Lela Bidion ritorna a Capo Verde dopo 40 anni alla ricerca della figlia

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Lela Bidion ritorna a Capo Verde dopo 40 anni alla ricerca della figlia
Lela Bidion ritorna a Capo Verde dopo
40 anni alla ricerca della figlia
Presentazione di Maria de Lourdes Jesus
La piece teatrale è un'opera del drammaturgo capoverdiano Agostinho Santos ed è stata presentata sia nella diaspora
capoverdiana che a Capo Verde. Il personaggio principale dell'opera è la Dottoressa Filomena, interpretata dalla
straordinaria attrice Tomázia Teixeira. Un punto di vista originale da cui guardare gli OSM 2 e 3: l'uguaglianza tra i
sessi e l'autonomia delle donne ed il raggiungimento della scolarizzazione universale. Il dramma si svolge in un contesto capoverdiano, ma il contenuto è rivolto sia alle donne capoverdiane che a quelle nel
resto del mondo. All'epoca la società capoverdiana sopravviveva per grazia di Dio, nella miseria e nell'abbandono totale,
con la maggioranza della popolazione analfabeta, con un'alta mortalità infantile, con un sistema sanitario inesistente e
senza servizi igienici. In questa società patriarcale le donne erano considerate la merce degli uomini e la maggioranza
delle famiglie era costituita da donne e figli ai quali non spettava nessun riconoscimento civile e nessun sostegno
economico per la sopravvivenza. Tutto era lasciato sulle spalle di queste donne che nonostante tutte le difficoltà, sono
riuscite a tirare su gli uomini e a migliorare immensamente il loro ruolo nell'ambito della società capoverdiana. È a
queste donne che il teatro vuole dare voce attraverso la figura della Dottoressa Filomena, rappresentata da Tomázia
Teixeira.
L'attrice Tomázia Teixeira, in arte Filomena, dice di aver accettato di interpretare la scena perché Filomena
rappresenta la sua storia e quella di tante altre donne. Anche lei, come Filomena, è cresciuta senza la presenza del
padre, ma oggi è una donna realizzata perché sua madre, pur non sapendo né leggere né scrivere, l'ha sempre
incoraggiata a superare tutte le barriere di una società maschilista, coloniale e discriminatoria. L'attrice ci tiene a
sottolineare che la madre è stata la sua fata protettrice, la guida nel percorso di ricerca della sua autostima e carriera
professionale, come analogamente succede alla protagonista della storia, la dottoressa Filomena. Dice ancora che la
sua realizzazione come donna rappresenta per la madre il riscatto di quello che lei non è riuscita ad ottenere nella sua
vita.
Di seguito lo sviluppo del dramma: Tomázia è una donna di 42 anni, con un forte carattere, che ha conquistato la sua
autonomia grazie agli studi. E' un medico, vive con la figlia in una bella casa con una cameriera che si occupa delle
faccende domestiche. Un giorno tornando a casa si sorprende di trovare nel suo salotto con la figlia e la cameriera un
ospite sconosciuto. Innervosita dalla presenza di questo intruso a casa sua, chiede allʼ’ospite chi sia e cosa ci fa nella
sua casa. L'ospite, una figura abbastanza ridicola, in una situazione piuttosto imbarazzante, si presenta come Lela
Bidion e cerca di spiegare a Tomázia che è suo padre ed è rientrato dall'Olanda dopo 40 anni di emigrazione per
conoscere una figlia che non ha mai dimenticato. Tomázia non ne vuole sapere di questa persona che si presenta come
suo padre, che non ha mai conosciuto e che si introduce nella sua casa senza il suo permesso e quindi cerca di
mandarlo via anche in malo modo, ma lui insiste con le sue spiegazioni. Lela Bidion non vuole perdere questa occasione
e spera di farsi perdonare dalla figlia per averla abbandonata per ben 40 anni. Nasce fra i due una conversazione
interessante che procede però in due sensi contrari. Da una parte Lela cerca di spiegare alla figlia le circostanze
familiari che gli hanno impedito di sposare la madre e di riconoscere la paternità, dall'altra Tomázia rifiuta invece
categoricamente le giustificazioni di Lela, ormai sempre più sconsolato nel tentativo di convincere la figlia delle sue
buone intenzioni. Filomena guarda interdetta quest'uomo, vestito un po' stranamente, con delle idee arretrate su Capo
Verde, e con un linguaggio molto limitato che mette in dubbio il fatto che abbia vissuto per 40 anni in un paese
avanzato come l'Olanda. Nelle accuse di Filomena al padre viene fuori tutto il dramma patito dalla madre e da tutte le donne che ancora oggi
subiscono le conseguenze dell'irresponsabilità paterna, delle discriminazioni e delle violenze esercitate dagli uomini. Durante i 7 minuti della scena dell'incontro, Filomena riesce a rovesciare sul padre 40 anni della sua assenza, la sua
totale mancanza di responsabilità, la rabbia, le sofferenze della madre, incriminando lui e tutti gli uomini che nella loro
visione patriarcale hanno suscitato disprezzo nelle donne, relegandole a un ruolo inferiore nella società per poter
continuare a dominare nel mondo. Questo sfogo di Filomena diventa un atto liberatorio, di superamento del passato.
Dopo aver cacciato fuori di casa con determinazione Lela Bidion e la sua valigia, il suo cuore liberato di Filomena si
intenerisce e per la prima volta pronuncia la parola “papà”: “Papà, dove vai? Torna indietro”. Il padre fortemente
sorpreso rientra in casa, questa volta invitato dalla figlia, e si lancia in un lungo abbraccio che racchiude e conclude
tutta la storia. Purtroppo, nella realtà della vita quotidiana, nonostante le conquiste fatte dalle donne in molti Paesi, soprattutto in
quelli più avanzati dal punto di vista economico e democratico, le donne contano ancora molto poco. Si vedono
continuamente ridurre gli spazi duramente conquistati attraverso le lunghe lotte, e i loro diritti vengono usurpati senza
che un vero potere economico le renda indipendenti dagli uomini. Sarà questo dell'uguaglianza e dell'autonomia delle
donne, uno dei grandi Obiettivi del Millennio che purtroppo nessun Paese riuscirà a raggiungere entro 2015.
Tomazia Teixeira è capoverdiana e ha insegnato in una scuola elementare di Capo Verde. In base ad un accordo tra
Capo Verde e Olanda, si è trasferita nel Paese dei tulipani per insegnare lingua e cultura capoverdiana nelle scuole
olandesi, caratterizzate da una presenza significativa di bambini di origine capoverdiana.
Nel 1996 è stata una delle fondatrici della Casa Tibérias, l'unica casa di sostegno e accoglienza delle donne
capoverdiane e di lingua portoghese, vittime di violenze e abusi sessuali. Conduttrice di un programma radiofonico (Radio Voz de Cabo Verde) ha promosso l'emancipazione e l'integrazione
sociale delle donne capoverdiane nella società olandese, affrontando vari tabù come incesto, violenze e abusi sessuali.
Ha trattato temi che riguardano i diritti dei bambini, dei giovani, le normative sull'immigrazione, discriminazioni nel
mercato del lavoro, educazione e formazione per i giovani a tutti i livelli.
Come attrice ha svolto diversi ruoli in ambito teatrale, rimanendo sempre fedele alle tematiche sociali alla base delle
lotte per le quali vale la pena sacrificarsi. Per il suo impegno sociale e culturale ha ricevuto nel 2012 un riconoscimento dalla Regina d'Olanda. Tomazia oggi, per
motivi di salute, è in pensione.
Fonte: http://www.youtube.com/watch?v=ZHJ4F9DgnNs (Lela Bidion)
http://www.youtube.com/watch?v=uhI_̲jYhjemM (premiazione di Tomázia Teixeira)