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i LUNEDÌ del CINEMA cinema internazionale d’autore www.lunedicinema.com [email protected] lunedì 12 settembre / lunedì 19 dicembre 2011 12 settembre THE TREE OF LIFE di Terrence Malick 19 settembre OFFSIDE di Jafar Panahi LUNEDÌ delCINEMA i set dic 2011 26 settembre IL RAGAZZO CON LA BICICLETTA di Jean-Pierre e Luc Dardenne 3 ottobre POETRY di Lee Chang-dong 10 ottobre - INGRESSO LIBERO LA STRADA di Federico Fellini Copia della Cineteca Nazionale Italiana 17 ottobre VENERE NERA di Abdel Kechiche 24 ottobre UN GELIDO INVERNO di Debra Granik 31 ottobre CORPO CELESTE di Alice Rohrwacher 7 novembre THE HOUSEMAID di Im Sang-soo 14 novembre LA DONNA CHE CANTA di Denis Villeneuve 21 novembre BRONSON di Nicolas Winding Refn 28 novembre THE CONSPIRATOR di Robert Redford 5 dicembre L'ALBERO di Julie Bertuccelli 12 dicembre A DANGEROUS METHOD di David Cronenberg 19 dicembre Film da definire CINEMA GLORIA Via Varesina 76 Como Spettacolo unico ore 21.00 Ingressi: Intero € 7. Ridotti € 6. Abbonamento 15 film € 45. Immagine tratta dal film THE TREE OF LIFE Grafica COMODALBASSO CINEMA GLORIA via Varesina 72 Como 0314491080 Lunedì 12 settembre THE TREE OF LIFE di Terrence Malick Lunedì 19 settembre OFFSIDE di Jafar Panahi Regia e sceneggiatura TERRENCE MALICK Fotografia EMMANUEL LUBEZKI Montaggio HANK CORWIN e JAY RABINOWITZ Musiche ALEXANDRE DESPLAT Interpreti e personaggi BRAD PITT Sig. O’Brien SEAN PENN Jack JESSICA CHASTAIN Sig.ra O’Brien HUNTER McCRACKEN giovane Jack. Stati Uniti/India 2011. 139 minuti. Festival del Cinema di Cannes 2011 Palma d'oro Miglior Film. Regia JAFAR PANAHI Sceneggiatura JAFAR PANAHI e SHADMEHR RASTIN Fotografia MAHMOOD KALARI Montaggio JAFAR PANAHI Interpreti e personaggi SIMA MOBARAK prima ragazza SAFAR SAMANDAR soldato SHAYESTEH IRANI ragazza soldato IDA SADEGHI giocatore di calcio NAZANIN SEDIGHZADEH ragazzina. Iran 2006. 88 minuti. Festival del Cinema di Berlino 2006 Orso d'argento. Note della produzione Il regista Terrence Malick ha creato un'esperienza cinematografica che rappresenta un vero e proprio inno alla vita, ponendo alcune fra le domande più profonde e personali che riguardano l’essere umano, attraverso un caleidoscopio che va dall’intimo al cosmico. Dal racconto delle esperienze emotive di una famiglia che vive in una cittadina texana ad un viaggio nello spazio e nel tempo, dalla perdita dell'innocenza di un bambino al percorso di un uomo che vivrà la sua vita... Terrence Malick ha sempre creato dei film che suscitano grandi riflessioni, grazie al ricorso ad immagini di grande intensità e ad emozioni viscerali. Il nuovo film, la sua opera più intima ed epica, è un viaggio che dai più moderni grattacieli arriva al cortile di casa di una famiglia texana negli anni cinquanta... La storia si svolge in maniera sinfonica, come una pièce musicale divisa in movimenti o come i rami di un albero, mostrando l'evoluzione di un'unica vita, nel suo percorso di ricerca e nel tentativo di risolvere alcuni antichi conflitti legati alla rabbia di suo padre, all'amore di sua madre, alla morte del fratello e ai suoi conflitti con il senso della vita... L'arte di realizzare un film non è solo visiva ma anche uditiva, con le musiche e il sonoro che erano fondamentali nell'esperienza di "The Tree of Life", tanto quanto il colore, le forme e le atmosfere. Le voci off si inseriscono nelle composizioni orchestrali di Alexandre Desplat e viceversa, dando vita a un ambiente sonoro in cui tutti i rumori quotidiani e le grandi melodie della vita hanno lo stesso peso, diventando un'ennesima fonte di meraviglia e di mistero... Ma anche l'assenza di musica ha giocato un ruolo fondamentale per Malick. Il silenzio nei suoi lavori è potente come la musica, uno strumento isolato, ma con l'impatto di un'intera orchestra sinfonica. “Offside" è l’ultima pellicola che Jafar Pahani è riuscito a realizzare. A cinque anni dalla realizzazione e dalla presentazione alla Berlinale 2006, dove fu premiato dalla Giuria con un Orso d’argento, esce finalmente anche in Italia. Il lavoro di Panahi ha tra i suoi tratti distintivi l’equilibrio nel ritmo e nella tensione narrativa e la costruzione sempre azzeccata di storie che ben tracciano lo spaccato di una società. A tutto ciò il film aggiunge anche l’originalità della prospettiva da cui questa volta è documentata la realtà del regime teocratico: quella delle ragazze iraniane con la passione per il calcio a cui una norma, per altro non scritta ma comunque applicata con rigore, vieta l’ingresso allo stadio col pretesto che gli spettatori uomini imprecano e bestemmiano e ciò non è bene per le orecchie femminili. Allora, per riuscire a introdursi tra gli spalti e godersi la partita dal vivo, le ragazze escogitano travestimenti e sotterfugi d’ogni sorta... Note dell'autore Nel 1997 l’Iran sconfisse l’Australia guadagnandosi la qualificazione per i Campionati del Mondo di Calcio del 1998. Al ritorno in patria la nazionale iraniana venne accolta in maniera trionfale dalla popolazione. La legge iraniana vieta alle donne di entrare negli stadi, ma in quell’occasione venne fatta un’eccezione e circa cinquemila donne furono ammesse all’interno dello stadio per festeggiare il ritorno dei calciatori. La loro presenza scatenò un dibattito sulle motivazioni alla base del divieto. Ricordo che all’epoca lessi un articolo di un giornalista sportivo che spiegava che anche nell’Antica Grecia le donne avevano lo stesso problema. Quattrocento anni prima di Cristo le donne greche erano costrette a travestirsi da uomini per poter fare il tifo per i propri figli. Non so se l’articolo dichiarasse il vero, ma è da lì che ho avuto l’idea per il mio film. Lunedì 26 settembre IL RAGAZZO CON LA BICICLETTA Le gamin au velo di Jean-Pierre e Luc Dardenne Regia e sceneggiatura JEAN-PIERRE e LUC DARDENNE Fotografia ALAIN MARCOEN Montaggio MARIE-HELENE DOZO Musica LUDWIG VAN BEETHOVEN Interpreti e personaggi CECILE DE FRANCE Samantha THOMAS DORET Cyril GUY CATOUL Jérémie Renier EGON DI MATEO Wes. Belgio/Francia/Italia 2011. 87 minuti. Festival del Cinema di Cannes 2011 Grand Prix Speciale della Giuria. Cyril ha quasi dodici anni e una sola idea fissa: ritrovare il padre che lo ha lasciato temporaneamente in un centro di accoglienza per l’infanzia. Incontra per caso Samantha, che ha un negozio da parrucchiera e che accetta di tenerlo con sé durante i fine settimana. Cyril non è del tutto consapevole dell’affetto di Samantha, un affetto di cui ha però un disperato bisogno per placare la sua rabbia... Note degli autori Da tempo eravamo ossessionati da una storia: quella di una donna che aiuta un ragazzo a liberarsi della violenza di cui è prigioniero. L’immagine che per prima ci veniva in mente era quella di questo ragazzino, questo fascio di nervi, placato e quietato grazie ad un altro essere umano. Un ragazzino senza legami che rincorre l’amore senza saperlo. Per noi era importante che lo spettatore non scoprisse mai perché Samantha è interessata a Cyril. Non volevamo che emergesse alcuna motivazione psicologica. Non volevamo che il presente fosse giustificato dal passato. Volevamo che lo spettatore pensasse «Lo fa e basta!»... In linea di massima la cattiveria è sempre più facile da mostrare. Ovviamente bisognava evitare tutti i cliché della compassione, e attenersi il più possibile ad aspetti come l’apertura e lo scambio. Non ci è capitato spesso di filmare qualcuno che vuole bene a qualcun’altro. Girare d’estate ci ha aiutati a dare al film una certa luminosità e una certa dolcezza. E poi per questo basterebbe la presenza di Cécile de France... Terrence Malick (Illinois, Stati Uniti, 1948) Si è laureato alla Harvard University nel 1966, ha frequentato la Oxford University con la borsa di studio Rhodes, ha lavorato per Life e il New Yorker, ha insegnato filosofia al MIT e alla fine si è iscritto all’American Film Institute di Los Angeles. Pochi ma intensi capolavori: LA RABBIA GIOVANE (1973), I GIORNI DEL CIELO (1978), LA SOTTILE LINEA ROSSA (1998), THE NEW WORLD (2005). Jafar Panahi (Mianeh, Iran, 1960) Il cinema di Jafar Panhai è stato spesso definito “neorealismo iraniano”. Il debutto alla regia di Panahi IL PALLONCINO BIANCO (1995) è premiato con la Camera d’Or al Festival di Cannes. Il film successivo LO SPECCHIO (1997), ha vinto il Pardo d’Oro al Festival di Locarno. IL CERCHIO ha vinto il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia del 2000, ORO ROSSO il Premio della Giuria nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2003. Jean-Pierre Dardenne (Engis, Belgio, 1951) Luc Dardenne (Awirs, Belgio, 1954) Decidono di intraprendere insieme la carriera cinematografica e tra la fine degli anni '70 e i primi anni '80 girano una serie di cortometraggi. Nel 1987 realizzano il primo film FALSCH seguito da JE PENSE À VOUS (1992), LA PROMESSE (1996) e ROSETTA (1999), Palma d'oro e premio speciale della Giuria al Festival di Cannes. Nel 2002 sono nuovamente a Cannes con IL FIGLIO, nel 2005 con L'ENFANT, altra Palma d'oro, mentre IL MATRIMONIO DI LORNA a Cannes nel 2007 è premio per la Miglior sceneggiatura. Lunedì 31 ottobre CORPO CELESTE di Alice Rohrwacher Lunedì 7 novembre THE HOUSEMAID Hanyo di Im Sang-soo Lunedì 14 novembre LA DONNA CHE CANTA Incendies di Denis Villeneuve Regia e sceneggiatura IM SANG-SOO Fotografia LEE HA-JUN Montaggio LEE EUN-SOO Musiche KIM HONG-JIP Interpreti e personaggi JEON DO-YOUN Euny LEE JUNG-JAE Hoon YOUN YUH-JUNG Byung‐shik. Corea del Sud 2010. 106 minuti. Courmayeur Noir In Festival 2010 Premio Speciale della Giuria. Festival di Cannes 2011 Selezione Ufficiale. Regia DENNIS VILLENEUVE Sceneggiatura DENNIS VILLENEUVE dall'opera teatrale "Incendies" di WIAJIDI MOUAWAD Fotografia ANDRE TURPIN Montaggio MONIQUE DARTONNE Musica GREGOIRE HETZEL Interpreti e personaggi LBNA AZABAL Nawal Marwan MELISSA POULIN Jeanne Marwan MAXIME GAUDETTE Simon Marwan. Canada 2010. 130 minuti. Regia e sceneggiatura ALICE ROHRWACHER Fotografia HELENE LOUVART Montaggio MARCO SPOLETINI Musica PIERO CRUCITTI Interpreti e personaggi YLE VIANELLO Marta SALVATORE CANTALUPO Don Mario ANITA CAPRIOLI Rita RENATO CARPENTIERI Don Lorenzo. Italia/Francia/Svizzera 2011. 98 minuti. Marta ha tredici anni ed è tornata a vivere a Reggio Calabria, la città dov’è nata. Marta è esile, attenta, con un’andatura un po’ sbilenca e un’inquietudine che la fa assomigliare ad una creatura selvatica. Ma ha una grazia speciale, e mentre passa tra gli altri come una piccola fata guarda e sente tutto. Inizia a frequentare il corso di preparazione alla Cresima, l’età è giusta, ed è anche un modo per farsi nuovi amici. Marta partecipa alle attività del catechismo, ma capirà presto che altrove deve trovare la sua strada, non la via al di là del mondo, ma la via attraverso il mondo... Note dell’autrice La scrittura di “Corpo Celeste” è nata dall’incontro con Carlo Cresto-Dina, che ha prodotto il film. Carlo mi chiese se avevo voglia di scrivere, e mi propose di approfondire un tema a scelta tra tre da lui proposti. Così mi inviò i tre mondi che secondo lui andavano indagati, e come svolgimento io scelsi quello che forse meno mi riguardava, ma più risvegliava la mia attenzione: la chiesa. Spalancai subito gli occhi, come avrei fatto per un documentario: ero a Reggio Calabria in quel periodo, quindi iniziai da lì, desiderosa di entrare dalla finestra più piccola e vicina alla vita di tutti i giorni, quella delle attività di parrocchia e del catechismo. Iniziai a mettermi dei limiti, come regole di un gioco. I limiti erano quelli di un luogo, Reggio Calabria. Quelli di un tempo, contemporaneo. Quello di un mondo, la vita di una chiesa alla periferia d’Italia. Poi un giorno arrivò una delle prime vere emozioni visive del film, proprio dalla lettura di “Corpo Celeste” di Anna Maria Ortese, anche se la storia di Marta non ha direttamente nulla a che fare con il suo libro. E così comparve Marta: una creatura terrestre, un’adolescente che cammina attraverso una città sconosciuta. Alice Rohrwacher (Fiesole, Italia, 1974) Sorella dell'attrice Alba Rohrwacher, si laurea a Torino in lettere e filosofia. Ottiene un Master in tecniche narrative, sceneggiatura e drammaturgia presso la Scuola Holden di Torino. La sua prima esperienza di lavoro cinematografico è nella direzione del documentario "Un piccolo spettacolo" (2005), che ottiene il primo premio alla Festa Internazionale del Cinema Documentario di Roma. CORPO CELESTE è il suo primo film a soggetto. “The Housemaid" di Im Sang-Soo, considerato tra i più raffinati dell’ultima generazione di cineasti coreani, è il remake di "Hanyo" film di Kim-Ki-young del 1960, reputato ancora oggi in patria un caposaldo della cinematografia. Presentato nel 2010 a Cannes, il film ha come protagonista Jeon Do-youn (Palma d’oro nel 2007) nella parte di Eun-yi, una giovane divorziata, che vive in una stanza in affitto con un’amica e che viene assunta come aiuto-governante presso la lussuosissima dimora di una ricca famiglia borghese. Il padrone di casa Hoon-Goh e sua moglie Hera, che hanno già una figlia, stanno per diventare genitori di una coppia di gemelli. Hoon-Goh, uomo potente ed arrogante, seduce Eun-yi che, intimorita ed al tempo stesso affascinata dalla sua figura, non gli oppone resistenza... Quando il notaio Lebel legge a Jeanne e Simon Marwan il testamento della loro madre Nawal, i gemelli restano scioccati nel vedersi porgere due buste, una destinata ad un padre che credevano morto e l'altra ad un fratello di cui ignoravano l’esistenza. Jeanne vede in questo lascito enigmatico la chiave del silenzio di Nawal, chiusa in un mutismo inesplicabile durante le ultime settimane precedenti la sua morte. Decide di partire subito per il Medio Oriente, per riesumare il passato di una famiglia di cui non sa quasi nulla... Lunedì 3 ottobre POETRY di Lee Chang-dong Lunedì 10 ottobre LA STRADA di Federico Fellini Lunedì 17 ottobre VENERE NERA di Abdel Kechiche Regia e sceneggiatura LEE CHANG-DONG Fotografia KIM YUNSEOK Montaggio KIM HYUN Musica HWANG HYUNKYU Interpreti e personaggi YUN JUNGHEE Mija LEE DAVID Wook KIM HIRA Il presidente AHN NASEANG Il padre di Kibum. Corea del Sud 2010. 135 minuti. Festival del Cinema di Cannes 2011 Grand Prix Speciale della Giuria. Regia FEDERICO FELLINI Sceneggiatura FEDERICO FELLINI, ENNIO FLAIANO, TULLIO PINELLI Fotografia OTELIO MARTELLI Montaggio NINO BARAGLI Musiche NINO ROTA Interpreti e personaggi GIULIETTA MASINA Gelsomina ANTHONY QUINN Zampanò RICHARD BASEHART il Matto ALDO SILVANI Il Sig. Giraffa. Italia 1954. 104 minuti. Premio Oscar 1957 Miglior film straniero. Festival del Cinema di Venezia 1954 Leone d'Argento. Regia e sceneggiatura ABDEL KECHICHE Fotografia SOFIAN EL FANI Montaggio LAURENT ROUAN Musica SIA HEDDINE KECHICHE Interpreti e personaggi YAMINA TORRES Saartjie ANDRE' JACOBS Hendrick Caezar OLIVIER GOURMET Réaux ELINA LOWENSON Jeanne. Francia/Italia/Belgio 2010. 166 minuti. Mostra del Cinema di Venezia 2010 Selezione Ufficiale. Mija è una donna di 66 anni che vive con suo nipote, un ragazzo che frequenta il liceo in una piccola città di provincia attraversata dal fiume Han, nella Corea del Sud. Mija è eccentrica e piena di curiosità. Il caso la porta a frequentare un corso di scrittura poetica e, per la prima volta nella sua vita, a scrivere una poesia. Mija cerca la bellezza anche nel suo ambiente, al quale fino ad allora, non aveva prestato un’attenzione particolare. Ha l’impressione così di scoprire delle cose che erano sempre state davanti ai suoi occhi. Ma il suo sogno di scrivere poesia deve fare i conti con una realtà dolorosa e sordida, a cui si rifiuta di prestare il fianco ed a cui si ribella con la ricerca della bellezza... Note dell’autore Viviamo in un’epoca in cui la poesia sta morendo. Alcuni ne sono dispiaciuti, molti assolutamente indifferenti. Fatto sta che c’è ancora gente che scrive poesie e gente che le legge. Cosa significa “scrivere una poesia” in questi tempi in cui la poesia è in declino? È questa la domanda che volevo porre agli spettatori, e da qui, una domanda che faccio a me stesso: cosa significa “fare un film” in questi tempi in cui il cinema è minacciato?... “Vedere bene”, riguarda sia la poesia che il cinema. Certi film ci permettono di avere uno sguardo nuovo sul mondo. Altri ci portano a vedere solo ciò che avevamo voglia di vedere. Ce ne sono anche di quelli che ti impediscono di vedere qualunque cosa. Ho pensato a un film che assomigliasse ad una pagina sulla quale è scritta una poesia e in cui rimane molto bianco. Questo vuoto potrà essere colmato dallo spettatore. In questo senso è un film “aperto”. Lee Chang-dong (Daegu, Corea, 1954) Si è diplomato in letteratura presso l’Università di Kyungbuk. Comincia la sua carriera in teatro a vent’anni, poi intraprende una carriera letteraria diventando uno degli scrittori più in vista della sua generazione. Debutta al cinema con GREEN FISH nel 1996. Dopo PEPPERMINT CANDY (2000), con OASIS ottiene al Festival di Venezia 2002 il premio per la Migior Regia e nel 2007 con SECRET SUNSHINE riceve il premio per il miglior film e per la miglior regia alla seconda edizione degli Asian Film Awards. … Se una cultura esiste in Fellini, questa è specificatamente cinematografica, trae origine dall'ammirazione per film e motivi chapliniani, per i "tramps" del "Circo" ad esempio e di "Luci della ribalta". Come Calvero tende la mano a Terry e le dà fiducia, così il Matto convince Gelsomina che la vita, la sua presenza nel mondo non è inutile. Ma l'isolamento, la solitudine, che sono motivi persistenti nell'opera del grande artista, si risolvono nella comunicabilità tra uomo e uomo, e in "Limelight" addirittura in un "domani che danza". Chaplin non isola i suoi personaggi. Li fa agire e muovere nella realtà del mondo. E diverso è il percorso che essi fanno per raggiungere la fiducia in se stessi e nell'umanità, la cultura umana in cui si articolano e si sviluppano. Nulla serve al di fuori dell'uomo e della sua intelligenza, di questo grande dono. Questo dice Chaplin. In Fellini tutto si tinge di mistero. Tutto serve, anche un sassolino. Il misticismo da una parte, la consapevolezza dell'uomo di poter modificare la natura dall'altra. Una cultura umana che sfocia in artifici lirici o poetici come la canzone, le spiagge deserte, il rumore del cavallo che passa sull'acciottolato, la tromba, che rompono le solitudini di Gelsomina. Come i tre suonatori ai margini della strada, annotazioni o episodi rarefatti, che più si ricongiungono ai suoi film precedenti: l'episodio del convento e della processione… L'italiano ha trovato in Fellini la propria "democrazia sentimentale"… "I simboli che ciascuno di noi porta in sé, e ritrova improvvisamente nel mondo e li riconosce e il suo cuore ha un sussulto, sono i suoi autentici ricordi. Sono anche vere e proprie scoperte. Bisogna sapere che noi non vediamo le cose una prima volta, ma sempre la seconda. Allora le scopriamo e ricordiamo". Sono parole che si addicono a Fellini e sono di Pavese… Estratti della recensione di Guido Aristarco tratti da "Il mestiere del critico 1952/1958", Edizioni Falsopiano, 2007. Lunedì 21 novembre BRONSON di Nicolas Winding Refn Lunedì 28 novembre THE CONSPIRATOR di Robert Redford Regia NICOLAS WINDING REFN Sceneggiatura NICOLAS WINDING REFN e BROCK NORMAN BROCK Fotografia LARRY SMITH Montaggio MAT NEWMAN Interpreti e personaggi TOM HARDY Michael Peterson/Charles Bronson KELLY ADAMS Irene LUING ANDREWS Guardia isterica KATY BARKER Julie AMANDA BURTON Mamma di Charles. Gran Bretagna 2008. 92 minuti. Regia ROBERT REDFORD Sceneggiatura JAMES D. SOLOMON Fotografia NEWTON THOMAS SIGEL Montaggio CRAIG MCKAY Musica RICHARD SCHOEN Interpreti e personaggi ROBIN WRIGHT Mary Surratt JAMES MCAVOY Frederick Aiken JUSTIN LONG Nicholas Baker TOM WILKINSON Reverdy Johnson EVAN RACHEL WOOD Anna Surratt. Stati Uniti 2010. 122 minuti. Michael Gordon Peterson nasce e cresce nei quartieri operai delle città britanniche dove negli anni cinquanta tutto sembra seguire un ordinato e regolare piano di sviluppo. Ma il suo destino è ben lontano dalla quieta routine della gente che lo circonda: dopo prime malefatte adolescenziali, Michael si prepara a colpi più grossi e, costruitosi un fucile a canne mozze, si presenta all’ufficio postale dove ruba 26 sterline. Per il furto Michael è condannato a sette anni di carcere durante i quali manifesta la sua indole irrequieta. La natura del personaggio non è affatto repressa dall’esperienza di reclusione ed anzi esploderà in un crescendo che lo pseudonimo Charles Bronson, affibbiatogli dall’impresario dei suoi primi incontri di boxe, stigmatizza perfettamente. Così dal 1987 Michael sarà conosciuto con il nome dell’attore americano archetipo del duro e famoso protagonista di film western e bellici degli anni sessanta e settanta. Michael alias Bronson è tutt’oggi in carcere, dove sconta la condanna all’ergastolo. Note dell’autore In Corea "Hanyo" è un film leggendario, con cui tutti prima o poi abbiamo dovuto confrontarci. La sfida era ovviamente enorme: confrontarsi con il film diretto da Kim Ki‐young nel 1960, un monumento della nostra cultura. Ho scelto di riscrivere interamente la sceneggiatura, volevo essere l’autore completo del film e soprattutto non volevo trattarlo come una semplice commessa. Il mio atteggiamento è stato dirmi che dovevo far meglio di Kim Ki‐young o per lo meno eguagliarlo. Il suo film ha la particolarità di offrire una rappresentazione fedele della società coreana dell’epoca. Sono passati cinquant’anni, quindi la chiave del mio approccio è stata decidere che il mio film fosse lo specchio di questa evoluzione e dello stato di quella stessa società ora. Note dell’autore Non è stato facile avvicinarsi alla piecès teatrale di Wajdi Mouawad e trasformarla in una sceneggiatura cinematografica. Ho dovuto fare un lavoro molto particolare. Dopo aver avuto carta bianca da Wajdi, ho dovuto cancellare alcune delle immagini della piecès per tornare all’origine, alla fonte delle idee e portarle verso il cinema. Il testo mantiene la stessa struttura drammatica e gli stessi temi ma ha richiesto una riscrittura totale. Parlare del Medioriente per una storia di odio e poi di perdono è stata una scelta importante che mi sono posto all’inizio della scrittura, anche perché già nella pièce non viene individuato un luogo specifico. Confesso di aver avuto la forte tentazione di ambientare il film in una realtà storica ben precisa come quella del Libano, ma presto mi sono reso conto che sarebbe stato un gravissimo errore. La mia è una storia che parla di collera e rabbia ma non vuole provocare tali sentimenti. Volevo proporre una sorta di ritratto non politico. Ho fatto tante ricerche e poi ho creato una regione immaginaria ispirata alla realtà. Note dell’autore Raccontare la vita di un uomo chiuso in prigione, per giunta in isolamento non è stato per nulla semplice. Volevo che emergesse la vicenda del personaggio come una performance da palcoscenico, come se lui in prima persona avesse voluto parlare della sua vita e come gli sarebbe piaciuto vedersela scorrere davanti agli occhi. Questo è il tipo di scomposizione che ho voluto fare nel film. Non avevo nessuna intenzione di girare una biografia di Charles Bronson, volevo fare un film sulla trasformazione, sul diventare Charles Bronson, il più grande “brand di se stesso”, capace di autopromuoversi come simbolo anti-autoritario fuori dai confini inglesi. Im Sang-soo (Seul, Corea del Sud, 1962) Si è laureato in sociologia prima di dedicarsi al cinema, iscrivendosi all’Accademia del Cinema Coreano nel 1989. Nel 1998 realizza il suo primo film GIRLS'NIGHT OUT. Dopo il successo di questo primo lavoro, realizza TEARS (2000). Il riconoscimento internazionale arriva con LA MOGLIE DELL'AVVOCATO presentato nel 2003 alla Mostra del Cinema di Venezia. Nel 2005 è a Cannes con THE PRESIDENT'S LAST BANG e nel 2007 presenta THE OLD GARDEN. Denis Villeneuve (Montreal, Canada, 1979) Il suo primo lungometraggio è UN 32 AOUT SUR TERRE (1998), presentato in più di trentacinque festival internazionali, oltre a rappresentare il Canada nella corsa agli Oscar del 1999. Nel 2000, il suo secondo film, MAELSTROM è selezionato al Sundance, a Toronto e ottiene il Premio Internazionale della Critica al Festival di Berlino 2001. È ancora lui a rappresentare il Canada per la corsa agli Oscar. Nel 2009, il suo terzo film, POLITECHNIQUE, ottiene il premio come Miglior Film Canadese del 2009. Nicolas Winding Refn (Coopenaghen, Danimarca, 1971) Danese di origine, ma trasferitosi ancora bambino a New York, studia presso l’American Academy of Dramatic Arts. A 25 anni realizza un cortometraggio che si trasforma nel suo primo film intitolato PUSHER, primo capitolo di una trilogia terminata nel 2005 con PUSHER III e che ne ha fatto conoscere l’estro al grande pubblico. Dopo BRONSON ha realizzato un film dal fortissimo impatto sul pubblico: VALHALLA RISING, nella selezione ufficiale del Toronto Film Festival e presentato fuori concorso a Venezia 2009. Parigi, 1817, Accademia Reale di Medicina. «Non ho mai visto testa umana più simile a quella delle scimmie». Di fronte al calco del corpo di Saartjie Baartman, l’anatomista Georges Cuvier è categorico. Un parterre di distinti colleghi applaude la dimostrazione. Sette anni prima, Saartjie lasciava l’Africa del Sud con il suo padrone, Caezar, per andare ad offrire il suo corpo in pasto al pubblico londinese delle fiere e degli zoo umani. Donna libera e schiava al tempo stesso... Note dell’autore A volte non ci sono spiegazioni da cercare: c’è il mistero. Saartjie è un personaggio molto misterioso. È ciò che mi ha interessato subito. Tutto sommato non si sanno molte cose delle sue vere motivazioni, si conosce solo qualche data sicura: il viaggio dal Sudafrica all’Inghilterra, le rappresentazioni, il processo a Londra, il suo battesimo e il suo passaggio davanti agli scienziati francesi. Tutto il resto è tra le righe. È questo vuoto di spiegazioni che è interessante filmare. Il suo mistero rimasto intatto ci costringe a interrogarci costantemente su noi stessi. Ho letto tutto ciò che è stato scritto su di lei e ho trovato che spesso si tendeva a cadere in tentazioni di tipo esplicativo. O si faceva di lei una schiava assoluta, senza sfumature, oppure era tutto troppo romanzato e lei perdeva tutto il suo mistero, cosa che mi è sembrata irrispettosa. Perché in effetti Saartjie Baartman mi ha subito ispirato rispetto. Non ciò che è stato scritto su di lei, ma la sua immagine. A volte l’immagine dice più di tutto ciò che si può scrivere. È quel che ho sentito vedendo i ritratti di Saartjie fatti dai disegnatori del museo, e ancor più quando ho scoperto il suo calco originale conservato in Francia. Il suo volto mi ha emozionato. Parla di lei meglio di chiunque. Incontrando la sua immagine ho sentito il dovere di raccontare la sua storia. Abdel Kechiche (Tunisi, Tunisia, 1960) Si trasferisce a Nizza nel 1966 e a metà degli anni Ottanta si fa conoscere recitando per autori come André Téchiné e Abdelkrim Bahloul. Nel 2000 esordisce alla regia con TUTTA COLPA DI VOLTAIRE che riceve il premio Miglior Opera Prima al Festival di Venezia. Ma la vera consacrazione arriva con LA SCHIVATA, vincitore di due premi Cèsar, tra cui quello di Miglior film francese del 2003. Nel 2009 è a Venezia con COUS COUS che ottiene il premio per la Miglior regia. Lunedì 5 dicembre L’ALBERO L’arbre di Julie Bertuccelli Regia JULIE BERTUCCELLI Sceneggiatura JULIE BERTUCCELLI dal romanzo “L’albero” di JUDY PASCOE Fotografia NIGEL BLUCK Montaggio FRANÇOIS GÉDIGIER Musiche GRÉGOIRE HETZEL Interpreti e personaggi CHARLOTTE GAINSBOURG Dawn MARTON CSOKAS George MORGANA DAVIES Simone ADEN YOUNG Peter O’Neil. Francia/Australia 2010. 100 minuti. Australia oggi. Dopo l’improvvisa perdita del padre, Simone, bambina di otto anni, condivide un segreto con la madre Dawn: suo padre le sussurra attraverso le foglie del magnifico albero vicino alla loro casa. Simone è convinta che lui sia tornato per proteggere la sua famiglia. Ben presto i tre fratelli di Simone e anche Dawn trovano conforto nella presenza rassicurante dell’albero. Ma il legame tra madre e figlia è minacciato quando Dawn comincia a frequentare l'amico George. Simone si trasferisce nella piccola capanna sui rami dell’albero e si rifiuta di scendere... In seguito all’assassinio di Abramo Lincoln, sette uomini e una donna vengono arrestati con l’accusa di aver cospirato per uccidere il Presidente, il Vice presidente e il Segretario di Stato. La donna accusata, Mary Surratt, è la proprietaria della pensione dove John Wilkes Booth e gli altri si riunivano per pianificare l’assassinio. Sullo sfondo di un’inquieta Washington nel periodo che segue la Guerra Civile, il ventottenne Fredrick Aiken, valoroso soldato diventato avvocato, accetta, pur controvoglia, di difendere Mary Surratt davanti a un tribunale militare. Durante il processo Aiken si convince sempre più dell'innocenza della sua cliente, ed inizia a pensare che sia stata usata come capro espiatorio al fine di catturare l'unico cospiratore scampato all'arresto, suo figlio John. Mentre tutta la nazione è contro di lei, Mary Surratt è costretta ad affidarsi ad Aiken per scoprire la verità e avere salva la vita... Note dell’autrice Avevo sempre avuto il desiderio di adattare “Il Barone Rampante” di Italo Calvino, ma dal momento che non era possibile, andai in cerca di una storia che avesse come protagonista un albero, diventò un’ossessione. Un mio cugino mi diede “L’albero” di Judy Pascoe. Fu una rivelazione. La figura centrale dell’albero nella storia scatenò il mio desiderio, ma presto scoprii che i temi di cui trattava mi inducevano con forza non solo a continuare a leggere, ma a immaginare il mio film. Una produttrice australiana, Sue Taylor, aveva già acquistato i diritti. Il mio produttore Yael Fogiel ed io la contattammo. Lei guardò il mio primo film, “Da quando Otar è partito”, e cominciammo a lavorare insieme. Il libro era scritto dal punto di vista della bambina, ma io decisi di aggiungere anche quello della madre. Volevo fare un film per adulti, con tenerezza e umorismo. Gioca con la possibilità di un mondo sovrannaturale pur essendo profondamente radicato nel realismo e nella semplicità. Note dell’autore Il film parla di come si cercasse di impedire l’aggravamento della polarizzazione politica di allora, il paese era profondamente diviso, non solo fra Nord e Sud, ma anche all’interno del governo, tra chi voleva imporre punizioni e restrizioni al Sud sconfitto e chi, come Lincoln, sosteneva una ricostruzione più moderata e conciliante. "The Conspirator" non si occupa solo di una cospirazione. C’è stato l’assassinio, ovviamente, ma c’è stata anche una cospirazione di opportunità politiche. Robert Redford (Santa Monica, California, 1934) Ha ottenuto il suo primo ruolo da protagonista a Broadway in SUNDAY IN NEW YORK, seguito da A PIEDI NUDI NEL PARCO (1967). Dopo una lunga carriera di attore esordisce alla regia con GENTE COMUNE (1980) vincendo due Premi Oscar. In seguito ha diretto e prodotto MILAGRO (1988) e IN MEZZO SCORRE IL FIUME, con cui ha avuto altre due candidature agli Oscar, che otterrà con QUIZ SHOW nel 1994. Redford è il fondatore dell Sundance Institute, impegnato nel sostegno e nello sviluppo e nella promozione internazionale del nuovo cinema indipendente. Il Sundance Film Festival fa parte del programma dell’Institute. Lunedì 24 ottobre UN GELIDO INVERNO Winter’s bone di Debra Granik Regia DEBRA GRANIK Sceneggiatura DEBRA GRANIK e ANNE ROSELLINI dal romanzo "Winter’s Bone" di DANIEL WOODRELL Fotografia MICHAEL McDONOUGH Montaggio ALFONSO GONÇALVES Musica DICKON HINCHLIFFE Interpreti e personaggi JENNIFER LAWRENCE Ree JOHN HAWKES Teardrop KEVIN BREZNAHAN Little Arthur SHERYL LEE April. Stati Uniti 2010. 100 minuti. Sundance Film Festival 2010 Gran premio della giuria. Torino Film Festival 2010 Miglior Film. La diciassettenne Ree Dolly si avventura in una pericolosa missione alla ricerca di suo padre, scomparso nel nulla dopo aver impegnato la casa di famiglia per pagarsi la cauzione ed uscire di prigione. Se l’uomo non si presenterà al più presto in tribunale la casa verrà confiscata. Ree, posta di fronte al rischio di ritrovarsi tra i boschi dell’altopiano di Ozark senza un tetto, sfida l’omertà della gente e mette a repentaglio la propria vita per salvare la famiglia, senza accettare le bugie, i sotterfugi e le minacce dei suoi parenti, fino a scoprire la verità... Note dell’autrice Ho letto il libro tutto d’un fiato, cosa che non mi succedeva da tempo. Volevo vedere come questa ragazza, Ree, riuscisse a sopravvivere. Mi sembrava un racconto vecchio stile, imperniato su un personaggio per cui fare automaticamente il tifo e immerso in un’atmosfera che la mia mente cercava continuamente di evocare. Anche questa era una novità per me, perché non è facile immaginare una vita come quella di Ree, così totalmente diversa dalla mia... Abbiamo iniziato con la ricerca di un luogo che riproducesse un’ atmosfera simile a quella descritta nel libro. Sapevamo che dovevamo trovare una famiglia che ci consentisse di utilizzare la propria casa, i vestiti, gli oggetti, la sala da pranzo, oltre che a mostrarci come cacciava, come si prendeva cura degli animali e come risolveva i problemi della vita quotidiana. Alla fine, abbiamo conosciuto questa famiglia e i loro vicini, tutti disposti a rispondere alle nostre domande e mostrarci la propria quotidianità. Debra Granik (Cambridge, Stati Uniti, 1963) Debra Granik ha frequentato il corso di cinema alla NYU, dove ha ottenuto un premio per il suo primo cortometraggio, Snake Feed (1997). Ha frequentato il laboratorio di sceneggiatura e quello di regia al Sundance Institute. Ha presentato il suo primo film DOWN TO THE BONE, al Sundance Film Festival nel 2004 ottenendo il premio per la miglior regia. Nel 2010 ha terminato il suo secondo film WINTER'S BONE. Lunedì 12 dicembre A DANGEROUS METHOD di David Cronenberg Regia DAVID CRONENBERG Sceneggiatura CHRISTOPHER HAMPTON dal suo libro "The Talking Cure" Fotografia PETER SUSCHITZKY Montaggio RONALD SANDERS Musica HOWARD SHORE Interpreti e personaggi VIGGO MORTENSEN Sigmund Freud, MICHAEL FASSBENDER Carl Jung, KEIRA KNIGHTLEY Sabina Spielrein, VINCENT CASSEL Otto Gross. Germania/Canada 2011. 94 minuti. Mostra del Cinema di Venezia 2011 Selezione Ufficiale. "A Dangerous Method" è un ritratto intimo della nascita della psicoanalisi e delle relazioni a due, qui inestricabilmente intrecciate. Carl Jung utilizza il metodo di Sigmund Freud per curare Sabina Spielrein, una giovane russa di cui si innamora. Colpito dai risultati ottenuti da Jung, Freud lo nomina suo successore, ma quando Jung svilupperà le proprie personali teorie, le loro strade si divideranno. Il film è l’adattamento per il grande schermo della pièce teatrale "The Talking Cure" di Christopher Hampton, incentrata sulla complessa relazione di Sigmund Freud e Carl Jung con la paziente Sabina Spielrein, una delle prime donne a diventare analiste. Ne sono protagonisti Viggo Mortensen, Michael Fassbender e Keira Knightley rispettivamente nei panni dei due padri della psicoanalisi e della loro assistita. Lo spettro delle guerre che incombe su Zurigo e Vienna, fa da cornice alla vicenda emotiva ed al dibattito intellettuale raccontati dalla pellicola... Note del produttore Jeremy Thomas "Dangerous Method" è come un film d'azione con le parole. Non è come alcuni dei primi film di David, in quanto non si occupa di parti del corpo. Beh, lo fa - ma in questo caso la parte del corpo è il cervello, è tutta una questione di passione. Ed è affascinante vedere i primi tentativi di curare disturbi psicologici . Julie Bertuccelli (Boulogne-Billancourt, Francia, 1968) Ha avviato la sua carriera cinematografica come aiuto regista lavorando con registi acclamati come Krzysztof Kieślowski, Bertrand Tavernier e Otar Iosseliani. Ha anche diretto numerosi documentari molto apprezzati. Ha debuttato con DA QUANDO OTAR è PARTITO, che ha scritto e diretto, e con cui ha vinto diversi premi importanti tra cui il Gran Premio Settimana Internazionale della Critica al Festival di Cannes nel 2004 e un Premio César per la migliore opera prima. David Cronenberg (Toronto, Canada, 1943) Nel 1967 si laurea in letteratura inglese all'Università di Toronto. In quel periodo noleggia una cinepresa e realizza due brevi film: Transfer (1966) e From the Drain (1967). Nel 1975 realizza il primo film IL DEMONE SOTTO LA PELLE. Dopo SETE DI SANGUE (1977) e BROOD (1979) dirige SCANNERS (1981), seguito da VIDEODROME (1983) e da LA ZONA MORTA (1983). Nel 1986 realizza LA MOSCA. Due anni dopo, esce INSEPARABILI (1988). Negli anni Novanta IL PASTO NUDO (1991), M. BUTTERFLY (1993), CRASH (1996), EXISTENZ (1999). Nel 2002 presenta SPIDER, cui segue nel 2005 A HISTORY OF VIOLENCE e LA PROMESSA DELL'ASSASSINO (2007).