Il libro
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Il libro
Illibro Dopotremesimoltodiversidacomeselieraimmaginati,Miaèprontaaripartire.Aproseguireilsuoviaggiolungo unannoiniziatopersalvarelavitadisuopadre. L’aspettaunaprileaBostonincompagniadiMason“Mace”Murphy,campionedibaseball.TuttociòcheMia detesta in un uomo impacchettato in un regalo da sogno: talentuoso, fisico atletico, lineamenti scolpiti ma… completamentepienodisé. Un maggio alle Hawaii a fare la modella di punta per una campagna di costumi da bagno. Un mese di gioie, risate e piacere in compagnia di Tai, il peccaminoso samoano con un intricato tatuaggio tribale disegnato lungo l’interolatosinistrodelsuocorpomuscoloso. Epoic’èsempreWes,l’uomocheforsepotrebbeimpegnarlapersempre.Quellochesièconquistatounpezzodel suo cuore. Anche se insieme hanno deciso di lasciare per quest’anno i sentimenti sullo sfondo mentre ciascunovive lasuavita. Perchéquellochecontaèilviaggio… Trustthejourney L’autrice Audrey Carlan è un’autrice bestseller. Con Calendar girl ha venduto milioni di copie e conquistato le classifiche americane. Vive con il marito e due figli nella CaliforniaValleyeognigiornosiinnamoradell’amore. www.calendargirlitalia.com facebook.com/AudreyCarlan #trustthejourney AudreyCarlan CALENDARGIRL Maggio TraduzionediEloisaBanfieBiancaNoris CalendarGirl Dedicatoa: Maggio KRISWARD Tucheseiallegria,àncora,amore. Tucheseiangelica. Chitièvicinobramaquelmeravigliososensodisé. Miricordimiamadre,scomparsa. Perciò,mammaKris,tidedicoilviaggiodiMiaalleHawaii. Possailsolerisplenderesempresudite. Possaildonodellaveraamiciziaessertielargitopersempre. Possalagioiachetudairitornartidecuplicata. Possal’amorecircondartiecompletarelatuaanima. Conamoreeterno. MAGGIO 1 Alla faccia della tappa! Avevo preso l’aereo da Boston, mi ero fermata a Chicago e poi avevo proseguito per Denver, dove ringraziai l’Onnipotente di essermi messa i miei fidi stivali da motociclista mentre correvo come una pazza da una parte all’altra dell’aeroporto, rischiando di perderel’aereo.Dellaserie,lasolitarompicoglionichetuttisapevanoesseredaqualchepartenello scalomacuriosamentenonsifacevavedere,costringendotuttiaritardarel’imbarco. Quandosaliiabordotrascinandomidietroiltrolleyinmezzoaunafolladipasseggeriinferociti fuitrafittadapiùdicentocinquantasguardiassassini.Lecosenoneranodestinateamigliorare.Ilmio posto era tra un uomo grassissimo e una bambina ficcanaso di otto anni che viaggiava da sola. I genitorieranodivorziatieadessoavevaduefamiglie.Odiavaladonnachechiamava“mostrigna”e lafigliapiùgrandedilei,chedefiniva“perfida”. Stavaandandodasuamadre,chefacevalashowgirlsullaLasVegasBoulevardSouth,meglionota comeStrip.Nientedistrano.QuandoviveviaVegas,vogliodirenelcuoredellacittà,olavoravinei casinò come cameriera, oppure facevi qualche servizio per i turisti. Fuori dalla città, c’erano altre opportunità di impiego. Seppi queste cose dalla piccola Chasity, perché si prese la briga di raccontarmi tutto quello che c’era da sapere. E intendo proprio tutto. Il suo colore preferito era il viola ma solo quello chiaro, che dedussi fosse il lavanda. La sua passione erano gli animali, specialmenteicavalli.Asentirelei,lacosamiglioredistaredalpadreaDenvereracheavevadel terreno e teneva degli animali. Interessantissimo per una bambina di otto anni. Però c’era la mostrigna, cosa che faceva crollare di parecchi punti l’appeal delle visite al padre. E poi c’era il sensodicolpa.LamammadiChasityavevapochissimiamicienessunfamiliare.Labambinasentiva che era compito suo fare compagnia alla madre. Perché «Nessuno vuole stare solo. Abbiamo tutti bisognodeglialtri».AlmenosecondolalinguacciutaebenintenzionataChasity. Quandoilpilotaannunciòchesaremmoatterratientroventiminuti,indirizzaiunapreghierinaal Tizio lassù perché Chasity e sua madre trovassero il modo di avere un po’ di felicità. Ringraziai anchelaclassemedicaperquellacosameravigliosacheerailcontrollodellenascite.Stareconuna bambinadiottoanniperunpo’ditempomiconvinsechenoneropernienteprontaaprocreare,e cheavreianchepotutononesserlomai.Bisognavaessereunapersonaspecialeperfarelamadre,eio avevo la sensazione di aver già dato con la mia sorellina, Maddy. Il prossimo bambino che avrei cresciuto probabilmente sarebbe stato un combinaguai o un piccolo demonio. Meglio non lasciare quel genere di cose nelle mani della signora Fortuna. Come già constatato… era una stronza insensibile,quellasignora,nonc’erabisognodifarlaincavolareinutilmente. Alritirobagagli,presilamiavaligionapienadirobadeiRedSox,jeanseilrestodelmiobottino diChicago,pensandocheavreipotutolasciarlaacasadipapàeMaddy.CosìMaddyavrebbepotuto scegliere il meglio e sentirsi una principessa con i vestiti che Hector aveva preso per me e con le coseallamodaecasualchemiavevafattotrovareRachel. Nonappenaaccesiiltelefonosentiiarrivareunalitaniadimessaggi. A:MiaSaunders Da:MasonMurphy Latualetteraerafantastica,dolcezza,maseciavessisalutatidipersonasarebbestatomeglio.Racheio volevamoportartiall’aeroporto.Leicièrimastamale.Iosonoincazzato.Trovaunmododirimediare;-) Non era la prima volta che un cliente, o dovrei dire un “amico”, rimaneva male davanti al mio modo di congedarmi. Wes sembrava aver previsto la partenza in stile ninja. Alec aveva fatto buon visoacattivogiocoedHectorsieramessoapiangere.Ilgaylatinomiavevamandatounmessaggio lacrimosolamentandosicheavevorovinatol’addioperfetto.L’avevavistofareunavoltainunfilm,e alloraavevapreparatoancheluiqualcosadelgenere,concolombeerobacosì.Nonsoaltro;aquel punto Tony doveva aver preso il telefono e interrotto il messaggio. Aveva aggiunto la propria irritazioneperilfattochelolasciavodasoloconunfidanzatopiagnucoloso,sottolineandochegli dovevounfavore. Ilmessaggiosuccessivoerailmiopassaggio. A:MiaSaunders Da:Micettaincalore Ué.Fuoric’èiltuopassaggio.Chestagirando.Noncostringermiafermarmieapagareilparcheggioperlatua bellafaccia. Risi,presilavaligiaescorsisubitolaHondadiGinelle.Lasalutaiconlamanoeleisifermònella zonadisostabrevefacendostridereipneumaticieparcheggiandosiditraverso. «Giusto, puttanella!» disse mentre ficcavo il valigione e il trolley sui sedili posteriori. Quando saltaisulsediledavanti,isuoiricciolibiondidanzarono,ementremisorriselagommadamasticare verdefluorescenterivelòpercontrastoisuoidentibianchissimi. Alzaiilmento.«Ciaotesoro,grazieperessermivenutaaprendere»tubaicompiaciuta. Girò il volante di scatto e con una partenza a razzo si immise nel traffico. Neanche per sbaglio avrestipotutodirecheguidassebene.Forseneirally?Probabile.Nellemanovreeraimbattibile,come purenellacapacitàdiprenderedecisioniall’ultimonanosecondo.Comunque,correvadeibeirischi. Le era sempre andata bene. Mi aggrappai a quel pensiero e mi tenni stretta alla maniglia sopra la portierafinchénonarrivammointangenziale. Feciunrespirolento,appoggiailatestaemigodettiilsilenzioinsiemeallamiamiglioreamica. Nonavevamobisognodiparlare,ederaciòchefacevadinoidueleperfette BFF,lemiglioriamiche persempre:essereanostroagionelsilenzio.Ilrumoredellatangenzialeedellagommamasticatada Ginelleeilprofumodelsuoshampooallimonequasimicommossero.Casa.Eratuttocosìfamiliare. Mifacevasentirebene.Eranolecosecheconoscevodasempre.Nonsignificavachequestasarebbe statalamiadestinazionefinale,maquandoeroquil’amavocontuttoilcuore. GinellemistavaportandodaMaddyepapà.Avevaintuitocheeropensierosa,perciònonriempì l’abitacolo di chiacchiere oziose; si girò a guardarmi, mi prese la mano e la tenne stretta sul bracciolo che ci divideva. Solidarietà da sorella. Anche se non era sangue del mio sangue, era in assolutolacosamiglioredell’universo. «Tivogliobene»sussurrai,senzarendermicontodiavertiratofuoriquellamerdaemotiva. Leimiguardòinmododolce,affettuoso.Arricciòlelabbrafacendomiimmaginarecheavrebbe replicatoconlestessetreparole.Invecenedissesoltantodue:«Loso». Scoppiai a ridere di gusto. Ginelle sapeva esattamente di cosa avevo bisogno dopo una lunga giornatadiviaggio,lafugadalmioultimocliente,alqualepensavogiàcomeaunfratellastro,ela consapevolezza di avere soltanto tre giorni prima di dover prendere un aereo diretta al prossimo ingaggio. Avevo prolungato di due giorni il soggiorno a Boston. Di solito, mi veniva richiesto di rimanerecircaventiquattrogiorni,inmodochenerestasserosuppergiùseiperoccuparmidellemie faccendepersonalieperfareavantieindietro.NontornavoinCaliforniadagennaioemancavano solotregiorniall’iniziodimaggio.Unaltromese,altricentomiladollariperBlaine. Porsi a Ginelle una busta con un assegno. «Puoi lasciarla alla reception dell’hotel e poi farmi averelaricevuta?» «Certo, piccola.» Prese la busta con l’ultimo pagamento a Blaine e la mise nella borsa mentre accostava al marciapiede di fronte alla casa dov’ero cresciuta. «Devi essere affamata. Mads ti sta preparandounacenadibenvenuto.Polpettone,purè,maiselafamosatortaalcioccolatoeciliegiedi papàcomedessert.»Poiscesedall’auto,aprìilbagagliaioetiròfuoriunacassadibirre. «Tivogliobenedavvero.»Guardailebirreepoiquellacatapecchiadicasamiaconunaveranda minuscolailluminatadaunalampadinanuda.Dietroletendinedipizzovedevolamiadolcesorellina prepararelatavola.Perme.Perchétornavoacasa.Nonc’eranientedimeglio. Ginmimiseunbraccioattornoallespalleemitiròversocasa.«Losogià,davvero.Nonmihai sentitaprima?»dissealzandogliocchialcielo.Lastrinsiforte. Aprii la porta e fui assalita da un profumino di carne, verdure e aglio. «Mads, sono arrivata!» dissi,lasciandocaderelaborsasultavolinograffiatoeaspettandomiigridolini.Maddyerasempre prontaalasciarsiandareagridoliniinfantiliquandoeraeccitata.Questavoltanonfudiverso. Subitodopoilgridolinoarrivaronolegambelunghedimiasorellachemisituffavaaddosso.Mi tennisalda,riuscendoamalapenaarimanereinpiedi.«Miseimancata,piccola.»Strinsiforteilsuo corposnello.Nonlavedevodaquasiduemesiesembravachesistesseriempiendo:stavaperdendo lespigolositàdell’adolescenzaecominciavaadassomigliarealramomaternodellafamiglia,fattodi donneformose.Leeracresciutoilsenoeifianchisembravanounpo’piùcarnosi.Quandomisciolsi dalsuoabbracciochesapevadiciliegieemandorle,laguardainegliocchi.Lesuelabbrasiaprirono nelsorrisocheadoravo. «Laragazzapiùbelladelmondo.Masoloquandosorride»dissi,ripetendolafrasecheleavevo dettoperquasidiecianni.Arrossìemiabbracciòdinuovo,tenendomistrettacomesenonvolesse piùlasciarmiandare.«Chec’èchenonva?»lechiesimettendolelemanisulleguanceeguardandola infaccia. Maddyscosselatesta,eduelungheciocchedicapellilericadderosugliocchi.«Niente.Sonosolo felicechetusiaqui.Tihocucinatoituoipiattipreferiti.» «Sento il profumo» risposi, e in quel momento il mio stomaco decise di farsi sentire, gorgogliandorumorosamente. «Ceniamo»disseMaddy,tirandomipermanoversolacucina.Ginelleciseguì.Questosìcheera perfetto.Essereacasaeraesattamentequellodicuiavevobisogno. «Andiamo alle Hawaii!» Quelle parole riecheggiarono per la stanza a un volume così alto da far tremareibicchieri. «Chefigata,eh?»Mitappaileorecchieconlemani. «Miprendiingiro?StoperandarealleHawaii?NonsonomaiuscitadalNevadasenonperandare in California, e adesso sto per immergermi in quel cacchio di oceano con balene, squali e tutto il resto!Cazzo!»urlòGinelle,ficcandosiinboccaunagommadamasticareebevendounlungosorso dibirra.Cheschifo.Scelsidinondirenientesuquellamiscelaperchéalmenononstavafumando,e quellosìcheeraunveropassoavanti. Sorseggiai la mia birra e appoggiai il bicchiere sul piano di fòrmica. «Calmati. Sì. Pago io per tutte e due. Dovete capire qual è il periodo migliore per voi. Venite per una settimana e state nel bungalowchemimettonoadisposizione»dissi,alzandolemaniperevitarechemiinterrompessero. «Nonsocomesaràlasistemazione,perciòpotremmodormireintrenellostessoletto,magari,ma credoche…Insomma,infondoèunavacanzagratis,giusto?» «Sì,’fanculo!Dormireisulpavimento,eccheccazzo!» Milasciaisfuggireungemito.«Ginelle,moderaillinguaggioquandoc’èMads.Accidenti!» «Ma dai, per favore, non sono una bambina. Anzi… sono ufficialmente una donna dal weekend scorso.» Il tono di Maddy era altezzoso e neutro, non esattamente quello che volevo sentire dalla boccadellamiasorellina. Chiusigliocchiecolpiiilboccaleconlamano.Ginlopresealvoloprimachesiversasselabirra dappertutto.«Mads?…»mormorai. Leistrinselelabbraesorrisetimida,tracciandodeighirigorisultavoloconundito.«Possiamo parlarne più tardi?» disse guardando Ginelle. Per quanto io e Ginelle fossimo come sorelle, lei e Maddynoneranoinconfidenza.Sivolevanobene,matralorononc’eralacomplicità,oforsedovrei direla“sorellanza”,cheesistevatraMaddyeme. Ginguardòostentatamentel’orologio.«Be’,guardaunpo’.Devoandare!»disseavocealta.«A quantoparebisognachemicomprideicostumi.Ah,edomaniall’unaandiamoallaspaperrimetterti anuovoeprontaalcombattimento.Noitre.D’accordo?» «Gin…grazie.Pertutto.Losaiche…»cominciai,maGinelle,comesempre,nonsioffendevase Maddyvolevaparlarmidasola.Micircondòconunbraccio,dandomiunastretta,poibaciòMaddy sullatestaelescompigliòicapelli.«Civediamodomani,puttanelle!» «Ciao!» rispondemmo Maddy e io in stereo. La tensione nella stanza era palpabile, ma non di segnonegativo.Piùdeltipo,abbiamodellecosedicuiparlare. «Non volevo che succedesse…» esordì Maddy, e le si riempirono gli occhi di lacrime. «Volevo primaparlarneconte,mastavamocosìbene,eluimiamadavveroeioloamoe…» Lemisiunamanosullesueelaguardainegliocchi.«E…com’èstato?» Sipassòlalinguasullelabbraeinclinòlatesta.«Hafattomale.Hosanguinatounpo’,maluiha fattopianissimo.Cosìpianodatremareperlosforzo.Avevapauradifarmimale,ehosentitodolore soloperunattimo,sulserio.» Sorrisi,anch’ioconlelacrimeagliocchi.Lamiapiccolinaeradiventatagrande.«Tièpiaciuto?» Fece segno di sì. «L’abbiamo fatto altre due volte dopo quella» disse ridacchiando. «Ed è stato millevoltemeglio!»Scoppiaiaridereeannuii,sapevoesattamentecom’era. «Echemidicidelvostrorapporto?Comesicomportaadesso?Èancorafantastico?» Le si illuminò lo sguardo come se avesse davanti una torta piena di candeline accese. «Oh, è meraviglioso! Mi dice in continuazione che sono bellissima, che mi ama e che un giorno ci sposeremo.»Siportòlemanialpettoefissòpensierosalaparetedellacucina.«Luiètutto,Mia.Tutto quellochevolevo.Tuttoquellochemihaidettodicercareprimadifarequelpasso.Nonpotreiessere piùfelice.» Mialzaidallasediaelapresitralebraccia,spintadall’impulsoditenermelavicina.«Sonocosì felicechequellaesperienzasiastatacosìbellaperteechel’uomoconcuistaitiamiperquelloche sei.Ècosì,giusto?Tiamaperlabellezzachehaidentro,nonsoloperl’aspettoesteriore.» Maddy annuì con decisione mentre io le accarezzavo i capelli. «Credo di sì. Me lo dice di continuo. Adesso vuole parlarti. Gli ho detto che stasera non era possibile, ma magari domani hai voglia di andare dai suoi a cena. Vogliono conoscere la mia famiglia e… be’, tu sei tutta la mia famiglia.» Sentiiun’ondatadirimorso,dirabbiaversonostramadreperaverciabbandonatoedidoloreper nostro padre, che non riusciva a star fuori dai guai abbastanza a lungo da condividere i momenti importanti.AlmenoperMaddy.Eraleiquellacheselomeritava. Le presi la testa tra le mani e la baciai leggermente sulle labbra. «Mi piacerebbe moltissimo conoscereigenitorideltuofidanzatoefareduechiacchiereancheconquestoragazzo.» IlvisodiMaddysiilluminòperlagioiael’entusiasmo.Saltòinpiediedidiresseallamacchina delcaffè.Lavidiriempirladimisceladecaffeinatamuovendosialritmodiunacanzonechesentiva sololei.«Allorabisognafesteggiare…abasedicioccolato.» «Misembraun’ottimaidea.Èdall’ultimavoltachel’haipreparataperilmiocompleannochemi sognolatortaciliegieecioccolato.» Quellaseraparlammodasorelle,aggiornandocisututto.Leraccontaideimieiclientiedicome alla fine mi fossi affezionata a tutti. Dato che era una tifosa dei Red Sox, rimase molto colpita da Mason.Equestononfececherendereancorapiùfantasticilamaglietta,ilberrettoelafotofirmati quandofinalmenteglielidiedi.Naturalmentelepromisicheungiorno,secifossestataoccasione,le avreipresentatoMasoneglialtriragazzidellasquadra. Quando la conversazione si spostò su Wes, spifferai tutto. Era quasi come se avessi bisogno di farlo. «Che bastardo!» esclamò quando le raccontai che la protagonista del suo film aveva risposto al telefonoeluiavevaammessocheselaportavaaletto. Scossi la testa. «Sei carina a pensarla così, e credimi, lì per lì l’ho pensato anch’io. Ma prova a rifletterci. Wes dovrebbe aspettarmi che mi tiro fuori dai pasticci e me la spasso con chi mi pare mentreluisenestainCaliforniaasoffrireperme?» Assunseun’espressionemeditabonda.«Nonèmoltogiusto,ineffetti»ammise. «No,infatti.Nondiròchenonhafattomale,perchéperunasettimanaogiùdilìsonoandatain paranoia,maallafinehocapito.E,cilieginasullatorta,horivistoAlecesaicom’è,dacosanasce cosa…» Maddy aggrottò le sopracciglia. «Che cosa intendi che l’hai rivisto e che da cosa nasce cosa…? Comehafattoasaperecheeriincittà?» Distolsi lo sguardo e sorseggiai il caffè. «Mmh… i dettagli sono vaghi» provai, ma non la convinsi. «Pallista!HaichiamatoAlecpervederlo,nonèvero?»miaccusò,poisimisearidere. «“Vederlo?”Checavolovuoldire?Credochel’espressionegiustasia“Unabottaevia”,etidirò, sorellina, quell’uomo ci sa fare alla grande!» Mi appoggiai allo schienale della sedia tutta fiera di me,godendomelaunmondo,emimisiinboccaunpezzettodellasecondafettaditortaalleciliegiee alcioccolato. La risatina di Maddy mi strappò un sorriso. Era così giovane e ingenua, non sapeva niente del mondo.Speravosolocheilsuofidanzatofosseuntipoapostoenonsiapprofittassedilei.L’avrei scoperto la sera dopo, probabilmente, quando avrei conosciuto i suoi genitori. Avvertii una fitta di disagio.Eralastessacosacheprovavanopadriemadriquandoconoscevanoigenitoridelfidanzato dellafiglia?Vogliodire,noneraunacosaufficiale,solounacena.Lefamiglienormalilofacevano, giusto? Nonneavevolapiùpallidaidea. Piùtardi,quandofinalmenteandammoaletto,presiiltelefonopermettermiincontattoconAngie, la sorella di Tony. A Chicago eravamo diventate amiche e se c’era qualcuno che sapeva tutto su fidanzatiegenitoriquellaeralei. A:AngelinaFasano Da:MiaSaunders Ehi,Angie,sonoMia.Scusal’ora.Hounadomandaperte.Quandoigenitoridiunragazzoinvitanoigenitoridella ragazzaacena,èrobagrossa? Stranamente il telefono suonò subito dopo. Lanciai un’occhiata all’orologio. Erano le tre del mattino,lecinqueperlei. A:MiaSaunders Da:AngelinaFasano Ciao,ragazza.Stranadomanda,peròsì,ingenereèunacosaformale.Voglionoaccertarsichelaragazzavada beneperilfiglioconoscendolafamiglia.Perché? Cazzo.L’indomaniavreichiamatoHectorpercapirecosamettermi.Luil’avrebbesaputo.Prima mossa:sembrareunasorellapiùgrandenormaleeresponsabile.Nonmenzionareillavoro.Nontirar fuoriilfattocheilcaropapàubriaconeèinunospedaleaspesedelloStatoperchél’examico,uno strozzino,lohapicchiatoquasiamorte.Cristosanto,sembravauncasinopersinoame. GemettinelsilenziodellastanzaerisposiadAngie. A:AngelinaFasano Da:MiaSaunders Ilprimoveroragazzodimiasorella.Argh. A:MiaSaunders Da:AngelinaFasano Chesituazionedimerda!Lol 2 Dopo una giornata passata a viziarci come stelle di Hollywood, e io e Gin fingevamo di esserlo, l’ultimacosadicuiavevobisognoerapassareunaseratacondegliestranei.Soprattutto,nonvolevo chetaliestraneiscoprisserodeidifettiinmeoneigenidellamiafamiglia.Sonoabbastanzasicuradi essermi lamentata per tutto il tempo mentre mi preparavo alla grande cena con la famiglia del fidanzatodiMaddy.Leiinvecesvolazzavapercasafermandosiarimirarsinellospecchio,lisciandosi il vestito lungo con le spalline e sistemandosi la coda di cavallo, che non aveva alcun bisogno di esseresistemata. Eragiovane,spensierataebellissima.Afineaprile,aLasVegas,facevaabbastanzacaldopertirar fuori gli abiti estivi, che peraltro le stavano a meraviglia. La guardai. Era l’incarnazione della ragazza della porta accanto. Capelli biondi e splendidi occhi verdi, l’unica cosa che avevamo in comune. Un giorno sarebbe diventata la perfetta mogliettina di un brav’uomo. Da che ricordavo aveva sempre desiderato sposarsi, avere la staccionata bianca e una nidiata di bambini. L’esatto oppostodiquellochesognavoio. «Allora,checosastudiaMatt?»lechiesi,arricciandomil’ultimacioccadicapellineri. «Botanicaeagronomia,ricordi?»disseconunsospiro,poisedettesullettostringendosilemani. Annuii e incontrai il suo sguardo nel riflesso dello specchio. «E tu hai deciso cosa vuoi fare all’università?Socheunpaiodimesifastaviprendendoinconsiderazionequalcosadiscientifico.» Dentrodimeripetei…“Tiprego,nonmedicinalegale,perfavore,nonmedicinalegale”.Riuscivo giàaimmaginarelasituazione.Chelavorofatuasorella?“Ahsì,tagliaapezziicadaveri.”Stavoper fareunasmorfiamamicontrollai,pernoninfluenzarla.Perquantovolessiprendereioledecisioni alpostosuo,sapevorazionalmentechedovevolasciarlemanolibera,almenofinoauncertopunto. Lamiadolcesorellinaeradiventataadultaederavenutoilmomentoditrattarlacometale. Leifeceungransospiro,tiròsuleginocchiaeleportòalpetto.«Inrealtàsì.Biochimica.» Mi girai e riflettei su quella parola. Biochimica aveva a che fare con la biologia ma non significava medicina legale. «Okay, di cosa si tratta esattamente e che farai con una laurea del genere?» Maddy si passò la lingua sulle labbra e si mise comoda. Quando iniziò a parlare, si fece più animata,sorrise,lesiarrossaronoleguanceelebrillaronogliocchi.Mipersilamaggiorpartedi quello che spiegò perché, a dirla tutta, iniziò a usare dei paroloni e io ero distratta. «Perciò in sostanza la biochimica studia aspetti del sistema immunitario, l’espressione dei geni, isolando, analizzandoesintetizzandoprodottidifferenti.Potreioccuparmidellemutazionidelcancro,dirigere unlaboratoriooguidareungruppodiricerca.Leopzionisonoillimitate.» Sentendo quali opportunità le si aprivano davanti feci un ampio sorriso e sentii avvampare le guance.«Sonocosìorgogliosadite,Mads.Dettacosì,biochimica,sembradifficilemaèpropriola cosa che piace a te. Quanti anni sono? Pensi ancora alla laurea specialistica, giusto?» Si morse il labbroedistolselosguardo.«Maddy,losocheseipreoccupataperletasseuniversitarie,manonce n’èbisogno.Hogiàpagatoquest’annoeiprossimi.»Spalancògliocchierimaseaboccaaperta.Le rivolsiungransorriso:erabellopoterlefarequellapiccolasorpresa.«Entrofineannoavròsalvato ilculoapapàeavròabbastanzadenaropermantenertiaglistudiperdiversianni.Nonvogliocheti accontenti.Assolutamente!»Noncomeme,avreivolutoaggiungeremanonlofeci.Ilmiodestinoera incerto.Perilmomento,seguivolacorrenteeguadagnavoisoldichemiservivanopermantenerela miafamiglia. Maddysaltòinpiedi,micorseincontroemiabbracciò,gliocchi,queisuoiocchicosìbelli,pieni dilacrime.«Tivogliobene.Quandosaròunariccascienziataticompreròunacasaaccantoallamia così,indipendentementedadovesarai,sapraisempredov’ècasatua.Vicinoame.»Leaccarezzaila testa e lei ricambiò con un bacio sulla tempia. «Adesso non preoccuparti; sto già pensando di chiedereunaborsadistudioperchéperarrivaredovevoglioarrivareioinquestocampocivuoleun dottoratodiricerca.» “Dottoratodiricerca.”Quelleparolemidiederounascaricadiadrenalinatalechesentiirizzarsii pelidellebraccia.Esclamai:«Unadottoressa!»intonoreverenzialeeconorgogliomaterno. Maddyalzògliocchialcieloeannuì,incurvandolelabbrapieneinunsorrisetto.«Giàsorellona, unadottoressa…infilosofia»dissebeffarda. «’fanculo, non mi interessa in cosa. La mia sorellina sarà una dottoressa e una scienziata. Grandioso,ragazzina.»Chiusigliocchiperunistanteepensaialfuturo.Maddychesifacevastrada prendendo laurea e specializzazione, trovando lavoro in un’azienda dove avrebbe indossato un camice bianco da laboratorio che avrebbe irradiato autorità. Sì, la mia piccola avrebbe avuto successo e io avrei fatto qualunque cosa in mio potere per assicurarmi che realizzasse tutti i suoi sogni.FissainelvuotopensierosaesobbalzaiquandoMaddymitoccòilbraccio. «Immaginavochetisarebbepiaciuto.Possiamoandare,adesso?Nonvedol’oradiesseredaMatt.» Matt.Ilfidanzato.Quelloacuiavevaappenaregalatolaverginità.Eramegliochevalessetant’oro quantopesava,altrimentigliavreifattounculotantocosìinfrettachenonavrebbeneanchecapito cosa stava succedendo. Niente avrebbe impedito a Maddy di farsi strada. E quando dico niente, intendoproprioniente. I genitori di Matt erano proprio come quei genitori vecchio stampo che vedevi in TV e che tutti avrebberovolutomanessunoaveva.MattRains,d’altrocanto,avevaunafamigliaperfetta.Lamadre, Tiffany,eraaltaeavevacapellieocchiscuri.Ilpadreeraancorapiùalto,ditrentacentimetribuoni, capellicastanieunpaiodiocchiazzurrispettacolari.Matt,ilragazzochemiasorellaguardavacon occhiadoranti,erasexydaurlo,unasortadielegantonenerd.Indossavaunacamiciaclassicachegli fasciavalespallepiacevolmentemuscolose.Disicurosiprendevacuradelpropriocorpoeandavain palestra.Icapelliscurieranoondulatiepettinatiall’indietroinmodoraffinato.Sulnasodirittoerano appollaiati un paio di occhiali dalla montatura nera. Eleganza nerd, appunto. Come il padre, aveva occhidiunazzurrocristallino,chepertuttalacenanonstaccòmaidamiasorella. «Mia,hosentitodirechetuopadreèinospedale»disseTrentRainsquandoarrivòildessert. Annuii. «Sì, ha avuto uno sfortunato incidente. È in coma da qualche mese, ma preghiamo ogni giornochesisvegli.» Tiffanysiaddolcìemimiseunamanosullaspalla.«Mispiace.Deveessereduraperdueragazze cavarsela da sole.» Scosse la testa, non davvero impietosita, ma quasi con tristezza. Fui costretta a ricacciare indietro un commento non proprio carino. Loro invece erano carini. Me la sbrigavo da sola da quando avevo dieci anni e me la cavavo benissimo, grazie tante, avrei voluto dire: erano queste le parole che mi bruciavano sulla lingua. Comunque, ebbi abbastanza buonsenso da non comportarmidastronza.Sorrisiesorseggiaiilmiodecaffeinato.Accidenti,persinoilcaffèerapiù buono di quello che avevamo a casa. Probabilmente una qualche miscela di lusso che dovevano macinareognigiorno. «Okay»disseMattalzandosiinpiedieprendendolamanodimiasorella.Leiloguardòcongli occhichelebrillavano.«Hounannunciodafare.» Tuttelevoltechequalcunohaun“annuncio”dafare,ingeneresignificachestaperfiniredella merda nel ventilatore, e non poca. Guardai in preda all’orrore Matt che tirava mia sorella per una manoperfarlametterealsuofianco,tenendolastretta…unpo’troppo,perimieigusti. MattabbassòlatestaperguardareMaddyconun’espressionediassolutavenerazione.«Hochiesto a Madison di sposarmi e lei ha accettato!» disse coraggiosamente e fece un sorrisone. Sua madre emise dei gridolini eccitati, mentre il padre batté le mani e si esibì in quella che posso definire la risatadiBabboNatale:«Ha,ha,ha!».Eio?Ioperpocononmelafeciaddosso. “Ma.Che.Cazzo.” Maddy,sorridendocomenonl’avevomaivistasorridereepiùbelladiquantononfossemaistata, guardòversodime.Poiilsorrisosispense,chinòlatestaelelabbracheconoscevofintroppobene simiseroatremare.Lesiriempironogliocchidilacrime. «Tiprego,Mia…»laudiisussurrare.Mialzaieusciidallastanza,infilailaportad’ingressoemi misiafissareilpanoramadeserticochesivedevadallaverandadellacasadeiRains.Fossirimasta seduta al tavolo avrei perso il controllo. Avrei strappato via la mia bambina dalle grinfie dei sobborghi e non mi sarei fermata finché non le avessi levato dalla testa quell’idea assurda di sposarsi…adiciannoveanni.Machecazzo! Camminaiavantieindietro,sentendomibruciare,conunvelodisudoresullafronteesullabbro superiore.Mentrerimuginavocercandoditrovareunmodoragionevolepernonsembrarelasorella malvagia che portava via di lì la sorellina, sentii aprirsi la porta a zanzariera e poi chiudersi sbattendo. MigiraiemiritrovaidavantiMatt.Avevaun’espressionepienadirimorsomanonabbastanzada farmicrederechesisarebberimangiatotutto.«Midispiacedinonaverlochiestoprimaate,madopo ilweekendscorso…» «Vuoidirequandohaiportatovialaverginitàallamiasorellina!»ruggii,senzariconoscerelamia voce.Sembravailborbottiodiunastrega. Tiròindietrolatestadiscattocomesel’avessicolpito.«Nonsonoproprioaffarituoi;Madisonè unadonnaadulta,eiolaamomoltissimo.Ciòchemihadatoèstatoundonomoltopreziosochenon dimenticherò mai. Un dono che non voglio abbia nessun altro uomo.» Parlò con convinzione e mi sembrò addirittura più alto di statura quando pronunciò le parole che avrebbero dovuto portarmi dallasuaparte.Nientedafare. Mi tirai i capelli e mi appoggiai alla balaustra. «Che cosa ti fa pensare di doverla sposare? Adesso?» Siavvicinòesifermòdavantiame.«Nonproprioadesso.Primaabbiamointenzionedilaurearci. Mancano due anni.» Quella risposta ebbe l’effetto immediato di far scemare la paura e la rabbia, riducendoleasentimentichepotevogestire.«Volevosolocheciimpegnassimo.Cheleisapesseche iosonosuoeleimia.Evolevocheavessequalcosadiconcretoperchéstiamopensandodiandarea vivereinsieme…presto.» Aquellaaffermazionemisentiidinuovofremerediindignazione.«Sulserio?»dissiconrabbia. Lui annuì. «Non mi piace dove abita, soprattutto perché è sola. Quando non aveva l’auto sono quasiimpazzitosapendocheattraversavaquelquartiereapiedicolbuio.Poitulehaicompratouna macchina, ed è stato fantastico, ma tuo padre non c’è, Mia. E nemmeno tu.» Le ultime parole mi colpironocomeunpugnoinfaccia.L’espressionediMattsifecedura,quasifredda,lavoceroca.«È sola,senzaprotezione.»Scosselatesta.«Nonpossoaccettarlo.»Mattdissequellecosecomesefosse unadultoconduepallecosìenonunragazzinoimberbediventunanni. Incurvai le spalle, sconfitta. Aveva ragione. Ragione da vendere. Nemmeno a me piaceva sapere cheMaddyerasola,nonmenochealui.Detestavoquestacosa.Erastataunacostantefontedistress neimesiappenatrascorsi.PerquelloavevochiestoaGinelledipassaredacasaognisera,alrientro dallavoro,peresseresicurachefossetuttoaposto. Inspirai lentamente col naso e buttai fuori il fiato ancora più lentamente. «Hai ragione. Non è sicuro.»Mattannuìmarimaseinsilenzio.Glierogrataperchémistavadandomododidirequello chepensavo,diesprimerelemiepreoccupazioni.EravamoaLasVegas.Avrebberopotutoprendersu e andare in una delle migliaia di cappelle disseminate sulla Strip, se fossero stati determinati. Mi aggrappaiallabalaustraeguardaiildeserto.«Èsolochenonvogliochecommettaunerrore.Siete cosìgiovani.» «E infatti ci andremo piano. Proviamo a vivere insieme, vediamo come va. Ci sosteniamo a vicendaconl’universitàecilaureiamoinsieme.Mancanoancoradueannidopoquesto.» Sobbalzai,perchénonerapiùcosì,nonesattamente.Maddyvolevaspecializzarsi.Laprimanella nostrafamiglia.«EseMaddyvuoleprenderelaspecializzazioneeildottorato?Chefaraiallora?Le staraivicinocomemarito?» Mattsembròentusiasta.«Assolutamentesì.Èstataunamiaidea!Èlaprimadelsuocorso,molto piùbravadime,eiomifacciounculocosì.Lesuedotinaturalieilsuocervellononhannorivali. Saràunascienziatastraordinariaeiosaròquellocheleterràlamanosullaschienaquandoriceverài premiefaràidiscorsichesicuramentelesarannochiestiinfuturo.Staròalsuofiancoedesulteròper lei,comeleifaràconme.»Mattmimiseunamanosulbraccioemicostrinseaguardarlonegliocchi. «Nonlastiamoprendendoallaleggera,enonsiamodeglisprovveduti.Peròsiamoinnamoratieio non voglio rischiare di perderla per nulla al mondo.» Negli occhi azzurri di Matt ardeva una convinzionecosìsaldachenonriusciipiùaprovarerabbia.Tuttalamiairritazionesisciolsecome nevealsole,lasciandomiesaustaesconfitta. «Possouscireadesso?»disseMaddyconunavocettaesiledadietrolaportaazanzariera. «Sì,piccola,vieniqui.Fammivederel’anello.»GuardaiMattconespressionegiocosacercandodi alleggerireunpo’latensione.«Megliochecisiaunanello!»Misisuunafacciacontrariata,madurò solofinchéMaddyuscìdicasaconlamanosinistratesainavanti. L’anellononeraenorme,manemmenopiccolo.Sembravaantico.«Eradimianonna.Mammame l’hadatolaprimavoltachehoportatoMadisonacena»disseMattesimisearidere. «È bellissimo.» Guardai la mia sorellina che sembrava tremendamente nervosa e insicura. Ragazzi, speravo che Matt le avrebbe trasmesso un po’ di sicurezza. Se era capace di affrontare la sorellafuoricomeunbalconeeconlasindromedamammaelicottero,disicuropotevainsegnarea Maddyaesserepiùsicuradisé. SullaguanciadiMaddysceseunalacrima.«Sonocosìfelice,Mia.Tiprego,siifeliceperme.Non sopportochetusiadelusa.» Fin da quando era piccola, e soprattutto dopo che nostra madre se n’era andata, ero stata il suo unico punto di riferimento femminile. Nel corso degli anni non era riuscita a tollerare di contrariarmi o ferirmi in niente: avrebbe camminato sui carboni ardenti piuttosto che darmi una delusione. «Oh, stupidina. Vieni qui.» La strinsi tra le braccia. Pianse sommessamente contro il mio collo, singhiozzando e sfogando il nervosismo e la paura mentre le accarezzavo i capelli e canticchiavo ThreeLittleBirds.EralacanzonediBobMarleycheavevosentitosuunCD dipapàdopochemamma ciavevalasciati.LuiascoltavasoprattuttoNoWomanNoCry,dicontinuo,inpredaallostordimento alcolico, mentre io mi prendevo cura di Maddy e di me stessa. Ma quella canzone mi aveva fatto crederechesarebbeandatotuttobene…allafine. Maddy alzò la testa e io le asciugai le lacrime col pollice. «Mi dispiace di aver reagito in quel modo.»Lanciaiun’occhiataaMatt.«Probabilmenteituoipensanochesonofuoriditesta.» Lui fece una risatina. «No, ne sanno qualcosa di decisioni impulsive e reazioni in famiglia, immagino.Sisonosposatitremesidopoessersiconosciuti.Penserannochestosoloseguendoilloro esempio.Però,Mia,tipromettochenonfaremocolpiditesta.Primafiniamodistudiare:volevosolo metterlel’anelloalditoesaperlaalsicuronelmioappartamentochestapropriodavantiallafacoltà.» «Abitidavantiall’università?»Ilmiolatomaterno,chevenivafuorisoloquandositrattavadella miasorellina,esultòdigioiaaquellaprospettivachemiparvecomelalucediunfaronell’immensità dellanotte. LuifeceungransorrisoepreseMaddytralebraccia.«Tuttoaposto,raggiodisole?»lesussurrò all’orecchio,maavoceabbastanzaaltaperchéiosentissi. Mi concentrai sulla tenerezza e la preoccupazione con cui toccava la mia piccola. Era un bravo ragazzo.ProbabilmenteunveroangelonelmaredicanagliechepopolavanoLasVegas. «SeaMiastabene,allorasì.»Miscoccòun’occhiata. Gemetti.«Ottimo,tidolamiabenedizione.»Ottenniunareazione.Unareazioneadolescenzialea basedisaltelliegridolinieccitati,peressereprecisi. Dopo qualche altra raccomandazione, rientrammo in casa. Tiffany e Trent Rains ci aspettavano pazientiinsalotto. «Il mio ragazzo si prenderà cura di tua sorella, te lo posso garantire» disse il signor Rains raggianted’orgoglio.«Halatestasullespalle,manonsipuònegarenienteaunuomoinnamorato. QuandoiRainssiinnamorano,siinnamoranoprofondamente,epersempre.Eagisconoinfretta.» Miseunbraccioattornoallespalledellamoglie.«Equestoèunfatto»dissecompiaciuto. Mi sedetti e guardai quella coppia felice. «Maddy e io non abbiamo avuto un’infanzia facile. Abbiamo potuto contare solo su noi stesse. Perciò venire a sapere che la mia sorellina stava per sposare vostro figlio, a diciannove anni, ha fatto scattare qualcosa dentro di me. Non l’ho gestita bene,emiscuso.» Tiffanysialzòevenneasedersiaccantoamesuldivanetto.«Nonpreoccuparti.Èstatounoshock anche per noi quando Matt ci ha parlato delle sue intenzioni. Voglio dire, sapevamo che era innamoratodilei.Inquestiduemesinonsonoquasimaistatilontanil’unodall’altra.» Duemesi.Eranoinsiemesoltantodaduemesiederanofidanzati.Noncipotevocredere. «Sembratremendamenteaffrettato…» «TipicodellafamigliaRains»disseTiffanyrivolgendounsorrisoalmaritocongliocchicastani pieni di amore, adorazione e lealtà. Volevo che mia sorella avesse quello, e forse sposandosi con Mattungiornoloavrebbeavuto.Tiprego,Dio,fa’chesuccedadavverodopolalaurea. Tiffanymiaccarezzòlaschienaconungestomaternochenessunomiavevapiùfattodanonso quanti anni. «Andrà tutto bene. Finiranno l’università e poi ci sarà un matrimonio da organizzare! Abbiamotempo.» Tempo. Inquelperiodosembraval’ultimacosacheavessiinquantitàsufficiente. IlrestodellamiapermanenzaaLasVegasfucaotico.OvviamenteGinpensavacheilfidanzamentodi Maddy fosse una cosa totalmente ridicola. Quella troietta sapeva esattamente dove colpirmi e continuòadarcidentropertuttoiltempocherimasi.FacendocommentisulfattocheMatteMaddy sarebbero scappati per sposarsi sulla Strip, o che Maddy sarebbe rimasta incinta nel giro di pochi mesi.QuestabattutamiconvinseaprenderedaparteMaddyedarleunalezioncinasull’importanzadi nondimenticarsimailapillola.Leigiuròdinonavermaisaltatoungiornoediprenderlatuttelesere prima di andare a letto. Dopo quella conversazione imbarazzante – per lei, non per me – le feci promettere incrociando i mignoli che non si sarebbe sposata senza di me. Era l’unico modo che avevo per assicurarmi che le cose andassero come programmato. In diciannove anni di vita non aveva mai, neanche una volta, infranto una promessa coi mignoli. Era sacra e quando mi baciò il mignolo,eiobaciaiilsuo,credettiallasuasolennepromessachenonmiavrebbedelusa. Mentre ero seduta sull’aereo pensai a come mi ero messa sulla difensiva e a quanto mi avesse sconvoltol’annunciodelfidanzamento.Ilproblemaeraforsechelamiasorellinastavaperavereil suo lieto fine prima di me? Era quello che diceva Gin scherzando. Però no, non era quello. Non avevomaivolutolecosecheavevalei.Sescavavopiùinprofonditàlarispostaerasemplice. Nonpotevoperderla. ErostataresponsabilediMaddydacheavevomemoria.Ilfattocheleivivesseconunuomoesi rivolgessealuiperaveresostegnosarebbestatasololaprimaperdita.Lasuafamigliamiavevafatto sapere che avrebbero pagato loro l’appartamento del figlio e che Maddy non avrebbe dovuto fare altrochespendereisoldi.EranofelicidiprovvedereancheaMaddyperchépensavanogiàaleicome aunmembrodellafamiglia.Semplice.Adessomiasorellafacevapartediquellafamigliaelorosene prendevanocura. Fare in modo che avesse un tetto sulla testa e cibo era mio compito, e lo era stato per quasi quindicianni.Nonsapevocomegestirequestacosa.Anzitutto,sapevocheavreicontinuatoapagare l’affitto della casa di mio padre e le avrei mandato diverse centinaia di dollari al mese per le emergenzeeicorsi,eancheperchésidivertisse.Selomeritava.Miasorellasifacevaunculocosìe non volevo che le cose cambiassero perché aveva bisogno di trovarsi un lavoro. Volevo che rimanessesullacorsiapreferenzialeversoilsuofuturosuccesso.Adessodovevoaccettareilfattoche MattRainssarebbestatoalsuofiancosuquestastrada.Iodaunaparteeluidall’altra. Be’, almeno non era cambiato niente riguardo alla vacanza alle Hawaii. Matt era sembrato sconvoltoquandoglieloavevodetto,eioavevoprovatounbrividoinconfessabile.Già,unastronza fattaefinita,enonmidispiacevaperniente.AsentireMaddy,luiavevacapitoilbisognodiunapausa trasoledonneeilfattochelanovitàerastataunfiloscioccante.Allafinedelladiscussione,ilpiccolo bastardo si era congratulato per l’idea e mi aveva dato la sua benedizione. Come se mi servisse. Simpaticone,avrebbecapitopiuttostoinfrettachicomandava.Speravosolocheallafineloscettro sarebberimastonellemiemani. 3 Tatuaggitribalineri.Muscolidacapogiro,grossiescolpiti,percorsidadisegniintricati,dipintisu pelleabbronzataetonica.Dallaspallasinistrascendevanolungoilbicipitegonfio,proseguivanosul petto,scendevanointornoallavitaesiinabissavanonelsarongchecoprivaisuoiattributimaschili. Le spesse linee di inchiostro ricomparivano sulla coscia enorme, percorrevano il polpaccio muscolosoesifermavanodicolpoallacaviglia.Sentivoappenalasabbiaroventebruciarmilepiante dei piedi mentre contemplavo, rapita, la magnifica creatura che stava davanti a me. Si girò di lato, offrendomi la visione della schiena possente e muscolosa, quella di un uomo che avrebbe potuto caricarsisenzasforzomeeunaltropaiodimodelleelanciarlenell’oceanochesistendevaallesue spalle. Si udirono una serie di scatti di una macchina fotografica, poi lui mi guardò. No, non guardavame.Isuoiocchicercaronoimieidainovemetrididistanzacheciseparavano.Gliocchi castani,ilcoloredelfruttodelcacaopiùscuro,sifeceroardentimentremiesploravaconlosguardo uncentimetrodopol’altro. Gliocchidellosconosciutomiscivolaronoaddossocomeunacarezzabruciante,cosìroventiche misventolailafaccianeltentativodialleviareilcaloreinsopportabile.Unavocedall’accentoitaliano impartìdegliordini,efinalmenteMrTatuaggiomilasciòandare.Eroliberamaavvertiiunastranae irritante sensazione di perdita. Il modo in cui quell’uomo mi aveva guardata era un richiamo, un fasciolaserdidesideriochemieraarrivatodrittoalcervello.Unasensazionefintroppofamiliare che si riverberò al centro del mio corpo. Rimasi a guardare mentre il fotografo scattava ancora, finchéfeceungestoimprovvisoconiltagliodellamano. «Finito!»disseinitaliano,epoi:«Perfetto». Mi costrinsi a distogliere lo sguardo da quel maschio strabiliante e osservai il fotografo armeggiare con l’attrezzatura, la faccia rivolta verso di me. Portava un panama marrone, pantaloncinicargoeunacamiciabiancadilinoconunsolobottoneallacciatochenonfacevanulla per nascondere il corpo snello. Fece un gran sorriso e si diresse verso di me, sollevando sabbia a ognipasso.Ioeroimmobile,fissanelpuntochemiavevasuggeritol’autistadellalimousinequando avevaparcheggiatoindicandomilatendasullaspiaggia.Dissecheilmiocapoeradietrolamacchina fotografica.Nonavevocapitochel’uomochefotografavalacampagnapubblicitariaeraancheilmio cliente. Comunque fosse, non mi importava granché. Il lavoro era lavoro e finché mi fruttava un assegnodacentomiladollariameandavapiùchebene. Mentresiavvicinavavidiunsorrisoappenaaccennato,dentibianchierughesottilialatodiocchi azzurriegentilieattornoallabocca.Ilsuoviso,affascinante,mostravacheerainvecchiatobene,ei capellibrizzolatiglispuntavanodasottoilcappello. «Bella donna» disse, sempre in italiano, mentre mi abbracciava con calore e mi baciava su entrambeleguance.«IosonoAngelD’Amicoetuseipiùbelladiquantoimmaginassiquandomia mogliemihadettocheavremmodovutoingaggiartiperlanostracampagna.» Appena menzionò la moglie, una donna statuaria uscì da una tenda bianca, la pelle bruna che luccicavaalsole.Leformegeneroseeranofasciatedaunsarongrossochesbattevaalvento.Icapelli scurielunghieranopettinatiall’indietroasottolinearneilineamenti.Quantoabellezza,questadonna latinaneavevadavendere.Angelbattélemanimentrevenivaversodinoi.«Ah,miamoglie.Levail fiato, eh?» disse con un forte accento italiano. Mi limitai ad annuire, perché ero rimasta davvero senzafiato:erasplendida. Mi fece un sorriso caldo. «Mia, è magnifico averti per il nostro progetto.» Anche lei si sporse versodimeemibaciòsuentrambeleguance.Adessocheerapiùvicinanotaicheneppureleiera giovanissima, ma l’età non aveva tolto niente alla sua bellezza. Zia Millie mi aveva detto che lo stilistaesuamoglieeranosullacinquantina,maquestiduesarebberopotutipassaretranquillamente perquarantenni.«SonoRosa,lamogliediAngel.Siamofelicichetusiaqui.» Misistemailaborsasullaspallaemiscostaiicapellidallafronte.«Sonofeliceanch’io.L’isola, be’,daquellochehovistovenendoquidall’aeroporto,èbellissima.» «Lo è. Puoi prenderti un paio di giorni per ambientarti. Abbiamo appena fotografato Tai e avevamo in mente di fare alcuni scatti a te, singoli.» Angel guardò indietro da sopra la spalla Mr Tatuaggiochebevevaacquadaunabottigliaeprendevaunamagliettadaqualcunocheaveval’ariadi unassistente.«Tai,vieniaconoscerelatuapartnerperquestomese.» Partner? Millie non mi aveva detto niente. Mentre stavo per chiedere cosa intendesse, l’uomo di nomeTaisimossepervenirciincontro.Quandodicosimosse,inrealtàavreidovutodirechelaterra siaprìperfarlopassare.Tuttosembròcristallizzarsi,mutoeimmobile,intornoaTaichecamminava sullasabbia.Eramozzafiato.Imuscolidellecoscesiflettevanoaognipasso.Gliaddominalierano finemente disegnati e la sua pelle sembrava danzare a ogni minimo movimento. Il petto scintillava comeunopale,liscioemulticolore.Maforseerailcaldoeilfattochelofissavoinebetita. Quando raggiunse il nostro gruppetto la sua presenza gigantesca mi costrinse a fare un passo indietro,comeselospaziosifosseristrettodicolpo.Accidenti,laspiaggiasembravatroppopiccola per contenere un maschio che irradiava quel magnetismo animale. Tutto, l’oceano e la magnifica sabbia che ci circondava, parve ritirarsi sullo sfondo, schiacciato dall’imponenza di quell’uomo perfetto. Angelallungòunamano.«TaiNiko,leièMiaSaunders.Starànelbungalowaccantoaltuoefarà tuttiiserviziinsiemeatequestomese.Vipresenteremocomelacoppiatropicaledellacampagna“La bellezzasiesprimeintutteleforme”.» GliocchicastanidiTaifissaronoimiei.Sileccòillabbroinferioreconungestosexyepoifece un suono come se si stesse succhiando i denti prima di stringere la bocca carnosa. Feci del mio meglio per non crollare svenuta ma il calore emanato da quell’uomo era come un muro di fuoco. Inspirò lentamente e allargò le narici mentre mi marchiava con lo sguardo. Non dissi niente. Non riuscivoamuoverminéarespirare.«Seiradiosa.Saràunpiacerelavorarete»disse,maisuoiocchi disseromoltopiùchelavorare“con”me.Aspetta…cosa? «Volevidirelavorareconme?»cercaidichiarire. Abbassòlatestaemifissòipiedi.Inquelmomentomiresicontochenonavevaicapelli.Avevala testaricopertadipeluria,unpo’comeTheRock.Loguardaimeglio,ineffettiassomigliavamoltoa Dwayne Johnson. Grosso, pelle color caffellatte, scurita dal sole tropicale, tatuato, solo che Tai sembravamoltopiùautenticoconqueitrattisamoanirispettoall’attore. Taistrinselelabbraefeceunsorrisetto.«No,nonèpernientequellochevolevodire.» Perlamiseria.Questomesesarebbestatounbelgirodigiostra.Magari,ilgiroavrebbecompreso staresopraosottounsamoanochesembravaundio,altounmetroeottantaechedinomefacevaTai. Unalamadilucepenetrònellastanzaemiarrivòsullafaccia,svegliandomidaunsognodigloria fattodiacrobazieconunsamoanosexy.Mialzaiemifecistradanellaroutinemattutina:preparaiil caffè, mangiai un po’ di ananas fresco e altra frutta tropicale presa dal frigorifero fornitissimo. Il bungalowaffittatopermedaiD’Amicoeradiquellichetuttivorrebberoinunavacanza.Sitrovavaa sud di Honolulu, esattamente sulla Diamond Head Beach. Aprivo la porta scorrevole e poggiavo i piedi sulla sabbia dopo appena tre metri. Una vista pazzesca sull’oceano. Spalancai le porte per lasciarentrarelabrezzadelmattinoeilsuonodelleonde. Incapacediaspettareoltre,indossaiunbikinibianco,presiunasciugamanoemidiressiversoil mare.Erapassatotroppotempodaquandoeroandatainspiaggial’ultimavolta,conWes. Wes.Nonvolevopensarci.Quandoeroarrivataall’aeroportodiLasVegassullacopertinadiun tabloid c’era una fotografia di Gina DeLuca sotto il titolo: “Nuovo amore per Gina”. Lo scatto mostravaGinaapranzoproprioconilmioWes.Be’,nonpropriomio,maeroarrivataprimaioe quindiildirittodiproprietàspettavaame,giusto?D’altraparte,adessocel’avevalei.Machecavolo miavevapreso?NonpossedevoWespiùdiquantoluipossedesseme.Forseavevaunpezzodelmio cuore, ma non il pacchetto completo. L’avevamo chiarito senza mezzi termini, anche se c’erano in ballo ancora dei sentimenti; avevamo concordato di lasciarli sullo sfondo mentre ciascuno di noi vivevalapropriavita.Ederaquellocheavevointenzionedifare. Viverelamiavita. Lasciai cadere l’asciugamano sulla sabbia a circa dieci metri dall’oceano e guardai l’acqua turchese. Era così trasparente che si vedeva il fondo per circa trenta metri prima che l’acqua diventassepiùalta.C’eraunsurfistasolitario,conunpaiodicalzoncinineri,cheprendevadelleonde piuttosto serie in lontananza. Non era bravo, di più. Lo guardai per un po’, ipnotizzata dalla sua abilità.L’uomopresequalcheondapiùpiccolaepoiruotòditrecentosessantagradi,sdraiandosisulla tavolaeremandoconlebracciaversoillargo.Qualcheistantedopoerainpiediaprendereun’onda perfetta,diquellechesiromponoproducendounpiccocentrale,cavalcandoladaprofessionista. Pocodopoilsurfistasidiresseversodimesuunaseriediondepiccoleeravvicinate.Sembrava unascenaalrallentatore.Furonolelineenerecheserpeggiavanodallaspallaallacavigliaadattirare il mio sguardo. Poi i miei occhi si bearono del petto più ampio che avessi mai avuto il piacere di ammirare.FinorailprimatoandavaaTony,diChicago,chenonavevaungrammodigrasso.Eppure, nemmeno lui poteva competere con questo gigante. Un uomo come Tai Niko faceva sentire minuscola una donna come me, alta poco più di un metro e settanta e ben fornita di tette e culo. Adoravosentirmipiccola. Latavoladasurfammaròsullasabbiaeluisaltògiùcongrazia,comeselofacesseognigiorno, poisichinòpertirarlasu.Selamisesottobracciocomesenonpesasseniente. «Ehi, haole» disse e io socchiusi gli occhi. “Appunto mentale: controlla cosa vuol dire haole su Wikipedia.” «Nonmieroresacontochefossitu.Seibravo»dissi,facendouncennodelmentoversol’oceano ecercandoditrovareunaragionepernonfissarlosbavando. Fece un sorrisetto, contraendo la mascella ben proporzionata. «Be’, sì. Quando non faccio il modelloononmiesibiscoconlamiafamiglia,insegnosurf.» «Insegni?» «Perché?Vuoiunalezione?»disseintonoseducente. Era proprio l’imbeccata che mi ci voleva. «Mi insegneresti a cavalcare?» chiesi inarcando un sopracciglio. Strinselelabbramentreesaminavaperbenelemiecurvemesseinrisaltodalbikini.«Tiinsegnerò acavalcaretuttoilgiornoetuttalanotte,ragazza.»Quandopronunciòlaparola“ragazza”nonaveva iltonocheunadonnauserebbeconlasuamiglioreamica.No,comeladicevaluiassomigliavadipiù aunruggito,colsuono“r”prolungatoevibrantechemimandòbrivididilussuriaintuttoilcorpoe mifeceprovareunapiacevolefittainmezzoallegambe. «Ahsì?Stiamosempreparlandodisurf?»dissichiamandoilsuobluff. Giocavo. Anche se immaginavo che giocare con lui in altri modi sarebbe stato molto più divertente.Ioelamiapiccolinaeravamopiùchepropenseaquelgirodigiostra. «Tuchenepensi?»Isuoiocchiscurisifeceronericomelanotte,pienidilussuria,eilmiolato femminilesaltòperlagioiaefeceunballettodifelicità. “Punta in alto o tornatene a casa” è lo slogan che si usa in situazioni del genere. Be’, avevo intenzionedifarnelamiacolonnasonoraperchéavreipuntatoiltuttopertuttoprimaditornarmenea casa.«Tesoro,accetteròqualunquecavalcatatumistiaoffrendo»risposisfacciatamente,sapendoche stavostuzzicandolabestia.Questavoltavolevoqualunquecosafossearrivata;lavolevocosìtanto chemisentivolegambemolli. Tai inspirò rumorosamente allargando le narici. La tavola cadde sulla sabbia con un tonfo, una zampacciamipreseperlavitaeiomiritrovaicontroilsuopetto,lasuaboccasullamia.Ilbaciofu selvaggio,brutale,alimentatodaquellachesipotevasolodefinireunafameinsaziabile. Lenostreboccherimaseroincollate,fuseinsieme,mordendoeleccando,giocandoconlalingua perassaporareesucchiarel’altro.Senzadirepiùunasolaparola,Taimisollevòdaterrafacendomi scivolarelemanisulculochemistavagiàaccarezzandomentreiogliallacciailegambeattornoalla vita, la bocca sempre incollata alla sua, troppo persa in quel piacere per guardare dove mi stava portando. Fu solo quando ero ormai senza il pezzo sopra del bikini e la mia schiena toccò una superficie morbida come una nuvola, con Tai che mi mordeva il capezzolo, che mi resi conto che noneravamopiùsullaspiaggia.Inquelmomentononmeneimportavaunaccidente:lovolevopiù dell’ariacherespiravo. Stringerequellatestaquasicalvaalmiosenoerabellissimo,maancoradipiùloeraconficcargli le unghie nel cuoio capelluto, lasciando piccoli segni a mezzaluna sulla superficie ispida. Non si scomposedavantiallamiaaggressività;luieraancorapiùviolento.Quandomiaffondòidentinel capezzolointurgiditogridai.Tailasciòandareunsenogonfio,feceunsorrisoperversoesidedicò all’altro, riservandogli la stessa tortura deliziosa. Mi metteva le mani dappertutto, sulle tette, sul sedere,sullanucaquandomireclamònuovamentelabocca.ConTai,eratuttounprendere. «Voglioprendertiforte,poipianoefinireconunaviadimezzo.Epoiricominciaredacapo»disse convocerocastaccandosidame.Allungòilbracciomuscolosoversoilcomodinoperprendereun pacchetto argentato. Grazie a Dio c’era qualcuno lucido. Io ero così pazza di desiderio che volevo solochemelomettessedentrofinoafarmidimenticarechiero. Tailasciòcaderesulpavimentoicalzoncinidasurfeiomisollevaipuntellandomisullebraccia. Quella visione avrebbe alimentato fantasie per anni. I tatuaggi non si fermavano alla vita, ma ricoprivanotuttalametàsinistradelsuocorpo.Motivineriaformarecosìtantisimbolieimmagini chenonriuscivonemmenoaleggerlitutti.Taifeceunaltrosorrisomalizioso,simiseunamanosul suoenormepeneerettoelamossepigramentesuegiù.Quandodicoenormenonesagero:eraunodi queicosichelaprimavoltafannomale,matuaccettiildolorecomeunamedagliaalvaloreenonti lamenti.Eloprendituttelevoltechepuoiperchénontisentiraimaipiùriempitainquelmodo. «Oddio,seigrosso…dappertutto»dissifissandoinebetitailsuofisicoscultoreo. Continuò a guardarmi mentre mi agitavo, mi inarcavo inutilmente e mi bagnavo sempre di più guardandolo accarezzarsi il suo delizioso membro. Ero così eccitata che stavo per andare fuori di testa,enonmenefregavaunaccidente. Fradicia.Dolorante.Gonfia. Eranoquestelesensazionichepercorrevanolamiapelleroventementreloguardavo.«Levatiil costume»michieseroco.No,noneraunarichiesta…eraunordine.Misareidovutatirareindietro davanti a quello sfoggio di dominio, ma ero così eccitata che mi limitai a obbedire, sciogliendo i laccettideglislipelasciandolicaderetralecosceaperte.«Allargalegambe.Vogliovedertelaaperta e bagnata» disse e ansimò quando feci come aveva detto. Mi morsicai un labbro per trattenere un gemitomentremiesponevoinunmodochepotrebbeessereritenutoumiliante,macheinvececonlui midavalasensazioneeroticadelproibitoemiportòalmassimodell’eccitazione. Taicontinuòaguardarmiaccarezzandosiilcazzo.Unagocciadiliquidopre-eiaculatoriobagnòla punta e io mi leccai le labbra. «Vuoi assaggiare, ragazza?» disse con quella voce che mi faceva rabbrividire. Non riuscii a rispondere. La stanza era scomparsa e io vedevo solo lui, schiava del bisogno di avere il suo corpo premuto contro il mio. Annuii e lui smise di toccarsi. «Leccami. Assaggiaquellochemifai.» Mi spostai verso di lui e mi misi a quattro zampe, poi mi avvicinai fino a fargli sentire il mio respiro.Alzailosguardo.Gliocchieranoduepozzescurecomelanotteeillabbroinferiorestretto traidentibianchieperfetti.Continuaiaguardarloeglieloleccaiinpunta.Ilsaporeasproesalatomi fecepulsareilsessoesentiil’eccitazionebagnarmilecosce.Respiròrumorosamente.«Sentol’odore deltuosesso,ragazza.Hailprofumodelsole.»Lasciòandareunlungorespiro.«Hointenzionedi fartilafestafinoafartiperdereisensi.Lovuoi?» Invecedirisponderelopresiinboccaeloguidaifinoingola.Mimiselemanitraicapelli,non tirandomapiuttostomassaggiandomiilcuoiocapellutomentreglidavopiacere.Lasensazionedelle ditachemitoccavanosenzapressioneeramoltopiacevole.Sollevaiunamanoelastrinsiattornoalla basedellasuavirilità.Eratroppogrossoedentravasoloametà,maiomisentivofieradellacapacità di farmelo arrivare fino in gola. Ci riuscivo, e mi avevano detto che molte donne non ne erano capaci.Conquelledimensioni,metàeratuttoquellocheriuscivoaprendere.Ilpensierochenelgiro dipocoquelcosomiavrebbeapertaametàmifeceraddoppiareglisforzi. «Vacci piano, ragazza.» Uscì dalla mia bocca e si allungò sul letto, e quel corpo mi fece l’impressione di una tavola imbandita per un banchetto sontuoso. Non sapevo che cosa assaggiare: ancoraunpo’delsuocazzosucculento,oppureisolchitraipettoraliscolpiti.«Mettitiacavalcioni sopra di me. Voglio leccarti mentre me lo succhi. E prenderai fino all’ultima goccia.» Il tono era energico, del tipo in camera da letto comando io, e devo ammettere che con lui funzionava. Prima chepotessiabbassarmiversodilui,avevaalzatolatestaemiavevaficcatodentrolalingua. «Oh cazzo, Tai» urlai selvaggiamente, ruotando il bacino mentre lui mi premeva sulla parte posterioredellecosceperfarmiallargarelegambeancoradipiù…Sembravounaballerinachefa unaspaccata,solocheinvecedifaticaesudoremiaspettavaunorgasmodamandartifuoriditesta. Mi scopò con la bocca e con la lingua, facendomi dimenticare completamente che avrei dovuto succhiarglielo.Taieracampionedelmondoneldarepiacereconlabocca,traimiglioricheavessi conosciuto,allapariconAleceWes.SolocheTailofacevacomeunorimastosottochiaveperdieci anniechepertuttoqueltempononavevapensatoadaltrocheleccarlaproprioame. Pochiminutidopoglistavovenendoinbocca,elacosasembròeccitarloancoradipiù.Udivoi suoigrugnitieleparolechediceva. «Zucchero.» «Fradicia.» «Mmh.» «Tuttoilgiorno.» «Stoquituttoilgiorno.»Furonoleultimeparolechesentiiprimadigodere,crollandosopradilui elasuaerezione.Alzailatesta,glielopresiinboccaemidiedidafarenonappenapercepiiilsuo sapore. Lo leccai, lo succhiai, lo mordicchiai e lo accarezzai con tutta me stessa finché lui non cominciòavenirmiincontroinarcandoilbacinoperaffondarmidentro. Il suo cazzo diventò ancora più duro, facendomi intuire che stava per venire. Ero fierissima di dare piacere a quel gigante, di poterlo portare all’orgasmo come lui aveva fatto a me. Quando mi mise dentro due dita, mi tesi come un arco. Toccò il punto giusto al centro del mio corpo e io fui travoltadaunorgasmoviolentochenonprovavodaquandostavoconilFrancesino.Legrossedita di Tai sapevano esattamente cosa fare e avevano trovato al volo il punto che mi faceva impazzire. Continuòatoccarmilìfinchénonebbialtrasceltachesucchiarglielocomeseneandassedellamia vita.Performancedastardelporno,semipassatel’espressione. Taispinseleditapiùinfondoesiinarcòperaffondaredentrolamiabocca.Avevolasensazione dicavalcareun’onda.FuipercorsadafremiticaldimentreTaimifacevavenireconlaboccaeconle dita,eiaculandomiingolacongettipotentiecaldi.Losucchiaituttoefinalmenteluimitolselamano dal sesso, lasciando ricadere la testa sul cuscino con un sospiro. Una maratona per sfogare la tensionesessualerepressa.Comesefossiprivadipeso,mifecegirare,miportòaccantoaséemi tennestretta. «Laprossimavoltausiamoquesto»disseallegramentereggendotradueditailprofilatticointatto. «Affarefatto»dissiconunarisata,rannicchiandomicontrodilui.Sapevadioceano,disessoedi me.Unamisceladeliziosa. C’eraunaltrouomochesapevasempredioceanoeiochiusigliocchicercandodievitarechesi intromettesse in quel momento. Avevo appena fatto del sesso incredibile e avevo in mente di farne altro,epresto. “Nonadesso”dissiamestessa.“Goditiilsamoanofinchépuoi.” Tai mi accarezzò la schiena e poi mi mise una mano tra i capelli, massaggiandomeli. Sono piuttostosicuradiaverefattolefusacomeunagattinasottolesuemaniabili. «Tipiace,haole?» Appoggiaiilmentoalsuopettoepercorsiconunditoiltatuaggiocheavevasulcuore.«Cosavuol direhaole?» Luisorrise,sisporseversodimeemibaciòlafronte.Eraungestoincredibilmentedolcedaparte di un uomo che mi aveva appena maltrattata come un dominante del BDSM . Va be’, forse no. Non sapevouncavolodiquellepratiche,madisicuroluisapevabenissimocomefarsiobbedire. «Haolesignificastraniera.» «Preferiscodecisamente“ragazza”»borbottaieglileccaiuncapezzolo.Larisatatonantealmio commentosarcasticomirimbombònelleorecchieemirisvegliòqualcosa;sentivogiàrinascereil desiderio,esoloperchéavevariso.Ragazzi,eroneiguai. «Presonota,ragazza»disseconiltonochestavocominciandoadamare.Mifecealzarelatestae mi baciò. Intendo dire un bacio vero. In camera da letto Tai Niko non faceva niente in modo superficiale. Mi era già chiarissimo da quello che era appena successo che ci metteva l’anima nel darepiacere.Diedequelbaciocomesestessegareggiandoperunpremio,cheavrebbevinto. 4 Piuttostostranamente,allafinenonusammoquelprofilatticocomeavevamoprogettatoperchénon appenailnostroultimobacioiniziavaafarsiinteressante,Tairicevetteunachiamata.Epoiun’altra, un’altraeun’altraancora.Aquantopareva,lacenadelsabatoseraeraunavvenimentonellafamiglia Niko.Percui,dopoesserciappenaconosciuti,insostanzadopoessereandatialettoinsieme,adesso stavoperincontrarelasuafamiglia.Tuttiquanti,dalprimoall’ultimo. «Vedi, Mia, la mia famiglia è fantastica. La migliore. Però tu sei bianca, vieni dal continente. Perciòsesentiuncommentosulfattocheseihaole,nonfarcicaso.Lamiagentevamoltoorgogliosa della propria cultura, del retaggio e delle radici familiari. Ti tratteranno bene e ti accoglieranno a bracciaaperte…amenochenonpensinocheioeteabbiamounarelazioneseria.» «Nondovrebberoesserciproblemi.Noncel’abbiamo,iosonoquiperlavoroerimarròsoloun mese. Fine della storia. Sono felice di ribadirlo. Se intanto giochiamo anche un po’» gli diedi una gomitatascherzosasulbicipite«tantodiguadagnato.Giusto?» Mielargìunsorrisocosìsexychemifecevenirevogliadimangiarmelo.«Cihaipreso,ragazza. Adesso andiamo, a casa mia conoscerai per primo mio padre. Poi tutti i miei fratelli e infine mia madre.» Inarcailesopraccigliasenzavolerlo.«Perchétuamammaperultima?» Lui scosse la testa. «Il meglio alla fine» rispose, ma pensai che l’avesse detto solo per non prendersiuncalcionellepalle. Quando arrivammo a destinazione, dire che rimasi sorpresa sarebbe riduttivo. Per qualche ragione, mi aspettavo qualcosa di molto più tribale e caratteristico. La casa era dipinta di azzurro come il cielo, aveva un rivestimento bianco e una veranda che correva lungo tutto il perimetro. Il confinedellaproprietàerasegnatodagrandiprativerdipunteggiatidipalme.C’eraunlungovialetto con almeno venti automobili parcheggiate. Per una cena in famiglia. Se aveste invitato tutta la mia famigliaacenasaremmopotutiarrivareconlastessamacchina. Nel momento stesso in cui ci avvicinammo, udii un brusio attutito. Voci ovunque. All’interno e oltre,probabilmentesulretrodellacasa.Piùdiognialtracosa,rimasistupitadalsuonopiùbellodel mondo: scrosci di risate provenienti da ogni direzione. Gioia. La percepii non appena misi piede nellagrandetenutainstilecolonialechesorgevanelcuorediOahu. Tai mi teneva per mano senza parlare e mi condusse da un locale all’altro. C’erano persone in ogni angolo. Tutte alzarono lo sguardo, volti sorridenti color zucchero di canna ci osservavano mentreattraversavamolestanze.Nientegiudizi:nell’ariaaleggiavasolocuriosità. Finalmentearrivammosulretro,dovec’erailcuoredellafesta. «Èunacenaounritrovodifamiglia?» Tai gettò indietro la testa e rise forte. Parecchi sguardi si volsero a noi al suono baritonale di quellarisata.«Ècosìtuttiisabatisera,Mia.Lamiafamigliaèmoltounita.Partecipanotutti,ognuno porta un grosso vassoio che basta per quaranta o cinquanta persone. Riportano a casa quello che avanzanellostessovassoioconcuisonoarrivati.Nientecaos.» Gli strinsi la mano. «Ma noi non abbiamo portato niente» dissi tormentandomi il labbro con i denti,preoccupatadinonaverseguitoilprotocollosamoanoperunafestacomesideve. «Einvecesì.Cosapensidiessere?» «Io?»Inarcailesopraccigliaalpuntodafarmidolerelaradicedelnaso. Mistrinsecontroilsuocorpocaldo.Glimisilebracciaintorno,appoggiandolemanisulsedere muscolosoesodo.Dio,quantomisarebbepiaciutomorsicarglielo.Rimpiansinuovamentechenon fossimo riusciti a concludere i nostri giochi nel modo che mi sarebbe piaciuto. Ciò avrebbe significatochel’indomaniavreiavutoproblemiacamminaredritta. Taisileccòlelabbrapeccaminose,appoggiòlafronteallamiaeabbassòlavocealpuntochela sentii riecheggiare al centro del mio corpo. «Non guardarmi come se mi volessi saltare addosso, ragazza, oppure ti sbatto contro il muro più vicino e ti scopo in modo che ti sentano tutti. E ti sentirebbero.Nientepuòbattereunadonnacheurladipiacerequandocel’hadentrofinoinfondo.» Già.QuelcommentomitappòlaboccafinchéTaisifermòdavantiaunaltrocolosso.Eraatorso nudoeindossavasolocalzoncinidasurf.Miguardaiattornoevidicheeranotuttivestitidaspiaggia, mentreTaiindossavaunpaiodipantaloncinicargoeunapolo.UnabbigliamentocheHector,ilmio amico gay di Chicago, avrebbe definito “golf chic”. Tai avrebbe potuto mettersi qualunque cosa o, meglioancora,nientedeltutto,etiavrebbecomunquefattovenirvogliadisaltargliaddosso. «Tama.»Taiannunciòlanostrapresenzaall’uomoinpiediaccantoalbarbecueusandounaparola samoanachedovevasignificarepadreofratello.Abbassòlosguardoeioloimitai,ignorandoquale fosseilcomportamentoappropriato. «Figliolo, chi è questa persona che hai portato a casa?» chiese l’uomo in tono amichevole. Tai alzògliocchiesorrise. «Tama, lei è Mia Saunders. Mia, questo è mio padre, Afano Niko.» Gli porsi la mano e lui la strinse.«Lavorainsiemeameaunacampagnapubblicitaria.» Il padre sembrò stupito. «Un’altra modella? Credevo avessi imparato la lezione dopo l’ultima volta» borbottò, il tono di colpo preoccupato e venato di pregiudizio. Ovviamente era successo qualcosaalriguardoesuopadrenonvolevacheTairifacesselostessoerrore. «Mianonèlamiaragazza,Tama.Solounacaraamica.Rimarràsull’isolasoltantounmese,poi ripartirà.» Quelleparolesembraronoplacarel’uomo.Diedeunamanatasullaschienaalfiglioeglistrinsela spalla.«Be’,bene,bene.Alloramangeràeparleràconlafamiglia.Impareràqualcosadellaculturadi Samoavistochenehalapossibilità.»Taifeceunsorrisoorgoglioso. «Esattamentequellocheavevoinmenteio.» Conobbi i fratelli di Tai, tutti enormi e di bell’aspetto e con diverse varianti dei particolari del tatuaggio che avevo visto su di lui. Il sole sulla spalla di Tai era identico a quello del padre, con i raggichescendevanolungoilbraccioeproseguivanosulpetto.Ilfratellomaggiore,Tao,avevala stessa tartaruga di Tai. Altri due fratelli avevano analoghe linee di inchiostro nero attorno all’avambraccio e alla gamba. C’erano una serie di motivi che non avevo avuto modo di guardare benenellafrettadivestircieuscire. DopoaverchiacchieratoescherzatoconognunodeitrefratellidiTai,riattraversammolacasain direzione della cucina. Ero al secondo drink speciale della famiglia Niko, una bevanda chiamata LilikoiPassion,chesignificavapiùomeno“appassionatodelfruttodellapassione”,midisseTai,o qualcosa di analogamente stupido. Sapevo solo che era buonissimo, mi faceva sentire caldo alla pancia e mi liberava la testa. L’ultima volta che avevo bevuto ero finita a letto con il mio cliente, MasonMurphy,conaddossosololabiancheriaintima.Lacosanonerapiaciutaneancheunpo’alla sua fidanzata, anche se non era successo niente. Mace era un fratello per me. E come succedeva sempre con le bevande alcoliche, mi tornarono in mente tutte le persone che avevo bisogno di risentire, amici come Hector e Tony, Mace e Rachel, e Jennifer, la moglie del regista a Malibu. Doveva essere al quinto mese di gravidanza, ormai. E naturalmente… Wes. Ci scambiavamo messaggi e per il momento andava bene così. La foto di lui e Gina insieme, sparata sulla prima paginadelmiotabloidpreferito,nonmifacevavenirvogliadisentirlo.Proprioperniente.Eroalle Hawaii per lavorare e divertirmi. Il lavoro sarebbe iniziato dopo un paio di giorni mentre la parte divertente era già cominciata… tra le braccia calde e scolpite della mia personalissima versione di TheRock. Taisifermòdavantiaunadonninaconlunghicapellineriintrecciatiinmanieracomplicata.Aveva bracciafortiestavamescolandoqualcosainunapentola. «Tina»disseTaiavocealtaperfarsisentire.Abbassòdinuovolosguardo,insegnodirispetto, comeavevoimparato.Parlandoconifratelliavevonotatochetuttiglianzianivenivanotrattaticonlo stesso atteggiamento deferente. Non sapevo se era una caratteristica della cultura samoana o semplicementeun’abitudinedellafamigliaNiko,mainognicasosuggerivagrandevenerazionenei confrontideglianziani,eprobabilmentesignificavacheselomeritavano. Ladonninasigirò.Eraapiedinudieindossavaunpareoarancionebrillantechelearrivavaalle caviglie,unacamiciasenzamanicheintintaeunatunicabianchissima,chesospettavofosseunsegno di pudore. Le giovani donne della famiglia non avevano alcun problema a mostrare la pelle nuda. Erano tutte ben fatte e indossavano bikini mentre se ne stavano a chiacchierare con i vari membri dellafamiglia.Probabilmenteioeroeccessivamentevestita,conunpaiodipantaloncinibianchieuna canottieraverde.Almenoicapellieranoondulatiinmodonaturaleperviadell’umidità,eapparivano foltiebrillanti.Iclimitropicalimisiaddicevano;imieicapellieranoalloromeglio,enondovevo muovereundito. «Figliomio,tesorodelmiocuore»losalutòleiaccarezzandogliilpettoefacendogliabbassarela testaperbaciarlosuentrambeleguanceepoisullafronte. GliocchicastanieranoidenticiaquellidiTaiepienidiamorematerno.Nonricordavol’ultima voltaincuiavevovistoquellosguardonegliocchidimiamadre…semail’avevovisto.«Tina,leiè MiaSaunders,lavoriamoinsieme.Lestofacendovederel’isolaelanostraculturamentreèqui.Mia, questaèmiamadre,Masina.» «Mmh,pensavosichiamasseTina.» Scoppiaronoentrambiaridere,Taiconunarisatadigolacheriecheggiòdentrodimecomeun brividocaldo,suamadreconunarisatinasommessa.«Tinasignifica“madre”insamoano.Imieifigli usanolanostralinguaperrivolgersiallepersonediSamoa.» Agitaiunamanoconleguanceinfiammeerisposi:«Oh,miscusi.Nonavevomaisentitoparlare samoanoprimadiincontrareTai.Piacerediconoscerla,MrsNiko».Leporsilamanoeleilaprese conunastrettaleggera,poimiabbracciò,baciandomisulleguanceesullafronte.«Seismarritaestai facendounviaggioimpegnativo.Nonaverepaura.Troveraigrandegioiainquestaesperienzaprima diimpegnartipersempre.» Ebbi la sensazione che mi mancasse il terreno sotto i piedi. Rimasi paralizzata, incapace di muovermiediparlare.L’unicacosacheriusciiatirarfuorifu:«Oh». «Tina…»Tairimproveròlamadre,poimiattiròalsuofianco.«Miamadrehapoterispirituali.È statabenedettadallavisione.» «Visione?»Miaggrappaialuielanciaiun’occhiataalladonna. Taiannuìpococonvintoeleimidiedeuncolpettosullespalle.«Tuttosaràcomedeveessere,Mia. Nonpermetterealmioragazzodiconfondereiltuofuturocolsuo.Purtroppo,nonsonolegati.»A quelpuntosiaccigliòesporselelabbrasottili.«Avetepocotempo,fatenetesoro.»Epoisiaprìinun sorrisoluminoso;ilnasolargoeglizigomialtilafacevanoassomigliareaunelfo. Taisospirò.«Mianonèlamiaragazza.Siamoamici,passeremoinsiemeunmese,lavorando.» Masina annuì. «Lo so, cuore mio. Non aspettarti di più, perché non l’avrai.» Parlò in tono serissimo.Unavvertimentomaterno,acuiavremmodovutoprestareascolto,assolutamente.«Adesso andate» disse con un gesto delle dita per congedarci. «Sono molto impegnata nel preparare il dessert.» Taimimiseunbraccioattornoallespalleemicondussefuoridallacucina.Aquelpuntoavevo finito il drink numero due e avevo un gran bisogno del numero tre. Scossi il bicchiere e ci dirigemmoversoilbardovec’eranoaltecaraffepienedelliquidocolorfragola. Tornammoalbungalowdopotanti,troppiLilikoiPassionecisedemmosullasabbia.L’unicorumore chesisentivaeraquellodell’acqua.Leondesiinfrangevanoconviolenzasullaspiaggia;laschiuma biancaeladistesasericadell’oceanoriflettevanounalunaperfetta.Dadoveeravamosedutiilmare sembravasenzafine,prontoainghiottircinellesueoscureprofonditàinqualunquemomento.Amavo etemevol’oceanoinpartiuguali.Neavevogranderispettoenonlosottovalutavomai. Mi appoggiai sui gomiti e incrociai le caviglie, osservando l’uomo a torso nudo che sedeva accantoame.«Checosasignificanoqueitatuaggi?»glichiesi. «Significano tutti qualcosa, ragazza. Quale punto in particolare ti interessa?» I suoi occhi erano scuri come l’oceano, ma non altrettanto spaventosi. Mi sarei tuffata volentieri in quelle splendide pozzenere. Percorsiconilditoilsolecheavevasullaspalla,carezzandoogniraggioconilpolpastrello.Sotto ilmiotoccolapellediTaifupercorsadaibrividi. «Quelloèstatoilprimo.Èstatoungrandeonore.Nellamiacultura,ilsolesimboleggiaricchezza, luminosità,magnificenzaecapacitàdicomando.Perme,ilmodoincuiiraggisiallunganofinoal cuore mostra il desiderio di seguire la sua guida. Di essere ricco nelle vie dell’amore come mio Tama.Eungiornosperodidiventareunapersonaimportanteacapodellamiaaziendaedellamia famiglia.Dinuovo,comemioTama.Èperquestochehochiestoamiopadredicondividerlo.» «Èdavveroparticolare.» Tai inspirò, gonfiando il petto. «Secondo i samoani, se vuoi avere un tatau o l’inchiostro, devi meritarlo.Edev’esserciunmembrodellatuafamigliadispostoacondividerloconte,inmodochele vostrevitesianolegatepersempre.»Sialzòinpiediesitolseicalzoncini,rimanendocompletamente nudo.Sigiròdifianco,ilpenesemierettoneppurelontanamentesimileaciòchediventavaquando era davvero eccitato. Fece scivolare una mano sulle costole fino a una mezzaluna con al centro un disegnoaspirale. «QuestisegnilihoricevutipermiofratelloTao.Ilsuodesiderioeratrovarel’armonianellavita. Ha combattuto tanto. Con i nostri genitori, con me, con le nostre sorelle, con gli altri bambini a scuola.Quandohatrovatolasuastrada,havolutocondividereilpercorsocheavevafatto.» Raccolsileginocchiaalpettoelecircondaiconlebraccia.«Elatartaruga?» Sorrise e si passò una mano sugli addominali. Non addominali: quadrati di lussuria. Ciascun singolo addominale scolpito mi faceva venir voglia di leccare e mordere ogni centimetro di quel busto,deifianchi,deitatuaggieilresto…cavoli,soprattuttoperviadeitatuaggi. «Un’altra richiesta da parte mia che condivido con il mio fratello più piccolo. La tartaruga simboleggia longevità, benessere e pace. È una cosa che desidero per la mia famiglia e per me stesso.» «Eleondeeimulinelli?Significanoqualcosaosonosempliciriempitivi?»chiesiconsincerità,e luisimisearidere. Scosse la testa e seguì con un dito i vortici che gli ricoprivano il corpo. A quel punto gli era diventatoduroeioeroprontaalasciarperderequellestorie,mamiinteressavasapereperchéavesse interamente ricoperto di tatuaggi metà del corpo, lasciando vuoto il resto… senza traccia di inchiostro. «Nella nostra cultura l’oceano è molto importante, non solo perché ne siamo circondati, letteralmenteallasuamercé,maperchéisamoanihannosemprecredutochel’oceanofosseilluogo doveandavidopolamorte.Datochefacciosurf,elamiaculturadeveesseresemprevicinaalmare, gliriservounpostonellastoriadellamiavitaediquelladellamiafamiglia.»Proseguìmostrandomi segniquaelà,perunpaiodicugini,perl’altrofratelloecosìvia.Avevapersinoinfrantoleregolee avevalostessofiorechetutteledonnedellasuafamigliaavevanotatuatosulpiede. L’avevonotatoallafestamanonneavevoparlato.Inquelmomento,nonmierasembratostrano chetutteledonnepresentiavesserountatuaggioidentico.Scopriicheerailsegnodellalorostirpe; era la versione femminile di tributare il medesimo rispetto alla famiglia marchiando il corpo in modopermanente. «Ultimadomanda,prometto!» Alzògliocchialcieloesisedettesull’asciugamanochecieravamoportatidietro.Mimorsicaiil labbro ammirando lo spettacolo della sua erezione. Volevo quel membro enorme dentro di me almenoquantovolevoilmilionedidollarichemiservivanoperrestituireildebitodipapà. «Avanti,ragazza.Chiedipure.Mamentrelofaitoglitiivestiti.Lentamente.» Miguardaiattornocomesesuunaspiaggiaprivatapotessecomparirequalcunopermagia.Ehi, sono una ragazza di Las Vegas. Non puoi mai sapere se c’è qualcuno nascosto dietro i cespugli. Ovviamentequidicespuglinonc’eramancol’ombra.Solochilometridipalmeesabbia.Mialzai,mi tolsilacanottiera,sbottonaiipantaloncinielasciaicadereivestitisullasabbia. «Vaiavanti.» «Conladomandaoconlospogliarello?»chiesiintonomalizioso. Inarcòlesopracciglia.«Tuttiedue.» Sganciai il reggiseno e lo tenni in mano davanti a me. «Perché la parte destra del tuo corpo è completamenteprivaditatau?»chiesiusandolaparolasamoanaanchesenonerosicuradicomesi pronunciasse.Luisorrise,perciòdovevoaverladettanelmodocorretto.Evvai! «Meloni.» «Eh?» «Voglio vedere i tuoi meloni. Abbassa le braccia.» Lasciai andare il reggiseno, liberandoli. Due deliziosecoppaDchestavanosubelledritte,sevoletelamiaopinione.Miportailemanisottoiseni accarezzandoli senza pudore. Tai gemette e si allungò all’indietro, allargando le gambe. «Lo vedi questo,ragazza?»Scosselatestaconfintaindignazione. «Certochelovedo.Adessorispondimicosìpossiamoconcluderelaseratainbellezza.» Mifecesegnodiavvicinarmipiegandoundito,maioscossilatesta.Rifeceilgestoeio,incapace dinegarediesserebagnatafradiciaeildesideriocheprovavo,mimisisopradilui.Mitiròversoil basso in modo che gli sedessi in grembo. Senza una parola, mi fece scivolare dentro due dita penetrandomiinprofonditàepremendoilpollicecontroilclitoridechepulsavadieccitazione.Gettai indietrolatestaemiinarcaioffrendogliiseni,chepreseinmanosenzafarsipregare. Mifecesollevare,infilòleditaancorapiùinfondoesimiseascoparmiconlamano.Quandomi morse il capezzolo e contemporaneamente sfregò il pollice sul clitoride, persi il controllo. Fui travoltadaunorgasmopazzesco. Immediatamentedopo,luiavvicinòlaboccaallamiaemibaciòconforza,alungo,lasciandomi stordita.Siscostòemisentiidinuovoubriaca,solochequestavoltaeroebbradilui.Prontaaessere lasuaschiavavolenterosapurchémiconcedesseunaltroassaggiodiquelpiacereinebriante. «Holasciatounapartedelmiocorpointattaperme.Quellametàdellamiavitaèsoltantomiae verrà condivisa solo dalla mia futura moglie e dai miei figli. Quando arriverà il momento giusto, condivideròisegnidellavitadeimieifigliesperoanchedeimieinipoti.» I miei capelli gli ricaddero sul viso quando appoggiai la fronte alla sua, sfiorandogli appena le labbraconlemie,lebocchevicinecherespiravanolastessaaria.«Nonpuoiesserevero»sussurrai. «Gliuomininonsonomaicosìaltruisti.» «Oh,tesoro,sonotutt’altrochealtruistaehoinmentedidimostrarteloquandomiprenderòquello chevogliodaltuocorpospettacolare.» «Sì,tiprego.» Mimiselemanisulculo,misollevòemiportòalbungalow. 5 IlmembrodiTaieraimpressionante.Grosso.Ilcentrodelmiocorpoeragonfioedolorantedopo l’ultima notte di sesso. La sua fame era insaziabile. Mi aveva presa così tante volte che adesso mi sentivo vuota, priva della sensazione di pienezza che mi dava averlo dentro. Era stata una notte memorabile,unanottedisessopuro,genuino,sporco,perverso.Quellochetutteledonnevogliono macheraramenteottengono. Nel salire le scale che portavano alla magnifica villa sulla spiaggia dove avrei fatto la prima seduta fotografica per la casa di moda D’Amico e la campagna “La bellezza si esprime in tutte le forme”, avevo stampato in faccia un sorriso che non riuscivo a trattenere. Sollevai la mano, ma primachepotessibussarelaportasiaprì;adaccogliermi,untizioscheletricovestitoallamoda. «Graziealcieloseiqui.Mia,giusto?»disseemifececennodiseguirlo.Loosservai:eravestito tuttodinero,jeansaderentisullegambettesteccheeT-shirtinfilataallamenopeggionellacintura,a evidenziare una vita non più grande della mia coscia. Lo seguii a ritmo sostenuto, ciabattando rumorosamenteconleinfraditosullepiastrelle.«Èarrivata»disseentrandonellazonagiorno,senza rivolgersianessunoinparticolare.Sialzòqualchetestaevifuronodeicennid’assenso,tuttolì.La stanzanonaveval’ariadiunsalottonormaleconTV edivani,com’eroabituata.Erastatatrasformata inunambientedilavoroconpostazionipertrucco,capellieguardaroba.Unapareteeraoccupatada rastrelliere per abiti, piene di costumi e prendisole. Un’altra era rivestita di specchi con delle poltroncine davanti, tipo parrucchiere. C’erano diverse persone sedute per l’acconciatura, con una musichettaallegrainsottofondo. L’uomochenonsieraancorapresentatobattélemanisulloschienalediunapoltroncinadipelle. «Siediti.» Feci come aveva detto, soprattutto perché non sapevo che altro fare. Attraverso le portefinestrevedevounapiscinagigantescaeungiardinodoveAngel,lostilista,eilfotografoche gli dava una mano stavano sistemando l’attrezzatura e dando ordini agli assistenti. Quando avevo fattolamodellaperAlecerostatadasolaperlamaggiorpartedeltempo,enonc’eranocosetipo parrucchieriotrucco.Noneradiquestochesioccupaval’arte.Quellasituazionemifacevavenirein mente sessioni fotografiche a un livello più alto, come quelle cui avevo partecipato per qualche pubblicitàduranteilbreveperiodoincuiavevofattol’attriceprimadidiventareunaescort. «IosonoRaul,iltuostilista,artistadelmake-upeparrucchiere,tuttoinsieme.Sonotuttoquanto, piùunsacchettodipatatinealpeperoncino.»Mistrizzòl’occhio.Valutaiilsuolookgoticoaffamatoe pensai che avrebbe potuto servirgli un sacchetto – anzi, venti – di patatine piccanti giusto in quel momento.Gliunicicoloricheavevaaddossoeranolacarnagionemarronechiaroeicapelliviola. AvevalatestarasataailatieunciuffoallaElvisPresley;agiudicaredallalunghezzadeicapelli,mi chiesisesifacesselacrestaallamoicana.Miraccolseicapelliinunacodadicavallo,poipassòa truccarmi velocemente. Chiacchierammo del più e del meno mentre mi acconciava i capelli, arricciandomeliinboccolimorbidi. Raulimpartìqualcheordineallepersonenellastanzafinchéunatipaaltissima,conocchienormie magra come un chiodo, si avvicinò con in mano un costume da bagno e lo porse a Raul. Lui la squadrò da capo a piedi con tutta calma, si passò la lingua sulle labbra e la ringraziò. Lei fece un’espressionecompiaciutaesivoltòchiamatadaqualcunaltro. «Èlatuaragazza?»glichiesimentreluidavagliultimitocchiaimieicapelli. «Nonancora»risposeintonocospiratorio.«Cistolavorando.Ètimida.Nonvogliospaventarla, maquestoweekendusciamoinsieme.» «Buonperte!»Sorrisi,eluianche.Diedevolumealsuocapolavoro,accertandosichenoncifosse neancheuncapellofuoriposto. Un ultimo tocco e una spruzzatina di lacca, quindi annunciò che aveva finito. Guardai nello specchioefecifaticaariconoscermi.Stavobenissimo!Imieicapellieranolucentieavevanovolume, conqueiboccolimorbidicheseguivanoconeleganzaimovimentidellatesta.Iltruccoeraperfetto,il lavorodiunartista.Imieiocchiverdirisaltavanoederanocosìluminosichemiresicontodiquanto fosserobelli,eseppicheeranounadellecosemiglioridime.Ilrestodeltruccomifacevasembrare baciatadalsole,abbronzata,una“bellezzanaturale”ottenutaconunsaccodimake-up. «Seiungenio.» «Loso»rispose,emiporseuncostumedabagnonerolucido.Erauntankini,fattodauntopeda unpaiodislipconduelaccettibianchisuifianchi.Erapiùcastodeibikinicheindossavodisolito,e comunquepercominciareandavabenissimo.«Vaiacambiartidovecisonolealtre.» Entrainellastanzachemiavevaindicatoemiritrovaicircondatadaunaseriedidonnedituttele formeetaglie.Gliassistentipassavanodaunaall’altra,spruzzandoqualcosasullapelleesistemando icostumidabagno. Una nera formosa mi si avvicinò. Aveva un complicato costume bianco con due fasce che si incrociavano sul seno per poi allargarsi a coprirle la pancia, finendo con un paio di culotte. Era perfettoperlesueforme,eilbiancoformavauncontrastosplendidoconlapellecolorcaffè.«Ciao, iosonoMiChelle»disseporgendomilamano.Glielastrinsiconunsorriso. «Mia.»Miguardaiattornoelealtremisalutaronoconlamano. MiChellemimiseunbracciointornoallespalle.«Okay,quellaputtanellabiondaèTaylor»disse indicandounachesistavainfilandoinuncostumeilsenoenorme.Icapellibiondieranomeravigliosi elesfioravanoilsederegeneroso.Sepropriodevodirvelo,erauna46piena,forseaddiritturauna 48, e con quel costume nero era sexy da impazzire. Taylor mi rivolse un cenno. «Quella lì…» continuòMiChellegirandosiversounamoraconicapellicortipettinatiall’indietrocomeunadelle vocalistdiRobertPalmer«èlamiaragazza,Lindsay.»Probabilmenteerapiùminuta,una44direi. Mi portò verso il punto in cui erano sedute due gemelle identiche, i capelli raccolti in una pettinatura elaborata, lo stesso costume da bagno, solo di colore diverso. Avevano capelli rosso scuroschiaritidaciocchebionde;entrambeavevanounasingolacioccabiondaliberaaincorniciare ilviso.«Ciao»disseronellostessomomentoepoisimiseroaridacchiarecomedueadolescenti.In realtà,osservandomeglioeranopropriodueadolescenti,soloconunsaccoditruccoinfaccia. «Misty e Marcia, le nostre gemelline. Le teniamo d’occhio, così si spera che stiano fuori dai guai…nonvogliamomicachesitrasforminoinduecheladannoatutti,giusto,ragazze?» Altre risatine, che mi fecero venire in mente Maddy. Non vedevo l’ora che arrivasse la fine del mese, quando mia sorella e Ginelle mi avrebbero raggiunta sull’isola. Anche le gemelle erano consideratetaglieforti,cometuttelealtre,manonpotevanoesserepiùdiuna44,piùomenolamia taglia. MiChellemicondusseinunangolodellastanzaemitenneilcostumementremitoglievoivestiti, continuandoainformarmisullemodelle.«Legemellehannosolosedicianni.Sonoquidasoleanche sehannounochaperonincaricatodallaloroagenzia.Quelfigliodiputtanafattoefinitononsifamai vedere.Ilpadreèsingleelavorapermantenerlema,comepuoivedere,sonosplendideesonostate selezionatesenzafatica.Èun’occasionefavolosaeserviràpermandarleall’università,cheèanche l’unicomotivopercuiilpadrelehalasciatevenire.» Quando fui pronta, un’assistente mi spruzzò qualcosa sul sedere in modo che il costume non si spostasseduranteilserviziofotografico,emifissòilreggisenoinmodochestesseesattamentecome volevalostilista.Poisiversòdell’oliosullemaniemiunselapellefinoafarlaluccicare.MiChelle rimase in piedi con le braccia in fuori e le gambe leggermente divaricate mentre l’assistente le riservavalostessotrattamento. Uncolposeccoallaportafecescendereilsilenzio.«MiaeMiChelle,toccaavoi!»urlòunvocione dallasoglia. «Comincialospettacolo»commentòMiChelle. Angel era un fotografo straordinario e una persona altrettanto splendida. Lavorare con lui e MiChelle al primo servizio fu il massimo. Il servizio si sarebbe intitolato Yin e Yang, per via dei colorioppostidellenostrecarnagioni.Cifecemetteretestacontropiedi,disponendoinostricorpia mezzalunaescattandolefotodall’alto.Auncertopuntocidissediprendereinmanounalacaviglia dell’altra, costringendoci a una postura intricata, ma il risultato fu un’immagine che stimolava la menteelafantasia. AlterminedelservizioMiChelleeiorimanemmoconleragazzeaingozzarcidipizza.MiChelle citenneasottolineare,unacosachelemodelleforsenondovrebberofare,chelapizzaerafarcita con spinaci, carciofi, pomodori, peperoni verdi, olive e pollo: tutte cose sane. Quella puntualizzazionefusufficientepermemaancheperlealtreragazze.Einoltreeravamomodelledi taglia forte e avevamo ottenuto l’incarico per via della figura che avevamo, non di quella che la societàavrebbevolutoimporci. Neiduegiorniseguentifeciservizisingoliedigruppoconlealtre.Taieralibero;sfortunatamente, lavoravodall’albafinoaquandononriuscivopiùateneregliocchiaperti.Farelamodellanonera unoscherzo.Questedonnesifacevanoilmazzo.Vogliodire,c’eranomomentidivertentieiservizi cominciavanosempresuunanotaleggera,finchénonericostrettaastareinpuntadipiediperpiùdi un’ora, petto in fuori e sedere in dentro per non sembrare una squillo, modificando di continuo la posa,pernonparlaredeicapelli,deltruccoedelsetting.Sonopiuttostosicuradiaverrimediatoun crampo permanente al piede destro nel tentativo di sembrare una Barbie tutto il giorno, essendo di carneeossa,nondiplastica. Sarei stata di nuovo insieme a Tai. Sorrisi pensando a quella pelle di maschio calda e invitante premuta contro il mio corpo. Se tutto andava per il verso giusto, avremmo avuto un’altra notte da dedicare alla realizzazione dei nostri desideri carnali. Ma Tai era seriamente intenzionato a farmi vederel’isola.Perquantovolessirestarmenealettoconluituttoilgiorno,volevoancheesplorareil luogoenonperderminientediquell’esperienza. Il primo posto in cui andammo non era lontano da Honolulu, al centro della metà inferiore dell’isola, e si chiamava belvedere di Nu’uanu Pali. Dalla cima della montagna c’era un panorama dellacostasopravventodiOahu.Ilventoeracosìfortecheicapellimifrustavanolafaccia,finché Tainonmiallungòilsuoberrettodabaseball. «Meraviglioso,vero?»dissementreammiravamoquellavistamagica. «Èunacosachenondimenticheròmai.» Mentreeravamolassùscopriicheilbelvedereerastatoteatrodiunadellebattagliepiùsanguinose dellastoriahawaiana.DurantelabattagliadiNu’uanu,afineSettecento,quasiquattrocentosoldatiche difendevanoOahudall’attaccodiKamehamehaI,redelleHawaii,rimaserointrappolatinellavallee inseguitogettatigiùdallascogliera. «Che cosa triste» dissi mentre tornavamo verso l’auto, pensando a tutte quelle persone morte in battaglia. Taisiripreseilberretto,eicapellimiricadderosullespalleesullaschiena.«Meglio.»Feceun gransorrisoesirimiseintestailcappellino.«Setiharesatriste,saràmegliolasciarperderePearl Harbor.» «Buonaidea.» «Haifame?» «Damorire.» «Tipiacelabirrahawaiana?» «Achinonpiace?»replicaifacendounasmorfiapersottolinearelemieparole. Mi portò in un posto all’estremità meridionale dell’isola chiamato Kona Brewing Company. Si trovavainquellocheaveval’ariadiessereuncentrocommerciale,perciònonavevomoltesperanze che fosse favoloso come aveva lasciato intendere. Non ero mai stata così felice di aver preso un granchiomadornale. Lacamerieraciguidòattraversoilristorantefinoaunazonasulretrochesembravalibrarsisulla baia.Sottoc’eranoormeggiatedellebarche;iclientipotevanoparcheggiarel’imbarcazione,salireal locale e pranzare. La vista era straordinaria come quella del belvedere di Nu’uanu Pali, anche se differente. Il ristorante era incuneato tra una parete montuosa e l’oceano. Il paesaggio era una sinfonia di verde, giallo, marrone, viola, azzurro e ogni altro colore dell’arcobaleno, come se l’avesse realizzato un pittore. Ora capivo perché così tanti artisti avevano dipinto queste montagne. Erano bellissime e ispiravano una sensazione di pace nelle persone così fortunate da poterle ammirare. Ordinammo delle birre e chiacchierammo di tutto, dalla vita sull’isola alla cultura samoana, dal surfacom’eracasamia,edelfuturo.TaibevveunabirrachiarachiamataTheBigWave,mentreione scelsi una più fruttata, con l’etichetta che diceva Castaway. In qualche modo i nomi delle birre sembravanoadattarsiperfettamenteanoidue:iomisentivounanaufraga,chesilimitavaatenersia gallaperunanno,saltandodaunpostoall’altro,mentreTaierasempreincercadellagrandeonda,la partedellasuavitacheloavrebbefattosentirecompleto.Immaginavochesarebbesuccessoquando sifossesceltounacompagnaesifossesistemato,maerofelicissimadiesserelasuapresceltaper quelmese. «Okay, siamo stati al belvedere, abbiamo condiviso cibo e bevande locali, adesso che ne dici di nutrirelatuaanima?» «Lamiaanima?Pensidipotermioffrirequalcosadiutileperlamiaanima?» Luifeceunampiosorrisoesimiseinstrada.Guidammoperpocopiùdimezz’ora,ancheseame sembrò una manciata di minuti tanto ero assorbita dal panorama. A ogni chilometro il paesaggio cambiavaeiodovevoriabituarelavistaanuovemeraviglie,ognispiaggiadiversadallaprecedente. Alla fine arrivammo in un posto chiamato Valley of the Temples Memorial Park. Tai guidò in mezzoaquellochesembravauncamposanto,solochenoneracomeacasa,conlastredipietraodi bronzonelterreno.No,eradiversodaqualunquealtrocimiteroavessimaivisto.C’eranoinmolte zonedeigrossiblocchidimarmoincisiinorochesiergevanocomesentinelleaguardiadelluogo in cui riposavano gli uomini. Era chiarissimo che gli hawaiani avevano grande rispetto per i loro morti. Avrebbe dovuto essere un ambiente permeato di morte e tristezza, e invece io mi scoprii a provarecompassioneeamorepertuttequellepersonechemipermettevanodicondividereilluogo delloroeternoriposo. Taisifermòinunparcheggioescendemmodall’auto.Mipresepermanoemicondusseperun lungosentierofinoaunasuperficiearidossodiunamontagna,dovesiergevauntempiorossoin stilegiapponese. «IltempiodiByodo-In»disseTaiabassavoce,quasisussurrando.«Èuntempiobuddista,matutte lefediquisonobenvenute,sipuòpregareosemplicementegodersiilposto.Vieni,andiamoadare un’occhiatapiùdavicino.» Dovettetrascinarmi,rapitacom’erodall’edificiochemistavadavanti.Sorgevaarmoniosoaipiedi diunamontagnaimponente,conunaforestadibambùdaunlatoeilcimiterodall’altro.Direcheera unodeipostipiùbellicheavessimaivistosminuirebbel’incantesimocheirretivailcorpo,lamentee l’anima.Fuisopraffattadaunasensazionedipaceeumanitàchemicommosseemifecebattereforte ilcuore. «Non avevo mai visto niente del genere.» Mi girai verso Tai e lui si chinò per baciarmi con tenerezza. «Sonofelice.Edeviancoravederelapartemigliore.» Camminammo per i sentieri di ghiaia, fermandoci a guardare gli stagni con le carpe koi disseminati ovunque. I sentierini erano ombreggiati da alberi con i rami penduli che creavano un’atmosferadagiardinosegreto.All’ingressodeltempioc’eraunacampanagigantesca;accanto,un tronco. Quando dico tronco, mi riferisco in realtà al tronco di un albero tagliato e sospeso in orizzontalealivellodellacampana.Ivisitatorideltempiopotevanotirarelagrossacordaattaccataal troncoecolpirelacampana.Ovviamente,dovevofarlo. Alprimotentativoiltroncoquasinonsimosseelacampanaemisesoloundeboletintinnio.Del tuttoinsoddisfacente! «Aspetta,ragazza»disseTaiporgendoilsuocellulareaunacoppiadigiapponesicheaspettavano illoroturnopersuonarelacampana.L’uomosollevòiltelefono,prontoascattare.Taimimiseun braccio attorno alla vita, con l’altra mano prese la corda e tirò insieme a me, usando la sua forza incredibile. Il tronco oscillò all’indietro e batté contro la campana producendo un fragoroso gong, poitornòindietroelacolpìdinuovo:gong!Oscillòancoraesiudìunaltrogong,piùsommesso. Saltaisuegiù,feciunapplausoegligettailebracciaalcollo,dandogliunbacionedigratitudine. Tai mi strinse e trasformò il bacio in qualcos’altro, mordendo e succhiando come se volesse assaporarel’eccitazionedirettamentedallemielabbra.Qualcunosischiarìlagolaemiresicontoche mieronuovamentedimenticatadovecitrovavamo.Lapiccolagiapponeseinpiediaccantoalmarito mi sorrise e alzò il pollice rivolta nella mia direzione. Mi coprii la bocca e cercai di soffocare la risatachestavapersfuggirmidallelabbra. Tairingraziòl’uomoesirimiseintascailcellulare.Poimipresepermanoeinsiemesalimmoi gradini di legno che portavano alla piattaforma d’ingresso al tempio. Lui si tolse le scarpe e io lo imitai,scalciandovialeinfraditoetenendomiallasuamagliettamentreentravamonellospaziobuio. Nonriusciiapercepirelapresenzadialtrepersonementreciavvicinavamoaunastatuamozzafiato delBuddha.Eraenorme,esielevavapertremetridaunapiattaformasopraelevata.Alcentrodella sculturac’eraungiovaneBuddhainunaposizionedimeditazionecontemplativa. «È un ritratto di Buddha ed è conosciuta come la statua di questo tipo più grande fuori del Giappone.ÈoperadelfamososcultoreMasuzoInui.Adorocomesiedealcentrodiunfiorediloto.» DallavocediTaitrasparivanovenerazioneemeraviglia. «Perché è dorata?» chiesi a Tai percorrendo con lo sguardo la scultura e cercando di imprimermelanellamente. «Per esaltarne la bellezza. È stata dipinta con tre strati di smalto dorato e poi ricoperta da una fogliad’oro.Vedilefigurechelocircondano?»chieseindicandounacoppia. Aguzzaigliocchi,cercandodiavvicinarmiilpiùpossibilesenzaoltrepassareilcordone. «CisonocinquantadueBodhisattva,“esseridell’illuminazione”,intornoaluichefluttuanosopra le nuvole, suonano musica, danzano. Rappresentano la cultura aristocratica dei Fujiwara, antica dinastiamoltoinfluenteinGiappone.» Dopolalezionedistoria,accendemmounbastoncinod’incensociascunoelilasciammodifronte allastatua.«Adessodi’unapreghiera,oesprimiundesideriooppuremandaamoreeluceachiunque pensineabbiabisogno.» Tai sedette a gambe incrociate davanti alla piattaforma. Io lo imitai. Unì i palmi delle mani e le portòvicinealpetto,comesepregasse.Poichiusegliocchiechinòlatesta. Feci lo stesso ma anziché scegliere tra una preghiera, un desiderio o un pensiero d’amore, formulaitutteetrelecose. Tiprego,Dio,nonlasciarmoriremiopadre. DesiderocheMaddyabbiatuttoquellochevuoledallavita. Buddha,vorreimandareluceeamoreaWes,inmodochenonsisentasolo,anchequandoèinuna stanzaaffollata. 6 Taimiportòingiroinmacchinaperl’isolaperilrestodellaserata.CifermammosullaNorthShore emangiammocibomessicanodiognigenere.Nonavevanienteachefareconquellochefacevanoin California, ma era speziato e piccante, e mi fece sentire bene, sazia, proprio quello di cui avevo bisognodopoavervistoun’infilatadispiaggedall’auto.Misiilbracciofuoridalfinestrinoegiocai con il vento per un pezzo. Tai era felice di guidare e di tenermi la mano. Dalla radio proveniva musicahawaiana;nonriuscivoadistinguereleparolemamigodevocomunquelacolonnasonoradi sottofondo. «Quandopensichetisistemerai?»glichiesiall’improvviso. Lui inclinò la testa e strinse le labbra carnose. «Lo sogno ogni notte, ma non ho una risposta.» Sullafronteglisiformòunarugaprofonda.Quellacosasembravatormentarlo. Taieraunodiquegliuominicheunadonnaavrebbeconosciutoesposatosubitodopo.Certo,ci stavamodivertendo,maeranosessoeamicizia,nonamoreeimpegno.Sapevochel’impegnoerauna cosamoltosentitaperlui. Gli strinsi la mano per trasmettergli la mia comprensione. «Che cosa ha detto tua mamma? Ha dettocheriesceavederedellecose,ilfuturo.Equellochehadettodime,be’,possosolosperareche siavero.» Sospirò.«Tinadicecheincontreròl’animagemellaquandomenomel’aspetto.»Chinòlatestain ungestoditimidezzaemiguardòconocchiadoranti.«Pensavochemagaripoteviesseretu.»Scossi la testa con decisione. «Lo so, lo so. Siamo destinati a essere amici. E poi Tina l’avrebbe capito al volo se fossi stata tu. Aspettare è frustrante. Ho la sensazione di vivere a metà, con l’altra metà lontanadame.» MioDio,quest’uomoerapiùunicocheraro.Eroconvintacheavrebbeottenutotuttoquelloche voleva.Lepersonecosìbuoneegentilicheprovengonodafamigliesolideingenereselacavanoalla grande.Taiselomeritava.«Latroverai.» «Be’…Tinamihadatounpaiodiindizi.» Spalancai gli occhi e mi girai, in modo da vederne bene il profilo. «Sto aspettando» gli dissi dandogliunpugnosulbraccioepoimassaggiandomilamanodolorante.«Cavolo,sputailrospo.» Sbuffò.Propriocosì,Taifeceungrugnitodamaialino.«Seilaprimadonnaadirmiunacosadel genere.» «Seievasivo.ChecosahadettoMasinadeltuoveroamore?» Sipassòunamanosulcraniorasato.Sentiilesetoleappuntiterasparecontroilsuopalmocalloso. «Hadettocheavràgliocchidelcoloredell’erbaappenatagliataeicapellidoraticomeilsole.» Rimasiaboccaaperta,poiscoppiaiaridere.«Alloracerchiamounabiondacongliocchiverdi. Fantastico!» Taisistrinsenellespalle.«Questovuoldirechenonsaràsamoana.»Aggrottòlafronte.«Echeper lamiafamiglianonsaràfacile.»Parlòintonostancoedesitante. Gliaccarezzailaspalla,poimiaccoccolaivicinoalui.«Èsemprecosìconilveroamore.Penso chesianecessariosuperareproveedifficoltàprimadiarrivareallietofine,pertrovarelafelicità.» «Locredidavvero?» «Loso.»Sorrisi,girailatestaeglibaciailasommitàdellaspalla. Si lasciò sfuggire un gemito. «Nel frattempo mi godrò una bruna sensuale proveniente dalla terraferma.»Mifecescivolarelamanosullacosciaemelamisetralegambeconfareaggressivo. Risposiconlavocerocaepienadidesiderio:«Hatuttal’ariadiessereun’ottimaidea». InvecedidirigersiversoHonoluluelaDiamondHeadBeachdovestavamo,giròasinistraeguidòla jeepsuunalungastradadicollinafinchénonciritrovammoimmersiinunafittaforesta. «Dovestiamoandando?» Taimistrinselaspalla.«Lovedrai.Fidatidime.»Misiilbroncio,glilanciaiun’occhiatacciaefeci unversocontrariato.«Ehi,ehi,nonfarequell’espressioneimbronciata,ragazza.» «Nonlafareisefossimoacasaetumistessiscopandoproprioinquestomomento»ribattei. Davantiaquellafraseesplicitamilanciòunosguardopienodilussuria.«Fidatidime;nevarràla pena.» «VarràlapenadiperdermiunorgasmooperadiTaiNiko?Nedubito»borbottaiintonoscherzoso ma neanche troppo. Volevo essere scopata. Era passato un po’ di tempo ed ero pronta per una sessione,oanchedueotre,disessoconTai.MiriecheggiavaintestaAllNightLongdiLionelRichie. FinalmenteTaifermòl’autoinmezzoaunaradura.ApartelalunaelelucidellacittàdiHonolulu chesistendevasottodinoi,erabuiopesto.Ilpanorama,comeormaiavevoimparatoadaspettarmia Oahu,eraincredibileevalevaladeviazione.Taimicondussedavantiallajeep,steseunasciugamano daspiaggiaemifecesedere.Poitornòallamacchina,tirògiùifinestrinieaccesel’autoradio.Una melodiahawaianasilevònell’ariacomesefossetrasportatadallabrezzatropicale.Lanotteeracalda eleggermenteumida.Sullapelleavevounvelodisudore,manonerafastidioso.Taispenseilmotore etornòconunabottigliadichampagne;nonavevoideacheselafosseportatadietro. «Dovel’haipresoquello?» «Iveriuominicustodisconodeisegretichelelorodonnenonconoscono.» Risi e accettai il bicchierino di carta pieno di champagne con le bollicine dolci. «Sono la tua donna?»fecilagrandedomanda.Comeavevadettosuamadre,Tainonsisarebbeinnamoratodime, néiodilui.Dovevamoesserechiarisuilimitidiquellochec’eratranoi:divertimentoeamicizia. «Periprossimidiciassettegiornisì.Poisaraiilproblemadiqualchealtropoveraccio»scherzòe ioscoppiaiaridere. «Bastardomalatodisesso!» «Graziemille.Hoimparatodaunaveramaestra»disseemistrizzòl’occhio. Rimanemmosedutilìaberefinchénonfuialticcia,ec’èdadirechelochampagneavevasempre l’effettodiliberarmidalleinibizioni.GuardaiTaiconlacodadell’occhio:erapuntellatosuigomitie sigodevailpanorama.Sapevochenonavevabevutoquantomeperchédovevaguidare.Migiraisu unfiancoegliaccarezzailamascellaconunditofinchénonvoltòlatesta.Quell’uomosarebbestato capacedifarpiangereunadonnatantoeraperfetto;erasemplicementemagnifico. Mileccailelabbraetracciaiilcontornodellasuaboccaconildito.Luitiròfuorilalinguaemela passòsulpolpastrello.Quandomimorseilditoinspirairumorosamenteeansimai.Chiavrebbemai dettocheunditofossetantosensibile?Eracomeseavesseunaconnessionedirettacolmioclitoride. Mentre Tai mi leccava il dito e poi lo prendeva in bocca per succhiarlo mi bagnai sempre di più. Strinsilegambeegemettiperilpiaceredellapressionesulmiosessosmanioso. «Il tuo fiorellino è maturo» disse Tai passandomi una mano nel solco dei seni. Mi sollevò la gonnaemimiselamanotralecosce,accarezzandomiconleditaepoiinfilandomenedentrouno.Mi sdraiaisullaschienamentreTaimipenetravaconildito;neinfilòdentrounaltro.«Sentoilprofumo deltuonettare,ragazza.Possoassaggiare?Adesso,quifuori?» Annuiiconentusiasmoemiaggrappaiallesuespallemuscolose.«Tiprego»gemettimentremi mettevadentrounterzodito. «Che ne dici se ti tolgo tutti i vestiti e ti prendo subito? Sei mai stata scopata sul cofano di una macchina,Mia?» «Solosuunamoto»confessaiconvocetremante,poigettaiindietrolatestamentreluiiniziavaa muoversipiùvelocemente,facendomigodereconleditacomesenonavessemaifattoaltro. «Sulserio?»Ilsuotonostupitomistrappòungemito.«Poimiracconti.»Finìconleditaemimise in piedi davanti all’auto. Mi sfilò le mutandine e se le mise in tasca. Poi mi tolse la canottiera. Lo afferraiperlamaglietta,smaniosadisentirelasuapellescuracontroimieicapezzoli,elobaciaicon forza, spingendolo a ricambiare con altrettanto ardore. Come era già successo tra noi, il sesso diventòappassionatoesporcopiuttostoinfretta. Tai si scostò da me, mi sollevò e mi mise seduta sul cofano ormai tiepido, visto che eravamo arrivati da un po’. «Mettiti giù. Voglio vederti sdraiata nuda sul cofano della mia jeep.» Feci come avevadetto,inarcandolaschienaperoffrigliiseni.Ildesideriochemiincendiava,ilbisognochemi toccasse…ovunque,stavaassumendoproporzionidaurlo.«Dedicatialletuetette.Saròoccupatocon ilfiorellinotraletuegambeecongliumorichetibagnanolecosceeilsolcotralenatiche.» Dio mio, le cose sporche che diceva mi percorrevano come una scarica elettrica, facendomi pulsareilclitoride.IlmioTainonavevapelisullalingua,erasconcioealtempostessoeccitanteda morire. Mi presi i seni tra le mani. Quando mi strizzai i capezzoli con le dita, Tai mi infilò dentro la lingua. Lui grugniva e io gemevo, sembravamo una coppia di animali selvatici che lottavano nei boschi. Quando Tai iniziò a leccarmela fu come se stesse assaporando il dolce più perverso per la primavoltanellasuavita.Leccò,succhiò,mordicchiòetoccòtuttiipuntigiusti.Quandomipreseil clitoridetralelabbra,accarezzandoloconlalingua,miallargòlegambeprovocandomiunafittadi doloreealzògliocchineriperincontrareilmiosguardo.Mistrinselecosceconforzaeiniziòa passarmilalinguasulclitoride.Iogemetti,implorandolocongliocchi,ecercaidisollevarloverso dimestringendolegambe,maerototalmenteallasuamercé.Staccòlaboccaperunistanteeavrei volutogridare.Misiriempironogliocchidilacrimeemimisiatremareperilbisognodigodere. «Nonchiuderegliocchi.Guardamimentretifacciovenire.»Passòlalinguadallegrandilabbraal clitoride, poi chiuse la bocca sul bocciolo ultrasensibile e succhiò forte. Sentii tutti i muscoli del corpo contrarsi mentre venivo travolta da un orgasmo che scosse ogni fibra del mio essere. Non potevomuovermi,inchiodatasulcofanodallesuebracciapossenti.Quandosmisidigodere,glimisi lemaniattornoallatestaeloattiraiversodime.Ilclitoridegliscivolòfuoridallelabbra,gonfioe rossocomeunaciliegia.Nonsimossepervenirmiincontro,einvecemiaffondòlalinguadentro, perassaggiaregliumoridelmiocorpo. Mi leccò avidamente, come in preda a un bisogno animale, e mi portò di nuovo vicinissima all’orgasmo,poisifermò.Avevalosguardopienodilussuriael’erezioneglitendevaallospasimo la stoffa dei pantaloncini. Se li tolse, liberando il membro, pesante e durissimo. Mi mossi per prenderglieloinboccaerestituirgliilfavore,maluiscosselatesta.Miteseuninvolucroargentato. Loapriiconidenti,presiilprofilatticoeglieloinfilaisulpene,cheeraenorme. Taimisollevòlegambeconungestocosìimprovvisochefuicostrettaareggermisullemaniper noncadere.Mipenetròconununicoaffondo.Urlaimentremiaprivaindue.Eraunuomograndee grosso, e la sua virilità non faceva eccezione. Mi mise le mani dietro le ginocchia e sprofondò ancoradipiùnelmiocorpo.Miaggrappaialsuocollomegliochepotei.Gligraffiailaschiena,la nucaelatesta,maluicontinuòascoparmi.Poilotiròfuoriemifecegirare,mettendomicarponi.Mi preparai aggrappandomi al bordo del cofano vicino ai tergicristalli. Lui mi prese per la vita facendomispostareilculoindietro,miallargòlegrandilabbraemipenetròdinuovo.Cel’avevo cosìinfondo,eracomesefossegiuntoinunterritorioinesplorato. «Tiaproindue,ragazza.Timettoilmiomarchio,cosìsentirailamancanzadelmiocazzoquando teneandrai.Haicapito?» «Sììì» gemetti mentre lui si muoveva dentro di me, facendolo scivolare sulle pareti sensibili al centro del mio corpo e riempiendomi tutta. Ero percorsa da scosse di piacere e la mia vagina si contraevaattornoalui. «Dimenticherai il mio cazzo?» disse praticamente con un ruggito, come se davvero volesse marchiarmi. «No,Tai.Fottimiebasta»gridaimentremiattiravaversodiséeiomiaggrappavoalcofanocon tutteleforze. Preseamuoversifreneticamente,quindiappoggiòunpiedesulparaurtiperfarepiùpresa,mifece abbassarelaschienaconunamanoemimisel’altranelsesso.Dilìapocoeropercorsadaglispasmi violentidelsecondoorgasmo. Misentivoprivadipeso,fluttuante,anchesepercepivovagamente,comefosselontano,Taichemi scopavaselvaggiamente,ilpettoricopertodisudore,finchénonvenneconungridoroco. Quandomisvegliailamattinadopoperandaresulsetnonricordavoilviaggiodiritornonécom’ero arrivata nel mio letto. Come Tai aveva previsto, avevo il sesso dolorante e sensibile al tocco. Mi davanofastidiopersinolemutandine,chegrattavanocontroquellicheTaichiamavai“teneripetali”. Divertita da quell’espressione andai sotto la doccia, lasciando che l’acqua tiepida mi alleviasse la sensazionedibruciore.Quandoabbassailosguardoimprecaiavocealta.Avevodeilividienormisu entrambelecosce,duedavantieunodietro. «Fantastico.Eadessocomelaspiego’starobaallostilista?Ehm,vediamo,hofattosessofollein mezzoaunaforestasdraiatasulcofanodiunamacchina.Ehapresentequelsamoanogigantescoche lavora per lei? Be’, è tutta colpa sua, perché si è scatenato e mentre mi scopava mi ha lasciato dei lividi.»Borbottaipertuttoiltempochemicivolleaprepararmiperandarealavorare. Quandofecilamiacomparsasulset,sullaspiaggiadavantiaibungalow,ilmioumorenoneraper nientemigliorato.Taialzòlosguardoemisorrise. «Ehi, ragazza, sei…» le parole gli morirono sulle labbra vedendo le occhiate di fuoco che gli lanciai da tre metri di distanza. Misi giù la borsa e continuai a ignorarlo. Era un atteggiamento adolescenziale e sciocco, lo sapevo, ma la scena imbarazzantissima che mi aspettava quando avrei spiegato che il famoso stilista Angel D’Amico avrebbe dovuto ritoccare le sue foto per far scomparireilivididallemiecoscenoncontribuivaafarmicomportaredaadultaresponsabile.Tai mi posò una manona sulla spalla, ma io mi sottrassi e lo guardai male. «Che cosa è successo tra quandotihomessaalettoeora?»michieseintonopreoccupato. «È successo che mi hai messo addosso le tue zampacce!» brontolai, sollevando il vestito e mostrandogliilividiaformadiditasullemiecosce. Quandoalzailosguardo,aspettandomichesidimostrassecomprensivoemagarisiscusasse,mi accorsi che lui non solo non fece niente del genere, al contrario, stava ridacchiando tenendosi la manodavantiallabocca.«Mistaisfottendo?»sussurraiimbestialita.Eroincazzatanera,maerouna professionista e non volevo passare per la sciacquetta che combina guai durante le sessioni fotografiche. InquelmomentoarrivòRaul.Questavoltaeravestitodibiancodacapoapiedi.Saltòfuoriche noneraaffattoundark.Comemispiegò,sceglievauncoloreognigiornoevisiattenevaallalettera. Perciòsivestivatuttodellostessocolore,scarpeincluse.Oggierabianco,quindiConversebianche.I capellieranosempreviola;eranoilsuolatostravagante,disse. «C’èqualcheproblema?» GuardaiTaisocchiudendogliocchi.«Nessunproblema»risposiadentistretti. «Ha dei lividi sulle cosce» disse subito Tai, e se ci fosse stato un coltello a portata di mano gliel’avrei piantato in un occhio; persino i pennelli per il trucco sembravano una buona opzione comearmaimprovvisata.«Ieriseracisiamodivertitiunpo’;saicomevannoquestecose»disseTai mettendogliunamanosullaspalla.«Credidipoterrimediare?» Raulnonfeceunapiega.«Fammelivedere.» Alzaigliocchialcieloesollevailagonna.Raulsiinginocchiò,mipreselegambeeosservòda vicino. «Mi servono dieci cucchiai nel freezer, adesso!» disse girando la testa. La ragazza con cui uscivadaunasettimanaemezzosaltòinpiedierispose:«Capito!». «Nonc’èproblema,tesoro.Schiariscoilividiconicucchiaifreddiepoilicopro.» «Oh,graziealcielo.NonavreisopportatodidovercostringereAngelaritoccareleimmagini.» Raulmirivolseunosguardosevero.«Tesoro,AngelD’Amicononritoccheràmailafotodiuna donnacheindossaisuoicapi,nonpiùdiquantotradirebbelasuasplendidamoglie,Rosa.Èprimadi tuttounartista.Noncorreggerebbemailesuefotografie.Perluièfondamentalecheogniimmagine sianaturale.» «Okay,matupuoiaiutarmi,vero?»Glirivolsiilmiomiglioresguardodacucciolo. Miguidòversolapoltroncinadeltrucco.«Qualunquecosaperte.» «Grazie,Raul.»Misporsiversodiluieglidiediunbaciosullaguancia. «Eio?Sonostatoioachiederglielo»aggiunseTaiallemiespalle. Feciunasmorfiaemiscostaiicapellidalviso.«Seistatotuasmanacciarmilecosceconquelle zampacce!»lorimbeccai. Finalmentefeceun’espressionecontrita,maduròsolounattimo.«Nonmipento,sai?Lorifarei subito. Dici di esserti pentita di ieri notte, le gambe aperte, sdraiata nuda sul cofano della mia macchina,conlabrezzachebaciavalatuadolceebagnata…» «Cazzo…»Raullointerruppe,lamanochetenevailpettinesospesasopralamiatesta,losguardo dighiaccioeleguanceaccese. «Cacchio, mi ero dimenticato dov’ero. Scusa, amico.» Questa volta Tai sembrava dispiaciuto davvero. Raul scosse la testa. «Naa, non c’è problema. Piuttosto, perché non mi dici dove avete parcheggiato,eh?» Tai diede una pacca sulla spalla a Raul. «Sicuro, fratello. Ne parliamo più tardi. Ci vediamo in acqua. Oggi facciamo il servizio “Coppie sexy in costume da bagno che si coccolano sulla spiaggia”.»Miguardòinarcandolesopracciglia. «Sulserio?»chiesi,incredula.Checoincidenza. «Già.Tisalteròaddosso.» «Nonsarebbelaprimavolta»dissisbuffando. «Enonsaràl’ultima,ragazza.» 7 AngelD’Amicoeraungenio.NonsoloriuscìafareinmodocheioeTaicicomportassimodavanti allamacchiafotograficacomesestessimoinsiemedaanni;laluce,losfondo,icostumidabagno, tuttoquantodavaallefotoun’arianuova,fresca.Avevaunaprospettivaunicachetrasponevaledonne e l’immagine del loro corpo su un piano completamente inedito. Questa campagna era all’avanguardia;nonc’eraaltromodoperdescriverla.Ioerolamodellapiùminuta,ametàtrauna42 euna44,mentrelealtreandavanodalla44alla52,forsepersinouna54.Tuttedonnesplendidecon figureimponentidicuieranoorgogliose,oavrebberodovutoesserlo.Eranodonnevereconcorpi veri. «Veniteragazze,riuniteviattornoalragazzonequi,eh?»disseAngelconunforteaccentoitaliano. «Adesso,Tai,mettiunamanosulsederediTaylorel’altrasulfiancodiMiChelle.Mia,turimaniun po’dilatoefaiun’espressione…ehm…comeditevoi…incazzata?» Sua moglie Rosa fece mettere Taylor e MiChelle esattamente nella posizione che voleva Angel. «Mia,tesoro,tumettitiqui,conlemanisuifianchi,posata,bellissimamaanchemoltoarrabbiata.O comehadettomiomaritoinmodocosìeloquente…incazzata.»Ridacchiaiefecicomeavevadetto. «Marcia e Misty, venite qui, tesorucci.» Rosa rivolse un cenno alle gemelle che arrivarono di corsa,icapellirossicheondeggiavanosullaschiena,esuberanticomesolodellesedicennipossono essere. «Oh,sìsì,capisco,amoremio,capiscodonnasplendidaeintelligente.Tiadoro»disseAngelalla mogliemettendosidietroallamacchinafotografica. «Quandononmiadori,amoremio?»ribattéleiconunsorrisettoeunastrizzatinad’occhio.Luisi miseunamanosulcuoreelaguardòadoranteperunpo’.«Rimettitiallavoro»disseleidasoprala spallamentresistemavaicapellidellegemelle. «Sì, sì. Adesso, Tai, ti hanno preso con le mani nella marmellata» disse Angel ridendo, senza rinunciareal“sì”italiano.«Tuguardileragazzineeiltuoveroamore,MsMia,tisgama.Okay?» Taiannuìefececomeglierastatochiesto.Provaiunastilettatadigelosiaquandoluiallungòle mani sulle ragazze con evidente piacere. Tutte si misero in posa e io le imitai. Non era difficile sembrarearrabbiata:fecilevasulgiramentodiscatolesuscitatodailividichemiavevalasciatoTai, sulladisperazionedinonsaperesemiopadresisarebberipresodalcomaesull’irritazionecausata dall’aver visto un’altra rivista con una foto di Gina e Wes baciarsi o quasi. Relazione casuale un corno.Avevostrappatolapaginaemelaportavodietro,cosìognivoltachesentivoanchesoloun accennodisensodicolpa,latiravofuoriperrinsavire. «Brava Mia, sembri proprio arrabbiata.» La macchina fotografica si mise a scattare come impazzita. Poi Tai disobbedì agli ordini e si allontanò dalle ragazze, sconcertate; ma lui cadde in ginocchio davanti a me. La macchina fotografica continuò a scattare. «Sì, Tai. Perfetto!» lo elogiò Angelinitaliano. Taisisporseinavantiemibaciòlacoscia,miafferròperunfiancoemiguardòcomesefosse davverodispiaciuto.Gliaccarezzailatestamentreluifacevaunsorrisino,sicurissimodiavermiin suo potere. E proprio quando credeva che l’avrei perdonato, gli diedi uno spintone e lui cadde sul sedere. Poi mi girai verso Angel, sporsi in fuori un’anca, mi misi una mano sul fianco e gli feci l’occhiolino. Angelebbeunattaccodiridarella,gesticolòediedepugninell’aria.«Questoètroppo!Sembrauna candidcamera!» Ci mettemmo tutti a ridere, ma superato il momento di ilarità tornammo al servizio. Nel complessofuunagrangiornata;Taieiofacemmopace,ovviamente,compliciillavorodisquadrae il buonumore. Ce ne andammo verso i bungalow tenendoci per mano. Il giorno dopo sarebbero arrivatemiasorellaMaddyeGinelle,lamiamiglioreamica.Nonvedevol’ora. Il taxi si fermò davanti al bungalow mentre Tai e io aspettavamo fuori. Ero seduta sui gradini dell’ingresso e quando arrivarono saltai in piedi. Ginelle spalancò la portiera e mi corse incontro, slanciandositralemiebraccia;finimmotutteeduesull’erba.«Stupidaputtanella!Nonpossocredere che tu stia in paradiso senza di me! Adesso sono qui, troietta.» Mi baciò su tutta la faccia. Sentii ridacchiare Maddy mentre noi ci rotolavamo per terra. Poi vedemmo avvicinarsi due piedi abbronzatissimieunagambatatuata. Ginellealzòlosguardo,suepoiancorapiùsu.«Santamadredituttelecosescopabili.Daquale partedellaverdeterradiDiovieni,animalesexy?»Ginsigiròversodime.«Èiltuocliente?»Mi lanciò uno sguardo severo e io scossi la testa. Alzò di nuovo gli occhi. «Sarà meglio che ti scopi questofigo.»Tornòarivolgersiame,cheeroancorasdraiatanell’erba.Annuiituttafelice.«Nonc’è speranzadifarmiungirocolsamoano?»AquelleparoleTaigettòindietrolatestaescoppiòinuna risata che fece tremare il terreno. Io feci segno di no. «Puttanella, ti prendi tutti i ragazzi. Non è giusto»disseaccigliataesialzòinpiedi. Taileporselamano.«Aloha.TudeviessereGinelle.» Leisigettòicapellibiondidietrolaschiena.«Glihaiparlatodime»disseraddrizzandolespalle. «Bene,spero.» «L’hoancheavvertito»aggiunsieaccettailamanocheTaimiporgevaperaiutarmiarialzarmi. Poi spinsi da parte Ginelle dandole un colpetto con l’anca per raggiungere mia sorella. «Lei è Madison.LanostraMaddy.Lamiasorellina,l’orgogliodellamiavita.QuestoèTai.»Leiaccolseil complimentoconungransorriso.«Visto?»dissiindicandola.«Cosatiavevodetto,Tai?» «Laragazzapiùcarinadelmondo»risposelui.«Aloha,Madison.» «Giustissimo!»dissiabbracciandoMaddy.«Comestai,sorellina?»Miscostaidaleielaguardaiin quegliocchiverdechiaro,identiciaimiei.Sembravafelice. «Sto bene, molto bene. Un po’ preoccupata per papà. Non ha nessuno mentre io sono qui. Però Mattelasuafamigliaandrannoadargliun’occhiata.»Ovviamentel’avrebberofatto,datocheerano la famiglia migliore del mondo. Avrei voluto detestarli per la loro perfezione, ma visto che in un paiod’annilamiapiccolasarebbeentrataafarpartedelclanRainsdovevoesseretollerante.Erano benintenzionati.Checavolo,loeranosulserioperchéeranodellebravepersone. Frenai la lingua e le misi un braccio attorno alla vita. «Be’, è molto carino da parte loro. Cosa diconoimedici?» MaddyscosselatestamentreTaiprendevaibagagli.Tutti,inunavoltasola.Sentiiunbrividodi lussuriadavantiaquell’esibizionedivirilitàeforza.Mipassailalinguasullelabbraosservandoglila schienamentrecifacevastradaversoilmiobungalow. «Vorrei che papà si svegliasse» confessò Maddy, sedendosi su uno sgabello. Mi diedi da fare in cucinatirandofuoriglialcolicielebibite.Modalitàvacanzierasignificavacocktail. «Sannoperchénonsuccede?Ilcorpoèguarito»dissi. Ginspalancògliocchidavantiall’assortimentodibevandechestavotirandofuori;risposeMaddy: «Ci hanno detto che si sveglierà quando il suo corpo deciderà di farlo. Vista la gravità del trauma cranico,continuanoadircidinonnutriretroppesperanze». Ginstrinselelabbra.«Checavolo.Sochevoiragazzesietespaventate.» Maddy si alzò in piedi all’improvviso e si diresse alla portafinestra, spalancandola. La brezza tropicale proveniente dall’oceano soffiò nella stanza, portando con sé un odore salmastro. Quelle cosemisarebberomancateunavoltapartita,lasettimanasuccessiva. Ispezionailebevandeescelsiquellechevolevo.Imieitrascorsidicamerieramirendevanouna speciediespertadicocktail.Presivodkalemon,grappaallapesca,TripleSec,succod’arancia,succo d’ananas e Sweet & Sour. Velocissima, misi dei cubetti di ghiaccio in quattro bicchieri. Tai mi osservava appoggiato al bancone, le enormi braccia incrociate e lo sguardo pensieroso sul viso splendido.Ginlofissavasfacciatamente.Luinonsembravaadisagio;conunfisicocomequelloeil tipodilavorochefaceva,immaginavofosseabituatoadavereaddossogliocchiditutti. «Gin,perfavore,smettiladisbavareaddossoaTai.»Leimiseilbroncio,distolselosguardoepoi tornò a fissarlo come attirata da una calamita. Si leccò il labbro inferiore. «Gin!» Gin chiuse gli occhi,sfregandoseliconlemani. «Scusa, scusa. È solo che è davvero una delizia per gli occhi. Tai, davvero, sei bello da impazzire.» Taisollevòilmentoconquelgestocosìtipicodegliuomini.«Neanchetuseimale,piccola»disse con quella voce profonda che mi faceva bagnare le mutandine. Gin si portò una mano sul petto e scivològiùdallosgabelloconfaremelodrammatico. DiediunagomitatanellecostoleaTai.«Ahia!Chehofatto?»chiesemassaggiandosiilpuntoincui l’avevocolpito. «Lestaidandocorda»dissiguardandolomaleeluisimisearidere. Finiidipreparareicocktaileliporsiatutti.Maddy,Gin,Taieiolevammoilbicchiere.«Solee divertimento… Hawaiian style!» dissi prima del cincin. Bevvi un sorso del drink che si chiamava Fuzzy Thing, e i tre diversi tipi di alcolici si combinarono all’istante, dandomi una sensazione di caloreallostomaco. «Pronteadandareinspiaggia?» «Costumidabagnopertutti.Litrovateincamera:impazziretequandovedretelamiacollezione!» Maddy e Gin lanciarono gridolini entusiasti e infilarono di corsa il corridoio che portava alla cameramatrimoniale. «Vuoi davvero regalargli tutti i costumi che vogliono? Sono pezzi unici. Costano centinaia di dollaril’uno.» Scrollailespalle.«Amoquelleragazzepiùdiognialtracosa,compresidenaroerobafirmata.La ricchezzavacondivisa,giusto?»Esapevocheluifacevalostessoconlasuafamiglia. Sentivamo le esclamazioni tipiche di un bisticcio tra sorelle. «Sei troppo alta per quello!» e la risposta di Maddy: «Taci, sei solo incazzata perché sei bassa». Altre strilla. «Taci tu, piuttosto. Sei invidiosaperchéhodelleforme!Tuttiadoranoavereunpo’dicarnedatoccare!» Taimipresefralebracciaeappoggiòlafronteallamia.«Unagabbiadimatti,ragazza.» «Nonmidicinientedinuovo.»Risiepoilobaciai,unbacioprofondo.Andammoavantiperun po’,esplorandociconlalingua,lemanidiTaichemiaccarezzavanoilculo.Mipremettecontrola suagrossaerezione,strappandomiungemito. «Continuiamostasera,quandoleragazzecrollerannoperiljetlag.Altuobungalow?» «Certochesì.» IlgiornodopoTaieioposammoperun’altrasessionefotografica,mafinimmoametàpomeriggio. GineMaddyavevanotrascorsolaprimapartedellagiornataaprendereilsole.QuellaseraTaici avrebbeportateaunluau,dovesisarebberoesibitiluielasuafamiglia.Erolìdaquasitresettimane el’avevovistofaresurfeposareperlefoto,manonesibirsicolfuoco.Nonvedevol’ora.Nonavevo idea di cosa fosse la danza del fuoco, ma il tutto sembrava esotico ed eccitante, due tra le caratteristichechepreferivo. Noi donne ci preparammo indossando maxiabiti di varie lunghezze e colori. Lasciammo tutte i capellisciolti,appuntandociifioricheTaiavevadispostopernoisulbanconedellacucina.Pensavo chefosseun’ideadavverocarina,moltodagentiluomo.Tuttoilcontrariodicomesieracomportato la sera prima, scopandomi contro il muro e poi sul tavolo della cucina. A quanto pareva, gli ero mancataeavevavolutodimostrarmelo. Arrivammo al resort a cinque stelle dove ci sarebbe stato lo spettacolo. Tai ci avevo lasciato i bigliettiperloshow.Limostrammoall’uomoall’ingressoescoprimmodiaveredeipostiinprima fila,vicinissimialpalco. Ci fu servita una selezione incredibile di cibo della tradizione orientale, tra cui pollo teriyaki, laulau, un piatto a base di carne di maiale avvolta in una foglia di taro, poi, ovvero zuppa di taro, crocchette di taro e tutti i tipi di frutta possibili e immaginabili. Dico sul serio, la frutta lì era superlativa e io vivevo in California dove si trovava freschissima. Praticamente avrei dato la tetta sinistraperaveremanghidalleHawaiiognigiorno. «È buonissimo» disse Maddy, ficcandosi in bocca un pezzo enorme di ananas. «Non riesco a smettere.» «Già.» Gin,Maddyeiomangiammo,chiacchierammoconlepersonesedutevicinoanoieguardammoil sole tramontare. Il palcoscenico aveva sullo sfondo la spiaggia, in modo che chi cenava potesse godersiilpanoramafinchénonfossestatoabbastanzabuioperdareinizioallospettacolo.Dopoil tramonto,itamburiiniziaronoabattereunritmochemiriverberavanelpetto. Sul palco comparve il padre di Tai, Afano. Indossava un sarong che nascondeva a malapena le parti intime. I magnifici tatuaggi erano in piena vista. Dal ginocchio alla caviglia aveva degli ornamentidipagliacheglisfioravanoipiedi.Eravamocosìvicinecheriuscivoasentireilsuonodi ciascunfilamentotrascinarsisulpalco. Afanopresentòisuonatoriditamburochestavanosuunlatodelpalcoechesalutaronoilpubblico conunavelocerullatadeilorostrumenti,scatenandounapplauso.Diedeilbenvenutoaglispettatori, invitandoli a condividere la cultura samoana. Quindi annunciò il primo atto. Rimasi scioccata nel vederetutteleparentidiTai,compresalamadreMasina,fareilloroingressosulpalco.Ladonnapiù anziana indossava un sarong drappeggiato in modo davvero particolare, mentre le più giovani avevanoguscidicoccosuiseniecortisarongchenemettevanoinmostraicorpisodi. Partìlamusicaeledonneincantaronoilpubblico.Erabellissimo,unospettacolochefinoaquel momento avevo visto solo nei film. Fecero la hula e altre danze hawaiane in cui portavano con eleganzalemanisopralatesta,ruotavanodaunaparteall’altra,ancheggiavanoedeseguivanovari movimenticonipiedi.Eraunospettacoloincantevoleegliocchidituttirimaseroincollatisuquelle donneeiloroballi. Dopo due danze chiesero se c’erano volontari. Gin e io costringemmo una riluttante Maddy ad alzareilsuobraccino;furonoscelteleieunaltrogruppettodidonne.Masinasimiseaccantoamia sorellaemistrizzòl’occhio.Uniiipalmidellemaniechinailatesta,insegnodiringraziamento.Era esattamentequellochesperavo:lamiapiccolainsiemeallamadrediTai.Ledanzatricimostraronoal pubblico una breve coreografia. Maddy capì al volo, come sapevo avrebbe fatto. Aveva talento in parecchiecose,compresaladanza.Masinadiedeilsegnaleaimusicistieledonnepresedalpubblico imitaronoledanzatricicuieranostateassegnate.PocodopoMaddysorridevaefacevaondeggiarele braccia come se lo facesse da una vita. Ero felice di poterle offrire quel momento di gioia, un ricordocheavrebbeportatoconsé.LaprimavoltacheuscivadalNevada,insiemeame,alleHawaii. Lo avrebbe ricordato per sempre, e pure io, del resto; era un’esperienza che avrebbe potuto raccontareaisuoifigli.Dio,tiprego,fa’chepassiqualcheanno,dopocheavràconclusoildottorato. Lamusicafinìeilpubblicoapplaudìentusiasta.Lospettacoloandòavanti,senzatracciadiTai,e io iniziai a innervosirmi. In genere, gli ultimi numeri in esibizioni come queste erano i più pericolosi. FinalmentesulpalcocomparveAfano,abbigliatoinmododiversodaprimamasempreseminudo. Itatuaggieranonerissimiescintillanti,minacciosi. «E ora l’esibizione più attesa. È necessario un cuore da guerriero per maneggiare le spade di fuoco, e i miei figli…» si batté un pugno sul petto con tale forza da farsi udire dal pubblico «… i mieifiglihannoilcuorepuroehannoliberatolamenteperoffrirviquestoritodellanostracultura. Uomini!»ruggìeinquelmomentosulpalcoarrivaronoTaieisuoitrefratelli.AfanoeTaieranoin primafila,glialtritredietro.Ciascunodilorotenevainmanounlungobastone.Furonoraggiuntida Masina,conunbellissimoabitobiancochefluttuavanellabrezza.Avevaunatorciaeacceseledue estremitàdituttiibastoni,diedeunacarezzaaciascunodeifiglietornòalatodelpalcoscenico.Gli uomini stavano in piedi a gambe larghe, con ornamenti di paglia a coprire gomiti e polpacci e un sarongrossosangue,corto. «Oh, Signore santo, come faccio a trattenermi con tutto questo bendidio davanti agli occhi?» sussurròGin,eiolediediunospintone. «Comportatibene.» «Nonteloprometto.» Scoppiammo a ridere, ma io non staccavo gli occhi da Tai. Mi sentii il cuore in gola quando Afano impartì gli ordini e gli uomini lanciarono il grido «Hut!», battendo i piedi sul palco. Le estremitàinfuocatedeibastoniardevanodavantiailorovisi;quindicominciaronoafarliruotare.I bastoniinfuocati.Dovettiripeterlotrameperchénonriuscivoacrederci. Ruotare.I.Bastoni.Infuocati. Proprio quando pensavo che sarei morta di preoccupazione, convinta che si sarebbero bruciati, tuttiecinquelanciaronoilbastoneinariaeloripresero,poisimosseroincerchio,incrociandositra loro,semprefacendoruotareilbastone.Avevounamanosullaboccael’altrachiusaapugnoficcata inmezzoallegambe. Fecero una serie di movimenti che sfidavano la forza di gravità e mi misero una tale paura che stentavoarespirare. Poil’esibizionesifeceancorapiùspaventosa. Quattrodegliuominiarretraronoesiposizionaronoagambelarghe,ilbastonesollevatoinalto sopra la testa, come se volessero dar fuoco a tutto. I tamburi rullarono forte, facendomi tremare a ognicolpo.PoividiTaidasoloinmezzoalpalco.Fuinquelmomentochemelafeciletteralmente addosso. Tai lanciò in aria il bastone, fece un paio di salti mortali, lo riprese e lo fece girare attorno al corpo,inmezzoallegambeedietrolaschiena.Lapagliadelsuocostumeavrebbepotutoprendere fuocoinqualunquemomento.Fecegirareilbastonedietroilcollo,lofeceruotarecondueditacome se fosse una bacchetta e poi tese un braccio in fuori. Afano, alle sue spalle, lanciò in aria il suo bastone. Tai si piegò su un ginocchio, sollevò il braccio e lo prese al volo. Sussultai e chiusi gli occhi. Quando li riaprii, stava facendo ruotare entrambi i bastoni. Il pubblico applaudiva entusiasta mentreiofissavolospettacoloinpredaalloshock.Erospaventataamorte. Dopoquellachesembròun’eternità,durantelaqualeTaifeceunaseriedisaltimortaliemosse complicate, il suono dei tamburi assunse un ritmo frenetico, che io sentivo rimbombare profondamentenelpetto.Ifratelligridaronopiùvolte«Hut!»,avanzandoapassipesantiversoTai, poiunodopol’altrolanciaronoinariaillorobastone.Taifeceunsaltomortale,atterròsullaschiena epreseibastoniinfuocaticonipiediperpoifarselirimbalzarenellemaniviaviachearrivavano.Si rialzò in piedi reggendo tutti e cinque i bastoni e tracciò nel buio una H perfetta. Due bastoni per manoel’altrosospesoinorizzontaletraipollici.IfratelliabbracciaronoTai,spenserolefiammee s’inchinarono. Lecentinaiadispettatorisialzaronoinpiediesimiseroaurlareentusiasti.Afanofecetornaresul palco tutta la famiglia per ricevere gli applausi e fare l’inchino. Tai continuava a fissarmi. Mi si riempironogliocchidilacrimementreapplaudivofinoafarmibruciareipalmidellemani.Luitirò fuori quel suo sorriso sexy che sciolse i cuori e fece bagnare le mutandine di tutte le donne nel raggiodiunchilometro,poisiritiraronodietrolequinteeilpresentatoreannunciòcheilluau era finito. «Iltuoragazzodimaggiohauntalentostraordinario»disseGinellestringendomiasé. Ilmio“ragazzodimaggio”. Seciriflettevo,erapropriocosì.QuindiAlecerastatoilmioragazzodifebbraio,eWesquellodi gennaio.Nonvolevopensareaquellochesignificava.Lamaggiorpartedelledonnenonavevanonel girodiunannoquestoturbiniodilegami,macomealtrodefinireunarelazionemonogamalungaun mese, in cui sei impegnata con lo stesso uomo, esci con lui, conosci la sua famiglia, vai fuori a divertirti,gliraccontiituoisognieletuesperanze,dormiconluituttelenotti?Senoneraquestala definizionediragazzo,alloranonsapevoqualealtralofosse. «Sì,èvero.Andiamoaringraziarloperibiglietti.» Quandoarrivammodietrolequinte,lafamigliaavevagiàraccoltolesuecoseeTaiindossavaun paiodipantaloncinidasurfenient’altro.Ilpettoeraancoralucidodiolio,chefacevarisaltareogni deliziosocentimetrodelsuocorpomuscoloso. «Possoavereunodeisuoifratelli?»chieseGinguardandoitreuominichenonletoglievanogli occhididosso.Tao,ilmaggiore,fissavaGincomesefosseunabisteccasucculentaestessemorendo difame.Agiudicaredallosguardodilei,ilsentimentoeraassolutamentereciproco. «Avanti,amicamia.Rivoluzionailsuocazzodimondo.Perchéno?» «Ragazzi,mifatesentirelamancanzadiMatthew.»Maddymiseilbroncio. «Ah, allora conosci le gioie del sesso» si intromise Ginelle. Lei sorrise e scosse la testa. «Grandioso. Non voglio sentire altro» tagliai corto prima che potesse ribattere. Non avevo nessun bisognodisaperecomemiasorellafacevagioireilsuouomo.Dio,tiprego,fa’chenonmichieda consigli. Tai ci vide da lontano e si avvicinò. Aveva un portamento davvero virile: muscoli scolpiti ovunque,bellidatoccareedavedere,chesiflettevanoaognimovimento. «Piaciutolospettacolo?»chiese. Annuii disorientata, non potevo resistere un minuto di più al desiderio di averlo; in preda alla lussuria,mistavobagnandoederoeccitatainmanieraindecente.Migettaitralesuebraccia,luimi prese al volo e mi sollevò, poi fece un verso di approvazione e mi baciò con foga, infilandomi la linguainbocca.Losucchiaialungo,sfregandomicontrol’erezionecheglipremevasuicalzoncini. «Ragazza»lasuavocemivibròtralelabbra,«nonèilpostoadatto.Riprendiamoildiscorsopiù tardi,tranquilla,dopocheletueospitisonoandateadormire.»Sispostòperparlarmiall’orecchio. «Soffriraiunpiaceresenzalimitiperavermelofattodiventarecosìduroepoiavermifattoaspettare. Preparati.Preparatiavederebruciarelelenzuolaconilfuocochehaiacceso.»Dalmodoincuilo disseerapiùcheunapromessa.Eraunacertezza. 8 «Oddio,no!»urlai.«Basta.Nonpossopiù…oddiochebello…prendimi!»dissiinarcandoilbacino versolaboccadiTaiemettendoglilemanidietrolatesta.Luimistrinselenaticheemifecegodere dinuovoconlalingua.Noncredevofossepossibile.Mistavalevandolapelledidosso:avevoperso ilcontodiquantiorgasmiavevoraggiunto.Sapevosolochesenonmiavessemessodentroinfretta ilsuoenormemembromisareiaddormentatadaquantoerostravolta. Tai fece un verso gutturale, simile a quello di un animale selvatico. Adesso sapevo che era il segnalechestavaperperdereilcontrolloechemiavrebbescopatasenzapietà.Mifecegiraresullo stomaco,misollevòperifianchiemifecemetterecarponi.«Tienitiallatestadelletto.Nonneposso più.Hobisognodiscopartifortequellafichettadolce.» Miafferròlavitaemipenetròlentamente,primasoloconilglande,poiaffondandomidentroun centimetro alla volta. Trattenni il fiato, aspettandomi una spinta selvaggia, e invece mi stupì muovendosicondelicatezza.Nonduròmolto.«Sì,così,adessocel’hobellobagnatodellatuafichetta fradicia.» Iniziò a muoversi e io feci dei respiri profondi, inclinando la testa per vederlo entrare e uscire.Ilprofilatticoeralucidodelmioumore.Miportaiunamanotralegambepertoccarmilìdove mistavaaprendo. «Ohsì,ragazza.Tipiacefartiaprireperbene,eh?Nonc’ènientedimeglio.»Mimiseunamano sulseno,massaggiandoetirandoicapezzoli,eiomispostaiindietroperandargliincontro.«Cosa vuoi?Devichiedermelo,haole.» Detestavoquandomichiamavainquelmodo.Luisapevachemifacevaimbestialire,elodiceva apposta mentre facevamo l’amore. Anche se nel nostro caso fare l’amore non era l’espressione giusta.Nonc’eranomaistatecandeleecioccolato,néaltrodineppurlontanamentericonducibileal romanticismo. La cosa più simile a una situazione di quel tipo era stato quando avevamo bevuto champagneprimacheluimiscopassesenzapietàsulcofanodellamacchina.No,Taieioscopavamo, e lo facevamo senza risparmiarci. Era quello che mi piaceva di lui. Eravamo amici e lo saremmo rimastiquandoiosareipassataallamiaprossimaavventura,maperilmomentoavevointenzionedi godermifinoall’ultimolasensazionediesserescopataperbene. «Scopami,scopamiforte,samoano!»ruggiiescattaiindietroperfarmiimpalaredalsuomembro. «Prontaacamminareinmodostranodomani,ragazza?»miprovocò. «Ho il culo bianco?» ribattei ironica guardandolo da sopra la spalla e facendo ondeggiare il suddettoculo. Aveva gli occhi fissi sulle mie natiche, le dita affondate nei miei fianchi. «Oh sì» rispose affondandomidentro. «Alloranonfarmidomandeidiote.»Diomio,questiuominichemiportavoalettomifacevano sempredomandeidiote…«Scopa!»IlmiosessosicontrassecomeunamorsamentreilpenediTai entrava tutto. Urlai in silenzio, senza fiato, mentre lui mi fotteva senza pietà. I testicoli sbattevano controlacarnegonfiaprovocandomiunafittadidolorecosìpiacevolechemiinarcai,sollevandomi ancora.Taimifecescivolareunamanodalpettoallapanciaemipizzicòilclitoride.Nonlopremette né lo accarezzò, no, lo tenne stretto mentre mi pompava. Il piacere montò al punto che ebbi la sensazionediandareinpezzimentreluicontinuavaascoparmiperraggiungerel’orgasmo.Godette conunruggitocosìpotentechedovevaaversvegliatoGineMaddy,vistocheleparetidellastanza sembraronotremare. Eral’ultimacosachericordavoprimadiperdereisensi. Quandomisvegliai,mistavapulendotralegambeconunasciugamanocaldo.«Tihofattomale?» Avevalosguardovuotoefreddo. Scossilatesta.«Vuoitornareneltuoletto?»Feciancorasegnodinoperchéavevodeiproblemia parlare, sfinita com’ero dal piacere. «Sei sicura?» Gli si spezzò la voce e nella mia testa suonò un campanellod’allarme. Sedetteaccantoameeiomirifugiaitralesuebraccia,chesistrinseroattornoalmiocorpo.«Non mihaifattomale.» «Seiquasisvenuta»dissecontaleemozionechescostailafacciadalcaldorifugiodelsuocollo perguardarlonegliocchi.«Tai,èstataunadellescopatepiùbelledellamiavita.Laricorderòfinché vivo.Nonmihaifattomale.Finchésonoriuscitaacontarli,eranoseiorgasmi.Sei.Maisuccesso.» Nonglidissichec’eranounaltropaioditizialtrettantobravi,maconTaieraunico.Intensitàdiversa, partidelcorpodiverse,paroleepensieridiversi.Erasemprebello,maeraspecialeperchéeralui, eraciòchecondividevamoinquelletto. Tai mi mise la mano sul collo e mi sfiorò l’attaccatura dei capelli con le dita. «Ho perso il controllo,Mia.» «Eravamotuttieduemoltoeccitati.Delrestoseistatotuadirecheavremmobruciatolelenzuola. Ioclassifichereiquestascopata…omeglio,scopate,comebruciarelelenzuola.Tuno?» Sorrise,inclinòlatestaepresefiato.«Solosetustaidavverobene.» «Ohtesoro,stopiùchebeneesemiconcediunabuonanottedisonnosaròprontaperunaltro round.Solochequestavolta…staròsopraio!» Tai rise, mi fece sdraiare sulle lenzuola fresche e mi avvolse nel suo corpo caldo. Esausti com’eravamo,ciaddormentammodischianto. Misvegliaiilgiornodopoconilsolenegliocchi,ilmormoriodellaspiaggia,unabrezzafresca chemiaccarezzavalapelleeunafacciasamoanasexyepeccaminosatralecosce. Hawaii. Il.Mese.Migliore.Di.Sempre. Non fu proprio la Walk of Fame quella che percorsi: la definirei piuttosto una walk of shame, una passeggiatadellavergogna,checomunquenonfulunghissimavistocheTaieioavevamobungalow attigui. Sgattaiolai dentro a piedi nudi, tenendo in mano i sandali con la zeppa e camminando sulle punte solo per ritrovarmi davanti Maddy che si versava una tazza di caffè e mi guardava con un sorrisetto.Maledizione. «Dormito bene?» chiese e io avvampai. «La mia sorellona che arrossisce? Il sorriso che hai stampatoinfacciapotrebbeesseredovutoa“Scopamiconquelgrossocazzo,samoano!”?» Loshockfutalecherimasiaboccaapertaecimancòpocochemislogassilamascella. «Ehsì,sorellona,hosentitotutto.Nonlosapevichelastanzadegliospitihaunapareteincomune con…illettodiTai!»Scoppiòaridereconvulsamente,diventandopaonazza. Eroimbarazzatissima.«Mmh…io…ecco,nonsobenecosadovreidireadesso.» «Mi è toccato andare a dormire nel tuo letto. Mamma mia, non vedo l’ora di fare sesso in quel modo tutta la notte. Sul serio, non ti fa male lì?» Sedetti su uno sgabello, appoggiai i sandali sul banconeemiversaiunatazzadicaffè. «Stiamodavverofacendoquestaconversazione?»Feciunasmorfiaeleiannuì.«Sì,lapiccolinaè dolorante,masoloinsensobuono.»Mimassaggiailetempie. Maddypassòunditosulbordodellatazza.«Mattheweiol’abbiamofattotipodiecivolteenonè maistatocosì.»Eraarrossita.«Vogliodire,nonfraintendermi,èsempremoltobellomaiononho maigridato.Forsesbaglioqualcosa?» Misilemanisopralesue.«Ohtesoro,no.» «Cioè,nonhomaisentitoMatturlaredipiacere.Disolitosilimitaadirmichemiamaefaunpo’ diversistrani.» Chinailatestaepicchiailafrontesulbancone.L’ultimacosachevolevoeraparlaredisessofatto bene o male con la mia sorellina. Situazioni come questa mi facevano detestare ancora di più mia madre;avrebbedovutoessereleiafarequestidiscorsiconlafiglia,nonio. Rimboccandomi metaforicamente le maniche, mi raddrizzai, spinsi il petto in fuori e mi gettai indietroicapellipreparandomiaunaconversazioneimbarazzantemanecessaria.Madsvolevasapere come dare piacere a un uomo e io ero il suo unico riferimento femminile; dovevo indicarle la direzionegiusta.Signore,dammilaforza. «Andiamoasedercifuorisullanai.» Saltò in piedi, prese il vassoio di frutta che aveva tagliato il giorno prima e lo portò al tavolo fuori.GrazieaDio,c’eranoimieiocchialidasole,cosìmeliinfilaiemilasciaicaderesullasediadi frontealei.Maddyaspettòpazientementementreiopensavoacosadirle. Feci un respiro e buttai fuori il fiato. «Okay. Ho scoperto che agli uomini piace che tu sia una partner attiva. Quindi non limitarti a stare sdraiata immobile. Tocca, bacia, fai quello che ti viene spontaneo.» Lei annuì e rimase in silenzio. «Hai provato qualcos’altro oltre alla posizione del missionario?»Milasciaisfuggireungemitoegettaiindietrolatesta,lasciandocheiraggidelsole miscaldasserolafaccia. «No.» Aggrottò le sopracciglia. «Però desidero farlo. Come fai a dirglielo che vuoi provare qualcos’altro?» Oh,grazieaDio,unadomandafacile.«Parlagliquandosietesolimanonstatefacendosesso.Tipo dopocena,visedetesuldivanoetuglidicicosatipiacerebbe.» «Iononsocosamipiacerebbe.» Mimorsicaiillabbroinferiore.Questopotevofarlo.«Diglielo,omeglioancora,quandosietesul divanomettitiacavalcionisopradilui.Poi,haipresente…lofaicosì.»Deglutiiconsforzo.’Fanculo, eradurissima.Avevolafronteimperlatadisudoreeavreivolutosoltantobuttarminell’oceanofresco erilassantechesistendevadavantianoi. «Agliuominipiace?Cheunadonnastiasopra?» «Sì,sedutioppurequandoluièsdraiato.Saràbelloancheperte,solochedevifarepianoperché cosìentrapiùafondo.» «Più a fondo!» Sgranò gli occhi. «Già così ho la sensazione che Matt mi apra in due!» disse, tormentandosi le dita. Be’, perlomeno il futuro maritino era ben dotato nelle parti basse. Una volta checiavessepresolamano,questoavrebbegiocatoafavoredelbuonvecchioMatt.«Chealtro?» «Nonguardiiporno?»chiesicontrovoglia,nonvolendosaperelarisposta.Leifecedinoconla testa. «Okay,parliamodellapecorina.Tuaquattrozampe,luichetiprendedadietro.Provaquesto.» Giurocheseavesseavutounbloccoselosarebbeannotato.Miasorella,l’analizzatrice.Semprelì aprendereappunti,adaffrontarelesituazioniinmodoanaliticoescientifico. «Ecom’è?»chiese. Incassai le spalle e feci un sospiro. «Bello, bello sul serio. Tai mi stava prendendo così stanotte quandoabbiamocominciatoafaretuttoquelcasino»confessai.Leisorrisetimida,earrossìdinuovo. «Senti,voidovetesoloesplorarviavicenda.Farequellochevisembragiustoechissenefregacosa fannoglialtriocomelofanno,osefannopiùomenorumoredivoiincameradaletto.Quelloche faiconMattèunacosafravoidueeovviamentealuipiace,vistochecihamessosopraunanello!» Feciunarisata. Il suo sorriso era così luminoso che mi sarebbero serviti un altro paio di occhiali da sole. «È vero»riconobbe. «Perciònonpreoccuparti.TueMatttroveretelavostrastradainsieme.Nonhaibisognochetidica iocomedarepiacereaunuomo.SolotusapraicosapiaceaMattecosanonglipiace,eseituquella cheglielodarà.Peròsiisincera.Parlaglidellecosechepensiosucuihaidellefantasie.Eperl’amor delcielo,leggitiqualchelibrosulsessoorobadelgenere.Mistaifacendomorire!»sbottai.Sentivo chestavapervenirmil’orticaria. Maddy ridacchiò come la diciannovenne che era. Cavolo, che giorno era? Gli hawaiani vivono secondoritmituttiloroeigiorniscivolanoviainunacaliginetropicale.«Chegiornoè?» Maddy inclinò la testa e fece un sorrisino. «Diciannove maggio» disse e si girò a guardare l’oceano. Cacchio! Il giorno dopo compiva vent’anni. «Domani c’è qualcuno che esce dall’adolescenza» dissiconunsorrisone.«Dobbiamofesteggiare!Eallagrande,anche.» Maddysiagitòsullasediafacendounaspeciediballettodigioia.«Sonocosìfelicedicompiere vent’anni.Be’,Mattnonèstatoaltrettantofelicedinonpoterlifesteggiareinsiemeame.» «Oh, che assurdità, avrà il resto dei tuoi compleanni. Il ventesimo, invece, è mio proprio come tuttiquelliprima.»Unadellecosechenonavevomaimancatodifareinpassatoerafesteggiarecome sideveilcompleannodiMaddy.Nostramadresen’eraandataquandoleiavevacinqueanni,eanche seioneavevosolodieciavevofattoilpossibileperchélafestaperiseifossegrandiosa,comepure quelle venute dopo. Non avevamo molti soldi ma ce li eravamo fatti bastare. Almeno, io me li ero fattibastare. Avrei parlato con Tai sul da farsi. Volevo che questo compleanno fosse per lei qualcosa di indimenticabile. Udiilaportaaprirsiallemiespalle.PensandochefosseTai,migiraiesalutaiconlamano.Eno, eraGin,conaddossolostessovestitocheavevaalluau.Quellaputtanellastavafacendoancheleila walkofshame!Ohsì!Fantastico. «Ehi, Gin, pensavo stessi ancora dormendo» dissi in tono indifferente mentre si lasciava cadere sullasediaaccantoallamiaconlachiomabiondacherisplendevaalsole.Mipreselatazzadicaffèe nebevveunasorsata. Laosservai.Avevadellestriscerossenell’incavodeiseni,unsucchiottoappenasottol’orecchio,i capelliundisastroelelabbragonfie. «Dormitobene?»Maddylefecelastessadomandacheavevafattoame,eioscoppiaiaridere. «Cosa?» gemette Gin coprendosi le orecchie con le mani. «Devi parlare per forza a voce così alta?»Questasìcheeraunanotizia.Avevaancheildoposbornia.Meraviglioso! Tiraisuunagambaemiabbracciaiilginocchio.«Immaginocisiaunaragioneperquestaariadi unacheèpassataperunfrullatore,giusto?» Ginfeceunasmorfia,simiselemanidietrolatestaesistirò.«Oh,sì.»Avevolosguardosazio. «Se il tuo Tai assomiglia anche solo un po’ al fratello, wow.» Si portò una mano sul cuore e si sventolòlafacciaconl’altra.«Mihascopataintuttiimodipossibiliepoiharicominciatodaccapo. Mai successo in tutta la mia vita…» si interruppe e si appoggiò allo schienale della sedia. «Non voglioandarmenedaqui.RimangoalleHawaiiafarelaschiavasessualediTao.Glipuliscolacasa, glipreparoipastieluimipagaindosidiscopate»disseinmanierasboccata. Miripresiilcaffèeleimiseilbroncio.«Oddio,Gin.Cheputtanella.Misuraleparole,comunque» dissiaccennandoaMaddy. «Madài,Mia.Dopolaconversazionecheabbiamoappenafatto?» «Qualeconversazione?»siintromiseGineiomilasciaisfuggireungemito. «Be’,Miahaavutoun’esperienzamoltosimileallatuastanotte.Conilpiccoloparticolarecheho sentitotuttodellasuacavalcataconTai.» Ginmilanciòun’occhiatadifuoco.«Ipocrita!» «Staizitta!Nonlosapevo!»dissiincrociandolebracciaesentendounafittadidoloreaicapezzoli. Taimeliavevasucchiaticomeseneandassedellasuavita. Maddycontinuòimperterrita,ignorandoci.Gineiobisticciavamoincontinuazioneeormainonle facevapiùnécaldonéfreddo.«CosìhochiestoaMiaqualchesuggerimentosucomesoddisfareun uomo.Sai,ioeMattl’abbiamofattosolo,be’…nellaposizionedelmissionario,ecosìleimistava dandoqualchedritta.» A giudicare dalla risata isterica e dall’agitarsi scomposto di mani e piedi, neanche se stesse affogando,sisarebbedettocheGinelletrovasselacosaspassosissima.«Ecosalehaidetto?»chiese guardandomiinfaccia.«Ciscommettocheavrestipreferitofarticavaregliocchicheaffrontareun discorsodelgenere.»Miaccarezzòilbraccio,sempreridendo,eiomelascrollaididosso. «Tiodio.» «Miami,invece!»MifecealzareunamanoemimordicchiòilbracciofacendodeiversiallaPacMan,finchénonscoppiaiaridereelaspinsiviainmodoscherzoso.Eraimpossibileresisterle;non esisteva proprio che riuscissi a rimanere incazzata con lei, e non c’era nessun altro al mondo che avreivolutoinsiemeamenell’angoloacombatterelemiebattaglie. «Bastavachechiedessiame,Mads.Sonofelicedicondividerelegioiedelsessoetuttoquelchene viene.Potreiinsegnartiuntrucchettosucomesucchiarloaunuomofinoafargliimplorarepietà…» Maddysgranògliocchi,annuìespostòlasediavicinoaGinellecomesestesseperrivelarleun segreto. «Ehno!»gridai. «Oh, dài. Non rompere. Maddy deve imparare a farlo, altrimenti non riuscirà mai a tenersi un uomo.»SigiròversoMaddyelepreselemani.«Lasciachetidicalecosecomestanno,bambina,gli uomini adorano quando inghiotti. Non gli importa se sputi, però se ingoi quella melma disgustosa hannolasensazionedimarchiartieimpazziscono.» MialzaiemisiunamanosullaboccadiGinelle.«Ginhafinitodispararecazzate.Èoradifarsi unadoccia.»Lasollevaidallasediaprendendolainbracciocomesefosseunasposinanovella. «Dico sul serio. Mettiti in ginocchio e prendi il membro di Matt più in fondo che puoi» riprese Ginelle mentre io la portavo verso l’oceano. Maddy doveva esserci venuta dietro perché Ginelle continuòablaterare. «Ecos’altro?»chieseMaddyconunarisatina. «Prendiloperifianchielasciachetitiriicapellietiscopilabocca,peròmiraccomando,attenta aidenti!…»furonoleultimeparolechesentimmoprimachelabuttassiinacqua. Ginelletossicchiòerise,sputandoacqua,poisifecetrascinarearivadaun’onda. PresiMaddysottobraccio.«Vieni,facciamocolazione.» Maddylanciòun’occhiataaldisopradellaspalla.«Pensichestiabene?» «Lasciacheaquellacagnettaincaloresiraffreddinoibollentispiriti;staràbenone.» MentrecamminavamosullasabbiadiretteversoilbungalowsentimmoGinelleridereesguazzare nell’acqua. 9 Tutto intorno ai quad con cui stavamo percorrendo la piccola valle c’era soltanto verde, a perdita d’occhio. Eravamo circondati da montagne così alte che dovevi gettare indietro la testa per vedere dove incontrassero il cielo. Nebbia e nuvole ammantavano le cime come bambagia impigliata nel velcro. Tai e Tao facevano strada e alla fine giungemmo nel cuore della valle. Spegnemmo tutti i nostri veicoli e saltammo giù per dare un’occhiata. Le Hawaii erano bellissime, ma questo posto sembrava una gemma nascosta che avevamo appena scoperto. Non c’era traccia della mano dell’uomoinquell’angolodelpianetaTerra,equestolorendevaun’esperienzaquasimisticachenon avevauguali. Taorimasesedutosulsuoquad,tiròfuoridallozainounukuleleeiniziòasuonareunamelodia. Mormoravaleparole,elasuavocebaritonalemiaccarezzòlapellecomeunabrezzafrescachesi insinuasse nella valle. Riconobbi la canzone, era la stessa che aveva suonato Tai nella sua stanza, Drop,Baby,DropdeiMana’oCompany. Maddyoscillavasulsuoquadaritmodellamelodia,poiridacchiòquandoTaocantòilversoche lepiacevadipiù:«Iloveyoulikeamango».Eraancheilmiopreferito. Taimipresepermanoemiattiròasé.«Fraduegiornitenevai»sussurrò,muovendoifianchiin unoshimmyappenaaccennatoalritmodellamusicadiTao. «Sì.»Glipresilamanoeglibaciaiipolpastrelli. «Eseiononvolessilasciartiandarevia?»disseconunapuntadiemozionecheiosapevo,visto cheavevopassatoconluiquasiunmese,dipotertenerestrettamentesottocontrollo. «Losaichenonpossorestare.»Glisfregaiilnasosulcollo,inalandoilsuoodoredioceanoedi boschi. Doveva essersi esercitato coi bastoni quella mattina, perché sapeva ancora di legno e di bruciato. Appoggiòlafronteallamia.«Maèbellosentirselodire,vero?» «Vero.»Mimorsicailelabbraeglidissilaverità:«Neanch’iovorreilasciarti,malosai,tulosai, Tai,chenonsonoladonnagiustaperte,nétuseil’uomogiustoperme». Sospiròemibaciòcontenerezza,sfiorandomilelabbraconlesue.Eraunbaciodinostalgiaper un futuro cui sapevamo di non essere destinati. Approfondì il bacio, stringendomi più forte. Mi aggrappai a lui, facendo del mio meglio per trovargli un posto nel mio cuore esattamente come l’avevaquestavallesegreta.Noneral’amorealegarci:eranoamicizia,desideriosessualeeintimitàa far funzionare le cose tra Tai e me. Fu semplice, ed era la prima volta da quando facevo questo lavorochelecoseandavanocosìlisce. «Presto un uomo cadrà in ginocchio davanti a te ringraziando il cielo di averti fatta sua per sempre.» Risi.«Sipuòsolosperarechesiacosì.Etunoncredicheladonnagiustapertesiaappenagirato l’angolo?» Taimistrinsedinuovoaséecontinuòamuoversialritmodellamusica.Eracomesefossimosoli aballareallamelodiapizzicatadell’ukuleleealleparolediunacanzonechedicevanodiesprimere tuttoiltuoamoreeamareiltuocompagnocomeunmango.«Talvoltamichiedoselatroveròmaiin questavita.» Mi scostai, gli misi le mani sulle guance e lo guardai negli occhi scuri. «La troverai, te lo prometto.» DopoilgiroconiquadTaiciportòdaalcuniamici,proprietaridelKualoaRanch.Cidiederodei cavallieilsuoamicoAkelacifecefareuntourdellaproprietà. All’inizioMaddyebbequalcheproblemaagovernareilcavallo,madilìapococapìcomefare.Io trattavolamiacavallacometrattavolamiamotoSuzi.Laaccarezzavo,leparlavopianoall’orecchio; poi intrecciai un ciuffo della sua criniera e mi feci una treccia in modo che avessimo una cosa in comune. Si chiamava Buttercup, per via del mantello biondo e della criniera nera, proprio come i buttercups,icioccolatiniripienidiburrod’arachidi.TuttelevoltecheguardavoTaieluimivedeva coccolarelacavallachiudevagliocchiescuotevalatesta.Nonavevomaiavutoanimalidomesticida bambina.Erabellissimopotermontareunacreaturatantomaestosaeregale. «Devepiantarla»borbottai,poiaccarezzaiButtercupeledissicheTaierabellodaimpazzirema eraancheunragazzaccio.Poilamisiinguardiadaifustitatuatielaavvisaidiandarcicautaperché secondomelostallonenerocongliocchicolorambrasierapresounasbandataperlei. Ginellesiavvicinòaltrottocomesemontassedaunavita.«Cosa?Ilmioèuncavallomaschioe nonèdiversodalcavalcareunuomo.Statuttonelcontrollodellecosce.Giusto,piccolo?»Diedeuna carezzaalcavalloeTaosiavvicinò. «Possoconfermarlo»disse.«Puoirompercidellenocidicoccoconquellecosce,biondina.» Leisorriseealzògliocchialcielo.Laimitai.«Disgustoso.» «È vero. Probabilmente potrei rompere delle noci. Magari dovremmo provarci stasera, ragazzone» lo rimbeccò Ginelle e io ridacchiai rumorosamente. «Be’? Pensi debba essere una tua esclusivaavereunpo’dicarnesamoanatralegambe?Colcavolo.Hointenzionedimontarequesto tiziocomeuncowboyingroppaauntoro,stanotte!»disseenfatizzandol’ultimaparola. «Ètuttotuo,ZoccolettavonZoccolis.» «Parlaquellachehaapertolegambedopo–quanto?un’ora?–averconosciutoTai»ribattélei, azzeccandociinpieno. Mi gettai la treccia dietro le spalle e le lanciai un’occhiata di fuoco. «E come cacchio fai a saperlo?»laapostrofaimettendomilamanosuunfianco. Gin scoppiò a ridere come una matta. «È vero!?» disse con un’espressione da gatto che ha mangiato il topo. «Sei esattamente come me! Io non ho nessun problema ad ammettere di essere saltata in braccio a quello» disse indicando Tao con il pollice, «la prima volta che sono riuscita a mettergliaddossolemiemanismaniose.Cavolo,maguardalo!…»SigiròversoTao.«Nonscherzo, voglioscopareconte.»Ridacchiòstrizzandosiisenitralemani,gemendodipiacere. Lediediunasberlasulbraccioeperpocononlabuttaigiùdisella.«Bruttaputtanella,tieniteleper teletuesmanie.Seicomeunagattaincalore.» Leiaprìlaboccaeioebbilacertezzachestavaperdirequalcosadidecisamentevolgare. Intervenni prima che fosse troppo tardi: «Non osare metterti a parlare della tua farfallina» dissi senzaprenderefiato. Ginrichiuselaboccaestrinselelabbra.«Rompipalle.» Mi diressi verso Maddy che stava ascoltando attentamente Akela parlare del ranch, della terra, deglialberiedeifilmcheeranostatigiratisull’isola,einquellatenutainparticolare.Vennefuori che uno di essi era Jurassic Park. Era affascinata: faceva domande, commentava cose imparate ai corsi di botanica. Quando mia sorella parlava della scuola o di quello che studiava, mi sentivo orgogliosissima. Adoravo sentirla snocciolare dati e dettagli su cose di cui probabilmente non avremmo mai più parlato né rivisto. Ma il fatto che sapesse esattamente che cos’erano, quali caratteristicheavevano,didov’eranooriginarie,seavevanoproprietàcurativeovenivanousatenella medicinaolisticaeraimpressionante. «Tuasorellasaunsaccodicoseperesserecosìgiovane»disseTai. «Sì, è vero. Ho fatto in modo che fosse una studentessa modello da quando ha preso il diploma dellesuperiori.Ioinvecemisonodiplomataafatica,facendoduelavorimentreandavoascuola.» Taiannuì.«Socosavuoldire.Lamiafamigliasiesibiscedaquandoeropiccolissimo,maTinaha fatto in modo che non interferisse con gli studi. Voleva che i suoi figli avessero delle opportunità anchesenessunodinoihamailasciatol’isolapertrovarsiunlavoro.Ècomesenonvolessimofare quelpasso.Viviamoperstareinsieme.» Lo capivo benissimo. Indicai Maddy con un cenno della testa. «Io vivo e lavoro per lei, ma sto cercando la mia strada. Ti farò sapere quando l’avrò trovata.» Lui ridacchiò. «Hai paura che non incontreraimailatuaanimagemellaperchépotrebbenonviveresull’isola?» Incurvòlespalle.«Dicontinuo.SoprattuttoadessocheTinahadettocheladonnadellamiavitaè biondaehagliocchiverdi.Nonèunacombinazionecomunenelledonnedell’isola.» Cipensaisu.Avevaragione.Hawaiani,samoanielamaggiorpartedeipolinesianinatiecresciuti sull’isola erano scuri di pelle, di occhi e di capelli; esattamente l’opposto di quello di cui aveva parlatoMasina.Taicontinuòaraccontarmiisuoitimori. «Potrebbeessereunaturista.Esenonlaincontro?» «Nonsuccederà.Accadràquellochedeveaccadere,Tai.Seguilacorrente.» «Seguilacorrente»ripeté. PiùtardiAkelaciportòsuunaspiaggiaprivata.Sitolselozainodallespalleediedeaciascunodinoi un sandwich con tacchino e formaggio e una bottiglia d’acqua. Trovammo un posto all’ombra per consumareilpranzo. Maddyrimaseinpiediaguardarel’oceano.Miavvicinai,lemisiunbraccioattornoallespallee appoggiailatestaallasua.«Staipassandounbuoncompleanno,bellezza?» «Il migliore» disse con un sorriso e mangiammo guardando l’acqua azzurro chiaro. I pesci guizzavanodentroefuorileconchiglieeicorallicheeranostatiportatiariva,desertafindovesi potevaarrivareconlosguardo.«PensavochemagariMatteiopotremmovenirequiinlunadimiele. Mipiacerebbefarglivederequestiposti.» «Ah,sì?»Cercaidisembrareallegra,mailpensierodimiasorellachestavaperlegarsiinquel modo a vent’anni mi irritava tantissimo. Non aveva ancora vissuto abbastanza per prendersi un impegnodelgenere. «Sì!»Lesiilluminòlosguardoegliocchisifecerodiunverdebrillante.«Potremmooptareper unmatrimonioesotico!Nonhomoltiparentiesolopochiamici.Potrebbeesserefantastico.Chene pensi?» Me l’ero già immaginata con l’abito bianco, mentre percorreva la navata per sposare il suo principe.Maddyeralamiaprincipessa.«Nonvuoiunmatrimonioingrande,conl’abitobiancoeil resto?» Scrollòlespalle.«Adirelaverità,piùchel’abitobiancohosemprevolutoilcamicebianco»disse conunasmorfia,eiorisi. Adesso aveva due obiettivi. Voleva ancora quel camice da laboratorio e su questo Matt non le aveva fatto cambiare idea. Sposarsi era solo una cosa in più per lei. Dividere la propria vita con qualcunoeramagnifico,maleiavrebbecontinuatoainseguireilsuosogno,quellopercuisierafatta unmazzocosì. «Mads, a dire la verità sono felice di sentirlo, tesoro. La cosa che mi spaventava di più della propostadiMattnonavevanienteachefareconluinéconlatuaetà.Luièmeravigliosoesembra chetiadori.» «Ècosì.» «Loso.Erosoloterrorizzatachestessipensandodigettarviatuttoquellopercuiavevifattotanta faticaperfarelamoglieelamadre,enonlascienziata.Verràiltempodiesseremoglieemadre,ma questacosadeldottorato…devifarlofinchéseigiovane.» Maddy mi tenne stretta. Mi guardò seria. «Niente mi distoglierà dalla mia carriera. Matt sta semplicemente incoraggiando tutte le cose che voglio. Solo che adesso ho qualcuno accanto per condividerle.» “Qualcunoaccanto.” Quelleparolemitrapassaronocomeunalama.Sapevochenonleintendevainquelsensoecheè necessariolasciarandarequalcunochehaicresciuto,mafacevaunmalecane. «Siamosemprestatesolonoidue.»Ricacciaiindietrolelacrimeelesistemaiunacioccadicapelli dorati. Maddysospiròcomeseilpesodelmioaffettolaopprimesseanzichésollevarla.«Loamo.Voglio stareconlui,manonvoglioperderequellochec’ètranoi.Saraisempremiasorella.Cavoli,seistata più una madre che una sorella da che mi ricordo. È arrivato il momento che io prenda le mie decisionidasola.Chefacciaimieierrori,miassumadeirischichenontiriguardano.» «Tuttoquellochefaimiriguarda»risposid’istinto. «Non dovrebbe essere così, Mia. Devi vivere la tua vita, adesso. Io sto bene. Certo, avrò ancora bisognodiaiutoconletassescolasticheeungiornosaròingradodirestituirtitutto…» «Non se ne parla proprio» sbottai, di colpo arrabbiata. «Essere in grado di mantenerti e provvederealtuofuturoèstatoilfarochemihaguidata.Saperechetuavrestiraggiuntol’obiettivo cheioavevofallitoèl’unicacosagiustacheabbiamaifatto.Èlasolacosachechiedo.» «Questomimettetristezza.Vogliodipiùperte.» Respiraiforte,lagolachiusaepericolosamentevicinaascoppiareinlacrime.Melastrinsialpetto el’abbracciai.«Seisemprestatatuttoperme.» «Loso.MaadessosposeròMatt,ediventeròsuacomeluidiventeràmio.Devifarloanchetu.» Le parole della mia sorellina colpirono nel segno. Voleva che io trovassi un’altra persona che rappresentassetuttoperme.Macomesipuòcambiareilpropriomododiesserecontantafacilità? Non sapevo se ci sarei riuscita. Indipendentemente da dov’ero e da quello che facevo, mi sarei semprepreoccupataperlei,avreipensatoaleieavreisentitolasuamancanza.Nonriuscivoneanche aimmaginarechecosasarebbestatalamiavitasenonavessisemprepresolemiedecisionitenendo contodeglieffetticheavrebberoavutosudileiesulsuofuturo. Alla fine, capii che dovevo dirle qualcosa; era preoccupata per me. «Ci proverò, piccola. Ci proverò.» «Ètuttoquellochechiedo.» «Andiamo, dobbiamo festeggiare ancora!» Le tirai i capelli e la presi per mano, camminammo sullaspiaggiafacendooscillarelebracciacomequandoeravamopiccoleelaandavoaprenderea scuola.Uscivoun’oraprimadileituttiigiornieaspettavofuoridallasuaclasseperportarlaacasa. La mia sorellina era diventata grande. Frequentava l’università, aveva vent’anni e un fidanzato. Nonavevabisogno,névolevachelasorellamaggiorelestessecolfiatosulcollotuttoiltempo. “Eadessochecavolofaccio?” Il resto del tour fu incredibile. Ci portarono in un punto da cui si godeva una vista fantastica della Mokoli’iIsland,altrimentinotacome“Cappellocinese”.CidisserochelaparolaMokoli’isignifica “piccolalucertola”.Secondoilmito,l’isolaerailrestodellacodadiunalucertolagiganteodiun dragochefutagliataegettatanell’oceanodalladeaHi’iaka.Lacosamisembròstranissima,vistoche alleHawaiinonc’eratracciadilucertole,comemispiegòlamiacoltissimasorellina.Ilsoprannome “Cappello cinese” è chiaro a chiunque osservi l’isoletta che sembra fluttuare sull’acqua: sembra propriouncopricapoconicotipicodell’Asia. Dopolagita,TaieTaociportaronodaDuke’ssull’isoladiWaikiki,dovemangiammoall’aperto gli hamburger migliori che avessimo mai assaggiato. La zona esterna era illuminata da torce di bambùchedanzavanosuinostrivisifelicicreandoun’atmosferaintima.Guardammoilsolesparire sottol’orizzontedell’oceano.Scesoilbuiosalimmoalpianosuperiore,dovec’eramusicadalvivo. Noiragazzeballammotuttalasera.Gliuominiciguardaronoaffascinatimentrecimuovevamo sulla pista con una certa disinvoltura. Era passato parecchio tempo dall’ultima volta che noi tre eravamousciteinsiemeperrilassarci. In quel momento, mi lasciai travolgere dalle emozioni. La tristezza di dovermene andare e non vederepiùTai.L’angosciachemiassalivaall’ideacheWessimettesseconGina,anchesenonavevo la minima idea di quanto fosse seria la loro relazione. L’inquietudine per il matrimonio di mia sorellaeisuoistudi.Miresicontochetuttequellecoseeranoaldilàdelmiocontrollo.Nonc’era moltochepotessifaresenonseguireilmiostessoconsiglio.LeparolecheavevodettoaTaipoche oreprimacontinuavanoagirarmiintesta. Seguilacorrente. Eraquellocheavevodecisodifareperiltempochemirimanevadapassaresull’isola,eperil restodell’anno.Erodecisaasalvaremiopadre.DecisaafarsìcheMaddiefinissedistudiareedecisa ascoprirechecosac’erainserboperme.Avevoavutocosìpocotempoperpensareaimieidesideri eaimieisognichenonsapevonemmenopiùqualifossero.Perseimesiavevopensatodidoveragire einquellomel’erocavata.CredochestessicercandosoprattuttodifuggiredalNevada.Allontanarmi datuttigliuominichemiavevanoferitanelcorsodeglianni.Fuggiredaunpadrecheavevafattodel suo meglio ma non era mai stato in grado di prendersi cura di noi, costringendomi ad assumermi tutteleresponsabilitàfindagiovanissima. Maddyavevaragione.Dovevotrovareilmioobiettivonellavita.Qualesarebbestato?Checosa avreivolutofaredellamiavitaallafinediquell’anno?Eracomesemistessiponendoladomanda chetifannogliadultiquandoseipiccolo.Cosavuoifaredagrande? Stavopercompiereventicinqueannienonavevolapiùpallidaideadicosavolevodalrestodella miavita. Eravenutoilmomentodiriflettereseriamente. 10 PrimachearrivasseiltaxiaprendereMaddy,sedettisulsuolettoelaaiutaiafareibagagli.«Ecco» dissi porgendole una scatoletta hawaiana di legno opera di un artigiano locale, decorata con due bellissimestrelitziedipinte. «Cos’è?Unaltroregalo?» «Be’,tecnicamentenontihodatounveroeproprioregalodicompleannoieri.Cosìtihopreso questo,ancheperricordareigiornipassatiquiinsieme.» Aprì la scatola: dentro c’erano una conchiglia e un pezzo di corallo rosa che avevo trovato camminandosullaspiaggia.C’eraancheunsacchettocondentrounbraccialettod’orobiancocuiera attaccatounciondolo:uncuoreconunaparolaincisa. «Sorella?»Sorriseelosollevò,lasuperficielucidariflettélaluce.Lemostraiilpolsodoveavevo unbraccialettoidentico. «Adesso ogni volta che senti la mia mancanza o vuoi pensare alla tua sorellona, puoi mettere il braccialettoericordarticheiotipensosempre.Epossiamoaggiungerealtriciondoli,completarlo conpezzidelnostrofuturo.Dasoleeinsieme.» Mi strinse tra le braccia, le lacrime a rigarle le guance. «Lo porterò sempre perché mi manchi sempre.Tivogliobene,Mia.Seil’unicapersonasenzalaqualenonpossovivere.» «Lostessovaleperme.» Ci separammo al suono del clacson. Raccogliemmo le sue cose e ci dirigemmo alla porta. AbbracciaiGineMaddyun’ultimavoltaeleguardaisaliresultaxi,chesiallontanò. Unultimogiornosull’isolaconTai.Dovevofarsìchefosseindimenticabile. Mentremipreparavoperl’ultimaseratasentiisquillareilcellulare. «Pronto?» «Ciao,bambolina!»LavocecaldaesensualediziaMilliemisalutòdall’altrocapodellalinea. Feciungrossosospiroperesprimerletuttalamiafrustrazione.«Cihaimessounbelpo’.Stavo iniziandoatemerechesareidovutatornareaLasVegasoinCalifornia.» «Scusasenontihochiamataprima,mainrealtànonavevoancoraavutorichiestepergiugno,fino aoggi.» Quell’ammissionemiprovocòunafittaditerrore.Nonpotevostarmeneafarnienteperunmese. DovevorestituireisoldiaBlaineoppurequelloavrebbeuccisomiopadreedatolacacciaaMaddy. «Questa cosa mi spaventa a morte, Millie. Che cosa significa? Nell’ultima mail dicevi che ero prenotatapertuttol’anno.» «Esatto,trannegiugno,allora.Manoneropernientepreoccupata,tesoro.Avreipotutobenissimo chiamareunpaiodeituoiultimiclientielorononsisarebberofattipregare.Quelfrancese,Alec,mi hadettocheavrebbepresoqualunquemesefossestatoannullato.» «Davvero?»BisognavacheneparlassiconAlec,subito. «Ti stupisce? Non è l’unico. Il primo di cui eri tanto entusiasta, Wes. Ha detto di chiamarlo se fossero sorti problemi di soldi o se avessi bisogno di aiuto. Interessante come i primi due clienti sianotantopreoccupatiperte.» Interessante,giusto,mainquelmomentononavevovogliadipensarci.Feciungransospiroefinii dimettermiilmascara.«Allora,dovevadoquestavolta?» Millierimaseinsilenziounattimo.«Be’,questoèl’aspettonegativo.NientedisimilealleHawaiie purtroppononpossogarantirtiunmacho.Lasituazionepotrebbesembrareunpo’disgustosa,mati promettochenondeviandarcialetto,eluièuntipoveramenteaposto.» «Aiuto,èbrutto?»Immaginaiunuomoenormeconlapanciael’alitochepuzzavadibirra. «No,perniente.Pensochesiabellissimo.Ciandreialettosubito,io.» «Aspetta un attimo. Ci andresti a letto? Non hai mai detto niente del genere di nessuno dei miei clienti.Haisemprelasciatointenderecheavreipotutoscoparmelisenzaconseguenze,soprattuttoper guadagnaredipiù,manonhaimaifattoallusioniall’eventualitàchetuavrestifattolostesso.Cosac’è sotto?»Eroagitatissima;miservivaassolutamenteunadosedicoraggio,informaliquida.Andaiin cucina, tirai fuori la bottiglia di rum, me ne versai un bicchierino e lo buttai giù, poi diedi un bel morsoaunafettadiananasfresco.Erabuonissimo,ovviamente.Mileccailelabbraemeneversaiun altro.«Haiintenzionediparlarmeneocosa?» «Be’,nonèarzillocomeinostrisoliticlienti.» Oh, no. Mi lasciai sfuggire un gemito, mandai giù un altro bicchierino di rum e finii la fetta di ananas.Ilrumfunzionò,misentivogiàpiùrilassata.«Sputailrospo,ziaMil.» «QuantevoltedevodirtidichiamarmiMsMilan?» «Staitergiversando…» «Senti, che ne dici se ti mando una mail» propose con quel tono zuccheroso che con me non funzionavamai. «Chenedicididirmiquellochehobisognodisapereprimachesalgasuunaereoeportiilmio belculettoaLosAngeles,perlaprecisioneallaportadicasatua?» Feceunversodidisapprovazione.«Evabene,èpiùvecchio.» «Unnumero,Millie.Quaranta?Cinquanta?» Sentiiunrumorecomesestesserisucchiandol’ariatraidenti.«Forsecinquantanoveosessanta.» «Che schifo! Sul serio? Sarà un guardone, eh?» Ragazzi. Proprio quando questo lavoro cominciava a piacermi, mi beccavo un vecchio sporcaccione. «Probabilmente avrà un complesso paternoall’incontrario.Chestrazio.» «Lo so, lo so. Ma è stato molto carino al telefono. In sostanza, vuole una donna del tuo calibro perché compaia in società al suo fianco. A quanto pare, se sei un riccone di Washington, DC , devi averecometrofeounaragazzasexy.Habisognodicoltivarerelazioniconvarisenatorieinvestitori e gli serve un’accompagnatrice graziosa. Da quel che ho capito, è impegnato a fare pressioni per raccogliere sostegni riguardo a un edificio governativo storico e bla bla bla. Ha qualche importanza?» «No.Miservonoisoldiaprescindere.Finchénonpensadipotersiinfilarenelmioletto,amesta bene. L’hai chiarito questo, giusto?» Sentii in bocca un sapore acido che mi fece venir voglia di sputare. «È più vecchio di papà!» Rabbrividii, cercando di scrollarmi di dosso la sensazione di nausea. «Guarda,adireilveroèstatoluiachiarirloame.Hadettodinonsaperechegenerediservizi fosseroinclusineltuoruolodiescort,machenonavrebbeaccettatonessunaoffertasessuale.» «Bene, questo è un sollievo.» Lo dissi in tono neutro, ma per la verità mi sentivo enormemente sollevata.Saperecheavreipassatounmesesenzasessononerailmassimo,masareisopravvissuta. Probabilmente. Forse. Eh no, mi sarei accertata di avere delle pile di scorta per il mio amichetto a batteria. «D’accordo,timandoidettagli.SichiamaWarrenShipley.» «Ilnomemièfamiliare.» «Dovrebbe.SuofiglioèilsenatoredellaCalifornia.» «Staischerzando?!Quellosìcheèfigo.Ilpiùgiovanesenatoredellastoriaatrentacinqueanni?» «Centro,bambola.El’ultimavoltachehocontrollato…erasingle.» Il figlio sì che aveva dei numeri. Ricordavo di aver messo una crocetta vicino al nome Aaron Shipleyediavervotatoperluialleultimeelezioni,nonsoltantoperchéerafigo.Ecomunqueloera: alto,capellibiondoscuroeocchicastanidallosguardogentile.Eilmodoincuiportavailcompleto spingevaunadonnacomemeapensareatuttiimodipossibiliincuipoterglielolevaredidossoin duevirgolacinquesecondinetti. «Mandamiidettagliviamail,escoacenaconTai.» «Tai?Echiè?»chiesechiaramentesconcertata. «Unsamoanopeccaminosoesexy.Ciaociao,zietta!» Tai mi afferrò la mano non appena venne a prendermi e continuò a tenermela mentre salivamo sull’auto, scendevamo ed entravamo nel ristorante, e finché non arrivammo al tavolo. Era chiaramenteindifficoltà. «Ehi,ragazzone,possoriaverelamiamano?»Lamollòcomesescottasse.Misporsiversodiluie gliaccarezzailagrossacosciamuscolosa.«Rilassati.Andràtuttobene.» Luiscosselatesta.«Comefaiadirlo?Domanitenevai.» «Sì,loso.Perciògodiamocilaserata,chenedici?» Chiusegliocchierespiròpiano,poiconcentròl’attenzionesudime.«Mia,èsoloche…nonho mai conosciuto una donna come te. Mai. Sei divertente. Intelligente. Bella.» Si chinò verso di me: «Unatigrealetto…».Siinterruppe.Ibellissimiocchiscurieranopienidinostalgia.Riprese:«Nonso comeesprimerequellocheprovo». Gliripresiiolamanosoprailtavolo.«Anchetumimancherai.Piùdiquantovoglioammettere.» «Propriocosì»disse. «E ci terremo in contatto per telefono, messaggi, mail. Mi racconterai tutto quello che succede nella tua famiglia, sul lavoro e durante gli spettacoli. Mi manderai video di ogni nuovo numero fantasticochehaiimparatonelladanzadelfuocoeio,be’…nonsocosatimanderò.Probabilmente selfiementrefacciocosestupideinpostiqualunque.» Tai gettò indietro la testa e rise di cuore. Una risata così spontanea che mi riempì di gioia. Mi sporsiversodiluielobaciaisullaguancia. «Rimarremoamici?»chieseesitante. «Imigliori»confermai. A quel punto il gigante batté le mani tutto contento e spinse indietro la sedia. «Ordino dello champagne! Dobbiamo festeggiare la tua ultima sera!» Nell’alzarsi, urtò la sedia e la fece cadere. Sfortunatamente proprio in quel momento stava passando una cameriera con un vassoio carico di bicchieri di vino. Inciampò nelle gambe della sedia e perse l’equilibrio. Tai cercò di prenderla al volo,finendoperterraconleisopra. Nellaconfusionevidiunasediarovesciata,deilunghicapellibiondielemaniscurediTaichele circondavanolavita.Leisimiseinginocchioelagonnalerisalìsullecosce.Luicercòdiaiutarlaa recuperare l’equilibrio. Stavo per intervenire quando la vidi in faccia. Era di fronte a me, e Tai la stavaguardando,sdraiatosulpavimentoaimieipiedi.Leiarrossì,poisiscostòunacioccadicapelli dal viso e fu in quel momento che notai gli occhi verdi. Si era morsicata il labbro inferiore, ferendosi,eTaileappoggiòunditosultagliettoperfermareilsangue. Tai rimase a fissarla per un pezzo. La ragazza non muoveva un muscolo, concentrata su di lui. Tutto quello che li circondava sarebbe potuto scomparire e loro non se ne sarebbero accorti: era come se fossero in trance. Quando Tai le mise una delle sue grandi mani sulla guancia e lei vi si appoggiòconungestoinconsapevole,alloracapii.«Staibene,raggiodisole?» Raggiodisole. Per la miseria. Era lei. Capelli biondi, baciati dal sole. Occhi verdi del colore dell’erba appena tagliata.El’avevachiamataraggiodisole. Miportailemanialpettoerimasiinsilenzio,osservandolascenachesisvolgevadavantiame comesefosselamiastoriad’amore. «Ehm,scusa»disseleiintonoimbarazzato. Tai le sfiorò il labbro inferiore col pollice. «Stai sanguinando.» Lei tirò fuori la lingua per leccarsi la ferita e finì per leccare il dito di Tai. Sussultarono all’unisono, solo che Tai fece quel verso di gola da maschio alfa che amavo tanto. Lo osservai mentre lo sguardo gli si riempiva di desiderio e lei non gli staccava gli occhi di dosso, premendogli le mani sulle spalle in un gesto automatico.Eraanchemegliodiunfilm,perchéstavasuccedendodalvivo.Accidenti,avreivoluto averedeipopcorn. Finalmenteladonnasiscosseecercòdirimettersiinpiedi.Taisialzò,tenendolatalmentestretta alpropriocorpogigantescochequandosiraddrizzòlasollevòconséedovettelasciarlascivolare giù per farle mettere i piedi sul pavimento. Si lasciò sfuggire un gemito che conoscevo bene: era eccitato.Avreivolutotirarepugniinariaelanciaregridolinientusiasti.L’attrazioneerainnegabile. Sitennerostrettiqualcheistante,poileisiscostòeabbassòlosguardo.«Merda»disseguardando ilcasinochec’erainterra.«Avreidovutofareattenzioneadovemettevoipiedi.Milicenzieranno.» Letremòillabbroinferioreelesiriempironogliocchidilacrime. Mialzaieintervenni.«Oh,grazieMiss.Nonvolevamofarlecadereilvassoio.Pagheremonoii danni.»Arrivòildirettoreconun’espressionedimalcelatairritazione. «Graziealcieloèqui,signore.Questadonnaèstatabravissimaaevitarediversareaddossoalmio amicotuttoilvassoio.Avolteècosìgoffo,veroTai?Tiseialzatodiscattoehairovesciatolasedia propriomentre…»Schioccaileditarivoltaallacamerieraperchémidicessecomesichiamava. «Amy»dissedocilmente. «…Amystavapassando.Avrebbepotutofardelmaleaqualcunosenonfossestatacosìagilenel tentativo di scansare il mio amico, riuscendo a non rovesciare il vino sulle persone qui intorno. Consiglieremoilvostrolocaleatuttiinostriamici.» «Ah,benesì.Grazie.Assumiamosoloilpersonalemigliore.Bellavoro,Amy.Faròinmodoche unragazzosistemiquimentrevoitornatealtavolo.» Amymiporselamano.«Grazie»disseconespressionediscuse,maallafinfinelacolpaeradi Tai. «Nonc’ènientedicuiscusarsi.IosonoMiaequestoragazzonequièilmioamicoTaiNiko.» «Vuoidirechenonsieteunacoppia?»Sicoprìlaboccaconlamanocomesequelladomandale fossesfuggita. Sorrisi e guardai Tai, ma lui aveva occhi solo per Ms Amy. «No no. Però siamo buoni amici e domaniioriparto.Sonosicurachetifarebbepiacereavereunnuovoamico.Viviquidamolto?» Fece segno di no con la testa. «Sono arrivata questa settimana con mio padre. Non volevo che venisse da solo, e siamo soltanto noi due, perciò eccomi qui. Non conosco ancora nessuno.» Raccolseilvassoioediversipezzidivetrofinchénonarrivòl’aiutocameriereafinireillavoro. «Bene,adessotuconosciluieluiconoscete.Haiquiiltelefono?»Socchiusegliocchietiròfuori uniPhonedallatascaposteriore.Glielopresi,aggiunsiTaicomenuovocontattoeglimandaiunSMS. SiudìilsuonodiunmessaggioeTaipreseinmanoilcellulare. «Adesso Tai ha il tuo numero. Ti chiamerà domani.» Tai fece per aprir bocca ma io gli lanciai “l’occhiata”,quellachemettevastrizzaatuttigliuomini,escelsesaggiamentedistarsenezitto.Amy guardò me, poi Tai, poi di nuovo me. «Ti piace fare surf?» le chiesi, consapevole che c’era poco tempoperlechiacchiere. Leisistrinsenellespalle.«Maiprovato.» Miilluminaielastrinsialmiofianco.«Nonèincredibile,Tai?Amynonhamaifattosurf,evuoi sapereunacosa?Taièunistruttoredisurf.» «Davvero?Sembradivertente.»Sispazzolòlagonnaesistemòilgrembiule.Tainonsmettevadi fissarla. «Devo andare. Sarebbe fantastico avere un nuovo amico. E sono davvero dispiaciuta di essertivenutaaddosso.» Tai si mise le mani in tasca e si dondolò sui piedi, fingendo indifferenza. «Puoi farti perdonare uscendoconmedomanisera,dopocheavròportatoMiaall’aeroporto.» Ovviamente Tai non sapeva che il mio piano di fuga non prevedeva di salutarsi di persona. Gli occhidiAmysiilluminarono,diventandodiunverdeincredibile.«Aspetteròlatuachiamata,Tai.» Arrossìesivoltòperandarsene. «Oh,ehiAmy!»lachiamai.Sigirò.«Unadomanda.Cosanepensideitatuaggi?» Siavvicinòemisussurròqualcosaall’orecchio.Poimiringraziòesidiressealbarperprendere altre bevande da portare ai suoi tavoli. Grazie a Dio eravamo alle Hawaii e non in qualche posto spocchiosodiNewYork,doveciavrebberobuttatifuoriperchétrattenevamolacamerieraaparlare divassoirovesciatiebicchierirotti.Quilagentesifacevagliaffarisuoi,limitandosiadaggirarei frammentidivetromistiavino. Taieiotornammoasedere. «Allora,questochampagne?»gliricordai. Unlampocupogliattraversòlosguardoepraticamentegrugnì:«Checosatihadetto?». «Deitatuaggi?» «No, del papa. Certo, dei tatuaggi.» Sembrava nervosissimo, il che era ben strano visto che da quandoloconoscevoTaierasempreparsoperfettamenteaproprioagio…apartequellanottefolle incuimiavevapresafinoafarmiperdereisensi. Misporsiversodiluiconariadacospiratriceemiguardaiattornoperesseresicurachenessuno cisentisse.«Lepiaccionodamorire.Dicechelaeccitano.Esentiqui…»siavvicinòcosìtantochele mielabbraglisfioravanol’orecchio«…Halapartesinistradelcorpocompletamentericopertadi tatuaggi.Anchesenonsonotribali.»Mimisicomodasullasediaemigodettilosguardofameliconei suoiocchi.«Ramifioritidiciliegioconbocciolieramoscellichelesiallunganosullaschiena,fino alsedere.Sexy,no?» Allargòlenariciefeceunpaiodirespirilentieprofondi.«Assolutamentesexy,daimpazzire.» «Immaginavocheavrestiapprezzato.» «Emelastaiservendosuunpiattod’argento.Nonèstrano?» «Perché?» «Perché è un mese che scopiamo.» Il suo ragionamento non faceva una grinza, ma non me ne importavasepensavachefossipazza.Avevabisognodiqualcunoeallasvelta.Inoltre,eroconvinta chefosseladonnadicuiavevaparlatoMasina. «Sì,efiniràstasera.Misaluteraiconunanottechenondimenticheròeiofaròaltrettanto,edomani comincerailatuanuovavita.Lehaivistoicapelliegliocchi?Èladonnaperte!» «Nonpuoisaperlo.» «Mistaidicendochenonhaiprovatonientequandotièprecipitataaddossoelehaimessolemani sullecosce,sullavita,sulleguanceesullelabbra?» «No,nonpossodiredinonaverprovatoniente.»Socchiusegliocchiescoppiòariderementreio esultavo. «Sono così felice per te!» dissi facendo un balletto sulla sedia. «’fanculo la cena, ordiniamo il dessertelabottigliadichampagnechehaipromesso!» «Èlatuaserata,ragazza.Edomanièilfuturo.» Eraunbenecheavessipensatodifarelevaligieprimadicena.Taicredevacheilmioaereopartisse lasera:gliavevodettocheeraalleotto,maquellochenonsapevaerachesitrattavadelleottodel mattino.Ioegliaddiisemplicementenonandavamod’accordo. Tirai fuori il pacchetto che mi ero fatta preparare vicino al negozio in cui avevano realizzato i braccialetti per Maddy e per me. Misi sul bancone l’immagine incorniciata del simbolo hawaiano dell’amicizia.Quandoerouscitadallagioielleriaavevovistoun’artistalocalechestavadipingendo. Le avevo chiesto del simbolo; lei sapeva esattamente cosa volevo e l’aveva dipinto. Ai miei occhi inespertiassomigliavaaunagrandeLcorsivaconsvolazzipiùampialleestremità,ederaaltocirca dieci centimetri. Sotto il simbolo avevo disegnato io un cuore con un pennarello nero, e accanto avevoscrittoilmionome.Poil’avevofattomettereinunapiccolacornicetridimensionalequadrata di13centimetriperlato. L’ultimacosachetiraifuoridallamiaborsafulacartadalettere.ScrissicosìalmioTai,sedutasu unosgabello: Tai,miopeccaminososamoanosexy… Grazie per avermi regalato uno dei mesi più belli della mia vita. Mi hai riempita di così tanta gioia, risate e piacere… Non potrò mai dimenticarti. E nemmeno lo voglio. Quando sono arrivata qui ero giù di morale per un saccodicose.Lamiafamiglia,lemierelazionieilmiolavoro.Tuhaicambiatotutto.Conunastrizzatad’occhioe unsorriso,haiscacciatoilbuioeportatolaluce.Lalucedelsole. Duranteilmiosoggiornoquihoimparatoagoderelecosecosìcomevengono.A“seguirelacorrente”.Aviverela vitaeacoglierel’attimo.Possodiresinceramentechecontemisonodivertitacomenonmisuccedevadatempo.Mi haifattoricordarechesonogiovaneehoancoratuttoiltempodelmondopercapirecomesaràilmiofuturo.So chedesideritantoincontrareladonnadellatuavita,edentrodimecredochetul’abbiatrovata.Chiamalointuito femminile.Lecosesuccedonoperunaragione,anchesemagarinonsappiamoqualè. Sono felice di averti conosciuto già il primo giorno. Ogni momento passato con te è stato un’esperienza nuova, un’avventura.Grazieperavermelaconcessa.Sonotristediandarmeneesentiròterribilmentelatuamancanza.Ti prego,fattisentire. Latuaragazza, ~Mia Comealsolito,erosgattaiolatafuoridallettodiTai,avevoscrittoilbiglietto,lasciatoilregaloe mierodirettaaltaxichemiaspettavasenzasvegliareilmiostallone.Michiedevocosamiattendesse a Washington, DC , con Mr Warren Shipley, nel circolo dei ricchi, della politica e – non dimentichiamolo – dei vecchi. Chi lo sa. Magari sarei riuscita a conoscere il figlio strafigo, il senatoreAaronShipley.Altrimentiamen.Avreipresocentomilasacchiperfarelapollastrella-trofeo albracciodiunanzianochenonvolevafaresesso.EseeracomeTonyedHector,segretamentegay? Sarebbe stata un’incredibile coincidenza. No, c’era qualcosa di poco chiaro nel fatto che un uomo riccoedibell’aspettovolesseunaescort.C’eranotonnellatedivipereansiosedidarlaaunvecchio pienodigrano.Nonavevabisognodisganciaretuttiqueibigliettoniperunaescortquandoavrebbe potutoaverequalunquedonnagratis. DecisidiadottareilconsigliocheavevodatoaTai,seguilacorrente,emimisicomodasulsedile dell’aereo.Miaddormentaiesognaiscalinatebianche,simbolifallicinelcieloeunpresidentemorto dimarmochesedevasilenziososullasuasediatenendod’occhiounacittàdicemento.