Potere - Infoteca

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marocco
Potere
rosa
Contraddicendo gli stereotipi che le vogliono
relegate ai margini della società, le donne
maghrebine stanno assumendo un nuovo
protagonismo. Come dimostrano le storie di
tre marocchine che, in settori diversi, stanno
influenzando cultura e costume del loro Paese
Alessandra Abbona
«A
bbiamo fatto in cinquant’anni ciò che l’Occidente ha fatto in un secolo e mezzo». A parlare, riferendosi
ai progressi della condizione della
donna in Marocco, è la sociologa
Soumaya Nâamane Guessous, 56
anni, docente all’Università di Casablanca e autrice di un saggio sulla
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sessualità femminile che ha infranto
i tabù della società marocchina. Caso editoriale unico nel suo genere,
Au-delà de toute pudeur (Oltre ogni
pudore), pubblicato la prima volta
nel 1988 dalla casa editrice Eddif
di Casablanca, ha avuto 14 edizioni
per oltre 70mila copie vendute. Un
successo straordinario per un’opera
dedicata a tematiche non facili in
Marocco, dove il tasso di alfabetiz-
zazione è cresciuto solo negli ultimi
decenni e l’editoria non è un settore
sviluppato.
Insignita della medaglia del merito
culturale dell’Ordre de Commandant
dal re Mohammed VI e della Legione
d’Onore della Repubblica francese,
Nâamane Guessous è una ricercatrice appassionata e militante che, per
prima in Marocco, ha saputo parlare
di tutto quello che è hchouma, un
concetto traducibile con pudore e
vergogna, ovvero quello che una
donna non dovrebbe dire e fare.
Parlare di verginità, piacere femminile, educazione sessuale, menopausa e andropausa, pianificazione
familiare, ma anche di diritti, della
Moudawana (il nuovo codice di famiglia entrato in vigore nel 2004), di
partecipazione politica («quote rosa»)
e di libertà in modo esplicito non era
mai stato fatto in Marocco. La batta-
In apertura, Choumicha Acharki, giornalista.
Sotto, Zoubida Charrouf, docente di Chimica
all’Università di Rabat.
gliera sociologa lo fa invece da anni:
nelle aule universitarie, nei suoi libri
(Printemps et automne sexuel, sulla
pubertà e la menopausa, e Grossesses
de la honte, sulle ragazze madri), sui
giornali e in televisione.
CADONO I TABÙ
Sul Marocco di oggi dice: «Le donne
sono maggiormente scolarizzate e
sempre più occupano posti di responsabilità, integrandosi in tutti i
settori della società. Personalmente
sono contraria al velo, ma devo dire
che sono anche le donne velate a far
parte di questo percorso di emancipazione». E sul nuovo codice di famiglia: «La Moudawana è una riforma rivoluzionaria, una piattaforma
democratica ed equa per difendere i
diritti delle donne e dare loro spazio
nella coppia, anche se talvolta non è
totalmente applicata, con problemi e
differenze tra tribunali». Sull’educazione sessuale: «È ancora tabù perché si fa confusione tra educazione
e pratica sessuale. L’educazione dà la
possibilità di rispettare la dignità del
proprio corpo e del corpo dell’altro.
Si dovrebbe iniziare in casa e poi a
scuola, e ci vorrebbe meno ipocrisia
in merito». Parla chiaro e forte la
studiosa, figlia di un libraio esponente della resistenza marocchina e
sposata a un medico e antropologo
che collabora attivamente alle sue
ricerche. Sulla società marocchina
ha un’opinione precisa: «Sono le madri che educano gli uomini di domani. Solo rompendo questo modello di
educazione patriarcale da parte delle
donne, si ha il cambiamento della
società».
Chi impegna da sempre tempo e
competenze per l’emancipazione
femminile, in particolare delle donne
rurali, è Zoubida Charrouf, docente
di Chimica alla facoltà di Scienze di
Rabat, 58 anni, 3 figlie e animatrice
di decine di cooperative femminili
legate alla produzione dell’olio di argan. Originaria di un douar (accampamento nomade) presso Sidi Slima-
ne, da bambina combatté contro il
padre che non voleva farla studiare.
«Non potevo accettare - ricorda - che
i miei fratelli potessero imparare e io
no». Di fronte alla sua insistenza, il
padre cedette e lei ottenne il permes-
so di iscriversi a scuola. Così diventò
la migliore allieva, bruciando le tappe fino all’università, con dottorati
in Francia e in Marocco. Sostenuta
dal marito (che sottolinea: «non è
come la maggior parte degli uomini
LA LEGGE
Dal 2004 più diritti alle donne
N
el 2004, il Marocco ha dato il via a una riforma del codice della famiglia (Moudawana), diventando il secondo Paese del mondo arabo, dopo la Tunisia, ad aver
adottato misure in favore delle donne. Grazie all’iniziativa di un forte movimento popolare,
con l’appoggio del re Mohammed VI, le donne hanno ottenuto maggiore eguaglianza.
Il codice di famiglia, inoltre, per la prima volta fa riferimento alle convenzioni internazionali sui diritti dei minori, che il Marocco ha ratificato, contribuendo a percorsi di
maggiore tutela e responsabilità nei confronti dei figli.
Sono numerose le novità introdotte dalla Moudawana. La poligamia, ammessa
dall’islam, pur restando autorizzata, diventa più difficile. La donna ha diritto a includere
nel contratto matrimoniale la condizione per cui il marito si asterrà dal prendere altre
mogli. La poligamia deve poi essere autorizzata da un giudice, che la ammette solo nei
casi in cui: c’è una giustificazione eccezionale e obiettiva; la prima moglie acconsente;
l’uomo ha sufficienti risorse per sostenere le due famiglie.
Nel codice, l’obbligo dello sposo di soddisfare i bisogni della moglie, e quello della moglie
di obbedire al marito, sono stati rimpiazzati dall’obbligo dello sposo di soddisfare i
bisogno della famiglia e dal diritto dei due sposi di gestire congiuntamente gli affari
familiari. Viene richiesto che le coppie chiedano il divorzio davanti a una corte di giustizia. La semplice lettera di ripudio stabilita davanti a un responsabile religioso non è
più sufficiente. In caso di divorzio, il genitore che ottiene la custodia dei figli conserva
il domicilio familiare.
L’età minima legale per il matrimonio passa da 15 a 18 anni e una donna può sposarsi senza il consenso dei genitori. La fedeltà della donna verso il marito, principio
tradizionale del diritto matrimoniale musulmano, viene modificato: mentre il vecchio
codice faceva della fedeltà della moglie «il primo diritto del marito», il nuovo prescrive
marzo 2011 Popoli 45
una «fedeltà reciproca».
marocco
marocchini»), ha saputo conciliare
vita familiare e accademica e, proprio dalla sua attività di ricercatrice
per la valorizzazione dell’albero di
argan, sono nati i progetti delle
cooperative femminili del sud marocchino.
Sono centinaia le donne coinvolte nei
progetti di Zoubida - in gran
Zoubida Charrouf
parte vedove o
come ricercatrice
divorziate e con
ha saputo
scarsi mezzi valorizzare
che sono state
le proprietà
a lfabet i zzate,
dell’albero di
argan. Da qui sono hanno messo
a frutto il lonati i progetti
ro savoir faire
delle cooperative
nella produziofemminili del
ne del pregiato
sud marocchino
olio, imparato a
gestire risparmi per mandare i figli
a scuola. Un impatto considerevole
nelle regioni berbere del sud, dove
l’albero di argan è l’unica fonte di
guadagno e dove chi lavorava erano
le donne, mentre a incassarne i proventi erano gli uomini. Dividendosi
tra conferenze all’estero, la cattedra
a Rabat e frequenti trasferte nella
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nali), dialogando in darija, l’arabo
dialettale marocchino, Choumicha
illustra i saperi femminili culinari
del Maghreb. Da sempre l’affianca il
marito Karim, suo manager e partner sul lavoro, del quale dice: «Mi
segue nella vita professionale e mi
supporta in quella privata. Quando io sono in viaggio per girare il
programma è lui che resta a casa
per seguire i nostri figli e viceversa.
Condividiamo tutto».
Viaggiando per il Paese, incontra
donne depositarie della cultura gastronomica locale e le segue nella
preparazione di piatti fondamentali.
Con i modi semplici di chi sa rapportarsi rispettosamente agli anziani in
contesti rurali, Choumicha ha creato
un canale affettivo con i milioni di
nuovi cittadini europei originari del
Maghreb che vivono con nostalgia la
loro dimensione trans­nazionale.
regione del Sousse, la professoressa Conscia dell’impatto sentimentaCharrouf (premiata con il Trofeo del- le sulla memoria che suscita sia
la solidarietà dal re Mohammed VI), nelle telespettatrici in Marocco sia
da oltre dieci anni è un riferimento nella comunità espatriata, spiega:
per centinaia di donne delle zone «Quando le incontro è un momento
rurali, che grazie a lei sono diventate molto toccante: abbiamo tante cose
da raccontarci e si creano quelle
padrone delle proprie vite.
relazioni generose tipiche del popolo marocchino. Apprezzano il mio
TRADIZIONE E TELEVISIONE
Appartenente a un’altra generazione, impegno per la cucina marocchiquella che beneficia delle conquiste na e per l’immagine del Marocco
fatte da donne come Soumaya e che diffondo all’estero». Certo è che
Zoubida, è Choumicha Acharki, 38 Choumicha tiene compagnia a quelle
anni. Choumicha significa «piccolo donne emigrate che restano a casa,
sole» e, nomen omen, non le fa torto mentre marito e figli sono al lavoro
la definizione di astro nascente della e a scuola: la lingua materna, le ritv marocchina. Bella, preparata e cette della tradizione, i panorami del
a suo agio in video, è entrata nei cuore sono una piccola pillola per
salotti del Marocco, così come nelle curare il male del sentirsi lontano
case dell’estesa galassia arabofona dal luogo natio.
che va dall’Europa al Medio Oriente, Soumaya, Zoubida, Choumicha: tre
con due programmi dedicati alle tra- percorsi diversi per tre donne che
rappresentano, ognuna
dizioni gastronomiche
a modo proprio, il volto
nordafricane sull’emit- Bella, preparata
di un Marocco in movitente satellitare maroc- e a suo agio in
china 2M.
video, Choumicha mento, ricco di risorse
umane e intellettuali.
In Ch’hiwates m’âa è entrata
Il volto di un Marocco
Choumicha (Delizie con nei salotti
sempre più declinato al
Choumicha) e Ch’hiwa- del Marocco
femminile.
tes Bladi (Delizie regio- così come
nella galassia
arabofona che
va dall’Europa
al Medio Oriente