Ahi, che male far pipì©

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Ahi, che male far pipì©
INFEZIONI DELLE VIE URINARIE DEI BAMBINI
Ahi, che male far pipì ©
Le infezioni urinarie nei bambini non sono un disturbo grave: però se trascurate
possono danneggiare i reni. È importante una diagnosi tempestiva per iniziare
subito la cura. Ecco una guida per aiutarvi a interpretare i sintomi nei bambini.
Il sospetto deve scattare ogni volta che
in un bambino, specie se piccolo (meno
di un anno), la febbre alta non si
accompagna a naso, gola né orecchie
infiammati. Le infezioni delle vie
urinarie sono un disturbo relativamente
frequente: secondo i più recenti dati
epidemiologici britannici, almeno l’8%
delle bambine e il 2% dei bambini
sviluppano un’infezione urinaria nel
corso della propria infanzia.
Nei primi tre mesi di vita i più colpiti
sono i maschi: dopo l’anno il rischio cala
e riguarda soprattutto le femmine.
Alcuni bambini sono più soggetti di altri
per una serie di fattori, oltre al sesso di
appartenenza:
– la predisposizione genetica;
– la dieta;
– nei maschi l’essere circoncisi o meno:
infatti è stato accertato che la
circoncisione ne diminuisce l’incidenza.
Nella maggior parte dei casi
un’infezione delle vie urinarie guarisce
rapidamente, ricorrendo a una terapia
antibiotica orale.
Ci sono però situazioni in cui è bene
fare attenzione; una diagnosi tempestiva
inoltre è importante per curare
l’infezione urinaria senza conseguenze
per la salute del bambino.
Quando e perché
fare attenzione
Due cose sono da tenere a mente:
– un’infezione urinaria trascurata o
curata in ritardo (dopo diversi giorni)
può provocare un’infezione renale e
anche danni permanenti ai reni. In
sostanza, più passano i giorni dall’inizio
CONSIGLI PRATICI PER BAMBINE
Un’infezione delle vie urinarie è provocata dai batteri presenti nelle
parti intime, che si fanno strada nell’uretra ed iniziano la risalita verso
la vescica. Anche per questo le bambine, la cui uretra è più vicina alla
zona anale, rispetto al maschio, sono più soggette a questo disturbo.
L’igiene intima è importante per prevenire le infezioni. In particolare,
è utile insegnare alle bambine a utilizzare sempre la carta igienica
dall’avanti verso il dietro, in modo da non agevolare il passaggio dei batteri dalla zona anale verso la vagina.
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SALUTEST n° 45 agosto 2003
dell’infezione, più i batteri hanno il
tempo di raggiungere i reni, partendo
dalla vescica;
– un’infezione urinaria che tende a
ripresentarsi a breve distanza di tempo,
potrebbe essere la spia di una anomalia
nella conformazione del tratto urinario.
Si parla di reflusso vescico-ureterale
quando l’urina risale dalla vescica
attraverso l’uretere fino ad arrivare ai
reni e di uropatia ostruttiva se la causa
sono i calcoli oppure un restringimento
degli ureteri.
Il reflusso vescico-ureterale è la causa
più frequente delle infezioni urinarie (il
30-50% dei bambini che si ammala di
infezione urinaria ha questo problema).
Di solito l’infezione che deriva da
questa anomalia morfologica si cura con
un trattamento antimicrobico nell’attesa
di vedere se si risolve da sola con la
crescita. Solo a volte, quando è in forma
più grave, si deve ricorrere a un
intervento chirurgico.
Infezione alta,
la più pericolosa
Due sono i tipi di infezioni urinarie, di
cui quella più preoccupante è
denominata “delle alte vie urinarie” ed
è anche la più subdola (fortunatamente
non così frequente).
• Infezione bassa o cistite acuta. È più
frequente nelle bambine in età
prescolare. Si tratta di un’infezione delle
vie urinarie basse (uretra e vescica), che
si presenta sporadicamente. Può essere
causata da batteri presenti nella vagina
nelle femmine e nel prepuzio nei
maschi e più raramente da
malformazioni delle vie urinarie. La
febbre in questo caso compare
raramente e di solito, quando c’è, è
inferiore a 38°C.
Se il bambino fa una smorfia di dolore
quando fa la pipì o vi dice chiaramente
che sente bruciore e dolori al basso
ventre quando urina, potrebbe avere
una infezione urinaria. Altro sintomo
importante è il continuo stimolo a fare
pipì, senza avere la vescica piena.
L’urina può anche avere un odore
diverso dal solito.
In questi casi, non perdete tempo:
portate subito il bambino da un medico.
Nel caso di un neonato, capire i sintomi
è più difficile. Fate attenzione a quando
urina: se il bebé piange proprio in quel
momento, c’è la possibilità che soffra di
un’infezione urinaria.
Soprattutto se l’infezione colpisce il
neonato, può comparire sangue nelle
urine, talvolta anche con la presenza di
coaguli (grumi di sangue).
• Infezione bassa ricorrente: in questo
caso il disturbo interessa la stessa zona,
ma tende a ripresentarsi. È più comune
COME RACCOGLIERE
BENE LE URINE
L’esame più importante, da fare subito, in
caso di infezione alle vie urinarie è l’urinocoltura. I risultati dell’esame saranno affidabili, se si saranno raccolte le urine del
bambino in modo corretto. Ecco come:
– per prima cosa al mattino si devono lavare molto bene le parti intime del bambino;
– il flusso iniziale va scartato: bisogna raccogliere l’urina dopo che il bambino ne ha
già fatta un po’ (la prima urina “lava l’uretra” e può contenere contaminanti che
provengono da lì);
– nel caso di un neonato l’urina va raccolta prima della poppata, nel caso di un bambino più grande prima della colazione;
– per i bambini più piccoli, si appoggia il
sacchetto in corrispondenza della zona da
cui fuoriesce la pipì. Se il neonato non riesce a fare pipì nel sacchetto nel giro di venti
minuti, il sacchetto va sostituito con un
altro.
• Una volta raccolta, l’urina NON deve
essere travasata nel contenitore sterile, ma
si deve mettere il sacchetto nel contenitore. Il contenitore va immediatamente portato al laboratorio di analisi.
• Con i bambini più grandi la pipì deve essere raccolta direttamente nel contenitore
sterile.
• Nei mesi estivi o se il tragitto verso il laboratorio è lungo, è meglio collocare il
contenitore all’interno di una borsa termica con ghiaccio, per evitare la proliferazione dei batteri.
• In caso di necessità è possibile raccogliere l’urina la sera e tenerla 12 ore in frigorifero prima di farla analizzare.
nelle bambine in età scolare. Nel 3040% dei casi è dovuta a un leggero
reflusso vescico-ureterale.
• Infezione alta. In questo caso
l’infezione interessa le vie urinarie alte,
cioè ureteri e reni. È un tipo di
infezione urinaria insidiosa, perché i
sintomi sono più difficili da interpretare:
non si presentano infatti bruciore o
dolore quando si fa pipì. Tuttavia
proprio in questo caso la diagnosi deve
essere tempestiva, perché con il passare
del tempo aumenta il pericolo di danni
ai reni.
La febbre elevata è il sintomo più
evidente dell’infezione. Con la febbre
possono comparire anche malessere
generale, dolori lombari o addominali.
In un lattante i sintomi possono essere
tanti e diversi: non solo febbre, ma
anche disturbi gastroenterici, irritabilità,
arrossamento all’interno delle cosce,
urine maleodoranti.
Anche in questo caso la causa può
essere una malformazione delle vie
urinarie (nel 40% dei casi si tratta di
reflusso vescico-ureterale) oppure di
disfunzioni vescico-sfinterali.
Prima gli esami,
poi la cura
Il primo esame con cui il pediatra
accerta che tipo di infezione urinaria ha
colpito il vostro bambino è
l’urinocoltura, un’esame delle urine.
Solo dopo aver visto i risultati potrà
prescrivere una cura.
• L’urinocoltura serve per capire se ci
sono batteri e, nell’eventualità, che tipo
di batteri. Solo dopo aver letto gli esami,
il medico sarà in grado di scegliere
l’antibiotico più adatto al tipo di
infezione.
Di solito per le infezioni urinarie più
leggere (basse) basta un ciclo di
antibiotici somministrati per pochi
giorni (2-4 giorni); nel caso di infezioni
più gravi, la cura è più lunga.
Attenzione: iniziare una terapia
antibiotica prima di aver raccolto ed
analizzato le urine non consente di
stabilire una diagnosi certa né di
identificare il batterio responsabile
dell’infezione così da stabilire un
trattamento mirato.
• Anche la VES (Velocità di
eritrosedimentazione) e la PCR
(proteina C reattiva), due esami del
sangue, possono essere prescritti dal
medico in questi casi.
• In caso di infezione alta, dopo la
guarigione può essere utile fare alcuni
test per essere sicuri che l’infezione non
sia stata provocata da un’anomalia
dell’apparato urinario. Di solito dopo
un’infezione urinaria alta in un
bambino piccolo, il medico consiglia
una ecografia dell’apparato urinario.
Esistono anche altri esami, come la
cistoscopia, per valutare eventuali
malformazioni e la scintigrafia renale,
che permette di valutare l’entità
dell’eventuale danno ai reni. Sono
piuttosto invasivi e provocano molti
fastidi in un bambino: quindi il medico
dovrà valutare attentamente se è
necessario farvi ricorso.
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