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n° 308 - gennaio 2003 © Tutti i diritti sono riservati Fondazione Internazionale Menarini - è vietata la riproduzione anche parziale dei testi e delle fotografie Direttore Responsabile Lucia Aleotti - Redazione, corrispondenza: «Minuti» Via Sette Santi n.1 - 50131 Firenze - www.fondazione-menarini.it Jean-Honoré Fragonard Il brillante mondo dell’aristocrazioa parigina i gai giochi negli immensi giardini, le lussuose feste alla corte di Versailles, le numerose amanti di Luigi XV, i segreti d’alcova, le sete cangianti, i broccati vistosi, i gioielli sfavillanti, tutto questo appartiene a un momento, e a un particolare ambiente del secolo XVIII, che reagisce ai decisi e imperiosi cambiamenti dei Philosophes della ragione con una esasperata esaltazione dell’eleganza trasformandola in volgarità e alimentando la ricchezza sfrenata con la dilagante corruzione, in ostentao spregio del popolo affamato. Così la rivoluzione francese, se da una parte rivendicava la dignità e i diritti umani, dall’altra spazzava via un mondo artificioso, che appariva quasi una dorata fantasia. Questo mondo fu il teatro in cui un’artista come Jean-Honoré Fragonard (Grasse 1732- Parigi 1806) si mosse abilmente, dimostrando il suo enorme talento e, in modo peculiare, il suo stile seduttivo. Fragonard fu allievo inizialmente di Jean Baptiste Chardin, dal quale trasse l’ammirazione per la pittura fiamminga e l’occhio attento alle piccole scene di vita familiare; accolto in seguito per il suo, benché acerbo, evidente talento dal pittore di corte François Boucher, ritrattista ufficiale di Madame de Pompadour, Fragonard Il giuoco della “palette” - Chambéry, Musée d’Art et d’Histoire approfondì i suoi studi ed accrebbe le sue conoscenze tecniche e stilistiche e la sua abilità attraverso numerosi viaggi, che lo portarono anche in Italia, a Roma e nella campagna circostante e fino a Napoli e alle rovine di Pompei, che da pochi anni iniziavano ad essere riportate alla luce. La critica iniziava a celebrarlo come grande paesaggista e ritrattista - famosi i suoi “ritratti in un’ora di tempo”, molto richiesti dai mercanti, ben più solleciti nei pagamenti che non i funzionari di corte - e soprattutto cantore dei puri sentimenti domestici, preferenza probabilmente derivante da una profonda ammirazione per gli artisti fiamminghi, pur se ciò gli comportò numerose critiche con l’accusa di pittore facile e superficiale. L’attenzione verso questo artista andò au- mentando soprattutto nel momento in cui venne riconosciuto come “pittore del piacere”, il miglior interprete della società di Luigi XV; inizialmente Fragonard continuava sulla falsariga di Boucher, perdendosi nelle minuzie pittoriche e nelle tematiche mitologiche; in seguito, il temperamento estroverso e focoso del giovane lo portava a superare il fare meditativo ed intimistico del maestro. Così, mentre la sua vita si popolava di giochi d’amore, di piaceri e d’avventure, lo stile di Fragonard si ampliava, valorizzando le novità della sua ispirazione e trasformando la sua pittura del desiderio in ammalianti messaggi erotici. L’artista sceglie modelli di vita reale, ragazzini curiosi che si rubano baci di nascosto, adolescenti innamorati avidi di eterna felicità, oppure occupati pag. 2 in giochi che ben presto non saranno più innocenti. Il pittore si diverte in spettacoli sottilmente attraenti: voli indiscreti su L’altalena (1765 c.), in cui una giovane donna spinta da un compagno nascosto nella penombra si diletta dondolando per aria e mostrando le gambe allo sguardo di un altro giovane che ammira estasiato la sua bellezza; Una partita al gioco della cavallina (1767/1773 c.), tale gioco è una forma di flirt, infatti i giocatori si toccano e si prendono in giro a vicenda, ed il giovane che “sta sotto” nasconde il volto nel grembo di una fanciulla divertita che guarda gli altri compagni nascondersi in uno splendido scenario paesaggistico in cui è possibile riconoscere l’opera dello scultore Falconet, Cupido l’ammonitore, sita in un luogo chiaramente significativo; La Mosca cieca (1765 c.) un gioco che sin dal Medioevo ha simboleggiato la follia d’amore: una giovane donna bendata si affanna a cercare ed afferrare uno dei partecipanti, così concluso il gioco i due che si sono “trovati” sono come gli amanti che affannosamente si rincorrono per promettersi di non perdersi più. Un certo pudore trattiene questa ardente gioventù anche dove i gesti sono provocanti, essa prova tanto timore quanto piacere nell’emozioni nascenti, ed è questa la genialità di Fragonard: il sospeso, il celato, le azioni che stanno per compiersi, non mostra mai ciò che avverrà e l’espressione è resa più forte dalla dina- La scommessa perduta, ovvero il bacio vinto - San Pietroburgo, Museo dell’Ermitage micità dei tratti del suo pennello - definito dai suoi contemporanei, non sempre con approvazione generale, “gioco di spada del pennello”. Quindi sciabolate di colori freddi, vibranti, che lo differenziano totalmente dalla ieraticità dei suoi predecessori Watteau e Boucher. Fragonard rinunciò, con grande scandalo dei critici d’arte contemporanei, ai temi mitologici per dedicarsi a ciò che da Courbet in poi è detta “arte viva” - provocando il desiderio di amatori del genere che non sapevano più a chi rivolgersi per soddisfare il proprio gusto - per liberarsi da ipocrita mondanità eliminando ingombri descrittivi che offuscavano la pura visione. Infatti Fragonard in opere quali La camicia tolta, La Gimblette, Il momento desiderato esalta l’incarnato biondo con luce calda, deliziose armonie di colori pallidi, dissolti, spirati; è evidente l’assimilazione degli artisti veneziani, ma si nota una maggiore definizione dal tocco insistente, efficace, pastoso che conferisce a quei corpi un’impressione di vita palpitante, un’attesa, turbamenti sensuali pronti a trasformarsi in passione travolgente per soddisfare il celato voyeurismo dei committenti. Nel 1771 l’artista realizzerà un ciclo pittorico, Le Allegorie amorose, composto da quattro pannelli commissionatigli dall’affascinante Marie Jeanne Bècu che diventerà la famosa contessa du Barry, la seconda favorita da Luigi XV - la prima era stata Madame de Pompadour. I pannelli vennero collocati nella sala dei giochi nel castello di Louveciennes nel 1773 ma furono immediatamente respinti e ricon- pag.3 segnati all’artista: la giustificazione “ufficiale” era la poca compatibilità della leggerezza Rococò con l’austera architettura Neoclassica del castello, in realtà l’evidente somiglianza fisionomica con il Re, quindi la troppa esplicita relazione “extraconiugale”, portarono ad una opportuna rimozione dei quadri . Le scene, La scalata, L’inseguimento, La dichiarazione d’amore, L’innamorato incoronato, raccontano in tono favolistico-libertino le varie fasi di un intenso corteggiamento fino al trionfo dell’amore; la giovane donna comunica la sua preziosità, la sensualità dei suoi movimenti attraverso la grazia dei semplici gesti, evidenziati anche dalla pomposità degli abiti e dai riflessi delle stoffe, il volto - simile in tutti i quattro i pannelli - risplende probabilmente della bellezza della contessa du Barry. Tutte le scene sono immerse in ameni giardini in cui l’atmosfera dei colori, le sculture ridondanti il tema accrescono l’attesa per il raggiungimento del momento culminante; l’effettto è però scarsamente poetico: sebbene definito preromantico il suo stile non offre alimento al pensiero e ne- I gemelli - New York, collezione privata anche al sogno, ma sicuramente all’emozione “a fior di pelle”. Le opere di Fragonard racchiudono la foga di Rubens, ma le pennellate tendono sempre più ad affinarsi, a diventare leggere e con poca materia l’artista riesce ad ottenere effetti sempre più vasti, fondendo i personaggi con l’ambiente circostante ed anticipando di un secolo le caratteristiche degli impressionisti: Renoir sarà il suo erede spirituale, cosicché i suoi ocra eterei e le forti tonalità ruggine continueranno a vivere. Fragonard dipinge come pensa, con spontaneità, il processo dell’opera disegna non un’idea o un’intuizione, ma un atteggiamento di fronte al mondo, in una continua ricerca di vicissitudini; vita reale sì, ma estremamente lontana dalla realtà della popolazione francese che lo dimenticherà sino alla metà del secolo successivo. stefania rizzo