tutti sulla stessa barca per superare le barriere
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tutti sulla stessa barca per superare le barriere
20 PROGETTI TUTTI SULLA STESSA BARCA PER SUPERARE LE BARRIERE “CAPITAN UNCINO”, IL NUOVO PROGETTO UISP, USA LA VELA PER FAVORIRE L’INTEGRAZIONE DEGLI ADOLESCENTI CON DISABILITÀ di Francesco Sellari “Capitan uncino: in mare aperto per tutte le abilità” è il nuovo progetto nazionale Uisp, nato nell’ambito della Legge 383 del 2000 per il sostegno alle attività di promozione sociale, e destinato agli adolescenti con e senza disabilità. Il progetto prevede la creazione di otto laboratori sperimentali per la costruzione e l’utilizzo di barche a vela da parte di gruppi composti da ragazzi disabili e normodotati. I ragazzi saranno protgonisti fi tutte le fasi di lavoro che porteranno al varo e alla vera e propria navigazione. Alla sperimentazione pratica verranno affiancati momenti di attività teorica e di ricerca. Il tutto sotto la supervisione teorica di un coordinatore locale, coadivato di volta in volta da educatori ed esperti. Perché proprio la vela? Perché la vela è uno sport di squadra che, nella sua complessità, consente la valorizzazione delle risorse di tutti, sulla base delle potenzialità di ognuno. Le difficoltà e gli ostacoli propri della vita in barca sono comuni sia ai normodotati che ai disabili, e diventano occasioni di dialogo e comunicazione, di reciproca comprensione e di confronto, favorendo il consolidamento del senso di condivisione. Saranno circa 640 i ragazzi e le ragazze, tra disabili e normodotati, dai 13 ai 20 anni, che parteciperanno e animeranno i laboratori, mentre circa venti persone, tra coordinatori locali, istruttori/operatori ed esperti parteciperanno al corso di formazione. Il progetto parte da una constatazione: non esistono i portatori di handicap, ma handicap, intesi come limiti imposti allo svolgimento di una vita “normale”. Si tratta di limiti fisici, legislativi, sociali, culturali, che allontanano “i diversi” dalle persone “normali” e dai loro riti e ritmi. La vela, in quanto sperienza senza barriere, condivisibile da persone disabili e normodotate, permette un viaggio verso un territorio in grado di accogliere la diversità e di valorizzarla, trasformarla in occasione di crescita, restituendola alla società come fonte di arricchimento e confronto con un punto di vista diverso. Inoltre, alcune caratteristiche della vita di bordo (come le problematiche della convivenza), ne fanno un ambiente estremamente utile per la formazione della personalità e del carattere, sia dei ragazzi normodotati che dei loro coetanei disabili. STILELIBERO SPORT&SICUREZZA Come indica il nome, “Capitano Uncino” prende spunto dall’immaginario della pirateria e dalle regole della filibusta del XVI e XVII secolo. Sulle navi della filibusta vigeva un accordo etico che vietatva le lotte intestine e imponeva una mutua collaborazione. Le responsabilità erano condivise (democrazia partecipata), donne ed uomini godevano di uguali diritti (pari opportunità), tutte le etnie e le classi sociali erano rappresentate (multiculturalità) e i pirati PROGETTI diversamente abili (tipicamente rappresentati con gambe di legno, bende agli occhi e uncini), avevano ruoli e collocazioni utili a bordo (diverse abilità). Su questa falsariga, l’idea alla base del progetto prevede l’integrazione di ragazze e ragazzi normodotati e diversamente abili (l’equipaggio) nell’ambito di laboratori sperimentali di co-progettazione per la costruzione e l’utilizzo di barche a vela. Il varo delle barche rappresenterà l’approdo della navigazione di ogni equipaggio. OBIETTIVI E RISULTATI ATTESI Oltre a voler favorire l’inclusione sociale dei ragazzi disabili, “Capitan Uncino” punta a favorire l’acquisizione, nelle giovani generazioni, di una migliore sensibilità verso dimensioni relazionali e comunicative quali: la convivenza fra pari, la collaborazione, l’accettazione dei propri e altrui limiti, l’aiuto reciproco e la mediazione dei bisogni, l’assunzione di responsabilità anche finalizzata alla soluzione di problemi, la leadership, il rapporto con un sistema di regole e con l’autorità, la capacità di adattamento all’ambiente circostante. L’intervento vuole inoltre promuovere la creazione di spazi di collaborazione tra soggetti territoriali - scuola, cooperative sociali, associazioni di disabili, Asl, Enti Locali - impegnati in politiche e azioni sociali a favore di adolescenti, giovani e disabili. AZIONI Le otto città nelle quali si svilupperanno i laboratori sperimentali sono Civitavecchia (Rm), Como, Ferrara, Lecce, Livorno, Noto (Sr), Orvieto (Tr) e Salerno. Attori e beneficiari dell’intervento saranno i ragazzi coinvolti attivamente nella progettazione, nella realizzazione, nel varo e nell’utilizzo delle barche. Come accennato, il progetto prevede la compresenza di momenti di attività teorica (fase formativo/educativa) e di ricerca con spazi di sperimentazione pratica (fase di progettazione condivisa). Le attività potranno variare funzionalmente alle caratteristiche del contesto, degli attori territoriali coinvolti e delle principali peculiartià dei comitati Uisp, ma saranno coordinate razionalmente per favorire una logica di sistema, grazie alla costituzione di una regia nazionale che garantirà la supervisione e il monitoraggio del lavoro svolto in ciascun territorio e un costante flusso di informazioni tra di essi. Uno dei principali punti di riferimento nell’elaborazione del modello operativo è il territorio, inteso sia come oggetto specifico dell’intervento sia come interlocutore e risorsa per lo sviluppo progettuale. Ricordiamo infine che “Capitan uncino: in mare aperto per tutte le abilità” ha fatto si che la progettazione sociale Uisp ottennesse un importante riconoscimento: si è infatti posizionato al terzo posto nella graduatoria dei progetti che nel 2012 hanno ottenuto i contribuiti previsti dalla Legge 383. STILELIBERO SPORT&SICUREZZA 21