che: «Il ministro dell'Interno e il
ministro per la Cooperazione internazionale
e l'Integrazione hanno
deciso di avviare una
approfondita riflessione e attenta valutazione
sul contributo per il ri-
lascio e il rinnovo dei
permessi di soggiorno
degli immigrati regolarmente presenti in Italia.
In un momento di crisi
che colpisce non solo gli
italiani ma anche i lavoratori stranieri presenti nel nostro Paese,
due ministri, bisogna
tenere conto delle difficoltà dei lavoratori
stranieri. Solo delle loro, verrebbe da dire, visto che quando sono
state varate le norme in
materia economica o di
welfare, che tanto pesantemente
hanno colpito i
lavoratori e i
pensionati nostrani, a Palazzo Chigi non si
sono fatti tanti
scrupoli, al di
là delle teatrali
lacrime del ministro Elsa
Fornero a beneficio delle telecamere... E
verrebbe anche da dire
che la presa di posizione dei ministri Cancellieri e Riccardi è assolutamente politica e
pertanto in netta stonatura rispetto ad un
Governo che si definisce tecnico. Nulla di
nuovo, a ben riflettere,
Roberto Maroni: «Sarebbe
un atto di vera e propria
discriminazione nei
confronti dei cittadini
padani e italiani, un
attacco ai diritti di chi
lavora e paga la crisi»
c'è da verificare se la
sua applicazione possa
essere modulata rispetto al reddito del lavoratore straniero e alla
composizione del suo
nucleo familiare». Proprio così. Avete letto bene. In un momento di
crisi, hanno spiegato i
Avvenire sulle
barricate in difesa del
privilegio sull’Ici. La
Cei in difesa delle
prerogative degli
extracomunitari. Ma
qualcuno pensa di
difendere anche i
nostri operai e i
pensionati?
I cittadini italiani possono e
devono pagare tasse su tasse. La Chiesa e gli immigrati
no. Strano concetto di sacrificio e di emergenza economica.
Da anni montano le polemiche sulle agevolazioni
fiscali di cui godrebbe la
Chiesa, in particolar modo
per quando riguarda l’Ici.
Discussioni che si sono, solo temporaneamente, attenuate negli ultimi anni perchè il Governo precedente
aveva cancellato questo
odioso balzello che grava
considerando le pressioni dello stesso ministro Riccardi, in sponda
con il Quirinale, per
portare in Parlamento
una legge che dimezzi i
tempi di acquisizione
della cittadinanza, e
quindi del diritto di voto, per gli stranieri presenti sul nostro territorio. Logico che un Governo non tecnico, ma
chiaramente politico e
in perfetta simmetria
con il Pd e il Terzo Polo,
voglia dimezzare i tempi
per la cittadinanza degli
immigrti, che diventerebbero nuovi potenziali elettori per il centrosinistra, e conseguentemente lavori per annullare un’imposta sui
prmessi di soggiorno
decisa dal precedente
Governo dove era presente la Lega. Una scelta, quella del Governo
Monti, che configura un
vero e proprio atto di
razzismo, per cui gli immigrati, pur benefician-
sulle prime case. Oggi che il
tecnocrate Mario Monti ha
ripristinato la gabella, si
riaccendono i fuochi sotto la
polemica tra chi sostiene
che la Chiesa dovrebbe pagare l’Ici e chi, all’interno del
mondo confessionale, difende l’esenzione.
Tra questi ultimi sulle
barricate c’è l’Avvenire, il
giornale dei vescovi, impegnato in una serratissima
campagna per difendere il
“privilegio” ecclesiale. «C'è
chi ha sparato cifre enormi:
400, 700, 2.000 milioni di
euro. In realtà» le agevolazioni fiscali «riconosciute a
tutte le realtà laiche e religiose, comprese quelle della Chiesa, che operano senza fini di lucro per scopi di
riconosciuta utilità sociale»,
rappresentano «un investimento di circa 100 mln di
euro. Un investimento razionale che produce frutti
infinitamente maggiori in
termini di solidarietà sociale». Il direttore di Avvenire,
Marco Tarquinio, nella sua
rubrica quotidiana, proprio
non ci sta. «Nessuna cifra
miliardaria», titola dunque
l'Avvenire, richiamando i
100 mln di euro riconducibili alle agevolazioni su
Chiesa e no profit.
Si parla quindi di “tutte”
le attività di “tutti” gli enti
non profit: quindi, rimarca
ancora il quotidiano della
Cei, «se tutte le attività so-
tà dei ministri Cancellieri e Riccardi di riconsiderare quella odiosa
tassa, frutto di una mania di persecuzione nei
confronti degli immigrati»), si compiace il
Terzo Polo (con il finiano Fabio Granata: «E'
bravo il ministro Riccardi
c h e , r i s p o ndendo subito
alla nostra sollecitazione, fa
sapere, insieme
al titolare dell'Interno di voler rivedere
l'assurda stangata sui permessi di soggiorno che, voluta dal precedente governo a trazione leghista, starebbe purtroppo
per entrare in vigore a
fine mese.
L'annuncio dell'Esecutivo ci fa capire che la
sensibilità sui temi dell'immigrazione è cambiata e che, adesso, si
potrà andare avanti anche sulla nuova normativa per la cittadinanza») e si riallinea persino l’Italia dei Valori
(con Leoluca Orlando
che si sbilancia: «Ci auguriamo che venga eliminata al più presto
pre è la Lega Nord. Che
attacca frontalmente
senza se e senza ma
l’Esecutivo. Durissimo
Roberto Maroni: «Il governo vuole cancellare
il mio decreto sul permesso di soggiorno a
pagamento: io dico alla
ministra Cancellieri di non
azzardarsi a
farlo, sarebbe
un atto di vera
e propria discrimi nazione
nei confronti
dei cittadini
padani e italiani, un attacco
ai diritti di chi
lavora e paga la
crisi che la Lega non può accettare».
Tranciante Ro ber to
Calderoli: «E’ davvero
incredibile, per non dire
vergognoso, vedere che
autorevoli ministri del
Governo di Mario Monti, dopo aver taciuto di
fronte alle pesanti misure adottate dall'Esecutivo, che vanno a colpire i nostri pensionati
e i nostri lavoratori che
fanno fatica ad arrivare
a fine mese, adesso si
spendano in prima persona e prendano posizione contro la tassa sul
permesso di soggiorno
per gli immigrati. Una
vergogna davvero. Comunque prendiamo atto che per i ministri del
Governo Monti si possono spremere i nostri
pensionati e i nostri lavoratori, tassare i loro
risparmi, la loro prima
abitazione, ma non si
deve chiedere nulla agli
immigrati». Mentre il vicepresidente dei senatori leghisti, Sa ndro
Mazzatorta, fa notare:
«In altri paesi sia europei che extraeuropei
il contributo richiesto
agli extracomunitari
per il rilascio dei permessi di soggiorno è
ben superiore al contributo richiesto in forza del decreto del ministro Tremonti e del
ministro Maroni. Se il
governo Monti modificasse questa norma calerebbe definitivamente
la maschera sulla volontà tutta politica di
ribaltare i risultati in
tema di politiche sull'immigrazione raggiunti dal governo scelto dagli elettori nel
2008. E la nostra reazione, avverte infine sarebbe adeguata».
Roberto Calderoli:
«Prendiamo atto che per il
Governo Monti si possono
spremere i nostri pensionati
e i nostri lavoratori, ma non
si deve chiedere nulla
agli immigrati»
do degli stessi diritti dei
cittadini, pur utilizzando gli stessi servizi pagati dalla collettività,
godono di un trattamento di favore quando
si tratta di versare un
contributo sotto forma
di imposta. Alla faccia
di quei milioni di fessi,
guarda caso concentrati soprattutto al Nord,
che si ritroveranno a
breve a dover sborsare
cifre considerevoli per
l’Ici sulla prima casa,
per l’aumento delle aliquote Irpef a livello re-
gionale e via dicendo.
Esulta il Pd, che plaude
all’operato del Governo
(con l’ex ministro Livia
T u rc o in prima fila:
«Apprezziamo la volon-
questa ingiusta e discriminatoria tassa sul
permesso di soggiorno»). Insorge il Pdl
(Maurizio Gasparri: «E’
una tassa giusta e non
si tocca»), ma a far sentire forte la voce dell’opposizione e lo sdegno
dei cittadini come sem-
Per tutti gli altri le gabelle «non sono un optional»
La Chiesa esenta se stessa e gli stranieri
ciali “erodono” - si fa per dire
- un gettito pari a 100 milioni di euro, è evidente che
il dato riconducibile ai soli
enti della Chiesa cattolica
dovrà essere molto inferiore». Nella rubrica delle risposte ai lettori, poi, il direttore Marco Tarquinio se
la prende con quelli che sono stati i tanti «oltraggi alla
verità dei fatti e all'azione
sociale e non profit della
Chiesa (ma anche di altri,
con diversi riferimenti ideali
e spirituali, indirettamente
messi nel mirino)».
«I cristiani - aggiunge Tarquinio - nutrono un grande
e positivo senso della legalità: osservano le leggi giuste, obiettano rispetto a
quelle sbagliate, si battono
perchè tutte le norme civili
siano eque e fondate su valori solidi. E soprattutto,
sanno che le tasse vanno
pagate, perchè - come ha
ribadito anche recentemente il cardinal Bagnasco “non sono un optional”. Tutto il resto è errore, malizia,
chiacchiera e bolso anticlericalismo».
Avvenire sottolinea che
per la prima volta è arrivata
dal Ministero dell'Economia
una valutazione ufficiale e i
dati comprendono non soltanto la Chiesa ma anche
onlus, enti del volontariato e
fondazioni varie. A fare i
conti è stato il gruppo di
lavoro guidato dall'attuale
sottosegretario all'Economia Vieri Ceriani, che era
stato incaricato dall'ex ministro Giulio Tremonti di
censire tutti i regimi di favore che erodono il gettito
fiscale. All'interno del po-
deroso volume, da poco
pubblicato sul sito internet
del ministero dell'Economia
nella sezione “Documenti e
pubblicazioni”, una scheda
ad hoc è dedicata proprio a
“Ici-Enti non commerciali”.
Il documento spiega che,
«sulla base dei dati presi in
esame, è stata ricostruita la
platea degli enti fruitori della misura Ici e dei relativi
immobili con una perdita di
gettito pari a circa 100 mi-
lioni, ottenuta simulando
l'abrogazione delle disposizioni in esame». Oltre alla
Chiesa, dunque, all'interno
di questa stima rientrano
anche tutte le altre categorie di contribuenti che godono dell'esenzione dall'imposta comunale sugli immobili.
Al di là delle cifre, e comunque cento milioni non
sono noccioline, colpisce il
giustificazionismo a senso
unico che parte della Chiesa
sembra adottare. La situazione economica è drammatica, i sacrifici sono necessari. Ma, sembrano dirci,
non per tutti. Non per la
Chiesa, che fa cose nobilissime ma non più nobili
che mantenere una famiglia, operazione diventata
difficilissima negli ultimi
tempi. E non gli immigrati,
che notoriamente in Italia
godono di maggiori privilegi
rispetto ai cittadini. E’ giusto tassare tutti, ma non si
tocchino gli stranieri. Martedì mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes
della Cei, ha tuonato: quella
sul permesso di soggiorno è
una tassa «ingiusta e inop-
portuna». «E' una tassa - ha
detto Perego - non solo inopportuna in questo momento
di crisi, che colpisce profondamente gli immigrati,
ma è anche una tassa ingiusta, che aggrava ulteriormente una serie di tasse
legate a un qualsiasi documento di identità, penalizzando soltanto gli immigrati nel nostro Paese». «Una
seconda osservazione - ha
aggiunto - è che, proprio
perchè siamo in una situazione di crisi economica,
credo che, qualora ci sia un
contributo aggiuntivo - stimato in oltre 200 milioni di
euro oltre ai 100 milioni che
gli immigrati versano ogni
anno per le tasse di soggiorno - il suggerimento è
quello di costituire un fondo
di solidarietà presso il Ministero del Lavoro e delle
Politiche sociali o presso il
Ministero della Cooperazione internazionale e dell'integrazione, ad esempio a favore dei ricongiungimenti
familiari, a favore dell'acquisto e del cambio della
casa». Certo, magari dopo
averli esentati dal pagamento dell’Ici.
Igor Iezzi
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laPADANIA
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Giovedì 5 gennaio 2012
BRACCIALETTI ELETTRONICI “GRIFFATI”
Spietata disamina del vicecapo della Polizia, il prefetto Francesco
Cirillo, di fronte alla Commissione Giustizia del Senato. “Le camere
di sicurezza oggi disponibili in Italia, in tutto 1057, che in base alle
norme contenute nel decreto svuota carceri in vigore dallo scorso
23 dicembre dovrebbero ospitare, entro 48 ore dal fermo, persone
POLITICA
▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
arrestate per reati non gravi e in attesa di processo per direttissima,
sono poche e inadatte a ospitare i detenuti in condizioni di minima
dignità. Oltre a questo le forze di polizia non sono organizzate nè
attrezzate per la custodia degli arrestati”. E sui braccialetti
elettronici: “Quelli attivi oggi sono solo otto e costano 5 mila euro
l'uno. Se fossimo andati da Bulgari avremmo speso meno».
Il decreto spacca la maggioranza e fa emergere le proteste delle Forze dell'ordine
Svuota-carceri: è solo un indulto
In commissione giustizia la denuncia della Polizia: misure inadeguate e penalizzanti
Scoppia la polemica tra
Governo e Polizia sul
decreto svuota-carceri.
E la vibrante protesta
delle forze dell'ordine
conferma, una dopo
l'altra, tutte le critiche e
i dubbi avanzati dalla
Lega Nord. Teatro dello
scontro è la commissio-
questi 20 mila extracomunitari». Fermo restando il principio della
certezza della pena sottolinea ancora Cagnin
«crediamo sia giusto riportare nei paesi di provenienza questi detenuti che costano ai nostri cittadini contribuenti circa 250 euro al
giorno. Riportandoli a
.......................
Le celle
di sicurezza
nelle caserme
e nelle questure
sono poche
e non adatte
ad ospitare
i fermati in attesa
di convalida
.......................
.......................
Vallardi e Cagnin:
«Invece di liberarli,
il Governo dovrebbe
mandare
i detenuti stranieri
nei Paesi d’origine.
Risparmieremmo
5 milioni di euro
al giorno»
.......................
IVA GARIBALDI
ne Giustizia di Palazzo
Madama che ieri ha
ascoltato in audizione il
vice capo della Polizia,
prefetto Francesco Cirillo nell'ambito del decreto che prevede la detenzione domiciliare fino a 18 mesi, anche nei
casi in cui si tratti di
pena residua da scontare.
Sotto accusa è finita
la norma che prevede
per gli arresti in flagranza di reati e per i
fermi in attesa di convalida la detenzione
nelle celle di sicurezza
in dotazione delle caserme. Peccato però
che queste celle siano
davvero poche e comunque inadeguate a
svolgere la funzione che
il governo vorrebbe scaricare sulla polizia, i carabinieri e Guardia di
finanza. «La misura
sulle celle di sicurezza dice Gianpaolo Vallardi - è un palliativo che
non risolve il problema.
C'è una inadeguatezza
numerica rispetto alle
dimensioni del fenomeno. Conti alla mano
parliamo di 268 mila
persone che in un anno
transitano per qualche
giorno nelle prigioni
prima della convalida
del giudice. Secondo il
decreto queste persone
dovrebbero trovar posto nelle celle di sicurezza che sono assolutamente insufficienti».
Ma Vallardi evidenzia
anche un altro aspetto
della problematica: «il
prefetto Cirillo ha fatto
notare che servirebbero
circa 10 poliziotti a
guardia di ogni cella. E
dove li prendiamo? L'unica soluzione sarebbe
distogliere uomini che
controllano il territorio.
Insomma si crea un
problema ancor più
grave».
Ma non è solo la Lega
a criticare il provvedimento del Governo. E a
poco valgono le parole
del ministro Paola Severino che in sua discolpa invoca un accordo con il Viminale, che a
sua volta conferma, a
proposito di questa misura. Fatto sta che la
Polizia ha denunciato
l'inadeguatezza della
norma anche per bocca
dei sindacati di categoria. E in commissione
nemmeno la maggioranza è compatta: il Pd
è spaccatissimo sulla
norma e in generale sul
decreto (a favore si sono
espressi il capogruppo
Anna Finocchiaro e il
senatore Maritati mentre decisamente contrari si sono detti i se-
natori del Pd Casson e
Serra).
La contrarietà della
Lega è comunque rivolta a tutto il provvedimento: «Siamo di fronte
a un altro indulto - dice
Luciano Cagnin - e comunque il fatto che si
cerchi di abbonare gli
ultimi 18 mesi di detenzione ai detenuti
presenti nelle carceri
italiane non risolverà il
problema del sovraffollamento».
«Bisogna dare seguito al programma di edilizia carceraria già avviato ai tempi del mi-
nistro Castelli - dice
ancora Cagnin - ma soprattutto rimpatriare i
25000 detenuti stranieri presenti nelle carceri. E non è roba da
poco: basti pensare che
su una popolazione di
67 mila detenuti 25 mila sono stranieri e di
casa loro risolveremmo
due problemi in una sola volta. Il sovraffollamento carcerario e l'indebitamento del settore
della giustizia che vedrebbe liberate milioni
e milioni di euro e se ne
potrebbero risparmiare
5 milioni».
LA DENUNCIA DI ANTIGONE: DECINE DI STRUTTURE MAI UTILIZZATE
Il pozzo senza fondo delle galere-fantasma
Istituti nuovi e mai aperti..
Strutture costate milioni di euro che non hanno mai ospitato
un detenuto. Sono le “carceri
fantasma”, disseminate lungo
tutto lo Stivale: 38 in tutto, secondo i dati dell'associazione
Antigone, gli istituti penitenziari che, negli ultimi venti anni e
più', sono stati costruiti, spesso
ultimati, a volte anche arredati
e poi rimasti inutilizzati, sottoutilizzati o in totale stato d'abbandono.
Si va da Nord a Sud, con
situazioni e storie diverse. Ad
Arghillà' (Reggio Calabria), il
carcere è inutilizzato. Mancano
solo la strada d'accesso, le fogne
e l'allacciamento idrico ma per il
resto è ultimato e dotato di accorgimenti tecnici d'avanguardia. Ancora più particolare la
situazione di Bovino (Foggia),
con una struttura da 120 posti,
già pronta, chiusa da sempre.
Ad Accadia (Foggia), il penitenziario consegnato nel 1993, è
ora di proprietà del Comune e
mai utilizzato. Ad Agrigento, sei
sole detenute occupano i 100
posti della sezione femminile.
Ad Altamura (Bari) si aspetta
ancora l'inaugurazione di una samassima (Bari), il carcere
delle tre sezioni dell'istituto. An- mandamentale è stato “conche a Gela (Caltanissetta) esiste dannato all'oblio da un decreto
un penitenziario enorme, nuo- del Dipartimento”, spiega il rapvissimo e mai aperto. Mentre a porto di Antigone. L'Istituto di
Gorizia risulta inagibile un in- Licata (Agrigento) è stato comtero piano dell'istituto carcera- pletato, ma non collaudato,
rio. Il carcere di Irsina (Matera), quindi resta chiuso.. La strute' costato 3,5 miliardi di lire tura di Maglie (Lecce) è solo
negli anni '80, ha .................... parzialmente utilizfunzionato soltanto
zata per ospitare
un anno ed oggi è L’elenco infinito detenuti semi-libeun deposito del Co- dei penitenziari ri. Non e' finita. A
mune. Il carcere di nuovi di zecca, Mileto (Vibo ValenCastelnuovo della
tia), il carcere è stacostati milioni to ristrutturato e
Daunia (Foggia) e'
di euro,
arredato da 15 anni
chiuso. Mentre a
e mai aperto.
che non hanno Minervino Murge
Il penitenziario
(Bari), la struttura
mai visto
di Codigoro (Ferranon è mai entrata in
un galeotto
ra) nel 2001, dopo
funzione.
lunghi lavori, sem- ....................
A Monopoli (Bari)
brava pronto all'unell'ex carcere mai
so, ma ad oggi è ancora chiuso. inaugurato, non ci sono deteLa casa di reclusione di Cropani nuti ma sfrattati che hanno oc(Catanzaro) è occupata da solo cupato le celle abbandonate da
un custode comunale; a Fri- 30 anni. Il carcere di Morcone
gento (Avellino) l'istituto è stato (Benevento) è stato costruito,
inaugurato e chiuso a causa di abbandonato, ritsrutturato, aruna frana. Come è accaduto per redato e nuovamente abbanGragnano (Napoli).
donato dopo un periodo di coIl carcere di Galatina (Lecce) è stante vigilanza armata.
totalmente inutilizzato. A CaCarcere fantasma anche
quello di Orsara (Foggia). L'istituto di Pinerolo (Torino) è'
chiuso da oltre dieci anni senza
che sia stata individuata l'area
ove costruirne uno nuovo. A
Revere (Mantova), dopo vent'anni dall'inizio dei lavori di
costruzione, il carcere con capienza da 90 detenuti è ancora
incompleto. I lavori sono fermi
dal 2.000 e i locali, costati piu' di
2,5 milioni di euro, sono già
stati saccheggiati. La struttura
penitenziaria di Rieti, completamente nuova e in grado di
contenere 250 detenuti, è utilizzata solo per un terzo della
sua capacità ricettiva a causa
della carenza di personale. Il
carcere di San Valentino (Pescara), costruito da quasi 20
anni, non ha ospitato mai alcun
detenuto e ora è in totale stato
di abbandono. A Villalba (Caltanissetta), 20 anni fa e' stato
inaugurato un istituto per 140
detenuti, costato all'epoca 8 miliardi di lire, e che dal 1990 e'
stato chiuso e recentemente
tramutato in centro polifunzionale. A Volturara Appula (Foggia), la struttura da 45 posti è
ancora incompiuta.
11
laPADANIA
Giovedì 5 gennaio 2012
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vigore delle nuove leggi costituzionali. «Le nostre
preoccupazioni rimarranno fino a che la Commissione non avrà
completato la sua valutazione legale e solo su questa base
deciderà quali saranno i prossimi passi», ha affermato un
portavoce dell’esecutivo Ue. «Se c'è un’infrazione, la
Commissione agirà per garantire il rispetto dei Trattati»
LA COMMISSIONE UE SI OCCUPA DEL CASO UNGHERIA
BRUXELLES - La Commissione Ue "rispetta pienamente" il diritto
degli stati membri di apportare modifiche alla propria
legislazione nazionale, ma allo stesso tempo queste devono
rispettare «i principi democratici fissati nei Trattati» comunitari.
È il monito rivolto da Bruxelles a Budapest dopo l’entrata in
POLITICA
▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
Il leader della Confraternita: «Nessuno di noi si siederà allo stesso tavolo con loro»
«Non riconosceremo mai Israele»
I Fratelli musulmani egiziani tornano a negare il diritto di esistere allo stato ebraico
un mese fa ha compiuto il
grande gesto di non obbedire
agli ordini di un ultraortodosso su un autobus pubblico. Tanya Rosenblit era
salita durante il viaggio da
Ashdod a Gerusalemme e si
era seduta vicino all’autista
per avere da lui indicazioni
dove scendere. Un uomo ultraortodosso ha però preteso
ROBERTO SCHENA
I Fratelli Musulmani egiziani
non riconosceranno l’esistenza dello Stato di Israele.
Lo ha chiarito il leader della
Confraternita, Rashad Bayoumy, in un’intervista al
quotidiano pan-arabo al-Hayat. «Riconoscere Israele è
una precondizione per governare? - si chiede Bayoumy -. Questo non è possibile,
le circostanze non hanno importanza. Non riconosciamo
Israele per niente. È un nemico criminale occupante».
Bayoumy è il numero due
dei Fratelli Musulmani, che
in Egitto esprimono il partito
di maggioranza e quindi,
quanto prima, il principale
partito di governo. Ha sottolineato addirittura che
nessuno esponente della
Confraternita si siederà mai
allo stesso tavolo con un
israeliano. «Non permetterò
a me stesso di sedermi con
un criminale. Non faremo
mai accordi con loro», ha detto Bayoumy riferendosi agli
israeliani, annunciando l’intenzione dei Fratelli Musulmani di indire un referendum nazionale per testare
l’opinione pubblica, prima di
prendere una decisione sul
Trattato di pace firmato nel
1979 tra Egitto e Israele.
«Prenderemo tutte le misure
legali corrette rispetto al trattato. Il popolo si esprimerà in
merito», ha detto.
Il partito dei Fratelli musulmani, Giustizia e libertà,
insieme ai salafiti, sono stati
vittoriosi alle elezion i tenute
in novembre e dicembre con
circa il 60% dei voti. Il primo
aveva espresso posizioni moderate riguardo Israele, sostenendo che i precedenti
trattati saranno rispettati.
Bayoumy ha rimesso in discussione tutto: normalmente la Confraternita rispetta i trattati internazionali, ha detto, ma anche che
tutti hanno il diritto di riconsiderare un trattato e che
al popolo egiziano non è mai
stata data la possibilità di
esprimersi a proposito.
Intanto Israele rinforza le
difese di tutti i suoi confini. Il
Primo ministro Benjamin
Netanyahu ha annunciato a
Capodanno che Israele ha
l’intenzione di costruire una
barriera anche lungo la sua
frontiera orientale, lungo il
confine giordano, simile a
quella che è in costruzione
attualmente lungo la frontiera egiziana. Il governo
israeliano sta investendo
360milioni di dollari Usa in
Tanya Rosenblit
Il caso Tanya:
non ha
obbedito a un
ultraortodosso
che voleva
farla alzare
perché seduta
nel settore
maschile
di un autobus
una barriera di acciaio alta
cinque metri lungo i 240 km
che separano Israele
dall’Egitto. L’opera sarà
completata nel settembre
2012. «Quando la barriera di
sicurezza lungo il confine
egiziano sarà finita, una verrà costruita sul confine giordano» ha dichiarato Netanyahu.
Nei prossimi giorni, inol-
Il rifacimento di un pezzo di muro lungo il confine con la Palestina
tre, si darà il via alla costruzione della prima parte
di un terzo muro, alto cinque
metri al confine del Libano,
sulla linea del cessate il fuoco. Lo sbarramento sarà dotato di sistemi di allarme e di
controllo; inizialmente sarà
lungo un chilometro e separerà il kibbutz al-Matala
dal villaggio libanese di Kafr
Kala, molto vicini. L’area è
stata fonte di tensioni nel
passato. Nel novembre 2011
quattro razzi Katyusha sono
stati sparati dal Libano sulla
Galilea settentrionale, senza
causare feriti. Le Brigate alAzzam rivendicarono la responsabilità dell’attacco. Un
ufficiale israeliano ha dichiarato che «la situazione nella
zona è molto delicata e ha il
potenziale di infiammare fa-
cilmente tutto il confine nord
di Israele. È molto probabile
che da parte libanese verranno sollevate obiezioni, ma
la realtà attuale necessita
della sua creazione».
In Israele, resta alta anche
la tensione fra laici e religiosi
ebrei ortodossi, che nulla
hanno da invidiare ai fondamentalisti islamici. Una
signora, Tanya Rosenblit,
Gli iraniani sarebbero ben lontani dal possedere l’atomica
Luttwak: «Minacce ridicole»
WASHINGTON - «Un cretino
iraniano che spara i suoi
fuochi d’artificio non è
una minaccia credibile».
Edward Luttwak non
ha una grande opinione
dei vertici e delle capacità militari di Teheran. Il
politologo Usa spiega
che «se gli iraniani aprono il fuoco contro la Us
Navy, nel giro di tre minuti della loro marina
non rimane nulla». Quindi, nessuna preoccupazione per la minacciata
chiusura dello Stretto di
Hormuz. «Sono solo
spauracchi per bambini,
fanno ridere». Quanto alla minaccia nucleare iraniana, Luttwak ricorda
la recente dichiarazione
del capo del Mossad
israeliano, Tamir Pardo, per il quale un Iran
dotato di armi nucleari
non rappresenterebbe
necessariamente una
minaccia all’esistenza di
Israele. Tradotto: “Sono
così caotici e incapaci
che il loro programma
nucleare non è credibile”. Il politologo ricorda
come Israele, a partire
dalla metà degli anni
'50, allora «un Paese
agricolo e con una popolazione inferiore a
quella di Napoli», riuscì a
dotarsi nel giro di un decennio dell’arma atomica, «spendendo 30 milioni di dollari». Mentre
gli iraniani, dice «da 30
anni spendono miliardi e
ancora sono lontani: so-
IL POLITOLOGO
«Se aprissero
il fuoco contro
la Us Navy,
nel giro di tre
minuti della loro
marina non
rimarrebbe nulla.
Teheran incapace
di completare
il programma
nucleare»
no una banda di incapaci».
C'è consenso tra i 27
paesi Ue sulla necessità
di un inasprimento delle
sanzioni petrolifere nei
confronti dell’Iran, ma di
cui modalità e dettagli
operativi restano ancora
da definire. L’obiettivo è
aumentare la pressione
politica ed economica su
Teheran, il cui programma nucleare suscita
sempre più dubbi. Da Lisbona dove ha incontrato il collega portoghese
Paulo Portas, il ministro degli Esteri francese, Alain Juppè, ha affermato che l’i na s pr imento delle sanzioni petrolifere nei confronti
dell’Iran è in agenda nella riunione del Cae (Consiglio Affari Esteri) che si
terrà a Bruxelles il 30
gennaio.
E Tel Aviv
risponde
alzando mura
e torrette
su tutti i suoi
confini:
palestinese,
giordano,
libanese,
egiziano
che si sedesse nel fondo del
bus, per mantenere la separazione fra uomini e donne. Lei si è rifiutata e l’uomo
ha aperto la porta del mezzo,
bloccandolo per mezz'ora,
mentre altri suoi amici venivano a dargli manforte. Il
conducente ha allora chiamato la polizia. L’agente
giunto sul posto ha chiesto
alla Rosenblit di obbedire alla richiesta, ma lei ha ancora
rifiutato e alla fine gli ultraortodossi sono stati allontanati. La vicenda ha avuto
molta eco in Israele, dove
alcuni ultraortodossi, al pari
degli islamici più conservatori, cercano di fatto di imporre una segregazione fra i
sessi a bordo degli autobus
pubblici da loro usati. E non
solo questo. La signora ha
denunciato ieri di aver ricevuto diverse minacce di
morte via telefono, e-mail e
Facebook. La donna, diventata uno dei simboli dello
scontro fra laici e ultrareligiosi in Israele, ha presentato denuncia alla polizia e
ha poi riferito delle minacce
durante un’audizione del comitato interministeriale sull'esclusione delle donne nello
stato ebraico. la Rosenblit è
ormai chiamata la "Rosa
Parks israeliana", in memoria di un episodio simile,
quando una signora afroamericana nel 1955 rifiutò di
cedere il posto a un bianco.
Fu uno degli eventi centrali
della lotta contro la segregazione razziale negli Stati
Uniti. Certo, se Tanya fosse
vissuta in un paese islamico
con le stesse regole non
l’avrebbe passata liscia...
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laPADANIA
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Giovedì 5 gennaio 2012
TAGLIEGGIAVANO PARRUCCHIERI CINESI, ARRESTATI
MILÀN - Chiedevano dai 200 ai 300 euro ai parrucchieri cinesi di
Paolo Sarpi “p”er aiutare i carcerati” ma al loro rifiuto gli
devastavano i locali. In tre sono stati arrestati a Nova Milanese
dai Carabinieri, che li hano fermati assieme ad un pregiudicato
latitante e ricercato da tempo. Assieme a loro i Carabinieri
POLITICA
▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
hanno anche fermato due ragazze, una delle quali minorenne,
per possesso di sostanze stupefacenti. Gli arrestati sono tutti
cinesi e fanno parte di quelle bande giovanili che, soprattutto a
Milano, si insinuano nella comunità cinese per estorsioni e
rapine. Nei confronti di tre degli arrestati, tutti 20enni, sono
scattate le manette per estorsione e rapina
I cadaveri scoperti dal badante: erano seduti in poltrona con le teste fracassate
Due anziani uccisi in casa
Vimercate, caccia ai killer di un noto ingegnere di 81 anni e della convivente di 79
MÙNSCIA - I cadaveri di due
persone, un uomo di 81 anni
e una donna di 79 anni, sono
stati ritrovati all’interno della loro abitazione, adibita a
studio professionale, in via
Adige a Vimercate, in provincia di Monza e Brianza.
La causa della morte non è
ancora molto
chiara, ma si fa
strada tra gli investigatori l'ipotesi che possa
trattarsi di un
duplice omicidio
e non di omicidio-suicidio, come era sembrato
in un primo momento e come le
cronache ci
stanno abituando da qualche mese. Le vittime sono
Antonio Campanini e Azucena Moreno Laino, morte
da almeno 24 ore. L'uomo
era costretto a vivere su una
sedia a rotelle dopo un ictus.
Erano sedute entrambe sul
divano del soggiorno con ferite da arma da taglio o da
corpo contundente, cosa
che escluderebbe il suicidio-
omicidio. Arma che non è
stata al momento trovata.
Uno dei due presenta ferite
più vistose dell'altro alla testa. I carabinieri, che indagano sul caso, sono a lavoro
per ricostruire quanto accaduto nell’abitazione, sede
anche dello studio immobiliare dell’anziano ingegnere.
L’allarme è stato lanciato dal
col labora tore
domestico, appena rientrato
da un periodo di
ferie. L’uomo,
allarmato dal silenzio dei proprietari, ha contattato la segretaria dello studio immobiliare, la quale dispone delle
chiavi della abitazione, e insieme hanno scoperto i due
corpi senza vita. Nessun segno di effrazione, in casa
non manca denaro e nulla
sembra suggerire l’idea di
una rapina finita male. Bisognerà attendere l’autopsia
per capire a che ora è avvenuto il duplice decesso e
La vittima
aveva fatto
il costruttore
nella zona
e messo
in piedi
due società
ZÉNA - In mattinata
molti voli dell’aeroporto di Genova sono stati
dirottati su altri scali
per il presidio dei lavoratori Fincantieri
che protestavano contro la riorganizzazione
del gruppo. «Abbiamo
ricevuto via fax il comunicato con cui il ministero dello Sviluppo
economico annuncia
l'incontro del 10 gennaio, per cui fino ad
allora fermiamo l'agitazione».
I lavoratori, oltre un
centinaio, hanno
esposto davanti ai
banchi del check-in
uno striscione con cui
chiedevano «certezza»
per il loro futuro e minacciano di non andarsene fino a quando
non sarà loro comunicata la data dell'incontro con il governo
che chiedono da giorni. Uno striscione riporta la richiesta "Certezze per il futuro del
cantiere di Sestri Ponente”, su un cartello è
scritto: “Ieri con Tremonti, oggi con Monti,
domani sotto i ponti”.
E nel primo pomeriggio arriva la notizia
dell'apertura da parte
figlio», ingegnere pure lui,
nato da un matrimonio finito con il divorzio. La convivenza con Azucena Moreno Laino, era cominciata da
anni. La coppia svolgeva una
vita tranquilla. Ad occuparsi
delle faccende di casa un
badante filippino, mentre
Indagini
su amici
e parenti
in cerca
di ombre
nella vita del
professionista
L’abitazione in cui è avvenuto il duplice omicidio
con quale arma le due vittime siano state colpite. I
carabinieri stanno ascoltando amici e parenti delle coppia per capire se ci fosse
qualche ombra nella vita
dell’ingegnere e della donna
di origine argentina, inizialmente badante e da cinque
anni compagna dell’81enne.
Antonio Campanini era
un professionista serio e stimato, molto conosciuto in
Brianza. «Lo conoscevo anche per motivi di lavoro - ha
detto il sindaco di Vimercate
Paolo Brambilla - Per anni
aveva fatto anche il costruttore e aveva messo in piedi
un paio di società ora gestite
dal figlio, ma lui ultimamente si occupava solo di transazioni immobiliari, di affitto
e di contabilità». Campanini,
quasi 30 anni fa era stato
colpito da una malattia invalidante, in seguito alla
quale aveva rallentato la sua
attività lavorativa. '«Da anni
le sue condizioni di salute
erano peggiorate e ultimamente poteva muoversi solo
su una sedia a rotelle - ha
detto il sindaco - L'attività
era gestita soprattutto dal
sul fronte lavoro Campanini
veniva aiutato da una dipendente dell'impresa.
«Penso che prima di poter
esprimere qualunque giudizio su questa tragedia - ha
aggiunto
Brambilla - occorre capire
bene cosa sia successo, a
quel che mi risulta anche il
medico legale ha ancora
molti dubbi».
Operai bloccano l’areoporto di Genova
I lavoratori della Fincantieri chiedono «certezza» sul loro futuro
del governo. L'incontro
sarà l'occasione per affrontare la situazione
complessiva del gruppo cantieristico e approfondire la questione dei carichi di lavoro
degli stabilimenti, dopo l'accordo sul piano
di riorganizzazione, siglato a dicembre senza
la firma della Fiom.
Il Presidente della
Commissione di Garanzia sugli Scioperi,
Roberto Alesse, ha inviato al prefetto di Genova e al presidente
dell'Aeroporto Colombo di Genova una nota
urgente nella quale
chiede informazioni
sulle «agitazioni sindacali che coinvolgono
l'Aeroporto, le quali,
pur non configurando
tradizionali azioni di
sciopero, rischiano di
ledere i diritti costituzionali dei cittadini
Drammatica disavventura di un giovane di Olbia in vacanza in Thailandia
Piede amputato per mancanza di soldi
Finisce male una vacanza in Thailandia. Un ventisettenne di Olbia,
Alessandro Amadori, vittima di un
incidente stradale a Phuket, ha subito l'amputazione di un piede,
quando poteva essere salvato. Se
non altro, si è trovato al centro di
una gara di solidarietà per raccogliere i fondi necessari a pagare le
spese sanitarie al Bangkok Hospital di Phuket.
Il giovane, che stava trascorrendo al caldo le vacanze di fine anno
con un gruppi di amici, era partito
dall'Italia senza stipulare alcuna
assicurazione, obbligatoria in
Thailandia in caso di emergenze
sanitarie. In ospedale hanno atteso
12 ore prima di ricomporre l'amputazione, pregiudicando così l'uso
dell'arto. È stato il console italiano
a Phuket ad anticipare i quattromila euro necessari a convincere la
struttura medica a procedere. Ma il
tempo trascorso è stato troppo, la
sua situazione clinica è peggiorata.
Lo spettro di un rigetto dell'arto si è
fatto concreto, da qui l’amputa-
zione. Ora, per riportare in casa il
ragazzo e pagare le spese mediche
necessarie ad affrontare le ulteriori
cure è partita una gara di solidarietà in Italia, tramite Facebook.
Cittadinanzattiva, associazioni di
volontariato e sportive, semplici
cittadini e politici si sono mobilitati
aprendo anche un apposito conto
corrente bancario: finora sono stati
raccolti circa 20.000 euro, ma potrebbero non bastare. Per questo
nei sono in programma concerti e
spettacoli in tutta la Gallura.
utenti, a seguito del
verosimile blocco dei
voli, in un periodo, peraltro, tutelato dalla
franchigia natalizia. Si
invitano - prosegue la
nota - i soggetti in indirizzo a voler fornire
adeguate informazioni
al riguardo, al fine dell'eventuale adozione di
provvedimenti di competenza di questa
Commissione».
A Palermo, invece,
un gruppo di operai
della Fincantieri ha
aralizzato nuovamente il traffico in viale Regione Siciliana, sulla
circonvallazione del
capoluogo siciliano,
arteria importante della città. Gli operai, che
protestano contro l’annunciato esubero di
almeno 160 persone,
non hanno alcuna intenzione di sbloccare
la strada. Centinaia gli
automobilisti imprigionati lungo la circonvallazione. Intanto, un
altro gruppo di tute
blu sta presidiando il
cancello dell’azienda.
Nel corso di una animata assemblea alcuni sindacalisti sono
stati contestati dagli
operai.
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laPADANIA
Giovedì 5 gennaio 2012
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SOLIDARIETÀ ALLA POLIZIA MUNICIPALE DI VENARIA
A seguito dell'ennesimo episodio vandalico a Venaria, con l'incendio
di tre automobili del Corpo di Polizia Municipale e su cui ora stanno
indagando i Carabinieri, Alessandro Benvenuto (foto), Segretario
Provinciale della Lega Nord e consigliere comunale a Venaria, ha
dichiarato: «Esprimo assoluta solidarietà a tutte le persone colpite
TERRITORIO
▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
negli ultimi mesi dall'incendio di auto ed oggi, in particolar modo, al
Corpo della Polizia Municipale. Ma non è concepibile che in una
cittadina come la nostra fatti così gravi continuino ad accadere;
chiediamo all'amministrazione comunale di essere più attenta e
responsabile e di istituire una commissione d'inchiesta per far luce
su questa vicenda che dura ormai da troppo tempo».
Aumento al casello di Gallarate, l’ira del Presidente della Provincia Galli
STANGATA AUTOSTRADE,
PAGA SEMPRE IL NORD
DARIO GALLI
VARÉS - Continuano a
spremerci e ogni volta lo
fanno deliberatamente
nei periodi estivi o durante le feste natalizie,
come se si volesse far
passare sotto silenzio
decisioni che continuano a penalizzare il nostro territorio. Davanti
all’ennesimo ingiustificato e assurdo aumento
del pedaggio alla barriera di Gallarate non
possiamo più tacere,
tanto più che l’ennesima incomprensibile regola per cui gli aumenti
percentuali alle nostre
barriere vengono arrotondati ai 10 centesimi
superiore e senza recupero successivo. Per cui,
al 4 percento, più o meno, del 2010 e al 4 percento di quest’anno, invece che l’8 percento in
due anni, ci ritroviamo
con un incremento di 8
punti percentuali nel
2011 e con altri 8 quest’anno, che in tutto fanno un aumento del 16
percento.
Dal 2007 a oggi, non è
passato anno che non si
sia registrato un incre-
A CANTÙ
«Cascina Amata,
basta furti in casa
servono le ronde»
Dario Galli (a destra) contro il rincaro delle autostrade
mento del pedaggio su
una delle tratte più trafficate e meno moderne
del l’intera rete autostradale, fino ad arrivare a 1 euro e 40 centesimi. Tutto questo a
fronte di situazioni in
cui chi non ha mai pagato un centesimo continuerà a non pagare,
come ad esempio da Catania a Siracusa o sulla
Ces ena-P erug ia-Te rni
(E45).
Per coloro che ancora
riescono a entusiasmarsi per l’operato di questo
Governo, sempre meno
tecnico e più politico, il
balzello al casello di
Gallarate conferma il giro di vite centralista e
antifederalista innescato con l’avvento di Monti. Una stretta che sta
stritolando il Nord, ovvero quella parte del
Paese che ha sempre
trainato l’economia na-
Pistoia, l’Asl è in rosso
ma aumenta gli stipendi
PISTOIA - Stipendi aumentati nonostante un buco di bilancio da 24
milioni. Succede a Pistoia, dove la
Asl sembra impermeabile ai richiami alla sobrietà che arrivano
in continuazione da tutte le parti.
A denunciarlo è Daniela Simionato, capogruppo della Lega nel
Consiglio comunale di Pistoia.
«Con una perdita in bilancio di
circa 24 milioni, la nostra azienda
- spiega - ha pensato bene di
aumentare gli stipendi ai dirigenti
e funzionari con grande generosità. Fra i beneficiati anche Renzo
Berti, il nostro sindaco “part time”».
«Vedendo avvicinarsi il termine
del secondo mandato e quindi non
rieleggibile, - ironizza l’esponente
leghista - c’è da capire che il sindaco devolva più impegno alla professione, pur sempre a part time,
che al pubblico incarico. E per
questo c’è da pensare che abbia
avuto il suo bell’aumento».
Simionato sottolinea che a denunciare questi «alberi della cuccagna», sia rimasta solo la Lega.
Pistoia infatti a fine mese sarà
teatro dello scontro «tra i “magnifici quattro” che si contende-
ranno la candidatura a sindaco
per il Pd» nessuno dei quali però
ha voluto prendere posizione sulla
vicenda. «I miei giudizi di leghista
sempliciotta e populista - dice la
consigliera del Carroccio - sono
sicuramente di parte. Mi piacerebbe che fossero loro, uno dei
quali sarà il favorito alla prossima
poltrona di primo cittadino di Pistoia, ad esprimersi su questo loro
predecessore. Due di loro li conosco personalmente, sono stata
collega con uno, e lo sono ancora
con l’altro in Consiglio comunale,
e per quanto ne so mi sembrano
persone serie. Bene, Roberto e Alberto - dice la Simionato rivolgendosi direttamente ai due candidati Roberto Bartoli e Alberto
Niccolai - seguirete anche voi le
orme di Berti, che con l’arroganza
di chi sa che nessuno gli chiederà
conto del poco che ha fatto, progetta una mostra per celebrare il
proprio decennio di governo?».
«Una simile domanda meriterebbe risposta anche dagli altri
due candidati Samuele Bertinelli
e Cecilia Turco. Anche il popolo
della primarie sarebbe interessato
a queste risposte».
Catania Siracusa o il
Gra di Roma non si paga.
I Tar hanno da un lato
congelato i pedaggi previsti, mantenendo di
fatto gratuiti i tratti autostradali e raccordi di
Anas e dall’altro hanno
mantenuto il pedaggio a
forfait sulla Milano-Laghi, nonostante questo
abbia ca.............................. tratto
ratteristiche siInsopportabile
mili a quelli sopracitati e solo
la disparità di
previsto
trattamento con il Sud. poiché
nell’atto di conQui aumenti
cessione. Una disparità di sencontinui dal 2007,
tenza che ha rinel Mezzogiorno
marcato il diverinvece si continua
so trattamento di
cittadini appara viaggiare gratis
.............................. tenenti ad aree
geografiche difcon la Lega al Governo è ferenti, così che quelli
stato fatto un Decreto del Nord continuano a
legge (31-05-2010 n° pagare e sempre di più,
78), convertito con legge mentre gli altri viaggiadel 30 luglio 2010 (n° no gratis.
122) in cui si tentava di
Detto ciò, mi chiedo
eliminare la palese in- cosa stia facendo quegiustizia esistente tra sto Governo, che fa
opere di pertinenza di dell’equità una bandiesocietà in concessione e ra, per sanare quella
opere gestite diretta- che agli occhi dei tanti
mente da Anas. Dispa- automobilisti della norità evidenziata dal fat- stra provincia appare
to che il raccordo da Va- come un ennesimo, farese a Gallarate è sot- stidioso e sempre più
toposto a pedaggio, oneroso balzello.
mentre su lunghi tratti
Presidente della
autostradali come la
Provincia di Varese
zionale, pagato di tasca
propria gli sperperi romani e di quegli enti che
fanno dell’assistenzialismo l’unica loro ragione di vita, e che a fronte
di tutto ciò si è sempre
visto calpestato il diritto
alla propria autonomia
locale.
Non dobbiamo dimenticare infatti che
CANTÜ - L’ennesimo furto proprio nei giorno a
ridosso del Capodanno è stata la goccia che ha
fatto traboccare il vaso: la frazione Cascina
Amata di Cantù è alle prese da tempo con
continui episodi di microcriminalità e la Lega
adesso chiede che finalmente si prenda affronti
di petto il problema. «La preoccupante sequenza di
turino del Carroccio, Nicola Molteni - è un
fenomeno non più tollerabile. Le nostre abitazioni private sono l’estensione dei nostri diritti inviolabili e la microcriminalità sta destabilizzando la nostra comunità».
«Nonostante il fondamentale impegno delle
forze dell’ordine, le risorse di circa tre milioni di
euro portate a Cantù
terno Roberto Maroni per la nuova sede della
polizia locale e l’istituzione della sede distaccata dei vigili a
.........................
ghizzolo, la Lega
Nicola Molteni:
avanza due proposte per fronteggiare
«Nessuno vuole
questa straordinasostituirsi allo Stato
ria ondata di epima l’emergenza
sodi di microcriminalità che sta alva affrontata
larmando la cittaanche con formule
dinanza:
di sicurezza
mo all’amministrazione comunale di
partecipata»
attivare, così come .........................
previsto dal pacchetto sicurezza Maroni e dal relativo regolamento attuativo dell’8 agosto 2009,
lontari della sicurezza (associazioni di cittadini
osservatori non armati muniti di cellulare formati attraverso corsi specializzati presso le
prefetture e iscritti in appositi albi con compiti
esclusivi di osservazione e segnalazione alle
Forze dell’ordine di eventuali situazioni di pericolo e di disagio a presidio del territorio) e di
sottoscrivere convenzioni, così come avviene
già in altri
comune di Novedrate), con società private di
vigilanza per il controllo del patrimonio pubblico».
«Nessuno - ha detto ancora Molteni - vuole
sostituirsi allo Stato nel controllo del territorio
e nella tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza, ma a fronte dei continui e ripetuti furti
che avvengono nelle abitazioni bisogna proporre soluzioni aggiuntive anche attraverso
formule di sicurezza partecipata. I cittadini
non possono essere lasciati soli e credo opportuno raccogliere l’allarme lanciato in questi
giorni. La sicurezza partecipata dai cittadini
non serve solo a prevenire e dissuadere furti,
ma può sviluppare coesione sociale e senso
civico. Per questi motivi, nei prossimi giorni, la
Lega organizzerà a Cascina Amata dei gazebo
per mostrare vicinanza alla popolazione e per
raccogliere segnalazioni e contributi per far
fronte all’emergenza».
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laPADANIA
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IN MOSTRA L’EMIGRAZIONE DAL NORDEST
La mostra fotografica itinerante "In viaggio" - cent'anni di
immagini e di parole dal mondo dell'emigrazione del Friuli
Venezia Giulia, dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia, arricchita
con immagini relative alla Bassa Friulana - sarà inaugurata
oggi alle ore 17, nella Biblioteca comunale di San Giorgio di
TERRITORIO
▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
Stival:
emergenze
sotto
controllo
grazie alla
loro presenza
sul territorio
VENÈXIA - Le squadre di
volontari antincendi boschivi del Veneto riceveranno un finanziamento
di oltre 148 mila euro
quale ulteriore contributo
per le spese di gestione
dell’anno appena concluso e per il rimborso delle
spese sostenute per la
manutenzione dei mezzi e
l’approvvigionamento di
attrezzature specifiche.
Lo ha deciso la Giunta
regionale, su proposta
dell’assessore alla prote-
Giovedì 5 gennaio 2012
Nogaro (Udine), in Piazza Plebiscito 2. L'esposizione contiene
fotografie e testimonianze provenienti dalle famiglie degli
emigrati all'estero e raccolte nell'Archivio Multimediale della
Memoria dell'Emigrazione Regionale (www.ammer-fvg.org)
ed è indirizzata in maniera particolare al mondo della scuola
e dei giovani
Volontari antincendi, il FVG stanzia
altri fondi: «Lavoro preziosissimo»
zione civile Daniele Stival. «Questa somma –
precisa Stival – va ad aggiungersi ai 181 mila euro assegnati a inizio dicembre e si è resa disponibile grazie all’assestamento di bilancio. Una
boccata d’ossigeno per
sostenere un servizio di
volontariato tra i più preziosi. Grazie alla loro capillare presenza sul territorio – ricorda Stival – i
volontari garantiscono
infatti un pronto intervento sugli incendi appena ricevuta l’attivazione.
La pronta reazione
all’emergenza permette,
in molti casi, di evitare
che i numerosi principi
d’incendio diventino incendi veri e propri e contribuisce a limitare in
ogni caso la loro estensione, riducendo il danno
ambientale, economico e
finanziario che deriva
dalla distruzione delle su-
perfici boscate».
La Giunta regionale,
sempre su proposta di
Stival, si è anche occupata di migliorare le procedure per la tutela della
salute e della sicurezza
dei volontari. Gli accertamenti sanitari necessari per l’autorizzazione ad
operare, ad esempio, verranno organizzati in maniera che ogni singolo volontario non debba perdere ore o giornate di la-
voro per sottoporsi a visite ed esami, agganciandosi a quanto fanno in
materia i servizi forestali
regionali, cogliendo l’occasione delle esercitazioni periodiche nel corso
delle quali vengono attivate delle postazioni mediche, o ricorrendo alle
convenzioni in essere tra
la Regione e grandi organizzazioni di volontariato come la Croce Rossa
e l’Associazione Nazionale Alpini.
La Giunta veneta apre i termini del bando per il Programma di sviluppo rurale 2007-2013
L’agricoltura scommette sui giovani
Manzato: «Ci sono 45 milioni di euro a disposizione delle nuove generazioni di imprenditori»
VENÈXIA - Ci sono anche i
fondi del “Pacchetto Giovani” per l’innovazione e il
ricambio generazionale in
agricoltura nel bando per
alcune misure dell’Asse 1,
2 e 3 del Programma di
sviluppo rurale per il Veneto 2007-2013, i cui termini sono stati aperti dalla
Giunta regionale, su proposta dell’assessore
al l’agricoltura F ran co
Manzato. «L’importo complessivo a bando è di 228,7
milioni di euro - spiega
Manzato -, mentre il cofinanziamento della nostra
Regione potrà ammontare
al massimo, in base alle
domande che risulteranno
ammissibili, a 17,1 milioni».
«Con questo provvedimento - continua l’assessore - si mettono a bando le
dotazioni ancora oggi disponibili sulle diverse misure, andando a completare il piano degli interventi e di spesa previste dal
Programma. Il dato significativo e che ritengo essere strategicamente più
importante per il futuro del
settore, riguarda le opportunità offerte ai giovani
agricoltori: i 45 milioni disponibili dovrebbero garantire un aiuto sostanziale per l’avvio delle attività di circa quattrocento
nuovi imprenditori agricoli
under 40 nel 2012».
L’Asse 1, “Miglioramento della competitività del
settore agricolo e forestale”, presenta dotazioni finanziarie soprattutto per il
“Pacchetto Giovani”, per
quanto concerne l’ammodernamento delle aziende,
la partecipazione a sistemi
di qualità alimentare, l’attività di informazione e
promozione agroalimentare. Per quanto riguarda
l’Asse 2, “Miglioramento
dell’ambiente e dello spazio rurale”, le misure riguardano le indennità a favore degli agricoltori delle
zone montane, il benesse-
OPERA, LA PROPOSTA DEL SINDACO
«Il commercio di vicinato
è una risorsa, sosteniamolo»
re animale, gli investimenti non produttivi, il primo
imboschimento di terreni
agricoli, il primo impianto
di sistemi agroforestali su
terreni agricoli e il primo
imboschimento di terreni
non agricoli. Infine, per
l’Asse 3, “Qualità della vita
nelle zone rurali e diversificazione dell’economia”,
saranno finanziati interventi per la diversificazio-
ne in attività non agricole. I
termini di scadenza per la
presentazione delle domande variano a seconda
delle misure e vanno dal 29
febbraio (Pacchetto Giovani) al 29 giugno 2012.
Le procedure di valutazione dei progetti sono definite nel bando stesso, come anche i principali indirizzi procedurali che, a
livello operativo, saranno
Franco Manzato
dettagliati da parte dell’Organismo Pagatore Regionale Avepa, con proprio
provvedimento.
Biodiversità, il Veneto in prima linea
Al via attività di educazione e promozione del patrimonio
VENÈXIA - «La biodiversità è un fattore
strategico, un valore assoluto, ambientale
ma anche economico: la qualità del nostro
territorio, e di ciò che sa produrre, dipende
dalla nostra capacità di conservarla e incrementarla». Franco Manzato, assessore all’agricoltura del Veneto, ribadisce la
sua posizione su una questione che l’economicismo della mondializzazione sembra non considerare. «Non possiamo però
limitarci alle dichiarazioni di principio ma
dobbiamo agire con i fatti – aggiunge –.
Ecco perché la Giunta Veneta ha approvato il Protocollo d’Intesa da sottoscrivere
tra le Regioni e il Ministero dell’Ambiente
per dare avvio ad attività che promuovano
azioni di educazione, informazione, comunicazione e raccolta di dati necessari
per la predisposizione dei Rapporti nazionali previsti dalle direttive Habitat e
Uccelli dell’Unione Europea. Tale iniziativa è inoltre coerente con la Dichiarazione
UNESCO “Per una cultura della biodi-
versità”». Per realizzare gli obiettivi, la
Commissione Europea ha assegnato agli
Stati membri anche il compito di monitorare periodicamente lo stato di salute
di specie e habitat, per poi trasmetterne i
dati relativi in un report completo ogni sei
anni, allo scopo di poter predisporre azioni finalizzate. Il Protocollo approvato dalla
Giunta prevede l’impegno a promuovere
l’educazione, l’informazione e la comunicazione sulla biodiversità e sugli obiettivi della Strategia nazionale per la biodiversità, con lo scopo di contribuire alla
crescita della consapevolezza del suo valore intrinseco ed economico. Il documento impegna inoltre i firmatari a costituire
la Rete degli Osservatori per la biodiversità, che avrà il compito di favorire il
necessario coordinamento di tutte le iniziative di conservazione e uso sostenibile
della biodiversità e dei servizi ecosistemici
e di comunicazione, informazione ed educazione ambientale.
ÒVERA - Al via oggi i tanto
attesi saldi di fine stagione.
Con un giorno d’anticipo
sulla tabella di marcia, la
conferenza delle Regioni ha
approvato l’indirizzo di
quello che, per consumatori
e commercianti, è il periodo
più atteso dell’anno.
Con una durata massima
di sessanta giorni, quindi,
sarà possibile acquistare
capi ma anche oggetti avvistati nelle vetrine e nei
negozi a prezzi scontati.
L’importante è prestare attenzione e seguire qualche
piccolo accorgimento. Lo
sportello unico delle attività
produttive del Comune di
Opera (Mi), infatti, ricorda
alcune regole che, se seguite, permetteranno ai
consumatori di fare acquisti sicuri e garantiti. Per
esempio, attenzione al prezzo.
Il commerciante ha l’obbligo di esporre, accanto al
prodotto, il prezzo iniziale e
la percentuale dello sconto
o del ribasso. Rimane facoltativa l’indicazione del
prezzo di vendita conseguente allo sconto o ribasso. Non solo, per i commercianti c’è anche l’obbligo di fornire informazioni
veritiere in merito agli sconti praticati sia nelle comunicazioni pubblicitarie, sia
nelle indicazioni dei prezzi
nei locali di vendita. Non si
possono quindi indicare
prezzi ulteriori e diversi e si
deve essere in grado di dimostrare agli organi di controllo la veridicità delle informazioni relative al prodotto. La merce in saldo
deve essere separata da
quella eventualmente posta
in vendita a prezzo normale.
Se ciò non fosse possibile
devono essere fornite al
consumatore, con cartelli o
altri mezzi, informazioni
inequivocabili e non ingannevoli. Infine, se il prodotto
risulta difettoso, il consumatore può richiedere la sostituzione dell’articolo stesso o il rimborso del prezzo
pagato dietro presentazione
dello scontrino, che é ne-
Ettore Fusco
cessario conservare per
l’eventualità.
«Prenderà il via, tra poche
ore, uno dei periodi più importanti per il commercio,
uno dei settori strategici
dell’economia locale – spiega il sindaco, Ettore Fusco
–. Un settore che, a Opera,
si è dimostrato presente e
attento alle esigenze della
cittadinanza. Proprio in
questo periodo, infatti, i
commercianti sono stati
una risorsa importante per
garantire, fare avvertire lo
spirito natalizio, illuminare
e rendere più allegre e sicure le vie della nostra città.
Una collaborazione, quella
con l’Amministrazione che
si è tradotta in iniziative ed
eventi che hanno coinvolto
grandi, piccini e, soprattutto, hanno permesso di riscoprire l’importanza e la
sensibilità dei negozi di vicinato. Per i saldi, quindi,
rivolgiamoci ai nostri commercianti».
15
laPADANIA
Giovedì 5 gennaio 2012
QUI LEGA TERRITORIO
QUI LEGA
Roberto COTA
(Segretario Nazionale Lega Nord Piemont)
■ 08 gennaio (domenica): ore 14,00 Trasmissione TV su RAI UNO "L'Arena"
On. Maurizio FUGATTI
(Segretario Nazionale Lega Nord Trentino)
■ 05 gennaio (giovedì): ore 10,00/13,00 Incontro con la cittadinanza per "Referendum per
l'abrogazione delle Comunità di Valle" a MEZZOCORONA (TN) presso gazebo in zona mercato
■ ore 15,00/17,00 Incontro con la cittadinanza
per "Referendum per l'abrogazione delle Comunità
di Valle" a TRENTO presso gazebo in via Oss.
Mazzurana angolo via Oriola
■ 06 gennaio (venerdì): ore 10,00/12,00 Incontro con la cittadinanza per "Referendum per
l'abrogazione delle Comunità di Valle" a LAVIS
(TN) presso gazebo in piazza garibaldi
■ ore 15,00/17,00 Incontro con la cittadinanza
per "Referendum per l'abrogazione delle Comunità
di Valle" a TRENTO presso gazebo in via Oss.
Mazzurana angolo via Oriola
■ 07 gennaio (sabato): ore 10,00/11,00 Incontro con la cittadinanza per "Referendum per
l'abrogazione delle Comunità di Valle" a ALA (TN)
presso gazebo in corso passo Buole
■ ore 11,00/12,00 Incontro con la cittadinanza
per "Referendum per l'abrogazione delle Comunità
di Valle" a MEZZOLOMBARDO (TN) presso gazebo
in angolo Casalinghi Tait
Luca BONA
On. Fulvio FOLLEGOT
(Segretario Provinciale Novara)
■ 09 gennaio (lunedì): ore 19,00 Trasmissione TV su TELEPORDENONE
■ 06 gennaio (venerdì): ore 16,00/18,00
Incontro con la cittadinanza a NOVARA
presso gazebo in C.so Cavour
Sen. Mario PITTONI
Danilo NARDUZZI
(Capogruppo Consiglio Regionale Friu-
■ 07 gennaio (sabato): ore 19,00 Trasmissione TV su TELEFRIULI
■ ore 15,00/17,00 Incontro con la cittadinanza
per "Referendum per l'abrogazione delle Comunità
di Valle" a TRENTO presso gazebo in via Oss.
Mazzurana angolo via Oriola
li-Venezia Giulia)
■ 08 gennaio (domenica): ore 10,00/12,00 Incontro con la cittadinanza per "Referendum per
l'abrogazione delle Comunità di Valle" a BRENTONICO (TN) presso gazebo in piazza della Chiesa
■ 09 gennaio (lunedì): ore 13,00 Trasmissione TV su FREE
On. Matteo SALVINI
■ 11 gennaio (mercoledì): ore 21,00
Trasmissione TV su ANTENNA 3
■ 09 gennaio (lunedì): ore 07,00 Trasmissione TV su 7 GOLD "Aria pulita"
■ ore 15,00/17,00 Incontro con la cittadinanza
per "Referendum per l'abrogazione delle Comunità
di Valle" a ROVERETO (TN) presso gazebo in via
Mazzini
■ 05 gennaio (giovedì): ore 19,15 Trasmissione TV su TELEPORDENONE
"Tg"
Massimiliano ROMEO
■ ore 19,30 Trasmissione TV su TELEPORDENONE
(Eurodeputato)
(Consigliere Regionale Lombardia)
Sen. Gianvittore VACCARI
■ 12 gennaio (giovedì): ore 07,00 Trasmissione TV su 7 GOLD
■ 06 gennaio (venerdì): ore 10,00 Diretta Radio su RADIO CORTINA
OGGI IN TV
RAIUNO
6,10 Unomattina Caffè
6,30 Attualità: Tg1 - Previsioni viabilità
6,45 Rubrica: Unomattina
11,00 Attualità: Tg1
11,05 Rb: Occhio alla spesa
12,00 Rubrica: La prova del
cuoco. Con A. Clerici
13,30 Att.: Telegiornale
14,00 Rub.: Tg1 Economia
14,10 Rub.: Verdetto finale
15,15 Film tv: Miacarabefana.it. Fiabesco (It.,
2008). Con Veronica
Pivetti, Yari Gugliucci
17,00 Attualità: Tg1 - Che
tempo fa
17,15 Film tv: La magnifica
coppa. Comm. (Germania, 2009). Con
Christian Wolff, Gaby
Dohm
18,50 Gioco: L’eredità
20,00 Att.: Telegiornale
20,30 Rb: Qui Radio Londra
20,35 Gioco: Soliti ignoti identità nascoste
21,10 Serie tv: Che Dio ci
aiuti. Con Elena Sofia
Ricci, Massimo Poggio, F. Chillemi
23,25 Doc: Speciale “Tg1”
0,25 Attualità: Tg1 Notte Tg1 Focus - Che
tempo fa
RAIDUE
CANALE 5
RAITRE
6,30 Cartoon Flakes
10,00 Rubrica: Tg2punto.it
11,00 Contenitore: I fatti vostri. Con G. Magalli
13,00 Attualità: Tg2 giorno
13,30 Rubrica: Tg2 Costume e società/Medicina 33
14,00 Rubrica: Italia sul
due. Con Milo Infante
e Lorena Bianchetti
16,15 Telefilm: Ghost Whisperer
16,50 Tf: L’Africa nel cuore
17,45 Attualità: Tg2 flash
l.i.s. / Rai Tg Sport /
Tg2
18,45 Telefilm: Numb3rs
19,30 Telefilm:
Squadra
speciale cobra 11.
Con Erdogan Atalay
20,25 Estrazioni del lotto
20,30 Attualità: Tg2 - 20,30
21,05 Film:
Ratatouille.
Animaz. (Usa. 2007)
23,00 Attualità Tg2
23,15 Rubrica: Cut.
0,25 Rubrica: La storia
siamo noi
1,15 Tf: E. R. - Medici in
prima linea
10,05 La storia siamo noi
11,15 Tf: Doc Martin
12,00 Att.: Tg3 - Rai Sport
Notizie - Meteo 3
12,25 Rubrica:Le storie Diario Italiano
12,50 Doc: Geo & geo
13,10 Soap: La strada per
la felicità
14,00 Attualità: Tg Regione
/ Meteo Regionale /
Tg3 - Meteo 3
14,50 Rub.: Tgr Leonardo
15,00 Rubrica: Tg3 Lis
15,05 Telefilm: Lassie
15,55 Doc.: Cose dell’altro
Geo. Con M. Ossini
17,40 Doc: Geo & geo
19,00 Attualità: Tg3 - Tg3
Regione - Meteo regionale
20,00 Blob
20,15 Per ridere insieme
con Stanlio e Ollio
20,35 Soap: Un posto al sole
20,35 Tl.: Un posto al sole
21,05 34° Festival del Circo di Montecarlo.
Con Cristina Chiabotto
23,00 Att.: Tg3 - Tg3 Regione
10,00 Att.: Tg5 ore 10. (nel
corso)
10,55 Reality: Grande fratello
11,00 Rubrica: Forum
13,00 Att.: Tg5 - Meteo 5
13,40 Soap: Beautiful
14,10 Reality: Grande fratello
14,25 Film tv: A casa con
Babbo Natale. Favola (Austria, 2008)
16,30 Film tv: Solo per
amore. Comm. (Usa,
2006)
18,10 Att.: Tg5 - 5 minuti
18,15 Reality: Grande fratello
18,50 Gioco: The money
drop
20,00 Att.: Tg5 - Meteo 5
20,30 Show: Striscia la notizia - la voce della
contingenza. Condotto da Ezio Greggio
ed Enzo Iacchetti
21,10 Film: Tutti insieme
inevitabilmente.
Comm. (Usa, 2008).
Con Vince Vaughn,
Robert Duvall
23,30 Film: Un amore sotto
l’albero. Sent. (Usa,
2004)
1, 30 Att: Tg5 - Notte
Santo del Giorno:
EDOARDO III IL CONFESSORE
20,30 SPECIALE TG NORD “GAZEBO A VENEZIA”;
20,40 UNA PADANA IN GERMANIA (IV puntata);
21,10 MADE IN PADANIA - Museo di Volandia - I parte;
21,30 MADE IN PADANIA - Museo di Volandia - II parte
6,00 Repliche; 8,00 Rassegna stampa; 8,30 Meteo; 8,35
Filo diretto con Cainarca; 9,00 Rassegna stampa; 9,35
Sulla notizia; 10,40 Onda Libera; 12,00 Gr; 12,05 Filo
diretto con Leo Siegel; 13,00 Titoli telegiornali - Meteo;
13,05 Calcioparlando; 13,30 Miss Padania; 14,00 Donne
padane; 14,15 MGP Martesana; 15,00 Sani nel 3° millennio; 15,30 Gruppo Politico Femminile; 16,00 Spazio
Piu; 16,30 Che Aria Tira; 18,30 Il Punto Politico; 19,00
Titoli tg - Il Punto Politico; 19,30 Il Punto Politico; 20,00
Titoli tg - Il Punto Politico; 20,30 Repliche
IL SOLE SORGE ALLE 7,38
E TRAMONTA ALLE 16,53
LA LUNA CALANTE
SORGE ALLE 13,44
E TRAMONTA ALLE 4,07
ITALIA 1
7,25 Cartoni animati
8,50 Film: Barbie - Lago
dei cigni
10,30 Film tv: Continuavano a chiamarlo Beethoven. Comm. (Usa,
2003)
12,25 Att.: Studio Aperto
13,00 Rub.: Studio Sport
13,40 Cartoni animati
15,00 Sit com: Big bang
theory
15,35 Film: La famiglia Addams 2. Comm. (Usa,
1993)
17,30 Car: Dragon ball
18,30 Att.: Studio Aperto
19,00 Rub.: Studio Sport
19,25 Telefilm: Dr. House Medical Division
20,20 Telefilm: C.S.I. - Scena del crimine
21,10 Film: Sherlock - Il
grande gioco Pol.
(GB, 2010). Con Martin Freeman, Rupert
Graves
23,05 Tf: Nikita. “Custode”x
- “Reistenza”. Con
Shane West, Maggie
Q, Lyndsy Fonseca
1,15 Studio Aperto - La
giornata
RETE 4
LA 7
9,40 Tf Monk
10,50 Rubrica: Ricette di famiglia. Con D. Mengacci
11,30 Att.: Tg4 - Vie d’Italia
12,00 Tl: Detective in corsia
13,00 Telefilm: La signora
in giallo
13,50 Rubrica: Sessione
pomeridiana: il tribunale di Forum
15,10 Telefilm: Hamburg
Distretto 21
16,15 Soap opera: Sentieri
17,00 Film: Segni particolare:
bellissimo.
Comm. (It., 1983).
Con Adriano Celentano, F. Moro
18,55 Att.: Tg4 - Meteo
19,35 Telenovela: Tempesta d’amore
20,30 Telefilm: Walker Texas Ranger
21,10 Serie tv: Il capo dei
capi. Con Daniele iotti, Claudio Gioè, Simona Cavallari, Gioia
Spaziani, Salvatore
Lazzaro
23,30 Film: Analisi finale.
Thriller (Usa, 1992).
Con Richard Gere,
Kim Basinger
13,30 Attualità: Tg La 7
14,05 Film tv: Pomodori
verdi fritti (alla fermata del treno)
16,35 Tf: Relic Hunter
17,30 Tf: L’ispettore Barnaby
19,30 Show: G’Holiday
20,00 Attualità: Tg La 7
20,30 Rub.: Otto e mezzo.
Conduce L. Gruber
21,10 Talk show: Piazza pulita. Con C. Formigli
23,20 Tf: Sex and the city
0,30 Attualità: Tg La 7
SPORT I
15,30
16,00
16,30
17,00
17,30
18,00
18,25
18,55
19,25
19,55
21,55
00,00
Fan Club Roma
Fan Club Inter
Fan Club Lazio
Fan Club Napoli
Fan Club Juventus
Che Partita! Man.
Utd - Man. City
FIFA World Cup
Speciale Le Goleade
Futbol Mundial
Cordoba - Espanyol
(diretta)
Valencia - Siviglia
(diretta)
Vuoi Scommettere?
CINEMA
8,45 Che bella giornata Speciale
9,05 Gnomeo e Giulietta
10,30 Pearl Harbor
13,35 Un Natale per due
15,25 Amore & altri rimedi
17,20 The social network
19,25 Un marito di troppo
21,00 Sky Cine News - Immaturi - Il viaggio
21,10 Io, Robot
23,10 La banda dei babbi
natale
00,55 La lista dei clienti
2,25 L'immortale
SPORT II
13,00 WWE Experience
14,00 Basket: Kansas Kansas State
15,30 Speciale MotorShow
2011
16,00 Icarus
16,30 Momenti di Golf
17,00 NCAA Bowl
19,00 WWE Experience
20,00 MotorSport
20,30 NBA Action
21,00 Obiettivo Londra 2012
Best Of
22,00 Obiettivo Londra 2012
23,30 Re-Play
A Londra in Inghilterra, sant’Edoardo, detto il Confessore: re degli Angli, amatissimo dal suo popolo per la sua grande carità,
assicurò la pace al suo regno e promosse con tenacia la comunione con la sede di Roma.
OGGI
Cielo: nubi sui rilievi alpini più settentrionali, sole o poche
nubi altrove. Fenomeni: nevicate sui rilievi alpini più
settentrionali, in intensificazione dal pomeriggio. Temperature: stazionarie. Venti: deboli o moderati da W-NW.
Mari: Mar Ligure agitato, localmente molto mosso. Adriatico
Settentrionale poco mosso, localmente mosso.
IL SOLE SORGE ALLE 7,38
E TRAMONTA ALLE 16,54
LA LUNA CALANTE
SORGE ALLE 14,30
E TRAMONTA ALLE 5,03
Cielo: nubi sui rilievi alpini più settentrionali, sole altrove. Fenomeni:
nevicate sui rilievi alpini più settentrionali, in attenuazione dal
pomeriggio. Temperature: in diminuzione sulle Alpi, in leggero
aumento altrove. Venti: moderati nord-occidentali, fino a forti sulle
Alpi, con effetto fohn. Mari: Mar Ligure agitato, localmente molto
mosso. Adriatico Settentrionale molto mosso, localmente agitato.
STASERA SU TELEPADANIA - ORE 20,40
U N A PA D A N A I N G E R M A N I A
IV PUNTATA
DOMANI
Temperature
min. max
BOLZANO
TRIESTE
UDINE
VERONA
VENEZIA
BERGAMO
COMO
MILANO
VARESE
AOSTA
TORINO
MONDOVÌ
CUNEO
GENOVA
IMPERIA
PIACENZA
BOLOGNA
PORTOFERRAIO
FIRENZE
PISA
ANCONA
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13
13
Seguici
sul digitale terrestre
al CANALE 75
Telepadania è visibile anche sul web all’indirizzo www.padanianet.com
16
laPADANIA
Avvertimenti e
minacce alla Lega
JAMES PASINI
I “poteri forti e mafiosi” hanno
prontamente lanciato il loro avvertimento minaccioso e trasversale alla Lega Nord per l’Indipendenza della Padania prendendo di mira Renzo Bossi e
Monica Rizzi, con argomenti
spuntati ed accuse ridicole,
quanto, cattive ed avvelenate.
Situazione generale molto
grave e pesante, imputabile in
larga misura all’alleato Berlusconi, campione di incoerenza e
di miope opportunismo.
L’attuale è fase politica molto
delicata e sovraccarica di conseguenze di tipo irreversibile per
negatività, per cui i responsabili
del Movimento, a tutti i livelli,
devono valutare i vari passaggi
con grande attenzione e ponderazione.
I nemici irriducibili sono tanti,
troppi, lo scontro si presenta
impari e cruciale.
Negozi: i “tempi”
delle liberalizzazioni
MARINO BERTOLINO
Un tempo non lontano i negozi
non chiudevano durante la giornata e i titolari erano costretti a
pranzare o cenare nel retro del
negozio. Ma non basta. A volte
dovevano servire i clienti con il
boccone ancora in bocca.
Poi ci sono stati i cambiamenti, e così i negozi hanno avuto il
loro tempo di pausa stabilito dai
Comuni. Con l’espansione della
grande distribuzione, l’orario
continuato è diventato una normalità e il piccolo commercio ha
sofferto questa novità che ha
messo in difficoltà tanti negozi a
conduzione familiare, o con dipendenti da pagare. Adesso con
la liberalizzazione degli orari di
apertura il Governo (insieme ai
Comuni) vuole che i negozi mantengono gli stessi orari degli
ipermercati e centri commerciali. Praticamente si sta correndo
dietro alla grande distribuzione
con la differenza che loro i numeri li fanno, mentre il piccolo
esercizio arranca e rischia di
chiudere perchè fa fatica a rimanere sul mercato. Poi ci sono
i negozi gestiti da stranieri che
non chiudono mai, ma questa è
un’altra questione che le Associazioni di categoria devono
LA VOCE DEL NORD
Direttore politico
UMBERTO BOSSI
Direttore responsabile
STEFANIA PIAZZO
e-mail: [email protected]
Redattori capo centrali
ROBERTO BRUSADELLI,
CRISTINA MALAGUTI
Responsabili di settore:
CARLO PASSERA (Politica),
PAOLO PARENTI (Territorio e Veneto)
e ROBERTO SCHENA (Attualità)
Giovedì 5 gennaio 2012
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I NOSTRI INDIRIZZI
LA PAROLA AI LETTORI
Lettere: quotidiano la Padania,
via Bellerio 41 - 20161 Milano.
▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
Fax: 02/66246326. E-mail: [email protected]
affrontare per tutelare i loro associati. E i politici? Silenzio assoluto!!
Le carceri in Italia
fanno acqua
FABIO SÌCARI Bergamo
La condizione carceraria italiana fa acqua. Gli istituti penitenziari sono 206 e i detenuti
sono più di 67.000. La capienza
regolamentare è però ben al di
sotto della popolazione carceraria. I reclusi in più sono oltre
le 21.000 unità. Immagino che
sarà difficile dare concretezza al
precetto di rieducare chi è incappato nelle roventi maglie del
codice penale.
Per completare il fosco quadro, occorre aggiungere che
quasi 15.000 detenuti sono in
attesa del primo giudizio. Poco
meno di 25.000 carcerati sono
stranieri. Dal primo gennaio al 5
dicembre 2011 i suicidi sono
stato 60.
Numeri che fanno male a chi
sta dentro, ma anche a chi sta
fuori.
I giornali “domestici”
del presidente
na, che in qualunque momento
può decidere se privare o concedere al proprio partner tali
diritti.
Nella strada di ogni persona,
nella nostra esistenza, c’è il passaggio naturale del lavorare e
del fondare una famiglia: ogni
uomo, oggi, deve necessariamente sapere che non è prevista
alcuna garanzia su questo per
lui.
Non è prevista la sua realizzazione, garantita la partecipazione, non sono tutelati per lui
quei diritti più essenziali ed importanti per ogni essere che si
possa definire umano. Divorzio,
leggi e diritto vario, consuetudini ed ideologie, nei fatti stanno
opprimendo intere generazioni
di uomini che si trovano espulsi
o ai margini dalla società, ignorati ed inascoltati nei loro drammi.
A questi uomini mando un
augurio per l’anno nuovo e li
invito a scrivermi a [email protected]. Parliamo, uniamoci, cambiamo questo stato di
cose che premia i delinquenti ed
ignora gli onesti, impegnamoci
per fermare questo Sistema nella sua folle corsa alla guerra ed
alla stupidità.
Noi esistiamo, valiamo, siamo
uomini nuovi, forti ma anche
sensibili, sereni ma determinati
a ripristinare ordine e fiducia, a
ricostruire un futuro luminoso,
fatto per tutti e non per pochi.
BENEDETTO ANTONINI Teolo (PD)
Corriere e Repubblica si comportano come i domestici del
compagno presidente. Mi chiedo dove abbiano visto la sobrietà
e come facciano a non capire
che, ammesso che ci sia, è solo
cinismo e ipocrisia. Il compagno
presidente vive tra stucchi, marmi, ori e camerieri. Per me il lord
trinariciuto è e rimane il presidente della casta, dei terroni,
dei mantenuti dello Stato, dei
fannulloni, di quelli che campano con il denaro altrui. Nientemeno che il presidente della
“Fattoria” di Orwell.
Mariti e padri non
hanno più diritti
MICHAEL ROSSI Firenze
Viviamo oggi un Sistema dove
addirittura un semplice “marito”, un normalissimo “padre”,
non ha più alcun diritto: il diritto alla famiglia, il diritto ad
una casa, allo stipendio, a dei
figli. Il potere oggi è sbilanciato
ed univoco nelle mani della don-
I nodi della Ue
sono al pettine
GIULIANA GAUGLIO Genova
Nel consueto messaggio di fine anno del Capo dello Stato ci
chiede di fare sacrifici per salvare la barca-Italia.
E’ parecchio tempo che Giorgio Napolitano siede in Parlamento e mi domando perché
non abbia mai pensato di affrontare il problema del debito
pubblico, voragine che è stata
creata in gran parte dai suoi
conterranei negli anni ‘80 (Cirino Pomicino, tanto per citarne
uno).
Adesso chiede a noi di fare
sacrifici, a noi che sbarchiamo il
lunario con fatica, mentre lui e
tutta la casta non pensano minimamente ad abolire almeno
qualcuno di tutti i privilegi di cui
godono: l’apparato che ruota intorno al Presidente della Repubblica non lo ha nemmeno la
Regina d’Inghilterra......
La manovra Monti serve solo
ed esclusivamente a prendere
tempo nei confronti dell’Europa.
EDITORIALE NORD Soc. Coop.
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DIRETTORE GENERALE
Pier Luigi Arnera
L’Europa ci chiede sì sacrifici,
ma anche rigore e serietà.
L’Italia non è un paese serio.
Lo dimostra il fatto che al governo di centro-destra, vincitore
delle elezioni sia stato impedito
con ogni mezzo di governare, in
primis dalle serpi che aveva in
seno, e di mettere in atto quei
cambiamenti di cui il Paese ha
disperatamente bisogno.
L’Italia è tenuta in piedi dalla
burocrazia, che si autoalimenta, e l’economia italiana è basata
sul nulla: le grandi industrie,
nel migliore delle ipotesi hanno
delocalizzato le loro attività, le
piccole e medie industrie, motore dell’economia italiana e
simbolo dell’operosità italiana,
sono strozzate dalla pressione
fiscale e chiudono i battenti perché non ce la fanno più a reggere
la concorrenza del Sud-Est asiatico. Fino a quando potrà durare
tutto questo?
In virtù degli impegni sottoscritti a suo tempo con il Trattato di Maastricht, sono dieci
anni che l’Italia promette all’Europa di approntare cambiamenti, cambiamenti che non sono
mai stato messi in atto e ora,
complice la crisi mondiale, i nodi sono venuti al pettine.
L’Unione Europea è un gigante con i piedi di argilla, dove
l’unione è solo sulla carta e usa
come collante la moneta unica.
A dieci anni dall’avvento dell’euro tutti gli Stati membri sono
scontenti (gli unici che se la
passano meglio sono coloro che
non lo hanno adottato) ma i
Paesi che pagano lo scotto maggiore sono proprio quelli come
l’Italia che hanno un’economia
debole. Chi tira le file di tutta
l’Unione Europea è la Germania. Mi sorge un dubbio: non è
che la sudditanza dell’Italia nei
confronti della Cancelliera tedesca derivi proprio dal fatto che
abbiamo la coda di paglia?
Ma dove è finito
il direttorio a tre?
GIANLUIGI DE MARCHI Pino
Torinese
Le bugie hanno le gambe corte: la stampa allineata non più
tardi di due mesi fa, in occasione
della visita di Monti ai due
“grandi nocchieri dell’Europa”
(Merkel e Sarkozy) si era affrettata a pronosticare la costituzione di un “direttorio a tre”
tra Francia, Germania ed Italia.
I giornalisti Pinocchio non chiedono neppure scusa per la manipolazione dell’informazione:
sapevano benissimo che non era
LA PADANIA
LA VOCE DEL NORD
reg. Tribunale di Varese: n. 422 del 19/5/1983
QUOTIDIANO
ORGANO UFFICIALE
DELLA “LEGA NORD PER L’INDIPENDENZA
DELLA PADANIA”
Stampa: Nuova SEBE S.p.A.
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vero, ma tant’è hanno voluto
dare un segnale che con Berlusconi e Bossi eravamo ai margini dell’Europa e con Monti saremmo invece diventati protagonisti. Invece lunedì i due
"grandi nochieri dell’Europa"
s’incontrano dui nuovo, mentre
Monti rimane a casa. Non è cambiato niente...
Ma di chi è il
denaro sui conti?
MARCO SCAGLIA
Ascoltando Radio Padania
Libera ho sentito le telefonate
in diretta di vari ascoltatori,
che denunciavano le loro difficoltà che si sono presentate
al momento di effettuare prelievi di contante, o cambio di
banconote, agli sportelli bancari. Le segnalazioni più frequenti riguardavano l’impossibilità d’effettuare prelievi oltre i 1.000 euro senza fornire
motivazioni valide da sottoscrivere su appositi moduli, e
le strane richieste di spiegazioni quando si volevano cambiare banconote da 500 euro in
tagli più piccoli. Premetto che
considero inutili ed ingiuste le
nuove norme sui pagamenti in
contanti, perchè gli evasori, gli
abusivi, e chi mette in pratica
comportamenti illeciti sicuramente se ne frega di queste
leggi, ed attuerà tutte le strategie per aggirarle. Quindi, come sempre, l’abolizione del segreto bancario ed i costi delle
nuove forme di pagamento o
incasso, graveranno su coloro
che non hanno la possibilità,
nè la volontà di nascondere
operazioni o patrimoni quantomeno sospetti.
Dovrebbe però essere difeso
e tutelato il principio secondo
il quale il denaro depositato
sui conti correnti è proprietà
esclusiva del titolare del conto
stesso, che può decidere in
ogni momento di prelevarlo per
spenderlo, per investirlo in altri strumenti, o per farne ciò
che vuole. Mi farebbe piacere
che qualcuno spiegasse chiaramente se i comportamenti
segnalati dagli ascoltatori dipendano solo dallo zelo di alcuni bancari, oppure se nascano da preoccupanti iniziative che rischiano di ledere la
proprietà privata ed il diritto
alla riservatezza, che dovrebbero essere inviolabili. In ogni
caso andrebbero prese iniziative per accertare e contrastare
ogni abuso.
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ed integrazioni
A Genova la situazione
è gravissima
BRUNO RAVERA
In attesa che torni la democrazia in Italia, d’ora in poi mi
interesserò solo di Genova. Qui
la situazione è gravissima, con
le sedi della Lega Nord Liguria
che sono spesso attaccate da
vandali e ci troviamo di fronte
ad una sinistra (che da decenni
governa in Regione ed in Comune) che pensa alle primarie
anziché ai gravi problemi della
città. Sono tornati alla carica
con la moschea in una zona che
darebbe danno a tutta Genova,
mentre era stato promesso ai
cittadini che quel quartiere sarebbe stato riqualificato con
strutture sportive e per anziani. Ora invece vi imperversa un
Centro sociale “diretto” da Don
Gallo, il quale non disdegna di
girare spesso con le prostitute.
La Lega Nord Liguria ha sempre difeso le radici storiche, civiche e religiose, della città,
tanto è vero che in Piazza De
Ferrari, circa un anno fa, quando vi fu la questione del togliere
o meno i crocifissi dalle scuole,
ci trovammo tra la gente a distribuirne centinaia e centinaia... e non bastarono, mentre
Don Prospero del Lagaccio arrivava a mettere nel presepe un
minareto vicino a Gesù Bambino!!! Io personalmente mi sono sposato in chiesa ed ho battezzato i miei figli: ora mi trovo
invece in disaccordo con il Cardinal Bagnasco. Con i cardinali
Genova è stata quasi sempre
sfortunata: Tettamanzi, Bertone ed ora appunto Bagnasco,
che si dimentica della propria
missione e fa politica! Continua
alla... prossima puntata, dove
indicherò le linee di un programma per la città.
Quanto ha reso
il blitz di Cortina?
GIANANSELMO ALIAS
Sono ben 80 gli uomini che
l’agenzia delle entrate ha inviato a Cortina a scovare evasori, fotografare targhe, impedire il lavoro proprio nel periodo di maggior affluenza turistica. I documenti contabili si
devono conservare per una decina di anni, era così complicato pensare di fare quei controlli magari in un periodo di
bassa stagione? A Cortina alcuni anni fa meditavano di andare con l’Alto Adige, con comportamenti simili il prossimo
referendum sarà per diventare
austriaci.
Un simile spiegamento di forze deve essere costato non poco, si tratta di pagare una settimana bianca a Cortina a 80
persone, per uno Stato che non
fino a ieri era a rischio di non
riuscire a pagare gli stipendi
non deve essere stato facile. A
fronte di questo esborso di denaro pubblico, che sarebbe utile fosse noto a tutti, gli italiani
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laPADANIA
Giovedì 5 gennaio 2012
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I NOSTRI INDIRIZZI
LA PAROLA AI LETTORI
Lettere: quotidiano la Padania,
via Bellerio 41 - 20161 Milano.
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Fax: 02/66246326. E-mail: [email protected]
avrebbero anche il sacrosanto
diritto di sapere quanto ha reso
tutto questo. Se il bilancio fosse
in perdita (come sospetto) si
potrà dire che questo blitz dolomitico è stato nulla più che
una operazione di immagine, e
ad agosto tutti a Porto Cervo a
farsi un’altra settimana. Paghiamo noi.
Un po’ più di classe,
un po’ meno casta
GIANFRANCO MORTONI
Onorevoli e senatori, prego,
un po’ di classe! In un locale di
lusso e di prestigio come il Par-
desca. Così facendo si è messo
alla pari del Fini, altra carica
istituzionale ricoperta con parzialità. Povera Italia, siamo ormai a sovranità limitata in
quanto il popolo viene messo da
parte.
Co2, un plauso
alla Asl di Milano
VIRGINIO SALA Milano
L’efficacia e la solerzia di un
ente pubblico quale la Asl di
Milano hanno evitato pericolose ed anche letali conseguenze ad alcune persone dimoranti
in un edificio sito in via Cagliero, tra i quali me stesso con
mia moglie, a causa della presenza di monossido di carbonio
CO2 negli appartamenti occu-
dono delle sorti italiche.
Poi vorrei anche sapere che
fine hanno fatto le clamorose
proteste dei sindacati, soprattutto della Cgil, contro la legge
finanziaria: se la sono cavata
con uno “scioperetto” di un
paio d’ore o poco più, fatto alla
chetichella e senza clamori, e
soprattutto senza chiamare in
piazza i consueti “milioni” di
lavoratori, che pure ad ogni
finanziaria dell’odiato Berlusconi si erano disciplinatamente messi in fila per manifestare con tanto di bandiere
rosse al seguito. E sì che di
motivi per manifestare sul serio, stavolta, ce n’erano: tagli
alle pensioni, innalzamento
dell’età pensionabile (ricordo
la Camusso mentre diceva solennemente “40 è il numero
magico oltre il quale non si può
nano (sì, stazionano, senza fare niente di concreto) in parlamento da decenni, sempre
gli stessi ultra-settantenni od
ottantenni che mai hanno visto un posto di lavoro, una
fabbrica, se non in TV, e che si
sono addirittura indignati
quando la Lega Nord ha fatto
parlare una lavoratrice che
nell’occasione ha persino osato indossare i suoi vestiti da
lavoro.
Ma forse gli italiani finora
non sono stati ancora “bastonati” come si deve, e questo lo
deve aver pensato anche Monti, che adesso, con la cosiddetta “fase 2”, probabilmente
continuerà la sua nefasta opera, che io spero, a questo punto, egli porti a termine, così
almeno quando il Paese sarà
veramente allo stremo sarà
più facile costruire la Padania.
Indice, come
si calcola
PATRIZIA CACIOLI Direttore
della comunicazione Istat
Roberto Maroni e il Consigliere Provinciale Monica
Mazzoleni alla Berghem Fest
Segretario di Sezione
Lega Nord Martinengo, Bassani Omar
lamento sarebbe da offendersi
se, ad es., il caffè e la brioche
costassero poco, ché sembrerebbe, lusso e prestigio, di riceverli, privilegiatamente, gratis. Eh no! Quel lusso e quel
prestigio mi pare giusto che si
paghino alzando adeguatamente il prezzo delle consumazioni, come si fa in qualunque bar, ristorante, e similari,
che, ovviamente, come la buvette parlamentare, siano di alto livello. Si potrebbe, a braccetto col 2012 appena iniziato,
cominciare da subito: basta solo un po’ più di classe, e un po’
meno di casta!
Napolitano,
che delusione
MARIA ROSSI
Sino a quale mese fa mi piaceva ed avevo molta stima per il
Presidente Napolitano. Era
sempre stato super partes e
consenziente sul processo federalista del Paese, sia fiscale
che istituzionale. Ultimamente
però mi sta deludendo. Infatti,
le sue ultime iniziative non mi
piacciono per nulla. Prima nomina a Senatore a vita il prof.
Monti, anche se non aveva quei
super requisiti nazionali indispensabili, e poi lo nomina
“premier” senza il consenso del
popolo sovrano. Così facendo
dà l’impressione che sia stato
tutto organizzato a tavolino e
che ci sia del vero in merito alla
telefonata della cancelliera te-
Il Presidente del Consiglio Regionale
della Lombardia Davide Boni, il Consigliere
Provinciale Monica Mazzoleni e l'Assessore
Comunale alla Sicurezza di Martinengo (Bg)
Roberto Zanchi al Be'rghem Fre'cc
pati. L’allarme è stato lanciato
alcuni giorni prima dello scorso
Natale da due abitatrici del palazzo (madre e figlia adulta) per
un ricovero urgente delle stesse, ora riabilitatesi, presso
l’Ospedale Maggiore. Un lodevole funzionario della Asl ha
visitato gli appartamenti siti
sopra e sotto quello occupato
dalle sue signore ad un piano
alto dell’edificio constatando la
presenza pericolosa, destinata
ad un aumentare col tempo, di
monossido di carbonio. Quel
lodevole funzionario ha quindi
non solo consigliato autorevolmente ma anche educatamente
di provvedere ad alcuni interventi necessari per evitare il
peggio per sè e per i vicini di
casa, come ad esempio la sostituzione dello scaldacqua a
gas con un altro elettrico. Il che
è stato fatto fare dal sottoscritto
e dovrà essere fatto in numerose abitazioni milanesi.
Dove sono finiti
“indignati” e sindacati?
VALTER ROVERATO Venezia
Da quando è in carica questo
Governo di gente non eletta dal
popolo e voluto da un presidente altrettanto non eletto
dal popolo, vorrei sapere come
mai sono spariti gli “indignati”, che infatti non protestano
più, come prima, contro le
banche ed i banchieri, ed è
strano che non lo facciano ora,
che proprio i banchieri deci-
andare, non si può lavorare
più di 40 anni”), per non parlare delle tasse, che formano
quasi il 90% della manovra.
Mi piacerebbe anche sapere
se gli italiani, se e quando saranno chiamati alle prossime
elezioni, saranno ancora d’accordo nel premiare col voto chi
ora in parlamento sostiene un
Governo del genere.
Ma io credo che alla fine gli
italioti, entusiasti “centocinquantisti”, novelli “Tafazzi”, li
voteranno ancora: voteranno
l’ex democristiano Casini, il
più entusiasta sostenitore di
Monti, assieme a Fini e Rutelli,
che fino a qualche anno fa si
beccavano l’un l’altro per la
poltrona di sindaco di Roma ed
ora sono assieme nel cosiddetto “terzo polo”, un polo di
pluri-“ex” di qualcosa, di traditori.
Alla fine voteranno Bersani e
la sua accozzaglia catto-comunistoide che va da D’Alema alla
Bindi e che ora sostengono
Monti perfino assieme a Berlusconi, odiato fino al giorno
prima: ma avreste votato a favore della stessa legge finanziaria presentata da Monti se
l’avesse presentata il Cavaliere, oppure avreste chiamato i
vostri indignati elettori in
piazza?
Ed infine voteranno ancora
Di Pietro, che prima dà la fiducia al governo e poi vota
contro i suoi provvedimenti,
lamentandosi pure.
Eh, sì, gli italiani voteranno
ancora gli stessi che stazio-
Gentile direttore, nella lettera pubblicata oggi “Come si
calcola l’indice Istat?”, il signor Marco Chierici sostiene,
a proposito dei metodi di calcolo “dell’indice Istat” (presumo dei prezzi al consumo, ndr)
che l’Istituto nazionale di statistica, “con la complicità dello
Stato”, “prenderebbe in giro da
sempre” i cittadini.
A dimostrazione di questa
grave affermazione il lettore
utilizza stime degli effetti della
manovra del Governo realizzate da Federconsumatori e da
“altre associazioni ed Enti”
(“circa 2.200 euro all’anno”) e
le incrocia con altre statistiche
Istat, come ad esempio quella
sul reddito, secondo la quale le
famiglie italiane nel 2009 hanno un reddito medio di 2.500
euro. A conclusione di tutto ciò
il signor Chierici afferma che,
mentre questo “dovrebbe far
balzare l’indice Istat di quasi il
7%”, l’Istat, al contrario, sostiene che sarà “meno della
metà”.
Ciò che emerge dall’articolo
è una informazione un po’ confusa sul tema. La misura
dell’inflazione si riferisce infatti soltanto alla variazione
dei prezzi dei beni di consumo
acquistati dalle famiglie, mentre la manovra del Governo
contiene provvedimenti di carattere fiscale che solo quando
incidono sulla formazione dei
prezzi finali (ad esempio i prezzi dei carburanti) entrano correntemente nel calcolo degli
indici dei prezzi al consumo
calcolati dall’Istat. E’ inoltre
evidente che, essendo alcuni
dei rincari citati in vigore
dall’inizio del presente anno,
essi saranno registrati dalle
rilevazioni Istat riferite a gennaio 2012, che verranno diffuse all’inizio di febbraio.
Le saremo grati per la pubblicazione di questa lettera,
anche per un corretto uso delle
informazioni che quotidianamente forniamo al Paese.
18
laPADANIA
Giovedì 5 gennaio 2012
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CULTURE & IDENTITÀ
CULTURE & IDENTITÀ
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GIOVANNI POLLI
Contributi di Storia padana
«UNITÀ ETNICA
E GEOGRAFICA
DI UN POPOLO»
Ecco i primi paragrafi del “Contributo alla costruzione della Storia
della Padania” di Flavio Zanardi,
pubblicato a pagina 182 del catalogo
della mostra “Padania, Cultura e Territorio”.
LA GRANDE PIANURA
Da quando la scuola francese ha
ridimensionato criticamente la storia
cosiddetta événementielle, non sembra
più possibile attribuire una importanza deter minante nelle umane vicende a
fattori come i cambiamenti dinastici, le
congiure di palazzo, le risultanze di un
conflitto, le decisioni diplomatiche o
altro del genere. Al loro posto, come
fattori determinanti la storia nella “lunga durata”, emergono le condizioni ambientali, il clima, gli elementi naturali,
la mentalità, i comportamenti sociali, il
lavoro. Si evidenziano allora delle
“strutture” che al tempo stesso si configurano come sostegni e come ostacoli
del mutamento storico: sono limiti di
cui non ci si può liberare e coi quali
occorre fare continuamente i conti.
«L’esempio più accessibile (di tali strutture) sembra ancora quello del condizionamento geografico. L’uomo è prigioniero per secoli di climi, di vegetazioni, di popolazioni animali, di culture, d’un equilibrio costruito lentamente, dal quale non si può allontanare senza rischiare di rimettere tutto in questione». È il caso nostro, quello
della Padania, del suo fiume, delle sue
strade, delle sue campagne, delle sue
città.
accentramento e su quello economico
della priorità accordata al trasporto
ferroviario, non rimosse gli ostacoli che
impedivano al Po di proporsi come
struttura unificante del territorio, opponendosi il controllo prefettizio ad
iniziative comprensoriali o intercomunali relative alla gestione del fiume. E
tuttavia sarà la forza delle cose ad
operare questa unificazione della Padania. Con l’unità d’Italia la valle padana si impose infatti come “sede obbligata e privilegiata dell’accumulazione, della lotta politica e dell’evoluzione
civile del Paese».
TERRITORIO PADANO
E MERCATO NAZIONALE
L’ unità d’Italia fu conseguita da uno
schieramento eterogeneo di forze egemonizzato dai moderati e dal Piemonte.
La borghesia terriera e industriale,
l’aristocrazia agraria imborghesita del
nord presero nelle loro mani il Paese e
ne orientarono i destini. Questo comportò lo scontro frontale con la Chiesa,
spogliata delle sue proprietà, del pro-
«La Padania comprende
quattro regioni: Piemonte,
Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto; interessa però
anche la Liguria, l’Alto Adige ed il Canton Ticino in
Svizzera. La popolazione della Padania è di
22.500.000 abitanti circa...». I dati sono aggiornati
alla fine degli anni ’70, e,
insieme alla definizione di
Padania riportata più sopra, sono tratti da un volume dal titolo molto eloquente e impegnativo: “Padania: cultura e territorio”.
Il quale, a sua volta, è in
realtà il catalogo di una mostra omonima itinerante,
ideata nel 1976 e allestita a
partire dal 1977 fino, almeno, al 1979. L’esposizio-
prio Stato, e del proprio potere politico,
l’emarginazione politica e i più pesanti
sacrifici economici a danno dei piccoli
conduttori agricoli, dei ceti artigianali
urbani, delle masse diseredate delle
città e dei campi e di importanti strati
della piccola e media borghesia, il compr omesso con la nobiltà e la borghesia
agraria più arretrate. La liquidazione
dei beni della mano morta e dei residui
demani comunali si risolse in un assalto al territorio da parte della nuova
borghesia, soprattutto lombarda, e in
una spinta definitiva alla trasformazione in senso capitalistico dell’agricoltura padana. Contemporaneamente
le esigenze del più vasto mercato nazionale, europeo, mondiale, nel quale si
trovò inserita la Padania post-unitaria,
le potenti sollecitazioni economiche di
questo mercato, mutarono il volto
all’intera regione (...).
Reggio Emilia, in accordo
con l’Assessorato Regionale
al Turismo e Commercio
dell’Emilia Romagna, con
la collaborazione dell’Assessorato al Turismo della
Regione Lombardia, l’Associazione Amici del Po, il Comitato Laghi e Fiumi della
Lombardia e la Provincia di
Rovigo. Ma a questa lunga
lista di nomi dei promotori
della «Mostra itinerante
sulla Civiltà Padana», occorre premetterne un altro:
quello di chi, da presidente
della Regione Emilia-Romagna, almeno un anno
prima dell’ideazione
dell’iniziativa, ne aveva posto le premesse politiche:
Guido Fanti, appartenente
all’allora Partito Comunista Italiano. Di quello storico progetto di «super re-
somma, tutto il volume è un
florilegio di “padanità” poco
dopo tradita. Sarebbe inoltre interessante contare
quante volte nel testo ricorre il nome dell’oggi ritenuta inesistente “Padania” e gli aggettivi derivati.
E così, spulciando a caso il
catalogo, può capitare ancora di leggere affermazioni
programmatiche come questa: «...Si ricercano i segni
di uno spazio che delinei
una visione organica e complessiva del territorio e dei
suoi problemi. Dai documenti programmatici elaborati dalle Regioni si può
forse cogliere la premessa
di una intuizione: la Padania è l’ambito territoriale
dell’Antimegalopoli... » La
Padania, insomma, era una
terra in cui - con il lin-
La storia ha
dato ragione
a chi ha
creduto nei
valori del
territorio.
Cadono i muri
del pregiudizio
SUBITO LA PADANIA
per usci re dalla crisi
LA PADANIA
Qui la tendenziale unità geografica,
etnica e culturale della grande pianura
che si estende attorno al Po trovò un
grave ostacolo nella frantumazione politica dell’Italia, nelle risse municipali
per il controllo della grande via d’acqua
e dei canali che da essa si dipartivano
per gli usi sia commerciali che agricoli o
nel farsi il grande fiume la frontiera fra
gli stati regionali protezionisti che gravano il suo corso di pedaggi, monopoli,
dogane e balzelli. Ma se la politica del
potere ostacolava questa tendenziale
unità, essa si riproduceva poi in basso,
al livello popolare, come fatto spesso
clandestino o criminale. La mobilità di
uomini e merci rimaneva infatti ugualmente intensa sia perché lo richiedevano il bisogno di braccia per i grandi
lavori agricoli e di bonifica, per lo più
stagionali, sia perché monopoli e protezionismo incentivavano il contrabbando o perché, con l’avvento della leva
militare generalizzata, le selve e le
paludi rivierasche offrivano rifugio a
renitenti o sbandati creando la leggenda di una pretesa malvagità degli
abitanti della bassa come del proverbiale “Piasinten ledr’e assesen”
(“Piacentini, ladri e assassini”). L’unificazione nazionale condizionata sul
piano ideologico dall’ossessione unitaria, su quello politico dal più rigoroso
19
laPADANIA
Giovedì 5 gennaio 2012
ne, strutturata su oltre 240
pannelli comprendenti più
di un migliaio di immagini,
riguardava molti fra gli
aspetti storici, economici,
sociali e ambientali di un
territorio che oggi, al contrario, appare sempre politicamente corretto ritenere “inesistente”. Per rinfrescare la memoria a chi ha
cambiato idea, è invece curioso (per così dire) rilevare
chi fossero gli organizzatori
e i promotori dell’iniziativa
padanista di quell’epoca: il
Comitato per la valorizzazione turistica delle Aree
Padane dell’Emilia-Romagna, al quale aderivano le
amministrazione e gli Enti
provinciali per il Turismo di
Ferrara, Parma, Piacenza e
gione della Padania», negli
esponenti della forza politica erede di quella a cui
Fanti apparteneva, oggi come è noto non resta proprio
nulla se non un’avversione
cieca e sorda a qualunque
proposta di dibattito. A rileggere certe dichiarazioni
del presidente Fanti, oggi
c’è molto da pensare se constatiamo quanti passi indietro da allora abbia compiuto la sua stessa sinistra
dal punto di vista culturale.
E - forse anche di conseguenza - elettorale. Al punto che oggi suonano quasi
beffarde le forti prese di posizione del presidente emiliano- romagnolo nelle quali si giudicava “improcrastinabile” un accordo tra
Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto ed Emilia per
«convogliare l’apporto coordinato di un’area geografica
che ha in comune un groviglio di problemi irrisolti,
di scelte non fatte». Fanti
come profeta padanista? Se
così fu, rimase comunque
inascoltato. E oggi è del tutto inimmaginabile ascoltare da parte di esponenti della sinistra affermazioni come quella - rilasciata a “La
Stampa” esattamente venticinque anni fa, il 6 giugno
del 1975, secondo cui «le
Regioni, rifiutandosi di
chiudersi in se stesse, sono
chiamate a svolgere il ruolo
di protagoniste della politica nazionale e il consolidarsi di rapporti permanenti nell’area padana rap-
presenta un contributo decisivo». Un quarto di secolo
dopo, come abbiamo potuto
constatare negli ultimi tempi, gli stessi ambienti politici nei quali Guido Fanti
svolse la propria esperienza
politica preferiscono investire sul tricolore, giungendo a riesumare addirittura
le parate militari che in
qu ell ’epoca erano state
soppresse proprio grazie a
loro. Ma in quegli anni era
possibile leggere, senza che
gli autori venissero accusati in tribunale di “deprimere il sentimento nazionale”, che «la forma delle
città e le caratteristiche degli insediamenti rurali sono
testimonianza della specificità del rapporto cittàcampagna in Padania... ».
Oppure, parlando di linguistica, che «Il latino importato nella Padania dai coloni romani verso il III secolo a. C. si è innestato su
due grandi ceppi linguistici
indoeuropei preesistenti: il
celtico e il veneto» (citazioni
dal volume “P ad a n ia ”,
1979). Sempre parlando di
lingua, appare interessante
un’annotazione in questi
ultimi anni sempre derisa e
negata dai fautori dell’unicità linguistica “italiana”:
«Oggi i dialetti padani si accomunano in un ceppo detto Gallo-italico, che comprende anche il ligure, inizialmente non indoeuropeo
ed il veneto...». Ma c’è di
più: «La spartizione longobarda e bizantina accentua
la diversificazione del volgare settentrionale da quello del resto d’Italia». E, per
sottolinearla, ecco le cartine linguistiche elaborate
da un personaggio che oggi
è ministro dell’Istruzione, il
professor Tullio De Mauro.
(pag. 108, op. cit.), Lo stes-
Altro che passato! Le radici
della tradizione sono vive e
generano cultura quotidiana.
Le lingue ne sono la più
profonda forma di espressione
da difendere e riconoscere
so che, da “esperto” consultato nel corso della stesura della legge sulle minoranze linguistiche, aveva
in seguito negato alle lingue
padane le proprie particolarità tipologiche e le notevoli differenze dall’italiano “toscano” e ufficiale. In-
Un mensile la celebrava
Nemmeno nei primi anni Novanta la “Padania” incuteva timore
Il sostantivo “Padania”, impiegato
ad indicare le regioni del Nord,
senza virgolette e senza aggiunte
pelose a denegarne l’esistenza, è
rintracciabile in moltissimi testi
non certo sospettabili di vicinanza al movimento della Lega. Ma se
anche - per esempio - una recente
edizione della guida del Touring
Club Italiano riporta il termine
“Padania” riferita a Milano che ne
sarebbe la capitale, e se è ben viva
e vegeta un’azienda di latticini e
derivati che porta alta e orgogliosa la stessa intestazione, fu
soprattutto un mensile pubblicato agli inizi degli anni Novanta a
rilanciare quel nome proprio che
oggi fa paura a molti. “Padania”,
con sottotitolo “Società, ambiente, economia, tradizioni” venne
portato edicole per un paio di
anni a cura dell’editrice multinazionale Hyde Park Group e sotto la direzione di Pier Maria Paoletti. Periodico registrato al Tribunale di Milano il 5 ottobre 1991
dall’“Editoriale Padania Srl”, si
avvaleva della collaborazione, nel
comitato di redazione, di personaggio come Vittorio Emiliani,
Giorgio Galli, Viviana Kasam,
Guido Vergani, Mino Vignolo e
Sergio Zavoli. E di fronte a questi
signori, in quel periodo professatori di padanismo, nessuno si
sognava di ripetere che “La Padania non esiste”. Anzi. Nelle pagine di questa rivista tutto o quasi
era “padano”: c’era un’inchiesta a
puntate sulle “Capitali della Padania” (Milano, Bologna, Treviso...), si parlava delle “Nuove province padane” (Lodi), ci si interrogava sul “Turismo in Padania,
gestione difficile” («Il turismo, se
ben organizzato e propagandato
con intelligenza, potrebbe costituire una delle voci più importanti dell’economia di tutte le regioni della Padania»), si trattavano temi relativi alle tradizioni
come servizi sulle “Pasque popolari in Padania”, ci si occupava
di temi ambientalisti come il ritorno dell’airone cenerino nelle
“zone umide della Padania”, si
lanciavano iniziative come le tessere di “Amici di Padania”... La
rivista, nata in piena Tangentopoli, non sopravvisse alla bufera.
Tanto più che la si dava per vicina
a certi ambienti socialisti che, a
quei tempi, avrebbero strizzato
volentieri l’occhio alla Lega Nord.
Ma insieme al mensile, scomparve anche la fede “padanista” di
finanziatori, collaboratori, redattori e inserzionisti, diversi fra i
quali si riconobbero in seguito fra
i vicini a quelle parti politiche
dalle quali più alto e scomposto si
alzò il grido “La Padania non esiste”. Ma, per fortuna, “scripta
manent”, ciò che è scritto è ancora leggibile. E, a futura memoria degli smemorati, è ancora
oggi possibile ritrovare qualche
numero del mensile in diverse
biblioteche o su qualche bancarella di libri e riviste usate.
guaggio dell’epoca - si sarebbero potute «investire
progettualità». La mostra, e
il catalogo (in diverse edizioni: dalla prima, «Una
mostra in costruzione » volutamente grezza e in bianco e nero fino all’ultima di
tre anni dopo, molto più
ricca e con tutti i contributi
raccolti “in itinere”) oggi restano - benché esauriti e
pratica mente introvabili - a
futura memoria di chi, per
ragioni politiche, ha perso il
ricordo della “progettualità” ed è tornato al più banale compito di far quadrare i conti di storia e cultura
sulla base dell’interesse del
momento. Infine, occorre
rilevare che la mostra e il
catalogo erano permeati di
una forte spinta ambientalista e alla tutela del patrimonio naturalistico padano. In un anticipo di
quella corrente di pensiero
che, più tardi, si sarebbe
affermata con il nome di
“b io re gi on al is mo ”. Ambientalismo e bioregionalismo, insomma, volti al rispetto e alla tutela, attraverso il rilancio della Padania mediante una più
corretta gestione delle risorse e alla valorizzazione
della cultura propria. Che
tristezza viene a scorrere
quelle gloriose pagine, se
pensiamo che oggi, dalle
stesse aree di “pensiero ambientalista” al Nord padanista vengono rivolte soltanto accuse di “rozzezza”...
CULTURA
E STORIA
LETTE SENZA
PAURA
Testi, didascalie e commenti sulle
tavole della mostra e nelle pagine
del catalogo non mostravano certo reticenze: qui la Padania e la
storia padana compaiono senza
censure. Alla faccia di chi, oggi,
sostiene che “non esistono”. Ecco
qualche esempio.
I CELTI IN PADANIA
«L’Italia prima delle guerra puniche (didascalia, ndr): la Padania
è ancora celtica. La presenza romana è a Rimini da dove, risalendo il Po, partiranno gli eserciti
per la conquista della Pianura».
«Le tribù galliche, stanziatesi nella pianura, continuano l’economia agricola etrusca, mantengono contatti commerciali con l’Italia centrale e si basano su comunità rurali. I Celti nella parte
occidentale, i Boi in quella centrale, i Lingoni nella parte orientale ed i Senoni in quella meridionale organizzano una società
che contrasta per secoli l’espansione romana (...) Solo nel 270 a.
C. i Romani si affacciano nella
pianura padana» (pag. 44).
LA BONIFICA DEL
TERRITORIO: BENEDETTINI
E CISTERCENSI
I Benedettini, intorno al 1000
iniziarono nella Padania un’opera
di risanamento (...) I Cistercensi
hanno lasciato una traccia tutta
propria nell’attività agraria della
Padania» (pag. 48).
GASTRONOMIA
«La gastronomia padana è legata all’uso predominante dei
prodotti agricoli e delle carni elaborate (...). La tradizione culinaria
padana è antichissima e senz’altro la più importante italiana. I
primi trattati scritti sono padani e
si tramanda che questa cucina
abbia influenzato la stessa cucina
europea: Messibugo, Sacchi,
Scappi sono i grandi cuochi del
Cinquecento che dettarono ricette a tutta Europa» (pag. 109).
STORIA, I COSTI DELL’UNITÀ
«L’obiettivo di creare un mercato nazionale e di renderlo competitivo con quello dei più progrediti paesi capitalistici europei
provoca grossi rivolgimenti
nell’assetto economico e sociale
anche della Padania già nella prima metà dell’800. Il costo della
edificazione del nuovo assetto
economico è pagato dai gruppi
sociali più deboli o estranei al
movimento risorgimentale (...) I
diseredati reagiscono con modi
diversi che però trovano nella crescente ostilità nei confronti del
nuovo governo unitario il denominatore comune (...) Nella campagna padana la disperazione e la
miseria, esasperate dalla nuova
imposta sul macinato, spingono
le masse contadine a tumulti al
grido di viva Pio IX e viva l’Austria»
(pag. 117).