LAIV- LABORATORIO PER LE ARTI INTERPRETATIVE DAL VIVO
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LAIV- LABORATORIO PER LE ARTI INTERPRETATIVE DAL VIVO
LAIV- LABORATORIO PER LE ARTI INTERPRETATIVE DAL VIVO Gruppo Teatro - Musica Docente: Franca Ferrari 15 febbraio 2007 Tipologia dei laboratori progettabili. Iniziative realizzate (successi e punti critici) con particolare riferimento alle buone pratiche. Realtà problematiche e prospettive del teatro musicale nella scuola secondaria superiore Descrizione attività Ora 14.00 Attività Accoglienza dei partecipanti e coordinamento con la conduttrice in merito alla scaletta dell’incontro Setting Metodologia Contenuti 14.40 Breve introduzione a cura di Carlo Delfrati; presentazione della tutor (Carola Maternini) e dei materiali a disposizione; presentazione di Franca Ferrari Frontale Presentazione circolare a turno, informale Inizio lezione, presentazione delle ricerche INVALSI Frontale Lezione ex cattedra supportata dalla proiezione dei cd rom di presentazione delle ricerche INVALSI 15.50 Continuazione della lezione Frontale Visione e/o ascolto di tracce video e/o audio 16.55 Ripresa della lezione Frontale Lezione ex cattedra supportata dalla proiezione dei cd rom di presentazione delle ricerche INVALSI Invito ad un giro di autopresentazione ed esplicitazione delle proprie aspettative da parte dei partecipantiEmerge, come prevedibile, una grande eterogeneità tra i componenti del gruppo La Circolare Ministeriale del ’99 per finanziare laboratori musicali ha generato a posteriori due ricerche tese ad evidenziare parametri in base ai quali valutare l’esperienza laboratoriale in merito alla sua organizzazione e qualità, efficacia e capacità di permanenza e trasformazione, adattamento, negli anni. Carrellata di esempi delle attività laboratoriali censite dalla prima ricerca INVALSI, suddivise in tre aree: lettura e rilettura di repertori (raccordo laboratorio-curricolo didattico), teatro musicale, produzioni originali. Carrellata di esempi delle attività censite dalla seconda ricerca INVALSI, suddivise in cinque aree: aggiornamento del corpo docente, strumento, coro, nuove composizioni, musica come mezzo per avvicinare alle culture “altre”. Dallo studio di queste attività sono emersi indicatori di qualità . 15.30 Elementi utili alla definizione del format Buone prassi: Dalla prima ricerca INVALSI (1999) sono emersi alcuni parametri da tenere in considerazione per l’organizzazione e realizzazione di buoni laboratori: A- rete, maggiori istituzioni sono coinvolte meglio si riesce a rispondere alle richieste di un’ampia utenza e a generare un circolo virtuoso; B- finanziamenti, capacità di alimentare un circuito nel territorio; C- figura del coordinatore, obiettivo “ecologico”: costituire un team per usufruire del confronto e ripartire impegni e responsabilità; D- territorio, elemento più facilmente gestibile per le realtà cittadine che non per quelle metropolitane dove si devono affrontare i pericoli della dispersività e della concorrenzialità di altre offerte; E- attività e modelli di lavoro laboratoriale (il valore è sia quantitativo che qualitativo). Dall’analisi delle attività di laboratori musicali nella seconda ricerca INVALSI (2006) e dall’analisi di un DVD proposto da un discente sono stati esposti alcuni indicatori di qualità, criteri in base ai quali non solo l’esperienza laboratoriale sopravvive negli anni, ma anche grazie ai quali si può rilevare che l’esperienza intrapresa è particolarmente significativa, ovvero indicativa di una buona prassi: A- coinvolgimento quantitativo e qualitativo dei fruitori (numero elevato e coinvolgimento partecipativo e creativo dei partecipanti); B- eterogeneità dell’utenza (valore risiede nella varietà, nella diversità); C- sviluppo della professionalità nel rapporto con le tecnologie e gli ambienti; D- sollecitazione dell’attenzione e la ricerca nei confronti del suono registrato e delle sue elaborazioni; E- organizzazione didattica dei processi di comprensione e produzione musicale attraverso il circuito “fare – ascoltare - analizzare - fare” attribuendo un ruolo metodologico essenziale alla documentazione audio-video dei percorsi costruiti e incentivando le capacità autovalutative delle musiche realizzate (documentazione video diventa uno strumento non solo di archivio ma anche di autopromozione, attenzione dei ragazzi si acutizza quando si ascoltano tra loro o ascoltano un brano che hanno registrato); F- varietà delle attività proposte (imitazione come risorsa positiva di ampliamento delle possibilità; cimentarsi con diversi generi e mezzi espressivi) e capacità di evoluzione nel percorso laboratoriale (es. passaggio dalla riproduzione alla libera espressione); G- lavorare su testi degli utenti del laboratorio (appropriazione del testo evita la “schiavitù” alle basi musicali); H- coinvolgimento degli utenti nell’organizzazione e realizzazione di eventi teatral-musicali con dei professionisti; I- capacità organizzativa, per esempio: suddivisione delle mansioni in base alle competenze, creazione di un’équipe così che il progetto sopravviva al suo propulsore ovvero non riponga il suo sostentamento in un’unica persona; J- capacità di intervenire nel laboratorio in funzione dei bisogni della comunità educativa. Bisogni riscontrati nell’esperienza: A- Bisogni espliciti: finanziamenti per i propri laboratori, acquisizione di conoscenze, competenze e tecniche, confronto con colleghi e conduttori portatori di differenti esperienze, condivisione con i propri colleghi di un percorso formativo che possa pervenire alla costituzione di un’équipe, avvaloramento della propria attività di coordinatore/coordinatrice agli occhi della propria comunità scolastica (dirigenza, collegio docenti, consiglio di classe, genitori), strumenti per uscire dall’isolamento in cui spesso ci si trova confinati dai colleghi stessi persuasi che le attività laboratoriali siano più una fissazione del coordinatore che un’attività realmente significativa per tutti coloro che vi partecipano. A seguito dell’incontro, tramite mail, è stata esplicitata un’alta aspettativa di formazione parzialmente disattesa dai contenuti apportati durante la prima lezione ritenuti limitati, circoscritti. B- Bisogni impliciti: riconoscimento (soprattutto sociale), necessità di sfogo (lamentele su ciò che crea difficoltà), necessità di ascolto (riconoscere nei partecipanti qualcuno con cui condividere la solitudine in cui spesso ci si ritrova nell’istituzione scolastica), desiderio di divertimento.