Il Grande Oriente partecipa al progetto di pace

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Il Grande Oriente partecipa al progetto di pace
Periodico informativo culturale
Anno VI - Numero 18 - 31 ottobre 2004
Bollettino
d’informazione
del Grande
Oriente d’Italia
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http://www.goiradio.it
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sommario
2
speciale terzo
anniversario undici
settembre
il sindaco di new york
risponde al gran
maestro
“grazie per la sua
partecipazione e
solidarietà”
2
speciale xI
convegno della
massoneria toscana
nel febbraio 2005 una
tavola rotonda sulla
riforma dell’Onu
presiede fausto pocar
il grande oriente
partecipa al progetto
di pace
3
speciale columbus
day
diario di viaggio/il
venerabile tenella
racconta la “missione”
dei fratelli pesaresi
nella grande mela
il grande oriente
sfila nella fifth
avenue
4
attività grande
oriente d’italia
goi international
austria, serbia
notizie dalla comunione
firenze, livorno,
siena, trieste,
venezia, villanova
d’albenga
il gran segretario
informa
6
rassegna stampa
cronache da san
marino
don paolo renner
intervista il gran
segretario giuseppe
abramo
cronache dalla
romania
8
storia e cultura
casa bianca,
compasso, squadra,
pentacolo (“la stampa”)
il crollo dell’impero
astro-ungarico e il
complotto massonico
(di anna maria isastia)
10 accade fuori
i nemici senza nome
del cardinale martino
(di aldo chiarle per
“l’avanti”))
11 bando premio treves
immagine: fratelli del
grande oriente d’italia
mentre sfilano alla
parata del columbus
day di quest’anno
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Erasmo Notizie 18/2004
terzo anniversario undici settembre
speciale
Il sindaco di New York risponde al gran maestro
“Grazie perla sua partecipazione e solidarietà”
ono stato onorato di ricevere la sua lettera nella quale esprime
la sua solidarietà agli abitanti di New York. Anome di tutti i
newyorkesi, grazie per la sua partecipazione e umanità».
Sono queste le frasi di ringraziamento più significative inviate dal sindaco di New York, Michael R. Bloomberg, al gran maestro Gustavo
Raffi che, in occasione del terzo anniversario dell’Undici Settembre,
aveva espresso la vicinanza dei massoni italiani al popolo americano.
Analoga comunicazione era stata trasmessa al presidente degli Stati
Uniti, George W. Bush, ed al gran maestro della Gran Loggia dello
Stato di New York, Edward R. Trosin.
Bloomberg aveva immediatamente ringraziato anche negli anni precedenti. «Nei tre anni trascorsi dall’11 settembre 2001 - ha scritto in
questa occasione - tutti noi abbiamo imparato a vivere in un contesto
nuovo e meno sicuro. Anche le nostre attività più consolidate, le azioni di ogni giorno, sono state viste sotto un’altra luce. In questo cambiamento abbiamo scoperto nuovamente il significato dei valori senza
tempo del coraggio, della fede e della comunità. Essi ci guidano nell’andare incontro alle sfide di ricordare, guarire e costruire».
«Riflettendo su quel tragico giorno - si legge ancora nel testo - il
tempo si ferma per tutti coloro che hanno vissuto l’Undici Settembre,
specialmente per chi, quel giorno, ha perso i loro cari».
«Impegniamoci affinché oggi, domani e tutti i giorni che verranno - ha
concluso Bloomberg - sia possibile comportarci con la determinazione, il coraggio e la grazia degli degli eroi dell’Undici Settembre.
Ancora grazie per il suo pensiero».
xI convegno della massoneria toscana
Nel febbraio 2005 una tavola rotonda sulla riforma dell’Onu. Presiede Fausto Pocar
Il Grande Oriente partecipa al progetto di pace
el febbraio 2005 il Collegio circoscrizionale dei maestri venerabili della Toscana realizzerà a Firenze il tradizionale convegno della massoneria toscana che, con il contributo di studiosi
interni ed esterni al Grande Oriente d’Italia, affronta da undici anni temi
di grande attualità in rapporto a natura e scopi della libera muratoria.
I Valori Universali e la Riforma dell’Onu è il tema scelto per questa
edizione che rientra nell’ambito di una nuova iniziativa permanente
della Comunione toscana intesa ad approfondire il significato e l’applicabilità dei “valori universali” storicamente validi ad un autentico sviluppo della comunità civile. Il progetto avrà due componenti distinte:
una interna al Grande Oriente che si concretizzerà in un laboratorio
dove saranno elaborati, attraverso la metodologia massonica, i significati etici, iniziatici e simbolici dei “valori universali” che hanno determinato la nascita e l’identità dell’Istituzione; e un’altra pubblica, costituita da un forum di dialogo e confronto con i vari istituti della società.
L’Onu (fondata da massoni su principi massonici), la sua
riforma e, più in generale, la sua stessa esistenza, così
come lo spirito delle Nazioni Unite sono apparsi subito
oggetto peculiare di riflessione di questa iniziativa che
avrà il primo momento pubblico proprio in occasione
dell’undicesimo convegno della massoneria toscana.
La manifestazione sarà introdotta e coordinata da
Fausto Pocar, Ordinario di Diritto Internazionale
alla Università Statale di Milano, già presidente del
Comitato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani e
attuale vicepresidente del Tribunale Internazionale
delle Nazioni Unite per la ex-Yugoslavia. Sono previsti
i contributi dei giuristi, sempre esperti in campo internazionale, Alberto
Malatesta dell’Università “Carlo Cattaneo” di Castellanza-Varese e
Massimo Iovane dell’Università “Federico II” di Napoli, dell’antropologo
Paolo Chiozzi dell’Università di Firenze, del sociologo Vinicio Serino
dell’Università di Siena e di Gianni Tibaldi, membro del Consiglio direttivo della Union des Association Internationales di Bruxelles. Concluderà i
lavori il gran maestro Gustavo Raffi.
I relatori non si limiteranno all’analisi degli aspetti “tecnici” dell’Onu o di
suoi particolari problemi politico-strutturali (come quello attuale della
composizione del Consiglio di Sicurezza), ma privilegeranno riflessioni
critiche sulla verifica di quanto l’istituto internazionale è chiamato a fare e
potrà concretamente realizzare per la tutela e l’affermazione dei “valori
fondamentali” che ne hanno ispirato la costituzione.
Altri dettagli sul convegno saranno pubblicati prossimamente su Erasmo Notizie
e nei siti internet Goiweb (www.grandeoriente.it) e GoiRadio (www.goiradio.it).
Erasmo Notizie 18/2004
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columbus day
speciale
DIARIO DIVIAGGIO
Il venerabile Tenella racconta la “missione” dei fratelli pesaresi nella Grande Mela
Il Grande Oriente sfila nella Fifth Avenue
giugno Oreste e Giovanni, miei affezionati ed instancabili supporters, nella mia riedizione di venerabilato nell’austera e fascinosa
Garibaldi di Pesaro, riescono a vincere la mia atavica pigrizia di
bancarius brutus e mi convincono ad organizzare una zingarata a New York
a cavallo del Columbus Day. In realtà, fanno tutto loro due: contatti con gli
alberghi, con le agenzie di viaggio, con i Fratelli di New York (entrambi sono
membri onorari della loggia “Mazzini” di quella città). Mi limito a fare da
collettore dei pagamenti di 54 fra fratelli ed accompagnatori che decidono di
partire. Di mio, ci metto solo la voglia sessantottina di apparire con l’idea di
uno striscione lungo cinque metri con su scritto: “Grande Oriente D’Italia Massoneria Italiana - Pesaro Urbino” (foto di copertina), fatto preparare in
una nottata da Simone, il mio scapigliato segretario .
Qualche fratello in seguito mi sfruculierà un po’per quell’Urbino, pensando solo all’attaccamento viscerale alla mia città di fiaba, ignorando
forse che è mia intenzione portare nella Grande Mela un po’dello spirito esoterico di Ottaviano Ubaldini (il grande alchimista del Ducato) e
di Francesco Giovannini (lo sfortunato rivoluzionario illuminista),
entrambi condannati all’oblio dalla damnatio memoriae clericale.
Si parte di mattina presto, con un volo incredibile per Parigi, dove approdiamo in qualche modo sulla coincidenza che ci ha atteso. ANew York ci aspetta il cartello Garibaldi n. 145… ma come al solito mancano un po’di bagagli.
Nell’albergo centralissimo e datato ci accomodiamo stanchi dopo una
galoppata di oltre 7.000 km ma già desiderosi di vedere la capitale del
mondo. Inizia la zingarata nella Grande Mela, senza alcun programma, lasciando tutti e ognuno liberi di muoverci.
Un sole luminoso ed un vento gagliardo ci accompagnano fino alla
domenica del 10 ottobre, quando ci incontriamo per la conta della sfilata del giorno successivo, dedicato al Columbus Day. Abbiamo cercato di berci tutta d’un fiato New York e si manifestano palesi sintomi di influenza, talloniti, acutizzazioni di ernie discali.
Lunedì 11 ottobre la città è in subbuglio, con un elicottero che per
oltre sei ore rimane fisso in volo come una libellula lontana.
Il nostro appuntamento è per le 11.30, così ci ha detto il fratello Michael
Spagnuolo (grande rappresentante del Grande Oriente d’Italia presso la Gran
Loggia di New York ) ma alle 10 siamo già pronti con i grembiulini, i guantini bianchi ed il mio striscione ancora arrotolato. Attendiamo ai bordi della
Quinta Strada impazienti ed un po’infreddoliti, sotto un cielo azzurro cobalto. Ma non si parte. Dietro di noi 50 Pulcinella per ingannare l’attesa ci dilettano con le loro armonie napoletane. Arriva Michael e ci fa spostare in un’altra strada laterale. Dietro di noi si organizza un plotone di bersaglieri del
Manara di Milano. La strada è stretta e l’ombra di due grattacieli ci gela le
ossa; i nostri malati con indosso i paramenti, per evitare il peggio si infilano
in un piccolo bar fra la totale indifferenza della folla. Io faccio la guardia al
mio striscione di tela cerata e conosco un vecchio bersagliere, il primo che
entrò a Trieste liberata nel 1954. Mentre mi racconta con le lacrime agli occhi
i suoi vent’anni, arriva Anthony, il Venerabile della Loggia Garibaldi di New
York. Ha fatto preparare centinaia di coccarde tricolori con i simboli della sua
loggia, che distribuisce a tutti; ne vuole una anche l’amico bersagliere che,
incurante della squadra e compasso, se l’appunta sul bavero. Anche gli altri
bersaglieri lo imitano. Così il Manara sfilerà con la coccarda della “Garibaldi”.
Con un occhio al mio interlocutore, fornito di bombardino, e l’altro al mio rotolo di cerata, vedo arrivare l’antico tricolore della “Garibaldi” di New York con
l’effigie dell’Eroe dei Due Mondi ricamata dalle donne dei nostri emigranti
oltre cento anni or sono. I miei inseparabili Ray Ban nascondono l’emozione
che provo quando i fratelli della loggia di New York chiedono ai due senatori
della nostra “Garibaldi” di Pesaro di portare quella bandiera per primi. Vedo
Giorgio, da poco nominato 33 del Rito Scozzese, ed Italo, con la barba di lungo
corso che sa le magiche sfide di Azzurra, trasfigurare in silenzio.
Quando mi riprendo, sto sfilando nella Quinta Strada, finalmente al sole, in
prima fila cantando con gli altri a squarciagola Fratelli d’Italia e That’s Amore!
E così andiamo tutti in un bell’esempio di Italian fashion and style con la
nostra allegria di massoni, un po’ raffreddati ma sempre liberi e di buoni
costumi. Al nostro passaggio riceviamo gli applausi di tanti, un intero collegio massonico di ragazze, quando ci riconosce, fa un tifo da stadio.
All’altezza della cattedrale di San Patrizio Oreste, tutto bardato di verde (da
pochissimi giorni è il garante d’amicizia della Gran Loggia di New York
presso il Goi), si avvicina deferente al Cardinale (foto) che con altri alti prelati assiste sul sagrato alla sfilata. Non so cosa si siano detti. Probabilmente
il cardinale gli avrà lanciato qualche anatema nel suo latinorum newyorkese, e il nostro, conoscendolo, gli avrà spiegato la supercazzuola con
scappellamento a destra ricordando il Philippe Noiret di Amici miei.
Ogni tanto mi volto a vedere i fratelli febbricitanti o claudicanti che
non vogliono cedere, amorevolmente assistiti dalle loro compagne.
Così, fra un tripudio di musiche, telecamere e il bombardamento fotografico della nostra paparazza, percorriamo i 7 chilometri di folla che
ci applaude perché siamo italiani, venuti da lontano per ricordare questo indistruttibile legame di idee, di storia, di sangue.
La sera ci ospita in tornata rituale la loggia Mazzini, con i vertici della
“Garibaldi” ed il Deputy Grand Master di New York, Neal I. Bidnick, venuto
appositamente per ringraziare le nostre officine (la “Garibaldi”, la “Jorio”, la
“Nathan”). Il rituale antico, recitato in italiano, rigorosamente a memoria, l’inno di Mameli cantato con struggente passione suscitano profonda emozione.
E’ notte fonda. Non riesco a dormire. Rivedo i volti dei nostri fratelli americani, orgogliosamente italiani, mi alzo dallo scomodo sedile dell’aereo che ci
riporta in Francia. Percorro lo stretto corridoio per verificare lo stato di salute dei miei 53 compagni di ventura. Tutto è silenzio e tutti dormono stanchi,
mi sembrano sorridere nel sonno. Solo Giovanni, il nostro amico radiologo
al quale ricorriamo quando qualche brutto pensiero ci assale, è sveglio.
Legge in un angolo un libro, mi vede, mi sorride, mi saluta in silenzio con il
pollice della mano destra alzato. Tutto è giusto e perfetto. (Francesco
Tenella, maestro venerabile della Garibaldi 145 di Pesaro)
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il gran segretario informa
Erasmo Notizie 18/2004
attività
grande oriente
d’italia
on decreto del 22 ottobre 2004, il gran maestro Gustavo Raffi
ha nominato i nuovi grandi ufficiali per il quinquennio 2004-2009.
Comunichiamo l’elenco dei fratelli che hanno ricevuto l’incarico:
primo grande ufficiale Andrea Roselli, grande esperto Domenico Macrì,
gran cerimoniere Paolo De Faveri, assistente gran cerimoniere Antonino
Criseo, assistente gran cerimoniere Salvatore Pulvirenti, gran portaspada Andrea Zanardi, primo gran portastendardo Antonio Seminario,
secondo gran portastendardo Fausto Bellante, grande araldo Franco Di
Jorgi, gran portasigilli Alfredo Lungarini, gran sovrintendente Ruggero
Stincardini, primo gran diacono Giorgio Uggeri, secondo gran diacono
Giuseppe Seganti, grande archivista Vittorio Gnocchini, grande scriba
Luigi Illiano, gran primo architetto del tempio Daniele Bergamaschi,
gran sovrintendente alla regia Giovanni Gennaro, grande organista
Fabio Neri, gran sovrintendente alle luci Carlo Poletti, gran sovrintendente all’accoglienza Piero Piergiovanni, primo gran copritore interno
Carlo Grilli, secondo gran copritore interno Mario Torzoni, grande ospitaliere Nunzio Giulini, assistente grande ospitaliere Tiziano Busca,
grande economo Guido Rossi, gran censore Alfredo Del Giudice, gran
copritore esterno Renato Boeri, grande elemosiniere Paolo Cristiani,
assistente grande elemosiniere Renzo Cappellini.
Rimane vacante la carica di gran bibliotecario che il gran maestro Raffi
assegnerà nel prossimo futuro.
GOI INTERNATIONAL
USTRIA - Dal 15 al 16 ottobre numerose Comunioni estere si
sono incontrate a Vienna per partecipare alla “Giornata della
Gran Loggia 2004” organizzata dalla Gran Loggia d’Austria in
occasione del decimo anniversario dell’Accademia Massonica Austriaca.
Questo istituto svolge un’intensa attività di supporto culturale alle officine austriache attraverso incontri, discussioni, seminari e pubblicazioni
che affrontano temi d’interesse massonico anche rivolti all’attualità.
La particolare posizione dell’Austria, sotto il profilo geopolitico, ha
spinto i vertici della Gran Loggia austriaca ad organizzare, in questa
occasione, un meeting internazionale che potesse discutere gli aspetti
massonici della nuova Europa, con una particolare attenzione ai problemi dell’Istituzione nel versante centro-orientale.
Il Grande Oriente d’Italia ha partecipato con il gran maestro Gustavo Raffi
che è stato accompagnato dal gran maestro aggiunto Massimo Bianchi.
Il primo incontro si è avuto il pomeriggio di venerdì 15 in una riunione,
riservata esclusivamente ai massimi vertici, che si è tenuta nella sede
nazionale della massoneria austriaca. L’intervento del gran maestro Raffi
è stato particolarmente apprezzato dai delegati. «Molti di voi - ha detto ai
gran maestri presenti - sono stati ospiti del Grande Oriente d’Italia in
occasione della nostra annuale riunione di Gran Loggia a Rimini e hanno
potuto verificare, attraverso le nostre iniziative culturali, con quale determinazione la massoneria italiana abbia avviato un dialogo proficuo con la
società civile. La nostra decisiva azione di trasparenza ha infatti permesso di farci conoscere e di renderci credibili interlocutori con tutte le parti
sociali». Il gran maestro ha continuato dicendo che non è possibile ignorare il precario equilibrio che investe tutte le culture e che minaccia la pacifica convivenza tra i popoli. «Nel nome dei nostri valori e dei principi laici
condivisi da tutte le massonerie del mondo - ha aggiunto - dobbiamo farci
tramite di una rivoluzione sociale che permetta, all’interno della società globale, non solo la sopravvivenza ma soprattutto il rispetto reciproco delle singole tradizioni. Solo attraverso lo scambio, la conoscenza e la mutua com-
prensione - ha ribadito - sarà possibile superare questa difficile fase
di transizione che minaccia seriamente il futuro dell’umanità».
Queste considerazioni sono state particolarmente dibattute da tutti
i rappresentanti la mattina successiva nell’ambito della tavola rotonda “La massoneria nella nuova Europa di oggi vista dalle Grandi Logge”
che si è svolta sempre nella casa massonica viennese. Dopo l’introduzione del gran maestro austriaco Michael Kraus gli interventi dei delegati si sono incentrati sull’attuale composizione massonica del vecchio
continente che riproduce il nuovo assetto dell’Unione Europea. La presenza di numerose Comunioni dell’est europeo e, in particolare, della
Gran Loggia turca ha stimolato la discussione che si è conclusa con l’impegno di tutte le Obbedienze ad accrescere i momenti di confronto al fine
di condurre le rispettive esperienze in un comune piano di lavoro.
La “Giornata della Gran Loggia 2004” si è conclusa in serata con una
tornata rituale della Gran Loggia d’Austria che è stata caratterizzata dall’intervento dal fratello Helmut Reinalter dal titolo “Le tendenze intellettuali e spirituali del Tempo. Il futuro della massoneria”.
Hanno preso parte alla manifestazione rappresentanze delle Gran Logge di:
Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Francia (Glnf), Germania, Grecia, Israele,
Lituania, Polonia, Romania, Russia, Serbia-Montenegro (“Yugoslavia”),
Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera (“Alpina”), Turchia, Ungheria.
ERBIA - «Per creare un mondo senza frontiere, senza divisioni
ideologiche e religiose non c’è altra via che fare ricorso ad un
nuovo cosmopolitismo e questo imprescindibilmente dai principi
massonici». Sono queste le parole con cui il maestro venerabile della
loggia “Luce dei Balcani-Garibaldi” di Belgrado, il fratello Velimir-Bata
Zugic, ha voluto caratterizzare il meeting internazionale - sia pubblico
che rituale - che dal 15 al 17 ottobre ha riunito nella capitale serba le
logge intitolate a Giuseppe Garibaldi nel mondo.
In rappresentanza del Grande Oriente d’Italia hanno partecipato il presidente del Collegio degli architetti revisori Giovanni Cecconi, delegato del gran
maestro Gustavo Raffi, e la loggia “Giuseppe Garibaldi” (1188) di Roma.
Il fratello Cecconi ha portato il saluto del gran maestro citando l’Eroe dei
due Mondi come simbolo universale dell’azione concreta del libero
muratore che deve operare per l’affermazione dei principi di libertà,
uguaglianza e fratellanza in una dimensione globale. «E’nella loggia che
tutti questi semi vengono coltivati - ha affermato - ed il lavoro che vi si
compie deve farli poi germogliare in tutti quei valori da applicare necessariamente nella vita profana».
Dello stesso indirizzo è stato il maestro venerabile dell’officina romana,
Ugo Gentile - presente insieme ad altri fratelli maestri, compagni e
apprendisti - che ha evidenziato nel suo saluto come l’incontro doveva
essere letto nell’ottica di un messaggio di pace. «Uno dei compiti di una
loggia - ha detto - è quello di formare fratelli non solo di qualità, ma che
abbiano forte l’orgoglio di essere massoni anche nel mondo profano perché solo così è possibile operare proficuamente nella società di oggi».
La loggia “Garibaldi” di Roma ha poi avuto un particolare riconoscimento nel corso della tornata rituale di domenica 17, quando il maestro
venerabile della loggia “Luce dei Balcani-Garibaldi” ha comunicato, a
nome della Gran Loggia Regolare “Yugoslavia” il profondo gradimento
per un componente dell’officina romana, il fratello Pasquale Santamaria,
direttore di “Erasmo Notizie”, che è stato proposto dal gran maestro
Raffi quale garante d’amicizia per la Comunione serbo-montenegrina.
Il fratello Santamaria, nel ringraziare i presenti per l’affettuosa accoglienza, ha manifestato la volontà di impegnarsi pienamente per far sì
che i già esistenti e ottimi rapporti tra le due Obbedienze possano ancora di più consolidarsi. «Questo nel nome e nello spirito di Giuseppe
Garibaldi, - ha aggiunto - in un mondo attraversato oggi da tante difficoltà e dalla guerra, dove dobbiamo lavorare seriamente perché arrivi a
tutti un forte messaggio di tolleranza e di pace».
Erasmo Notizie 18/2004
NOTIZIE DALLA COMUNIONE
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attività
grande oriente
d’italia
IRENZE - La mattina dell’8 ottobre il gran maestro aggiun to Massimo Bianchi ed il consigliere dell’Ordine in Giunta
Mauro Lastraioli si sono recati a Villa Medicea del Castello, sede
dell’Accademia della Crusca, per consegnare al presidente Francesco
Sabatini il consueto contributo economico che il Grande Oriente d’Italia
stanzia da sette anni a sostegno delle attività della prestigiosa istituzione.
L’Accademia promuove in Italia e nel mondo lo studio e la ricerca della
linguistica e della filologia italiana, gli scambi interlinguistici nel mondo
contemporaneo, e collabora a vari livelli per la politica del plurilinguismo nel nostro continente.
Il gran maestro aggiunto Bianchi, nel testimoniare l’impegno del Grande
Oriente, ha citato la frase del presidente della Repubblica Carlo Azeglio
Ciampi: “saremo più europei se ciascun Paese andrà orgoglioso delle
proprie tradizioni”. «Il prossimo anno anno - ha detto Bianchi a Sabatini
- il Grande Oriente d’Italia celebrerà i suoi duecento anni di vita e documenterà attraverso numerose attività culturali pubbliche il ruolo avuto
dalla massoneria italiana nella crescita del nostro Paese». «Il sostegno
della nostra Istituzione all’Accademia della Crusca - ha aggiunto - si
configura in questa storica funzione e sono lieto che il nostro contributo
venga da voi particolarmente apprezzato».
Il presidente Sabatini, da parte sua, ha assicurato la disponibilità
dell’Accademia a condividere il programma culturale che il Grande
Oriente d’Italia realizzerà per festeggiare il bicentenario.
IRENZE (2) - Nuove date peril mese di novembre al Caffè letterario Giubbe Rosse. Lunedì 8 (ore 21,30) il programma
degli “Incontri del Grande Oriente” ha in scaletta il gran
segretario Giuseppe Abramo con una conferenza su “L’Ultima Cena
di Leonardo. Una lettura in chiave astrologica”. L’esposizione è
accompagnata dalla proiezione di diapositive.
Per il ciclo “Lettere e Simboli” sono invece previsti due appuntamenti, sempre alle 21.30: giovedì 11 novembre con Claudio
Monachesi che parlerà della “Roma Misteriosa. I segreti del suolo,
dei sotterranei, delle catacombe” e lunedì 15 novembre con Vittorio
Vanni che presenterà il libro di LotharDiehl “Gli Ordini iniziatici e
le scuole dei Misteri. Una guida peril ricercatore lungo la Via occidentale della Conoscenza” (Edizioni Cenacolo Umanistico Adytum).
IVORNO - Lo scorso 29 settembre il club Rotary “Pietro Mascagni”
ha ospitato, in un suo incontro, il gran maestro aggiunto Massimo
Bianchi che ha tenuto una conferenza su alcune importanti figure
storiche livornesi. Ha parlato della vita e delle opere del fratello Francesco
Domenico Guerrazzi, triumviro del governo provvisorio toscano dell’8
febbraio 1949, e in particolare del gran maestro Adriano Lemmi del quale
ricorrerà nel 2006 il centenario della morte. Proprio in onore di Lemmi
l’Oriente labronico ha in programma di dedicare uno studio approfondito
sulla storia della massoneria livornese dal Settecento alla Liberazione che
sarà affidato ad un pool di specialisti guidati dallo storico Fulvio Conti.
Il gran maestro aggiunto Bianchi ha inoltre annunciato che il gran maestro Gustavo Raffi sarà proprio a Livorno nel 2006 per ricordare il suo
illustre predecessore.
IENA - Si è svolta lo scorso 2 ottobre la festa annuale del Rito di
York che ha chiamato a raccolta i rappresentanti di tutti i capitoli
nazionali dell’Arco Reale, del Concilio dei massoni criptici, e
della Commenda Templare d’Italia. La celebrazione ha avuto un duplice
programma, rituale e pubblico, che è ha inoltre ricordato il 40° anniversario della nascita del Rito di York nel nostro Paese. In rappresentanza
dell’Ordine ha partecipato il grande oratore Brunello Palma che
ha portato il saluto del gran maestro Gustavo Raffi.
La manifestazione pubblica, svoltasi nella sala conferenze del
Museo Santa Maria della Scala, ha registrato una notevole affluenza
di pubblico, decretando il successo dell’iniziativa che è stata salutata con
grande apprezzamento anche dai massimi esponenti internazionali dei tre
corpi rituali.
RIESTE - Si è svolta lo scorso 19 ottobre, nei locali della casa
massonica triestina, la cerimonia di premiazione del primo classificato alla terza edizione del concorso pubblico per opere di
interesse massonico bandito dal Collegio circoscrizionale del Friuli
Venezia Giulia. Il premio è stato assegnato a Luca Ravaioni di Udine per
la sua tesi di laurea in Scienze Politiche dal titolo “Tra fede e dubbio:
Dostoevskij e la tentazione gnostica”.
ENEZIA - Sabato 27 novembre la loggia veneziana “438
L’Union” (937) festeggerà il 232° anno di fondazione e i fratelli dell’officina faranno coincidere le celebrazioni dello storico anniversario con il secondo incontro delle logge del Grande
Oriente d’Italia che praticano il rito emulation. Il primo meeting era
stato realizzato lo scorso anno dalla loggia fiorentina “Quatuor
Coronati” (931) nella sede del Museo di Compiano.
L’«Emulation Day», questo è il titolo della manifestazione, si svolgerà nella Scuola Grande San Giovanni Evangelista (San Polo 2454)
con un programma articolato.
Nella Sala Grigia, alle ore 10, avrà inizio una tavola rotonda sul libro
di Nino Agostinetti “Massoneria e società segrete nel veneto del SetteOttocento”: sono previsti gli interventi del sociologo del diritto Morris
Ghezzi, gran maestro onorario del Grande Oriente d’Italia, e dello storico Paolo Virginio Gastaldi, presidente del collegio circoscrizionale dei
maestri venerabili della Lombardia. Modererà l’incontro l’avvocato
Paolo De Faveri, presidente del Collegio circoscrizionale veneto.
Sempre in mattinata (ore 11), nella casa massonica veneziana, è prevista una cerimonia d’iniziazione di ragazzi all’ordine paramassonico internazionale dei DeMolay.
Nel pomeriggio (ore 14) si svolgerà, nel salone San Giovanni, una tornata rituale nel corso della quale sarà conferita l’appartenenza onoraria ai fratelli Massimo Bianchi, gran maestro aggiunto, Vincenzo
Tuveri e Gianluca Mosca della loggia “Wolfgang A. Mozart” (1147) di
Cagliari, Helmut Loy della loggia tedesca “Albrecht Dürer” (527) di
Nürnberg. Una cena nella Sala delle Colonne chiuderà la serata.
E’previsto l’arrivo di numerosi fratelli da tutta la Comunione e dall’estero. Perinformazioni: Gherardo De Col, tel. 340 7184077 - email
[email protected]; Igor Cognolato, tel. 335 260344 - email
[email protected] .
Il programma completo delle celebrazioni è su Goiweb (www.grandeoriente.it), nella pagina “Appuntamenti”.
ILLANOVA D’ALBENGA - Il 10 ottobre 2004 ha innalzato le
colonne una nuova officina ligure: la “George Washington”
(1203) di Cisano sul Neva. Il tempio è stato consacrato nella casa
massonica dal maestro venerabile Cesare Cometto alla presenza di numerosi maestri venerabili della regione, accompagnati dai fratelli delle
rispettive officine, e da illustri personalità massoniche. Sono intervenuti il
gran maestro aggiunto Giuseppe Anania, il gran maestro onorario Franco
Rasi, il consigliere dell'Ordine Alberto Accornero, il garante d’amicizia
Giovanni Anania, il presidente del Collegio circoscrizionale ligure Carlo
Mereu, il vicepresidente Alberto Moraglia, e l’oratore Renato Oddone.
La cerimonia, suggestiva ed emozionante, si è conclusa con la tradizionale agape fraterna.
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Erasmo Notizie 18/2004
San Marino
rassegna
stampa
Massoneria: il Governo si disinteressa
8 ottobre 2004
AN MARINO - “Il Governo ha scelto di non rispondere e di non
attivarsi, in relazione alle interpellanze di alcuni consiglieri di maggioranza ed opposizione sul pericolo che in magistratura vi siano
appartenenti alla massoneria”. I consiglieri di Alleanza Popolare Valeria
Ciavatta e Mario Venturini non tollerano che il Governo abbia deciso di
disinteressarsi del problema, “adducendo l’alibi della separazione dei poteri e dimostrando così di non avere le idee chiare né la volontà di tutelare i
cittadini e l’immagine della magistratura. Lo stesso presidente della Dc in
pratica ha accusato il Governo di latitanza sulla questione”.Secondo i due
consiglieri, l’Esecutivo avrebbe dovuto invece adoperarsi e in una inter-
pellanza chiede quali intenzioni abbia, sul piano operativo, legislativo,
politico ed istituzionale. “Avrebbe potuto chiedere indirizzo al Consiglio
Grande e Generale - suggeriscono intanto - alle Commissioni competenti,
al magistrato dirigente. Poteva invitare, percorrendo i legittimi canali istituzionali, i magistrati a dichiarare, sotto le comminatorie di legge, se
appartengono o meno a logge massoniche o più in generale ad associazioni che hanno scopi incompatibili con l’esercizio del loro ufficio. E anche
all’atto di nomine di organi di controllo o esaminatori - concludono - come
le Commissioni di concorso ad esempio, si dovrebbe tener conto della
necessità di non designare aderenti alla massoneria”.
Radio Rai di Bolzano: la trasmissione “Totem e Tabù”
Le molte radici dell’Europa
Il teologo don Paolo Renner intervista il gran segretario Giuseppe Abramo
11 ottobre 2004
Don Paolo Renner - Abbiamo in linea da Roma il dottor Pino Abramo,
gran segretario del Grande Oriente d’Italia, la più significativa denominazione massonica presente in Italia. Buongiorno dottor Abramo.
Gran Segretario Pino Abramo - Buongiorno a Lei.
Don Paolo Renner - Dottor Abramo, con questo
nome lei è davvero un esperto di “origini” e radici perché ci ricorda l’omonimo padre del popolo ebraico e di
tutti i popoli semiti, dunque la radice comune tra ebrei
ed arabi. Vengo però subito ad una mia domanda. In
ambienti massonici si sostiene che alle origini della
cultura e della storia europea vi sia l’Egitto. Vuole
offrire i nostri ascoltatori degli esempi in merito?
Gran Segretario Pino Abramo - E’vero che le
radici della nostra storia e della nostra cultura tro - Paolo
Renner
vano certamente testimonianza nell’area mediterra nea e segnatamente in Egitto forse perché questa terra ha visto
nascere la prima grande civiltà mediterranea ed ha unito al fasci no della misteriosofia una presenza suggestiva e maestosa. Ma, e
se ci sono, a quegli ambienti massonici che sostengono l’origine
della cultura europea in Egitto, bisognerebbe chiedere se senza la
prospettiva aperta da Socrate, da Platone, da Aristotile e Plotino,
seppure tramandata per il tramite universale della romanità, la
storia europea sarebbe la stessa.
I grandi cespiti della civiltà europea, a mio modo di vedere, vanno
innanzitutto indicati nell’universo greco-romano e in quello ebraico-cristia no che, fra l’altro, hanno animato rispettivamente la filosofia e la religione.
L’Egitto, per tornare alla domanda, non si sottrae al respiro delle grandi
civiltà succedutesi senza interruzioni per millenni ma il patrimonio europeo
che abbraccia oltre quattro millenni di storia, costituito da tutti quei monu menti dell’antichità, che hanno sviluppato capacità di coesistere e di intera gire, sono una sola, unica, grande eredità del passato: eredità egizia, feni cia, greco-romana, cristiana, ebrea, islamica, medievale e rinascimentale.
Don Paolo Renner - Alla massoneria viene imputato di solito un atteggiamento anticlericale ed antireligioso. E’ corretta questa lettura del
vostro pensiero?
Gran Segretario Pino Abramo - Assolutamente no. La massoneria
che non è una religione ha profondo rispetto per tutte le fedi, in partico lare per quella più praticata nel nostro Paese.
I massoni pongono la ricerca di Dio e la centralità dell’uomo come scopo
essenziale della propria ricerca e, conseguentemente, della propria esistenza.
Non possono, quindi essere affatto atei; moltissimi di noi appartengo no alle religioni più diffuse nel paese; nelle logge ci sono cattolici, pro testanti, ebrei, musulmani e rappresentanti di altre minoranze religiose.
Per quanto riguarda, poi, i rapporti con la Chiesa cattolica, mentre
il dialogo con la parte più illuminata degli uomini di Chiesa si dif fonde, isolate voci - dimentiche dell’invito ad un confronto aperto e
tollerante con tutti, secondo il dettame del Concilio Vaticano II rifiutano qualsiasi forma di confronto costruttivo con la massoneria.
Don Paolo Renner - Per quanto riguarda il tema
delle “radici dell’Europa” il vostro gran maestro, l’avvocato Gustavo Raffi di Ravenna, ha più volte preso
posizione e con molta chiarezza dichiarato che la
Costituzione europea dovrebbe citare le radici cristiane dell’Europa. Come commenta questa posizione.
Gran Segretario Pino Abramo - Occorre una
precisazione: il gran maestro Raffi ha sempre parla to di radici giudaico-cristiane. Infatti, possiamo dire
Pino
che i massoni si riconoscono nelle affermazioni del
Abramo
Presidente della Repubblica secondo il quale, e cito
il nostro Presidente, “il criterio di definizione della identità europea cre sciuta dalle radici greco-romane e giudaico-cristiane è la cultura uma nistica che riconosce la centralità della persona umana e il primato del
diritto come base della convivenza fra uomini e popoli”.
Don Paolo Renner - Ritiene dottor Abramo, che si dovrebbe tener conto
nei testi ufficiali della Unione Europea anche dell’Ebraismo e dell’Islam?
Gran Segretario Pino Abramo - Sull’Ebraismo, forse, e sia pure in
parte, ho già risposto. Voglio solo aggiungere che se certi ambienti mas sonici, hanno sentito tanto il fascino della cultura egizia al punto da
attribuirle un posto d’onore nella storia europea devo dirle che perso nalmente, forse per la “signatura nominis” alla quale anche lei accen -
Erasmo Notizie 18/2004
nava, sento molto (come molto l’aveva sentito, fra i
tanti, Pico della Mirandola) il fascino dell’ebraismo e
quello sottile ed esoterico della sua mistica cabalista.
Prendiamo ad esempio un tema fondamentale dell’e braismo: il Dio Unico che non si presta ad alcuna immagi ne, ad alcun oggetto, ad alcun segno palpabile d’antropomorfismo, in un
mondo dall’immaginazione popolata da centinaia di miti, è una luce spi rituale, è un’intuizione profonda, che supera l’apporto di tutte le epoche e
che si pone d’un tratto nel cuore della più elevata speculazione filosofica.
Mi chiedo quale concetto avremmo avuto della potenza dell’Unità senza
questa intuizione?
rassegna
stampa
Don Paolo Renner - Ed ora l’Islam.
Gran Segretario Pino Abramo - Come si fa a pensare di escludere gli
Arabi da quel crogiolo di etnie e culture eterogenee che forma il mosaico
della civiltà europea? Partiti alla conquista dell’Occidente, riescono ad
imporre nel breve spazio di due secoli, la loro fede nuova, e la loro lingua.
La brillante civiltà araba portatrice di ricche esperienze culturali e di
innovazioni anche tecniche illumina l’Occidente.
Dobbiamo abbandonare quelle tesi che vedono l’Islam, come un blocco
monolitico che dopo il letargo iniziato nel X secolo si risvegliò soltanto
nel XIX secolo in seguito all’incontro-scontro con il colonialismo euro -
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peo. Basti pensare, infatti, allo splendore dell’impero ottomano. C’è,
dunque, più di un capitolo di storia che ha attirato l’attenzione del
mondo e della cultura europea, di cui anche le miniature, le moschee e i
templi dell’Islam fanno parte,
Don Paolo Renner - Un’ultima domanda su un tema di attualità. La
Turchia ha sufficienti radici in comune con l’Europa da poter esservi
ammessa? La massoneria italiana ha una posizione ufficiale al riguardo?
Gran Segretario Pino Abramo - Non esiste una posizione ufficiale della
Massoneria che, ricordo, non si occupa di religione e di politica… neanche
quella internazionale. Certamente noi auspichiamo che l’Europa non respin ga la Turchia perché ciò costituirebbe un errore storico dalle incalcolabili
conseguenze. La coesistenza postula la conoscenza: oggi la Turchia bussa alla
porta dell’Europa e l’Unione non può continuare ad ignorarla. Non si va da
nessuna parte se non c’è reciproca disponibilità al cambiamento e alla tra sformazione sociale. E del resto, per tornare al tema della trasmissione, forse
che i Turchi sono estranei alla storia e al collante fondantivo dell’Europa?
Alla Turchia è stato chiesto di riformare alcune leggi e di rispettare le
minoranze. Più che creare momenti ostativi dobbiamo aiutare 75 milio ni di persone a realizzare queste riforme mentre noi stessi dobbiamo can cellare il ricordo ancestrale o la memoria remota di saccheggi e di anti che scorrerie lungo le coste mediterranee.
Romania
Massoneria e pubblica utilità
Il governo l’equipara a un’associazione benefica
di Mihaela Iordache
15 ottobre 2004
a qualche tempo i romeni si sono ricordati di avere una massoneria e pure dei massoni. Più precisamente è stato il governo a
ricordarglielo. Perché non si sa bene per quale motivo, ma l’esecutivo di Bucarest ha deciso che la massoneria romena è un’associazione di utilità pubblica. Ancora non è chiaro come riuscirà l’Ordine massonico romeno, normalmente un’organizzazione élitaria e discreta a essere
anche «pubblica». Perché se fosse segreta non potrebbe essere riconosciuta. La decisione del governo ha provocato non solo stupore, ma
anche polemiche. Prima si è voluto sapere chi ci fosse dietro a questa
decisione. E si è saputo che dietro c’è proprio il gran maestro Eugen
Ovidiu Chirovici (foto) della Gran Loggia
Nazionale di Romania. Chirovici, ex giornalista, ex consigliere del primo ministro
Adrian Nastase, è l’attuale presidente
dell’Agenzia nazionale per le piccole e
medie imprese. Quindi legato al governo.
Chirovici ha spiegato che il governo non ha
fatto altro che rispondere a una richiesta
venuta da parte della Gran Loggia
Nazionale e che lo statuto di «associazione
di utilità pubblica» è un riconoscimento morale.
AZZURRI E KHAKI. La Gran Loggia Nazionale del gran maestro
Eugen Ovidiu Chirovici conta più o meno tremila massoni in tutto il
Paese (nell’amministrazione, esercito, polizia, servizi, diplomazia,
politica). La loro maggiore aspirazione è la «ricerca della verità». sul
ruolo e l’importanza dei personaggi della storia, massoni, che hanno
contribuito in modo decisivo ai grandi eventi, come la rivoluzione del
1848 o la costituzione dello Stato unitario romeno nel 1918, non ci
sono dubbi. La storia ha dimostrato il loro contributo, spesso l’ombra.
Il comunismo mise in ginocchio la «Francmasoneria» romena. Dal
1948 molti membri sono stati prima «consigliati» e poi duramente
costretti a lasciare l’Ordine. In molti sono
stati processati, a decine arrestati e si parla
di quasi mille massoni che avrebbero subito
ripercussioni delle misure dei comunisti.
Dopo il 1989 però anche la massoneria,
come tutta la società d’altronde, ha provato
a organizzarsi. Ma non è stato facile. Ci sono
state molte scissioni. Ora è la Gran Loggia
Nazionale di Chirovici a essere riconosciuta
dalle Grandi Logge del mondo. In parallelo
però ci sono anche altri tipi di massoneria tranne
quella azzurra. Una di queste è la cosiddetta «massoneria khaki», formata da un gruppo di massoni dissidenti dentro la quale si trovano ufficiali dell’esercito, della polizia, servizi segreti, molti dei quali ex membri della temuta Securitate del regime Ceausescu. Nell’ultimo periodo
sempre più massoni lamentano anche la facilità con la quale si riesce ad
accedere all’Ordine. Proprio per questo, molti dei vecchi massoni hanno
scelto di andarsene. Come l’intellettuale Alexandru Paleologu che confessava «il degrado attuale della massoneria romena». Ma ora che la
massoneria è stata riconosciuta come «associazione di utilità pubblica», si presuppone, quindi che una tale utilità ce l’ha e ce l’avrà nell’attuale contesto euroatlantico. Il nuovo riconoscimento permette di
ottenere finanziamenti dallo Stato, terreni, immobili, tutto in regime
preferenziale. Ma Ovidiu Chirovici afferma che la Grande Loggia
Nazionale non intende chiedere tali finanziamenti.
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Erasmo Notizie 18/2004
Simboli e segreti della capitale disegnata nel 1791 da un architetto massone
storia e cultura
Casa Bianca, compasso, squadra, pentacolo
esistono altri due esempi
di città progettate col
el prossimo thriller storico di Dan Brown è finora trapelata solo l’ambientazione in una Washington disseminata nella stessa urbanistica di
simboli massonici come nessuna altra città del mondo. Un tema che,
fra leggenda, misteri e gossip, si rincorre da quando l’architetto presunto
massone Pierre Charles L’Enfant nel 1791 disegnò la prima pianta della capitale federale posizionando strade, palazzi e edifici in maniera tale da poter
dar vita a immagini e simboli della massoneria. Le mappe che pubblichiamo
in questa pagina sono simili a quella che userà Dan Brown - diversa dalla
Washington di oggi dove la pianta urbana ha subito alcune modifiche nel
corso degli anni - per guidare il lettore nella nuova avventura e vi si possono riconoscere i disegni che corrispondono ai tradizionali simboli massonici: il compasso, la squadra, la stella a cinque punte del pentacolo.
duplice segno
Compiendo un ulteriore passo forse più fantasioso,
washingtoniano della
e collegando altri punti della mappa, si viene a
scacchiera e
creare un triangolo equilatero con gli angoli alla
dell'irraggiamento di
base di 52 gradi, esattamente come la piramide di
strade diagonali: la plata,
Cheope a Ghiza. Altri collegamenti possono rencapitale della provincia
dere visibile lo spaccato stesso della piramide, una argentina di buenos aires
complessa struttura interna che gli archeologi
e di belo horizonte,
avrebbero scoperto solo decine di anni dopo.
capitale dello stato
Singoli edifici in ogni piazza possono a loro brasiliano di minas gerais
volta, in forza di tradizioni e interpretazioni differenti, essere collegati dando vita a giochi numerici che tengono conto del
nome delle strade e del numero di isolati che li separano. Si origina così un
reticolo di interpretazioni destinato ad avvincere il lettore
descrivendo un volto diverso rispetto alla Washington da tutti
conosciuta. Dall’incrocio fra simboli e edifici uno dei numeri
che torna più frequentemente è il 13 che porta gli appassionati
di misteri anche alle caratteristiche del «Great Seal» stampato
sul biglietto da un dollaro, dove 13 sono le foglie sul ramo di
ulivo tenute con l’artiglio destro, le frecce tenute con l’artiglio
sinistro, le striscie dello scudo dell’aquila, le lettere della scritta
«e pluribus unum» e di quella «annuit coeptis», nonché le stelle poste sopra la testa dell’aquila e le file di pietre della piramide tronca, sormontata dall’occhio «che vede tutto». Che si tratti di storie fantastiche, invenzioni senza scrupoli o nuovi spunti
di ricostruzione storica, la scelta di Dan Brown di raccontare
Washington attraverso i richiami urbanistici e architettonici alla
massoneria è di certo destinata a far discutere. [m. mo.]
(“La Stampa”, 21 settembre 2004)
redazionale
La zona dove sorge il Campidoglio, sede del Congresso con gli edifici di
Camera e Senato, è a forma circolare e da lì si originano le due gambe del compasso (mappa A): Pennsylvania Avenue dal Capitol fino alla Casa Bianca e
Maryland Avenue dal Capitol fino al memoriale del presidente Thomas
Jefferson. La squadra massonica parte dal Campidoglio, con un angolo di 90
gradi in corrispondenza del Washington Monument e passa davanti alla Casa
Bianca. Più a Nord si può invece far apparire un pentacolo, il simbolo occultista per la “Testa di Capra” - ritenuta una rappresentazione di Bafometto, misterioso idolo dei Cavalieri Templari - collegando fra loro le piazze di Dupont
Circle, Logan Circle, Washington Circle, Vernon Square e la stessa Casa
Bianca. Unite fra di loro, le punte di questa stella formano un pentagono.
[...] Se interpretato in chiave massonica, il piano di
L’Enfant può essere letto come una apposizione della
Squadra e del Compasso sul disegno urbano. Ma
l’interpretazione può essere ulteriormente approfondita
se messa in relazione con un emblema «parlante» come il
grembiule massonico di George Washington: in tal caso la
scacchiera di base di L’Enfant va rapportata al
«Pavimento mosaico»; il sistema delle strade radiali va
accostato all’occhio divino irraggiante; le piazze stellari
corrispondono alle sette stelle del grembiule e insieme
impersonano i diversi States che confluiscono nella
Capitale (collegati dalle strade diagonali dedicate appunto
ai nomi degli States). Altrettanto importante del disegno
urbano è la nuova designazione del nuovo District of
Columbia, un quadrato di 10 miglia inserito tra la Virginia
e il Maryland e disposto in diagonale, quasi a ripetere il gesto di chi
disegna con la Squadra e il Compasso. Il recinto del Distretto
Federale era segnato da pietre miliari che delimitavano come
«Landmarks» il territorio sacro della Capitale degli States. Sappiamo
che alcuni modi di pianificazione nonché le procedure politicofinanziarie attuati nella complessa realizzazione di Washington
costituirà in alcuni casi una lezione proprio per città ispirate da
committenti e ambienti massonici. [...]
(da “Architettura e Massoneria”,
a cura di Marcello Fagiolo, Convivio, Firenze, 1988)
Erasmo Notizie 18/2004
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A proposito della beatificazione di Carlo I d’Asburgo
storia e cultura
Il crollo dell’impero astro-ungarico
e il complotto massonico
di Anna Maria Isastia
hiunque conosca anche superficialmente la storia della Grande
Guerra - consapevole della complessità delle motivazioni che portarono allo scatenarsi dello scontro da cui è cominciato il tramonto della supremazia dell’Europa nel mondo: il complesso dell’accerchiamento dell’impero germanico; la diffidenza inglese per una supremazia
sui mari - fino allora indiscussa - e che rischiava di essere ridimensionata
dalla politica navale di Berlino; il desiderio francese di revanche nei confronti dei tedeschi che avevano umiliato
l’orgoglio francese nella guerra del 1870;
la rete europea di alleanze che fatalmente
portarono i governi a schierarsi nell’uno o
nell’altro campo dopo l’attentato serbo al
Granduca d’Austria nel fatale 1914.
L’anziano sovrano Francesco Giuseppe
entrò in guerra per impedire la disgregazione del suo impero nel quale convivevano troppe nazionalità diverse. Il pronipote
Carlo d’Austria (nato il 17 agosto 1887)
anna maria isastia è
professore di storia
contemporanea
all'università di roma
“la sapienza”/autrice
di numerosi libri sulla
massoneria, ha
appena concluso un
saggio sui duecento
anni di libera
muratoria in italia/il
volume sarà
pubblicato dal mulino
all'inizio del 2005
nella collana “l'identità
italiana” diretta da
galli della loggia
divenne imperatore in piena guerra, il 21
novembre 1916. Quali che fossero i suoi sentimenti religiosi, il paese era in guerra e si continuò a combattere.
Lo sfondamento del fronte italiano a Caporetto
- opera degli austriaci e dei tedeschi alleati - è
dell’autunno 1917.
Il destino del sovrano fu segnato nel corso del 1918
quando la controffensiva di Francia, Gran Bretagna,
Italia e Usa portò alla sconfitta dei tre imperi alleati:
quello tedesco, quello austriaco e quello ottomano.
Oggi la Chiesa proclama beato Carlo, l’imperatore che vide la fine dell’impero secolare degli
Asburgo e che regnò solo due anni (1916-1918).
«In conformità agli insegnamenti di Benedetto XV- ha fatto notare monsignor Franz Xaver Brandmayr, della diocesi di Vienna, - egli voleva la pace
e il suo esempio insegna anche agli uomini di oggi che si deve lavorare per
ottenerla pure nelle situazioni disperate». (segue nella pagina successiva)
notizia d’archivio
VATICANO: COMPLOTTI MASSONICI CONTRO BEATO CARLO D'ASBURGO
LIBRO RACCONTA LOTTA CONTRO IMPERATORE D'AUSTRIA
Città del Vaticano, 28 settembre 2004 - Diventerà beato, domenica prossima, 3 ottobre, Carlo d’Asburgo, ultimo imperatore d’Austria, contro il
quale, afferma un libro che si rifà agli atti del processo canonico, molto
intrigò la massoneria. Non è certo per questo che sarà beato, ma la sua
beatificazione sarà del tutto inusuale, visto che per ritrovare un capo di
Stato, e per giunta un militare, che sale agli onori degli altari bisogna
andare molto indietro nel tempo, forse a San Luigi di Francia. Perché
Carlo I, che succedette a Francesco Giuseppe come imperatore d’Austria
e re d’Ungheria, ultimo erede del Sacro romano impero, oltre che capo
Giuseppe. Aveva una profonda formazione cristiana e fin dalla fanciullezza venne accompagnato con la preghiera da un gruppo di persone, poiché una religiosa stigmatizzata gli aveva profetizzato grandi sofferenze e
attacchi. Da ciò ebbe origine, dopo la sua morte, la “Lega di preghiera
dell'Imperatore Carlo per la pace dei popoli”, che nel 1963 è divenuta
una comunità di preghiera ecclesialmente riconosciuta. Nel 1911 aveva
sposato un’italiana, la principessa Zita di Borbone-Parma. Nei dieci anni
di matrimonio ebbero otto figli; sembra che, sul letto di morte, Carlo le
abbia detto: “ti amo senza fine”. Proprio la sua fede, secondo Murgia,
fece sì che durante la guerra sia stato l’unico fra tutti i responsabili politici ad appoggiare gli sforzi per la pace di Benedetto XV, dando vita a due
di Stato fu un militare e gli si riconoscono capacità di stratega: fu presente, durante la Prima guerra mondiale, anche sul fronte italiano, alle
iniziative che non andarono in porto. Secondo il processo, ciò rientrava
nei progetti della massoneria per “rovinare la dinastia cattolica”. Anche
battaglie dell’Isonzo, ma si oppose ai bombardamenti delle città, era
contrario all’uso dei gas e si schierò con Benedetto XV per cercare una
in politica interna tentò di impostare una legislazione ispirata alla dottrina sociale cristiana. Proibì anche il duello, caro a militari e nobili, alie-
pace che ponesse fine alla carneficina della guerra. La sua beatificazione è per il Papa una ulteriore affermazione che la santità è possibile in
nandosi non poche simpatie tra gli uni e gli altri. Costretto, alla fine della
guerra, a lasciare il trono (ma non abdicò mai), dopo il fallimento di due
ogni scelta di vita, compresa quella difficile di chi guida un Paese e persino un esercito durante una guerra. La sua vita fu molto contrastata: un
volumetto di David Murgia: “Carlo D’Asburgo, intrighi, complotti e segreti dell’ultimo erede del Sacro Romano Impero” (Ed. Segno, 8 euro) dice
che “con testimonianze, prove, documenti segreti e miracoli, gli studiosi della Santa Sede non hanno più dubbi sul ruolo avuto dalla massoneria
e dai vari ‘confratelli’ sparsi in tutta Europa che avevano come obiettivo
quello di annientare, per poi dividersi, l’impero austro-ungarico, ultimo
baluardo del cristianesimo”. E “l’unica vera vittima” della nuova Europa
fu l’Austria-Ungheria, “completamente cancellata”, per costruire Stati,
come la Cecoslovacchia e la Jugoslavia, che “si ritrovarono delle minoranze che prima non avevano, cosa che preparava irredentismi futuri,
che puntualmente esplosero alla prima occasione”. L’ultimo imperatore
d’Austria era nato 17 agosto 1887 e divenne imperatore in piena guerra,
il 21 novembre 1916, a soli 29 anni, alla morte del prozio Francesco
tentativi di tornare sul trono d’Ungheria, ma senza usare la forza, fu portato dagli inglesi, con la moglie, nell’isola di Madera. Ci vivrà cinque
anni, in una casa fredda e umida, perché le condizioni economiche non
gli permettevano altro. Il dossier vaticano dice, racconta il libro, che
rifiutò alcune proposte della massoneria che prometteva il ritorno sul
trono o la restituzione dei beni, se avesse lasciato loro mano libera. Da
povero si fece benvolere anche dagli abitanti dell’isola, dove si ammalò
di polmonite e morì il primo aprile 1922. Anche dopo morto, però, continuò l’opera di diffamazione che lo aveva colpito da vivo. Fu anche accusato di essere un donnaiolo e di avere un’amante. Da quest’ultima accusa lo ha scagionato il tribunale di Vienna, per la prima c’è solo una confessione giovanile alla fidanzata di “rarissime mancanze” alla “pratica
della castità” durante il servizio militare. A portarlo sugli altari sarà una
suora polacca, Maria Zita Gradowska, guarita in una notte, alla fine del
1960, da un’ulcera ad una gamba che la tormentava da 16 anni. (Ansa)
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Erasmo Notizie 18/2004
La causa di beatificazione ha riguardato l’uomo e non il
sovrano e colpisce non poco lo storico il fatto che i giorstoria e cultura
nali abbiano riportato la notizia, dandone una interpretazione tendenziosa che non è certo quella della Chiesa.
Della conferenza stampa infatti i giornalisti hanno considerato una sola frase, cui hanno dato grande rilievo, forse sfuggita allo storico cattolico Pietro Borzomati. Sul quotidiano Avvenire del 1 ottobre 2004 leggiamo
che: «Tutte le accuse contro Carlo (inesperto, incapace, alcoolizzato, succube
della moglie) non hanno riscontro nelle fonti e negli archivi storici.
Probabilmente sono state alimentate dall’azione sotterranea della massoneria
internazionale, che non sopportava che un impero così importante potesse
essere “gestito dalla Chiesa”, attraverso un imperatore considerato fortemente clericale. E che, dunque, fece fallire anche i suoi piani di pace, influendo
sugli alti gradi militari, gli stessi che poi lo tradiranno».
Tutti sanno che l’impero austriaco è sempre stato cattolico così come è noto che
le forze che lo stavano disgregando erano ben altre che la massoneria internazionale: dalle sue ceneri sono nate la Cecoslovacchia, l’Ungheria, la Jugoslavia,
mentre il Trentino e il Friuli Venezia Giulia diventavano italiane.
E’altrettanto noto che la prima guerra mondiale non ha disgregato solo
il cattolico impero austro-ungarico, ma anche quello germanico, quello
russo e quello ottomano, che non erano cattolici.
Appare storicamente interessante che - ancora una volta - il mito del
“complotto massonico” - che accompagna con andamento carsico la storia europea dal ‘700 - torni a riemergere dalle nebbie del passato.
La teoria che la prima guerra mondiale sia stata frutto di un complotto masso-
nico non è nuova, anche se storicamente indifendibile, così come è antistorico
sostenere che la massoneria l’avrebbe voluta con l’obiettivo di “annientare, per
poi dividersi, l’impero austro-ungarico, ultimo baluardo del cristianesimo”.
Ancora più incredibile affermare che il sovrano “rifiutò alcune proposte
della massoneria che prometteva il ritorno sul trono o la restituzione dei
beni, se avesse lasciato loro mano libera”.
Alla massoneria sono stati attribuiti tutti gli eventi che hanno cambiato
la storia del mondo: era, ed evidentemente resta, un modo semplice per
spiegare eventi complessi e traumatici. Un modo per perpetuare il giudizio negativo su questa associazione.
Bisogna dire però che i massoni hanno potentemente contribuito ad alimentare la leggenda nera, gloriandosi proprio di quegli eventi che venivano loro attribuiti per condannarli, in una spirale senza fine. Capita
spesso di leggere articoli e libri di massoni nei quali vengono riproposte acriticamente ricostruzioni storiche prive di ogni fondamento. I
massoni pubblicano la peggiore letteratura antimassonica, senza neanche preoccuparsi di far precedere questi libelli da introduzioni critiche
che ne spieghino il senso e la genesi.
Ha quindi ragione il gran maestro Gustavo Raffi che a Rimini nel 2004
ha detto: «Non tollereremo neppure che qualcuno si possa baloccare
“al grande gioco”, millantando un potere eccezionale, quel credito e
quella forza politico-economica che non abbiamo né siamo interessati
ad avere, perché contrastante con le nostre finalità».
Le conseguenze del perpetuarsi di certi miti possono avere ricadute negative a distanza di decenni.
DIBATTITO
accade fuori
I nemici senza nome del cardinale Martino
di Aldo Chiarle
i sia permesso su questo giornale, che rimane uno dei pochi
quotidiani aperto a un libero dibattito di idee, esprimere il
mio totale dissenso dalle dichiarazioni fatte dal “signor”
Renato Raffaele Martino, cardinale della Santa romana Chiesa cattolica,
alla presentazione del volume con i discorsi del pontefice. Ha detto questo signore: «Potenti lobbies vogliono zittire il Papa, ostacolato da poteri culturali, economici e politici». Non ha fatto nomi di questi “nemici”.
Ma ci ha pensato il quotidiano “La Repubblica” che il 19 ottobre ha scritto: «Martino non ha fatto nomi, ma è noto che in Vaticano vengono considerate nemiche le organizzazioni internazionali a favore della libera
scelta dell'aborto, le multinazionali farmaceutiche produttrici di pillole e
di strumenti anticoncezionali, le associazioni gay che propugnano il
matrimonio degli omosessuali e il loro diritto alla adozione, nonché, di
tanto in tanto, anche la Massoneria». Ecco fra i “nemici” della Chiesa
spuntare la Massoneria e non per la prima volta in questi giorni.
Quando è scoppiato “L’affaire Bottiglione” il quotidiano “L’Avvenire” in
data 12 ottobre esce con un articolo dal titolo molto “signorile”: «L’inaudita
bocciatura di Buttiglione: atto schifoso per forma e sostanza». E il giorno
successivo, il 13 ottobre, ci pensa “La Repubblica” a scrivere un articolo dal
titolo: «La difesa dei vescovi: manovre massoniche» e nel testo: «L’agenzia
della Cei accusa spinte laiciste e manovre forse anche massoniche».
Squallide le dichiarazioni del “signor” Martino perché quando si fanno
accuse così pesanti occorre avere la dignità e il coraggio di fare “nome e
cognome” come giustamente fa presente il professor Amos Luzzatto, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche, in una intervista pubblicata (il 19
aldo chiarle è gran
maestro onorario del
grande oriente
d’italia e giornalista
professionista da
oltre 50 anni
ottobre) da “Il Corriere della Sera”, nella quale
attacca frontalmente il cardinale cattolico dicendo
che «non si può trasformare la morale religiosa in
diritto, perché così di torna indietro di secoli».
Il professor Luzzatto nell’intervista rilasciata a Daria Gorodisky parla delle
dichiarazioni di Buttiglione, affermando che «non era opportuno che
Buttiglione esprimesse in quella sede le sue posizioni intransigenti di carattere religioso». E aggiunge: «Chi riveste cariche pubbliche che rappresentano tutti, non può fare dichiarazioni che superino il limite fra ambito civico e ambito religioso. Ameno che qualcuno non creda di possedere la verità assoluta. Ma, in questo caso, gli appartenenti alle altre religioni sarebbero degli immorali, dei perduti?». E, a domanda se esiste tiri nesso fra tutta
questa vicenda e la richiesta - respinta - della Chiesa di inserire un richiamo
alle radici cristiane nella costituzione Europea, giustamente il professor
Luzzatto ha risposto: «Sono casi simili. Infatti credo che non si possa dare
il monopolio delle radici europee ad una religione, anche se da molti secoli è maggioranza. Lasciando stare le altre radici religiose, che cosa facciamo di quelle greche e latine? E se ci attestiamo su quelle cristiane, vi sono
compresi i roghi, la notte di San Bartolomeo l’Inquisizione, le guerre di religione? Oppure si devono fare dei distinguo fra radici e loro deviazioni: e in
quel caso con quali criteri? È stato meglio puntare su altro». Giusta la posizione del presidente dell'Unione delle comunità ebraiche perché la Chiesa
cattolica ha sferrato un attacco alla laicità dello Stato. È bene che non si faccia illusioni: non vi è un’altra “Isabella la cattolica” e neppure un altro
“uomo della provvidenza”. (“Avanti”, 21 ottobre 2004)
Erasmo Notizie 18/2004
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Periodico informativo culturale
Anno VI - Numero 18 - 31 ottobre 2004
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