Citologia del liquido cerebrospinale e relativi aspetti clinici by
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Citologia del liquido cerebrospinale e relativi aspetti clinici by
Close window to return to IVIS in collaborazione con RICHIESTO ACCREDITAMENTO SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA SOCIETÀ FEDERATA ANMVI organizzato da certificata ISO 9001:2000 INFORMATION SCIVAC Secretary Palazzo Trecchi, via Trecchi 20 Cremona Tel. (0039) 0372-403504 - Fax (0039) 0372-457091 [email protected] www.scivac.it Close window to return to IVIS 50° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC Citologia del liquido cerebrospinale e relativi aspetti clinici William Vernau BSc, BVMS, DVSc, PhD, Dipl ACVP, Davis, USA L’analisi del liquido cefalorachidiano (liquor) è stata definita come l’equivalente dell’esame emocromocitometrico completo a livello di sistema nervoso centrale, e si tratta di un paragone appropriato.1 Questa indagine fornisce delle indicazioni generali sullo stato di salute delle strutture neurologiche e spesso consente anche di ottenere le prove dell’esistenza di una malattia. Dato il ridotto numero di parametri che vengono misurati nell’analisi di routine, le possibili alterazioni del liquor sono relativamente limitate in confronto alla varietà di malattie neurologiche che si possono avere. Di conseguenza, analogamente all’esame emocromocitometrico completo, l’analisi del liquor ha una ragionevole sensibilità, ma una bassa specificità. Inoltre, il tipo ed il grado di anomalie del liquor presenti dipendono non solo dalla causa e dalla gravità del processo patologico, ma anche dalla localizzazione della lesione; le affezioni meningee e ventricolari/paraventricolari in genere determinano alterazioni del liquor maggiori di quelle indotte dalle lesioni profonde del parenchima. La presenza di alterazioni del liquido cefalorachidiano dipende anche dal punto di raccolta rispetto alla localizzazione della lesione: il liquor prelevato caudalmente alla lesione ha maggiori probabilità di essere anormale.2, 3 È poi importante notare che il tipo, il grado e la durata delle anomalie riscontrate possono essere influenzate anche da una precedente terapia. Solo occasionalmente l’analisi del liquor porta ad una diagnosi specifica, ad esempio nei casi in cui si osservano agenti infettivi (batteri, miceti, protozoi) o cellule chiaramente neoplastiche. La funzione primaria di questo esame nella maggior parte dei casi è quella di assistere il processo diagnostico escludendo la probabilità che siano in atto certe malattie. Come avviene per tutti i test con una specificità relativamente bassa, l’analisi del liquor è utile solo quando i risultati sono correlati all’anamnesi, ai riscontri clinici, ai dati raccolti con le tecniche di diagnostica per immagini ed agli esiti delle indagini di laboratorio collaterali. IL LIQUOR IN SALUTE E IN MALATTIA Nel liquor sono stati misurati molti parametri analitici. Tuttavia, dal punto di vista diagnostico, quelli più utili da determinare sono il conteggio degli elementi nucleati totali e la formula leucocitaria, la concentrazione di proteine totali e l’esame citologico. In condizioni normali, il conteggio degli elementi nucleati del cane è di 0-2 cellule/µl, mentre 3 cellule/µl costituiscono una “zona grigia” e 4 o più cellule/µl sono anormali.1, 4 Nel gatto, è considerato anormale il riscontro di 3 o più cellule/µl.4, 5 Nel cane e nel gatto predominano gli elementi di tipo monocitario (magrofagi non reattivi), con un minor nurmero di piccoli linfociti maturi.2, 5 Nel liquor normale si possono osservare rari neutrofili, che però non devono mai superare il limite dell’1-2 % se il campione non è stato contaminato da sangue. I grandi macrofagi attivati di aspetto schiumoso o i fagociti non si osservano nel liquor normale e la loro presenza costituisce una prova aspecifica di un disordine infiammatorio.6 Tuttavia, si può osservare un numero limitato di grandi macrofagi attivati schiumosi come artefatto dovuto alla citocentrifugazione. Nel liquor normale non si trovano neppure le plasmacellule.4 Queste si possono riscontrare nel liquido cefalorachidiano negli animali affetti da varie malattie come il cimurro, altre meningiti virali, la rabbia, la meningoencefalite granulomatosa (GME), le neoplasie e gli ascessi.4 Di conseguenza, anche se la presenza di plasmacellule nel liquor è anormale, si tratta di un riscontro di scarsa specificità. Analogamente, i linfociti reattivi non si trovano nel liquor normale, ma la loro presenza non ha un valore di specificità.4 La misurazione della concentrazione di proteine totali nel liquor è importante per la diagnosi delle malattie neurologiche. Presso il nostro laboratorio, il valore di questo parametro nei cani e nei gatti normali è < 30 mg/dl (0.3 g/L). Anche se i livelli di proteine totali nel liquido cefalorachidiano aumentano lungo il neurasse procedendo in direzione rostrocaudale (per cui risultano più elevati nei campioni prelevati mediante puntura lombare che in quelli ottenuti dalla cisterna cerebellomidollare), si tende ad utilizzare questo valore di riferimento indipendentemente dall’origine del fluido (puntura lombare o della cisterna).4, 7, 8 È possibile che ciò riduca la sensibilità della diagnosi del liquor della cisterna, ma non sono stati ancora condotti studi per confermarlo. L’esito normale dell’analisi del liquor NON esclude la presenza di una malattia. Invece, i riscontri anomali indicano sempre la presenza di un’alterazione patologica. L’aumento della cellularità del liquido cefalorachidiano viene detto pleocitosi. Le percentuali relative dei differenti tipi cellulari presenti nel liquor in condizioni di malattia variano in funzione della natura del processo patologico e forniscono utili informazioni per la diagnosi differenziale delle malattie neurologiche. Close window to return to IVIS 50° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC Malattie batteriche Meningoencefalite granulomatosa (GME) Nella meningite batterica è spesso presente una marcata pleocitosi con predominio dei neutrofili.9 Il conteggio totale dei leucociti che si riscontra in queste malattie è superiore a 2000 cellule/µl e può persino arrivare ad oltrepassare il valore di 10.000 cellule/µl. L’osservazione della presenza di batteri o la positività delle colture conferma l’esistenza di una meningite settica. Tuttavia, secondo la mia esperienza, i batteri non si osservano di frequente nel liquor dei cani e dei gatti con meningite settica confermata ed i neutrofili sono spesso non degenerati. Il liquor associato alla meningoencefalite granulomatosa (GME) di solito è anormale. Il conteggio degli elementi nucleati totali presenta un aumento moderato o marcato. Predominano tipicamente i piccoli linfociti maturi, mentre la frazione restante è costituita in misura approssimativamente uguale da macrofagi e neutrofili.11 Tuttavia, esiste una certa variabilità dei riscontri citologici e la formula leucocitaria può variare dal 95% di neutrofili al 100% di elementi mononucleati. Malattie micotiche Encefalite necrotizzante del carlino, del maltese, dello Yorkshire terrier e del chihuahua Le infezioni micotiche del SNC sono relativamente poco comuni, anche se Cryptococcus neoformans presenta una predilezione per le strutture neurologiche centrali. Le caratteristiche del liquor in caso di criptococcosi neurologica sono molto variabili. I conteggi possono variare evidenziando aumenti marginali o marcati, dovuti tipicamente a quadri misti con una maggioranza di neutrofili.4 Tuttavia, sono stati segnalati casi di liquor mononucleare, con un fluido principalmente eosinofilico.4 I microrganismi criptococcici si osservano comunemente nel liquor e gli esami colturali sono spesso positivi. Anche i test di agglutinazione al lattice per la ricerca dell’antigene criptococcico nel liquor possono risultare positivi. Le segnalazioni di anomalie del liquido cefalorachidiano associate ad aspergillosi, blastomicosi, coccidioidomicosi o istoplasmosi neurologiche sono sporadiche. In queste micosi, il liquor tende a presentare una pleocitosi di tipo misto con neutrofili, macrofagi, linfociti ed eosinofili (spesso in quest’ordine di frequenza). Nei cani di razza carlino, maltese, Yorkshire terrier e chihuahua è stata identificata un’encefalite necrotizzante dalle cause sconosciute.4 In ognuna delle razze citate le lesioni sono simili, anche se la loro distribuzione varia, essendo multifocale ed a carico del tronco encefalico nello Yorkshire terrier e diffusa e cerebrale nelle altre razze. È tipica della malattia una marcata pleocitosi a carattere principalmente linfocitario. Meningite/arterite che risponde agli steroidi Questa malattia è stata segnalata nel beagle, nel cane da montagna bernese, nel pointer tedesco a pelo corto e sporadicamente in altre razze.12 È caratterizzata da una marcata pleocitosi neutrofila, a condizione che non sia stata attenuata dalla terapia. Malattie protozoarie Sia Neospora che Toxoplasma possono invadere il SNC, di solito esitando in una meningoencefalite granulomatosa multifocale. Neospora sembra avere una maggiore predilezione per il sistema nervoso centrale rispetto a Toxoplasma, in particolare nei cani giovani.10 Il liquor degli animali con infezioni neurologiche protozoarie presenta tipicamente una lieve o moderata pleocitosi di tipo misto con monociti, linfociti, neutrofili ed eosinofili, in ordine di percentuale decrescente.4 Tuttavia, io ho osservato una predominanza di eosinofili in alcuni casi confermati di neosporosi. Peritonite infettiva felina (FIP) Il coronavirus della FIP può causare una meningite piogranulomatosa multifocale, con infiammazione dei plessi coroidei ed ependimite. Il liquor presenta una pleocitosi moderata o marcata con un aumento della concentrazione di proteine (> 2g/L) che risulta caratteristico.13 La pleocitosi è dominata da neutrofili non degenerati e da un minor numero di macrofagi attivati, di aspetto piogranulomatoso. Trauma/ernia del disco Malattie virali In presenza di malattie virali il liquor è tipicamente caratterizzato da alterazioni infiammatorie non suppurative. Il conteggio cellulare e la determinazione dei livelli proteici spesso risultano lievemente o moderatamente aumentati. La pleocitosi può essere completamente mononucleare (principalmente dovuta a piccoli linfociti con un minor numero di macrofagi) o di tipo misto con un predominio della componente mononucleare. In rari casi, specialmente negli stadi iniziali della malattia, possono prevalere i neutrofili. Le anomalie del liquor associate al trauma e/o alla compressione sono variabili, a seconda della velocità con cui si è sviluppato l’evento patologico, della sua gravità, della localizzazione della lesione (e del punto di prelievo del liquor), del tempo trascorso fra l’evento patologico ed il prelievo e del mantenimento o della progessione dell’insulto. In caso di trauma acuto, si riscontra tipicamente un’infiammazione suppurativa con emorragia. In caso di danno del midollo spinale, la presenza di alterazioni è più costante nel liquor prelevato a livello lombare che in quello cere- Close window to return to IVIS 50° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC bellomidollare.3 Le malattie croniche tendono a determinare alterazioni più lievi che risultano tipicamente mononucleari. Occasionalmente, la discopatia cronica di tipo I può indurre una moderata infiammazione linfocitaria (osservazioni non pubblicate). Neoplasia Le alterazioni del liquor associate alle neoplasie sono variabili e riflettono la varietà dei tumori, le loro localizzazioni e le reazioni tissutali alla malattia. L’anomalia più comune è l’aumento delle concentrazioni di proteine e gli incrementi più marcati sono quelli prodotti dai tumori del plesso coroideo.4 Si può avere una pleocitosi che risulta tipicamente mononucleare, anche se i meningiomi possono avere >50% di neutrofili.14 L’osservazione di cellule neoplastiche nel liquor prelevato da animali con neoplasia del sistema nervoso centrale è rara, ma in una certa misura dipende dal metodo impiegato.4 Le probabilità di visualizzare le cellule neoplastiche nel liquor sono maggiori nel linfoma e nei tumori meningei piuttosto che nei gliomi, che spesso non raggiungono le meningi o il sistema ventricolare. Quando sono presenti cellule neoplastiche, può essere difficile determinarne l’origine. In questi casi, come indagine aggiuntiva risulta molto utile l’immunocitochimica.4 Reazione a catena della polimerasi (PCR) La metodologia PCR è potenzialmente in grado di aumentare drasticamente la sensibilità diagnostica e la specificità del liquor. È particolarmente adatta all’analisi dei piccoli volumi e del basso numero di cellule che caratterizzano frequentemente i campioni di liquido cefalorachidiano. Nell’uomo, è stata utilizzata per confermare la presenza del linfoma (sulla base dell’identificazione mediante PCR dei riarrangiamenti del gene del recettore dell’antigene clonale) e di una varietà di agenti infettivi.4, 15 In medicina veterinaria, la PCR è stata utilizzata per identificare parecchi agenti infettivi nel liquor, come Sarcocystis neurona, Toxoplasma e Listeria.16, 17 Bibliografia disponibile a richiesta: [email protected] Indirizzo per la corrispondenza: Bill Vernau Pathology, Microbiology and Immunology UC Davis School of Veterinary Medicine 1064 Haring Hall One Shields Ave Davis, CA 95616 Phone: 530 754 7162 - Fax: 530 752 3349 This manuscript is reproduced in the IVIS website with the permission of the Congress Organizing Committee