IL CICLISMO SULLE STRADE MESSINESI

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IL CICLISMO SULLE STRADE MESSINESI
IL CICLISMO SULLE STRADE MESSINESI
Giovanni Matteo Allone
Ciclisti a Messina. Al centro Gianni Marino
immaginarie forze ostili o come ringraziamento da
parte di chi ha avuto in dono dalla natura una forza
e un coraggio straordinari. Il coraggio, la forza,
l’intelligenza del grande campione.
In Sicilia questo sport ha avuto sempre, in ogni
epoca, dei validi rappresentanti, anche se, per
vari motivi, molti di essi, per mietere successi e
ricevere il giusto premio alla loro fatica, sono stati
costretti a trasferirsi al Nord, a militare in squadre
continentali o estere. è il caso dell’indimenticato
Giovannino Corrieri, che negli anni cinquanta del
secolo scorso fu, prima, gregario di Fiorenzo Magni
nella Viscontea, poi, del mitico Gino Bartali nella
Legnano, e infine di Fausto Coppi nella Càrpano.
Il nostro Giovannino, forte velocista, vincitore di
varie tappe al Giro d’Italia, al Tour de France, e in
altre classiche. Era il caso del catanese Mario Fazio
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“
In bicicletta, bicicletta che passion, che
magnifica invenzion, in bicicletta, bicicletta
che passion…” Così in una popolare canzone
del secolo scorso! Già, la passione! Certamente
questo sentimento è alla base dell’amore per il
ciclismo, ma non solo questo. Il ciclismo, lo sport
più popolare in Italia, a livello agonistico, è fatica,
sofferenza, gioia, ma anche delusione: una foratura
a pochi chilometri dal traguardo, una caduta in
discesa, quando già si pregusta la gioia della vittoria,
e tutto finisce in una bolla di sapone, diventa
amarezza, rammarico. Chi è che non ha visto un
grande campione piangere dopo una corsa perduta
per un soffio? Quanta tristezza nei suoi occhi! Ma
anche quanta luminosità nel suo viso dopo un
arrivo vittorioso, sia in solitudine che in volata!
Le braccia alzate al cielo, quasi in una sfida contro
Gran Premio Libertas a Milazzo
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(partecipe del Giro d’Italia del 1947 e nel 1948 con
la Viscontea), di Francesco Patti, di Guido Messina,
campione del mondo d’inseguimento su pista, del
palermitano Nino Catalano, fortissimo scalatore e
spericolato discesista, e oggi del siracusano Paolo
Tiralongo, del milazzese Salvatore Mancuso, del
ragusano Damiano Caruso, del pluritricolore
palermitano Giovanni Visconti, di Vincenzo
Nibali, attualmente il più forte corridore italiano
di corse a tappe, soprannominato lo Squalo dello
Stretto, vincitore fra l’altro della Vuelta in Spagna e
della Tirreno-Adriatico in Italia.
Negli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso
Messina primeggiava per il numero di corse in linea;
non passava una settimana che non si svolgessero
competizioni per le sue strade tra circuiti cittadini,
provinciali e scalate dei Peloritani. Numerose erano
le formazioni ciclistiche del messinese: la Ciclistica
Donia, la Polisportiva Annunziata, la Ciappazzi, la
Ideor, la Libertas.
Nell’immediato dopoguerra si distinse tra gli allievi
per non comuni doti di scalatore e velocista il
messinese Letterio La Rosa, soprannominato “la
volpe”, vincitore di oltre 140 corse in linea.
Nel periodo tra il 1953 e il 1963 due corridori
messinesi si segnalarono per le loro imprese e per
le loro vittorie: i fratelli Giovanni e Renzo Marino,
che hanno mietuto successi sia nella nostra
provincia, sia in tutta la Sicilia, ma anche fuori dai
confini dell’Isola, soprattutto in Calabria.
Giovanni Marino corse da esordiente e da allievo
dal 1953 al 1955. Dopo ottimi piazzamenti nei
primi due anni, nel terzo fu vittorioso nel Giro dei
Due Mari, gara che si svolgeva per le strade ioniche
e tirreniche da Furci Siculo a Messina passando
per il Colle Sarrizzo, nella Coppa Circonvallazione,
nel Trofeo Gardiol (gara di velocità), prima di
lasciare il testimone al fratello Renzo, corridore
completo, possente in salita, sul passo e in volata,
che dal 1956 al 1963 battè i più forti corridori
siciliani e anche nazionali. In questo lasso di tempo
emersero Francesco Pagano, Vittorio Adorno,
Paolo Pilone, Paolo Chillè, Giuseppe La Rosa,
Santi Pollicino, Giuseppe Giacobbe, Giovanni
Ceraolo, Santi Stracuzzi, Filippo Salato, Filippo
Muscolino, Giuseppe Caruso, che non erano
secondi a nessuno. Fra le vittorie più esaltanti di
Renzo Marino dobbiamo ricordare un Circuito di
Scordia per distacco, la Coppa Signorelli a Priolo, il
Campionato Provinciale esordienti (1956) e la sua
partecipazione a
Iesi nelle Marche
al campionato
per il titolo
italiano.
Tra il 1957 e
il 1963 vinse
tutto quello che
c’era da vincere:
Il
campionato
siciliano allievi
con una vittoria
Belvedere
Gino Bartali e Giovanni Corrieri a
(Siracusa),
la Coppa Di
Maggio a Trapani, il Gran Premio Gradagna,
la Coppa Forbiciani, la Coppa Santa Venera
ad Acireale, La Coppa Moranda a Messina, il
Circuito di Saline (Reggio Calabria), il circuito di
Reggio Calabria, il Circuito di Gallico, la Coppa
Fugazzotto a Barcellona, una cronometro nella
Settimana Cosentina, battendo il campione del
mondo della categoria Tagliani, e quasi tutte le
corse che si svolgevano nella nostra città. Renzo
Marino ebbe anche l’onore di essere convocato al
Centro Tecnico di Ferrara.
Ci chiediamo cosa avrebbe potuto compiere se
si fosse trasferito al Nord, considerate le sue
potenzialità. Le sue imprese sportive rimangono
nella memoria degli appassionati del ciclismo in
un periodo in cui la gente si riversava sulle strade
per circondare d’ammirazione e d’affetto i ciclisti
travolgendoli col suo entusiasmo. Quei ciclisti che
davano spettacolo su un palcoscenico lungo decine
e decine di chilometri. In quegli anni gloriosi per
il ciclismo a Messina vennero organizzate gare di
carattere internazionale. Gli appassionati ricordano
un circuito nei Viali della Fiera con la presenza di
Fausto Coppi e del suo gregario Andrea Carrea.
Una gara a cronometro a squadre nel circuito dei
laghi di Ganzirri vinta dalla squadra di Jacques
Anquetil e seconda la squadra di Gastone Nencini.
Poi venne il benessere, le strade cittadine furono
invase da automobili e il margine per le corse si
ridusse; va tenuto anche in considerazione che una
legge proibì lo svolgimento di gare ciclistiche in
linea nei giorni festivi.
Oggi possiamo ammirare solo in qualche rara
occasione sfilate di corridori per eventi solenni
oppure per corse amatoriali e qualche kermesse
cittadina in circuiti di pochi chilometri.
Eppure la Sicilia è al terzo posto in Italia per
il numero di ciclisti iscritti alla Federazione
Nazionale.
Letterio La Rosa passa per primo sul colle Sarrizzo in un giro di Sicilia
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