Progetto ciclismo realizzato nelle classi quarte della Scuola Primaria

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Progetto ciclismo realizzato nelle classi quarte della Scuola Primaria
Progetto ciclismo realizzato nelle classi quarte della Scuola
Primaria Statale in collaborazione con il Giornale di Brescia
2014-2015
Anche quest'anno, come accade ormai da un quinquennio, gli alunni
delle classi quarte hanno partecipato al progetto "Ciclismo a scuola"
abbinato anche ad un progetto di educazione stradale.
Dopo aver incontrato il giornalista sportivo Venturini e il ciclista
professionista Matteo Bono, i bambini hanno scritto un tema di
fantasia che avesse per protagonista una bicicletta e hanno
partecipato ad un concorso promosso dalla stessa società ciclistica
del territorio di Rodengo Saiano. La classe del bambino vincitore ha
ricevuto come premio una visita d'istruzione al Giornale di Brescia.
Hanno partecipato tutte e quattro le classi e per ognuna sono stati
premiati i primi tre temi ritenuti migliori (primo, secondo e terzo
classificato per ogni classe e tra questi poi i primi tre assoluti).
1^ classificato Aquino Stefano cl. 4 D
2^ classificato Daniel Bagileo c. 4 C
3^ classificato Arbi Latifi cl. 4^ A
Primo classificato per la cl. 4 B è Mirko Bonetti.
“La bici nel futuro”
di Stefano Aquino (4^D)
Era una giornata d’Agosto.
Avevo appena finito di fare i compiti di italiano.
Andai in garage e presi la bici per andare a fare un giro. Ad un
certo punto, però, la bici si fermò e mi chiese: “Vuoi vedere una
cosa spettacolare?”. Io le risposi di sì.
Allora le ruote cominciarono a correre velocissime e arrivammo a
Cape Canaveral.
Stiki, la mia bici, disse: “Stefano preparati per andare sulla
navicella!”.
All’improvviso mi ritrovai davanti a un portale temporale e ci
andammo dentro!
Era bellissimo, ma tutto durò poco: arrivammo nello spazio del
futuro.
Lì volli subito provare la mia bicicletta Stiki, perché mi aveva detto
che nello spazio del futuro avrebbe potuto volare come le bici che
vivono lì.
Allora si alzò in volo e mi portò a vedere lo “Space – Tour”: una
specie di Tour de France futuristico.
C’erano tutti i corridori che volavano pedalando sulle loro bici, seguì
con affiatamento tutta la gara e alla fine arrivò primo ancora lui:
VINCENZO NIBALI!
Dopo i festeggiamenti per lo “Space – Tour”, Stiki mi riportò a casa.
Raccontai tutto alla mamma, che mi guardava con uno sguardo
incredulo e dopo cena andai a dormire con la mia bici accanto!
Vorrei sempre volare, ops!... Correre… Correre in bici, anche in
inverno!
ACHIM E LA BICICLETTA
di Daniel Bagileo (4^C)
C’era una volta, un bambino di origine mussulmana di nome Achim.
Viveva in un piccolo paesino in africa.
Era molto povero, ma sognava sempre di avere una bicicletta.
Così si recò alla discarica ed in mezzo a quelle cose rotte e
arrugginite, trovò una bicicletta ovviamente arrugginita; la guardò,
la osservò, non era messa proprio bene ma decise di portarla a
casa.
Achim chiese al papà se si poteva riparare e il papà gli disse sì.
Con molta pazienza il suo papà cominciò a stingere i bulloni e le
viti, a grattare via tutta la ruggine, gli attaccò un campanellino e
infine la pitturò di rosso con dei fulmini di oro.
La bici, terminato il lavoro di riparazione, era splendida, e Achim
non vedeva l’ora di saltare in sella e di correre in paese!
Appena arrivato, sentì una voce, Achim era molto spaventato ma
alla fine capì che era la sua bicicletta che parlava. E Achim nel
sentirla parlare si rese conto che quella era una bicicletta magica!
Achim, felice, corse dal papà e gli disse che la bicicletta era magica!
Il papà nel sentire le sue parole, prese un libro tutto impolverato, lo
aprì e gli mostrò alcune foto: quella bicicletta magica parlante era
stata inventata dallo scienziato africano più famoso del paese,
HasamaShiali.
Il bambino aveva trovato in una discarica l’antico reperto dello
scienziato più famoso ed era molto felice che la sua bicicletta fosse
il reperto storico più originale!
UN VIAGGIO IN EGITTO
di Arbi Latifi (4^A)
Era una splendida giornata primaverile piena di sole.
Un bambino di nome Giovanni passeggiava per conto suo in un
parco pieno di rose, quando, ad un certo, punto vide una bicicletta
abbandonata.
La bicicletta era una mountain bike di colore arancione con una
scritta “veloce come una Ferrari” .
Aveva delle ruote nuove, gonfie, già pronte per l’uso e
il telaio in fibra di carbonio, diciamolo: una bicicletta perfetta!
Giovanni senza pensarci due volte la prese e ci fece un giro.
Era comodissima e quando tornò a casa la lasciò in garage senza
dire niente alla mamma.
Il giorno dopo, dato che era una Domenica , fece un giro per la
città.
Ad un certo punto sentì parlare la bici e scioccato si fermò
all’istante.
Guardò la bici perplesso e con entusiasmo le disse: << Uhau! Tu sai
parlare!>>.
La bici, entusiasta come Giovanni, rispose: << Certo che so parlare
non hai mai visto una bici parlante?>>.
<<No, è la prima volta>> rispose Giovanni.
<< Allora abituati!>> rispose ella .
Giovanni allora considerandola come un’amica, le diede anche un
nome: Lulù.
Il bambino tornò a casa, rivelò l’accaduto al suo amico Tommy e
insieme decisero di costruire una macchina del tempo.
Giovanni insieme a Lulù entrarono nella macchina e, dato che Lulù
era appassionata dell’antico Egitto, andarono lì.
Quando arrivarono era in atto una guerra e, velocemente si
nascosero dietro una roccia.
A battaglia finita Lulù si fece vedere dagli Egizi che le chiesero:<<
Tu… cosa essere: dono degli dei?>>.
Lulù disse:<<No, razza di citrullo vengo dal futuro!!>>.
Giovanni andò da lei, vi salì e cercò di calmarla.
Po,i con piacere, invitò un egiziano a salire su Lulù, ma quello urlò
così
tanto
dalla
paura,
da
attirare
l’attenzione
del
faraone
Tutankamon che era nei paraggi.
Il faraone disse: <<Cosa essere questo rumore del cavolo!>>.
Un egiziano rispose: << Sta torturando un nostro compagno,
fermalo!>>.
Tutankamon, infuriato, ordinò: << In cella immediatamente!>>.
Lulù e Giovanni, dopo essere stati rinchiusi in cella, scassinarono
con un trucco segreto la porta e uscirono veloci come un fulmine,
rubarono una lancia per souvenir e corsero alla macchina del
tempo.
Tornando al futuro Lulù non volle più fare viaggi nel tempo:
nell’unico che aveva fatto ci aveva quasi rimesso le penne!!!!!!!
"La bici del futuro"
di Mirco Bonetti (4^B)
Io sono una bici triste e sporca,vivo nel bosco, è un bosco vasto,
grande, umido, senza tracce di vita, mi sono abituato a questo
posto ma è comunque duro soppravivere ; gli unici animali che
passano di qua sono gli uomini.
Un giorno, quando stavo dormendo vidi vagamente una persona
ricciola, con i capelli neri, alta e magra e improvvisamente sentii:
"Wow!!! C-c-cavolo! E' una meraviglia quella bici!!!"
mi prese e mi portò via.
Al mio risveglio mi ritrovai in un posto buio, ampio e pieno di cose
dure.
Nella stessa stanza in cui mi trovavo entrò una persona, io mi
nascosi ma mi vide , ad un tratto sentii:
" Papà, dov'è la mia bici? Non la trovo!"
"E' qua, non preoccuparti ora la riparo!"
Quella parola non mi spaventò e decisi di riposarmi. Durante il mio
riposo, alcne volte, sentivo un pizzichio come se qualcuno mi
facesse
il
solletico,
altre
volte,
invece,
sentivo
un
dolore
insopportabile, altre un rumore scricchiolante.
Ad un certo punto mi ritrovai in una camera e dissi:
"Wow! Che bella camera!" lui mi sentì e disse:"T-t-tu parli?"
Io risposi si sì e lui mi disse subito il suo nome: si chiamava
Michele. Diede un nome anche a me: Rocket. Dialogando Mike capì
che non sapevo solo parlare ma sapevo anche volare e fare
acrobazie.
Alcune volte ci immaginavamo di essere dei poliziotti, altre di
essere ragazzini
a cui piaceva giocare. Un giorno vedemmo dei
ladri che stvano derubando una signora allora io mi buttai addosso
ad un ladro, gli misi la catena attorno al collo e strinsi, lo ferì; Mike
mi vide e si piombò sulle gambe di uno de ladrie lo buttò a terra
facendogli sanguinare la testa. La signora ebbe il tempo per
scappare e gli ultimi ladri furono presi dalla polizia.
Dopo quell' avvenimanto siamo stati premiati dalla polizia e
abbiamo così capito che ci doveva essere qualcuno con super poteri
a difendere l' America, quindi entrammo nell' accademmia di
polizia. Dopo un anno di accademmia di polizia siamo diventati veri
e propri poliziotti.
Abbiamo acchiappato i ladri più famosi d' America e poi, essendo
sempre poliziotti, girammo il mondo.