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i LUNEDÌ del CINEMA
cinema internazionale d’autore
www.lunedicinema.com
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lunedì 12 settembre / lunedì 19 dicembre 2011
12 settembre
THE TREE OF LIFE di Terrence Malick
19 settembre
OFFSIDE di Jafar Panahi
LUNEDÌ
delCINEMA
i
set
dic
2011
26 settembre
IL RAGAZZO CON LA BICICLETTA
di Jean-Pierre e Luc Dardenne
3 ottobre
POETRY di Lee Chang-dong
10 ottobre - INGRESSO LIBERO
LA STRADA di Federico Fellini
Copia della Cineteca Nazionale Italiana
17 ottobre
VENERE NERA di Abdel Kechiche
24 ottobre
UN GELIDO INVERNO di Debra Granik
31 ottobre
CORPO CELESTE di Alice Rohrwacher
7 novembre
THE HOUSEMAID di Im Sang-soo
14 novembre
LA DONNA CHE CANTA di Denis Villeneuve
21 novembre
BRONSON di Nicolas Winding Refn
28 novembre
THE CONSPIRATOR di Robert Redford
5 dicembre
L'ALBERO di Julie Bertuccelli
12 dicembre
A DANGEROUS METHOD di David Cronenberg
19 dicembre
Film da definire
CINEMA GLORIA
Via Varesina 76 Como
Spettacolo unico ore 21.00
Ingressi: Intero € 7. Ridotti € 6. Abbonamento 15 film € 45.
Immagine tratta dal film THE TREE OF LIFE
Grafica COMODALBASSO
CINEMA GLORIA via Varesina 72 Como 0314491080
Lunedì 12 settembre
THE TREE OF LIFE
di Terrence Malick
Lunedì 19 settembre
OFFSIDE
di Jafar Panahi
Regia e sceneggiatura TERRENCE MALICK Fotografia EMMANUEL
LUBEZKI Montaggio HANK CORWIN e JAY RABINOWITZ Musiche
ALEXANDRE DESPLAT Interpreti e personaggi BRAD PITT Sig. O’Brien
SEAN PENN Jack JESSICA CHASTAIN Sig.ra O’Brien HUNTER
McCRACKEN giovane Jack.
Stati Uniti/India 2011. 139 minuti.
Festival del Cinema di Cannes 2011 Palma d'oro Miglior Film.
Regia JAFAR PANAHI Sceneggiatura JAFAR PANAHI e SHADMEHR
RASTIN Fotografia MAHMOOD KALARI Montaggio JAFAR PANAHI
Interpreti e personaggi SIMA MOBARAK prima ragazza SAFAR
SAMANDAR soldato SHAYESTEH IRANI ragazza soldato IDA SADEGHI
giocatore di calcio NAZANIN SEDIGHZADEH ragazzina.
Iran 2006. 88 minuti.
Festival del Cinema di Berlino 2006 Orso d'argento.
Note della produzione
Il regista Terrence Malick ha creato un'esperienza
cinematografica che rappresenta un vero e proprio inno
alla vita, ponendo alcune fra le domande più profonde e
personali che riguardano l’essere umano, attraverso un
caleidoscopio che va dall’intimo al cosmico. Dal racconto delle esperienze emotive di una famiglia che vive in
una cittadina texana ad un viaggio nello spazio e nel
tempo, dalla perdita dell'innocenza di un bambino al
percorso di un uomo che vivrà la sua vita... Terrence
Malick ha sempre creato dei film che suscitano grandi
riflessioni, grazie al ricorso ad immagini di grande
intensità e ad emozioni viscerali. Il nuovo film, la sua
opera più intima ed epica, è un viaggio che dai più
moderni grattacieli arriva al cortile di casa di una
famiglia texana negli anni cinquanta... La storia si svolge
in maniera sinfonica, come una pièce musicale divisa in
movimenti o come i rami di un albero, mostrando l'evoluzione di un'unica vita, nel suo percorso di ricerca e nel
tentativo di risolvere alcuni antichi conflitti legati alla
rabbia di suo padre, all'amore di sua madre, alla morte
del fratello e ai suoi conflitti con il senso della vita...
L'arte di realizzare un film non è solo visiva ma anche
uditiva, con le musiche e il sonoro che erano fondamentali nell'esperienza di "The Tree of Life", tanto quanto il
colore, le forme e le atmosfere. Le voci off si inseriscono
nelle composizioni orchestrali di Alexandre Desplat e
viceversa, dando vita a un ambiente sonoro in cui tutti i
rumori quotidiani e le grandi melodie della vita hanno lo
stesso peso, diventando un'ennesima fonte di meraviglia
e di mistero... Ma anche l'assenza di musica ha giocato
un ruolo fondamentale per Malick. Il silenzio nei suoi
lavori è potente come la musica, uno strumento isolato,
ma con l'impatto di un'intera orchestra sinfonica.
“Offside" è l’ultima pellicola che Jafar Pahani è riuscito a
realizzare. A cinque anni dalla realizzazione e dalla
presentazione alla Berlinale 2006, dove fu premiato dalla
Giuria con un Orso d’argento, esce finalmente anche in
Italia. Il lavoro di Panahi ha tra i suoi tratti distintivi
l’equilibrio nel ritmo e nella tensione narrativa e la
costruzione sempre azzeccata di storie che ben tracciano lo spaccato di una società. A tutto ciò il film aggiunge
anche l’originalità della prospettiva da cui questa volta è
documentata la realtà del regime teocratico: quella delle
ragazze iraniane con la passione per il calcio a cui una
norma, per altro non scritta ma comunque applicata con
rigore, vieta l’ingresso allo stadio col pretesto che gli
spettatori uomini imprecano e bestemmiano e ciò non è
bene per le orecchie femminili. Allora, per riuscire a
introdursi tra gli spalti e godersi la partita dal vivo, le
ragazze escogitano travestimenti e sotterfugi d’ogni
sorta...
Note dell'autore
Nel 1997 l’Iran sconfisse l’Australia guadagnandosi la
qualificazione per i Campionati del Mondo di Calcio del
1998. Al ritorno in patria la nazionale iraniana venne
accolta in maniera trionfale dalla popolazione. La legge
iraniana vieta alle donne di entrare negli stadi, ma in
quell’occasione venne fatta un’eccezione e circa cinquemila donne furono ammesse all’interno dello stadio per
festeggiare il ritorno dei calciatori. La loro presenza
scatenò un dibattito sulle motivazioni alla base del
divieto. Ricordo che all’epoca lessi un articolo di un
giornalista sportivo che spiegava che anche nell’Antica
Grecia le donne avevano lo stesso problema. Quattrocento anni prima di Cristo le donne greche erano
costrette a travestirsi da uomini per poter fare il tifo per i
propri figli. Non so se l’articolo dichiarasse il vero, ma è
da lì che ho avuto l’idea per il mio film.
Lunedì 26 settembre
IL RAGAZZO CON LA BICICLETTA
Le gamin au velo
di Jean-Pierre e Luc Dardenne
Regia e sceneggiatura JEAN-PIERRE e LUC DARDENNE Fotografia ALAIN
MARCOEN Montaggio MARIE-HELENE DOZO Musica LUDWIG VAN
BEETHOVEN Interpreti e personaggi CECILE DE FRANCE Samantha
THOMAS DORET Cyril GUY CATOUL Jérémie Renier EGON DI MATEO Wes.
Belgio/Francia/Italia 2011. 87 minuti.
Festival del Cinema di Cannes 2011 Grand Prix Speciale della Giuria.
Cyril ha quasi dodici anni e una sola idea fissa: ritrovare
il padre che lo ha lasciato temporaneamente in un centro
di accoglienza per l’infanzia. Incontra per caso Samantha, che ha un negozio da parrucchiera e che accetta di
tenerlo con sé durante i fine settimana. Cyril non è del
tutto consapevole dell’affetto di Samantha, un affetto di
cui ha però un disperato bisogno per placare la sua
rabbia...
Note degli autori
Da tempo eravamo ossessionati da una storia: quella di
una donna che aiuta un ragazzo a liberarsi della violenza
di cui è prigioniero. L’immagine che per prima ci veniva in
mente era quella di questo ragazzino, questo fascio di
nervi, placato e quietato grazie ad un altro essere
umano. Un ragazzino senza legami che rincorre l’amore
senza saperlo. Per noi era importante che lo spettatore
non scoprisse mai perché Samantha è interessata a
Cyril. Non volevamo che emergesse alcuna motivazione
psicologica. Non volevamo che il presente fosse giustificato dal passato. Volevamo che lo spettatore pensasse
«Lo fa e basta!»... In linea di massima la cattiveria è
sempre più facile da mostrare. Ovviamente bisognava
evitare tutti i cliché della compassione, e attenersi il più
possibile ad aspetti come l’apertura e lo scambio. Non ci
è capitato spesso di filmare qualcuno che vuole bene a
qualcun’altro. Girare d’estate ci ha aiutati a dare al film
una certa luminosità e una certa dolcezza. E poi per
questo basterebbe la presenza di Cécile de France...
Terrence Malick (Illinois, Stati Uniti, 1948)
Si è laureato alla Harvard University nel 1966, ha frequentato la Oxford
University con la borsa di studio Rhodes, ha lavorato per Life e il New
Yorker, ha insegnato filosofia al MIT e alla fine si è iscritto all’American Film
Institute di Los Angeles. Pochi ma intensi capolavori: LA RABBIA GIOVANE
(1973), I GIORNI DEL CIELO (1978), LA SOTTILE LINEA ROSSA (1998), THE
NEW WORLD (2005).
Jafar Panahi (Mianeh, Iran, 1960)
Il cinema di Jafar Panhai è stato spesso definito “neorealismo iraniano”. Il
debutto alla regia di Panahi IL PALLONCINO BIANCO (1995) è premiato con
la Camera d’Or al Festival di Cannes. Il film successivo LO SPECCHIO (1997),
ha vinto il Pardo d’Oro al Festival di Locarno. IL CERCHIO ha vinto il Leone
d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia del 2000, ORO ROSSO il Premio
della Giuria nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2003.
Jean-Pierre Dardenne (Engis, Belgio, 1951)
Luc Dardenne (Awirs, Belgio, 1954)
Decidono di intraprendere insieme la carriera cinematografica e tra la fine
degli anni '70 e i primi anni '80 girano una serie di cortometraggi. Nel 1987
realizzano il primo film FALSCH seguito da JE PENSE À VOUS (1992), LA
PROMESSE (1996) e ROSETTA (1999), Palma d'oro e premio speciale della
Giuria al Festival di Cannes. Nel 2002 sono nuovamente a Cannes con IL
FIGLIO, nel 2005 con L'ENFANT, altra Palma d'oro, mentre IL MATRIMONIO
DI LORNA a Cannes nel 2007 è premio per la Miglior sceneggiatura.
Lunedì 31 ottobre
CORPO CELESTE
di Alice Rohrwacher
Lunedì 7 novembre
THE HOUSEMAID
Hanyo
di Im Sang-soo
Lunedì 14 novembre
LA DONNA CHE CANTA
Incendies
di Denis Villeneuve
Regia e sceneggiatura IM SANG-SOO Fotografia LEE HA-JUN Montaggio
LEE EUN-SOO Musiche KIM HONG-JIP Interpreti e personaggi JEON
DO-YOUN Euny LEE JUNG-JAE Hoon YOUN YUH-JUNG Byung‐shik.
Corea del Sud 2010. 106 minuti.
Courmayeur Noir In Festival 2010 Premio Speciale della Giuria.
Festival di Cannes 2011 Selezione Ufficiale.
Regia DENNIS VILLENEUVE Sceneggiatura DENNIS VILLENEUVE
dall'opera teatrale "Incendies" di WIAJIDI MOUAWAD Fotografia ANDRE
TURPIN Montaggio MONIQUE DARTONNE Musica GREGOIRE HETZEL
Interpreti e personaggi LBNA AZABAL Nawal Marwan MELISSA POULIN
Jeanne Marwan MAXIME GAUDETTE Simon Marwan.
Canada 2010. 130 minuti.
Regia e sceneggiatura ALICE ROHRWACHER Fotografia HELENE LOUVART
Montaggio MARCO SPOLETINI Musica PIERO CRUCITTI Interpreti e
personaggi YLE VIANELLO Marta SALVATORE CANTALUPO Don Mario
ANITA CAPRIOLI Rita RENATO CARPENTIERI Don Lorenzo.
Italia/Francia/Svizzera 2011. 98 minuti.
Marta ha tredici anni ed è tornata a vivere a Reggio
Calabria, la città dov’è nata. Marta è esile, attenta, con
un’andatura un po’ sbilenca e un’inquietudine che la fa
assomigliare ad una creatura selvatica. Ma ha una
grazia speciale, e mentre passa tra gli altri come una
piccola fata guarda e sente tutto. Inizia a frequentare il
corso di preparazione alla Cresima, l’età è giusta, ed è
anche un modo per farsi nuovi amici. Marta partecipa
alle attività del catechismo, ma capirà presto che altrove
deve trovare la sua strada, non la via al di là del mondo,
ma la via attraverso il mondo...
Note dell’autrice
La scrittura di “Corpo Celeste” è nata dall’incontro con
Carlo Cresto-Dina, che ha prodotto il film. Carlo mi chiese
se avevo voglia di scrivere, e mi propose di approfondire
un tema a scelta tra tre da lui proposti. Così mi inviò i tre
mondi che secondo lui andavano indagati, e come
svolgimento io scelsi quello che forse meno mi riguardava, ma più risvegliava la mia attenzione: la chiesa.
Spalancai subito gli occhi, come avrei fatto per un
documentario: ero a Reggio Calabria in quel periodo,
quindi iniziai da lì, desiderosa di entrare dalla finestra più
piccola e vicina alla vita di tutti i giorni, quella delle
attività di parrocchia e del catechismo. Iniziai a mettermi
dei limiti, come regole di un gioco. I limiti erano quelli di
un luogo, Reggio Calabria. Quelli di un tempo, contemporaneo. Quello di un mondo, la vita di una chiesa alla
periferia d’Italia. Poi un giorno arrivò una delle prime
vere emozioni visive del film, proprio dalla lettura di
“Corpo Celeste” di Anna Maria Ortese, anche se la storia
di Marta non ha direttamente nulla a che fare con il suo
libro. E così comparve Marta: una creatura terrestre,
un’adolescente che cammina attraverso una città
sconosciuta.
Alice Rohrwacher (Fiesole, Italia, 1974)
Sorella dell'attrice Alba Rohrwacher, si laurea a Torino in lettere e filosofia.
Ottiene un Master in tecniche narrative, sceneggiatura e drammaturgia
presso la Scuola Holden di Torino. La sua prima esperienza di lavoro
cinematografico è nella direzione del documentario "Un piccolo spettacolo"
(2005), che ottiene il primo premio alla Festa Internazionale del Cinema
Documentario di Roma. CORPO CELESTE è il suo primo film a soggetto.
“The Housemaid" di Im Sang-Soo, considerato tra i più
raffinati dell’ultima generazione di cineasti coreani, è il
remake di "Hanyo" film di Kim-Ki-young del 1960, reputato
ancora oggi in patria un caposaldo della cinematografia.
Presentato nel 2010 a Cannes, il film ha come protagonista Jeon Do-youn (Palma d’oro nel 2007) nella parte di
Eun-yi, una giovane divorziata, che vive in una stanza in
affitto con un’amica e che viene assunta come
aiuto-governante presso la lussuosissima dimora di una
ricca famiglia borghese. Il padrone di casa Hoon-Goh e
sua moglie Hera, che hanno già una figlia, stanno per
diventare genitori di una coppia di gemelli. Hoon-Goh,
uomo potente ed arrogante, seduce Eun-yi che, intimorita ed al tempo stesso affascinata dalla sua figura, non gli
oppone resistenza...
Quando il notaio Lebel legge a Jeanne e Simon Marwan
il testamento della loro madre Nawal, i gemelli restano
scioccati nel vedersi porgere due buste, una destinata
ad un padre che credevano morto e l'altra ad un fratello
di cui ignoravano l’esistenza. Jeanne vede in questo
lascito enigmatico la chiave del silenzio di Nawal, chiusa
in un mutismo inesplicabile durante le ultime settimane
precedenti la sua morte. Decide di partire subito per il
Medio Oriente, per riesumare il passato di una famiglia di
cui non sa quasi nulla...
Lunedì 3 ottobre
POETRY
di Lee Chang-dong
Lunedì 10 ottobre
LA STRADA
di Federico Fellini
Lunedì 17 ottobre
VENERE NERA
di Abdel Kechiche
Regia e sceneggiatura LEE CHANG-DONG Fotografia KIM YUNSEOK
Montaggio KIM HYUN Musica HWANG HYUNKYU Interpreti e personaggi
YUN JUNGHEE Mija LEE DAVID Wook KIM HIRA Il presidente AHN
NASEANG Il padre di Kibum.
Corea del Sud 2010. 135 minuti.
Festival del Cinema di Cannes 2011 Grand Prix Speciale della Giuria.
Regia FEDERICO FELLINI Sceneggiatura FEDERICO FELLINI, ENNIO
FLAIANO, TULLIO PINELLI Fotografia OTELIO MARTELLI Montaggio NINO
BARAGLI Musiche NINO ROTA Interpreti e personaggi GIULIETTA MASINA
Gelsomina ANTHONY QUINN Zampanò RICHARD BASEHART il Matto ALDO
SILVANI Il Sig. Giraffa. Italia 1954. 104 minuti.
Premio Oscar 1957 Miglior film straniero.
Festival del Cinema di Venezia 1954 Leone d'Argento.
Regia e sceneggiatura ABDEL KECHICHE Fotografia SOFIAN EL FANI
Montaggio LAURENT ROUAN Musica SIA HEDDINE KECHICHE Interpreti e
personaggi YAMINA TORRES Saartjie ANDRE' JACOBS Hendrick Caezar
OLIVIER GOURMET Réaux ELINA LOWENSON Jeanne.
Francia/Italia/Belgio 2010. 166 minuti.
Mostra del Cinema di Venezia 2010 Selezione Ufficiale.
Mija è una donna di 66 anni che vive con suo nipote, un
ragazzo che frequenta il liceo in una piccola città di
provincia attraversata dal fiume Han, nella Corea del
Sud. Mija è eccentrica e piena di curiosità. Il caso la
porta a frequentare un corso di scrittura poetica e, per la
prima volta nella sua vita, a scrivere una poesia. Mija
cerca la bellezza anche nel suo ambiente, al quale fino
ad allora, non aveva prestato un’attenzione particolare.
Ha l’impressione così di scoprire delle cose che erano
sempre state davanti ai suoi occhi. Ma il suo sogno di
scrivere poesia deve fare i conti con una realtà dolorosa
e sordida, a cui si rifiuta di prestare il fianco ed a cui si
ribella con la ricerca della bellezza...
Note dell’autore
Viviamo in un’epoca in cui la poesia sta morendo. Alcuni
ne sono dispiaciuti, molti assolutamente indifferenti.
Fatto sta che c’è ancora gente che scrive poesie e gente
che le legge. Cosa significa “scrivere una poesia” in
questi tempi in cui la poesia è in declino? È questa la
domanda che volevo porre agli spettatori, e da qui, una
domanda che faccio a me stesso: cosa significa “fare un
film” in questi tempi in cui il cinema è minacciato?...
“Vedere bene”, riguarda sia la poesia che il cinema.
Certi film ci permettono di avere uno sguardo nuovo sul
mondo. Altri ci portano a vedere solo ciò che avevamo
voglia di vedere. Ce ne sono anche di quelli che ti
impediscono di vedere qualunque cosa. Ho pensato a un
film che assomigliasse ad una pagina sulla quale è
scritta una poesia e in cui rimane molto bianco. Questo
vuoto potrà essere colmato dallo spettatore. In questo
senso è un film “aperto”.
Lee Chang-dong (Daegu, Corea, 1954)
Si è diplomato in letteratura presso l’Università di Kyungbuk. Comincia la
sua carriera in teatro a vent’anni, poi intraprende una carriera letteraria
diventando uno degli scrittori più in vista della sua generazione. Debutta al
cinema con GREEN FISH nel 1996. Dopo PEPPERMINT CANDY (2000), con
OASIS ottiene al Festival di Venezia 2002 il premio per la Migior Regia e nel
2007 con SECRET SUNSHINE riceve il premio per il miglior film e per la
miglior regia alla seconda edizione degli Asian Film Awards.
… Se una cultura esiste in Fellini, questa è specificatamente cinematografica, trae origine dall'ammirazione
per film e motivi chapliniani, per i "tramps" del "Circo" ad
esempio e di "Luci della ribalta". Come Calvero tende la
mano a Terry e le dà fiducia, così il Matto convince
Gelsomina che la vita, la sua presenza nel mondo non è
inutile. Ma l'isolamento, la solitudine, che sono motivi
persistenti nell'opera del grande artista, si risolvono
nella comunicabilità tra uomo e uomo, e in "Limelight"
addirittura in un "domani che danza". Chaplin non isola i
suoi personaggi. Li fa agire e muovere nella realtà del
mondo. E diverso è il percorso che essi fanno per
raggiungere la fiducia in se stessi e nell'umanità, la
cultura umana in cui si articolano e si sviluppano. Nulla
serve al di fuori dell'uomo e della sua intelligenza, di
questo grande dono. Questo dice Chaplin. In Fellini tutto
si tinge di mistero. Tutto serve, anche un sassolino. Il
misticismo da una parte, la consapevolezza dell'uomo di
poter modificare la natura dall'altra. Una cultura umana
che sfocia in artifici lirici o poetici come la canzone, le
spiagge deserte, il rumore del cavallo che passa sull'acciottolato, la tromba, che rompono le solitudini di
Gelsomina. Come i tre suonatori ai margini della strada,
annotazioni o episodi rarefatti, che più si ricongiungono
ai suoi film precedenti: l'episodio del convento e della
processione…
L'italiano ha trovato in Fellini la propria "democrazia
sentimentale"… "I simboli che ciascuno di noi porta in
sé, e ritrova improvvisamente nel mondo e li riconosce e
il suo cuore ha un sussulto, sono i suoi autentici ricordi.
Sono anche vere e proprie scoperte. Bisogna sapere
che noi non vediamo le cose una prima volta, ma sempre
la seconda. Allora le scopriamo e ricordiamo". Sono
parole che si addicono a Fellini e sono di Pavese…
Estratti della recensione di Guido Aristarco tratti da "Il mestiere
del critico 1952/1958", Edizioni Falsopiano, 2007.
Lunedì 21 novembre
BRONSON
di Nicolas Winding Refn
Lunedì 28 novembre
THE CONSPIRATOR
di Robert Redford
Regia NICOLAS WINDING REFN Sceneggiatura NICOLAS WINDING REFN e
BROCK NORMAN BROCK Fotografia LARRY SMITH Montaggio MAT
NEWMAN Interpreti e personaggi TOM HARDY Michael Peterson/Charles
Bronson KELLY ADAMS Irene LUING ANDREWS Guardia isterica KATY
BARKER Julie AMANDA BURTON Mamma di Charles.
Gran Bretagna 2008. 92 minuti.
Regia ROBERT REDFORD Sceneggiatura JAMES D. SOLOMON Fotografia
NEWTON THOMAS SIGEL Montaggio CRAIG MCKAY Musica RICHARD
SCHOEN Interpreti e personaggi ROBIN WRIGHT Mary Surratt JAMES MCAVOY
Frederick Aiken JUSTIN LONG Nicholas Baker TOM WILKINSON Reverdy
Johnson EVAN RACHEL WOOD Anna Surratt.
Stati Uniti 2010. 122 minuti.
Michael Gordon Peterson nasce e cresce nei quartieri
operai delle città britanniche dove negli anni cinquanta
tutto sembra seguire un ordinato e regolare piano di
sviluppo. Ma il suo destino è ben lontano dalla quieta
routine della gente che lo circonda: dopo prime malefatte adolescenziali, Michael si prepara a colpi più grossi e,
costruitosi un fucile a canne mozze, si presenta all’ufficio
postale dove ruba 26 sterline. Per il furto Michael è
condannato a sette anni di carcere durante i quali manifesta la sua indole irrequieta. La natura del personaggio non
è affatto repressa dall’esperienza di reclusione ed anzi
esploderà in un crescendo che lo pseudonimo Charles
Bronson, affibbiatogli dall’impresario dei suoi primi
incontri di boxe, stigmatizza perfettamente. Così dal 1987
Michael sarà conosciuto con il nome dell’attore
americano archetipo del duro e famoso protagonista di
film western e bellici degli anni sessanta e settanta.
Michael alias Bronson è tutt’oggi in carcere, dove
sconta la condanna all’ergastolo.
Note dell’autore
In Corea "Hanyo" è un film leggendario, con cui tutti
prima o poi abbiamo dovuto confrontarci. La sfida era
ovviamente enorme: confrontarsi con il film diretto da
Kim Ki‐young nel 1960, un monumento della nostra
cultura. Ho scelto di riscrivere interamente la sceneggiatura, volevo essere l’autore completo del film e
soprattutto non volevo trattarlo come una semplice
commessa. Il mio atteggiamento è stato dirmi che
dovevo far meglio di Kim Ki‐young o per lo meno
eguagliarlo. Il suo film ha la particolarità di offrire una
rappresentazione fedele della società coreana
dell’epoca. Sono passati cinquant’anni, quindi la chiave
del mio approccio è stata decidere che il mio film fosse
lo specchio di questa evoluzione e dello stato di quella
stessa società ora.
Note dell’autore
Non è stato facile avvicinarsi alla piecès teatrale di
Wajdi Mouawad e trasformarla in una sceneggiatura
cinematografica. Ho dovuto fare un lavoro molto particolare. Dopo aver avuto carta bianca da Wajdi, ho dovuto
cancellare alcune delle immagini della piecès per
tornare all’origine, alla fonte delle idee e portarle verso il
cinema. Il testo mantiene la stessa struttura drammatica
e gli stessi temi ma ha richiesto una riscrittura totale.
Parlare del Medioriente per una storia di odio e poi di
perdono è stata una scelta importante che mi sono posto
all’inizio della scrittura, anche perché già nella pièce non
viene individuato un luogo specifico. Confesso di aver
avuto la forte tentazione di ambientare il film in una
realtà storica ben precisa come quella del Libano, ma
presto mi sono reso conto che sarebbe stato un gravissimo errore. La mia è una storia che parla di collera e
rabbia ma non vuole provocare tali sentimenti. Volevo
proporre una sorta di ritratto non politico. Ho fatto tante
ricerche e poi ho creato una regione immaginaria
ispirata alla realtà.
Note dell’autore
Raccontare la vita di un uomo chiuso in prigione, per
giunta in isolamento non è stato per nulla semplice.
Volevo che emergesse la vicenda del personaggio come
una performance da palcoscenico, come se lui in prima
persona avesse voluto parlare della sua vita e come gli
sarebbe piaciuto vedersela scorrere davanti agli occhi.
Questo è il tipo di scomposizione che ho voluto fare nel
film. Non avevo nessuna intenzione di girare una
biografia di Charles Bronson, volevo fare un film sulla
trasformazione, sul diventare Charles Bronson, il più
grande “brand di se stesso”, capace di autopromuoversi
come simbolo anti-autoritario fuori dai confini inglesi.
Im Sang-soo (Seul, Corea del Sud, 1962)
Si è laureato in sociologia prima di dedicarsi al cinema, iscrivendosi
all’Accademia del Cinema Coreano nel 1989. Nel 1998 realizza il suo primo
film GIRLS'NIGHT OUT. Dopo il successo di questo primo lavoro, realizza
TEARS (2000). Il riconoscimento internazionale arriva con LA MOGLIE
DELL'AVVOCATO presentato nel 2003 alla Mostra del Cinema di Venezia. Nel
2005 è a Cannes con THE PRESIDENT'S LAST BANG e nel 2007 presenta
THE OLD GARDEN.
Denis Villeneuve (Montreal, Canada, 1979)
Il suo primo lungometraggio è UN 32 AOUT SUR TERRE (1998), presentato in
più di trentacinque festival internazionali, oltre a rappresentare il Canada
nella corsa agli Oscar del 1999. Nel 2000, il suo secondo film, MAELSTROM
è selezionato al Sundance, a Toronto e ottiene il Premio Internazionale della
Critica al Festival di Berlino 2001. È ancora lui a rappresentare il Canada per
la corsa agli Oscar. Nel 2009, il suo terzo film, POLITECHNIQUE, ottiene il
premio come Miglior Film Canadese del 2009.
Nicolas Winding Refn (Coopenaghen, Danimarca, 1971)
Danese di origine, ma trasferitosi ancora bambino a New York, studia presso
l’American Academy of Dramatic Arts. A 25 anni realizza un cortometraggio
che si trasforma nel suo primo film intitolato PUSHER, primo capitolo di una
trilogia terminata nel 2005 con PUSHER III e che ne ha fatto conoscere
l’estro al grande pubblico. Dopo BRONSON ha realizzato un film dal
fortissimo impatto sul pubblico: VALHALLA RISING, nella selezione ufficiale
del Toronto Film Festival e presentato fuori concorso a Venezia 2009.
Parigi, 1817, Accademia Reale di Medicina. «Non ho mai
visto testa umana più simile a quella delle scimmie». Di
fronte al calco del corpo di Saartjie Baartman,
l’anatomista Georges Cuvier è categorico. Un parterre di
distinti colleghi applaude la dimostrazione. Sette anni
prima, Saartjie lasciava l’Africa del Sud con il suo
padrone, Caezar, per andare ad offrire il suo corpo in
pasto al pubblico londinese delle fiere e degli zoo umani.
Donna libera e schiava al tempo stesso...
Note dell’autore
A volte non ci sono spiegazioni da cercare: c’è il mistero.
Saartjie è un personaggio molto misterioso. È ciò che mi
ha interessato subito. Tutto sommato non si sanno molte
cose delle sue vere motivazioni, si conosce solo qualche
data sicura: il viaggio dal Sudafrica all’Inghilterra, le
rappresentazioni, il processo a Londra, il suo battesimo e
il suo passaggio davanti agli scienziati francesi. Tutto il
resto è tra le righe. È questo vuoto di spiegazioni che è
interessante filmare. Il suo mistero rimasto intatto ci
costringe a interrogarci costantemente su noi stessi. Ho
letto tutto ciò che è stato scritto su di lei e ho trovato che
spesso si tendeva a cadere in tentazioni di tipo esplicativo. O si faceva di lei una schiava assoluta, senza
sfumature, oppure era tutto troppo romanzato e lei
perdeva tutto il suo mistero, cosa che mi è sembrata
irrispettosa. Perché in effetti Saartjie Baartman mi ha
subito ispirato rispetto. Non ciò che è stato scritto su di
lei, ma la sua immagine. A volte l’immagine dice più di
tutto ciò che si può scrivere. È quel che ho sentito
vedendo i ritratti di Saartjie fatti dai disegnatori del
museo, e ancor più quando ho scoperto il suo calco
originale conservato in Francia. Il suo volto mi ha
emozionato. Parla di lei meglio di chiunque. Incontrando
la sua immagine ho sentito il dovere di raccontare la sua
storia.
Abdel Kechiche (Tunisi, Tunisia, 1960)
Si trasferisce a Nizza nel 1966 e a metà degli anni Ottanta si fa conoscere
recitando per autori come André Téchiné e Abdelkrim Bahloul. Nel 2000
esordisce alla regia con TUTTA COLPA DI VOLTAIRE che riceve il premio
Miglior Opera Prima al Festival di Venezia. Ma la vera consacrazione arriva
con LA SCHIVATA, vincitore di due premi Cèsar, tra cui quello di Miglior film
francese del 2003. Nel 2009 è a Venezia con COUS COUS che ottiene il
premio per la Miglior regia.
Lunedì 5 dicembre
L’ALBERO
L’arbre
di Julie Bertuccelli
Regia JULIE BERTUCCELLI Sceneggiatura JULIE BERTUCCELLI dal romanzo
“L’albero” di JUDY PASCOE Fotografia NIGEL BLUCK Montaggio FRANÇOIS
GÉDIGIER Musiche GRÉGOIRE HETZEL Interpreti e personaggi CHARLOTTE
GAINSBOURG Dawn MARTON CSOKAS George MORGANA DAVIES Simone
ADEN YOUNG Peter O’Neil.
Francia/Australia 2010. 100 minuti.
Australia oggi. Dopo l’improvvisa perdita del padre,
Simone, bambina di otto anni, condivide un segreto con
la madre Dawn: suo padre le sussurra attraverso le
foglie del magnifico albero vicino alla loro casa. Simone
è convinta che lui sia tornato per proteggere la sua
famiglia. Ben presto i tre fratelli di Simone e anche Dawn
trovano conforto nella presenza rassicurante dell’albero.
Ma il legame tra madre e figlia è minacciato quando
Dawn comincia a frequentare l'amico George. Simone si
trasferisce nella piccola capanna sui rami dell’albero e
si rifiuta di scendere...
In seguito all’assassinio di Abramo Lincoln, sette uomini
e una donna vengono arrestati con l’accusa di aver
cospirato per uccidere il Presidente, il Vice presidente e
il Segretario di Stato. La donna accusata, Mary Surratt, è
la proprietaria della pensione dove John Wilkes Booth e
gli altri si riunivano per pianificare l’assassinio. Sullo
sfondo di un’inquieta Washington nel periodo che segue
la Guerra Civile, il ventottenne Fredrick Aiken, valoroso
soldato diventato avvocato, accetta, pur controvoglia, di
difendere Mary Surratt davanti a un tribunale militare.
Durante il processo Aiken si convince sempre più
dell'innocenza della sua cliente, ed inizia a pensare che
sia stata usata come capro espiatorio al fine di catturare
l'unico cospiratore scampato all'arresto, suo figlio John.
Mentre tutta la nazione è contro di lei, Mary Surratt è
costretta ad affidarsi ad Aiken per scoprire la verità e
avere salva la vita...
Note dell’autrice
Avevo sempre avuto il desiderio di adattare “Il Barone
Rampante” di Italo Calvino, ma dal momento che non era
possibile, andai in cerca di una storia che avesse come
protagonista un albero, diventò un’ossessione. Un mio
cugino mi diede “L’albero” di Judy Pascoe. Fu una
rivelazione. La figura centrale dell’albero nella storia
scatenò il mio desiderio, ma presto scoprii che i temi di
cui trattava mi inducevano con forza non solo a
continuare a leggere, ma a immaginare il mio film. Una
produttrice australiana, Sue Taylor, aveva già acquistato
i diritti. Il mio produttore Yael Fogiel ed io la contattammo. Lei guardò il mio primo film, “Da quando Otar è
partito”, e cominciammo a lavorare insieme. Il libro era
scritto dal punto di vista della bambina, ma io decisi di
aggiungere anche quello della madre. Volevo fare un film
per adulti, con tenerezza e umorismo. Gioca con la
possibilità di un mondo sovrannaturale pur essendo
profondamente radicato nel realismo e nella semplicità.
Note dell’autore
Il film parla di come si cercasse di impedire l’aggravamento
della polarizzazione politica di allora, il paese era profondamente diviso, non solo fra Nord e Sud, ma anche
all’interno del governo, tra chi voleva imporre punizioni e
restrizioni al Sud sconfitto e chi, come Lincoln, sosteneva una ricostruzione più moderata e conciliante. "The
Conspirator" non si occupa solo di una cospirazione. C’è
stato l’assassinio, ovviamente, ma c’è stata anche una
cospirazione di opportunità politiche.
Robert Redford (Santa Monica, California, 1934)
Ha ottenuto il suo primo ruolo da protagonista a Broadway in SUNDAY IN
NEW YORK, seguito da A PIEDI NUDI NEL PARCO (1967). Dopo una lunga
carriera di attore esordisce alla regia con GENTE COMUNE (1980) vincendo
due Premi Oscar. In seguito ha diretto e prodotto MILAGRO (1988) e IN
MEZZO SCORRE IL FIUME, con cui ha avuto altre due candidature agli
Oscar, che otterrà con QUIZ SHOW nel 1994. Redford è il fondatore dell
Sundance Institute, impegnato nel sostegno e nello sviluppo e nella
promozione internazionale del nuovo cinema indipendente. Il Sundance
Film Festival fa parte del programma dell’Institute.
Lunedì 24 ottobre
UN GELIDO INVERNO
Winter’s bone
di Debra Granik
Regia DEBRA GRANIK Sceneggiatura DEBRA GRANIK e ANNE ROSELLINI
dal romanzo "Winter’s Bone" di DANIEL WOODRELL Fotografia MICHAEL
McDONOUGH Montaggio ALFONSO GONÇALVES Musica DICKON
HINCHLIFFE Interpreti e personaggi JENNIFER LAWRENCE Ree JOHN
HAWKES Teardrop KEVIN BREZNAHAN Little Arthur SHERYL LEE April.
Stati Uniti 2010. 100 minuti.
Sundance Film Festival 2010 Gran premio della giuria.
Torino Film Festival 2010 Miglior Film.
La diciassettenne Ree Dolly si avventura in una pericolosa missione alla ricerca di suo padre, scomparso nel nulla
dopo aver impegnato la casa di famiglia per pagarsi la
cauzione ed uscire di prigione. Se l’uomo non si presenterà al più presto in tribunale la casa verrà confiscata. Ree,
posta di fronte al rischio di ritrovarsi tra i boschi
dell’altopiano di Ozark senza un tetto, sfida l’omertà della
gente e mette a repentaglio la propria vita per salvare la
famiglia, senza accettare le bugie, i sotterfugi e le minacce
dei suoi parenti, fino a scoprire la verità...
Note dell’autrice
Ho letto il libro tutto d’un fiato, cosa che non mi succedeva da tempo. Volevo vedere come questa ragazza, Ree,
riuscisse a sopravvivere. Mi sembrava un racconto
vecchio stile, imperniato su un personaggio per cui fare
automaticamente il tifo e immerso in un’atmosfera che la
mia mente cercava continuamente di evocare. Anche
questa era una novità per me, perché non è facile
immaginare una vita come quella di Ree, così totalmente
diversa dalla mia... Abbiamo iniziato con la ricerca di un
luogo che riproducesse un’ atmosfera simile a quella
descritta nel libro. Sapevamo che dovevamo trovare una
famiglia che ci consentisse di utilizzare la propria casa, i
vestiti, gli oggetti, la sala da pranzo, oltre che a mostrarci
come cacciava, come si prendeva cura degli animali e
come risolveva i problemi della vita quotidiana. Alla fine,
abbiamo conosciuto questa famiglia e i loro vicini, tutti
disposti a rispondere alle nostre domande e mostrarci la
propria quotidianità.
Debra Granik (Cambridge, Stati Uniti, 1963)
Debra Granik ha frequentato il corso di cinema alla NYU, dove ha ottenuto
un premio per il suo primo cortometraggio, Snake Feed (1997). Ha
frequentato il laboratorio di sceneggiatura e quello di regia al Sundance
Institute. Ha presentato il suo primo film DOWN TO THE BONE, al Sundance
Film Festival nel 2004 ottenendo il premio per la miglior regia. Nel 2010 ha
terminato il suo secondo film WINTER'S BONE.
Lunedì 12 dicembre
A DANGEROUS METHOD
di David Cronenberg
Regia DAVID CRONENBERG Sceneggiatura CHRISTOPHER HAMPTON dal
suo libro "The Talking Cure" Fotografia PETER SUSCHITZKY Montaggio
RONALD SANDERS Musica HOWARD SHORE Interpreti e personaggi VIGGO
MORTENSEN Sigmund Freud, MICHAEL FASSBENDER Carl Jung, KEIRA
KNIGHTLEY Sabina Spielrein, VINCENT CASSEL Otto Gross.
Germania/Canada 2011. 94 minuti.
Mostra del Cinema di Venezia 2011 Selezione Ufficiale.
"A Dangerous Method" è un ritratto intimo della nascita
della psicoanalisi e delle relazioni a due, qui inestricabilmente intrecciate. Carl Jung utilizza il metodo di Sigmund
Freud per curare Sabina Spielrein, una giovane russa di
cui si innamora. Colpito dai risultati ottenuti da Jung,
Freud lo nomina suo successore, ma quando Jung
svilupperà le proprie personali teorie, le loro strade si
divideranno. Il film è l’adattamento per il grande schermo
della pièce teatrale "The Talking Cure" di Christopher
Hampton, incentrata sulla complessa relazione di
Sigmund Freud e Carl Jung con la paziente Sabina
Spielrein, una delle prime donne a diventare analiste. Ne
sono protagonisti Viggo Mortensen, Michael Fassbender
e Keira Knightley rispettivamente nei panni dei due padri
della psicoanalisi e della loro assistita. Lo spettro delle
guerre che incombe su Zurigo e Vienna, fa da cornice alla
vicenda emotiva ed al dibattito intellettuale raccontati
dalla pellicola...
Note del produttore Jeremy Thomas
"Dangerous Method" è come un film d'azione con le
parole. Non è come alcuni dei primi film di David, in
quanto non si occupa di parti del corpo. Beh, lo fa - ma in
questo caso la parte del corpo è il cervello, è tutta una
questione di passione. Ed è affascinante vedere i primi
tentativi di curare disturbi psicologici .
Julie Bertuccelli (Boulogne-Billancourt, Francia, 1968)
Ha avviato la sua carriera cinematografica come aiuto regista lavorando
con registi acclamati come Krzysztof Kieślowski, Bertrand Tavernier e Otar
Iosseliani. Ha anche diretto numerosi documentari molto apprezzati. Ha
debuttato con DA QUANDO OTAR è PARTITO, che ha scritto e diretto, e con
cui ha vinto diversi premi importanti tra cui il Gran Premio Settimana
Internazionale della Critica al Festival di Cannes nel 2004 e un Premio César
per la migliore opera prima.
David Cronenberg (Toronto, Canada, 1943)
Nel 1967 si laurea in letteratura inglese all'Università di Toronto. In quel
periodo noleggia una cinepresa e realizza due brevi film: Transfer (1966) e
From the Drain (1967). Nel 1975 realizza il primo film IL DEMONE SOTTO LA
PELLE. Dopo SETE DI SANGUE (1977) e BROOD (1979) dirige SCANNERS
(1981), seguito da VIDEODROME (1983) e da LA ZONA MORTA (1983). Nel
1986 realizza LA MOSCA. Due anni dopo, esce INSEPARABILI (1988). Negli
anni Novanta IL PASTO NUDO (1991), M. BUTTERFLY (1993), CRASH (1996),
EXISTENZ (1999). Nel 2002 presenta SPIDER, cui segue nel 2005 A HISTORY
OF VIOLENCE e LA PROMESSA DELL'ASSASSINO (2007).