presS/Tmagazine n.12 anno 2007
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presS/Tmagazine n.12 anno 2007 presS/Tarchitecture ANNA GIORGI: Progetto di adeguamento funzionale sede ANCE a Roma Progetto di adeguamento ASSIMPREDIL a Milano presS/Tcomics funzionale sede le vignette di roberto malfatti presS/Tart RUGGERO LENCI: Dinamiche Architettoniche - DnA Ovvero, la reversibile decostruzione della materia 2005-2006 presS/landscape ZAGARI, VILLARI, PETRANGELI Associati: HASHI, passerella pedonale sulla cascata centrale all’EUR - Roma Il MAXXI è lieto di ospitare la presentazione del numero di maggio/giugno della rivista Architectural Design Italy. A New Architectural Landscape dedicato alla recente architettura italiana Giovedì 14 Giugno alle ore 18 via Guido Reni 2 F Roma Introdurrà per il Maxxi Margherita Guccione Parteciperanno alcuni critici che hanno collaborato alla redazione del numero di AD: Anna Baldini, Massimo Locci, Valerio Paolo Mosco, Francesco Proto, Pino Scaglione, Luigi Prestinenza Puglisi. Commenteranno: Paolo Desideri, Massimiliano Fuksas, Francesco Garofalo, Gabriele Mastrigli, Giorgio Muratore, Antonino Terranova, Vittorio Savi. Coordinerà l’incontro Diana Alessandrini. Sarà presente Helen Castle, direttore di AD. presS/Tletter party Giovedì 14 Giugno ore 21.30 Riverloft in via di Pietralata 159 A - Roma presS/Tletter party con la proclamazione dei risultati e la premiazione del concorso per i giovani critici. DJ set: Spiritresonance Media partner della serata: The Plan, L’Arca. presS/Tarchitecture ANNA GIORGI: Progetto di adeguamento funzionale sede ANCE a Roma L’intervento comprende una parziale ridistribuzione degli spazi interni e la sostituzione completa delle finiture a parete e a pavimento, l’adeguamento tecnologico e l’abbattimento delle barriere architettoniche esistenti. Le nuove esigenze funzionali dell’associazione hanno determinato il potenziamento degli spazi di riunione e ricezione al pubblico. Al piano seminterrato un ampio foyer introduce all’area convegni con un Auditorium con 250 posti, parzializzabile secondo le diverse occasioni e accessibile anche da un spazio verde, che sfonda la scatola acustica della sala congressi verso l’esterno, trasformandola in contenitore luminoso; potenziato da altre due sale convegni con possibilità di collegamento audiovideo in simultanea, l’Auditorium è direttamente collegato a spazi per il ristoro e ricevimento al pubblico. La hall d’ingresso, completamente aperta sul fronte principale, introduce a spazi riunione aggiuntivi, culminanti in una sala che apre l’edificio all’esterno tramite una grande terrazza allestita con essenze locali. Ai piani superiori sono collocati gli uffici direzionali e operativi, dove gli spazi distributivi sono stati trasformati in salette di attesa e luoghi di lavoro temporaneo. Qui, la trasparenza delle interpareti, da una parte, ne individua il carattere pubblico, dall’altra, sfruttando un sistema di illuminazione artificiale con soffitti continui luminosi, genera il fulcro visivo sul quale si innesta la distribuzione periferica delle unità lavorative tradizionali. Un sistema di rivestimento a parete e contenitoriarchivio in boiserie ridisegna a tutti i livelli una geometria lineare individuando un orizzonte visivo omogeneo senza soluzione di continuità. A completamento del rinnovamento della sede, gli spazi di lavoro sono stati allestiti con nuovi arredi di produzione e su misura, con configurazioni operative flessibili, interpretando modalità di lavoro differenziate o postazioni attrezzate per il lavoro individuale ad un livello direzionale. CREDITS Committente: Ance Luogo: Roma, via S. Guattani 16 Dimensioni: Slp 2700 mq Anno di progettazione : 2001 / 2003 Inizio lavori: Settembre 2004 Completamento lavori: Novembre 2006 Collaboratori/consulenti: Arch. B. De Martino, Arch. A. Facchetti, Arch. M. Ricciotti, Arch. M. Shibuya, Arch. V. Giusti Arch. G. Bianchi, prog. illuminotecnico Studio Ariatta, prog. impianti Fotografie: Leo Torri BIOGRAFIA Anna Giorgi Vive e lavora a Milano dove è nata nel 1953. Dopo gli studi classici si laurea in Architettura ed ha come relatore l'architetto Franca Helg dello studio Albini-Helg-Piva, con la quale inizia nel 1981 il lavoro di ricerca e la collaborazione didattica presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Nel 1993 consegue a Milano un Dottorato in Architettura degli Interni, Arredamento e Allestimento e nella stessa sede universitaria è professore a contratto di Composizione Architettonica dal 1998 al 2004. E' stata socio fondatore e presidente della sezione di Milano dal 1997 al 1999 e vice- presidente del Consiglio Direttivo della sezione lombarda di IN/ARCH, Istituto Nazionale di Architettura, Associazione per la quale ha curato numerose iniziative tra le quali il ciclo di conferenze “Architetture a confronto” che ha portato in Triennale architetti come Achille Castiglioni, Antonio Citterio, Raphael Moneo, John Pawson, Boris Podrecca, Italo Rota e Philippe Stark, . Suoi i contributi critici nei volumi ‘Monumenti d'Italia’ edito da De Agostini nel 1988, ‘I Musei Assenti’, ’Il Museo di arte moderna e contemporanea. Proiezioni per il futuro’ e ‘Musei in formazione’, curati da A.Piva. Pubblicato dalla casa editrice Skirà il Quaderno curato per Assimpredil dal titolo:’Accoppiamenti Giudiziosi, casi esemplari nel rapporto tra progetto e costruzione’. Dal 1997 al 1999 collabora con FAI, Fondo Ambiente Italiano, come Direttore Tecnico per il restauro e adeguamento degli edifici monumentali della Fondazione. Nel 1999 viene concluso il suo progetto di risanamento conservativo della Casa del Manzoni a Milano ed è realizzato a Genova il primo lotto del restauro dell’apparato albiniano del Museo di Palazzo Rosso. Nel 2002 ha realizzato per l’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, uno Studio di Inquadramento generale sulla nuova distribuzione e sulla individuazione delle opere per il nuovo allestimento delle raccolte del Castello Sforzesco oggetto di gara internazionale di progettazione. Ha collaborato al coordinamento ed all’attuazione di numerosi concorsi internazionali di progettazione tra i quali nel 1999 Spazi pubblici a Gallarate e, con il comune di Milano, Area Ansaldo: Città delle Culture e nel 2000 Arengario Museo del Novecento , nel 1999 e 2003 con IN/ARCH, Concorso di progettazione di spazi pubblici a Milano e Riorganizzazione urbana in sponda sinistra del fiume Adda a Lodi. Dal 2001 è Direttore Scientifico di Urban Center del Comune di Milano, Centro di Comunicazione delle trasformazioni urbane e territoriali, per il quale cura e coordina la programmazione delle iniziative ed eventi. Dal 1980 svolge attività professionale nel suo studio milanese, occupandosi di progettazione urbana e territoriale, interventi di recupero e trasformazione del patrimonio edilizio esistente, restauro, edilizia residenziale, ristrutturazioni, architettura d'interni, allestimento. Tra questi ha realizzato a Milano il PRUSST dell’area di Porta Vittoria, diversi Programmi Integrati di Intervento in fase di approvazione, Studi di Fattibilità per valorizzazioni territoriali ed immobiliari come l’area ex Tiro a Segno di piazzale Accursio ed ex Manifattura Tabacchi a Milano, Supermercati per Unes, edifici residenziali a Pioltello, Arluno, Opera, Legnano e Abbiategrasso, in corso di realizzazione, ristrutturazione e arredamento degli edifici per uffici delle sedi delle associazioni Federlombarda, Assimpredil e ANCE a Roma. Partecipa a concorsi internazionali tra i quali ha vinto nel 2000 l’allestimento di Palazzo Rosso a Genova con gli studi Cerri e Castiglioni e il molo di Ravenna con lo studio Antonio Citterio & Partners nel 2004. Nello stesso anno ha partecipato alla gara per la trasformazione del Quartiere Storico di Fiera Milano con gli studi Buffi, Desvigne, Citterio, Nicolin, Ranzani, Rota, e nel 2006 alla gara per gli alberghi della nuova Fiera di Milano; entrambi i progetti sono stati esposti in Triennale. Progetto di adeguamento funzionale sede ASSIMPREDIL a Milano L’intervento ha interessato l’intero edificio, sottoposto a vincolo di facciata (art. 49 del D.Lgs. 490/99), con un complesso di opere di manutenzione straordinaria e risanamento conservativo, finalizzate al completo rinnovamento dell’immagine della sede, all’adeguamento degli impianti e al potenziamento delle aree riunioni e convegni. Le sale principali dell’ Associazione quali l’Auditorium per convegni (190 posti) e le sale formazione (25 e 95 posti), sono state attrezzate con i collegamenti multimediali più aggiornati e strutturate con un grado di flessibilità tale da consentirne anche l’utilizzo contemporaneo. Ai piani superiori sono collocati i settori operativi e direzionali per i quali è stato attuato un sostanziale aumento della dotazione di sale riunioni di vario taglio. All’ultimo piano è stato realizzato un grande openspace con copertura vetrata e adeguate schermature solari, destinato a Break Area per gli addetti e gli ospiti esterni. Pietra naturale, legno e vetro sono i materiali tradizionali con i quali è stato ricostruito un dialogo contemporaneo per colori, finiture e disegno con l’involucro architettonico. Il ceppo, rivestimento originario in facciata su Via San Maurilio, è stato usato per identificare gli spazi di connessione principale (atrio d’ingresso e vano scala ai piani degli uffici); la boiserie in rovere è presente negli spazi di rappresentanza (sale giunta e formazione). Il vetro, invece, è stato applicato nel disegno di totem luminosi, pareti traslucide e porte vetrate al fine di riconquistare luminosità all’interno degli ambienti, vincolati ad una distribuzione tradizionale. Anche l’illuminazione artificiale è stata studiata applicando nuove soluzioni formali, in particolare usando lucernari a teli-diffusore traslucidi, tali da ottenere effetti di luce naturale diffusa e mutevole. Oltre alle opere di ampliamento degli spazi e la sostituzione di tutte le finiture interne il progetto ha compreso la sostituzione degli arredi con elementi di produzione e su disegno coerenti alla nuova immagine coordinata della sede. CREDITS Committente: Assimpredil Luogo: Milano, via S. Maurilio 21 Dimensioni: Slp 1950 mq Anno di progettazione : 2003 Inizio lavori: Settembre 2003 Completamento lavori: Dicembre 2005 Collaboratori/consulenti: Arch. J. Alberti, Arch. A. Beretti, Arch. A. Facchetti, Arch. M. Ricciotti, Arch. M. Shibuya Arch. R. Angella, computi, capitolati Arch. G. Bianchi, prog. illuminotecnico Studio Ariatta, prog. impianti Fotografie: Leo Torri presS/Tart RUGGERO LENCI: Dinamiche Architettoniche - DnA Ovvero, la reversibile decostruzione della materia 2005-2006 La ricerca sul tema “Dinamiche Architettoniche DnA” ha prodotto una serie di circa 50 sculture nelle quali l’articolazione delle masse investe aspetti appartenenti tanto alla scultura quanto all’architettura. Le sculture sono costituite da volumi puri sezionati secondo linee di taglio intersecanti tra loro che producono una pluralità di significati legati all’uomo: architettonici, materici, naturalistici, mitologici, cibernetici. Esse tendono a superare la dimensione statica dell’opera d’arte - non più vista solo come oggetto da contemplare - diventando realtà spaziale disarticolabile che, da un originario stato monolitico, acconsente plurime configurazioni attraverso l’estrazione di sue parti. Tale dinamicità dà luogo all’aumento della dimensione topologica del volume iniziale (degli elementi che lo compongono, della somma delle superfici, del numero di facce, della complessità), che indaga i temi della densità e della spaziotemporalità insiti nella materia, nonché quello del passaggio da una condizione primigenia, uguale per tutti e mono-significante, alle singole ecceità pluri-significanti nelle quali il tutto si scompone e riconfigura. Nello specifico, il lavoro è teso a investigare le possibili intersezioni generabili in un corpo solido sottoposto a due o più sezionamenti quasi sempre ortogonali tra loro. Il solido ha la forma di un prisma rettangolare a base quadrata con proporzioni di 1: 3,5 e in alcuni casi maggiori o minori. Le dimensioni tipiche sono 4x4x14 cm., 8x8x28 cm., 10x10x25 cm., 12x12x18 cm. Le linee di sezionamento del prisma rettangolare che possono aver luogo sia con andamento ortogonale alle facce del solido sia con un angolo quasi sempre di 45° - derivano da schizzi fatti a mano in base a idee, intuizioni, sensazioni, tese a sviscerare alcuni intimi segreti geometrici appartenenti al mondo dei solidi. Le singole peculiarità derivanti dalle multiple intersezioni intuite, immaginate, a volte inaspettate, richiedono, in seguito, una rigorosa verifica vettoriale della loro complessità geometrica nello spazio euclideo per rispondere alle esigenze di trasporre il modello tridimensionale nella materia. In questa fase il modello, ancora da investigare in dettaglio, viene sviluppato al computer per perfezionarne la scomposizione in parti. Tali parti, ovvero le linee di sezione che le generano, vengono calibrate affinché, sia per conformazione, sia per resistenza materica, sia per numero, risultino congrue con l’idea di progetto in corso di definizione e perfezionamento così da produrre il significato voluto. La visione dinamica tridimensionale delle parti del modello solido virtuale, nonché la costruzione e decostruzione del tutto in elementi significanti, completa la verifica semantica del progetto che ne autorizza la trasposizione in materia, vero momento realizzativo dell’opera nella sua fisicità che si avvale di specifiche tecniche a controllo numerico. L’ultima fase riguarda il processo di finitura degli elementi, che consiste nella levigatura, lucidatura, sabbiatura, nonché nei bagni galvanici di doratura o argentatura. I materiali utilizzati sono l’ottone, l’acciaio inossidabile, l’argento 800, l’alluminio, il bronzo, il plexiglas, il legno abbinato alla pelle. Quarant’anni di attività artistica, affiancata da trenta di attività architettonica e da venti di attività di ricerca sulla geometria dei frattali, sul concetto di auto-similarità, su quello degli insiemi connessi e di densità spaziale, nonché sul tema delle intersezioni, costituiscono il supporto alla base della presente ricerca sulla reversibile decostruzione della materia. presS/Tlandscape ZAGARI, VILLARI, PETRANGELI Associati: HASHI, passerella pedonale sulla cascata centrale all’EUR - Roma “HASHI” è una nuova passerella pedonale posta sulla cascata centrale del Giardino delle cascate, con il fine di completare il periplo del Lago. Il nome significa “ponte” in giapponese. La dedica è alla passeggiata del Giappone di cui questa passerella si propone di essere il completamento. La passeggiata presenta infatti in corrispondenza della cascata centrale una discontinuità, aggirabile con un lungo percorso ad ellisse che trova un ponte più a monte. Questo passaggio, per quanto suggestivo, risulta improprio e faticoso, perché lungo e pavimentato in pietra di tufo irregolare, non conforme alle normative vigenti, e presenta anche problemi non secondari di sicurezza e visibilità, obbligando il pubblico ad entrare in profondità nel giardino, in una zona molto delicata e complessa, in cui attualmente va anche segnalata la eccezionale presenza invernale della più grande colonia di storni di Roma, che produce gravissimi danni alla vegetazione e una condizione di non transitabilità per lo spessore dello strato di guano sul suolo. Questa difficoltà è una delle cause della progressiva chiusura del giardino al pubblico e la passerella è il primo atto di un’iniziativa di riqualificazione che ha come obiettivo il restauro del giardino e la sua riapertura al pubblico in determinate fasce orarie. Con “CYTHERA” e “DYDIME”, tre terrazze galleggianti in via di realizzazione per una godibilità più diretta dell’acqua da parte del pubblico, HASHI fa parte integrante di un complesso di interventi più ampio, previsto per la riqualificazione e rivitalizzazione del Parco del Lago. Fotografie di Paola Ghirotti Il contesto Il Parco Centrale del Lago ha un grande valore, storico ed ambientale, oltre che paesaggistico. Previsto come focus dell’E42 la sua realizzazione non si effettua che in occasione delle Olimpiadi del 1960 come un forte sistema unitario. Il Giardino delle Cascate, in particolare, ha una elevatissima qualità monumentale, probabilmente il più importante realizzato in Italia negli anni Sessanta. La preziosità del disegno è arricchita dai giochi d’acqua, luce e suono che in passato animavano le cascate, oggi non più in funzione. Straordinario è il suo valore scenografico – è il fondale che si offre a chi esce dalla città percorrendo via Cristoforo Colombo – e panoramico. Stretto è il rapporto con il Teatro di De Vico che lo fronteggia sulla sponda t l t il P l tt d ll S t opposta e, sul retro, con il Palazzetto dello Sport. Quest’ultimo però appare oggi troppo incombente, poiché il suo prospetto non è più mascherato dalla alberature inizialmente presenti, oggi in una condizione patologica gravissima. Il giardino versa in uno stato generale di abbandono. Restauro Il grande valore del giardino giustificherebbe un progetto di restauro di rilevanza nazionale, da attuarsi con finanziamenti eccezionali. Tra gli interventi da realizzare a questo proposito, vi sarebbe la ricostruzione delle spalliere di rose sulle recinzioni laterali di rete lungo i due rami della via Cristoforo Colombo e la riabilitazione dei meccanismi e congegni che davano vita al gioco di luci e suoni. Vi è la necessità di inserire una siepe arborea lineare o un velario vegetale, costituito da schermi in rete metallica coperti da rampicanti, lungo il confine con il Palazzetto dello Sport. L’intero sistema dei piazzali superiori, come si è detto, molto degradato, suggerisce una vocazione di riqualificazione, con la realizzazione di adeguati servizi ed allacci alle reti. Nell’ambito del restauro comprendiamo anche tutti gli interventi necessari alla riabilitazione dei gruppi vegetali esistenti, alberi, arbusti, cespugli, gravemente danneggiata dallo strato di guano che oggi li ricopre: Principi del nuovo intervento sotto il profilo della compatibilità ambientale Si sono adottati principi progettuali adeguati all’inserimento in un ambiente storico configurato, di alta qualità: -pertinenza del nuovo intervento rispetto alla scala del sito; -rispetto delle riconosciute caratteristiche proprie dei Parchi dell’Eur di particolare interesse paesistico-panoramico e vegetazionale; -cura nella selezione di materiali compatibili con il contesto, che privilegiano la leggerezza e la trasparenza (cristallo, acciaio, legno); -cura della scena notturna. La luce si rafforza ma anche essa in modo discreto. Gli elementi principali La passerella connette direttamente i due rami est e ovest della passeggiata, nel punto in cui questi si interrompono sulla sponda superiore delle due rive della cascata centrale. L’allineamento in pianta risulta sul filo della seconda cateratta partendo dal lago, in una posizione intermedia fra il primo e il secondo ordine di getti d’acqua trasversali. Le due piani inclinati accentuati, con rive sono sistemazione a prato e piantumati con siepi. Dalla sommità delle rive, dove si attestano i due rami (+ 19,85) abbiamo un dislivello notevole con il pelo dell’acqua (+ 18,60). Il progetto si è proposto di realizzare il collegamento scendendo e risalendo di quota secondo pendenze progressive molto comode (dal centro verso le estremità: P min-max 0,0/4,0 %), in modo di avere un impatto visivo contenuto. In questo modo si raggiunge la quota minima del calpestio + 19,33 al centro della passerella, che consente di tenere la struttura fuori dal pelo dell’acqua. Per dare un riscontro armonico alla geometria dei percorsi voluta da De Vico, un elegante disegno a forma di diapason, si è scelto di adottare un profilo in curva anche in pianta, accorgimento che permette anche di rispettare meglio la visibilità del filo della cateratta. La doppia curvatura, in pianta e sezione longitudinale, conferisce al manufatto una particolare eleganza, con un continuo cambiamento di prospettiva nell’incedere di chi passa. La struttura, tutta in acciaio inox, prevede un’anima centrale con mensole a sbalzo che sostengono il piano di calpestio (si veda la relazione tecnica del Prof. Mario P. Petrangeli). La passerella è pavimentata in doghe di legno sui due lati e in vetro in corrispondenza del passaggio sull’acqua. Le balaustre sono in rete inox per la parte che corre sul fiume, garantendo il massimo della trasparenza (la stessa soluzione delle terrazze galleggianti), mentre i raccordi in corrispondenza delle rive sono in lamiera traforata per adattarsi meglio alla conformazione del suolo e favorire attraverso i fori la crescita della vegetazione ripariale. La balaustra è in cavi di acciaio inox spazzolato AISI 316, costituita da montanti doppi in inox, da corrimano in tubolare di inox diam. 50x3 mm di spessore opportunamente ancorato ai montanti con viti in acciaio inox, da rete in trefoli di acciao inox tipo WEBNET a maglia da 80 mm. La rete è costituita da trefoli da 2 mm collegati tra loro mediante morsetti in acciaio. La balaustra è posta in opera a mezzo imbullonatura agli elementi strutturali della piattaforma come descritto negli elaborati del progetto esecutivo. Il piano di calpestio si presenta in doghe smussate e scanalate di legno esotico pregiato, tipo IPE’ o ACAPU’. CREDITS Franco Zagari - Architetto, paesaggista, vive e opera a Roma. È Professore ordinario di “Architettura del paesaggio” presso la Facoltà di Architettura dell’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria, Direttore di OASI, Dipartimento di progetto per la città il paesaggio e il territorio, Coordinatore del Dottorato in “Architettura dei parchi e dei giardini e assetto del territorio” delle Università di Reggio Calabria e Napoli Federico II. Alessandro Villari (1960) - Architetto, vive e lavora tra Catania e Roma. Lavora sui temi del progetto del giardino e del paesaggio, con particolare interesse per il disegno urbano e le relazioni con lo spazio pubblico. È ricercatore di Architettura del paesaggio presso l’ Università Mediterranea di Reggio Calabria. È visiting professor presso la Facoltà di Architettura di Reggio Calabria (dal 2000) e la Scuola Nazionale Superiore di Paesaggio di Versailles (Parigi, 1999 – Marsiglia, 2001). Mario Paolo Petrangeli insegna Teoria e Progetto di Ponti presso l’Università di Roma “La Sapienza”dal 1976. Ha redatto numerosi progetti di ponti e grandi strutture in Italia ed all’estero, quali il ponte strallato sul DIB in Algeria, con campata da 280 m ed il ponte strallato sul PO, di 192 m di luce, per la linea AV BO-MI. Lettera di critica dell’architettura che affianca presS/Tletter. Per cancellarsi basta mandare una mail al mittente con scritto: remove. Per iscriversi basta farne richiesta al sito www.prestinenza.it. I giudizi espressi negli articoli non esprimono l’opinione della redazione ma dello scrivente. Si ringraziano i progettisti per le informazioni relative ai credits e per il materiale iconografico che viene concesso gratuitamente, libero da diritti relativamente alla circolazione di questa newsletter. REDAZIONE: Anna Baldini, Gianpaolo Buccino, Diego Caramma, Diego Barbarelli, Massimo Locci, Roberto Malfatti, Valerio Paolo Mosco, Luigi Prestinenza Puglisi, Paolo Raimondo, Monica Zerboni.