Il libro

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Il libro
Illibro
Dopotremesimoltodiversidacomeselieraimmaginati,Miaèprontaaripartire.Aproseguireilsuoviaggiolungo
unannoiniziatopersalvarelavitadisuopadre.
L’aspettaunaprileaBostonincompagniadiMason“Mace”Murphy,campionedibaseball.TuttociòcheMia
detesta in un uomo impacchettato in un regalo da sogno: talentuoso, fisico atletico, lineamenti scolpiti ma…
completamentepienodisé.
Un maggio alle Hawaii a fare la modella di punta per una campagna di costumi da bagno. Un mese di gioie,
risate e piacere in compagnia di Tai, il peccaminoso samoano con un intricato tatuaggio tribale disegnato lungo
l’interolatosinistrodelsuocorpomuscoloso.
Epoic’èsempreWes,l’uomocheforsepotrebbeimpegnarlapersempre.Quellochesièconquistatounpezzodel
suo cuore. Anche se insieme hanno deciso di lasciare per quest’anno i sentimenti sullo sfondo mentre ciascunovive
lasuavita.
Perchéquellochecontaèilviaggio…
Trustthejourney
L’autrice
Audrey Carlan è un’autrice bestseller. Con Calendar girl ha venduto milioni di
copie e conquistato le classifiche americane. Vive con il marito e due figli nella
CaliforniaValleyeognigiornosiinnamoradell’amore.
www.calendargirlitalia.com
facebook.com/AudreyCarlan
#trustthejourney
AudreyCarlan
CALENDARGIRL
Maggio
TraduzionediEloisaBanfieBiancaNoris
CalendarGirl
Dedicatoa:
Maggio
KRISWARD
Tucheseiallegria,àncora,amore.
Tucheseiangelica.
Chitièvicinobramaquelmeravigliososensodisé.
Miricordimiamadre,scomparsa.
Perciò,mammaKris,tidedicoilviaggiodiMiaalleHawaii.
Possailsolerisplenderesempresudite.
Possaildonodellaveraamiciziaessertielargitopersempre.
Possalagioiachetudairitornartidecuplicata.
Possal’amorecircondartiecompletarelatuaanima.
Conamoreeterno.
MAGGIO
1
Alla faccia della tappa! Avevo preso l’aereo da Boston, mi ero fermata a Chicago e poi avevo
proseguito per Denver, dove ringraziai l’Onnipotente di essermi messa i miei fidi stivali da
motociclista mentre correvo come una pazza da una parte all’altra dell’aeroporto, rischiando di
perderel’aereo.Dellaserie,lasolitarompicoglionichetuttisapevanoesseredaqualchepartenello
scalomacuriosamentenonsifacevavedere,costringendotuttiaritardarel’imbarco.
Quandosaliiabordotrascinandomidietroiltrolleyinmezzoaunafolladipasseggeriinferociti
fuitrafittadapiùdicentocinquantasguardiassassini.Lecosenoneranodestinateamigliorare.Ilmio
posto era tra un uomo grassissimo e una bambina ficcanaso di otto anni che viaggiava da sola. I
genitorieranodivorziatieadessoavevaduefamiglie.Odiavaladonnachechiamava“mostrigna”e
lafigliapiùgrandedilei,chedefiniva“perfida”.
Stavaandandodasuamadre,chefacevalashowgirlsullaLasVegasBoulevardSouth,meglionota
comeStrip.Nientedistrano.QuandoviveviaVegas,vogliodirenelcuoredellacittà,olavoravinei
casinò come cameriera, oppure facevi qualche servizio per i turisti. Fuori dalla città, c’erano altre
opportunità di impiego. Seppi queste cose dalla piccola Chasity, perché si prese la briga di
raccontarmi tutto quello che c’era da sapere. E intendo proprio tutto. Il suo colore preferito era il
viola ma solo quello chiaro, che dedussi fosse il lavanda. La sua passione erano gli animali,
specialmenteicavalli.Asentirelei,lacosamiglioredistaredalpadreaDenvereracheavevadel
terreno e teneva degli animali. Interessantissimo per una bambina di otto anni. Però c’era la
mostrigna, cosa che faceva crollare di parecchi punti l’appeal delle visite al padre. E poi c’era il
sensodicolpa.LamammadiChasityavevapochissimiamicienessunfamiliare.Labambinasentiva
che era compito suo fare compagnia alla madre. Perché «Nessuno vuole stare solo. Abbiamo tutti
bisognodeglialtri».AlmenosecondolalinguacciutaebenintenzionataChasity.
Quandoilpilotaannunciòchesaremmoatterratientroventiminuti,indirizzaiunapreghierinaal
Tizio lassù perché Chasity e sua madre trovassero il modo di avere un po’ di felicità. Ringraziai
anchelaclassemedicaperquellacosameravigliosacheerailcontrollodellenascite.Stareconuna
bambinadiottoanniperunpo’ditempomiconvinsechenoneropernienteprontaaprocreare,e
cheavreianchepotutononesserlomai.Bisognavaessereunapersonaspecialeperfarelamadre,eio
avevo la sensazione di aver già dato con la mia sorellina, Maddy. Il prossimo bambino che avrei
cresciuto probabilmente sarebbe stato un combinaguai o un piccolo demonio. Meglio non lasciare
quel genere di cose nelle mani della signora Fortuna. Come già constatato… era una stronza
insensibile,quellasignora,nonc’erabisognodifarlaincavolareinutilmente.
Alritirobagagli,presilamiavaligionapienadirobadeiRedSox,jeanseilrestodelmiobottino
diChicago,pensandocheavreipotutolasciarlaacasadipapàeMaddy.CosìMaddyavrebbepotuto
scegliere il meglio e sentirsi una principessa con i vestiti che Hector aveva preso per me e con le
coseallamodaecasualchemiavevafattotrovareRachel.
Nonappenaaccesiiltelefonosentiiarrivareunalitaniadimessaggi.
A:MiaSaunders
Da:MasonMurphy
Latualetteraerafantastica,dolcezza,maseciavessisalutatidipersonasarebbestatomeglio.Racheio
volevamoportartiall’aeroporto.Leicièrimastamale.Iosonoincazzato.Trovaunmododirimediare;-)
Non era la prima volta che un cliente, o dovrei dire un “amico”, rimaneva male davanti al mio
modo di congedarmi. Wes sembrava aver previsto la partenza in stile ninja. Alec aveva fatto buon
visoacattivogiocoedHectorsieramessoapiangere.Ilgaylatinomiavevamandatounmessaggio
lacrimosolamentandosicheavevorovinatol’addioperfetto.L’avevavistofareunavoltainunfilm,e
alloraavevapreparatoancheluiqualcosadelgenere,concolombeerobacosì.Nonsoaltro;aquel
punto Tony doveva aver preso il telefono e interrotto il messaggio. Aveva aggiunto la propria
irritazioneperilfattochelolasciavodasoloconunfidanzatopiagnucoloso,sottolineandochegli
dovevounfavore.
Ilmessaggiosuccessivoerailmiopassaggio.
A:MiaSaunders
Da:Micettaincalore
Ué.Fuoric’èiltuopassaggio.Chestagirando.Noncostringermiafermarmieapagareilparcheggioperlatua
bellafaccia.
Risi,presilavaligiaescorsisubitolaHondadiGinelle.Lasalutaiconlamanoeleisifermònella
zonadisostabrevefacendostridereipneumaticieparcheggiandosiditraverso.
«Giusto, puttanella!» disse mentre ficcavo il valigione e il trolley sui sedili posteriori. Quando
saltaisulsediledavanti,isuoiricciolibiondidanzarono,ementremisorriselagommadamasticare
verdefluorescenterivelòpercontrastoisuoidentibianchissimi.
Alzaiilmento.«Ciaotesoro,grazieperessermivenutaaprendere»tubaicompiaciuta.
Girò il volante di scatto e con una partenza a razzo si immise nel traffico. Neanche per sbaglio
avrestipotutodirecheguidassebene.Forseneirally?Probabile.Nellemanovreeraimbattibile,come
purenellacapacitàdiprenderedecisioniall’ultimonanosecondo.Comunque,correvadeibeirischi.
Le era sempre andata bene. Mi aggrappai a quel pensiero e mi tenni stretta alla maniglia sopra la
portierafinchénonarrivammointangenziale.
Feciunrespirolento,appoggiailatestaemigodettiilsilenzioinsiemeallamiamiglioreamica.
Nonavevamobisognodiparlare,ederaciòchefacevadinoidueleperfette BFF,lemiglioriamiche
persempre:essereanostroagionelsilenzio.Ilrumoredellatangenzialeedellagommamasticatada
Ginelleeilprofumodelsuoshampooallimonequasimicommossero.Casa.Eratuttocosìfamiliare.
Mifacevasentirebene.Eranolecosecheconoscevodasempre.Nonsignificavachequestasarebbe
statalamiadestinazionefinale,maquandoeroquil’amavocontuttoilcuore.
GinellemistavaportandodaMaddyepapà.Avevaintuitocheeropensierosa,perciònonriempì
l’abitacolo di chiacchiere oziose; si girò a guardarmi, mi prese la mano e la tenne stretta sul
bracciolo che ci divideva. Solidarietà da sorella. Anche se non era sangue del mio sangue, era in
assolutolacosamiglioredell’universo.
«Tivogliobene»sussurrai,senzarendermicontodiavertiratofuoriquellamerdaemotiva.
Leimiguardòinmododolce,affettuoso.Arricciòlelabbrafacendomiimmaginarecheavrebbe
replicatoconlestessetreparole.Invecenedissesoltantodue:«Loso».
Scoppiai a ridere di gusto. Ginelle sapeva esattamente di cosa avevo bisogno dopo una lunga
giornatadiviaggio,lafugadalmioultimocliente,alqualepensavogiàcomeaunfratellastro,ela
consapevolezza di avere soltanto tre giorni prima di dover prendere un aereo diretta al prossimo
ingaggio. Avevo prolungato di due giorni il soggiorno a Boston. Di solito, mi veniva richiesto di
rimanerecircaventiquattrogiorni,inmodochenerestasserosuppergiùseiperoccuparmidellemie
faccendepersonalieperfareavantieindietro.NontornavoinCaliforniadagennaioemancavano
solotregiorniall’iniziodimaggio.Unaltromese,altricentomiladollariperBlaine.
Porsi a Ginelle una busta con un assegno. «Puoi lasciarla alla reception dell’hotel e poi farmi
averelaricevuta?»
«Certo, piccola.» Prese la busta con l’ultimo pagamento a Blaine e la mise nella borsa mentre
accostava al marciapiede di fronte alla casa dov’ero cresciuta. «Devi essere affamata. Mads ti sta
preparandounacenadibenvenuto.Polpettone,purè,maiselafamosatortaalcioccolatoeciliegiedi
papàcomedessert.»Poiscesedall’auto,aprìilbagagliaioetiròfuoriunacassadibirre.
«Tivogliobenedavvero.»Guardailebirreepoiquellacatapecchiadicasamiaconunaveranda
minuscolailluminatadaunalampadinanuda.Dietroletendinedipizzovedevolamiadolcesorellina
prepararelatavola.Perme.Perchétornavoacasa.Nonc’eranientedimeglio.
Ginmimiseunbraccioattornoallespalleemitiròversocasa.«Losogià,davvero.Nonmihai
sentitaprima?»dissealzandogliocchialcielo.Lastrinsiforte.
Aprii la porta e fui assalita da un profumino di carne, verdure e aglio. «Mads, sono arrivata!»
dissi,lasciandocaderelaborsasultavolinograffiatoeaspettandomiigridolini.Maddyerasempre
prontaalasciarsiandareagridoliniinfantiliquandoeraeccitata.Questavoltanonfudiverso.
Subitodopoilgridolinoarrivaronolegambelunghedimiasorellachemisituffavaaddosso.Mi
tennisalda,riuscendoamalapenaarimanereinpiedi.«Miseimancata,piccola.»Strinsiforteilsuo
corposnello.Nonlavedevodaquasiduemesiesembravachesistesseriempiendo:stavaperdendo
lespigolositàdell’adolescenzaecominciavaadassomigliarealramomaternodellafamiglia,fattodi
donneformose.Leeracresciutoilsenoeifianchisembravanounpo’piùcarnosi.Quandomisciolsi
dalsuoabbracciochesapevadiciliegieemandorle,laguardainegliocchi.Lesuelabbrasiaprirono
nelsorrisocheadoravo.
«Laragazzapiùbelladelmondo.Masoloquandosorride»dissi,ripetendolafrasecheleavevo
dettoperquasidiecianni.Arrossìemiabbracciòdinuovo,tenendomistrettacomesenonvolesse
piùlasciarmiandare.«Chec’èchenonva?»lechiesimettendolelemanisulleguanceeguardandola
infaccia.
Maddyscosselatesta,eduelungheciocchedicapellilericadderosugliocchi.«Niente.Sonosolo
felicechetusiaqui.Tihocucinatoituoipiattipreferiti.»
«Sento il profumo» risposi, e in quel momento il mio stomaco decise di farsi sentire,
gorgogliandorumorosamente.
«Ceniamo»disseMaddy,tirandomipermanoversolacucina.Ginelleciseguì.Questosìcheera
perfetto.Essereacasaeraesattamentequellodicuiavevobisogno.
«Andiamo alle Hawaii!» Quelle parole riecheggiarono per la stanza a un volume così alto da far
tremareibicchieri.
«Chefigata,eh?»Mitappaileorecchieconlemani.
«Miprendiingiro?StoperandarealleHawaii?NonsonomaiuscitadalNevadasenonperandare
in California, e adesso sto per immergermi in quel cacchio di oceano con balene, squali e tutto il
resto!Cazzo!»urlòGinelle,ficcandosiinboccaunagommadamasticareebevendounlungosorso
dibirra.Cheschifo.Scelsidinondirenientesuquellamiscelaperchéalmenononstavafumando,e
quellosìcheeraunveropassoavanti.
Sorseggiai la mia birra e appoggiai il bicchiere sul piano di fòrmica. «Calmati. Sì. Pago io per
tutte e due. Dovete capire qual è il periodo migliore per voi. Venite per una settimana e state nel
bungalowchemimettonoadisposizione»dissi,alzandolemaniperevitarechemiinterrompessero.
«Nonsocomesaràlasistemazione,perciòpotremmodormireintrenellostessoletto,magari,ma
credoche…Insomma,infondoèunavacanzagratis,giusto?»
«Sì,’fanculo!Dormireisulpavimento,eccheccazzo!»
Milasciaisfuggireungemito.«Ginelle,moderaillinguaggioquandoc’èMads.Accidenti!»
«Ma dai, per favore, non sono una bambina. Anzi… sono ufficialmente una donna dal weekend
scorso.» Il tono di Maddy era altezzoso e neutro, non esattamente quello che volevo sentire dalla
boccadellamiasorellina.
Chiusigliocchiecolpiiilboccaleconlamano.Ginlopresealvoloprimachesiversasselabirra
dappertutto.«Mads?…»mormorai.
Leistrinselelabbraesorrisetimida,tracciandodeighirigorisultavoloconundito.«Possiamo
parlarne più tardi?» disse guardando Ginelle. Per quanto io e Ginelle fossimo come sorelle, lei e
Maddynoneranoinconfidenza.Sivolevanobene,matralorononc’eralacomplicità,oforsedovrei
direla“sorellanza”,cheesistevatraMaddyeme.
Ginguardòostentatamentel’orologio.«Be’,guardaunpo’.Devoandare!»disseavocealta.«A
quantoparebisognachemicomprideicostumi.Ah,edomaniall’unaandiamoallaspaperrimetterti
anuovoeprontaalcombattimento.Noitre.D’accordo?»
«Gin…grazie.Pertutto.Losaiche…»cominciai,maGinelle,comesempre,nonsioffendevase
Maddyvolevaparlarmidasola.Micircondòconunbraccio,dandomiunastretta,poibaciòMaddy
sullatestaelescompigliòicapelli.«Civediamodomani,puttanelle!»
«Ciao!» rispondemmo Maddy e io in stereo. La tensione nella stanza era palpabile, ma non di
segnonegativo.Piùdeltipo,abbiamodellecosedicuiparlare.
«Non volevo che succedesse…» esordì Maddy, e le si riempirono gli occhi di lacrime. «Volevo
primaparlarneconte,mastavamocosìbene,eluimiamadavveroeioloamoe…»
Lemisiunamanosullesueelaguardainegliocchi.«E…com’èstato?»
Sipassòlalinguasullelabbraeinclinòlatesta.«Hafattomale.Hosanguinatounpo’,maluiha
fattopianissimo.Cosìpianodatremareperlosforzo.Avevapauradifarmimale,ehosentitodolore
soloperunattimo,sulserio.»
Sorrisi,anch’ioconlelacrimeagliocchi.Lamiapiccolinaeradiventatagrande.«Tièpiaciuto?»
Fece segno di sì. «L’abbiamo fatto altre due volte dopo quella» disse ridacchiando. «Ed è stato
millevoltemeglio!»Scoppiaiaridereeannuii,sapevoesattamentecom’era.
«Echemidicidelvostrorapporto?Comesicomportaadesso?Èancorafantastico?»
Le si illuminò lo sguardo come se avesse davanti una torta piena di candeline accese. «Oh, è
meraviglioso! Mi dice in continuazione che sono bellissima, che mi ama e che un giorno ci
sposeremo.»Siportòlemanialpettoefissòpensierosalaparetedellacucina.«Luiètutto,Mia.Tutto
quellochevolevo.Tuttoquellochemihaidettodicercareprimadifarequelpasso.Nonpotreiessere
piùfelice.»
Mialzaidallasediaelapresitralebraccia,spintadall’impulsoditenermelavicina.«Sonocosì
felicechequellaesperienzasiastatacosìbellaperteechel’uomoconcuistaitiamiperquelloche
sei.Ècosì,giusto?Tiamaperlabellezzachehaidentro,nonsoloperl’aspettoesteriore.»
Maddy annuì con decisione mentre io le accarezzavo i capelli. «Credo di sì. Me lo dice di
continuo. Adesso vuole parlarti. Gli ho detto che stasera non era possibile, ma magari domani hai
voglia di andare dai suoi a cena. Vogliono conoscere la mia famiglia e… be’, tu sei tutta la mia
famiglia.»
Sentiiun’ondatadirimorso,dirabbiaversonostramadreperaverciabbandonatoedidoloreper
nostro padre, che non riusciva a star fuori dai guai abbastanza a lungo da condividere i momenti
importanti.AlmenoperMaddy.Eraleiquellacheselomeritava.
Le presi la testa tra le mani e la baciai leggermente sulle labbra. «Mi piacerebbe moltissimo
conoscereigenitorideltuofidanzatoefareduechiacchiereancheconquestoragazzo.»
IlvisodiMaddysiilluminòperlagioiael’entusiasmo.Saltòinpiediedidiresseallamacchina
delcaffè.Lavidiriempirladimisceladecaffeinatamuovendosialritmodiunacanzonechesentiva
sololei.«Allorabisognafesteggiare…abasedicioccolato.»
«Misembraun’ottimaidea.Èdall’ultimavoltachel’haipreparataperilmiocompleannochemi
sognolatortaciliegieecioccolato.»
Quellaseraparlammodasorelle,aggiornandocisututto.Leraccontaideimieiclientiedicome
alla fine mi fossi affezionata a tutti. Dato che era una tifosa dei Red Sox, rimase molto colpita da
Mason.Equestononfececherendereancorapiùfantasticilamaglietta,ilberrettoelafotofirmati
quandofinalmenteglielidiedi.Naturalmentelepromisicheungiorno,secifossestataoccasione,le
avreipresentatoMasoneglialtriragazzidellasquadra.
Quando la conversazione si spostò su Wes, spifferai tutto. Era quasi come se avessi bisogno di
farlo.
«Che bastardo!» esclamò quando le raccontai che la protagonista del suo film aveva risposto al
telefonoeluiavevaammessocheselaportavaaletto.
Scossi la testa. «Sei carina a pensarla così, e credimi, lì per lì l’ho pensato anch’io. Ma prova a
rifletterci. Wes dovrebbe aspettarmi che mi tiro fuori dai pasticci e me la spasso con chi mi pare
mentreluisenestainCaliforniaasoffrireperme?»
Assunseun’espressionemeditabonda.«Nonèmoltogiusto,ineffetti»ammise.
«No,infatti.Nondiròchenonhafattomale,perchéperunasettimanaogiùdilìsonoandatain
paranoia,maallafinehocapito.E,cilieginasullatorta,horivistoAlecesaicom’è,dacosanasce
cosa…»
Maddy aggrottò le sopracciglia. «Che cosa intendi che l’hai rivisto e che da cosa nasce cosa…?
Comehafattoasaperecheeriincittà?»
Distolsi lo sguardo e sorseggiai il caffè. «Mmh… i dettagli sono vaghi» provai, ma non la
convinsi.
«Pallista!HaichiamatoAlecpervederlo,nonèvero?»miaccusò,poisimisearidere.
«“Vederlo?”Checavolovuoldire?Credochel’espressionegiustasia“Unabottaevia”,etidirò,
sorellina, quell’uomo ci sa fare alla grande!» Mi appoggiai allo schienale della sedia tutta fiera di
me,godendomelaunmondo,emimisiinboccaunpezzettodellasecondafettaditortaalleciliegiee
alcioccolato.
La risatina di Maddy mi strappò un sorriso. Era così giovane e ingenua, non sapeva niente del
mondo.Speravosolocheilsuofidanzatofosseuntipoapostoenonsiapprofittassedilei.L’avrei
scoperto la sera dopo, probabilmente, quando avrei conosciuto i suoi genitori. Avvertii una fitta di
disagio.Eralastessacosacheprovavanopadriemadriquandoconoscevanoigenitoridelfidanzato
dellafiglia?Vogliodire,noneraunacosaufficiale,solounacena.Lefamiglienormalilofacevano,
giusto?
Nonneavevolapiùpallidaidea.
Piùtardi,quandofinalmenteandammoaletto,presiiltelefonopermettermiincontattoconAngie,
la sorella di Tony. A Chicago eravamo diventate amiche e se c’era qualcuno che sapeva tutto su
fidanzatiegenitoriquellaeralei.
A:AngelinaFasano
Da:MiaSaunders
Ehi,Angie,sonoMia.Scusal’ora.Hounadomandaperte.Quandoigenitoridiunragazzoinvitanoigenitoridella
ragazzaacena,èrobagrossa?
Stranamente il telefono suonò subito dopo. Lanciai un’occhiata all’orologio. Erano le tre del
mattino,lecinqueperlei.
A:MiaSaunders
Da:AngelinaFasano
Ciao,ragazza.Stranadomanda,peròsì,ingenereèunacosaformale.Voglionoaccertarsichelaragazzavada
beneperilfiglioconoscendolafamiglia.Perché?
Cazzo.L’indomaniavreichiamatoHectorpercapirecosamettermi.Luil’avrebbesaputo.Prima
mossa:sembrareunasorellapiùgrandenormaleeresponsabile.Nonmenzionareillavoro.Nontirar
fuoriilfattocheilcaropapàubriaconeèinunospedaleaspesedelloStatoperchél’examico,uno
strozzino,lohapicchiatoquasiamorte.Cristosanto,sembravauncasinopersinoame.
GemettinelsilenziodellastanzaerisposiadAngie.
A:AngelinaFasano
Da:MiaSaunders
Ilprimoveroragazzodimiasorella.Argh.
A:MiaSaunders
Da:AngelinaFasano
Chesituazionedimerda!Lol
2
Dopo una giornata passata a viziarci come stelle di Hollywood, e io e Gin fingevamo di esserlo,
l’ultimacosadicuiavevobisognoerapassareunaseratacondegliestranei.Soprattutto,nonvolevo
chetaliestraneiscoprisserodeidifettiinmeoneigenidellamiafamiglia.Sonoabbastanzasicuradi
essermi lamentata per tutto il tempo mentre mi preparavo alla grande cena con la famiglia del
fidanzatodiMaddy.Leiinvecesvolazzavapercasafermandosiarimirarsinellospecchio,lisciandosi
il vestito lungo con le spalline e sistemandosi la coda di cavallo, che non aveva alcun bisogno di
esseresistemata.
Eragiovane,spensierataebellissima.Afineaprile,aLasVegas,facevaabbastanzacaldopertirar
fuori gli abiti estivi, che peraltro le stavano a meraviglia. La guardai. Era l’incarnazione della
ragazza della porta accanto. Capelli biondi e splendidi occhi verdi, l’unica cosa che avevamo in
comune. Un giorno sarebbe diventata la perfetta mogliettina di un brav’uomo. Da che ricordavo
aveva sempre desiderato sposarsi, avere la staccionata bianca e una nidiata di bambini. L’esatto
oppostodiquellochesognavoio.
«Allora,checosastudiaMatt?»lechiesi,arricciandomil’ultimacioccadicapellineri.
«Botanicaeagronomia,ricordi?»disseconunsospiro,poisedettesullettostringendosilemani.
Annuii e incontrai il suo sguardo nel riflesso dello specchio. «E tu hai deciso cosa vuoi fare
all’università?Socheunpaiodimesifastaviprendendoinconsiderazionequalcosadiscientifico.»
Dentrodimeripetei…“Tiprego,nonmedicinalegale,perfavore,nonmedicinalegale”.Riuscivo
giàaimmaginarelasituazione.Chelavorofatuasorella?“Ahsì,tagliaapezziicadaveri.”Stavoper
fareunasmorfiamamicontrollai,pernoninfluenzarla.Perquantovolessiprendereioledecisioni
alpostosuo,sapevorazionalmentechedovevolasciarlemanolibera,almenofinoauncertopunto.
Lamiadolcesorellinaeradiventataadultaederavenutoilmomentoditrattarlacometale.
Leifeceungransospiro,tiròsuleginocchiaeleportòalpetto.«Inrealtàsì.Biochimica.»
Mi girai e riflettei su quella parola. Biochimica aveva a che fare con la biologia ma non
significava medicina legale. «Okay, di cosa si tratta esattamente e che farai con una laurea del
genere?»
Maddy si passò la lingua sulle labbra e si mise comoda. Quando iniziò a parlare, si fece più
animata,sorrise,lesiarrossaronoleguanceelebrillaronogliocchi.Mipersilamaggiorpartedi
quello che spiegò perché, a dirla tutta, iniziò a usare dei paroloni e io ero distratta. «Perciò in
sostanza la biochimica studia aspetti del sistema immunitario, l’espressione dei geni, isolando,
analizzandoesintetizzandoprodottidifferenti.Potreioccuparmidellemutazionidelcancro,dirigere
unlaboratoriooguidareungruppodiricerca.Leopzionisonoillimitate.»
Sentendo quali opportunità le si aprivano davanti feci un ampio sorriso e sentii avvampare le
guance.«Sonocosìorgogliosadite,Mads.Dettacosì,biochimica,sembradifficilemaèpropriola
cosa che piace a te. Quanti anni sono? Pensi ancora alla laurea specialistica, giusto?» Si morse il
labbroedistolselosguardo.«Maddy,losocheseipreoccupataperletasseuniversitarie,manonce
n’èbisogno.Hogiàpagatoquest’annoeiprossimi.»Spalancògliocchierimaseaboccaaperta.Le
rivolsiungransorriso:erabellopoterlefarequellapiccolasorpresa.«Entrofineannoavròsalvato
ilculoapapàeavròabbastanzadenaropermantenertiaglistudiperdiversianni.Nonvogliocheti
accontenti.Assolutamente!»Noncomeme,avreivolutoaggiungeremanonlofeci.Ilmiodestinoera
incerto.Perilmomento,seguivolacorrenteeguadagnavoisoldichemiservivanopermantenerela
miafamiglia.
Maddysaltòinpiedi,micorseincontroemiabbracciò,gliocchi,queisuoiocchicosìbelli,pieni
dilacrime.«Tivogliobene.Quandosaròunariccascienziataticompreròunacasaaccantoallamia
così,indipendentementedadovesarai,sapraisempredov’ècasatua.Vicinoame.»Leaccarezzaila
testa e lei ricambiò con un bacio sulla tempia. «Adesso non preoccuparti; sto già pensando di
chiedereunaborsadistudioperchéperarrivaredovevoglioarrivareioinquestocampocivuoleun
dottoratodiricerca.»
“Dottoratodiricerca.”Quelleparolemidiederounascaricadiadrenalinatalechesentiirizzarsii
pelidellebraccia.Esclamai:«Unadottoressa!»intonoreverenzialeeconorgogliomaterno.
Maddyalzògliocchialcieloeannuì,incurvandolelabbrapieneinunsorrisetto.«Giàsorellona,
unadottoressa…infilosofia»dissebeffarda.
«’fanculo, non mi interessa in cosa. La mia sorellina sarà una dottoressa e una scienziata.
Grandioso,ragazzina.»Chiusigliocchiperunistanteepensaialfuturo.Maddychesifacevastrada
prendendo laurea e specializzazione, trovando lavoro in un’azienda dove avrebbe indossato un
camice bianco da laboratorio che avrebbe irradiato autorità. Sì, la mia piccola avrebbe avuto
successo e io avrei fatto qualunque cosa in mio potere per assicurarmi che realizzasse tutti i suoi
sogni.FissainelvuotopensierosaesobbalzaiquandoMaddymitoccòilbraccio.
«Immaginavochetisarebbepiaciuto.Possiamoandare,adesso?Nonvedol’oradiesseredaMatt.»
Matt.Ilfidanzato.Quelloacuiavevaappenaregalatolaverginità.Eramegliochevalessetant’oro
quantopesava,altrimentigliavreifattounculotantocosìinfrettachenonavrebbeneanchecapito
cosa stava succedendo. Niente avrebbe impedito a Maddy di farsi strada. E quando dico niente,
intendoproprioniente.
I genitori di Matt erano proprio come quei genitori vecchio stampo che vedevi in TV e che tutti
avrebberovolutomanessunoaveva.MattRains,d’altrocanto,avevaunafamigliaperfetta.Lamadre,
Tiffany,eraaltaeavevacapellieocchiscuri.Ilpadreeraancorapiùalto,ditrentacentimetribuoni,
capellicastanieunpaiodiocchiazzurrispettacolari.Matt,ilragazzochemiasorellaguardavacon
occhiadoranti,erasexydaurlo,unasortadielegantonenerd.Indossavaunacamiciaclassicachegli
fasciavalespallepiacevolmentemuscolose.Disicurosiprendevacuradelpropriocorpoeandavain
palestra.Icapelliscurieranoondulatiepettinatiall’indietroinmodoraffinato.Sulnasodirittoerano
appollaiati un paio di occhiali dalla montatura nera. Eleganza nerd, appunto. Come il padre, aveva
occhidiunazzurrocristallino,chepertuttalacenanonstaccòmaidamiasorella.
«Mia,hosentitodirechetuopadreèinospedale»disseTrentRainsquandoarrivòildessert.
Annuii. «Sì, ha avuto uno sfortunato incidente. È in coma da qualche mese, ma preghiamo ogni
giornochesisvegli.»
Tiffanysiaddolcìemimiseunamanosullaspalla.«Mispiace.Deveessereduraperdueragazze
cavarsela da sole.» Scosse la testa, non davvero impietosita, ma quasi con tristezza. Fui costretta a
ricacciare indietro un commento non proprio carino. Loro invece erano carini. Me la sbrigavo da
sola da quando avevo dieci anni e me la cavavo benissimo, grazie tante, avrei voluto dire: erano
queste le parole che mi bruciavano sulla lingua. Comunque, ebbi abbastanza buonsenso da non
comportarmidastronza.Sorrisiesorseggiaiilmiodecaffeinato.Accidenti,persinoilcaffèerapiù
buono di quello che avevamo a casa. Probabilmente una qualche miscela di lusso che dovevano
macinareognigiorno.
«Okay»disseMattalzandosiinpiedieprendendolamanodimiasorella.Leiloguardòcongli
occhichelebrillavano.«Hounannunciodafare.»
Tuttelevoltechequalcunohaun“annuncio”dafare,ingeneresignificachestaperfiniredella
merda nel ventilatore, e non poca. Guardai in preda all’orrore Matt che tirava mia sorella per una
manoperfarlametterealsuofianco,tenendolastretta…unpo’troppo,perimieigusti.
MattabbassòlatestaperguardareMaddyconun’espressionediassolutavenerazione.«Hochiesto
a Madison di sposarmi e lei ha accettato!» disse coraggiosamente e fece un sorrisone. Sua madre
emise dei gridolini eccitati, mentre il padre batté le mani e si esibì in quella che posso definire la
risatadiBabboNatale:«Ha,ha,ha!».Eio?Ioperpocononmelafeciaddosso.
“Ma.Che.Cazzo.”
Maddy,sorridendocomenonl’avevomaivistasorridereepiùbelladiquantononfossemaistata,
guardòversodime.Poiilsorrisosispense,chinòlatestaelelabbracheconoscevofintroppobene
simiseroatremare.Lesiriempironogliocchidilacrime.
«Tiprego,Mia…»laudiisussurrare.Mialzaieusciidallastanza,infilailaportad’ingressoemi
misiafissareilpanoramadeserticochesivedevadallaverandadellacasadeiRains.Fossirimasta
seduta al tavolo avrei perso il controllo. Avrei strappato via la mia bambina dalle grinfie dei
sobborghi e non mi sarei fermata finché non le avessi levato dalla testa quell’idea assurda di
sposarsi…adiciannoveanni.Machecazzo!
Camminaiavantieindietro,sentendomibruciare,conunvelodisudoresullafronteesullabbro
superiore.Mentrerimuginavocercandoditrovareunmodoragionevolepernonsembrarelasorella
malvagia che portava via di lì la sorellina, sentii aprirsi la porta a zanzariera e poi chiudersi
sbattendo.
MigiraiemiritrovaidavantiMatt.Avevaun’espressionepienadirimorsomanonabbastanzada
farmicrederechesisarebberimangiatotutto.«Midispiacedinonaverlochiestoprimaate,madopo
ilweekendscorso…»
«Vuoidirequandohaiportatovialaverginitàallamiasorellina!»ruggii,senzariconoscerelamia
voce.Sembravailborbottiodiunastrega.
Tiròindietrolatestadiscattocomesel’avessicolpito.«Nonsonoproprioaffarituoi;Madisonè
unadonnaadulta,eiolaamomoltissimo.Ciòchemihadatoèstatoundonomoltopreziosochenon
dimenticherò mai. Un dono che non voglio abbia nessun altro uomo.» Parlò con convinzione e mi
sembrò addirittura più alto di statura quando pronunciò le parole che avrebbero dovuto portarmi
dallasuaparte.Nientedafare.
Mi tirai i capelli e mi appoggiai alla balaustra. «Che cosa ti fa pensare di doverla sposare?
Adesso?»
Siavvicinòesifermòdavantiame.«Nonproprioadesso.Primaabbiamointenzionedilaurearci.
Mancano due anni.» Quella risposta ebbe l’effetto immediato di far scemare la paura e la rabbia,
riducendoleasentimentichepotevogestire.«Volevosolocheciimpegnassimo.Cheleisapesseche
iosonosuoeleimia.Evolevocheavessequalcosadiconcretoperchéstiamopensandodiandarea
vivereinsieme…presto.»
Aquellaaffermazionemisentiidinuovofremerediindignazione.«Sulserio?»dissiconrabbia.
Lui annuì. «Non mi piace dove abita, soprattutto perché è sola. Quando non aveva l’auto sono
quasiimpazzitosapendocheattraversavaquelquartiereapiedicolbuio.Poitulehaicompratouna
macchina, ed è stato fantastico, ma tuo padre non c’è, Mia. E nemmeno tu.» Le ultime parole mi
colpironocomeunpugnoinfaccia.L’espressionediMattsifecedura,quasifredda,lavoceroca.«È
sola,senzaprotezione.»Scosselatesta.«Nonpossoaccettarlo.»Mattdissequellecosecomesefosse
unadultoconduepallecosìenonunragazzinoimberbediventunanni.
Incurvai le spalle, sconfitta. Aveva ragione. Ragione da vendere. Nemmeno a me piaceva sapere
cheMaddyerasola,nonmenochealui.Detestavoquestacosa.Erastataunacostantefontedistress
neimesiappenatrascorsi.PerquelloavevochiestoaGinelledipassaredacasaognisera,alrientro
dallavoro,peresseresicurachefossetuttoaposto.
Inspirai lentamente col naso e buttai fuori il fiato ancora più lentamente. «Hai ragione. Non è
sicuro.»Mattannuìmarimaseinsilenzio.Glierogrataperchémistavadandomododidirequello
chepensavo,diesprimerelemiepreoccupazioni.EravamoaLasVegas.Avrebberopotutoprendersu
e andare in una delle migliaia di cappelle disseminate sulla Strip, se fossero stati determinati. Mi
aggrappaiallabalaustraeguardaiildeserto.«Èsolochenonvogliochecommettaunerrore.Siete
cosìgiovani.»
«E infatti ci andremo piano. Proviamo a vivere insieme, vediamo come va. Ci sosteniamo a
vicendaconl’universitàecilaureiamoinsieme.Mancanoancoradueannidopoquesto.»
Sobbalzai,perchénonerapiùcosì,nonesattamente.Maddyvolevaspecializzarsi.Laprimanella
nostrafamiglia.«EseMaddyvuoleprenderelaspecializzazioneeildottorato?Chefaraiallora?Le
staraivicinocomemarito?»
Mattsembròentusiasta.«Assolutamentesì.Èstataunamiaidea!Èlaprimadelsuocorso,molto
piùbravadime,eiomifacciounculocosì.Lesuedotinaturalieilsuocervellononhannorivali.
Saràunascienziatastraordinariaeiosaròquellocheleterràlamanosullaschienaquandoriceverài
premiefaràidiscorsichesicuramentelesarannochiestiinfuturo.Staròalsuofiancoedesulteròper
lei,comeleifaràconme.»Mattmimiseunamanosulbraccioemicostrinseaguardarlonegliocchi.
«Nonlastiamoprendendoallaleggera,enonsiamodeglisprovveduti.Peròsiamoinnamoratieio
non voglio rischiare di perderla per nulla al mondo.» Negli occhi azzurri di Matt ardeva una
convinzionecosìsaldachenonriusciipiùaprovarerabbia.Tuttalamiairritazionesisciolsecome
nevealsole,lasciandomiesaustaesconfitta.
«Possouscireadesso?»disseMaddyconunavocettaesiledadietrolaportaazanzariera.
«Sì,piccola,vieniqui.Fammivederel’anello.»GuardaiMattconespressionegiocosacercandodi
alleggerireunpo’latensione.«Megliochecisiaunanello!»Misisuunafacciacontrariata,madurò
solofinchéMaddyuscìdicasaconlamanosinistratesainavanti.
L’anellononeraenorme,manemmenopiccolo.Sembravaantico.«Eradimianonna.Mammame
l’hadatolaprimavoltachehoportatoMadisonacena»disseMattesimisearidere.
«È bellissimo.» Guardai la mia sorellina che sembrava tremendamente nervosa e insicura.
Ragazzi, speravo che Matt le avrebbe trasmesso un po’ di sicurezza. Se era capace di affrontare la
sorellafuoricomeunbalconeeconlasindromedamammaelicottero,disicuropotevainsegnarea
Maddyaesserepiùsicuradisé.
SullaguanciadiMaddysceseunalacrima.«Sonocosìfelice,Mia.Tiprego,siifeliceperme.Non
sopportochetusiadelusa.»
Fin da quando era piccola, e soprattutto dopo che nostra madre se n’era andata, ero stata il suo
unico punto di riferimento femminile. Nel corso degli anni non era riuscita a tollerare di
contrariarmi o ferirmi in niente: avrebbe camminato sui carboni ardenti piuttosto che darmi una
delusione.
«Oh, stupidina. Vieni qui.» La strinsi tra le braccia. Pianse sommessamente contro il mio collo,
singhiozzando e sfogando il nervosismo e la paura mentre le accarezzavo i capelli e canticchiavo
ThreeLittleBirds.EralacanzonediBobMarleycheavevosentitosuunCD dipapàdopochemamma
ciavevalasciati.LuiascoltavasoprattuttoNoWomanNoCry,dicontinuo,inpredaallostordimento
alcolico, mentre io mi prendevo cura di Maddy e di me stessa. Ma quella canzone mi aveva fatto
crederechesarebbeandatotuttobene…allafine.
Maddy alzò la testa e io le asciugai le lacrime col pollice. «Mi dispiace di aver reagito in quel
modo.»Lanciaiun’occhiataaMatt.«Probabilmenteituoipensanochesonofuoriditesta.»
Lui fece una risatina. «No, ne sanno qualcosa di decisioni impulsive e reazioni in famiglia,
immagino.Sisonosposatitremesidopoessersiconosciuti.Penserannochestosoloseguendoilloro
esempio.Però,Mia,tipromettochenonfaremocolpiditesta.Primafiniamodistudiare:volevosolo
metterlel’anelloalditoesaperlaalsicuronelmioappartamentochestapropriodavantiallafacoltà.»
«Abitidavantiall’università?»Ilmiolatomaterno,chevenivafuorisoloquandositrattavadella
miasorellina,esultòdigioiaaquellaprospettivachemiparvecomelalucediunfaronell’immensità
dellanotte.
LuifeceungransorrisoepreseMaddytralebraccia.«Tuttoaposto,raggiodisole?»lesussurrò
all’orecchio,maavoceabbastanzaaltaperchéiosentissi.
Mi concentrai sulla tenerezza e la preoccupazione con cui toccava la mia piccola. Era un bravo
ragazzo.ProbabilmenteunveroangelonelmaredicanagliechepopolavanoLasVegas.
«SeaMiastabene,allorasì.»Miscoccòun’occhiata.
Gemetti.«Ottimo,tidolamiabenedizione.»Ottenniunareazione.Unareazioneadolescenzialea
basedisaltelliegridolinieccitati,peressereprecisi.
Dopo qualche altra raccomandazione, rientrammo in casa. Tiffany e Trent Rains ci aspettavano
pazientiinsalotto.
«Il mio ragazzo si prenderà cura di tua sorella, te lo posso garantire» disse il signor Rains
raggianted’orgoglio.«Halatestasullespalle,manonsipuònegarenienteaunuomoinnamorato.
QuandoiRainssiinnamorano,siinnamoranoprofondamente,epersempre.Eagisconoinfretta.»
Miseunbraccioattornoallespalledellamoglie.«Equestoèunfatto»dissecompiaciuto.
Mi sedetti e guardai quella coppia felice. «Maddy e io non abbiamo avuto un’infanzia facile.
Abbiamo potuto contare solo su noi stesse. Perciò venire a sapere che la mia sorellina stava per
sposare vostro figlio, a diciannove anni, ha fatto scattare qualcosa dentro di me. Non l’ho gestita
bene,emiscuso.»
Tiffanysialzòevenneasedersiaccantoamesuldivanetto.«Nonpreoccuparti.Èstatounoshock
anche per noi quando Matt ci ha parlato delle sue intenzioni. Voglio dire, sapevamo che era
innamoratodilei.Inquestiduemesinonsonoquasimaistatilontanil’unodall’altra.»
Duemesi.Eranoinsiemesoltantodaduemesiederanofidanzati.Noncipotevocredere.
«Sembratremendamenteaffrettato…»
«TipicodellafamigliaRains»disseTiffanyrivolgendounsorrisoalmaritocongliocchicastani
pieni di amore, adorazione e lealtà. Volevo che mia sorella avesse quello, e forse sposandosi con
Mattungiornoloavrebbeavuto.Tiprego,Dio,fa’chesuccedadavverodopolalaurea.
Tiffanymiaccarezzòlaschienaconungestomaternochenessunomiavevapiùfattodanonso
quanti anni. «Andrà tutto bene. Finiranno l’università e poi ci sarà un matrimonio da organizzare!
Abbiamotempo.»
Tempo.
Inquelperiodosembraval’ultimacosacheavessiinquantitàsufficiente.
IlrestodellamiapermanenzaaLasVegasfucaotico.OvviamenteGinpensavacheilfidanzamentodi
Maddy fosse una cosa totalmente ridicola. Quella troietta sapeva esattamente dove colpirmi e
continuòadarcidentropertuttoiltempocherimasi.FacendocommentisulfattocheMatteMaddy
sarebbero scappati per sposarsi sulla Strip, o che Maddy sarebbe rimasta incinta nel giro di pochi
mesi.QuestabattutamiconvinseaprenderedaparteMaddyedarleunalezioncinasull’importanzadi
nondimenticarsimailapillola.Leigiuròdinonavermaisaltatoungiornoediprenderlatuttelesere
prima di andare a letto. Dopo quella conversazione imbarazzante – per lei, non per me – le feci
promettere incrociando i mignoli che non si sarebbe sposata senza di me. Era l’unico modo che
avevo per assicurarmi che le cose andassero come programmato. In diciannove anni di vita non
aveva mai, neanche una volta, infranto una promessa coi mignoli. Era sacra e quando mi baciò il
mignolo,eiobaciaiilsuo,credettiallasuasolennepromessachenonmiavrebbedelusa.
Mentre ero seduta sull’aereo pensai a come mi ero messa sulla difensiva e a quanto mi avesse
sconvoltol’annunciodelfidanzamento.Ilproblemaeraforsechelamiasorellinastavaperavereil
suo lieto fine prima di me? Era quello che diceva Gin scherzando. Però no, non era quello. Non
avevomaivolutolecosecheavevalei.Sescavavopiùinprofonditàlarispostaerasemplice.
Nonpotevoperderla.
ErostataresponsabilediMaddydacheavevomemoria.Ilfattocheleivivesseconunuomoesi
rivolgessealuiperaveresostegnosarebbestatasololaprimaperdita.Lasuafamigliamiavevafatto
sapere che avrebbero pagato loro l’appartamento del figlio e che Maddy non avrebbe dovuto fare
altrochespendereisoldi.EranofelicidiprovvedereancheaMaddyperchépensavanogiàaleicome
aunmembrodellafamiglia.Semplice.Adessomiasorellafacevapartediquellafamigliaelorosene
prendevanocura.
Fare in modo che avesse un tetto sulla testa e cibo era mio compito, e lo era stato per quasi
quindicianni.Nonsapevocomegestirequestacosa.Anzitutto,sapevocheavreicontinuatoapagare
l’affitto della casa di mio padre e le avrei mandato diverse centinaia di dollari al mese per le
emergenzeeicorsi,eancheperchésidivertisse.Selomeritava.Miasorellasifacevaunculocosìe
non volevo che le cose cambiassero perché aveva bisogno di trovarsi un lavoro. Volevo che
rimanessesullacorsiapreferenzialeversoilsuofuturosuccesso.Adessodovevoaccettareilfattoche
MattRainssarebbestatoalsuofiancosuquestastrada.Iodaunaparteeluidall’altra.
Be’, almeno non era cambiato niente riguardo alla vacanza alle Hawaii. Matt era sembrato
sconvoltoquandoglieloavevodetto,eioavevoprovatounbrividoinconfessabile.Già,unastronza
fattaefinita,enonmidispiacevaperniente.AsentireMaddy,luiavevacapitoilbisognodiunapausa
trasoledonneeilfattochelanovitàerastataunfiloscioccante.Allafinedelladiscussione,ilpiccolo
bastardo si era congratulato per l’idea e mi aveva dato la sua benedizione. Come se mi servisse.
Simpaticone,avrebbecapitopiuttostoinfrettachicomandava.Speravosolocheallafineloscettro
sarebberimastonellemiemani.
3
Tatuaggitribalineri.Muscolidacapogiro,grossiescolpiti,percorsidadisegniintricati,dipintisu
pelleabbronzataetonica.Dallaspallasinistrascendevanolungoilbicipitegonfio,proseguivanosul
petto,scendevanointornoallavitaesiinabissavanonelsarongchecoprivaisuoiattributimaschili.
Le spesse linee di inchiostro ricomparivano sulla coscia enorme, percorrevano il polpaccio
muscolosoesifermavanodicolpoallacaviglia.Sentivoappenalasabbiaroventebruciarmilepiante
dei piedi mentre contemplavo, rapita, la magnifica creatura che stava davanti a me. Si girò di lato,
offrendomi la visione della schiena possente e muscolosa, quella di un uomo che avrebbe potuto
caricarsisenzasforzomeeunaltropaiodimodelleelanciarlenell’oceanochesistendevaallesue
spalle. Si udirono una serie di scatti di una macchina fotografica, poi lui mi guardò. No, non
guardavame.Isuoiocchicercaronoimieidainovemetrididistanzacheciseparavano.Gliocchi
castani,ilcoloredelfruttodelcacaopiùscuro,sifeceroardentimentremiesploravaconlosguardo
uncentimetrodopol’altro.
Gliocchidellosconosciutomiscivolaronoaddossocomeunacarezzabruciante,cosìroventiche
misventolailafaccianeltentativodialleviareilcaloreinsopportabile.Unavocedall’accentoitaliano
impartìdegliordini,efinalmenteMrTatuaggiomilasciòandare.Eroliberamaavvertiiunastranae
irritante sensazione di perdita. Il modo in cui quell’uomo mi aveva guardata era un richiamo, un
fasciolaserdidesideriochemieraarrivatodrittoalcervello.Unasensazionefintroppofamiliare
che si riverberò al centro del mio corpo. Rimasi a guardare mentre il fotografo scattava ancora,
finchéfeceungestoimprovvisoconiltagliodellamano.
«Finito!»disseinitaliano,epoi:«Perfetto».
Mi costrinsi a distogliere lo sguardo da quel maschio strabiliante e osservai il fotografo
armeggiare con l’attrezzatura, la faccia rivolta verso di me. Portava un panama marrone,
pantaloncinicargoeunacamiciabiancadilinoconunsolobottoneallacciatochenonfacevanulla
per nascondere il corpo snello. Fece un gran sorriso e si diresse verso di me, sollevando sabbia a
ognipasso.Ioeroimmobile,fissanelpuntochemiavevasuggeritol’autistadellalimousinequando
avevaparcheggiatoindicandomilatendasullaspiaggia.Dissecheilmiocapoeradietrolamacchina
fotografica.Nonavevocapitochel’uomochefotografavalacampagnapubblicitariaeraancheilmio
cliente. Comunque fosse, non mi importava granché. Il lavoro era lavoro e finché mi fruttava un
assegnodacentomiladollariameandavapiùchebene.
Mentresiavvicinavavidiunsorrisoappenaaccennato,dentibianchierughesottilialatodiocchi
azzurriegentilieattornoallabocca.Ilsuoviso,affascinante,mostravacheerainvecchiatobene,ei
capellibrizzolatiglispuntavanodasottoilcappello.
«Bella donna» disse, sempre in italiano, mentre mi abbracciava con calore e mi baciava su
entrambeleguance.«IosonoAngelD’Amicoetuseipiùbelladiquantoimmaginassiquandomia
mogliemihadettocheavremmodovutoingaggiartiperlanostracampagna.»
Appena menzionò la moglie, una donna statuaria uscì da una tenda bianca, la pelle bruna che
luccicavaalsole.Leformegeneroseeranofasciatedaunsarongrossochesbattevaalvento.Icapelli
scurielunghieranopettinatiall’indietroasottolinearneilineamenti.Quantoabellezza,questadonna
latinaneavevadavendere.Angelbattélemanimentrevenivaversodinoi.«Ah,miamoglie.Levail
fiato, eh?» disse con un forte accento italiano. Mi limitai ad annuire, perché ero rimasta davvero
senzafiato:erasplendida.
Mi fece un sorriso caldo. «Mia, è magnifico averti per il nostro progetto.» Anche lei si sporse
versodimeemibaciòsuentrambeleguance.Adessocheerapiùvicinanotaicheneppureleiera
giovanissima, ma l’età non aveva tolto niente alla sua bellezza. Zia Millie mi aveva detto che lo
stilistaesuamoglieeranosullacinquantina,maquestiduesarebberopotutipassaretranquillamente
perquarantenni.«SonoRosa,lamogliediAngel.Siamofelicichetusiaqui.»
Misistemailaborsasullaspallaemiscostaiicapellidallafronte.«Sonofeliceanch’io.L’isola,
be’,daquellochehovistovenendoquidall’aeroporto,èbellissima.»
«Lo è. Puoi prenderti un paio di giorni per ambientarti. Abbiamo appena fotografato Tai e
avevamo in mente di fare alcuni scatti a te, singoli.» Angel guardò indietro da sopra la spalla Mr
Tatuaggiochebevevaacquadaunabottigliaeprendevaunamagliettadaqualcunocheaveval’ariadi
unassistente.«Tai,vieniaconoscerelatuapartnerperquestomese.»
Partner? Millie non mi aveva detto niente. Mentre stavo per chiedere cosa intendesse, l’uomo di
nomeTaisimossepervenirciincontro.Quandodicosimosse,inrealtàavreidovutodirechelaterra
siaprìperfarlopassare.Tuttosembròcristallizzarsi,mutoeimmobile,intornoaTaichecamminava
sullasabbia.Eramozzafiato.Imuscolidellecoscesiflettevanoaognipasso.Gliaddominalierano
finemente disegnati e la sua pelle sembrava danzare a ogni minimo movimento. Il petto scintillava
comeunopale,liscioemulticolore.Maforseerailcaldoeilfattochelofissavoinebetita.
Quando raggiunse il nostro gruppetto la sua presenza gigantesca mi costrinse a fare un passo
indietro,comeselospaziosifosseristrettodicolpo.Accidenti,laspiaggiasembravatroppopiccola
per contenere un maschio che irradiava quel magnetismo animale. Tutto, l’oceano e la magnifica
sabbia che ci circondava, parve ritirarsi sullo sfondo, schiacciato dall’imponenza di quell’uomo
perfetto.
Angelallungòunamano.«TaiNiko,leièMiaSaunders.Starànelbungalowaccantoaltuoefarà
tuttiiserviziinsiemeatequestomese.Vipresenteremocomelacoppiatropicaledellacampagna“La
bellezzasiesprimeintutteleforme”.»
GliocchicastanidiTaifissaronoimiei.Sileccòillabbroinferioreconungestosexyepoifece
un suono come se si stesse succhiando i denti prima di stringere la bocca carnosa. Feci del mio
meglio per non crollare svenuta ma il calore emanato da quell’uomo era come un muro di fuoco.
Inspirò lentamente e allargò le narici mentre mi marchiava con lo sguardo. Non dissi niente. Non
riuscivoamuoverminéarespirare.«Seiradiosa.Saràunpiacerelavorarete»disse,maisuoiocchi
disseromoltopiùchelavorare“con”me.Aspetta…cosa?
«Volevidirelavorareconme?»cercaidichiarire.
Abbassòlatestaemifissòipiedi.Inquelmomentomiresicontochenonavevaicapelli.Avevala
testaricopertadipeluria,unpo’comeTheRock.Loguardaimeglio,ineffettiassomigliavamoltoa
Dwayne Johnson. Grosso, pelle color caffellatte, scurita dal sole tropicale, tatuato, solo che Tai
sembravamoltopiùautenticoconqueitrattisamoanirispettoall’attore.
Taistrinselelabbraefeceunsorrisetto.«No,nonèpernientequellochevolevodire.»
Perlamiseria.Questomesesarebbestatounbelgirodigiostra.Magari,ilgiroavrebbecompreso
staresopraosottounsamoanochesembravaundio,altounmetroeottantaechedinomefacevaTai.
Unalamadilucepenetrònellastanzaemiarrivòsullafaccia,svegliandomidaunsognodigloria
fattodiacrobazieconunsamoanosexy.Mialzaiemifecistradanellaroutinemattutina:preparaiil
caffè, mangiai un po’ di ananas fresco e altra frutta tropicale presa dal frigorifero fornitissimo. Il
bungalowaffittatopermedaiD’Amicoeradiquellichetuttivorrebberoinunavacanza.Sitrovavaa
sud di Honolulu, esattamente sulla Diamond Head Beach. Aprivo la porta scorrevole e poggiavo i
piedi sulla sabbia dopo appena tre metri. Una vista pazzesca sull’oceano. Spalancai le porte per
lasciarentrarelabrezzadelmattinoeilsuonodelleonde.
Incapacediaspettareoltre,indossaiunbikinibianco,presiunasciugamanoemidiressiversoil
mare.Erapassatotroppotempodaquandoeroandatainspiaggial’ultimavolta,conWes.
Wes.Nonvolevopensarci.Quandoeroarrivataall’aeroportodiLasVegassullacopertinadiun
tabloid c’era una fotografia di Gina DeLuca sotto il titolo: “Nuovo amore per Gina”. Lo scatto
mostravaGinaapranzoproprioconilmioWes.Be’,nonpropriomio,maeroarrivataprimaioe
quindiildirittodiproprietàspettavaame,giusto?D’altraparte,adessocel’avevalei.Machecavolo
miavevapreso?NonpossedevoWespiùdiquantoluipossedesseme.Forseavevaunpezzodelmio
cuore, ma non il pacchetto completo. L’avevamo chiarito senza mezzi termini, anche se c’erano in
ballo ancora dei sentimenti; avevamo concordato di lasciarli sullo sfondo mentre ciascuno di noi
vivevalapropriavita.Ederaquellocheavevointenzionedifare.
Viverelamiavita.
Lasciai cadere l’asciugamano sulla sabbia a circa dieci metri dall’oceano e guardai l’acqua
turchese. Era così trasparente che si vedeva il fondo per circa trenta metri prima che l’acqua
diventassepiùalta.C’eraunsurfistasolitario,conunpaiodicalzoncinineri,cheprendevadelleonde
piuttosto serie in lontananza. Non era bravo, di più. Lo guardai per un po’, ipnotizzata dalla sua
abilità.L’uomopresequalcheondapiùpiccolaepoiruotòditrecentosessantagradi,sdraiandosisulla
tavolaeremandoconlebracciaversoillargo.Qualcheistantedopoerainpiediaprendereun’onda
perfetta,diquellechesiromponoproducendounpiccocentrale,cavalcandoladaprofessionista.
Pocodopoilsurfistasidiresseversodimesuunaseriediondepiccoleeravvicinate.Sembrava
unascenaalrallentatore.Furonolelineenerecheserpeggiavanodallaspallaallacavigliaadattirare
il mio sguardo. Poi i miei occhi si bearono del petto più ampio che avessi mai avuto il piacere di
ammirare.FinorailprimatoandavaaTony,diChicago,chenonavevaungrammodigrasso.Eppure,
nemmeno lui poteva competere con questo gigante. Un uomo come Tai Niko faceva sentire
minuscola una donna come me, alta poco più di un metro e settanta e ben fornita di tette e culo.
Adoravosentirmipiccola.
Latavoladasurfammaròsullasabbiaeluisaltògiùcongrazia,comeselofacesseognigiorno,
poisichinòpertirarlasu.Selamisesottobracciocomesenonpesasseniente.
«Ehi, haole» disse e io socchiusi gli occhi. “Appunto mentale: controlla cosa vuol dire haole su
Wikipedia.”
«Nonmieroresacontochefossitu.Seibravo»dissi,facendouncennodelmentoversol’oceano
ecercandoditrovareunaragionepernonfissarlosbavando.
Fece un sorrisetto, contraendo la mascella ben proporzionata. «Be’, sì. Quando non faccio il
modelloononmiesibiscoconlamiafamiglia,insegnosurf.»
«Insegni?»
«Perché?Vuoiunalezione?»disseintonoseducente.
Era proprio l’imbeccata che mi ci voleva. «Mi insegneresti a cavalcare?» chiesi inarcando un
sopracciglio.
Strinselelabbramentreesaminavaperbenelemiecurvemesseinrisaltodalbikini.«Tiinsegnerò
acavalcaretuttoilgiornoetuttalanotte,ragazza.»Quandopronunciòlaparola“ragazza”nonaveva
iltonocheunadonnauserebbeconlasuamiglioreamica.No,comeladicevaluiassomigliavadipiù
aunruggito,colsuono“r”prolungatoevibrantechemimandòbrivididilussuriaintuttoilcorpoe
mifeceprovareunapiacevolefittainmezzoallegambe.
«Ahsì?Stiamosempreparlandodisurf?»dissichiamandoilsuobluff.
Giocavo. Anche se immaginavo che giocare con lui in altri modi sarebbe stato molto più
divertente.Ioelamiapiccolinaeravamopiùchepropenseaquelgirodigiostra.
«Tuchenepensi?»Isuoiocchiscurisifeceronericomelanotte,pienidilussuria,eilmiolato
femminilesaltòperlagioiaefeceunballettodifelicità.
“Punta in alto o tornatene a casa” è lo slogan che si usa in situazioni del genere. Be’, avevo
intenzionedifarnelamiacolonnasonoraperchéavreipuntatoiltuttopertuttoprimaditornarmenea
casa.«Tesoro,accetteròqualunquecavalcatatumistiaoffrendo»risposisfacciatamente,sapendoche
stavostuzzicandolabestia.Questavoltavolevoqualunquecosafossearrivata;lavolevocosìtanto
chemisentivolegambemolli.
Tai inspirò rumorosamente allargando le narici. La tavola cadde sulla sabbia con un tonfo, una
zampacciamipreseperlavitaeiomiritrovaicontroilsuopetto,lasuaboccasullamia.Ilbaciofu
selvaggio,brutale,alimentatodaquellachesipotevasolodefinireunafameinsaziabile.
Lenostreboccherimaseroincollate,fuseinsieme,mordendoeleccando,giocandoconlalingua
perassaporareesucchiarel’altro.Senzadirepiùunasolaparola,Taimisollevòdaterrafacendomi
scivolarelemanisulculochemistavagiàaccarezzandomentreiogliallacciailegambeattornoalla
vita, la bocca sempre incollata alla sua, troppo persa in quel piacere per guardare dove mi stava
portando. Fu solo quando ero ormai senza il pezzo sopra del bikini e la mia schiena toccò una
superficie morbida come una nuvola, con Tai che mi mordeva il capezzolo, che mi resi conto che
noneravamopiùsullaspiaggia.Inquelmomentononmeneimportavaunaccidente:lovolevopiù
dell’ariacherespiravo.
Stringerequellatestaquasicalvaalmiosenoerabellissimo,maancoradipiùloeraconficcargli
le unghie nel cuoio capelluto, lasciando piccoli segni a mezzaluna sulla superficie ispida. Non si
scomposedavantiallamiaaggressività;luieraancorapiùviolento.Quandomiaffondòidentinel
capezzolointurgiditogridai.Tailasciòandareunsenogonfio,feceunsorrisoperversoesidedicò
all’altro, riservandogli la stessa tortura deliziosa. Mi metteva le mani dappertutto, sulle tette, sul
sedere,sullanucaquandomireclamònuovamentelabocca.ConTai,eratuttounprendere.
«Voglioprendertiforte,poipianoefinireconunaviadimezzo.Epoiricominciaredacapo»disse
convocerocastaccandosidame.Allungòilbracciomuscolosoversoilcomodinoperprendereun
pacchetto argentato. Grazie a Dio c’era qualcuno lucido. Io ero così pazza di desiderio che volevo
solochemelomettessedentrofinoafarmidimenticarechiero.
Tailasciòcaderesulpavimentoicalzoncinidasurfeiomisollevaipuntellandomisullebraccia.
Quella visione avrebbe alimentato fantasie per anni. I tatuaggi non si fermavano alla vita, ma
ricoprivanotuttalametàsinistradelsuocorpo.Motivineriaformarecosìtantisimbolieimmagini
chenonriuscivonemmenoaleggerlitutti.Taifeceunaltrosorrisomalizioso,simiseunamanosul
suoenormepeneerettoelamossepigramentesuegiù.Quandodicoenormenonesagero:eraunodi
queicosichelaprimavoltafannomale,matuaccettiildolorecomeunamedagliaalvaloreenonti
lamenti.Eloprendituttelevoltechepuoiperchénontisentiraimaipiùriempitainquelmodo.
«Oddio,seigrosso…dappertutto»dissifissandoinebetitailsuofisicoscultoreo.
Continuò a guardarmi mentre mi agitavo, mi inarcavo inutilmente e mi bagnavo sempre di più
guardandolo accarezzarsi il suo delizioso membro. Ero così eccitata che stavo per andare fuori di
testa,enonmenefregavaunaccidente.
Fradicia.Dolorante.Gonfia.
Eranoquestelesensazionichepercorrevanolamiapelleroventementreloguardavo.«Levatiil
costume»michieseroco.No,noneraunarichiesta…eraunordine.Misareidovutatirareindietro
davanti a quello sfoggio di dominio, ma ero così eccitata che mi limitai a obbedire, sciogliendo i
laccettideglislipelasciandolicaderetralecosceaperte.«Allargalegambe.Vogliovedertelaaperta
e bagnata» disse e ansimò quando feci come aveva detto. Mi morsicai un labbro per trattenere un
gemitomentremiesponevoinunmodochepotrebbeessereritenutoumiliante,macheinvececonlui
midavalasensazioneeroticadelproibitoemiportòalmassimodell’eccitazione.
Taicontinuòaguardarmiaccarezzandosiilcazzo.Unagocciadiliquidopre-eiaculatoriobagnòla
punta e io mi leccai le labbra. «Vuoi assaggiare, ragazza?» disse con quella voce che mi faceva
rabbrividire. Non riuscii a rispondere. La stanza era scomparsa e io vedevo solo lui, schiava del
bisogno di avere il suo corpo premuto contro il mio. Annuii e lui smise di toccarsi. «Leccami.
Assaggiaquellochemifai.»
Mi spostai verso di lui e mi misi a quattro zampe, poi mi avvicinai fino a fargli sentire il mio
respiro.Alzailosguardo.Gliocchieranoduepozzescurecomelanotteeillabbroinferiorestretto
traidentibianchieperfetti.Continuaiaguardarloeglieloleccaiinpunta.Ilsaporeasproesalatomi
fecepulsareilsessoesentiil’eccitazionebagnarmilecosce.Respiròrumorosamente.«Sentol’odore
deltuosesso,ragazza.Hailprofumodelsole.»Lasciòandareunlungorespiro.«Hointenzionedi
fartilafestafinoafartiperdereisensi.Lovuoi?»
Invecedirisponderelopresiinboccaeloguidaifinoingola.Mimiselemanitraicapelli,non
tirandomapiuttostomassaggiandomiilcuoiocapellutomentreglidavopiacere.Lasensazionedelle
ditachemitoccavanosenzapressioneeramoltopiacevole.Sollevaiunamanoelastrinsiattornoalla
basedellasuavirilità.Eratroppogrossoedentravasoloametà,maiomisentivofieradellacapacità
di farmelo arrivare fino in gola. Ci riuscivo, e mi avevano detto che molte donne non ne erano
capaci.Conquelledimensioni,metàeratuttoquellocheriuscivoaprendere.Ilpensierochenelgiro
dipocoquelcosomiavrebbeapertaametàmifeceraddoppiareglisforzi.
«Vacci piano, ragazza.» Uscì dalla mia bocca e si allungò sul letto, e quel corpo mi fece
l’impressione di una tavola imbandita per un banchetto sontuoso. Non sapevo che cosa assaggiare:
ancoraunpo’delsuocazzosucculento,oppureisolchitraipettoraliscolpiti.«Mettitiacavalcioni
sopra di me. Voglio leccarti mentre me lo succhi. E prenderai fino all’ultima goccia.» Il tono era
energico, del tipo in camera da letto comando io, e devo ammettere che con lui funzionava. Prima
chepotessiabbassarmiversodilui,avevaalzatolatestaemiavevaficcatodentrolalingua.
«Oh cazzo, Tai» urlai selvaggiamente, ruotando il bacino mentre lui mi premeva sulla parte
posterioredellecosceperfarmiallargarelegambeancoradipiù…Sembravounaballerinachefa
unaspaccata,solocheinvecedifaticaesudoremiaspettavaunorgasmodamandartifuoriditesta.
Mi scopò con la bocca e con la lingua, facendomi dimenticare completamente che avrei dovuto
succhiarglielo.Taieracampionedelmondoneldarepiacereconlabocca,traimiglioricheavessi
conosciuto,allapariconAleceWes.SolocheTailofacevacomeunorimastosottochiaveperdieci
anniechepertuttoqueltempononavevapensatoadaltrocheleccarlaproprioame.
Pochiminutidopoglistavovenendoinbocca,elacosasembròeccitarloancoradipiù.Udivoi
suoigrugnitieleparolechediceva.
«Zucchero.»
«Fradicia.»
«Mmh.»
«Tuttoilgiorno.»
«Stoquituttoilgiorno.»Furonoleultimeparolechesentiiprimadigodere,crollandosopradilui
elasuaerezione.Alzailatesta,glielopresiinboccaemidiedidafarenonappenapercepiiilsuo
sapore. Lo leccai, lo succhiai, lo mordicchiai e lo accarezzai con tutta me stessa finché lui non
cominciòavenirmiincontroinarcandoilbacinoperaffondarmidentro.
Il suo cazzo diventò ancora più duro, facendomi intuire che stava per venire. Ero fierissima di
dare piacere a quel gigante, di poterlo portare all’orgasmo come lui aveva fatto a me. Quando mi
mise dentro due dita, mi tesi come un arco. Toccò il punto giusto al centro del mio corpo e io fui
travoltadaunorgasmoviolentochenonprovavodaquandostavoconilFrancesino.Legrossedita
di Tai sapevano esattamente cosa fare e avevano trovato al volo il punto che mi faceva impazzire.
Continuòatoccarmilìfinchénonebbialtrasceltachesucchiarglielocomeseneandassedellamia
vita.Performancedastardelporno,semipassatel’espressione.
Taispinseleditapiùinfondoesiinarcòperaffondaredentrolamiabocca.Avevolasensazione
dicavalcareun’onda.FuipercorsadafremiticaldimentreTaimifacevavenireconlaboccaeconle
dita,eiaculandomiingolacongettipotentiecaldi.Losucchiaituttoefinalmenteluimitolselamano
dal sesso, lasciando ricadere la testa sul cuscino con un sospiro. Una maratona per sfogare la
tensionesessualerepressa.Comesefossiprivadipeso,mifecegirare,miportòaccantoaséemi
tennestretta.
«Laprossimavoltausiamoquesto»disseallegramentereggendotradueditailprofilatticointatto.
«Affarefatto»dissiconunarisata,rannicchiandomicontrodilui.Sapevadioceano,disessoedi
me.Unamisceladeliziosa.
C’eraunaltrouomochesapevasempredioceanoeiochiusigliocchicercandodievitarechesi
intromettesse in quel momento. Avevo appena fatto del sesso incredibile e avevo in mente di farne
altro,epresto.
“Nonadesso”dissiamestessa.“Goditiilsamoanofinchépuoi.”
Tai mi accarezzò la schiena e poi mi mise una mano tra i capelli, massaggiandomeli. Sono
piuttostosicuradiaverefattolefusacomeunagattinasottolesuemaniabili.
«Tipiace,haole?»
Appoggiaiilmentoalsuopettoepercorsiconunditoiltatuaggiocheavevasulcuore.«Cosavuol
direhaole?»
Luisorrise,sisporseversodimeemibaciòlafronte.Eraungestoincredibilmentedolcedaparte
di un uomo che mi aveva appena maltrattata come un dominante del BDSM . Va be’, forse no. Non
sapevouncavolodiquellepratiche,madisicuroluisapevabenissimocomefarsiobbedire.
«Haolesignificastraniera.»
«Preferiscodecisamente“ragazza”»borbottaieglileccaiuncapezzolo.Larisatatonantealmio
commentosarcasticomirimbombònelleorecchieemirisvegliòqualcosa;sentivogiàrinascereil
desiderio,esoloperchéavevariso.Ragazzi,eroneiguai.
«Presonota,ragazza»disseconiltonochestavocominciandoadamare.Mifecealzarelatestae
mi baciò. Intendo dire un bacio vero. In camera da letto Tai Niko non faceva niente in modo
superficiale. Mi era già chiarissimo da quello che era appena successo che ci metteva l’anima nel
darepiacere.Diedequelbaciocomesestessegareggiandoperunpremio,cheavrebbevinto.
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Piuttostostranamente,allafinenonusammoquelprofilatticocomeavevamoprogettatoperchénon
appenailnostroultimobacioiniziavaafarsiinteressante,Tairicevetteunachiamata.Epoiun’altra,
un’altraeun’altraancora.Aquantopareva,lacenadelsabatoseraeraunavvenimentonellafamiglia
Niko.Percui,dopoesserciappenaconosciuti,insostanzadopoessereandatialettoinsieme,adesso
stavoperincontrarelasuafamiglia.Tuttiquanti,dalprimoall’ultimo.
«Vedi, Mia, la mia famiglia è fantastica. La migliore. Però tu sei bianca, vieni dal continente.
Perciòsesentiuncommentosulfattocheseihaole,nonfarcicaso.Lamiagentevamoltoorgogliosa
della propria cultura, del retaggio e delle radici familiari. Ti tratteranno bene e ti accoglieranno a
bracciaaperte…amenochenonpensinocheioeteabbiamounarelazioneseria.»
«Nondovrebberoesserciproblemi.Noncel’abbiamo,iosonoquiperlavoroerimarròsoloun
mese. Fine della storia. Sono felice di ribadirlo. Se intanto giochiamo anche un po’» gli diedi una
gomitatascherzosasulbicipite«tantodiguadagnato.Giusto?»
Mielargìunsorrisocosìsexychemifecevenirevogliadimangiarmelo.«Cihaipreso,ragazza.
Adesso andiamo, a casa mia conoscerai per primo mio padre. Poi tutti i miei fratelli e infine mia
madre.»
Inarcailesopraccigliasenzavolerlo.«Perchétuamammaperultima?»
Lui scosse la testa. «Il meglio alla fine» rispose, ma pensai che l’avesse detto solo per non
prendersiuncalcionellepalle.
Quando arrivammo a destinazione, dire che rimasi sorpresa sarebbe riduttivo. Per qualche
ragione, mi aspettavo qualcosa di molto più tribale e caratteristico. La casa era dipinta di azzurro
come il cielo, aveva un rivestimento bianco e una veranda che correva lungo tutto il perimetro. Il
confinedellaproprietàerasegnatodagrandiprativerdipunteggiatidipalme.C’eraunlungovialetto
con almeno venti automobili parcheggiate. Per una cena in famiglia. Se aveste invitato tutta la mia
famigliaacenasaremmopotutiarrivareconlastessamacchina.
Nel momento stesso in cui ci avvicinammo, udii un brusio attutito. Voci ovunque. All’interno e
oltre,probabilmentesulretrodellacasa.Piùdiognialtracosa,rimasistupitadalsuonopiùbellodel
mondo: scrosci di risate provenienti da ogni direzione. Gioia. La percepii non appena misi piede
nellagrandetenutainstilecolonialechesorgevanelcuorediOahu.
Tai mi teneva per mano senza parlare e mi condusse da un locale all’altro. C’erano persone in
ogni angolo. Tutte alzarono lo sguardo, volti sorridenti color zucchero di canna ci osservavano
mentreattraversavamolestanze.Nientegiudizi:nell’ariaaleggiavasolocuriosità.
Finalmentearrivammosulretro,dovec’erailcuoredellafesta.
«Èunacenaounritrovodifamiglia?»
Tai gettò indietro la testa e rise forte. Parecchi sguardi si volsero a noi al suono baritonale di
quellarisata.«Ècosìtuttiisabatisera,Mia.Lamiafamigliaèmoltounita.Partecipanotutti,ognuno
porta un grosso vassoio che basta per quaranta o cinquanta persone. Riportano a casa quello che
avanzanellostessovassoioconcuisonoarrivati.Nientecaos.»
Gli strinsi la mano. «Ma noi non abbiamo portato niente» dissi tormentandomi il labbro con i
denti,preoccupatadinonaverseguitoilprotocollosamoanoperunafestacomesideve.
«Einvecesì.Cosapensidiessere?»
«Io?»Inarcailesopraccigliaalpuntodafarmidolerelaradicedelnaso.
Mistrinsecontroilsuocorpocaldo.Glimisilebracciaintorno,appoggiandolemanisulsedere
muscolosoesodo.Dio,quantomisarebbepiaciutomorsicarglielo.Rimpiansinuovamentechenon
fossimo riusciti a concludere i nostri giochi nel modo che mi sarebbe piaciuto. Ciò avrebbe
significatochel’indomaniavreiavutoproblemiacamminaredritta.
Taisileccòlelabbrapeccaminose,appoggiòlafronteallamiaeabbassòlavocealpuntochela
sentii riecheggiare al centro del mio corpo. «Non guardarmi come se mi volessi saltare addosso,
ragazza, oppure ti sbatto contro il muro più vicino e ti scopo in modo che ti sentano tutti. E ti
sentirebbero.Nientepuòbattereunadonnacheurladipiacerequandocel’hadentrofinoinfondo.»
Già.QuelcommentomitappòlaboccafinchéTaisifermòdavantiaunaltrocolosso.Eraatorso
nudoeindossavasolocalzoncinidasurf.Miguardaiattornoevidicheeranotuttivestitidaspiaggia,
mentreTaiindossavaunpaiodipantaloncinicargoeunapolo.UnabbigliamentocheHector,ilmio
amico gay di Chicago, avrebbe definito “golf chic”. Tai avrebbe potuto mettersi qualunque cosa o,
meglioancora,nientedeltutto,etiavrebbecomunquefattovenirvogliadisaltargliaddosso.
«Tama.»Taiannunciòlanostrapresenzaall’uomoinpiediaccantoalbarbecueusandounaparola
samoanachedovevasignificarepadreofratello.Abbassòlosguardoeioloimitai,ignorandoquale
fosseilcomportamentoappropriato.
«Figliolo, chi è questa persona che hai portato a casa?» chiese l’uomo in tono amichevole. Tai
alzògliocchiesorrise.
«Tama, lei è Mia Saunders. Mia, questo è mio padre, Afano Niko.» Gli porsi la mano e lui la
strinse.«Lavorainsiemeameaunacampagnapubblicitaria.»
Il padre sembrò stupito. «Un’altra modella? Credevo avessi imparato la lezione dopo l’ultima
volta» borbottò, il tono di colpo preoccupato e venato di pregiudizio. Ovviamente era successo
qualcosaalriguardoesuopadrenonvolevacheTairifacesselostessoerrore.
«Mianonèlamiaragazza,Tama.Solounacaraamica.Rimarràsull’isolasoltantounmese,poi
ripartirà.»
Quelleparolesembraronoplacarel’uomo.Diedeunamanatasullaschienaalfiglioeglistrinsela
spalla.«Be’,bene,bene.Alloramangeràeparleràconlafamiglia.Impareràqualcosadellaculturadi
Samoavistochenehalapossibilità.»Taifeceunsorrisoorgoglioso.
«Esattamentequellocheavevoinmenteio.»
Conobbi i fratelli di Tai, tutti enormi e di bell’aspetto e con diverse varianti dei particolari del
tatuaggio che avevo visto su di lui. Il sole sulla spalla di Tai era identico a quello del padre, con i
raggichescendevanolungoilbraccioeproseguivanosulpetto.Ilfratellomaggiore,Tao,avevala
stessa tartaruga di Tai. Altri due fratelli avevano analoghe linee di inchiostro nero attorno
all’avambraccio e alla gamba. C’erano una serie di motivi che non avevo avuto modo di guardare
benenellafrettadivestircieuscire.
DopoaverchiacchieratoescherzatoconognunodeitrefratellidiTai,riattraversammolacasain
direzione della cucina. Ero al secondo drink speciale della famiglia Niko, una bevanda chiamata
LilikoiPassion,chesignificavapiùomeno“appassionatodelfruttodellapassione”,midisseTai,o
qualcosa di analogamente stupido. Sapevo solo che era buonissimo, mi faceva sentire caldo alla
pancia e mi liberava la testa. L’ultima volta che avevo bevuto ero finita a letto con il mio cliente,
MasonMurphy,conaddossosololabiancheriaintima.Lacosanonerapiaciutaneancheunpo’alla
sua fidanzata, anche se non era successo niente. Mace era un fratello per me. E come succedeva
sempre con le bevande alcoliche, mi tornarono in mente tutte le persone che avevo bisogno di
risentire, amici come Hector e Tony, Mace e Rachel, e Jennifer, la moglie del regista a Malibu.
Doveva essere al quinto mese di gravidanza, ormai. E naturalmente… Wes. Ci scambiavamo
messaggi e per il momento andava bene così. La foto di lui e Gina insieme, sparata sulla prima
paginadelmiotabloidpreferito,nonmifacevavenirvogliadisentirlo.Proprioperniente.Eroalle
Hawaii per lavorare e divertirmi. Il lavoro sarebbe iniziato dopo un paio di giorni mentre la parte
divertente era già cominciata… tra le braccia calde e scolpite della mia personalissima versione di
TheRock.
Taisifermòdavantiaunadonninaconlunghicapellineriintrecciatiinmanieracomplicata.Aveva
bracciafortiestavamescolandoqualcosainunapentola.
«Tina»disseTaiavocealtaperfarsisentire.Abbassòdinuovolosguardo,insegnodirispetto,
comeavevoimparato.Parlandoconifratelliavevonotatochetuttiglianzianivenivanotrattaticonlo
stesso atteggiamento deferente. Non sapevo se era una caratteristica della cultura samoana o
semplicementeun’abitudinedellafamigliaNiko,mainognicasosuggerivagrandevenerazionenei
confrontideglianziani,eprobabilmentesignificavacheselomeritavano.
Ladonninasigirò.Eraapiedinudieindossavaunpareoarancionebrillantechelearrivavaalle
caviglie,unacamiciasenzamanicheintintaeunatunicabianchissima,chesospettavofosseunsegno
di pudore. Le giovani donne della famiglia non avevano alcun problema a mostrare la pelle nuda.
Erano tutte ben fatte e indossavano bikini mentre se ne stavano a chiacchierare con i vari membri
dellafamiglia.Probabilmenteioeroeccessivamentevestita,conunpaiodipantaloncinibianchieuna
canottieraverde.Almenoicapellieranoondulatiinmodonaturaleperviadell’umidità,eapparivano
foltiebrillanti.Iclimitropicalimisiaddicevano;imieicapellieranoalloromeglio,enondovevo
muovereundito.
«Figliomio,tesorodelmiocuore»losalutòleiaccarezzandogliilpettoefacendogliabbassarela
testaperbaciarlosuentrambeleguanceepoisullafronte.
GliocchicastanieranoidenticiaquellidiTaiepienidiamorematerno.Nonricordavol’ultima
voltaincuiavevovistoquellosguardonegliocchidimiamadre…semail’avevovisto.«Tina,leiè
MiaSaunders,lavoriamoinsieme.Lestofacendovederel’isolaelanostraculturamentreèqui.Mia,
questaèmiamadre,Masina.»
«Mmh,pensavosichiamasseTina.»
Scoppiaronoentrambiaridere,Taiconunarisatadigolacheriecheggiòdentrodimecomeun
brividocaldo,suamadreconunarisatinasommessa.«Tinasignifica“madre”insamoano.Imieifigli
usanolanostralinguaperrivolgersiallepersonediSamoa.»
Agitaiunamanoconleguanceinfiammeerisposi:«Oh,miscusi.Nonavevomaisentitoparlare
samoanoprimadiincontrareTai.Piacerediconoscerla,MrsNiko».Leporsilamanoeleilaprese
conunastrettaleggera,poimiabbracciò,baciandomisulleguanceesullafronte.«Seismarritaestai
facendounviaggioimpegnativo.Nonaverepaura.Troveraigrandegioiainquestaesperienzaprima
diimpegnartipersempre.»
Ebbi la sensazione che mi mancasse il terreno sotto i piedi. Rimasi paralizzata, incapace di
muovermiediparlare.L’unicacosacheriusciiatirarfuorifu:«Oh».
«Tina…»Tairimproveròlamadre,poimiattiròalsuofianco.«Miamadrehapoterispirituali.È
statabenedettadallavisione.»
«Visione?»Miaggrappaialuielanciaiun’occhiataalladonna.
Taiannuìpococonvintoeleimidiedeuncolpettosullespalle.«Tuttosaràcomedeveessere,Mia.
Nonpermetterealmioragazzodiconfondereiltuofuturocolsuo.Purtroppo,nonsonolegati.»A
quelpuntosiaccigliòesporselelabbrasottili.«Avetepocotempo,fatenetesoro.»Epoisiaprìinun
sorrisoluminoso;ilnasolargoeglizigomialtilafacevanoassomigliareaunelfo.
Taisospirò.«Mianonèlamiaragazza.Siamoamici,passeremoinsiemeunmese,lavorando.»
Masina annuì. «Lo so, cuore mio. Non aspettarti di più, perché non l’avrai.» Parlò in tono
serissimo.Unavvertimentomaterno,acuiavremmodovutoprestareascolto,assolutamente.«Adesso
andate» disse con un gesto delle dita per congedarci. «Sono molto impegnata nel preparare il
dessert.»
Taimimiseunbraccioattornoallespalleemicondussefuoridallacucina.Aquelpuntoavevo
finito il drink numero due e avevo un gran bisogno del numero tre. Scossi il bicchiere e ci
dirigemmoversoilbardovec’eranoaltecaraffepienedelliquidocolorfragola.
Tornammoalbungalowdopotanti,troppiLilikoiPassionecisedemmosullasabbia.L’unicorumore
chesisentivaeraquellodell’acqua.Leondesiinfrangevanoconviolenzasullaspiaggia;laschiuma
biancaeladistesasericadell’oceanoriflettevanounalunaperfetta.Dadoveeravamosedutiilmare
sembravasenzafine,prontoainghiottircinellesueoscureprofonditàinqualunquemomento.Amavo
etemevol’oceanoinpartiuguali.Neavevogranderispettoenonlosottovalutavomai.
Mi appoggiai sui gomiti e incrociai le caviglie, osservando l’uomo a torso nudo che sedeva
accantoame.«Checosasignificanoqueitatuaggi?»glichiesi.
«Significano tutti qualcosa, ragazza. Quale punto in particolare ti interessa?» I suoi occhi erano
scuri come l’oceano, ma non altrettanto spaventosi. Mi sarei tuffata volentieri in quelle splendide
pozzenere.
Percorsiconilditoilsolecheavevasullaspalla,carezzandoogniraggioconilpolpastrello.Sotto
ilmiotoccolapellediTaifupercorsadaibrividi.
«Quelloèstatoilprimo.Èstatoungrandeonore.Nellamiacultura,ilsolesimboleggiaricchezza,
luminosità,magnificenzaecapacitàdicomando.Perme,ilmodoincuiiraggisiallunganofinoal
cuore mostra il desiderio di seguire la sua guida. Di essere ricco nelle vie dell’amore come mio
Tama.Eungiornosperodidiventareunapersonaimportanteacapodellamiaaziendaedellamia
famiglia.Dinuovo,comemioTama.Èperquestochehochiestoamiopadredicondividerlo.»
«Èdavveroparticolare.»
Tai inspirò, gonfiando il petto. «Secondo i samoani, se vuoi avere un tatau o l’inchiostro, devi
meritarlo.Edev’esserciunmembrodellatuafamigliadispostoacondividerloconte,inmodochele
vostrevitesianolegatepersempre.»Sialzòinpiediesitolseicalzoncini,rimanendocompletamente
nudo.Sigiròdifianco,ilpenesemierettoneppurelontanamentesimileaciòchediventavaquando
era davvero eccitato. Fece scivolare una mano sulle costole fino a una mezzaluna con al centro un
disegnoaspirale.
«QuestisegnilihoricevutipermiofratelloTao.Ilsuodesiderioeratrovarel’armonianellavita.
Ha combattuto tanto. Con i nostri genitori, con me, con le nostre sorelle, con gli altri bambini a
scuola.Quandohatrovatolasuastrada,havolutocondividereilpercorsocheavevafatto.»
Raccolsileginocchiaalpettoelecircondaiconlebraccia.«Elatartaruga?»
Sorrise e si passò una mano sugli addominali. Non addominali: quadrati di lussuria. Ciascun
singolo addominale scolpito mi faceva venir voglia di leccare e mordere ogni centimetro di quel
busto,deifianchi,deitatuaggieilresto…cavoli,soprattuttoperviadeitatuaggi.
«Un’altra richiesta da parte mia che condivido con il mio fratello più piccolo. La tartaruga
simboleggia longevità, benessere e pace. È una cosa che desidero per la mia famiglia e per me
stesso.»
«Eleondeeimulinelli?Significanoqualcosaosonosempliciriempitivi?»chiesiconsincerità,e
luisimisearidere.
Scosse la testa e seguì con un dito i vortici che gli ricoprivano il corpo. A quel punto gli era
diventatoduroeioeroprontaalasciarperderequellestorie,mamiinteressavasapereperchéavesse
interamente ricoperto di tatuaggi metà del corpo, lasciando vuoto il resto… senza traccia di
inchiostro.
«Nella nostra cultura l’oceano è molto importante, non solo perché ne siamo circondati,
letteralmenteallasuamercé,maperchéisamoanihannosemprecredutochel’oceanofosseilluogo
doveandavidopolamorte.Datochefacciosurf,elamiaculturadeveesseresemprevicinaalmare,
gliriservounpostonellastoriadellamiavitaediquelladellamiafamiglia.»Proseguìmostrandomi
segniquaelà,perunpaiodicugini,perl’altrofratelloecosìvia.Avevapersinoinfrantoleregolee
avevalostessofiorechetutteledonnedellasuafamigliaavevanotatuatosulpiede.
L’avevonotatoallafestamanonneavevoparlato.Inquelmomento,nonmierasembratostrano
chetutteledonnepresentiavesserountatuaggioidentico.Scopriicheerailsegnodellalorostirpe;
era la versione femminile di tributare il medesimo rispetto alla famiglia marchiando il corpo in
modopermanente.
«Ultimadomanda,prometto!»
Alzògliocchialcieloesisedettesull’asciugamanochecieravamoportatidietro.Mimorsicaiil
labbro ammirando lo spettacolo della sua erezione. Volevo quel membro enorme dentro di me
almenoquantovolevoilmilionedidollarichemiservivanoperrestituireildebitodipapà.
«Avanti,ragazza.Chiedipure.Mamentrelofaitoglitiivestiti.Lentamente.»
Miguardaiattornocomesesuunaspiaggiaprivatapotessecomparirequalcunopermagia.Ehi,
sono una ragazza di Las Vegas. Non puoi mai sapere se c’è qualcuno nascosto dietro i cespugli.
Ovviamentequidicespuglinonc’eramancol’ombra.Solochilometridipalmeesabbia.Mialzai,mi
tolsilacanottiera,sbottonaiipantaloncinielasciaicadereivestitisullasabbia.
«Vaiavanti.»
«Conladomandaoconlospogliarello?»chiesiintonomalizioso.
Inarcòlesopracciglia.«Tuttiedue.»
Sganciai il reggiseno e lo tenni in mano davanti a me. «Perché la parte destra del tuo corpo è
completamenteprivaditatau?»chiesiusandolaparolasamoanaanchesenonerosicuradicomesi
pronunciasse.Luisorrise,perciòdovevoaverladettanelmodocorretto.Evvai!
«Meloni.»
«Eh?»
«Voglio vedere i tuoi meloni. Abbassa le braccia.» Lasciai andare il reggiseno, liberandoli. Due
deliziosecoppaDchestavanosubelledritte,sevoletelamiaopinione.Miportailemanisottoiseni
accarezzandoli senza pudore. Tai gemette e si allungò all’indietro, allargando le gambe. «Lo vedi
questo,ragazza?»Scosselatestaconfintaindignazione.
«Certochelovedo.Adessorispondimicosìpossiamoconcluderelaseratainbellezza.»
Mifecesegnodiavvicinarmipiegandoundito,maioscossilatesta.Rifeceilgestoeio,incapace
dinegarediesserebagnatafradiciaeildesideriocheprovavo,mimisisopradilui.Mitiròversoil
basso in modo che gli sedessi in grembo. Senza una parola, mi fece scivolare dentro due dita
penetrandomiinprofonditàepremendoilpollicecontroilclitoridechepulsavadieccitazione.Gettai
indietrolatestaemiinarcaioffrendogliiseni,chepreseinmanosenzafarsipregare.
Mifecesollevare,infilòleditaancorapiùinfondoesimiseascoparmiconlamano.Quandomi
morse il capezzolo e contemporaneamente sfregò il pollice sul clitoride, persi il controllo. Fui
travoltadaunorgasmopazzesco.
Immediatamentedopo,luiavvicinòlaboccaallamiaemibaciòconforza,alungo,lasciandomi
stordita.Siscostòemisentiidinuovoubriaca,solochequestavoltaeroebbradilui.Prontaaessere
lasuaschiavavolenterosapurchémiconcedesseunaltroassaggiodiquelpiacereinebriante.
«Holasciatounapartedelmiocorpointattaperme.Quellametàdellamiavitaèsoltantomiae
verrà condivisa solo dalla mia futura moglie e dai miei figli. Quando arriverà il momento giusto,
condivideròisegnidellavitadeimieifigliesperoanchedeimieinipoti.»
I miei capelli gli ricaddero sul viso quando appoggiai la fronte alla sua, sfiorandogli appena le
labbraconlemie,lebocchevicinecherespiravanolastessaaria.«Nonpuoiesserevero»sussurrai.
«Gliuomininonsonomaicosìaltruisti.»
«Oh,tesoro,sonotutt’altrochealtruistaehoinmentedidimostrarteloquandomiprenderòquello
chevogliodaltuocorpospettacolare.»
«Sì,tiprego.»
Mimiselemanisulculo,misollevòemiportòalbungalow.
5
IlmembrodiTaieraimpressionante.Grosso.Ilcentrodelmiocorpoeragonfioedolorantedopo
l’ultima notte di sesso. La sua fame era insaziabile. Mi aveva presa così tante volte che adesso mi
sentivo vuota, priva della sensazione di pienezza che mi dava averlo dentro. Era stata una notte
memorabile,unanottedisessopuro,genuino,sporco,perverso.Quellochetutteledonnevogliono
macheraramenteottengono.
Nel salire le scale che portavano alla magnifica villa sulla spiaggia dove avrei fatto la prima
seduta fotografica per la casa di moda D’Amico e la campagna “La bellezza si esprime in tutte le
forme”, avevo stampato in faccia un sorriso che non riuscivo a trattenere. Sollevai la mano, ma
primachepotessibussarelaportasiaprì;adaccogliermi,untizioscheletricovestitoallamoda.
«Graziealcieloseiqui.Mia,giusto?»disseemifececennodiseguirlo.Loosservai:eravestito
tuttodinero,jeansaderentisullegambettesteccheeT-shirtinfilataallamenopeggionellacintura,a
evidenziare una vita non più grande della mia coscia. Lo seguii a ritmo sostenuto, ciabattando
rumorosamenteconleinfraditosullepiastrelle.«Èarrivata»disseentrandonellazonagiorno,senza
rivolgersianessunoinparticolare.Sialzòqualchetestaevifuronodeicennid’assenso,tuttolì.La
stanzanonaveval’ariadiunsalottonormaleconTV edivani,com’eroabituata.Erastatatrasformata
inunambientedilavoroconpostazionipertrucco,capellieguardaroba.Unapareteeraoccupatada
rastrelliere per abiti, piene di costumi e prendisole. Un’altra era rivestita di specchi con delle
poltroncine davanti, tipo parrucchiere. C’erano diverse persone sedute per l’acconciatura, con una
musichettaallegrainsottofondo.
L’uomochenonsieraancorapresentatobattélemanisulloschienalediunapoltroncinadipelle.
«Siediti.» Feci come aveva detto, soprattutto perché non sapevo che altro fare. Attraverso le
portefinestrevedevounapiscinagigantescaeungiardinodoveAngel,lostilista,eilfotografoche
gli dava una mano stavano sistemando l’attrezzatura e dando ordini agli assistenti. Quando avevo
fattolamodellaperAlecerostatadasolaperlamaggiorpartedeltempo,enonc’eranocosetipo
parrucchieriotrucco.Noneradiquestochesioccupaval’arte.Quellasituazionemifacevavenirein
mente sessioni fotografiche a un livello più alto, come quelle cui avevo partecipato per qualche
pubblicitàduranteilbreveperiodoincuiavevofattol’attriceprimadidiventareunaescort.
«IosonoRaul,iltuostilista,artistadelmake-upeparrucchiere,tuttoinsieme.Sonotuttoquanto,
piùunsacchettodipatatinealpeperoncino.»Mistrizzòl’occhio.Valutaiilsuolookgoticoaffamatoe
pensai che avrebbe potuto servirgli un sacchetto – anzi, venti – di patatine piccanti giusto in quel
momento.Gliunicicoloricheavevaaddossoeranolacarnagionemarronechiaroeicapelliviola.
AvevalatestarasataailatieunciuffoallaElvisPresley;agiudicaredallalunghezzadeicapelli,mi
chiesisesifacesselacrestaallamoicana.Miraccolseicapelliinunacodadicavallo,poipassòa
truccarmi velocemente. Chiacchierammo del più e del meno mentre mi acconciava i capelli,
arricciandomeliinboccolimorbidi.
Raulimpartìqualcheordineallepersonenellastanzafinchéunatipaaltissima,conocchienormie
magra come un chiodo, si avvicinò con in mano un costume da bagno e lo porse a Raul. Lui la
squadrò da capo a piedi con tutta calma, si passò la lingua sulle labbra e la ringraziò. Lei fece
un’espressionecompiaciutaesivoltòchiamatadaqualcunaltro.
«Èlatuaragazza?»glichiesimentreluidavagliultimitocchiaimieicapelli.
«Nonancora»risposeintonocospiratorio.«Cistolavorando.Ètimida.Nonvogliospaventarla,
maquestoweekendusciamoinsieme.»
«Buonperte!»Sorrisi,eluianche.Diedevolumealsuocapolavoro,accertandosichenoncifosse
neancheuncapellofuoriposto.
Un ultimo tocco e una spruzzatina di lacca, quindi annunciò che aveva finito. Guardai nello
specchioefecifaticaariconoscermi.Stavobenissimo!Imieicapellieranolucentieavevanovolume,
conqueiboccolimorbidicheseguivanoconeleganzaimovimentidellatesta.Iltruccoeraperfetto,il
lavorodiunartista.Imieiocchiverdirisaltavanoederanocosìluminosichemiresicontodiquanto
fosserobelli,eseppicheeranounadellecosemiglioridime.Ilrestodeltruccomifacevasembrare
baciatadalsole,abbronzata,una“bellezzanaturale”ottenutaconunsaccodimake-up.
«Seiungenio.»
«Loso»rispose,emiporseuncostumedabagnonerolucido.Erauntankini,fattodauntopeda
unpaiodislipconduelaccettibianchisuifianchi.Erapiùcastodeibikinicheindossavodisolito,e
comunquepercominciareandavabenissimo.«Vaiacambiartidovecisonolealtre.»
Entrainellastanzachemiavevaindicatoemiritrovaicircondatadaunaseriedidonnedituttele
formeetaglie.Gliassistentipassavanodaunaall’altra,spruzzandoqualcosasullapelleesistemando
icostumidabagno.
Una nera formosa mi si avvicinò. Aveva un complicato costume bianco con due fasce che si
incrociavano sul seno per poi allargarsi a coprirle la pancia, finendo con un paio di culotte. Era
perfettoperlesueforme,eilbiancoformavauncontrastosplendidoconlapellecolorcaffè.«Ciao,
iosonoMiChelle»disseporgendomilamano.Glielastrinsiconunsorriso.
«Mia.»Miguardaiattornoelealtremisalutaronoconlamano.
MiChellemimiseunbracciointornoallespalle.«Okay,quellaputtanellabiondaèTaylor»disse
indicandounachesistavainfilandoinuncostumeilsenoenorme.Icapellibiondieranomeravigliosi
elesfioravanoilsederegeneroso.Sepropriodevodirvelo,erauna46piena,forseaddiritturauna
48, e con quel costume nero era sexy da impazzire. Taylor mi rivolse un cenno. «Quella lì…»
continuòMiChellegirandosiversounamoraconicapellicortipettinatiall’indietrocomeunadelle
vocalistdiRobertPalmer«èlamiaragazza,Lindsay.»Probabilmenteerapiùminuta,una44direi.
Mi portò verso il punto in cui erano sedute due gemelle identiche, i capelli raccolti in una
pettinatura elaborata, lo stesso costume da bagno, solo di colore diverso. Avevano capelli rosso
scuroschiaritidaciocchebionde;entrambeavevanounasingolacioccabiondaliberaaincorniciare
ilviso.«Ciao»disseronellostessomomentoepoisimiseroaridacchiarecomedueadolescenti.In
realtà,osservandomeglioeranopropriodueadolescenti,soloconunsaccoditruccoinfaccia.
«Misty e Marcia, le nostre gemelline. Le teniamo d’occhio, così si spera che stiano fuori dai
guai…nonvogliamomicachesitrasforminoinduecheladannoatutti,giusto,ragazze?»
Altre risatine, che mi fecero venire in mente Maddy. Non vedevo l’ora che arrivasse la fine del
mese, quando mia sorella e Ginelle mi avrebbero raggiunta sull’isola. Anche le gemelle erano
consideratetaglieforti,cometuttelealtre,manonpotevanoesserepiùdiuna44,piùomenolamia
taglia.
MiChellemicondusseinunangolodellastanzaemitenneilcostumementremitoglievoivestiti,
continuandoainformarmisullemodelle.«Legemellehannosolosedicianni.Sonoquidasoleanche
sehannounochaperonincaricatodallaloroagenzia.Quelfigliodiputtanafattoefinitononsifamai
vedere.Ilpadreèsingleelavorapermantenerlema,comepuoivedere,sonosplendideesonostate
selezionatesenzafatica.Èun’occasionefavolosaeserviràpermandarleall’università,cheèanche
l’unicomotivopercuiilpadrelehalasciatevenire.»
Quando fui pronta, un’assistente mi spruzzò qualcosa sul sedere in modo che il costume non si
spostasseduranteilserviziofotografico,emifissòilreggisenoinmodochestesseesattamentecome
volevalostilista.Poisiversòdell’oliosullemaniemiunselapellefinoafarlaluccicare.MiChelle
rimase in piedi con le braccia in fuori e le gambe leggermente divaricate mentre l’assistente le
riservavalostessotrattamento.
Uncolposeccoallaportafecescendereilsilenzio.«MiaeMiChelle,toccaavoi!»urlòunvocione
dallasoglia.
«Comincialospettacolo»commentòMiChelle.
Angel era un fotografo straordinario e una persona altrettanto splendida. Lavorare con lui e
MiChelle al primo servizio fu il massimo. Il servizio si sarebbe intitolato Yin e Yang, per via dei
colorioppostidellenostrecarnagioni.Cifecemetteretestacontropiedi,disponendoinostricorpia
mezzalunaescattandolefotodall’alto.Auncertopuntocidissediprendereinmanounalacaviglia
dell’altra, costringendoci a una postura intricata, ma il risultato fu un’immagine che stimolava la
menteelafantasia.
AlterminedelservizioMiChelleeiorimanemmoconleragazzeaingozzarcidipizza.MiChelle
citenneasottolineare,unacosachelemodelleforsenondovrebberofare,chelapizzaerafarcita
con spinaci, carciofi, pomodori, peperoni verdi, olive e pollo: tutte cose sane. Quella
puntualizzazionefusufficientepermemaancheperlealtreragazze.Einoltreeravamomodelledi
taglia forte e avevamo ottenuto l’incarico per via della figura che avevamo, non di quella che la
societàavrebbevolutoimporci.
Neiduegiorniseguentifeciservizisingoliedigruppoconlealtre.Taieralibero;sfortunatamente,
lavoravodall’albafinoaquandononriuscivopiùateneregliocchiaperti.Farelamodellanonera
unoscherzo.Questedonnesifacevanoilmazzo.Vogliodire,c’eranomomentidivertentieiservizi
cominciavanosempresuunanotaleggera,finchénonericostrettaastareinpuntadipiediperpiùdi
un’ora, petto in fuori e sedere in dentro per non sembrare una squillo, modificando di continuo la
posa,pernonparlaredeicapelli,deltruccoedelsetting.Sonopiuttostosicuradiaverrimediatoun
crampo permanente al piede destro nel tentativo di sembrare una Barbie tutto il giorno, essendo di
carneeossa,nondiplastica.
Sarei stata di nuovo insieme a Tai. Sorrisi pensando a quella pelle di maschio calda e invitante
premuta contro il mio corpo. Se tutto andava per il verso giusto, avremmo avuto un’altra notte da
dedicare alla realizzazione dei nostri desideri carnali. Ma Tai era seriamente intenzionato a farmi
vederel’isola.Perquantovolessirestarmenealettoconluituttoilgiorno,volevoancheesplorareil
luogoenonperderminientediquell’esperienza.
Il primo posto in cui andammo non era lontano da Honolulu, al centro della metà inferiore
dell’isola, e si chiamava belvedere di Nu’uanu Pali. Dalla cima della montagna c’era un panorama
dellacostasopravventodiOahu.Ilventoeracosìfortecheicapellimifrustavanolafaccia,finché
Tainonmiallungòilsuoberrettodabaseball.
«Meraviglioso,vero?»dissementreammiravamoquellavistamagica.
«Èunacosachenondimenticheròmai.»
Mentreeravamolassùscopriicheilbelvedereerastatoteatrodiunadellebattagliepiùsanguinose
dellastoriahawaiana.DurantelabattagliadiNu’uanu,afineSettecento,quasiquattrocentosoldatiche
difendevanoOahudall’attaccodiKamehamehaI,redelleHawaii,rimaserointrappolatinellavallee
inseguitogettatigiùdallascogliera.
«Che cosa triste» dissi mentre tornavamo verso l’auto, pensando a tutte quelle persone morte in
battaglia.
Taisiripreseilberretto,eicapellimiricadderosullespalleesullaschiena.«Meglio.»Feceun
gransorrisoesirimiseintestailcappellino.«Setiharesatriste,saràmegliolasciarperderePearl
Harbor.»
«Buonaidea.»
«Haifame?»
«Damorire.»
«Tipiacelabirrahawaiana?»
«Achinonpiace?»replicaifacendounasmorfiapersottolinearelemieparole.
Mi portò in un posto all’estremità meridionale dell’isola chiamato Kona Brewing Company. Si
trovavainquellocheaveval’ariadiessereuncentrocommerciale,perciònonavevomoltesperanze
che fosse favoloso come aveva lasciato intendere. Non ero mai stata così felice di aver preso un
granchiomadornale.
Lacamerieraciguidòattraversoilristorantefinoaunazonasulretrochesembravalibrarsisulla
baia.Sottoc’eranoormeggiatedellebarche;iclientipotevanoparcheggiarel’imbarcazione,salireal
locale e pranzare. La vista era straordinaria come quella del belvedere di Nu’uanu Pali, anche se
differente. Il ristorante era incuneato tra una parete montuosa e l’oceano. Il paesaggio era una
sinfonia di verde, giallo, marrone, viola, azzurro e ogni altro colore dell’arcobaleno, come se
l’avesse realizzato un pittore. Ora capivo perché così tanti artisti avevano dipinto queste montagne.
Erano bellissime e ispiravano una sensazione di pace nelle persone così fortunate da poterle
ammirare.
Ordinammo delle birre e chiacchierammo di tutto, dalla vita sull’isola alla cultura samoana, dal
surfacom’eracasamia,edelfuturo.TaibevveunabirrachiarachiamataTheBigWave,mentreione
scelsi una più fruttata, con l’etichetta che diceva Castaway. In qualche modo i nomi delle birre
sembravanoadattarsiperfettamenteanoidue:iomisentivounanaufraga,chesilimitavaatenersia
gallaperunanno,saltandodaunpostoall’altro,mentreTaierasempreincercadellagrandeonda,la
partedellasuavitacheloavrebbefattosentirecompleto.Immaginavochesarebbesuccessoquando
sifossesceltounacompagnaesifossesistemato,maerofelicissimadiesserelasuapresceltaper
quelmese.
«Okay, siamo stati al belvedere, abbiamo condiviso cibo e bevande locali, adesso che ne dici di
nutrirelatuaanima?»
«Lamiaanima?Pensidipotermioffrirequalcosadiutileperlamiaanima?»
Luifeceunampiosorrisoesimiseinstrada.Guidammoperpocopiùdimezz’ora,ancheseame
sembrò una manciata di minuti tanto ero assorbita dal panorama. A ogni chilometro il paesaggio
cambiavaeiodovevoriabituarelavistaanuovemeraviglie,ognispiaggiadiversadallaprecedente.
Alla fine arrivammo in un posto chiamato Valley of the Temples Memorial Park. Tai guidò in
mezzoaquellochesembravauncamposanto,solochenoneracomeacasa,conlastredipietraodi
bronzonelterreno.No,eradiversodaqualunquealtrocimiteroavessimaivisto.C’eranoinmolte
zonedeigrossiblocchidimarmoincisiinorochesiergevanocomesentinelleaguardiadelluogo
in cui riposavano gli uomini. Era chiarissimo che gli hawaiani avevano grande rispetto per i loro
morti. Avrebbe dovuto essere un ambiente permeato di morte e tristezza, e invece io mi scoprii a
provarecompassioneeamorepertuttequellepersonechemipermettevanodicondividereilluogo
delloroeternoriposo.
Taisifermòinunparcheggioescendemmodall’auto.Mipresepermanoemicondusseperun
lungosentierofinoaunasuperficiearidossodiunamontagna,dovesiergevauntempiorossoin
stilegiapponese.
«IltempiodiByodo-In»disseTaiabassavoce,quasisussurrando.«Èuntempiobuddista,matutte
lefediquisonobenvenute,sipuòpregareosemplicementegodersiilposto.Vieni,andiamoadare
un’occhiatapiùdavicino.»
Dovettetrascinarmi,rapitacom’erodall’edificiochemistavadavanti.Sorgevaarmoniosoaipiedi
diunamontagnaimponente,conunaforestadibambùdaunlatoeilcimiterodall’altro.Direcheera
unodeipostipiùbellicheavessimaivistosminuirebbel’incantesimocheirretivailcorpo,lamentee
l’anima.Fuisopraffattadaunasensazionedipaceeumanitàchemicommosseemifecebattereforte
ilcuore.
«Non avevo mai visto niente del genere.» Mi girai verso Tai e lui si chinò per baciarmi con
tenerezza.
«Sonofelice.Edeviancoravederelapartemigliore.»
Camminammo per i sentieri di ghiaia, fermandoci a guardare gli stagni con le carpe koi
disseminati ovunque. I sentierini erano ombreggiati da alberi con i rami penduli che creavano
un’atmosferadagiardinosegreto.All’ingressodeltempioc’eraunacampanagigantesca;accanto,un
tronco. Quando dico tronco, mi riferisco in realtà al tronco di un albero tagliato e sospeso in
orizzontalealivellodellacampana.Ivisitatorideltempiopotevanotirarelagrossacordaattaccataal
troncoecolpirelacampana.Ovviamente,dovevofarlo.
Alprimotentativoiltroncoquasinonsimosseelacampanaemisesoloundeboletintinnio.Del
tuttoinsoddisfacente!
«Aspetta,ragazza»disseTaiporgendoilsuocellulareaunacoppiadigiapponesicheaspettavano
illoroturnopersuonarelacampana.L’uomosollevòiltelefono,prontoascattare.Taimimiseun
braccio attorno alla vita, con l’altra mano prese la corda e tirò insieme a me, usando la sua forza
incredibile. Il tronco oscillò all’indietro e batté contro la campana producendo un fragoroso gong,
poitornòindietroelacolpìdinuovo:gong!Oscillòancoraesiudìunaltrogong,piùsommesso.
Saltaisuegiù,feciunapplausoegligettailebracciaalcollo,dandogliunbacionedigratitudine.
Tai mi strinse e trasformò il bacio in qualcos’altro, mordendo e succhiando come se volesse
assaporarel’eccitazionedirettamentedallemielabbra.Qualcunosischiarìlagolaemiresicontoche
mieronuovamentedimenticatadovecitrovavamo.Lapiccolagiapponeseinpiediaccantoalmarito
mi sorrise e alzò il pollice rivolta nella mia direzione. Mi coprii la bocca e cercai di soffocare la
risatachestavapersfuggirmidallelabbra.
Tairingraziòl’uomoesirimiseintascailcellulare.Poimipresepermanoeinsiemesalimmoi
gradini di legno che portavano alla piattaforma d’ingresso al tempio. Lui si tolse le scarpe e io lo
imitai,scalciandovialeinfraditoetenendomiallasuamagliettamentreentravamonellospaziobuio.
Nonriusciiapercepirelapresenzadialtrepersonementreciavvicinavamoaunastatuamozzafiato
delBuddha.Eraenorme,esielevavapertremetridaunapiattaformasopraelevata.Alcentrodella
sculturac’eraungiovaneBuddhainunaposizionedimeditazionecontemplativa.
«È un ritratto di Buddha ed è conosciuta come la statua di questo tipo più grande fuori del
Giappone.ÈoperadelfamososcultoreMasuzoInui.Adorocomesiedealcentrodiunfiorediloto.»
DallavocediTaitrasparivanovenerazioneemeraviglia.
«Perché è dorata?» chiesi a Tai percorrendo con lo sguardo la scultura e cercando di
imprimermelanellamente.
«Per esaltarne la bellezza. È stata dipinta con tre strati di smalto dorato e poi ricoperta da una
fogliad’oro.Vedilefigurechelocircondano?»chieseindicandounacoppia.
Aguzzaigliocchi,cercandodiavvicinarmiilpiùpossibilesenzaoltrepassareilcordone.
«CisonocinquantadueBodhisattva,“esseridell’illuminazione”,intornoaluichefluttuanosopra
le nuvole, suonano musica, danzano. Rappresentano la cultura aristocratica dei Fujiwara, antica
dinastiamoltoinfluenteinGiappone.»
Dopolalezionedistoria,accendemmounbastoncinod’incensociascunoelilasciammodifronte
allastatua.«Adessodi’unapreghiera,oesprimiundesideriooppuremandaamoreeluceachiunque
pensineabbiabisogno.»
Tai sedette a gambe incrociate davanti alla piattaforma. Io lo imitai. Unì i palmi delle mani e le
portòvicinealpetto,comesepregasse.Poichiusegliocchiechinòlatesta.
Feci lo stesso ma anziché scegliere tra una preghiera, un desiderio o un pensiero d’amore,
formulaitutteetrelecose.
Tiprego,Dio,nonlasciarmoriremiopadre.
DesiderocheMaddyabbiatuttoquellochevuoledallavita.
Buddha,vorreimandareluceeamoreaWes,inmodochenonsisentasolo,anchequandoèinuna
stanzaaffollata.
6
Taimiportòingiroinmacchinaperl’isolaperilrestodellaserata.CifermammosullaNorthShore
emangiammocibomessicanodiognigenere.Nonavevanienteachefareconquellochefacevanoin
California, ma era speziato e piccante, e mi fece sentire bene, sazia, proprio quello di cui avevo
bisognodopoavervistoun’infilatadispiaggedall’auto.Misiilbracciofuoridalfinestrinoegiocai
con il vento per un pezzo. Tai era felice di guidare e di tenermi la mano. Dalla radio proveniva
musicahawaiana;nonriuscivoadistinguereleparolemamigodevocomunquelacolonnasonoradi
sottofondo.
«Quandopensichetisistemerai?»glichiesiall’improvviso.
Lui inclinò la testa e strinse le labbra carnose. «Lo sogno ogni notte, ma non ho una risposta.»
Sullafronteglisiformòunarugaprofonda.Quellacosasembravatormentarlo.
Taieraunodiquegliuominicheunadonnaavrebbeconosciutoesposatosubitodopo.Certo,ci
stavamodivertendo,maeranosessoeamicizia,nonamoreeimpegno.Sapevochel’impegnoerauna
cosamoltosentitaperlui.
Gli strinsi la mano per trasmettergli la mia comprensione. «Che cosa ha detto tua mamma? Ha
dettocheriesceavederedellecose,ilfuturo.Equellochehadettodime,be’,possosolosperareche
siavero.»
Sospirò.«Tinadicecheincontreròl’animagemellaquandomenomel’aspetto.»Chinòlatestain
ungestoditimidezzaemiguardòconocchiadoranti.«Pensavochemagaripoteviesseretu.»Scossi
la testa con decisione. «Lo so, lo so. Siamo destinati a essere amici. E poi Tina l’avrebbe capito al
volo se fossi stata tu. Aspettare è frustrante. Ho la sensazione di vivere a metà, con l’altra metà
lontanadame.»
MioDio,quest’uomoerapiùunicocheraro.Eroconvintacheavrebbeottenutotuttoquelloche
voleva.Lepersonecosìbuoneegentilicheprovengonodafamigliesolideingenereselacavanoalla
grande.Taiselomeritava.«Latroverai.»
«Be’…Tinamihadatounpaiodiindizi.»
Spalancai gli occhi e mi girai, in modo da vederne bene il profilo. «Sto aspettando» gli dissi
dandogliunpugnosulbraccioepoimassaggiandomilamanodolorante.«Cavolo,sputailrospo.»
Sbuffò.Propriocosì,Taifeceungrugnitodamaialino.«Seilaprimadonnaadirmiunacosadel
genere.»
«Seievasivo.ChecosahadettoMasinadeltuoveroamore?»
Sipassòunamanosulcraniorasato.Sentiilesetoleappuntiterasparecontroilsuopalmocalloso.
«Hadettocheavràgliocchidelcoloredell’erbaappenatagliataeicapellidoraticomeilsole.»
Rimasiaboccaaperta,poiscoppiaiaridere.«Alloracerchiamounabiondacongliocchiverdi.
Fantastico!»
Taisistrinsenellespalle.«Questovuoldirechenonsaràsamoana.»Aggrottòlafronte.«Echeper
lamiafamiglianonsaràfacile.»Parlòintonostancoedesitante.
Gliaccarezzailaspalla,poimiaccoccolaivicinoalui.«Èsemprecosìconilveroamore.Penso
chesianecessariosuperareproveedifficoltàprimadiarrivareallietofine,pertrovarelafelicità.»
«Locredidavvero?»
«Loso.»Sorrisi,girailatestaeglibaciailasommitàdellaspalla.
Si lasciò sfuggire un gemito. «Nel frattempo mi godrò una bruna sensuale proveniente dalla
terraferma.»Mifecescivolarelamanosullacosciaemelamisetralegambeconfareaggressivo.
Risposiconlavocerocaepienadidesiderio:«Hatuttal’ariadiessereun’ottimaidea».
InvecedidirigersiversoHonoluluelaDiamondHeadBeachdovestavamo,giròasinistraeguidòla
jeepsuunalungastradadicollinafinchénonciritrovammoimmersiinunafittaforesta.
«Dovestiamoandando?»
Taimistrinselaspalla.«Lovedrai.Fidatidime.»Misiilbroncio,glilanciaiun’occhiatacciaefeci
unversocontrariato.«Ehi,ehi,nonfarequell’espressioneimbronciata,ragazza.»
«Nonlafareisefossimoacasaetumistessiscopandoproprioinquestomomento»ribattei.
Davantiaquellafraseesplicitamilanciòunosguardopienodilussuria.«Fidatidime;nevarràla
pena.»
«VarràlapenadiperdermiunorgasmooperadiTaiNiko?Nedubito»borbottaiintonoscherzoso
ma neanche troppo. Volevo essere scopata. Era passato un po’ di tempo ed ero pronta per una
sessione,oanchedueotre,disessoconTai.MiriecheggiavaintestaAllNightLongdiLionelRichie.
FinalmenteTaifermòl’autoinmezzoaunaradura.ApartelalunaelelucidellacittàdiHonolulu
chesistendevasottodinoi,erabuiopesto.Ilpanorama,comeormaiavevoimparatoadaspettarmia
Oahu,eraincredibileevalevaladeviazione.Taimicondussedavantiallajeep,steseunasciugamano
daspiaggiaemifecesedere.Poitornòallamacchina,tirògiùifinestrinieaccesel’autoradio.Una
melodiahawaianasilevònell’ariacomesefossetrasportatadallabrezzatropicale.Lanotteeracalda
eleggermenteumida.Sullapelleavevounvelodisudore,manonerafastidioso.Taispenseilmotore
etornòconunabottigliadichampagne;nonavevoideacheselafosseportatadietro.
«Dovel’haipresoquello?»
«Iveriuominicustodisconodeisegretichelelorodonnenonconoscono.»
Risi e accettai il bicchierino di carta pieno di champagne con le bollicine dolci. «Sono la tua
donna?»fecilagrandedomanda.Comeavevadettosuamadre,Tainonsisarebbeinnamoratodime,
néiodilui.Dovevamoesserechiarisuilimitidiquellochec’eratranoi:divertimentoeamicizia.
«Periprossimidiciassettegiornisì.Poisaraiilproblemadiqualchealtropoveraccio»scherzòe
ioscoppiaiaridere.
«Bastardomalatodisesso!»
«Graziemille.Hoimparatodaunaveramaestra»disseemistrizzòl’occhio.
Rimanemmosedutilìaberefinchénonfuialticcia,ec’èdadirechelochampagneavevasempre
l’effettodiliberarmidalleinibizioni.GuardaiTaiconlacodadell’occhio:erapuntellatosuigomitie
sigodevailpanorama.Sapevochenonavevabevutoquantomeperchédovevaguidare.Migiraisu
unfiancoegliaccarezzailamascellaconunditofinchénonvoltòlatesta.Quell’uomosarebbestato
capacedifarpiangereunadonnatantoeraperfetto;erasemplicementemagnifico.
Mileccailelabbraetracciaiilcontornodellasuaboccaconildito.Luitiròfuorilalinguaemela
passòsulpolpastrello.Quandomimorseilditoinspirairumorosamenteeansimai.Chiavrebbemai
dettocheunditofossetantosensibile?Eracomeseavesseunaconnessionedirettacolmioclitoride.
Mentre Tai mi leccava il dito e poi lo prendeva in bocca per succhiarlo mi bagnai sempre di più.
Strinsilegambeegemettiperilpiaceredellapressionesulmiosessosmanioso.
«Il tuo fiorellino è maturo» disse Tai passandomi una mano nel solco dei seni. Mi sollevò la
gonnaemimiselamanotralecosce,accarezzandomiconleditaepoiinfilandomenedentrouno.Mi
sdraiaisullaschienamentreTaimipenetravaconildito;neinfilòdentrounaltro.«Sentoilprofumo
deltuonettare,ragazza.Possoassaggiare?Adesso,quifuori?»
Annuiiconentusiasmoemiaggrappaiallesuespallemuscolose.«Tiprego»gemettimentremi
mettevadentrounterzodito.
«Che ne dici se ti tolgo tutti i vestiti e ti prendo subito? Sei mai stata scopata sul cofano di una
macchina,Mia?»
«Solosuunamoto»confessaiconvocetremante,poigettaiindietrolatestamentreluiiniziavaa
muoversipiùvelocemente,facendomigodereconleditacomesenonavessemaifattoaltro.
«Sulserio?»Ilsuotonostupitomistrappòungemito.«Poimiracconti.»Finìconleditaemimise
in piedi davanti all’auto. Mi sfilò le mutandine e se le mise in tasca. Poi mi tolse la canottiera. Lo
afferraiperlamaglietta,smaniosadisentirelasuapellescuracontroimieicapezzoli,elobaciaicon
forza, spingendolo a ricambiare con altrettanto ardore. Come era già successo tra noi, il sesso
diventòappassionatoesporcopiuttostoinfretta.
Tai si scostò da me, mi sollevò e mi mise seduta sul cofano ormai tiepido, visto che eravamo
arrivati da un po’. «Mettiti giù. Voglio vederti sdraiata nuda sul cofano della mia jeep.» Feci come
avevadetto,inarcandolaschienaperoffrigliiseni.Ildesideriochemiincendiava,ilbisognochemi
toccasse…ovunque,stavaassumendoproporzionidaurlo.«Dedicatialletuetette.Saròoccupatocon
ilfiorellinotraletuegambeecongliumorichetibagnanolecosceeilsolcotralenatiche.»
Dio mio, le cose sporche che diceva mi percorrevano come una scarica elettrica, facendomi
pulsareilclitoride.IlmioTainonavevapelisullalingua,erasconcioealtempostessoeccitanteda
morire.
Mi presi i seni tra le mani. Quando mi strizzai i capezzoli con le dita, Tai mi infilò dentro la
lingua. Lui grugniva e io gemevo, sembravamo una coppia di animali selvatici che lottavano nei
boschi. Quando Tai iniziò a leccarmela fu come se stesse assaporando il dolce più perverso per la
primavoltanellasuavita.Leccò,succhiò,mordicchiòetoccòtuttiipuntigiusti.Quandomipreseil
clitoridetralelabbra,accarezzandoloconlalingua,miallargòlegambeprovocandomiunafittadi
doloreealzògliocchineriperincontrareilmiosguardo.Mistrinselecosceconforzaeiniziòa
passarmilalinguasulclitoride.Iogemetti,implorandolocongliocchi,ecercaidisollevarloverso
dimestringendolegambe,maerototalmenteallasuamercé.Staccòlaboccaperunistanteeavrei
volutogridare.Misiriempironogliocchidilacrimeemimisiatremareperilbisognodigodere.
«Nonchiuderegliocchi.Guardamimentretifacciovenire.»Passòlalinguadallegrandilabbraal
clitoride, poi chiuse la bocca sul bocciolo ultrasensibile e succhiò forte. Sentii tutti i muscoli del
corpo contrarsi mentre venivo travolta da un orgasmo che scosse ogni fibra del mio essere. Non
potevomuovermi,inchiodatasulcofanodallesuebracciapossenti.Quandosmisidigodere,glimisi
lemaniattornoallatestaeloattiraiversodime.Ilclitoridegliscivolòfuoridallelabbra,gonfioe
rossocomeunaciliegia.Nonsimossepervenirmiincontro,einvecemiaffondòlalinguadentro,
perassaggiaregliumoridelmiocorpo.
Mi leccò avidamente, come in preda a un bisogno animale, e mi portò di nuovo vicinissima
all’orgasmo,poisifermò.Avevalosguardopienodilussuriael’erezioneglitendevaallospasimo
la stoffa dei pantaloncini. Se li tolse, liberando il membro, pesante e durissimo. Mi mossi per
prenderglieloinboccaerestituirgliilfavore,maluiscosselatesta.Miteseuninvolucroargentato.
Loapriiconidenti,presiilprofilatticoeglieloinfilaisulpene,cheeraenorme.
Taimisollevòlegambeconungestocosìimprovvisochefuicostrettaareggermisullemaniper
noncadere.Mipenetròconununicoaffondo.Urlaimentremiaprivaindue.Eraunuomograndee
grosso, e la sua virilità non faceva eccezione. Mi mise le mani dietro le ginocchia e sprofondò
ancoradipiùnelmiocorpo.Miaggrappaialsuocollomegliochepotei.Gligraffiailaschiena,la
nucaelatesta,maluicontinuòascoparmi.Poilotiròfuoriemifecegirare,mettendomicarponi.Mi
preparai aggrappandomi al bordo del cofano vicino ai tergicristalli. Lui mi prese per la vita
facendomispostareilculoindietro,miallargòlegrandilabbraemipenetròdinuovo.Cel’avevo
cosìinfondo,eracomesefossegiuntoinunterritorioinesplorato.
«Tiaproindue,ragazza.Timettoilmiomarchio,cosìsentirailamancanzadelmiocazzoquando
teneandrai.Haicapito?»
«Sììì» gemetti mentre lui si muoveva dentro di me, facendolo scivolare sulle pareti sensibili al
centro del mio corpo e riempiendomi tutta. Ero percorsa da scosse di piacere e la mia vagina si
contraevaattornoalui.
«Dimenticherai il mio cazzo?» disse praticamente con un ruggito, come se davvero volesse
marchiarmi.
«No,Tai.Fottimiebasta»gridaimentremiattiravaversodiséeiomiaggrappavoalcofanocon
tutteleforze.
Preseamuoversifreneticamente,quindiappoggiòunpiedesulparaurtiperfarepiùpresa,mifece
abbassarelaschienaconunamanoemimisel’altranelsesso.Dilìapocoeropercorsadaglispasmi
violentidelsecondoorgasmo.
Misentivoprivadipeso,fluttuante,anchesepercepivovagamente,comefosselontano,Taichemi
scopavaselvaggiamente,ilpettoricopertodisudore,finchénonvenneconungridoroco.
Quandomisvegliailamattinadopoperandaresulsetnonricordavoilviaggiodiritornonécom’ero
arrivata nel mio letto. Come Tai aveva previsto, avevo il sesso dolorante e sensibile al tocco. Mi
davanofastidiopersinolemutandine,chegrattavanocontroquellicheTaichiamavai“teneripetali”.
Divertita da quell’espressione andai sotto la doccia, lasciando che l’acqua tiepida mi alleviasse la
sensazionedibruciore.Quandoabbassailosguardoimprecaiavocealta.Avevodeilividienormisu
entrambelecosce,duedavantieunodietro.
«Fantastico.Eadessocomelaspiego’starobaallostilista?Ehm,vediamo,hofattosessofollein
mezzoaunaforestasdraiatasulcofanodiunamacchina.Ehapresentequelsamoanogigantescoche
lavora per lei? Be’, è tutta colpa sua, perché si è scatenato e mentre mi scopava mi ha lasciato dei
lividi.»Borbottaipertuttoiltempochemicivolleaprepararmiperandarealavorare.
Quandofecilamiacomparsasulset,sullaspiaggiadavantiaibungalow,ilmioumorenoneraper
nientemigliorato.Taialzòlosguardoemisorrise.
«Ehi, ragazza, sei…» le parole gli morirono sulle labbra vedendo le occhiate di fuoco che gli
lanciai da tre metri di distanza. Misi giù la borsa e continuai a ignorarlo. Era un atteggiamento
adolescenziale e sciocco, lo sapevo, ma la scena imbarazzantissima che mi aspettava quando avrei
spiegato che il famoso stilista Angel D’Amico avrebbe dovuto ritoccare le sue foto per far
scomparireilivididallemiecoscenoncontribuivaafarmicomportaredaadultaresponsabile.Tai
mi posò una manona sulla spalla, ma io mi sottrassi e lo guardai male. «Che cosa è successo tra
quandotihomessaalettoeora?»michieseintonopreoccupato.
«È successo che mi hai messo addosso le tue zampacce!» brontolai, sollevando il vestito e
mostrandogliilividiaformadiditasullemiecosce.
Quandoalzailosguardo,aspettandomichesidimostrassecomprensivoemagarisiscusasse,mi
accorsi che lui non solo non fece niente del genere, al contrario, stava ridacchiando tenendosi la
manodavantiallabocca.«Mistaisfottendo?»sussurraiimbestialita.Eroincazzatanera,maerouna
professionista e non volevo passare per la sciacquetta che combina guai durante le sessioni
fotografiche.
InquelmomentoarrivòRaul.Questavoltaeravestitodibiancodacapoapiedi.Saltòfuoriche
noneraaffattoundark.Comemispiegò,sceglievauncoloreognigiornoevisiattenevaallalettera.
Perciòsivestivatuttodellostessocolore,scarpeincluse.Oggierabianco,quindiConversebianche.I
capellieranosempreviola;eranoilsuolatostravagante,disse.
«C’èqualcheproblema?»
GuardaiTaisocchiudendogliocchi.«Nessunproblema»risposiadentistretti.
«Ha dei lividi sulle cosce» disse subito Tai, e se ci fosse stato un coltello a portata di mano
gliel’avrei piantato in un occhio; persino i pennelli per il trucco sembravano una buona opzione
comearmaimprovvisata.«Ieriseracisiamodivertitiunpo’;saicomevannoquestecose»disseTai
mettendogliunamanosullaspalla.«Credidipoterrimediare?»
Raulnonfeceunapiega.«Fammelivedere.»
Alzaigliocchialcieloesollevailagonna.Raulsiinginocchiò,mipreselegambeeosservòda
vicino. «Mi servono dieci cucchiai nel freezer, adesso!» disse girando la testa. La ragazza con cui
uscivadaunasettimanaemezzosaltòinpiedierispose:«Capito!».
«Nonc’èproblema,tesoro.Schiariscoilividiconicucchiaifreddiepoilicopro.»
«Oh,graziealcielo.NonavreisopportatodidovercostringereAngelaritoccareleimmagini.»
Raulmirivolseunosguardosevero.«Tesoro,AngelD’Amicononritoccheràmailafotodiuna
donnacheindossaisuoicapi,nonpiùdiquantotradirebbelasuasplendidamoglie,Rosa.Èprimadi
tuttounartista.Noncorreggerebbemailesuefotografie.Perluièfondamentalecheogniimmagine
sianaturale.»
«Okay,matupuoiaiutarmi,vero?»Glirivolsiilmiomiglioresguardodacucciolo.
Miguidòversolapoltroncinadeltrucco.«Qualunquecosaperte.»
«Grazie,Raul.»Misporsiversodiluieglidiediunbaciosullaguancia.
«Eio?Sonostatoioachiederglielo»aggiunseTaiallemiespalle.
Feciunasmorfiaemiscostaiicapellidalviso.«Seistatotuasmanacciarmilecosceconquelle
zampacce!»lorimbeccai.
Finalmentefeceun’espressionecontrita,maduròsolounattimo.«Nonmipento,sai?Lorifarei
subito. Dici di esserti pentita di ieri notte, le gambe aperte, sdraiata nuda sul cofano della mia
macchina,conlabrezzachebaciavalatuadolceebagnata…»
«Cazzo…»Raullointerruppe,lamanochetenevailpettinesospesasopralamiatesta,losguardo
dighiaccioeleguanceaccese.
«Cacchio, mi ero dimenticato dov’ero. Scusa, amico.» Questa volta Tai sembrava dispiaciuto
davvero.
Raul scosse la testa. «Naa, non c’è problema. Piuttosto, perché non mi dici dove avete
parcheggiato,eh?»
Tai diede una pacca sulla spalla a Raul. «Sicuro, fratello. Ne parliamo più tardi. Ci vediamo in
acqua. Oggi facciamo il servizio “Coppie sexy in costume da bagno che si coccolano sulla
spiaggia”.»Miguardòinarcandolesopracciglia.
«Sulserio?»chiesi,incredula.Checoincidenza.
«Già.Tisalteròaddosso.»
«Nonsarebbelaprimavolta»dissisbuffando.
«Enonsaràl’ultima,ragazza.»
7
AngelD’Amicoeraungenio.NonsoloriuscìafareinmodocheioeTaicicomportassimodavanti
allamacchiafotograficacomesestessimoinsiemedaanni;laluce,losfondo,icostumidabagno,
tuttoquantodavaallefotoun’arianuova,fresca.Avevaunaprospettivaunicachetrasponevaledonne
e l’immagine del loro corpo su un piano completamente inedito. Questa campagna era
all’avanguardia;nonc’eraaltromodoperdescriverla.Ioerolamodellapiùminuta,ametàtrauna42
euna44,mentrelealtreandavanodalla44alla52,forsepersinouna54.Tuttedonnesplendidecon
figureimponentidicuieranoorgogliose,oavrebberodovutoesserlo.Eranodonnevereconcorpi
veri.
«Veniteragazze,riuniteviattornoalragazzonequi,eh?»disseAngelconunforteaccentoitaliano.
«Adesso,Tai,mettiunamanosulsederediTaylorel’altrasulfiancodiMiChelle.Mia,turimaniun
po’dilatoefaiun’espressione…ehm…comeditevoi…incazzata?»
Sua moglie Rosa fece mettere Taylor e MiChelle esattamente nella posizione che voleva Angel.
«Mia,tesoro,tumettitiqui,conlemanisuifianchi,posata,bellissimamaanchemoltoarrabbiata.O
comehadettomiomaritoinmodocosìeloquente…incazzata.»Ridacchiaiefecicomeavevadetto.
«Marcia e Misty, venite qui, tesorucci.» Rosa rivolse un cenno alle gemelle che arrivarono di
corsa,icapellirossicheondeggiavanosullaschiena,esuberanticomesolodellesedicennipossono
essere.
«Oh,sìsì,capisco,amoremio,capiscodonnasplendidaeintelligente.Tiadoro»disseAngelalla
mogliemettendosidietroallamacchinafotografica.
«Quandononmiadori,amoremio?»ribattéleiconunsorrisettoeunastrizzatinad’occhio.Luisi
miseunamanosulcuoreelaguardòadoranteperunpo’.«Rimettitiallavoro»disseleidasoprala
spallamentresistemavaicapellidellegemelle.
«Sì, sì. Adesso, Tai, ti hanno preso con le mani nella marmellata» disse Angel ridendo, senza
rinunciareal“sì”italiano.«Tuguardileragazzineeiltuoveroamore,MsMia,tisgama.Okay?»
Taiannuìefececomeglierastatochiesto.Provaiunastilettatadigelosiaquandoluiallungòle
mani sulle ragazze con evidente piacere. Tutte si misero in posa e io le imitai. Non era difficile
sembrarearrabbiata:fecilevasulgiramentodiscatolesuscitatodailividichemiavevalasciatoTai,
sulladisperazionedinonsaperesemiopadresisarebberipresodalcomaesull’irritazionecausata
dall’aver visto un’altra rivista con una foto di Gina e Wes baciarsi o quasi. Relazione casuale un
corno.Avevostrappatolapaginaemelaportavodietro,cosìognivoltachesentivoanchesoloun
accennodisensodicolpa,latiravofuoriperrinsavire.
«Brava Mia, sembri proprio arrabbiata.» La macchina fotografica si mise a scattare come
impazzita. Poi Tai disobbedì agli ordini e si allontanò dalle ragazze, sconcertate; ma lui cadde in
ginocchio davanti a me. La macchina fotografica continuò a scattare. «Sì, Tai. Perfetto!» lo elogiò
Angelinitaliano.
Taisisporseinavantiemibaciòlacoscia,miafferròperunfiancoemiguardòcomesefosse
davverodispiaciuto.Gliaccarezzailatestamentreluifacevaunsorrisino,sicurissimodiavermiin
suo potere. E proprio quando credeva che l’avrei perdonato, gli diedi uno spintone e lui cadde sul
sedere. Poi mi girai verso Angel, sporsi in fuori un’anca, mi misi una mano sul fianco e gli feci
l’occhiolino.
Angelebbeunattaccodiridarella,gesticolòediedepugninell’aria.«Questoètroppo!Sembrauna
candidcamera!»
Ci mettemmo tutti a ridere, ma superato il momento di ilarità tornammo al servizio. Nel
complessofuunagrangiornata;Taieiofacemmopace,ovviamente,compliciillavorodisquadrae
il buonumore. Ce ne andammo verso i bungalow tenendoci per mano. Il giorno dopo sarebbero
arrivatemiasorellaMaddyeGinelle,lamiamiglioreamica.Nonvedevol’ora.
Il taxi si fermò davanti al bungalow mentre Tai e io aspettavamo fuori. Ero seduta sui gradini
dell’ingresso e quando arrivarono saltai in piedi. Ginelle spalancò la portiera e mi corse incontro,
slanciandositralemiebraccia;finimmotutteeduesull’erba.«Stupidaputtanella!Nonpossocredere
che tu stia in paradiso senza di me! Adesso sono qui, troietta.» Mi baciò su tutta la faccia. Sentii
ridacchiare Maddy mentre noi ci rotolavamo per terra. Poi vedemmo avvicinarsi due piedi
abbronzatissimieunagambatatuata.
Ginellealzòlosguardo,suepoiancorapiùsu.«Santamadredituttelecosescopabili.Daquale
partedellaverdeterradiDiovieni,animalesexy?»Ginsigiròversodime.«Èiltuocliente?»Mi
lanciò uno sguardo severo e io scossi la testa. Alzò di nuovo gli occhi. «Sarà meglio che ti scopi
questofigo.»Tornòarivolgersiame,cheeroancorasdraiatanell’erba.Annuiituttafelice.«Nonc’è
speranzadifarmiungirocolsamoano?»AquelleparoleTaigettòindietrolatestaescoppiòinuna
risata che fece tremare il terreno. Io feci segno di no. «Puttanella, ti prendi tutti i ragazzi. Non è
giusto»disseaccigliataesialzòinpiedi.
Taileporselamano.«Aloha.TudeviessereGinelle.»
Leisigettòicapellibiondidietrolaschiena.«Glihaiparlatodime»disseraddrizzandolespalle.
«Bene,spero.»
«L’hoancheavvertito»aggiunsieaccettailamanocheTaimiporgevaperaiutarmiarialzarmi.
Poi spinsi da parte Ginelle dandole un colpetto con l’anca per raggiungere mia sorella. «Lei è
Madison.LanostraMaddy.Lamiasorellina,l’orgogliodellamiavita.QuestoèTai.»Leiaccolseil
complimentoconungransorriso.«Visto?»dissiindicandola.«Cosatiavevodetto,Tai?»
«Laragazzapiùcarinadelmondo»risposelui.«Aloha,Madison.»
«Giustissimo!»dissiabbracciandoMaddy.«Comestai,sorellina?»Miscostaidaleielaguardaiin
quegliocchiverdechiaro,identiciaimiei.Sembravafelice.
«Sto bene, molto bene. Un po’ preoccupata per papà. Non ha nessuno mentre io sono qui. Però
Mattelasuafamigliaandrannoadargliun’occhiata.»Ovviamentel’avrebberofatto,datocheerano
la famiglia migliore del mondo. Avrei voluto detestarli per la loro perfezione, ma visto che in un
paiod’annilamiapiccolasarebbeentrataafarpartedelclanRainsdovevoesseretollerante.Erano
benintenzionati.Checavolo,loeranosulserioperchéeranodellebravepersone.
Frenai la lingua e le misi un braccio attorno alla vita. «Be’, è molto carino da parte loro. Cosa
diconoimedici?»
MaddyscosselatestamentreTaiprendevaibagagli.Tutti,inunavoltasola.Sentiiunbrividodi
lussuriadavantiaquell’esibizionedivirilitàeforza.Mipassailalinguasullelabbraosservandoglila
schienamentrecifacevastradaversoilmiobungalow.
«Vorrei che papà si svegliasse» confessò Maddy, sedendosi su uno sgabello. Mi diedi da fare in
cucinatirandofuoriglialcolicielebibite.Modalitàvacanzierasignificavacocktail.
«Sannoperchénonsuccede?Ilcorpoèguarito»dissi.
Ginspalancògliocchidavantiall’assortimentodibevandechestavotirandofuori;risposeMaddy:
«Ci hanno detto che si sveglierà quando il suo corpo deciderà di farlo. Vista la gravità del trauma
cranico,continuanoadircidinonnutriretroppesperanze».
Ginstrinselelabbra.«Checavolo.Sochevoiragazzesietespaventate.»
Maddy si alzò in piedi all’improvviso e si diresse alla portafinestra, spalancandola. La brezza
tropicale proveniente dall’oceano soffiò nella stanza, portando con sé un odore salmastro. Quelle
cosemisarebberomancateunavoltapartita,lasettimanasuccessiva.
Ispezionailebevandeescelsiquellechevolevo.Imieitrascorsidicamerieramirendevanouna
speciediespertadicocktail.Presivodkalemon,grappaallapesca,TripleSec,succod’arancia,succo
d’ananas e Sweet & Sour. Velocissima, misi dei cubetti di ghiaccio in quattro bicchieri. Tai mi
osservava appoggiato al bancone, le enormi braccia incrociate e lo sguardo pensieroso sul viso
splendido.Ginlofissavasfacciatamente.Luinonsembravaadisagio;conunfisicocomequelloeil
tipodilavorochefaceva,immaginavofosseabituatoadavereaddossogliocchiditutti.
«Gin,perfavore,smettiladisbavareaddossoaTai.»Leimiseilbroncio,distolselosguardoepoi
tornò a fissarlo come attirata da una calamita. Si leccò il labbro inferiore. «Gin!» Gin chiuse gli
occhi,sfregandoseliconlemani.
«Scusa, scusa. È solo che è davvero una delizia per gli occhi. Tai, davvero, sei bello da
impazzire.»
Taisollevòilmentoconquelgestocosìtipicodegliuomini.«Neanchetuseimale,piccola»disse
con quella voce profonda che mi faceva bagnare le mutandine. Gin si portò una mano sul petto e
scivològiùdallosgabelloconfaremelodrammatico.
DiediunagomitatanellecostoleaTai.«Ahia!Chehofatto?»chiesemassaggiandosiilpuntoincui
l’avevocolpito.
«Lestaidandocorda»dissiguardandolomaleeluisimisearidere.
Finiidipreparareicocktaileliporsiatutti.Maddy,Gin,Taieiolevammoilbicchiere.«Solee
divertimento… Hawaiian style!» dissi prima del cincin. Bevvi un sorso del drink che si chiamava
Fuzzy Thing, e i tre diversi tipi di alcolici si combinarono all’istante, dandomi una sensazione di
caloreallostomaco.
«Pronteadandareinspiaggia?»
«Costumidabagnopertutti.Litrovateincamera:impazziretequandovedretelamiacollezione!»
Maddy e Gin lanciarono gridolini entusiasti e infilarono di corsa il corridoio che portava alla
cameramatrimoniale.
«Vuoi davvero regalargli tutti i costumi che vogliono? Sono pezzi unici. Costano centinaia di
dollaril’uno.»
Scrollailespalle.«Amoquelleragazzepiùdiognialtracosa,compresidenaroerobafirmata.La
ricchezzavacondivisa,giusto?»Esapevocheluifacevalostessoconlasuafamiglia.
Sentivamo le esclamazioni tipiche di un bisticcio tra sorelle. «Sei troppo alta per quello!» e la
risposta di Maddy: «Taci, sei solo incazzata perché sei bassa». Altre strilla. «Taci tu, piuttosto. Sei
invidiosaperchéhodelleforme!Tuttiadoranoavereunpo’dicarnedatoccare!»
Taimipresefralebracciaeappoggiòlafronteallamia.«Unagabbiadimatti,ragazza.»
«Nonmidicinientedinuovo.»Risiepoilobaciai,unbacioprofondo.Andammoavantiperun
po’,esplorandociconlalingua,lemanidiTaichemiaccarezzavanoilculo.Mipremettecontrola
suagrossaerezione,strappandomiungemito.
«Continuiamostasera,quandoleragazzecrollerannoperiljetlag.Altuobungalow?»
«Certochesì.»
IlgiornodopoTaieioposammoperun’altrasessionefotografica,mafinimmoametàpomeriggio.
GineMaddyavevanotrascorsolaprimapartedellagiornataaprendereilsole.QuellaseraTaici
avrebbeportateaunluau,dovesisarebberoesibitiluielasuafamiglia.Erolìdaquasitresettimane
el’avevovistofaresurfeposareperlefoto,manonesibirsicolfuoco.Nonvedevol’ora.Nonavevo
idea di cosa fosse la danza del fuoco, ma il tutto sembrava esotico ed eccitante, due tra le
caratteristichechepreferivo.
Noi donne ci preparammo indossando maxiabiti di varie lunghezze e colori. Lasciammo tutte i
capellisciolti,appuntandociifioricheTaiavevadispostopernoisulbanconedellacucina.Pensavo
chefosseun’ideadavverocarina,moltodagentiluomo.Tuttoilcontrariodicomesieracomportato
la sera prima, scopandomi contro il muro e poi sul tavolo della cucina. A quanto pareva, gli ero
mancataeavevavolutodimostrarmelo.
Arrivammo al resort a cinque stelle dove ci sarebbe stato lo spettacolo. Tai ci avevo lasciato i
bigliettiperloshow.Limostrammoall’uomoall’ingressoescoprimmodiaveredeipostiinprima
fila,vicinissimialpalco.
Ci fu servita una selezione incredibile di cibo della tradizione orientale, tra cui pollo teriyaki,
laulau, un piatto a base di carne di maiale avvolta in una foglia di taro, poi, ovvero zuppa di taro,
crocchette di taro e tutti i tipi di frutta possibili e immaginabili. Dico sul serio, la frutta lì era
superlativa e io vivevo in California dove si trovava freschissima. Praticamente avrei dato la tetta
sinistraperaveremanghidalleHawaiiognigiorno.
«È buonissimo» disse Maddy, ficcandosi in bocca un pezzo enorme di ananas. «Non riesco a
smettere.»
«Già.»
Gin,Maddyeiomangiammo,chiacchierammoconlepersonesedutevicinoanoieguardammoil
sole tramontare. Il palcoscenico aveva sullo sfondo la spiaggia, in modo che chi cenava potesse
godersiilpanoramafinchénonfossestatoabbastanzabuioperdareinizioallospettacolo.Dopoil
tramonto,itamburiiniziaronoabattereunritmochemiriverberavanelpetto.
Sul palco comparve il padre di Tai, Afano. Indossava un sarong che nascondeva a malapena le
parti intime. I magnifici tatuaggi erano in piena vista. Dal ginocchio alla caviglia aveva degli
ornamentidipagliacheglisfioravanoipiedi.Eravamocosìvicinecheriuscivoasentireilsuonodi
ciascunfilamentotrascinarsisulpalco.
Afanopresentòisuonatoriditamburochestavanosuunlatodelpalcoechesalutaronoilpubblico
conunavelocerullatadeilorostrumenti,scatenandounapplauso.Diedeilbenvenutoaglispettatori,
invitandoli a condividere la cultura samoana. Quindi annunciò il primo atto. Rimasi scioccata nel
vederetutteleparentidiTai,compresalamadreMasina,fareilloroingressosulpalco.Ladonnapiù
anziana indossava un sarong drappeggiato in modo davvero particolare, mentre le più giovani
avevanoguscidicoccosuiseniecortisarongchenemettevanoinmostraicorpisodi.
Partìlamusicaeledonneincantaronoilpubblico.Erabellissimo,unospettacolochefinoaquel
momento avevo visto solo nei film. Fecero la hula e altre danze hawaiane in cui portavano con
eleganzalemanisopralatesta,ruotavanodaunaparteall’altra,ancheggiavanoedeseguivanovari
movimenticonipiedi.Eraunospettacoloincantevoleegliocchidituttirimaseroincollatisuquelle
donneeiloroballi.
Dopo due danze chiesero se c’erano volontari. Gin e io costringemmo una riluttante Maddy ad
alzareilsuobraccino;furonoscelteleieunaltrogruppettodidonne.Masinasimiseaccantoamia
sorellaemistrizzòl’occhio.Uniiipalmidellemaniechinailatesta,insegnodiringraziamento.Era
esattamentequellochesperavo:lamiapiccolainsiemeallamadrediTai.Ledanzatricimostraronoal
pubblico una breve coreografia. Maddy capì al volo, come sapevo avrebbe fatto. Aveva talento in
parecchiecose,compresaladanza.Masinadiedeilsegnaleaimusicistieledonnepresedalpubblico
imitaronoledanzatricicuieranostateassegnate.PocodopoMaddysorridevaefacevaondeggiarele
braccia come se lo facesse da una vita. Ero felice di poterle offrire quel momento di gioia, un
ricordocheavrebbeportatoconsé.LaprimavoltacheuscivadalNevada,insiemeame,alleHawaii.
Lo avrebbe ricordato per sempre, e pure io, del resto; era un’esperienza che avrebbe potuto
raccontareaisuoifigli.Dio,tiprego,fa’chepassiqualcheanno,dopocheavràconclusoildottorato.
Lamusicafinìeilpubblicoapplaudìentusiasta.Lospettacoloandòavanti,senzatracciadiTai,e
io iniziai a innervosirmi. In genere, gli ultimi numeri in esibizioni come queste erano i più
pericolosi.
FinalmentesulpalcocomparveAfano,abbigliatoinmododiversodaprimamasempreseminudo.
Itatuaggieranonerissimiescintillanti,minacciosi.
«E ora l’esibizione più attesa. È necessario un cuore da guerriero per maneggiare le spade di
fuoco, e i miei figli…» si batté un pugno sul petto con tale forza da farsi udire dal pubblico «… i
mieifiglihannoilcuorepuroehannoliberatolamenteperoffrirviquestoritodellanostracultura.
Uomini!»ruggìeinquelmomentosulpalcoarrivaronoTaieisuoitrefratelli.AfanoeTaieranoin
primafila,glialtritredietro.Ciascunodilorotenevainmanounlungobastone.Furonoraggiuntida
Masina,conunbellissimoabitobiancochefluttuavanellabrezza.Avevaunatorciaeacceseledue
estremitàdituttiibastoni,diedeunacarezzaaciascunodeifiglietornòalatodelpalcoscenico.Gli
uomini stavano in piedi a gambe larghe, con ornamenti di paglia a coprire gomiti e polpacci e un
sarongrossosangue,corto.
«Oh, Signore santo, come faccio a trattenermi con tutto questo bendidio davanti agli occhi?»
sussurròGin,eiolediediunospintone.
«Comportatibene.»
«Nonteloprometto.»
Scoppiammo a ridere, ma io non staccavo gli occhi da Tai. Mi sentii il cuore in gola quando
Afano impartì gli ordini e gli uomini lanciarono il grido «Hut!», battendo i piedi sul palco. Le
estremitàinfuocatedeibastoniardevanodavantiailorovisi;quindicominciaronoafarliruotare.I
bastoniinfuocati.Dovettiripeterlotrameperchénonriuscivoacrederci.
Ruotare.I.Bastoni.Infuocati.
Proprio quando pensavo che sarei morta di preoccupazione, convinta che si sarebbero bruciati,
tuttiecinquelanciaronoilbastoneinariaeloripresero,poisimosseroincerchio,incrociandositra
loro,semprefacendoruotareilbastone.Avevounamanosullaboccael’altrachiusaapugnoficcata
inmezzoallegambe.
Fecero una serie di movimenti che sfidavano la forza di gravità e mi misero una tale paura che
stentavoarespirare.
Poil’esibizionesifeceancorapiùspaventosa.
Quattrodegliuominiarretraronoesiposizionaronoagambelarghe,ilbastonesollevatoinalto
sopra la testa, come se volessero dar fuoco a tutto. I tamburi rullarono forte, facendomi tremare a
ognicolpo.PoividiTaidasoloinmezzoalpalco.Fuinquelmomentochemelafeciletteralmente
addosso.
Tai lanciò in aria il bastone, fece un paio di salti mortali, lo riprese e lo fece girare attorno al
corpo,inmezzoallegambeedietrolaschiena.Lapagliadelsuocostumeavrebbepotutoprendere
fuocoinqualunquemomento.Fecegirareilbastonedietroilcollo,lofeceruotarecondueditacome
se fosse una bacchetta e poi tese un braccio in fuori. Afano, alle sue spalle, lanciò in aria il suo
bastone. Tai si piegò su un ginocchio, sollevò il braccio e lo prese al volo. Sussultai e chiusi gli
occhi. Quando li riaprii, stava facendo ruotare entrambi i bastoni. Il pubblico applaudiva entusiasta
mentreiofissavolospettacoloinpredaalloshock.Erospaventataamorte.
Dopoquellachesembròun’eternità,durantelaqualeTaifeceunaseriedisaltimortaliemosse
complicate, il suono dei tamburi assunse un ritmo frenetico, che io sentivo rimbombare
profondamentenelpetto.Ifratelligridaronopiùvolte«Hut!»,avanzandoapassipesantiversoTai,
poiunodopol’altrolanciaronoinariaillorobastone.Taifeceunsaltomortale,atterròsullaschiena
epreseibastoniinfuocaticonipiediperpoifarselirimbalzarenellemaniviaviachearrivavano.Si
rialzò in piedi reggendo tutti e cinque i bastoni e tracciò nel buio una H perfetta. Due bastoni per
manoel’altrosospesoinorizzontaletraipollici.IfratelliabbracciaronoTai,spenserolefiammee
s’inchinarono.
Lecentinaiadispettatorisialzaronoinpiediesimiseroaurlareentusiasti.Afanofecetornaresul
palco tutta la famiglia per ricevere gli applausi e fare l’inchino. Tai continuava a fissarmi. Mi si
riempironogliocchidilacrimementreapplaudivofinoafarmibruciareipalmidellemani.Luitirò
fuori quel suo sorriso sexy che sciolse i cuori e fece bagnare le mutandine di tutte le donne nel
raggiodiunchilometro,poisiritiraronodietrolequinteeilpresentatoreannunciòcheilluau era
finito.
«Iltuoragazzodimaggiohauntalentostraordinario»disseGinellestringendomiasé.
Ilmio“ragazzodimaggio”.
Seciriflettevo,erapropriocosì.QuindiAlecerastatoilmioragazzodifebbraio,eWesquellodi
gennaio.Nonvolevopensareaquellochesignificava.Lamaggiorpartedelledonnenonavevanonel
girodiunannoquestoturbiniodilegami,macomealtrodefinireunarelazionemonogamalungaun
mese, in cui sei impegnata con lo stesso uomo, esci con lui, conosci la sua famiglia, vai fuori a
divertirti,gliraccontiituoisognieletuesperanze,dormiconluituttelenotti?Senoneraquestala
definizionediragazzo,alloranonsapevoqualealtralofosse.
«Sì,èvero.Andiamoaringraziarloperibiglietti.»
Quandoarrivammodietrolequinte,lafamigliaavevagiàraccoltolesuecoseeTaiindossavaun
paiodipantaloncinidasurfenient’altro.Ilpettoeraancoralucidodiolio,chefacevarisaltareogni
deliziosocentimetrodelsuocorpomuscoloso.
«Possoavereunodeisuoifratelli?»chieseGinguardandoitreuominichenonletoglievanogli
occhididosso.Tao,ilmaggiore,fissavaGincomesefosseunabisteccasucculentaestessemorendo
difame.Agiudicaredallosguardodilei,ilsentimentoeraassolutamentereciproco.
«Avanti,amicamia.Rivoluzionailsuocazzodimondo.Perchéno?»
«Ragazzi,mifatesentirelamancanzadiMatthew.»Maddymiseilbroncio.
«Ah, allora conosci le gioie del sesso» si intromise Ginelle. Lei sorrise e scosse la testa.
«Grandioso. Non voglio sentire altro» tagliai corto prima che potesse ribattere. Non avevo nessun
bisognodisaperecomemiasorellafacevagioireilsuouomo.Dio,tiprego,fa’chenonmichieda
consigli.
Tai ci vide da lontano e si avvicinò. Aveva un portamento davvero virile: muscoli scolpiti
ovunque,bellidatoccareedavedere,chesiflettevanoaognimovimento.
«Piaciutolospettacolo?»chiese.
Annuii disorientata, non potevo resistere un minuto di più al desiderio di averlo; in preda alla
lussuria,mistavobagnandoederoeccitatainmanieraindecente.Migettaitralesuebraccia,luimi
prese al volo e mi sollevò, poi fece un verso di approvazione e mi baciò con foga, infilandomi la
linguainbocca.Losucchiaialungo,sfregandomicontrol’erezionecheglipremevasuicalzoncini.
«Ragazza»lasuavocemivibròtralelabbra,«nonèilpostoadatto.Riprendiamoildiscorsopiù
tardi,tranquilla,dopocheletueospitisonoandateadormire.»Sispostòperparlarmiall’orecchio.
«Soffriraiunpiaceresenzalimitiperavermelofattodiventarecosìduroepoiavermifattoaspettare.
Preparati.Preparatiavederebruciarelelenzuolaconilfuocochehaiacceso.»Dalmodoincuilo
disseerapiùcheunapromessa.Eraunacertezza.
8
«Oddio,no!»urlai.«Basta.Nonpossopiù…oddiochebello…prendimi!»dissiinarcandoilbacino
versolaboccadiTaiemettendoglilemanidietrolatesta.Luimistrinselenaticheemifecegodere
dinuovoconlalingua.Noncredevofossepossibile.Mistavalevandolapelledidosso:avevoperso
ilcontodiquantiorgasmiavevoraggiunto.Sapevosolochesenonmiavessemessodentroinfretta
ilsuoenormemembromisareiaddormentatadaquantoerostravolta.
Tai fece un verso gutturale, simile a quello di un animale selvatico. Adesso sapevo che era il
segnalechestavaperperdereilcontrolloechemiavrebbescopatasenzapietà.Mifecegiraresullo
stomaco,misollevòperifianchiemifecemetterecarponi.«Tienitiallatestadelletto.Nonneposso
più.Hobisognodiscopartifortequellafichettadolce.»
Miafferròlavitaemipenetròlentamente,primasoloconilglande,poiaffondandomidentroun
centimetro alla volta. Trattenni il fiato, aspettandomi una spinta selvaggia, e invece mi stupì
muovendosicondelicatezza.Nonduròmolto.«Sì,così,adessocel’hobellobagnatodellatuafichetta
fradicia.» Iniziò a muoversi e io feci dei respiri profondi, inclinando la testa per vederlo entrare e
uscire.Ilprofilatticoeralucidodelmioumore.Miportaiunamanotralegambepertoccarmilìdove
mistavaaprendo.
«Ohsì,ragazza.Tipiacefartiaprireperbene,eh?Nonc’ènientedimeglio.»Mimiseunamano
sulseno,massaggiandoetirandoicapezzoli,eiomispostaiindietroperandargliincontro.«Cosa
vuoi?Devichiedermelo,haole.»
Detestavoquandomichiamavainquelmodo.Luisapevachemifacevaimbestialire,elodiceva
apposta mentre facevamo l’amore. Anche se nel nostro caso fare l’amore non era l’espressione
giusta.Nonc’eranomaistatecandeleecioccolato,néaltrodineppurlontanamentericonducibileal
romanticismo. La cosa più simile a una situazione di quel tipo era stato quando avevamo bevuto
champagneprimacheluimiscopassesenzapietàsulcofanodellamacchina.No,Taieioscopavamo,
e lo facevamo senza risparmiarci. Era quello che mi piaceva di lui. Eravamo amici e lo saremmo
rimastiquandoiosareipassataallamiaprossimaavventura,maperilmomentoavevointenzionedi
godermifinoall’ultimolasensazionediesserescopataperbene.
«Scopami,scopamiforte,samoano!»ruggiiescattaiindietroperfarmiimpalaredalsuomembro.
«Prontaacamminareinmodostranodomani,ragazza?»miprovocò.
«Ho il culo bianco?» ribattei ironica guardandolo da sopra la spalla e facendo ondeggiare il
suddettoculo.
Aveva gli occhi fissi sulle mie natiche, le dita affondate nei miei fianchi. «Oh sì» rispose
affondandomidentro.
«Alloranonfarmidomandeidiote.»Diomio,questiuominichemiportavoalettomifacevano
sempredomandeidiote…«Scopa!»IlmiosessosicontrassecomeunamorsamentreilpenediTai
entrava tutto. Urlai in silenzio, senza fiato, mentre lui mi fotteva senza pietà. I testicoli sbattevano
controlacarnegonfiaprovocandomiunafittadidolorecosìpiacevolechemiinarcai,sollevandomi
ancora.Taimifecescivolareunamanodalpettoallapanciaemipizzicòilclitoride.Nonlopremette
né lo accarezzò, no, lo tenne stretto mentre mi pompava. Il piacere montò al punto che ebbi la
sensazionediandareinpezzimentreluicontinuavaascoparmiperraggiungerel’orgasmo.Godette
conunruggitocosìpotentechedovevaaversvegliatoGineMaddy,vistocheleparetidellastanza
sembraronotremare.
Eral’ultimacosachericordavoprimadiperdereisensi.
Quandomisvegliai,mistavapulendotralegambeconunasciugamanocaldo.«Tihofattomale?»
Avevalosguardovuotoefreddo.
Scossilatesta.«Vuoitornareneltuoletto?»Feciancorasegnodinoperchéavevodeiproblemia
parlare, sfinita com’ero dal piacere. «Sei sicura?» Gli si spezzò la voce e nella mia testa suonò un
campanellod’allarme.
Sedetteaccantoameeiomirifugiaitralesuebraccia,chesistrinseroattornoalmiocorpo.«Non
mihaifattomale.»
«Seiquasisvenuta»dissecontaleemozionechescostailafacciadalcaldorifugiodelsuocollo
perguardarlonegliocchi.«Tai,èstataunadellescopatepiùbelledellamiavita.Laricorderòfinché
vivo.Nonmihaifattomale.Finchésonoriuscitaacontarli,eranoseiorgasmi.Sei.Maisuccesso.»
Nonglidissichec’eranounaltropaioditizialtrettantobravi,maconTaieraunico.Intensitàdiversa,
partidelcorpodiverse,paroleepensieridiversi.Erasemprebello,maeraspecialeperchéeralui,
eraciòchecondividevamoinquelletto.
Tai mi mise la mano sul collo e mi sfiorò l’attaccatura dei capelli con le dita. «Ho perso il
controllo,Mia.»
«Eravamotuttieduemoltoeccitati.Delrestoseistatotuadirecheavremmobruciatolelenzuola.
Ioclassifichereiquestascopata…omeglio,scopate,comebruciarelelenzuola.Tuno?»
Sorrise,inclinòlatestaepresefiato.«Solosetustaidavverobene.»
«Ohtesoro,stopiùchebeneesemiconcediunabuonanottedisonnosaròprontaperunaltro
round.Solochequestavolta…staròsopraio!»
Tai rise, mi fece sdraiare sulle lenzuola fresche e mi avvolse nel suo corpo caldo. Esausti
com’eravamo,ciaddormentammodischianto.
Misvegliaiilgiornodopoconilsolenegliocchi,ilmormoriodellaspiaggia,unabrezzafresca
chemiaccarezzavalapelleeunafacciasamoanasexyepeccaminosatralecosce.
Hawaii.
Il.Mese.Migliore.Di.Sempre.
Non fu proprio la Walk of Fame quella che percorsi: la definirei piuttosto una walk of shame, una
passeggiatadellavergogna,checomunquenonfulunghissimavistocheTaieioavevamobungalow
attigui. Sgattaiolai dentro a piedi nudi, tenendo in mano i sandali con la zeppa e camminando sulle
punte solo per ritrovarmi davanti Maddy che si versava una tazza di caffè e mi guardava con un
sorrisetto.Maledizione.
«Dormito bene?» chiese e io avvampai. «La mia sorellona che arrossisce? Il sorriso che hai
stampatoinfacciapotrebbeesseredovutoa“Scopamiconquelgrossocazzo,samoano!”?»
Loshockfutalecherimasiaboccaapertaecimancòpocochemislogassilamascella.
«Ehsì,sorellona,hosentitotutto.Nonlosapevichelastanzadegliospitihaunapareteincomune
con…illettodiTai!»Scoppiòaridereconvulsamente,diventandopaonazza.
Eroimbarazzatissima.«Mmh…io…ecco,nonsobenecosadovreidireadesso.»
«Mi è toccato andare a dormire nel tuo letto. Mamma mia, non vedo l’ora di fare sesso in quel
modo tutta la notte. Sul serio, non ti fa male lì?» Sedetti su uno sgabello, appoggiai i sandali sul
banconeemiversaiunatazzadicaffè.
«Stiamodavverofacendoquestaconversazione?»Feciunasmorfiaeleiannuì.«Sì,lapiccolinaè
dolorante,masoloinsensobuono.»Mimassaggiailetempie.
Maddypassòunditosulbordodellatazza.«Mattheweiol’abbiamofattotipodiecivolteenonè
maistatocosì.»Eraarrossita.«Vogliodire,nonfraintendermi,èsempremoltobellomaiononho
maigridato.Forsesbaglioqualcosa?»
Misilemanisopralesue.«Ohtesoro,no.»
«Cioè,nonhomaisentitoMatturlaredipiacere.Disolitosilimitaadirmichemiamaefaunpo’
diversistrani.»
Chinailatestaepicchiailafrontesulbancone.L’ultimacosachevolevoeraparlaredisessofatto
bene o male con la mia sorellina. Situazioni come questa mi facevano detestare ancora di più mia
madre;avrebbedovutoessereleiafarequestidiscorsiconlafiglia,nonio.
Rimboccandomi metaforicamente le maniche, mi raddrizzai, spinsi il petto in fuori e mi gettai
indietroicapellipreparandomiaunaconversazioneimbarazzantemanecessaria.Madsvolevasapere
come dare piacere a un uomo e io ero il suo unico riferimento femminile; dovevo indicarle la
direzionegiusta.Signore,dammilaforza.
«Andiamoasedercifuorisullanai.»
Saltò in piedi, prese il vassoio di frutta che aveva tagliato il giorno prima e lo portò al tavolo
fuori.GrazieaDio,c’eranoimieiocchialidasole,cosìmeliinfilaiemilasciaicaderesullasediadi
frontealei.Maddyaspettòpazientementementreiopensavoacosadirle.
Feci un respiro e buttai fuori il fiato. «Okay. Ho scoperto che agli uomini piace che tu sia una
partner attiva. Quindi non limitarti a stare sdraiata immobile. Tocca, bacia, fai quello che ti viene
spontaneo.» Lei annuì e rimase in silenzio. «Hai provato qualcos’altro oltre alla posizione del
missionario?»Milasciaisfuggireungemitoegettaiindietrolatesta,lasciandocheiraggidelsole
miscaldasserolafaccia.
«No.» Aggrottò le sopracciglia. «Però desidero farlo. Come fai a dirglielo che vuoi provare
qualcos’altro?»
Oh,grazieaDio,unadomandafacile.«Parlagliquandosietesolimanonstatefacendosesso.Tipo
dopocena,visedetesuldivanoetuglidicicosatipiacerebbe.»
«Iononsocosamipiacerebbe.»
Mimorsicaiillabbroinferiore.Questopotevofarlo.«Diglielo,omeglioancora,quandosietesul
divanomettitiacavalcionisopradilui.Poi,haipresente…lofaicosì.»Deglutiiconsforzo.’Fanculo,
eradurissima.Avevolafronteimperlatadisudoreeavreivolutosoltantobuttarminell’oceanofresco
erilassantechesistendevadavantianoi.
«Agliuominipiace?Cheunadonnastiasopra?»
«Sì,sedutioppurequandoluièsdraiato.Saràbelloancheperte,solochedevifarepianoperché
cosìentrapiùafondo.»
«Più a fondo!» Sgranò gli occhi. «Già così ho la sensazione che Matt mi apra in due!» disse,
tormentandosi le dita. Be’, perlomeno il futuro maritino era ben dotato nelle parti basse. Una volta
checiavessepresolamano,questoavrebbegiocatoafavoredelbuonvecchioMatt.«Chealtro?»
«Nonguardiiporno?»chiesicontrovoglia,nonvolendosaperelarisposta.Leifecedinoconla
testa.
«Okay,parliamodellapecorina.Tuaquattrozampe,luichetiprendedadietro.Provaquesto.»
Giurocheseavesseavutounbloccoselosarebbeannotato.Miasorella,l’analizzatrice.Semprelì
aprendereappunti,adaffrontarelesituazioniinmodoanaliticoescientifico.
«Ecom’è?»chiese.
Incassai le spalle e feci un sospiro. «Bello, bello sul serio. Tai mi stava prendendo così stanotte
quandoabbiamocominciatoafaretuttoquelcasino»confessai.Leisorrisetimida,earrossìdinuovo.
«Senti,voidovetesoloesplorarviavicenda.Farequellochevisembragiustoechissenefregacosa
fannoglialtriocomelofanno,osefannopiùomenorumoredivoiincameradaletto.Quelloche
faiconMattèunacosafravoidueeovviamentealuipiace,vistochecihamessosopraunanello!»
Feciunarisata.
Il suo sorriso era così luminoso che mi sarebbero serviti un altro paio di occhiali da sole. «È
vero»riconobbe.
«Perciònonpreoccuparti.TueMatttroveretelavostrastradainsieme.Nonhaibisognochetidica
iocomedarepiacereaunuomo.SolotusapraicosapiaceaMattecosanonglipiace,eseituquella
cheglielodarà.Peròsiisincera.Parlaglidellecosechepensiosucuihaidellefantasie.Eperl’amor
delcielo,leggitiqualchelibrosulsessoorobadelgenere.Mistaifacendomorire!»sbottai.Sentivo
chestavapervenirmil’orticaria.
Maddy ridacchiò come la diciannovenne che era. Cavolo, che giorno era? Gli hawaiani vivono
secondoritmituttiloroeigiorniscivolanoviainunacaliginetropicale.«Chegiornoè?»
Maddy inclinò la testa e fece un sorrisino. «Diciannove maggio» disse e si girò a guardare
l’oceano.
Cacchio! Il giorno dopo compiva vent’anni. «Domani c’è qualcuno che esce dall’adolescenza»
dissiconunsorrisone.«Dobbiamofesteggiare!Eallagrande,anche.»
Maddysiagitòsullasediafacendounaspeciediballettodigioia.«Sonocosìfelicedicompiere
vent’anni.Be’,Mattnonèstatoaltrettantofelicedinonpoterlifesteggiareinsiemeame.»
«Oh, che assurdità, avrà il resto dei tuoi compleanni. Il ventesimo, invece, è mio proprio come
tuttiquelliprima.»Unadellecosechenonavevomaimancatodifareinpassatoerafesteggiarecome
sideveilcompleannodiMaddy.Nostramadresen’eraandataquandoleiavevacinqueanni,eanche
seioneavevosolodieciavevofattoilpossibileperchélafestaperiseifossegrandiosa,comepure
quelle venute dopo. Non avevamo molti soldi ma ce li eravamo fatti bastare. Almeno, io me li ero
fattibastare.
Avrei parlato con Tai sul da farsi. Volevo che questo compleanno fosse per lei qualcosa di
indimenticabile.
Udiilaportaaprirsiallemiespalle.PensandochefosseTai,migiraiesalutaiconlamano.Eno,
eraGin,conaddossolostessovestitocheavevaalluau.Quellaputtanellastavafacendoancheleila
walkofshame!Ohsì!Fantastico.
«Ehi, Gin, pensavo stessi ancora dormendo» dissi in tono indifferente mentre si lasciava cadere
sullasediaaccantoallamiaconlachiomabiondacherisplendevaalsole.Mipreselatazzadicaffèe
nebevveunasorsata.
Laosservai.Avevadellestriscerossenell’incavodeiseni,unsucchiottoappenasottol’orecchio,i
capelliundisastroelelabbragonfie.
«Dormitobene?»Maddylefecelastessadomandacheavevafattoame,eioscoppiaiaridere.
«Cosa?» gemette Gin coprendosi le orecchie con le mani. «Devi parlare per forza a voce così
alta?»Questasìcheeraunanotizia.Avevaancheildoposbornia.Meraviglioso!
Tiraisuunagambaemiabbracciaiilginocchio.«Immaginocisiaunaragioneperquestaariadi
unacheèpassataperunfrullatore,giusto?»
Ginfeceunasmorfia,simiselemanidietrolatestaesistirò.«Oh,sì.»Avevolosguardosazio.
«Se il tuo Tai assomiglia anche solo un po’ al fratello, wow.» Si portò una mano sul cuore e si
sventolòlafacciaconl’altra.«Mihascopataintuttiimodipossibiliepoiharicominciatodaccapo.
Mai successo in tutta la mia vita…» si interruppe e si appoggiò allo schienale della sedia. «Non
voglioandarmenedaqui.RimangoalleHawaiiafarelaschiavasessualediTao.Glipuliscolacasa,
glipreparoipastieluimipagaindosidiscopate»disseinmanierasboccata.
Miripresiilcaffèeleimiseilbroncio.«Oddio,Gin.Cheputtanella.Misuraleparole,comunque»
dissiaccennandoaMaddy.
«Madài,Mia.Dopolaconversazionecheabbiamoappenafatto?»
«Qualeconversazione?»siintromiseGineiomilasciaisfuggireungemito.
«Be’,Miahaavutoun’esperienzamoltosimileallatuastanotte.Conilpiccoloparticolarecheho
sentitotuttodellasuacavalcataconTai.»
Ginmilanciòun’occhiatadifuoco.«Ipocrita!»
«Staizitta!Nonlosapevo!»dissiincrociandolebracciaesentendounafittadidoloreaicapezzoli.
Taimeliavevasucchiaticomeseneandassedellasuavita.
Maddycontinuòimperterrita,ignorandoci.Gineiobisticciavamoincontinuazioneeormainonle
facevapiùnécaldonéfreddo.«CosìhochiestoaMiaqualchesuggerimentosucomesoddisfareun
uomo.Sai,ioeMattl’abbiamofattosolo,be’…nellaposizionedelmissionario,ecosìleimistava
dandoqualchedritta.»
A giudicare dalla risata isterica e dall’agitarsi scomposto di mani e piedi, neanche se stesse
affogando,sisarebbedettocheGinelletrovasselacosaspassosissima.«Ecosalehaidetto?»chiese
guardandomiinfaccia.«Ciscommettocheavrestipreferitofarticavaregliocchicheaffrontareun
discorsodelgenere.»Miaccarezzòilbraccio,sempreridendo,eiomelascrollaididosso.
«Tiodio.»
«Miami,invece!»MifecealzareunamanoemimordicchiòilbracciofacendodeiversiallaPacMan,finchénonscoppiaiaridereelaspinsiviainmodoscherzoso.Eraimpossibileresisterle;non
esisteva proprio che riuscissi a rimanere incazzata con lei, e non c’era nessun altro al mondo che
avreivolutoinsiemeamenell’angoloacombatterelemiebattaglie.
«Bastavachechiedessiame,Mads.Sonofelicedicondividerelegioiedelsessoetuttoquelchene
viene.Potreiinsegnartiuntrucchettosucomesucchiarloaunuomofinoafargliimplorarepietà…»
Maddysgranògliocchi,annuìespostòlasediavicinoaGinellecomesestesseperrivelarleun
segreto.
«Ehno!»gridai.
«Oh, dài. Non rompere. Maddy deve imparare a farlo, altrimenti non riuscirà mai a tenersi un
uomo.»SigiròversoMaddyelepreselemani.«Lasciachetidicalecosecomestanno,bambina,gli
uomini adorano quando inghiotti. Non gli importa se sputi, però se ingoi quella melma disgustosa
hannolasensazionedimarchiartieimpazziscono.»
MialzaiemisiunamanosullaboccadiGinelle.«Ginhafinitodispararecazzate.Èoradifarsi
unadoccia.»Lasollevaidallasediaprendendolainbracciocomesefosseunasposinanovella.
«Dico sul serio. Mettiti in ginocchio e prendi il membro di Matt più in fondo che puoi» riprese
Ginelle mentre io la portavo verso l’oceano. Maddy doveva esserci venuta dietro perché Ginelle
continuòablaterare.
«Ecos’altro?»chieseMaddyconunarisatina.
«Prendiloperifianchielasciachetitiriicapellietiscopilabocca,peròmiraccomando,attenta
aidenti!…»furonoleultimeparolechesentimmoprimachelabuttassiinacqua.
Ginelletossicchiòerise,sputandoacqua,poisifecetrascinarearivadaun’onda.
PresiMaddysottobraccio.«Vieni,facciamocolazione.»
Maddylanciòun’occhiataaldisopradellaspalla.«Pensichestiabene?»
«Lasciacheaquellacagnettaincaloresiraffreddinoibollentispiriti;staràbenone.»
MentrecamminavamosullasabbiadiretteversoilbungalowsentimmoGinelleridereesguazzare
nell’acqua.
9
Tutto intorno ai quad con cui stavamo percorrendo la piccola valle c’era soltanto verde, a perdita
d’occhio. Eravamo circondati da montagne così alte che dovevi gettare indietro la testa per vedere
dove incontrassero il cielo. Nebbia e nuvole ammantavano le cime come bambagia impigliata nel
velcro. Tai e Tao facevano strada e alla fine giungemmo nel cuore della valle. Spegnemmo tutti i
nostri veicoli e saltammo giù per dare un’occhiata. Le Hawaii erano bellissime, ma questo posto
sembrava una gemma nascosta che avevamo appena scoperto. Non c’era traccia della mano
dell’uomoinquell’angolodelpianetaTerra,equestolorendevaun’esperienzaquasimisticachenon
avevauguali.
Taorimasesedutosulsuoquad,tiròfuoridallozainounukuleleeiniziòasuonareunamelodia.
Mormoravaleparole,elasuavocebaritonalemiaccarezzòlapellecomeunabrezzafrescachesi
insinuasse nella valle. Riconobbi la canzone, era la stessa che aveva suonato Tai nella sua stanza,
Drop,Baby,DropdeiMana’oCompany.
Maddyoscillavasulsuoquadaritmodellamelodia,poiridacchiòquandoTaocantòilversoche
lepiacevadipiù:«Iloveyoulikeamango».Eraancheilmiopreferito.
Taimipresepermanoemiattiròasé.«Fraduegiornitenevai»sussurrò,muovendoifianchiin
unoshimmyappenaaccennatoalritmodellamusicadiTao.
«Sì.»Glipresilamanoeglibaciaiipolpastrelli.
«Eseiononvolessilasciartiandarevia?»disseconunapuntadiemozionecheiosapevo,visto
cheavevopassatoconluiquasiunmese,dipotertenerestrettamentesottocontrollo.
«Losaichenonpossorestare.»Glisfregaiilnasosulcollo,inalandoilsuoodoredioceanoedi
boschi. Doveva essersi esercitato coi bastoni quella mattina, perché sapeva ancora di legno e di
bruciato.
Appoggiòlafronteallamia.«Maèbellosentirselodire,vero?»
«Vero.»Mimorsicailelabbraeglidissilaverità:«Neanch’iovorreilasciarti,malosai,tulosai,
Tai,chenonsonoladonnagiustaperte,nétuseil’uomogiustoperme».
Sospiròemibaciòcontenerezza,sfiorandomilelabbraconlesue.Eraunbaciodinostalgiaper
un futuro cui sapevamo di non essere destinati. Approfondì il bacio, stringendomi più forte. Mi
aggrappai a lui, facendo del mio meglio per trovargli un posto nel mio cuore esattamente come
l’avevaquestavallesegreta.Noneral’amorealegarci:eranoamicizia,desideriosessualeeintimitàa
far funzionare le cose tra Tai e me. Fu semplice, ed era la prima volta da quando facevo questo
lavorochelecoseandavanocosìlisce.
«Presto un uomo cadrà in ginocchio davanti a te ringraziando il cielo di averti fatta sua per
sempre.»
Risi.«Sipuòsolosperarechesiacosì.Etunoncredicheladonnagiustapertesiaappenagirato
l’angolo?»
Taimistrinsedinuovoaséecontinuòamuoversialritmodellamusica.Eracomesefossimosoli
aballareallamelodiapizzicatadell’ukuleleealleparolediunacanzonechedicevanodiesprimere
tuttoiltuoamoreeamareiltuocompagnocomeunmango.«Talvoltamichiedoselatroveròmaiin
questavita.»
Mi scostai, gli misi le mani sulle guance e lo guardai negli occhi scuri. «La troverai, te lo
prometto.»
DopoilgiroconiquadTaiciportòdaalcuniamici,proprietaridelKualoaRanch.Cidiederodei
cavallieilsuoamicoAkelacifecefareuntourdellaproprietà.
All’inizioMaddyebbequalcheproblemaagovernareilcavallo,madilìapococapìcomefare.Io
trattavolamiacavallacometrattavolamiamotoSuzi.Laaccarezzavo,leparlavopianoall’orecchio;
poi intrecciai un ciuffo della sua criniera e mi feci una treccia in modo che avessimo una cosa in
comune. Si chiamava Buttercup, per via del mantello biondo e della criniera nera, proprio come i
buttercups,icioccolatiniripienidiburrod’arachidi.TuttelevoltecheguardavoTaieluimivedeva
coccolarelacavallachiudevagliocchiescuotevalatesta.Nonavevomaiavutoanimalidomesticida
bambina.Erabellissimopotermontareunacreaturatantomaestosaeregale.
«Devepiantarla»borbottai,poiaccarezzaiButtercupeledissicheTaierabellodaimpazzirema
eraancheunragazzaccio.Poilamisiinguardiadaifustitatuatielaavvisaidiandarcicautaperché
secondomelostallonenerocongliocchicolorambrasierapresounasbandataperlei.
Ginellesiavvicinòaltrottocomesemontassedaunavita.«Cosa?Ilmioèuncavallomaschioe
nonèdiversodalcavalcareunuomo.Statuttonelcontrollodellecosce.Giusto,piccolo?»Diedeuna
carezzaalcavalloeTaosiavvicinò.
«Possoconfermarlo»disse.«Puoirompercidellenocidicoccoconquellecosce,biondina.»
Leisorriseealzògliocchialcielo.Laimitai.«Disgustoso.»
«È vero. Probabilmente potrei rompere delle noci. Magari dovremmo provarci stasera,
ragazzone» lo rimbeccò Ginelle e io ridacchiai rumorosamente. «Be’? Pensi debba essere una tua
esclusivaavereunpo’dicarnesamoanatralegambe?Colcavolo.Hointenzionedimontarequesto
tiziocomeuncowboyingroppaauntoro,stanotte!»disseenfatizzandol’ultimaparola.
«Ètuttotuo,ZoccolettavonZoccolis.»
«Parlaquellachehaapertolegambedopo–quanto?un’ora?–averconosciutoTai»ribattélei,
azzeccandociinpieno.
Mi gettai la treccia dietro le spalle e le lanciai un’occhiata di fuoco. «E come cacchio fai a
saperlo?»laapostrofaimettendomilamanosuunfianco.
Gin scoppiò a ridere come una matta. «È vero!?» disse con un’espressione da gatto che ha
mangiato il topo. «Sei esattamente come me! Io non ho nessun problema ad ammettere di essere
saltata in braccio a quello» disse indicando Tao con il pollice, «la prima volta che sono riuscita a
mettergliaddossolemiemanismaniose.Cavolo,maguardalo!…»SigiròversoTao.«Nonscherzo,
voglioscopareconte.»Ridacchiòstrizzandosiisenitralemani,gemendodipiacere.
Lediediunasberlasulbraccioeperpocononlabuttaigiùdisella.«Bruttaputtanella,tieniteleper
teletuesmanie.Seicomeunagattaincalore.»
Leiaprìlaboccaeioebbilacertezzachestavaperdirequalcosadidecisamentevolgare.
Intervenni prima che fosse troppo tardi: «Non osare metterti a parlare della tua farfallina» dissi
senzaprenderefiato.
Ginrichiuselaboccaestrinselelabbra.«Rompipalle.»
Mi diressi verso Maddy che stava ascoltando attentamente Akela parlare del ranch, della terra,
deglialberiedeifilmcheeranostatigiratisull’isola,einquellatenutainparticolare.Vennefuori
che uno di essi era Jurassic Park. Era affascinata: faceva domande, commentava cose imparate ai
corsi di botanica. Quando mia sorella parlava della scuola o di quello che studiava, mi sentivo
orgogliosissima. Adoravo sentirla snocciolare dati e dettagli su cose di cui probabilmente non
avremmo mai più parlato né rivisto. Ma il fatto che sapesse esattamente che cos’erano, quali
caratteristicheavevano,didov’eranooriginarie,seavevanoproprietàcurativeovenivanousatenella
medicinaolisticaeraimpressionante.
«Tuasorellasaunsaccodicoseperesserecosìgiovane»disseTai.
«Sì, è vero. Ho fatto in modo che fosse una studentessa modello da quando ha preso il diploma
dellesuperiori.Ioinvecemisonodiplomataafatica,facendoduelavorimentreandavoascuola.»
Taiannuì.«Socosavuoldire.Lamiafamigliasiesibiscedaquandoeropiccolissimo,maTinaha
fatto in modo che non interferisse con gli studi. Voleva che i suoi figli avessero delle opportunità
anchesenessunodinoihamailasciatol’isolapertrovarsiunlavoro.Ècomesenonvolessimofare
quelpasso.Viviamoperstareinsieme.»
Lo capivo benissimo. Indicai Maddy con un cenno della testa. «Io vivo e lavoro per lei, ma sto
cercando la mia strada. Ti farò sapere quando l’avrò trovata.» Lui ridacchiò. «Hai paura che non
incontreraimailatuaanimagemellaperchépotrebbenonviveresull’isola?»
Incurvòlespalle.«Dicontinuo.SoprattuttoadessocheTinahadettocheladonnadellamiavitaè
biondaehagliocchiverdi.Nonèunacombinazionecomunenelledonnedell’isola.»
Cipensaisu.Avevaragione.Hawaiani,samoanielamaggiorpartedeipolinesianinatiecresciuti
sull’isola erano scuri di pelle, di occhi e di capelli; esattamente l’opposto di quello di cui aveva
parlatoMasina.Taicontinuòaraccontarmiisuoitimori.
«Potrebbeessereunaturista.Esenonlaincontro?»
«Nonsuccederà.Accadràquellochedeveaccadere,Tai.Seguilacorrente.»
«Seguilacorrente»ripeté.
PiùtardiAkelaciportòsuunaspiaggiaprivata.Sitolselozainodallespalleediedeaciascunodinoi
un sandwich con tacchino e formaggio e una bottiglia d’acqua. Trovammo un posto all’ombra per
consumareilpranzo.
Maddyrimaseinpiediaguardarel’oceano.Miavvicinai,lemisiunbraccioattornoallespallee
appoggiailatestaallasua.«Staipassandounbuoncompleanno,bellezza?»
«Il migliore» disse con un sorriso e mangiammo guardando l’acqua azzurro chiaro. I pesci
guizzavanodentroefuorileconchiglieeicorallicheeranostatiportatiariva,desertafindovesi
potevaarrivareconlosguardo.«PensavochemagariMatteiopotremmovenirequiinlunadimiele.
Mipiacerebbefarglivederequestiposti.»
«Ah,sì?»Cercaidisembrareallegra,mailpensierodimiasorellachestavaperlegarsiinquel
modo a vent’anni mi irritava tantissimo. Non aveva ancora vissuto abbastanza per prendersi un
impegnodelgenere.
«Sì!»Lesiilluminòlosguardoegliocchisifecerodiunverdebrillante.«Potremmooptareper
unmatrimonioesotico!Nonhomoltiparentiesolopochiamici.Potrebbeesserefantastico.Chene
pensi?»
Me l’ero già immaginata con l’abito bianco, mentre percorreva la navata per sposare il suo
principe.Maddyeralamiaprincipessa.«Nonvuoiunmatrimonioingrande,conl’abitobiancoeil
resto?»
Scrollòlespalle.«Adirelaverità,piùchel’abitobiancohosemprevolutoilcamicebianco»disse
conunasmorfia,eiorisi.
Adesso aveva due obiettivi. Voleva ancora quel camice da laboratorio e su questo Matt non le
aveva fatto cambiare idea. Sposarsi era solo una cosa in più per lei. Dividere la propria vita con
qualcunoeramagnifico,maleiavrebbecontinuatoainseguireilsuosogno,quellopercuisierafatta
unmazzocosì.
«Mads, a dire la verità sono felice di sentirlo, tesoro. La cosa che mi spaventava di più della
propostadiMattnonavevanienteachefareconluinéconlatuaetà.Luièmeravigliosoesembra
chetiadori.»
«Ècosì.»
«Loso.Erosoloterrorizzatachestessipensandodigettarviatuttoquellopercuiavevifattotanta
faticaperfarelamoglieelamadre,enonlascienziata.Verràiltempodiesseremoglieemadre,ma
questacosadeldottorato…devifarlofinchéseigiovane.»
Maddy mi tenne stretta. Mi guardò seria. «Niente mi distoglierà dalla mia carriera. Matt sta
semplicemente incoraggiando tutte le cose che voglio. Solo che adesso ho qualcuno accanto per
condividerle.»
“Qualcunoaccanto.”
Quelleparolemitrapassaronocomeunalama.Sapevochenonleintendevainquelsensoecheè
necessariolasciarandarequalcunochehaicresciuto,mafacevaunmalecane.
«Siamosemprestatesolonoidue.»Ricacciaiindietrolelacrimeelesistemaiunacioccadicapelli
dorati.
Maddysospiròcomeseilpesodelmioaffettolaopprimesseanzichésollevarla.«Loamo.Voglio
stareconlui,manonvoglioperderequellochec’ètranoi.Saraisempremiasorella.Cavoli,seistata
più una madre che una sorella da che mi ricordo. È arrivato il momento che io prenda le mie
decisionidasola.Chefacciaimieierrori,miassumadeirischichenontiriguardano.»
«Tuttoquellochefaimiriguarda»risposid’istinto.
«Non dovrebbe essere così, Mia. Devi vivere la tua vita, adesso. Io sto bene. Certo, avrò ancora
bisognodiaiutoconletassescolasticheeungiornosaròingradodirestituirtitutto…»
«Non se ne parla proprio» sbottai, di colpo arrabbiata. «Essere in grado di mantenerti e
provvederealtuofuturoèstatoilfarochemihaguidata.Saperechetuavrestiraggiuntol’obiettivo
cheioavevofallitoèl’unicacosagiustacheabbiamaifatto.Èlasolacosachechiedo.»
«Questomimettetristezza.Vogliodipiùperte.»
Respiraiforte,lagolachiusaepericolosamentevicinaascoppiareinlacrime.Melastrinsialpetto
el’abbracciai.«Seisemprestatatuttoperme.»
«Loso.MaadessosposeròMatt,ediventeròsuacomeluidiventeràmio.Devifarloanchetu.»
Le parole della mia sorellina colpirono nel segno. Voleva che io trovassi un’altra persona che
rappresentassetuttoperme.Macomesipuòcambiareilpropriomododiesserecontantafacilità?
Non sapevo se ci sarei riuscita. Indipendentemente da dov’ero e da quello che facevo, mi sarei
semprepreoccupataperlei,avreipensatoaleieavreisentitolasuamancanza.Nonriuscivoneanche
aimmaginarechecosasarebbestatalamiavitasenonavessisemprepresolemiedecisionitenendo
contodeglieffetticheavrebberoavutosudileiesulsuofuturo.
Alla fine, capii che dovevo dirle qualcosa; era preoccupata per me. «Ci proverò, piccola. Ci
proverò.»
«Ètuttoquellochechiedo.»
«Andiamo, dobbiamo festeggiare ancora!» Le tirai i capelli e la presi per mano, camminammo
sullaspiaggiafacendooscillarelebracciacomequandoeravamopiccoleelaandavoaprenderea
scuola.Uscivoun’oraprimadileituttiigiornieaspettavofuoridallasuaclasseperportarlaacasa.
La mia sorellina era diventata grande. Frequentava l’università, aveva vent’anni e un fidanzato.
Nonavevabisogno,névolevachelasorellamaggiorelestessecolfiatosulcollotuttoiltempo.
“Eadessochecavolofaccio?”
Il resto del tour fu incredibile. Ci portarono in un punto da cui si godeva una vista fantastica della
Mokoli’iIsland,altrimentinotacome“Cappellocinese”.CidisserochelaparolaMokoli’isignifica
“piccolalucertola”.Secondoilmito,l’isolaerailrestodellacodadiunalucertolagiganteodiun
dragochefutagliataegettatanell’oceanodalladeaHi’iaka.Lacosamisembròstranissima,vistoche
alleHawaiinonc’eratracciadilucertole,comemispiegòlamiacoltissimasorellina.Ilsoprannome
“Cappello cinese” è chiaro a chiunque osservi l’isoletta che sembra fluttuare sull’acqua: sembra
propriouncopricapoconicotipicodell’Asia.
Dopolagita,TaieTaociportaronodaDuke’ssull’isoladiWaikiki,dovemangiammoall’aperto
gli hamburger migliori che avessimo mai assaggiato. La zona esterna era illuminata da torce di
bambùchedanzavanosuinostrivisifelicicreandoun’atmosferaintima.Guardammoilsolesparire
sottol’orizzontedell’oceano.Scesoilbuiosalimmoalpianosuperiore,dovec’eramusicadalvivo.
Noiragazzeballammotuttalasera.Gliuominiciguardaronoaffascinatimentrecimuovevamo
sulla pista con una certa disinvoltura. Era passato parecchio tempo dall’ultima volta che noi tre
eravamousciteinsiemeperrilassarci.
In quel momento, mi lasciai travolgere dalle emozioni. La tristezza di dovermene andare e non
vederepiùTai.L’angosciachemiassalivaall’ideacheWessimettesseconGina,anchesenonavevo
la minima idea di quanto fosse seria la loro relazione. L’inquietudine per il matrimonio di mia
sorellaeisuoistudi.Miresicontochetuttequellecoseeranoaldilàdelmiocontrollo.Nonc’era
moltochepotessifaresenonseguireilmiostessoconsiglio.LeparolecheavevodettoaTaipoche
oreprimacontinuavanoagirarmiintesta.
Seguilacorrente.
Eraquellocheavevodecisodifareperiltempochemirimanevadapassaresull’isola,eperil
restodell’anno.Erodecisaasalvaremiopadre.DecisaafarsìcheMaddiefinissedistudiareedecisa
ascoprirechecosac’erainserboperme.Avevoavutocosìpocotempoperpensareaimieidesideri
eaimieisognichenonsapevonemmenopiùqualifossero.Perseimesiavevopensatodidoveragire
einquellomel’erocavata.CredochestessicercandosoprattuttodifuggiredalNevada.Allontanarmi
datuttigliuominichemiavevanoferitanelcorsodeglianni.Fuggiredaunpadrecheavevafattodel
suo meglio ma non era mai stato in grado di prendersi cura di noi, costringendomi ad assumermi
tutteleresponsabilitàfindagiovanissima.
Maddyavevaragione.Dovevotrovareilmioobiettivonellavita.Qualesarebbestato?Checosa
avreivolutofaredellamiavitaallafinediquell’anno?Eracomesemistessiponendoladomanda
chetifannogliadultiquandoseipiccolo.Cosavuoifaredagrande?
Stavopercompiereventicinqueannienonavevolapiùpallidaideadicosavolevodalrestodella
miavita.
Eravenutoilmomentodiriflettereseriamente.
10
PrimachearrivasseiltaxiaprendereMaddy,sedettisulsuolettoelaaiutaiafareibagagli.«Ecco»
dissi porgendole una scatoletta hawaiana di legno opera di un artigiano locale, decorata con due
bellissimestrelitziedipinte.
«Cos’è?Unaltroregalo?»
«Be’,tecnicamentenontihodatounveroeproprioregalodicompleannoieri.Cosìtihopreso
questo,ancheperricordareigiornipassatiquiinsieme.»
Aprì la scatola: dentro c’erano una conchiglia e un pezzo di corallo rosa che avevo trovato
camminandosullaspiaggia.C’eraancheunsacchettocondentrounbraccialettod’orobiancocuiera
attaccatounciondolo:uncuoreconunaparolaincisa.
«Sorella?»Sorriseelosollevò,lasuperficielucidariflettélaluce.Lemostraiilpolsodoveavevo
unbraccialettoidentico.
«Adesso ogni volta che senti la mia mancanza o vuoi pensare alla tua sorellona, puoi mettere il
braccialettoericordarticheiotipensosempre.Epossiamoaggiungerealtriciondoli,completarlo
conpezzidelnostrofuturo.Dasoleeinsieme.»
Mi strinse tra le braccia, le lacrime a rigarle le guance. «Lo porterò sempre perché mi manchi
sempre.Tivogliobene,Mia.Seil’unicapersonasenzalaqualenonpossovivere.»
«Lostessovaleperme.»
Ci separammo al suono del clacson. Raccogliemmo le sue cose e ci dirigemmo alla porta.
AbbracciaiGineMaddyun’ultimavoltaeleguardaisaliresultaxi,chesiallontanò.
Unultimogiornosull’isolaconTai.Dovevofarsìchefosseindimenticabile.
Mentremipreparavoperl’ultimaseratasentiisquillareilcellulare.
«Pronto?»
«Ciao,bambolina!»LavocecaldaesensualediziaMilliemisalutòdall’altrocapodellalinea.
Feciungrossosospiroperesprimerletuttalamiafrustrazione.«Cihaimessounbelpo’.Stavo
iniziandoatemerechesareidovutatornareaLasVegasoinCalifornia.»
«Scusasenontihochiamataprima,mainrealtànonavevoancoraavutorichiestepergiugno,fino
aoggi.»
Quell’ammissionemiprovocòunafittaditerrore.Nonpotevostarmeneafarnienteperunmese.
DovevorestituireisoldiaBlaineoppurequelloavrebbeuccisomiopadreedatolacacciaaMaddy.
«Questa cosa mi spaventa a morte, Millie. Che cosa significa? Nell’ultima mail dicevi che ero
prenotatapertuttol’anno.»
«Esatto,trannegiugno,allora.Manoneropernientepreoccupata,tesoro.Avreipotutobenissimo
chiamareunpaiodeituoiultimiclientielorononsisarebberofattipregare.Quelfrancese,Alec,mi
hadettocheavrebbepresoqualunquemesefossestatoannullato.»
«Davvero?»BisognavacheneparlassiconAlec,subito.
«Ti stupisce? Non è l’unico. Il primo di cui eri tanto entusiasta, Wes. Ha detto di chiamarlo se
fossero sorti problemi di soldi o se avessi bisogno di aiuto. Interessante come i primi due clienti
sianotantopreoccupatiperte.»
Interessante,giusto,mainquelmomentononavevovogliadipensarci.Feciungransospiroefinii
dimettermiilmascara.«Allora,dovevadoquestavolta?»
Millierimaseinsilenziounattimo.«Be’,questoèl’aspettonegativo.NientedisimilealleHawaiie
purtroppononpossogarantirtiunmacho.Lasituazionepotrebbesembrareunpo’disgustosa,mati
promettochenondeviandarcialetto,eluièuntipoveramenteaposto.»
«Aiuto,èbrutto?»Immaginaiunuomoenormeconlapanciael’alitochepuzzavadibirra.
«No,perniente.Pensochesiabellissimo.Ciandreialettosubito,io.»
«Aspetta un attimo. Ci andresti a letto? Non hai mai detto niente del genere di nessuno dei miei
clienti.Haisemprelasciatointenderecheavreipotutoscoparmelisenzaconseguenze,soprattuttoper
guadagnaredipiù,manonhaimaifattoallusioniall’eventualitàchetuavrestifattolostesso.Cosac’è
sotto?»Eroagitatissima;miservivaassolutamenteunadosedicoraggio,informaliquida.Andaiin
cucina, tirai fuori la bottiglia di rum, me ne versai un bicchierino e lo buttai giù, poi diedi un bel
morsoaunafettadiananasfresco.Erabuonissimo,ovviamente.Mileccailelabbraemeneversaiun
altro.«Haiintenzionediparlarmeneocosa?»
«Be’,nonèarzillocomeinostrisoliticlienti.»
Oh, no. Mi lasciai sfuggire un gemito, mandai giù un altro bicchierino di rum e finii la fetta di
ananas.Ilrumfunzionò,misentivogiàpiùrilassata.«Sputailrospo,ziaMil.»
«QuantevoltedevodirtidichiamarmiMsMilan?»
«Staitergiversando…»
«Senti, che ne dici se ti mando una mail» propose con quel tono zuccheroso che con me non
funzionavamai.
«Chenedicididirmiquellochehobisognodisapereprimachesalgasuunaereoeportiilmio
belculettoaLosAngeles,perlaprecisioneallaportadicasatua?»
Feceunversodidisapprovazione.«Evabene,èpiùvecchio.»
«Unnumero,Millie.Quaranta?Cinquanta?»
Sentiiunrumorecomesestesserisucchiandol’ariatraidenti.«Forsecinquantanoveosessanta.»
«Che schifo! Sul serio? Sarà un guardone, eh?» Ragazzi. Proprio quando questo lavoro
cominciava a piacermi, mi beccavo un vecchio sporcaccione. «Probabilmente avrà un complesso
paternoall’incontrario.Chestrazio.»
«Lo so, lo so. Ma è stato molto carino al telefono. In sostanza, vuole una donna del tuo calibro
perché compaia in società al suo fianco. A quanto pare, se sei un riccone di Washington, DC , devi
averecometrofeounaragazzasexy.Habisognodicoltivarerelazioniconvarisenatorieinvestitori
e gli serve un’accompagnatrice graziosa. Da quel che ho capito, è impegnato a fare pressioni per
raccogliere sostegni riguardo a un edificio governativo storico e bla bla bla. Ha qualche
importanza?»
«No.Miservonoisoldiaprescindere.Finchénonpensadipotersiinfilarenelmioletto,amesta
bene. L’hai chiarito questo, giusto?» Sentii in bocca un sapore acido che mi fece venir voglia di
sputare. «È più vecchio di papà!» Rabbrividii, cercando di scrollarmi di dosso la sensazione di
nausea.
«Guarda,adireilveroèstatoluiachiarirloame.Hadettodinonsaperechegenerediservizi
fosseroinclusineltuoruolodiescort,machenonavrebbeaccettatonessunaoffertasessuale.»
«Bene, questo è un sollievo.» Lo dissi in tono neutro, ma per la verità mi sentivo enormemente
sollevata.Saperecheavreipassatounmesesenzasessononerailmassimo,masareisopravvissuta.
Probabilmente. Forse. Eh no, mi sarei accertata di avere delle pile di scorta per il mio amichetto a
batteria.
«D’accordo,timandoidettagli.SichiamaWarrenShipley.»
«Ilnomemièfamiliare.»
«Dovrebbe.SuofiglioèilsenatoredellaCalifornia.»
«Staischerzando?!Quellosìcheèfigo.Ilpiùgiovanesenatoredellastoriaatrentacinqueanni?»
«Centro,bambola.El’ultimavoltachehocontrollato…erasingle.»
Il figlio sì che aveva dei numeri. Ricordavo di aver messo una crocetta vicino al nome Aaron
Shipleyediavervotatoperluialleultimeelezioni,nonsoltantoperchéerafigo.Ecomunqueloera:
alto,capellibiondoscuroeocchicastanidallosguardogentile.Eilmodoincuiportavailcompleto
spingevaunadonnacomemeapensareatuttiimodipossibiliincuipoterglielolevaredidossoin
duevirgolacinquesecondinetti.
«Mandamiidettagliviamail,escoacenaconTai.»
«Tai?Echiè?»chiesechiaramentesconcertata.
«Unsamoanopeccaminosoesexy.Ciaociao,zietta!»
Tai mi afferrò la mano non appena venne a prendermi e continuò a tenermela mentre salivamo
sull’auto, scendevamo ed entravamo nel ristorante, e finché non arrivammo al tavolo. Era
chiaramenteindifficoltà.
«Ehi,ragazzone,possoriaverelamiamano?»Lamollòcomesescottasse.Misporsiversodiluie
gliaccarezzailagrossacosciamuscolosa.«Rilassati.Andràtuttobene.»
Luiscosselatesta.«Comefaiadirlo?Domanitenevai.»
«Sì,loso.Perciògodiamocilaserata,chenedici?»
Chiusegliocchierespiròpiano,poiconcentròl’attenzionesudime.«Mia,èsoloche…nonho
mai conosciuto una donna come te. Mai. Sei divertente. Intelligente. Bella.» Si chinò verso di me:
«Unatigrealetto…».Siinterruppe.Ibellissimiocchiscurieranopienidinostalgia.Riprese:«Nonso
comeesprimerequellocheprovo».
Gliripresiiolamanosoprailtavolo.«Anchetumimancherai.Piùdiquantovoglioammettere.»
«Propriocosì»disse.
«E ci terremo in contatto per telefono, messaggi, mail. Mi racconterai tutto quello che succede
nella tua famiglia, sul lavoro e durante gli spettacoli. Mi manderai video di ogni nuovo numero
fantasticochehaiimparatonelladanzadelfuocoeio,be’…nonsocosatimanderò.Probabilmente
selfiementrefacciocosestupideinpostiqualunque.»
Tai gettò indietro la testa e rise di cuore. Una risata così spontanea che mi riempì di gioia. Mi
sporsiversodiluielobaciaisullaguancia.
«Rimarremoamici?»chieseesitante.
«Imigliori»confermai.
A quel punto il gigante batté le mani tutto contento e spinse indietro la sedia. «Ordino dello
champagne! Dobbiamo festeggiare la tua ultima sera!» Nell’alzarsi, urtò la sedia e la fece cadere.
Sfortunatamente proprio in quel momento stava passando una cameriera con un vassoio carico di
bicchieri di vino. Inciampò nelle gambe della sedia e perse l’equilibrio. Tai cercò di prenderla al
volo,finendoperterraconleisopra.
Nellaconfusionevidiunasediarovesciata,deilunghicapellibiondielemaniscurediTaichele
circondavanolavita.Leisimiseinginocchioelagonnalerisalìsullecosce.Luicercòdiaiutarlaa
recuperare l’equilibrio. Stavo per intervenire quando la vidi in faccia. Era di fronte a me, e Tai la
stavaguardando,sdraiatosulpavimentoaimieipiedi.Leiarrossì,poisiscostòunacioccadicapelli
dal viso e fu in quel momento che notai gli occhi verdi. Si era morsicata il labbro inferiore,
ferendosi,eTaileappoggiòunditosultagliettoperfermareilsangue.
Tai rimase a fissarla per un pezzo. La ragazza non muoveva un muscolo, concentrata su di lui.
Tutto quello che li circondava sarebbe potuto scomparire e loro non se ne sarebbero accorti: era
come se fossero in trance. Quando Tai le mise una delle sue grandi mani sulla guancia e lei vi si
appoggiòconungestoinconsapevole,alloracapii.«Staibene,raggiodisole?»
Raggiodisole.
Per la miseria. Era lei. Capelli biondi, baciati dal sole. Occhi verdi del colore dell’erba appena
tagliata.El’avevachiamataraggiodisole.
Miportailemanialpettoerimasiinsilenzio,osservandolascenachesisvolgevadavantiame
comesefosselamiastoriad’amore.
«Ehm,scusa»disseleiintonoimbarazzato.
Tai le sfiorò il labbro inferiore col pollice. «Stai sanguinando.» Lei tirò fuori la lingua per
leccarsi la ferita e finì per leccare il dito di Tai. Sussultarono all’unisono, solo che Tai fece quel
verso di gola da maschio alfa che amavo tanto. Lo osservai mentre lo sguardo gli si riempiva di
desiderio e lei non gli staccava gli occhi di dosso, premendogli le mani sulle spalle in un gesto
automatico.Eraanchemegliodiunfilm,perchéstavasuccedendodalvivo.Accidenti,avreivoluto
averedeipopcorn.
Finalmenteladonnasiscosseecercòdirimettersiinpiedi.Taisialzò,tenendolatalmentestretta
alpropriocorpogigantescochequandosiraddrizzòlasollevòconséedovettelasciarlascivolare
giù per farle mettere i piedi sul pavimento. Si lasciò sfuggire un gemito che conoscevo bene: era
eccitato.Avreivolutotirarepugniinariaelanciaregridolinientusiasti.L’attrazioneerainnegabile.
Sitennerostrettiqualcheistante,poileisiscostòeabbassòlosguardo.«Merda»disseguardando
ilcasinochec’erainterra.«Avreidovutofareattenzioneadovemettevoipiedi.Milicenzieranno.»
Letremòillabbroinferioreelesiriempironogliocchidilacrime.
Mialzaieintervenni.«Oh,grazieMiss.Nonvolevamofarlecadereilvassoio.Pagheremonoii
danni.»Arrivòildirettoreconun’espressionedimalcelatairritazione.
«Graziealcieloèqui,signore.Questadonnaèstatabravissimaaevitarediversareaddossoalmio
amicotuttoilvassoio.Avolteècosìgoffo,veroTai?Tiseialzatodiscattoehairovesciatolasedia
propriomentre…»Schioccaileditarivoltaallacamerieraperchémidicessecomesichiamava.
«Amy»dissedocilmente.
«…Amystavapassando.Avrebbepotutofardelmaleaqualcunosenonfossestatacosìagilenel
tentativo di scansare il mio amico, riuscendo a non rovesciare il vino sulle persone qui intorno.
Consiglieremoilvostrolocaleatuttiinostriamici.»
«Ah,benesì.Grazie.Assumiamosoloilpersonalemigliore.Bellavoro,Amy.Faròinmodoche
unragazzosistemiquimentrevoitornatealtavolo.»
Amymiporselamano.«Grazie»disseconespressionediscuse,maallafinfinelacolpaeradi
Tai.
«Nonc’ènientedicuiscusarsi.IosonoMiaequestoragazzonequièilmioamicoTaiNiko.»
«Vuoidirechenonsieteunacoppia?»Sicoprìlaboccaconlamanocomesequelladomandale
fossesfuggita.
Sorrisi e guardai Tai, ma lui aveva occhi solo per Ms Amy. «No no. Però siamo buoni amici e
domaniioriparto.Sonosicurachetifarebbepiacereavereunnuovoamico.Viviquidamolto?»
Fece segno di no con la testa. «Sono arrivata questa settimana con mio padre. Non volevo che
venisse da solo, e siamo soltanto noi due, perciò eccomi qui. Non conosco ancora nessuno.»
Raccolseilvassoioediversipezzidivetrofinchénonarrivòl’aiutocameriereafinireillavoro.
«Bene,adessotuconosciluieluiconoscete.Haiquiiltelefono?»Socchiusegliocchietiròfuori
uniPhonedallatascaposteriore.Glielopresi,aggiunsiTaicomenuovocontattoeglimandaiunSMS.
SiudìilsuonodiunmessaggioeTaipreseinmanoilcellulare.
«Adesso Tai ha il tuo numero. Ti chiamerà domani.» Tai fece per aprir bocca ma io gli lanciai
“l’occhiata”,quellachemettevastrizzaatuttigliuomini,escelsesaggiamentedistarsenezitto.Amy
guardò me, poi Tai, poi di nuovo me. «Ti piace fare surf?» le chiesi, consapevole che c’era poco
tempoperlechiacchiere.
Leisistrinsenellespalle.«Maiprovato.»
Miilluminaielastrinsialmiofianco.«Nonèincredibile,Tai?Amynonhamaifattosurf,evuoi
sapereunacosa?Taièunistruttoredisurf.»
«Davvero?Sembradivertente.»Sispazzolòlagonnaesistemòilgrembiule.Tainonsmettevadi
fissarla. «Devo andare. Sarebbe fantastico avere un nuovo amico. E sono davvero dispiaciuta di
essertivenutaaddosso.»
Tai si mise le mani in tasca e si dondolò sui piedi, fingendo indifferenza. «Puoi farti perdonare
uscendoconmedomanisera,dopocheavròportatoMiaall’aeroporto.»
Ovviamente Tai non sapeva che il mio piano di fuga non prevedeva di salutarsi di persona. Gli
occhidiAmysiilluminarono,diventandodiunverdeincredibile.«Aspetteròlatuachiamata,Tai.»
Arrossìesivoltòperandarsene.
«Oh,ehiAmy!»lachiamai.Sigirò.«Unadomanda.Cosanepensideitatuaggi?»
Siavvicinòemisussurròqualcosaall’orecchio.Poimiringraziòesidiressealbarperprendere
altre bevande da portare ai suoi tavoli. Grazie a Dio eravamo alle Hawaii e non in qualche posto
spocchiosodiNewYork,doveciavrebberobuttatifuoriperchétrattenevamolacamerieraaparlare
divassoirovesciatiebicchierirotti.Quilagentesifacevagliaffarisuoi,limitandosiadaggirarei
frammentidivetromistiavino.
Taieiotornammoasedere.
«Allora,questochampagne?»gliricordai.
Unlampocupogliattraversòlosguardoepraticamentegrugnì:«Checosatihadetto?».
«Deitatuaggi?»
«No, del papa. Certo, dei tatuaggi.» Sembrava nervosissimo, il che era ben strano visto che da
quandoloconoscevoTaierasempreparsoperfettamenteaproprioagio…apartequellanottefolle
incuimiavevapresafinoafarmiperdereisensi.
Misporsiversodiluiconariadacospiratriceemiguardaiattornoperesseresicurachenessuno
cisentisse.«Lepiaccionodamorire.Dicechelaeccitano.Esentiqui…»siavvicinòcosìtantochele
mielabbraglisfioravanol’orecchio«…Halapartesinistradelcorpocompletamentericopertadi
tatuaggi.Anchesenonsonotribali.»Mimisicomodasullasediaemigodettilosguardofameliconei
suoiocchi.«Ramifioritidiciliegioconbocciolieramoscellichelesiallunganosullaschiena,fino
alsedere.Sexy,no?»
Allargòlenariciefeceunpaiodirespirilentieprofondi.«Assolutamentesexy,daimpazzire.»
«Immaginavocheavrestiapprezzato.»
«Emelastaiservendosuunpiattod’argento.Nonèstrano?»
«Perché?»
«Perché è un mese che scopiamo.» Il suo ragionamento non faceva una grinza, ma non me ne
importavasepensavachefossipazza.Avevabisognodiqualcunoeallasvelta.Inoltre,eroconvinta
chefosseladonnadicuiavevaparlatoMasina.
«Sì,efiniràstasera.Misaluteraiconunanottechenondimenticheròeiofaròaltrettanto,edomani
comincerailatuanuovavita.Lehaivistoicapelliegliocchi?Èladonnaperte!»
«Nonpuoisaperlo.»
«Mistaidicendochenonhaiprovatonientequandotièprecipitataaddossoelehaimessolemani
sullecosce,sullavita,sulleguanceesullelabbra?»
«No,nonpossodiredinonaverprovatoniente.»Socchiusegliocchiescoppiòariderementreio
esultavo.
«Sono così felice per te!» dissi facendo un balletto sulla sedia. «’fanculo la cena, ordiniamo il
dessertelabottigliadichampagnechehaipromesso!»
«Èlatuaserata,ragazza.Edomanièilfuturo.»
Eraunbenecheavessipensatodifarelevaligieprimadicena.Taicredevacheilmioaereopartisse
lasera:gliavevodettocheeraalleotto,maquellochenonsapevaerachesitrattavadelleottodel
mattino.Ioegliaddiisemplicementenonandavamod’accordo.
Tirai fuori il pacchetto che mi ero fatta preparare vicino al negozio in cui avevano realizzato i
braccialetti per Maddy e per me. Misi sul bancone l’immagine incorniciata del simbolo hawaiano
dell’amicizia.Quandoerouscitadallagioielleriaavevovistoun’artistalocalechestavadipingendo.
Le avevo chiesto del simbolo; lei sapeva esattamente cosa volevo e l’aveva dipinto. Ai miei occhi
inespertiassomigliavaaunagrandeLcorsivaconsvolazzipiùampialleestremità,ederaaltocirca
dieci centimetri. Sotto il simbolo avevo disegnato io un cuore con un pennarello nero, e accanto
avevoscrittoilmionome.Poil’avevofattomettereinunapiccolacornicetridimensionalequadrata
di13centimetriperlato.
L’ultimacosachetiraifuoridallamiaborsafulacartadalettere.ScrissicosìalmioTai,sedutasu
unosgabello:
Tai,miopeccaminososamoanosexy…
Grazie per avermi regalato uno dei mesi più belli della mia vita. Mi hai riempita di così tanta gioia, risate e
piacere… Non potrò mai dimenticarti. E nemmeno lo voglio. Quando sono arrivata qui ero giù di morale per un
saccodicose.Lamiafamiglia,lemierelazionieilmiolavoro.Tuhaicambiatotutto.Conunastrizzatad’occhioe
unsorriso,haiscacciatoilbuioeportatolaluce.Lalucedelsole.
Duranteilmiosoggiornoquihoimparatoagoderelecosecosìcomevengono.A“seguirelacorrente”.Aviverela
vitaeacoglierel’attimo.Possodiresinceramentechecontemisonodivertitacomenonmisuccedevadatempo.Mi
haifattoricordarechesonogiovaneehoancoratuttoiltempodelmondopercapirecomesaràilmiofuturo.So
chedesideritantoincontrareladonnadellatuavita,edentrodimecredochetul’abbiatrovata.Chiamalointuito
femminile.Lecosesuccedonoperunaragione,anchesemagarinonsappiamoqualè.
Sono felice di averti conosciuto già il primo giorno. Ogni momento passato con te è stato un’esperienza nuova,
un’avventura.Grazieperavermelaconcessa.Sonotristediandarmeneesentiròterribilmentelatuamancanza.Ti
prego,fattisentire.
Latuaragazza,
~Mia
Comealsolito,erosgattaiolatafuoridallettodiTai,avevoscrittoilbiglietto,lasciatoilregaloe
mierodirettaaltaxichemiaspettavasenzasvegliareilmiostallone.Michiedevocosamiattendesse
a Washington, DC , con Mr Warren Shipley, nel circolo dei ricchi, della politica e – non
dimentichiamolo – dei vecchi. Chi lo sa. Magari sarei riuscita a conoscere il figlio strafigo, il
senatoreAaronShipley.Altrimentiamen.Avreipresocentomilasacchiperfarelapollastrella-trofeo
albracciodiunanzianochenonvolevafaresesso.EseeracomeTonyedHector,segretamentegay?
Sarebbe stata un’incredibile coincidenza. No, c’era qualcosa di poco chiaro nel fatto che un uomo
riccoedibell’aspettovolesseunaescort.C’eranotonnellatedivipereansiosedidarlaaunvecchio
pienodigrano.Nonavevabisognodisganciaretuttiqueibigliettoniperunaescortquandoavrebbe
potutoaverequalunquedonnagratis.
DecisidiadottareilconsigliocheavevodatoaTai,seguilacorrente,emimisicomodasulsedile
dell’aereo.Miaddormentaiesognaiscalinatebianche,simbolifallicinelcieloeunpresidentemorto
dimarmochesedevasilenziososullasuasediatenendod’occhiounacittàdicemento.