COMUNICATO STAMPA Replica della famiglia Tenco al programma

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COMUNICATO STAMPA Replica della famiglia Tenco al programma
COMUNICATO STAMPA
Replica della famiglia Tenco
al programma RAI “Viva Mogol”
andato in onda lo scorso sabato 24 settembre 2016
condotto da Massimo Giletti
con ospiti Giulio “Mogol” e Gino Paoli
Facendo seguito al programma “Viva Mogol” andato in onda su RAI 1 la sera dello scorso
sabato 24 settembre, con profondo dispiacere abbiamo visto ed ascoltato le “fantasiose” rivisitazioni
su Luigi Tenco raccontate dagli ospiti Giulio “Mogol” e Gino Paoli e le opinioni prive di
conoscenza musicale del conduttore del programma Massimo Giletti.
Mogol racconta di una notte, poco prima del Festival del 1967, trascorsa in un hotel perché
all’epoca non c’era l’Autostrada del Sole… che invece era stata già inaugurata nel 1964!
Mogol dichiara “volevo convincerlo a non partecipare a Sanremo” dimenticando i
telegrammi, presenti nel nostro archivio di famiglia, che invece aveva scritto all’epoca a Luigi con
le richieste per sapere se volesse partecipare a Sanremo, già dalle edizioni precedenti.
Mogol, inoltre, dichiara di non essere voluto andare a Sanremo proprio per dimostrare a
Luigi che era contrario alla sua partecipazione… contraddicendosi poi con la frase “io questa storia
l’ho vissuta, l’ho vissuta quella notte, perché gli ho parlato…”.
Mogol, infine e sorvolando su altre sue frasi prive di fondamento, asserisce di essere andato
ai funerali di Luigi Tenco ai quali parteciparono soltanto altre 8 o 9 persone… Questo è il dolore
più grande che noi famigliari abbiamo provato nel guardare il programma “Viva Mogol” che
continua a mancare di rispetto al ragazzo di 28 anni che Luigi era, offendendone persino la
memoria. Pertanto non possiamo che ritenere questo programma di bassa qualità e di totale
disinformazione, per ciò che riguarda la parte di Luigi Tenco!
Infatti, a mero titolo di cronaca, si fa notare che eccezion fatta per Fabrizio De André, Anna
Fabbri (moglie di Gino Paoli), Michele Maisano, Gian Franco Reverberi e Gian Piero Reverberi,
nessun altro artista o personaggio del mondo dello spettacolo e tanto meno di quella edizione del
Festival di Sanremo si presentò ai funerali di Luigi! La cittadinanza e la gente comune, invece, fu
stimata in oltre duemila persone, tanto da non poter essere contenute nella chiesa e nemmeno nella
piazzetta antistante.
A tutti loro rivolgemmo all’epoca, e con questa occasione la rinnoviamo, la nostra
gratitudine per la vicinanza e la stima dimostrata soprattutto nei confronti di Luigi Tenco.
Riguardo la sensazione del conduttore Massimo Giletti, “cioè che ci fosse già scritta in
quelle parole… il desiderio di porre fine alla sua vita…”, chiedendo esplicitamente “molta
attenzione” al pubblico ad ascoltare parte della canzone “Ciao Amore Ciao” che il conduttore ha
voluto proporre, è sicuramente sbagliata poiché è ampiamente risaputo che la canzone originale, dal
titolo “Li vidi tornare”, esprimeva concetti antimilitaristi e di certo non personali!
Altrettanto ampiamente risaputo è il fatto che la canzone, dietro suggerimenti e pressioni di
esperti del mondo della musica dell’epoca, fu modificata da Luigi per le esigenze del Festival con il
titolo “Ciao Amore Ciao” attraverso la quale era riuscito, però, a mantenere i temi sociali a lui cari
sul fenomeno dell’emigrazione e di certo non personali!
Quindi, visto l’intento di portare sul palco del Festival di Sanremo contenuti e valori sociali,
in nessun caso vi si poteva leggere alcun desiderio di Luigi di porre fine alla sua vita!
Questo era probabilmente il sano intento di Gino Paoli quando nel programma di sabato
scorso, in cui era ospite, cercava di far capire ai signori Giulio “Mogol” e Massimo Giletti che la
canzone che Luigi aveva scritto per Sanremo era un’altra.
A lui rendiamo merito anche del fatto di aver chiaramente detto che “l’unica cosa reale è
che Luigi non era un ragazzo depresso o con manie suicide. Era allegro, divertente. Quindi la
leggenda di Luigi, un ragazzo triste e cupo non è vero un accidente”.
A distanza di cinquant’anni non pretendiamo che vengano rivolte delle scuse a Luigi per
come fu ingiustamente descritto dalla stampa del 1967 che viveva e vendeva tirature di giornali e di
dischi in base alle notizie diramate dall’organizzazione di quel Festival, ma certamente non
possiamo e non vogliamo tollerare che si continui a fare disinformazione a discapito di Luigi Tenco
e del valore umano, culturale ed artistico che aveva espresso attraverso le sue canzoni, le sue
interviste e le sue amicizie… quelle vere e non quelle legate agli interessi commerciali-musicalitelevisivi.
Chiediamo, pertanto, che nella prossima puntata del programma “Viva Mogol” vengano
riportate le opportune correzioni, che da parte nostra e come sopra citate sono certamente
corrispondenti al vero.
Con l’occasione, in vista del cinquantenario della sua morte, gradiremmo essere informati
preventivamente su eventuali futuri programmi ed eventi che volessero trattare in modo serio la
figura di Luigi Tenco il cui pensiero di vita, anche sul tema delle ingiustizie sociali, è ben descritto
nei testi delle sue canzoni.
Famiglia Tenco
Ufficio Stampa
Michele Piacentini editore
Tel.: (+39) 389.66.00.000
E-mail: [email protected]
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