Safety Magazine Editoriale Wildlife strike Airbus v/s Boeing N°4 Sep
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Safety Magazine Editoriale Wildlife strike Airbus v/s Boeing N°4 Sep
On the Safe Side Sep 2016 N°4 Safety Magazine Editoriale La capacita' di apprendimento del sistema Wildlife strike La minaccia prevedibile Airbus v/s Boeing Quale scegliere tra i due colossi. Esperienze di un pilota Editoriale On the Safe Side La capacita' di apprendimento del sistema Lo scopo di un buon investigatore non è mai quello di attribuire colpe o responsabilità, ma semplicemente quello di analizzare a tutto campo gli eventi anormali senza concentrare l’attenzione esclusivamente sulle fasi conclusive dell’incidente, al fine di determinare, con ragionevole certezza, cosa e' successo. L’emissione di una raccomandazione però non credo possa essere la conclusione del processo necessario a prevenire eventi analoghi; può essere la conclusione di un processo investigativo, ma in assenza di un’accurata azione di follow-up sarà difficile dire che l’obiettivo di prevenzione è stato raggiunto e che il sistema ha dimostrato una reale capacità di apprendimento dagli eventi passati. Nell’incidente dell'AF447 (Rio de Janeiro-Parigi del 1 giugno 2009) ad esempio l'equipaggio si trovo' a gestire una situazione estremamente complessa cercando di applicare le procedure anormali previste in funzione degli avvisi che si presentavano, uno dopo l’altro, senza avere la certezza di aver identificato la causa principale del problema; qualunque pilota sarebbe potuto cadere in questa trappola. A seguito dell’incidente dell’AF447 l’EASA (European Aviation Safety Agency) ha raccomandato l’importanza di riconoscere questo tipo di avaria e di applicare la procedura di volo con velocità errata o sospetta perdita di velocità. La problematica dei tubi di pitot è considerata come fattore causale di alcuni incidenti, due scriveva Boeing il 27 agosto del 1998, ma probabilmente anche tre: “Pitot-static problems are believed to have been casual factors in the recent loss of two transport aircraft, and may have contributed to the loss of third”. -1- Direttore Responsabile ed Editoriale Fabio De Donno Comitato di Redazione Ivan Viglietti, Filippo Savini, Marco Terranova Hanno collaborato Giuseppe Scozzola, Sidestick 72 Fotografie Giuseppe Scozzola, Fabio De Donno, Marco Terranova Pubblicazione in corso di registrazione presso il Tribunale di Roma "On the safe side" Rivista mensile, anno I, n. 4, Settembre 2016 Editore: Uiltrasporti viale del policlinico n. 131 00161 Roma Editoriale On the Safe Side La capacita' di apprendimento del sistema Direttore Responsabile ed Editoriale Fabio De Donno Comitato di Redazione Ivan Viglietti, Filippo Savini, Marco Terranova Hanno collaborato Giuseppe Scozzola, Sidestick 72 Fotografie Giuseppe Scozzola, Fabio De Donno, Marco Terranova Pubblicazione in corso di registrazione presso il Tribunale di Roma "On the safe side" Rivista mensile, anno I, n. 4, Settembre 2016 Editore: Uiltrasporti viale del policlinico n. 131 00161 Roma “Pitot-static problems are believed to have been casual factors in the recent loss of two transport aircraft, and may have contributed to the loss of third” Per questo motivo Boeing il 27 Agosto 1998 emise un “Flight Operations Bulletin” applicabile a tutti gli aerei della serie MD-11 avente come oggetto le operazioni con sospetta o errata indicazione di velocità. Questa raccomandazione, relativa all'addestramento dei piloti poteva essere utile ed efficace per tutti gli operatori e non solamente per gli operatori degli aeroplani serie MD-11. Dal 1998 al 2009 il sistema ha dimostrato di non avere una reale capacita' di apprendimento dagli eventi passati in quanto la raccomandazione emessa da Airbus a seguito dell'incidente dell'AF447 era già stata oggetto di un bollettino di sicurezza emesso da Boeing nel 1998, l’addestramento dei piloti era stato già indirizzato verso simulazioni di volo con indicatore di velocità in avaria, quindi per valori di spinta e assetto. Questo e' un semplice esempio per dimostrare quanto sia importante imparare dagli eventi passati e dall'esperienza altrui. Eventi di questo tipo ci ricordano che gli incidenti talvolta accadono e che solo un'adeguata organizzazione puo' proteggerci da questo rischio salvaguardando il futuro, ma rispettando gli insegnamenti del passato, perche' ben vengano l'evoluzione ed il cambiamento purche' siano basati sull'esperienza e non esclusivamente sulla necessita' di risparmio. F. De Donno -2- Content Index Editoriale L’emissione di una raccomandazione puo' essere la conclusione del processo necessario a prevenire eventi analoghi ? In assenza di follow-up quale e' la reale facolta' di apprendimento del sistema? Wildlife strike La minaccia prevedibile? Riportiamo un interessante articolo tratto dal sito della Flight Safety Foundation su uno studio storico e statistico riguardante gli eventi di "Wildlife Strike". Airbus v/s Boeing Nell’ultimo ventennio i due giganti del trasporto aereo si contendono a colpi di “ordini” lo scettro di miglior costruttore. Quale scegliere quindi? Riportiamo le considerazioni di un Pilota con una grande esperienza su A320 e B777. Circling? La procedura di CIRCLING ha sempre generato interrogativi su quale sia il grado di sicurezza di una manovra estremamente delicata e, a detta di molti esperti ed analisti di incidenti, "intrinsecamente pericolosa". -3- M.Terranova WILDLIFE STRIKE La minaccia prevedibile? Gli eventi di wildlife strike complessivi sono un serio problema per l'aviazione e la prevenzione non sembra essere sufficiente ad arginare il fenomeno. Un' adeguata informazione consente il miglior risk assessment possibile per la sicurezza delle operazioni Recentemente sulla pista 25 di Fiumicino una volpe ha mandato letteralmente in tilt la Torre di Controllo perchè, nelle ore serali con l'avanzare dell'oscurità, ha deciso di estendere il suo territorio di caccia alla zona limitrofa della striscia d'asfalto percorsa dagli aeromobili durante la corsa di decollo. Seppur localizzata dai veicoli interpista, prontamente inviati a seguito della segnalazione di un aereo che percorreva la adiacente via di rullaggio "bravo", non è stato possibile catturarla ma solo allontanarla dopo diversi e vani tentativi di inseguimento della povera bestiola. Il rischio connesso in questo tipo di eventi che rappresentano una nuova minaccia nel campo degli "impatti fauna" o "Wildlife S t r i k e " è intuibile ed in costante incremento, visto il limitato spazio libero rimasto disponibile in natura. Riportiamo un interessante articolo, tratto dal sito della Flight Safety Foundation con cui la UILT ha recentemente sottoscritto un processo di attiva collaborazione, su uno studio storico e statistico, sul territorio americano e non solo, riguardante gli eventi di "WILDLIFE STRIKE". La sera dell'8 gennaio 2014 un Sikorsky HH60G Pave Hawk della US Air Force decolla dalla base RAF di Lakenheath in UK. L'equipaggio è in addestramento al soccorso notturno a bassa quota, circa 110ft, quando, durante il sorvolo della Riserva naturale di Cley Marshes, impatta uno stormo di anatre selvatiche spaventate dal passaggio a 110kts del grosso elicottero. L'impatto dei volatili causa la rottura del windscreen di entrambi i piloti colpendoli entrambi e causandone la perdita di conoscenza. Almeno un altro volatile colpisce il muso dell'elicottero danneggiandone il trim ed il sistema di stabilizzazione. L'elicottero, senza controllo, impatta in pochi secondi il suolo causando la morte dei piloti e dei due specialisti di bordo. I bird strikes sono stati sempre un serio problema per l'aviazione, sia civile che militare, come si può ricostruire dai riporti in nostro possesso. Il primo bird strike della storia registrato risale al 1905, durante il volo del Flyer di Orwille Wright -4- M.Terranova WILDLIFE STRIKE Due terzi degli impatti avvengono nelle ore diurne e il periodo di maggior rischio è quello compreso da maggio ad ottobre Il più famoso incidente della storia recente è senza dubbio quello occorso al volo della US Airways il 15 gennaio 2009 su di un campo di grano in Ohio, come si legge sul suo diario. Nessun danno serio... Il primo tragico impatto, secondo gli archivi, si svolse il 3 aprile 1912, quando il velivolo pilotato dal pioniere Cal Rodgers, che nel 1911 fu il primo aviatore a sorvolare gli Stati Uniti, impattò un gabbiano durante un volo dimostrativo presso Long Beach CA. L'impatto causò la perdita di controllo e la caduta nell'Oceano Pacifico con la morte del pilota. Ma il più grave evento di bird strike della storia aeronautica è quello occorso il 4 ottobre 1960. Il Lockeed L-188 Electra è appena decollato dall'aeroporto di Logan presso Boston quando impatta uno stormo di storni ad una quota di 120ft. Tre dei quattro motori ingeriscono più volatili. La perdita della spinta e la improvvisa asimmetria direzionale non contrastata immediatamente causano la caduta del velivolo e la morte di 62 persone. Il più famoso incidente della storia recente è senza dubbio quello occorso al volo della US Airways il 15 gennaio 2009 quando, dopo il decollo dall'aeroporto di NY LaGuardia, l'incontro con uno stormo di oche canadesi causa il simultaneo spegnimento di entrambi i motori dell'A320-200 con 155 persone. Ciò che viene in seguito soprannominato "the miracle on the Hudson" è in realtà un evento molto raro che rientra nella tassionomia dei casi "black swan" o "cigno nero" gestito in modo eccellente dall'intero equipaggio e conclusosi con l'ammaraggio nel fiume di NY. Ma i volatili non sono l'unica minaccia al volo umano. Accade che nelle delicate fasi di decollo ed atterraggio piloti debbano "condividere" le piste con animali terrestri. Il 17 Novembre 2012 un Cessna Citation II in dotazione all' US Custom è in atterraggio presso la base di Greenwood ( South Carolina). Una renna sbuca dalla recinzione ed intralcia la manovra del Cessna urtando l'ala sinistra. L'impatto, pur non avendo conseguenze fatali per l'equipaggio, causa la distruzione del velivolo incendiatosi dopo la rottura del serbatoio alare. Per comprendere ed arginare il fenomeno in tutto il mondo, -5- M.Terranova Ipsum WILDLIFE STRIKE La statistica USA cita nel periodo 1994-2004 ben 922 collisioni con costi superiori ai 45 milioni di USD, la distruzione di 24 aerei e la morte di una persona Il minore rumore prodotto dai moderni turbofan rende più probabile l'impatto perché è meno identificabile dagli animali le Autorità prescrivono l'obbligo per i piloti di riportare gli eventi di Wildlife Strike attraverso appositi moduli per fornire una statistica sempre aggiornata. L'FAA ha pubblicato il suo "form"nel 1996 e poco dopo anche in Europa è avvenuto lo stesso con la JAA. Negli Stati Uniti si è passati dai 1.851 casi nel 1990 a ben 13.668 nel 2014, anche per l'aumento delle segnalazioni dei piloti. Ma la preoccupante escalation con numeri molto simili in Europa, deriva, oltre che dall'aumento del traffico aereo, anche dall'incremento della avifauna, specialmente quella che vive in prossimità delle città e delle coste, e della fauna terrestre, compresa quella di animali domestici. Inoltre si ritiene che il minore rumore prodotto dai moderni turbofan renda più probabile l'impatto perché sia meno identificabile dagli animali. Molti degli impatti non generano danni. Più precisamente nel 2014, solo 581 impatti, negli USA, il 4% del totale, hanno determinato danni agli aerei, soprattutto per la prevenzione attuata. In ogni caso, per avere un'idea del fenomeno, tra il 1990 e il 2014, ben 67 aerei di tutte le categorie sono andati distrutti negli Stati Uniti. Più del 60% erano dell'aviazione generale. La statistica mondiale riporta cifre impressionanti: dal 1988 il fenomeno ha causato 258 morti e la distruzione di 245 velivoli. L'EASA ha stimato che nel mondo questo evento abbia un costo per le sole compagnie aeree di 1 miliardo di dollari l'anno. Se il maggior numero di eventi si verificano a quote basse, 70% sotto i 500ft, ed in prossimità degli aeroporti in zone cittadine e costiere, non esiste una quota "sicura" per questo fenomeno: l'evento registrato da FAA occorso ad un volo commerciale a 31300ft ne è la prova. Il più alto nel mondo è quello occorso ad un volo passeggeri il 29 novembre 1973 ad Abidjan (costa ivoriana) ad una quota di 37000ft. Le stagioni che presentano un incremento notevole del fenomeno sono quelle che vanno da luglio ad ottobre nel nostro emisfero, ovvero quelle della fine del periodo di nidiata e quello dell'inizio della migrazione. -6- M.Terranova WILDLIFE STRIKE Due terzi degli impatti sono avvenuti nelle ore diurne e per quanto concerne l'attività di volo la fase di atterraggio è due volte più a rischio di quella di decollo. Negli anni dal 1994 al 2014 la percentuale di impatti con animali "terrestri" è stata sempre in aumento ed ha un valore medio percentuale del 3,1% sul totale dei wildlife strikes. Se negli Stati Uniti l'elenco comprende renne, coyote, alci, antilopi e persino alligatori, mentre in Europa Un'immagine eloquente dei rischi connessi alla possibilità degli impatti con volatili nelle fasi critiche di decollo e atterraggio è rappresentata da questa immagine. Seppure i test sui motori ed i vetri coockpit siano molto severi, non ci sono studi specifici per gli impatti su altre zone come carrelli o flaps. -7- prevalgono conigli, volpi, cani e gatti, il danno è sempre molto elevato, e il pericolo assolutamente significativo. La statistica USA cita nel periodo suddetto 922 collisioni con costi superiori ai 45 milioni di US., la distruzione di 24 aerei e la morte di una persona.Gli eventi di wildlife strike complessivi sono un serio problema per l'aviazione e la prevenzione non sembra essere sufficiente ad arginare il fenomeno. Una adeguata informazione sui possibili effetti alla struttura ed ai motori, spesso non quantificabili durante il volo su aerei di grandi dimensioni, consente il miglior "risk assessment" possibile per la sicurezza delle operazioni. Una curiosità? Tornando indietro nel tempo il primo caso di collisione con animali terrestri fu registrato il 25 luglio 1909 quando il pioniere del volo Louis Blériot, il primo pilota ad attraversare la Manica, impattò con un cane randagio mentre iniziava il suo rullaggio verso la "pista"... Sidestick 72 Boeing o Airbus? Nell’ultimo ventennio i due giganti del trasporto aereo si contendono a colpi di “ordini” lo scettro di miglior costruttore Una questione di “filosofia” Nell’ultimo ventennio i due giganti del trasporto aereo si contendono a colpi di “ordini” lo scettro di miglior costruttore. Quale scegliere quindi? A deciderlo in genere sono le statistiche di vendita, di qualità costruttiva ma soprattutto (visto che parliamo di aeroplani da trasporto passeggeri) di sicurezza. Il colosso francese ha recuperato molto terreno su quella che per anni è stata la supremazia americana nel campo delle costruzioni aeronautiche. Agli inizi degli anni 80 il consorzio Airbus ha deciso di intraprendere una strada differente e completamente innovativa nello sviluppo di quello che era stato pensato come l’aereo passeggeri più sicuro al mondo. Il task del costruttore ai suoi ingegneri infatti è stato quello di sviluppare una tecnologia in grado di evitare le cause che avevano generato gli ultimi 1000 incidenti di volo. Con l’evoluzione dei materiali e delle tecnologie costruttive si era già giunti ad un livello di qualità tale che solo il 10% degli incidenti analizzati era dovuto a errori di progettazione o assemblaggio e l’ 8% dovuto a fattori esterni al volo quali ad esempio, particolari condizioni climatiche o errori di manutenzione mentre nell’82% dei casi, gli aeromobili caduti erano perfettamente efficienti e funzionanti, quindi l’anello debole nella catena degli eventi che conducono ad un incidente, non poteva essere che il “fattore umano”, ovvero un errore di valutazione o di condotta dei piloti nel gestire un volo di routine. Gli ingegneri Airbus quindi hanno cominciato a raccogliere dati su quanti e quali fattori avessero “confuso” i piloti tanto da fargli commettere quegli errori fatali, (stalli a bassa quota, mancata identificazione della corretta procedura da applicare, deficit di attenzione, stanchezza) e, fatte queste valutazioni, i progettisti si sono quindi dedicati allo sviluppo di particolari strategie tecnologiche atte a prevenire quelli che erano i punti deboli dei piloti in tutte quelle condizioni e che potevano potenzialmente portarli al disastro. E’ nata così una generazione di aeromobili ipertecnologici, con controlli di volo “fly by wire” mutuati dai caccia militari, coloratissimi display di ultima generazione, sistemi di navigazione avanzata, fino all’adozione di un joystick che per praticità ergonomica ha trovato posto sul fianco del posto di pilotaggio (e per questo denominato “sidestick”), lasciando l’opportunità di poter montare proprio davanti alle gambe del pilota -8- Sidestick 72 Boeing o Airbus? Questo tipo di aereo sulla carta prometteva molto in termini di costi di gestione e di acquisto, ma i primi voli pubblici di presentazione purtroppo delusero proprio dal punto di vista della sicurezza (che doveva essere il cavallo di battaglia della rinnovata Airbus) con più di un incidente accaduto sotto agli occhi di migliaia di spettatori increduli! Come è potuto accadere che piloti esperti e collaudatori ai comandi dell’aereo più sofisticato al mondo fossero riusciti a schiantarsi nonostante tutti i sistemi di protezione di cui è dotato questo velivolo? Cosa è andato storto? (posto riservato alla classica “cloche”) un bel tavolino estraibile, che di fatto ha notevolmente migliorato la vivibilità pratica degli angusti e limitati spazi concessi al personale di condotta. A questo aggiungeteci un uso mai visto prima di materiali compositi ultraleggeri e di aerodinamiche rivoluzionate atte a contenere i sempre crescenti costi del carburante che ecco apparire a metà degli anni 80 il primo Airbus della “famiglia 320”, un aereo capiente con una fusoliera spaziosa e leggera, motori moderni ad alto bypass gestiti da computer, freni al carbonio come nelle auto da corsa e una quantità tale di computer da far impallidire la concorrenza. Questo tipo di aereo sulla carta prometteva molto in termini di costi di gestione e di acquisto, ma i primi voli pubblici di presentazione purtroppo delusero proprio dal punto di vista della sicurezza (che doveva essere il cavallo di battaglia della rinnovata Airbus) con più di un incidente accaduto sotto agli occhi di migliaia di spettatori increduli! Come è potuto accadere che piloti esperti e collaudatori ai comandi dell’aereo più sofisticato al mondo fossero riusciti a schiantarsi nonostante tutti i sistemi di protezione di cui è dotato questo velivolo? Cosa è andato storto? Lo studio degli incidenti successivamente accaduti nelle flotte 320, 330 e 340 ha dimostrato che nella maggior parte dei casi l'elevatissimo numero di informazioni che la futuristica strumentazione fornisce e tutta questa tecnologia, atta a “filtrare” i possibili errori dei piloti, li ha indotti ad avere una sorta di malfiducia proprio in quegli automatismi che toglievano al pilota l’autorità e la padronanza totale del mezzo. Chi vola queste macchine infatti sa bene che in cockpit si è in 3, il comandante, il pilota e l’aereo. Sì l’aereo, poiché quest’ultimo è stato progettato quale parte integrante dell’equipaggio in grado di interagire con i piloti e liberarli dai carichi di lavoro, permettendogli di dedicarsi completamente a una condotta sicura della traiettoria di volo. Su questa macchina non esistono avarie da imparare a memoria (come avviene su tutti gli altri aerei), sono i computer -9- Sidestick 72 Boeing o Airbus? Capirete quindi quanto sia fondamentale l’approccio di un pilota “esperto” a questo tipo di aeromobile, bisogna rimettersi in discussione, studiare duramente e imparare nuove tecniche di pilotaggio e di “gestione” dei compiti all’interno del cockpit, riuscendo in tutto ciò a dare fiducia a quella mente gelida e artificiale che spesso è chiamata a svolgere i nostri compiti Una questione di “filosofia” a “scegliere” qual è l’avaria giusta e ad esporre al pilota le capacità che l’aeromobile ha di poter atterrare con quel genere di problema, tutti compiti che su macchine tradizionali erano demandati all’equipaggio, decisioni che spesso assorbivano talmente tanta attenzione che il pilota sottraeva alla condotta di volo e che spesso si sono rivelate fatali. Capirete quindi quanto sia fondamentale l’approccio di un pilota “esperto” a questo tipo di aeromobile, bisogna rimettersi in discussione, studiare duramente e imparare nuove tecniche di pilotaggio e di “gestione” dei compiti all’interno del cockpit, riuscendo in tutto ciò a dare fiducia a quella mente gelida e artificiale che spesso è chiamata a svolgere i nostri compiti. “Sentire” i propri comandi di volo filtrati dall’aereo di certo non aiuta, “pilotare” con la mano sinistra (per i comandanti) non è così istintivo, e ritrovarsi fra le mani una manetta “morta”che non si muove più (dove sui precedenti aerei il suo movimento fisico “garantiva” al pilota che l’aereo stava regolando la spinta) inizialmente “imbarazza” chi è ai comandi, un aereo che non può più stallare o inclinarsi oltre un certo limite, che non permette manovre brusche, e che non ha feedback sui comandi di volo, che però si “vola” con 2 sole dita e la cui strumentazione permette di poter pilotare 6 modelli di Airbus differenti con una singola abilitazione… Insomma un aereo da capire. Durante quegli anni Boeing rimase a guardare, ignara del fatto che il costruttore francese avrebbe potuto riscuotere così tanto interesse commerciale e, forte delle tecnologie da sempre mutuate dalla NASA, ha continuato a progettare aerei sempre più performanti, cercando di mantenere quello standard di condotta che i piloti hanno sempre amato, tradizionale e “sincero”, trascurando però la “debolezza” umana che non essendo una macchina perfetta talvolta può commettere errori fatali. Analizzando inoltre le statistiche, non è che gli aerei americani siano esenti da incidenti… anzi. Si potrebbe definire la filosofia costruttiva di Boeing come - 10 - Sidestick 72 Boeing o Airbus? Negli anni sono stati fatti passi da gigante, portando la percentuale di incidenti a livelli bassissimi ma nonostante ciò non si è ancora raggiunto il target di zero eventi per milione di tratte volate Una questione di “filosofia” “conservatrice”, chi pilota un Boeing per la prima volta si sente a casa, quasi si fosse tornati a pilotare il Piper della prima scuola di volo, ma la tecnologia anche qui la fa da padrone e nonostante il volantino sia rimasto dov’è sempre stato (fra le gambe del pilota), anche questo è oramai collegato a cavi elettrici e computer che gestiscono i comandi di volo piuttosto che a cavi e pulegge, “filtrando” gli input dei piloti anche se con meno invadenza di quanto avviene sui velivoli francesi. Ma per pilotare un Boeing servono piloti esperti, ben addestrati e con parecchia esperienza (in gergo airmanship), lo stile di condotta è più basico e le informazioni che pervengono dagli strumenti di bordo sono ridotte al minimo indispensabile proprio per cercare di “scaricare” il pilota da informazioni che il costruttore ritiene superflue. L’americana lascia quindi molta più libertà al pilota, ha delle dinamiche di lavoro meno disciplinate e più aperte alla scelta di chi gestisce il volo pur portandosi dietro delle lacune obsolete che non trovano ragione di esistere sugli aerei moderni, semplici automatismi che dovrebbero “aiutare” quel pilota che incorre nell’errore e che invece non sono stati adottati per chissà quale ragione costruttiva. Questi aerei americani vanno quindi conosciuti a fondo, bisogna imparare tutte le loro piccole “trappole e deficit” costruttivi ai quali il pilota deve comunque fare attenzione poichè, se trattate con superficialità o inesperienza, possono portare ad incidenti “stupidi” che ancora oggi purtroppo accadono, proprio perché è l’essere umano ad essere la “variabile” decisionale che può fare la differenza, nel bene o nel male! Una buona interfaccia uomo/macchina rimane quindi l’unico metodo valido di prevenzione incidenti dovuti a fattore umano, ma sviluppare una tecnologia che si adatti a tutte le esigenze dell’uomo/pilota non è affatto semplice. Negli anni sono stati fatti passi da gigante, portando la percentuale di incidenti a livelli bassissimi, ma nonostante ciò si è ancora lontani dal target di zero eventi per i milioni di voli che si effettuano ogni anno. - 11 - Sidestick 72 Boeing o Airbus? Ad oggi le scelte costruttive di Airbus sono state confermate dai numeri di vendita pari a quelli del gigante americano e in realtà non si può realmente dire quali siano la strategie costruttive migliori Una questione di “filosofia” Personalmente quando penso ai 5 anni trascorsi sull’Airbus ne rimpiango la comodità del cockpit, lo “standard disciplinare” dei piloti nel suo utilizzo quotidiano e la quantità di informazioni che avevo costantemente davanti agli occhi, per contro però non ho mai apprezzato i suoi comandi di volo, spesso troppo filtrati dalla macchina e con una sensazione (soprattutto quando vicino al suolo) di non completa autorità sulla condotta delle traiettorie, ma ancor peggio è l’impossibilità di sapere la posizione dei comandi di volo quando a “manovrare” è l’altro pilota, in quanto i 2 sidestick non si muovono all’unisono così come avviene in tutti gli aerei con doppi comandi esistenti al mondo! Questo è a mio avviso il peggior difetto di progettazione di queste macchine e che purtroppo è stato causa di molti incidenti. Pensando invece al Boeing sul quale volo da 9 anni, posso affermare che aerodinamicamente è una macchina davvero straordinaria, nonostante la massa si pilota facilmente, istintivamente e anche se portata al limite non tradisce mai, di contro però ha come "nei" una limitata ergonomia del cockpit, un’interfaccia uomo/macchina non sempre cristallina che delega responsabilità talvolta “inutili” al pilota, inducendolo a concentrare l’attenzione altrove in situazioni potenzialmente critiche. Posso affermare che è un po’ come avere a che fare con un aereo dalla personalità introversa, non sempre comunicativo e spesso da interpretare, anche se, come ben sappiamo, l’interpretazione “soggettiva” dei piloti non sempre è la strada più adatta a mantenere alti gli standard di sicurezza richiesti n.d.r. Ad oggi le scelte costruttive di Airbus sono state confermate dai numeri di vendita pari a quelli del gigante americano e in realtà non si può realmente dire quali siano la strategie costruttive migliori. Anche se producono aerei diversi tra loro (e che richiedono piloti diversi nell’approccio, nell’addestramento e nella “filosofia” di utilizzo), marciano parallele verso quello standard di sicurezza che prima o dopo garantirà zero eventi per milione di voli. - 12 - Sidestick 72 Boeing o Airbus? Ricorderò sempre una bella chiacchierata che feci con un ingegnere all’Airbus di Amburgo (dove ero stato inviato a ritirare una macchina nuova per la mia compagnia) che ci portò in visita all’interno della catena di montaggio della flotta A319. Lui mi spiegò con pazienza quali erano stati i criteri di progettazione di queste nuove macchine e mi disse anche che questi aeromobili avevano come Airbus A320neo vs Boeing 737max - 13 - target le nuove compagnie Low Cost che com’è ben noto assumono piloti con pochissima esperienza, appena brevettati e che lui ha goliardicamente definito “sons of magenta line”, ovvero quei piloti talmente giovani che hanno visto la loro rotta di volo solo rappresentata sul navigation display da una bella linea color magenta e che se dovessero ritrovarsi su un aereo di vecchia generazione con strumentazione “analogica” probabilmente si perderebbero in poche miglia…Beh, aveva ragione, l’Airbus va accolto così, con umiltà (rara caratteristica fra i piloti) tanto studio e un pizzico di curiosità, altrimenti c'e' il rischio che ci si trovi davanti un avversario piuttosto che una risorsa. M.Terranova CIRCLING? Il CIRCLING è la sola procedura strumentale che richiede, per tutta la sua esecuzione, il contatto visivo con il suolo e la pista ed anche una disciplina consolidata da adeguato addestramento a fronte di regole chiare After learning that ABQ-202 would be required to execute a visual circling approach for RWY-12, in the reduced visibility and low clouds, Captain prepared himself to fly the visual circling approach on NAV mode Il primo A321 andato distrutto nella storia di Airbus (con la morte di tutti gli occupanti) fu il volo ABQ -202 della pakistana AIR BLUE il 28 luglio 2010. Stava effettuando un circling con tempo marginale sull'aeroporto di Islamabad. Al di là di evidenti fattori CRM che hanno concorso in modo determinante al verificarsi di questo incidente, possiamo affermare che il CIRCLING è la sola procedura strumentale che richiede, per tutta la sua esecuzione, il contatto visivo con il suolo e la pista ed anche una disciplina consolidata da adeguato addestramento a fronte di regole chiare. Dopo aver letto il rapporto, ancora considerato CONFIDENTIAL, di cui riportiamo alcuni stralci, rimane la consapevolezza che una pianificazione ed un briefing approfonditi siano la migliore difesa contro la minaccia di una " procedura complessa e, se affrontata senza adeguate cautele ed addestramento ...pericolosa". (Dato ICAO). ABQ-202 was scheduled to fly from Karachi to Islamabad. Start up, push back and taxi remained uneventful and t h e aircraft took-off f r o m Karachi at 0241:21 UTC (0741:21 hrs -PST). After takeoff at 0252:00, crew were served with tea and croissants by cabin crew. During initial climb, the Captain tested t h e knowledge of F O and used harsh words and snobbish tone, contrary to the company procedures/norms. The question / answer sessions, lecturing a n d advises by t h e m i s h a p Captain continued with intervals for about one hour after takeoff. After the intermittent humiliating sessions, the FO generally r e m a i n e d quiet, became under c o n f i d e n t , submissive, and subsequently d i d n o t challenge the Captain for any of his errors, breaches and violations. T h e mishap crew had listened t o the Automatic Terminal Information Service (ATIS) information a t about 0350 UTC and were informed that the runway i n use at Islamabad airport (OPRN) was RWY-12. At that time, the aircraft was in cruise on a NE heading - 14 - M.Terranova CIRCLING? L'AP-BJB, questa l'immatricolazione dell'aereo, era uno dei tre A 321 di Airblue, era stato costruito nel 2000 ed era in leasing alla compagnia pakistana dal 2006. Il suo comandante vantava un esperienza ultratrentennale, con 25.000 ore di volo all'attivo Un'immagine del sito dell'impatto con sovrapposizione della cartina strumentale per l'avvicinamento pista opposta. Sono numerosi gli aeroporti del nostro operativo voli con caratteristiche orografiche molto simili.... - 15 - a t FL330, 1 5 5 N M from Islamabad. According to DFDR information, the Captain was the Pilot Flying (PF). About 2 minutes later a t 0352 UTC, the crew discussed waypoints 5 N M t o the SW of the runway, on a radial 206 from OPRN w h i c h is exactly 90° to the left of the approach course of the ILS procedure to RWY-30. The Captain checked w e a t h e r enroute, Islamabad, Peshawar and Lahore, through ATS and ATIS, and was fully aware about its g r a v i t y / intensity. The Captain sounded to be apprehensive about weather. The Captain was heard to be confusing B B I A P Islamabad with JIAP Karachi while planning FMS, and Khanpur Lake Kahuta area during holding pattern. After learning that ABQ202 would b e required to execute a visual circling approach for RWY-12, in the reduced visibility and M.Terranova CIRCLING? 09018KT 3500 RA SCT010 SCT030 OVC100 FEW030TCU 25/24 Q1007: è il bollettino meteo in vigore sull'aeroporto di Islamabad la mattina del 28 luglio, quando un Airbus A321 impatta durante un circling le colline di Margalla "Al momento dello schianto, Islamabad e le colline di Margalla erano immerse in una fitta nebbia e pioveva a dirotto. Proprio le cattive condizioni meteo potrebbero essere all'origine della sciagura aerea"(Corriere) low clouds, Captain prepared himself to fly the visual circling approach on NAV mode. Accordingly, the Captain asked the FO to feed unauthorized 04 waypoints (PBD 8 to 11) in the FMS. FO did not challenge the Captain for his incorrect actions. While planning for right hand downwind of visual approach RWY-12, at 0357:48 the Captain briefed First Officer (FO), “from abeam RWY-30, 3 to 5 miles abeam CF, then we go to abeam CF and then landing”. This was contrary to established procedures for BBIAP. In the pre descent brief, the Captain reaffirmed his stance to go to the end of D/W and then go abeam CF (5 miles) and then turn for landing. At 0404:20, the Radar Controller informed ABQ-202 to “expect arrival to ILS RWY-30 circle to land RWY-12”. The FO then requested a “right downwind RWY-12 for the approach”. The controller responded that “right downwind RWY-12 is not available at the moment because of low clouds”. Captain acknowledged “We understand right downwind is not available, it will be ILS down to minima and then left downwind ok”. At 0405:27, the crew discussed a waypoint (Place Bearing Distance (PBD) - 10) to the NE of the runway, on radial 026 from the threshold of OPRN RWY-12 and at a distance of “5 NM”. The crew extended the landing gears. At 0436:20, the crew again asked ATC Tower “how’s the weather right downwind” The tower controller responded that the right downwind was not available and that only left downwind for RWY-12 was available. At 0436:33 the Captain wanted to descend to 2,000 ft, but was reminded by FO of 2,500 ft (MDA), indicating possible intentions of Captain. At 0437:03, the crew leveled the aircraft at an altitude of 2,500 ft. n.d.r. Il traffico atterrato alle 0437, prima del volo in oggetto, era di una compagnia concorrente ed aveva effettuato un circling pista 12 con sottovento sinistro. - 16 - M.Terranova CIRCLING? "The Captain had become very jittery in his verbal communication and displayed frustration, confusion and anxiety resulting in further deterioration in his behaviour" Rimane la consapevolezza che una pianificazione ed un briefing approfonditi siano la migliore difesa contro la minaccia di una " procedura complessa e, se affrontata senza adeguate cautele ed addestramento,....pericolosa" At 0440:10, tower controller asked the crew if they were visual with the airfield. The crew did not respond to the question, whereas, FO asked the Captain (on cockpit Mic) “Kia batauon Sir ?” (What should I tell him Sir?) Immediately at 0440:16 on the insistence of Radar Controller, the Tower Controller asked the crew if they were visual with the ground. Captain and the FO responded to the controller “Airblue 202 visual with the ground”. FO again asked Captain “Sir terrain ahead is coming”. The Captain replied “Han ji, we are turning left” (Yes, we are turning left). Whereas aircraft was not turning, only the HDG bug was being rotated towards left. At the same time, two EGPWS predictive “TERRAIN AHEAD” cautions were recorded on the CVR. The pilots were unsure of their geographical position and did not seek Radar help. The consequent loss of situational awareness caused the aircraft to go astray. The aircraft had ended up in a dangerous situation because of most unprofessional handling by the Captain. Since the desired initiative of FO had been curbed and a communication barrier had already been created by the Captain, the FO failed to intervene, take over the controls to pull the aircraft out of danger and display required CRM skills. - 17 - At 0440:30, FO asked the Captain twice in succession “Sir turn left, Pull Up Sir. Sir pull Up”. At 0440:33, the thrust levers were moved forward to the MCT/FLX detent (instead of TOGA position) and the autothrust (A/THR) disengaged. At 0440:35, the selected altitude was changed to 3,700 ft and the aircraft started to climb. The aircraft was still turning right. At 0440:39 (within 06 seconds), the thrust levers were moved back to the CLB detent and the A/THR re-engaged in climb mode. The selected altitude was reduced to 3100 ft. At 0440:41, FO asked the Captain yet another time “Sir Pull Up Sir”. M.Terranova CIRCLING? At 0440:52 the Captain started to make pitch down inputs. The roll angle was 30° to the left. The pitch attitude was 15° nose-up and started to decrease. At 0440:58, the altitude reached 3,110 ft and started to decrease until the end of the flight. At 0441:01... ...an GPWS reactive “TERRAIN TERRAIN” warning was recorded on the CVR. The roll angle reached its maximum value of 52° to the left. At 0441:02, FO said “Terrain sir”. The pitch attitude was 4.6° nose-down. At 0441:03, the captain started to make pitch-up inputs. The pitch attitude was 3.9° nose-down. At 0441:05, an EGPWS reactive “PULL UP” warning was recorded on the CVR. At 0441:06, the FO was heard the last time saying to captain “Sir we are going down, Sir we are going da”. The high rate of descend at very low altitude could not be arrested and the aircraft flew into the hill and was completely destroyed. All souls on board sustained fatal injuries due to impact forces. At 0441:08, the FDR and CVR recordings ended. The aircraft struck Margalla Hills, 9.6 NM North-Northeast of BBIAP Islamabad VOR while executing circling approach for RWY-12 in a slight nose-down and high left bank attitude, with a descent rate greater than 3,000 ft/min. The elevation of the accident site was 2,858 ft. Air blue crash has been finalized as a case of Controlled Flight into Terrain (CFIT), in which aircrew failed to display superior judgment and professional skills in a self created unsafe environment. In their pursuit to land in inclement weather, they committed serious violations of procedures and breaches of flying discipline, which put the aircraft in an unsafe condition over dangerous terrain at low altitude. Safety Recommendations: ........ All aircrew be re-briefed on CFIT avoidance and Circling Approach procedures and a strict implementation of this procedure be ensured through an intensive monitoring system. ........ Rammentiamo che l'area "protetta " del circling è di 4,2 NM dalla soglia pista e garantisce una separazione ostacoli di soli 394 ft. (PANS/Ops) - 18 -