DISTORSIONI PERCETTIvE E ALTERAzIONI DELLA MEMORIA
Transcript
DISTORSIONI PERCETTIvE E ALTERAzIONI DELLA MEMORIA
POLICE FORCE COMBAT PSYCHOLOGY POLICE FORCE COMBAT PSYCHOLOGY POLICE FORCE COMBAT PSYCHOLOGY POLICE FOR Marco Strano è Direttore Tecnico Capo (Psicologo) della Polizia di Stato, Dirigente nazionale della CONSAP e Direttore Scientifico dell’ICAA (www.criminologia.org) Distorsioni percettive e alterazioni della memoria negli operatori di polizia durante un conflitto a fuoco. di Marco Strano La paura è un’emozione che attiva una risposta istintiva preziosa per sopravvivere, una primordiale reazione che abbiamo in comune con altre specie. Spesso alla paura segue una nostra reazione psico-fisica “salutare” che ci prepara all’azione, probabilmente una capacità residuale dell’uomo arcaico che per sopravvivere doveva fuggire o combattere con mani e piedi. Ma attualmente chi combatte utilizza strumenti che necessitano di calma e buona manualità. La condizione di stress acuto che si manifesta nel corso di un conflitto a fuoco comporta sovente delle alterazioni percettive (es. tunnel vision, visione rallentata, ipoacusia, ecc.) ed a carico dei processi di memoria (es. anomalia di fissazione e amnesia) che possono avere delle intuibili ricadute sul piano dell’incolumità dell’operatore e del target ma anche nella successiva fase del procedimento penale relativo a tale accadimento. L’Autore del presente articolo ha condotto ricerche sui principali meccanismi distorsivi connessi all’uso delle armi per l’azione del sistema limbico e sui possibili interventi psicologici attuabili sia in ambito di training preventivo che per ciò che riguarda le problematiche peritali sul ricordo in fase processuale. Introduzione L’ipotesi di un impiego operativo delle armi rimane per gli operatori di polizia e della security un evento statisticamente molto raro. La maggior parte di loro passa l’intera carriera utilizzando le armi da fuoco esclusivamente in addestramento. Alcuni di loro però sono coinvolti in sparatorie e devono impiegare l’arma per difendere se stessi o altri. In tali circostanze il soggetto armato che subisce un’aggressione deve prendere decisioni in una frazione di secondo e scegliere le reazioni adeguate al tipo di minaccia. Le sparatorie hanno infatti il potere di attivare una reazione nervosa come risposta dell’organismo allo stress acuto. L’evento “conflitto a fuoco” avviene infatti in condizione di forte stress psicologico da paura (normalmente solo i killer professionisti sparano senza essere minacciati) che può anche generare nell’immediato delle alterazioni percettive e mnemoniche e, contemporaneamente, in un trauma emotivo che può sfociare iin seguito nel DPTS (Disturbo Post Traumatico da Stress). E’ quindi necessario approfondire gli studi in tale ambito che, per evidenti ragioni operative e di opportunità, possono essere condotte prevalentemente da gruppi di ricerca che hanno uno stretto contatto con le forze di polizia. L’ICAA (International Crime Analysis Association), da qualche anno da qualche anno ha attivato un progetto di ricerca denominato “Police Force Combat Psychology” un cui filone è dedicato TNM ••• 112 TNM ••• 0113 POLICE FORCE COMBAT PSYCHOLOGY POLICE FORCE COMBAT PSYCHOLOGY POLICE FORCE COMBAT PSYCHOLOGY POLICE FOR proprio a raccogliere testimonianze di operatori di polizia • suggerisce il “provare per credere” anziché esigere una e della security che hanno avuto conflitti a fuoco e nel giustificazione tramite la logica e l’evidenza. contempo vengono condotti esperimenti sulla fisiologia della paura attrverso sofisticate stumentazioni. Epstein sottolinea inoltre come in gran parte dei casi, l’elaborazione automatica del sistema empirico è dominante Alterazioni del modo di pensare quando si prova rispetto al sistema razionale perché è meno impegnativo e una paura intensa più efficace e, di conseguenza, è “l’opzione di default” della Le ricerche di Seymour Epstein (1994) hanno evidenziato due mente umana in casi di stress acuto. L’avvento di una fase di modi nettamente diversi da parte dell’uomo di elaborare le “pensiero empirico” nel funzionamento della mente umana informazioni. Il primo modo, detto del pensiero razionale, può essere correlato ad una serie di distorsioni percettive si verifica in condizioni di bassa stimolazione emotiva e e mnemoniche dovute proprio all’attivazione di canali interessa prevalentemente aree corticali del cervello percettivi “di emergenza”. (neocorteccia). Il pensiero razionale si attiva solitamente in situazioni in cui il soggetto non è sottoposto a situazioni Le modificazioni neurofisiologiche tipiche di particolare stress o di paura improvvisa. Il secondo dell’attivazione da paura: modo, detto del pensiero empirico (o emotivo) si ha di La “sindrome da attacco/fuga” è un termine che descrive solito in condizioni di particolare stress o tensione emotiva, la forma più estrema di body-alarm reaction nei confronti tipicamente quando il soggetto prova una improvvisa di una minaccia percepita in cui il corpo si prepara da e forte paura (ad esempio durante un’aggressione da un punto di vista fisiologico a combattere o a fuggire parte di un individuo armato). In fase di pensiero emotivo per proteggere la propria sopravvivenza: elevato ritmo le aree cerebrali interessate sono quelle del sistema cardiaco, elevato ritmo di respirazione e calo della limbico e in particolare dell’amigdala che fornisce risposte produzione ormonale. Raramente si verifica una condizione comportamentali immediate e semicoscienti (bypassando di “freezing” (letteralmente di congelamento). Si tratta la neocorteccia) oltre che “disporre” una generale di una risposta fisiologica complessa e quasi istantanea condizione sensoriale (di ipervigilanza). Il pensiero empirico nei confronti di un forte stress (come la percezione di o emotivo, che agevola reazioni rapide e automatiche (di un pericolo molto grave per la propria incolumità). Tale solito attraverso la sindrome fuggi o combatti) presenta, a risposta include una vasocostrizione indotta dall’adrenalina differenza del pensiero razionale, le seguenti caratteristiche: e dal cortisolo che comprime i vasi sanguigni e convoglia il • è formato da ricordi frammentari anziché da un racconto flusso sanguigno dalle estremità verso i gruppi principali intero. di muscoli e gli organi interni riducendo così la destrezza • si basa su esperienze simili passate anziché su analisi e compromettendo le abilità motorie più complesse, così razionali. come la produzione di epinefrina e norepinefrina da parte • è istintivo ed olistico anziché analitico e logico. delle ghiandole del surrene, che rispettivamente aumentano • è orientato verso l’azione immediata anziché verso la la forza muscolare e l’insensibilità al dolore per preparare ponderazione e l’azione ritardata. l’organismo (il corpo) a combattere o a fuggire dal pericolo. • provoca una elaborazione cognitiva molto efficiente e Altri aspetti legati alla body-alarm reaction includono rapida in luogo di un pensiero lento e cosciente. una tensione generalizzata dei muscoli, il digrignare i • mantiene l’individuo “preda delle emozioni” anziché “nel denti e il serrare i pugni; una riduzione della capacità di pieno controllo dei propri pensieri”. ragionamento di tipo analitico e di decision making. TNM ••• 114 Alterazioni biomeccaniche da paura intensa La vasocostrizione è un evento di rilevanza tattica per un utilizzo sicuro ed efficace di un’arma da fuoco perché, quando essa convoglia il flusso sanguigno dalle estremità verso i gruppi principali di muscoli e gli organi interni, essa causa un deterioramento sia a carico dell’abilità/destrezza che del senso del tatto, associate al tremore/tremito che frequentemente accompagna la paura ed il nervosismo. Questa perdita di destrezza a carico degli arti superiori è inoltre accompagnata da un aumento della forza fisica (soprattutto i gruppi principali di muscoli); la combinazione di questi due fattori compromette il controllo motorio superiore, particolarmente nel caso del controllo del grilletto dove i muscoli flessori (che premono il grilletto di un’arma da fuoco) sono normalmente più forti dei muscoli estensori (che alzano o tengono il dito lontano dal grilletto). Legata ad una forte paura può inoltre avvenire una contrazione muscolare involontaria nella mano che impugna l’arma che può essere causata, oltre cha da una risposta inter-articolare e da fattori di movimento (perdita dell’equilibrio o improvvisa alterazione posturale), anche da una “presa simpatica” legata proprio alla iperproduzione di prodotti biochimici specifici secreti dalle ghiandole del surrene. Le distorsioni percettive durante le sparatorie Ma sotto paura intensa anche i meccanismi di percezione e di elaborazione cognitiva vengono compromessi. Alcuni stimoli sensoriali (acustici e visivi) si amplificano, altri si attenuano. Gli effetti o aberrazioni della percezione corticale o della body-alarm reaction, in grado di compromettere l’uso sicuro delle armi durante una reazione ad un’aggressione e di alterare il proprio ricordo (dell’evento) o la propria performance/affidabilità come testimone, sono: Amaurosis fugax: Un “white out” del campo visivo che (così come il “black out”) provoca una temporanea cecità probabilmente causata dal rifiuto mentale/psicologico di percepire un evento traumatico terribile. Esclusione/occlusione uditiva: Si tratta di una distorsione a carico dei processi uditivi, come l’esclusione o la diminuzione della soglia percettiva per mezzo di cui la mente, concentrata sulla minaccia, esclude tutte le informazioni che non hanno a che fare con la minaccia. Sebbene la mente sia in grado di registrare tutti i dati (che potrebbero essere rievocati con tecniche psicologiche di recupero) la propria memoria uditiva può essere distorta, imprecisa, inesatta. Risposta di rifiuto & dissonanza cognitiva: La percezione corticale elabora alcuni eventi traumatici o dettagli al di fuori del ricordo conscio, provocando il “rifiuto” di certi eventi o dettagli che sono in conflitto con ciò che una persona desidera credere. Ciò può causare una percezione selettiva e una memoria imprecisa e alterata. Psychological splitting & dissociation: L’esperienza di guardare se stessi reagire come se ci fossero due di noi (un attore ed un osservatore passivo) o noi (l’osservatore) e un’altra persona (l’attore) è una delle sensazioni descritte dagli agenti coinvolti in una sparatoria. In tale scenario percettivo l’operatore sta reagendo molto velocemente sotto stress, ma si percepisce come se si muovesse al rallentatore. In effetti l’”occhio della mente” sta elaborando le percezioni e le decisioni a velocità normale mentre l’individuo sta reagendo in maniera immediata. Così si viene a creare una sensazione di dissociazione tra i propri pensieri e le proprie azioni. Euphoria da sopravvivenza: Essa può indurre sentimenti, comportamenti e dichiarazioni che possono sembrare cinici ed insensibili e gettano una “luce sinistra” sull’individuo. Tachypsychia: Quando parliamo della cosiddetta “Speed of the mind” o “velocizzazione della mente”, si tatta di una distorsione della percezione del tempo, come se si percepissero gli eventi al rallentatore. Tunnel vision: Si tratta di un’attenzione selettiva ed intensa (ad esempio nei confronti di una minaccia) che ha come risultato la perdita della visione periferica e spesso la distorsione della dimensione (gli oggetti appaiono più grandi) e della distanza (che sembra più ravvicinata rispetto a quanto non sia realmente). Alterazioni mnemoniche correlate ai conflitti a fuoco Le aberrazioni percettive che sul piano strettamente teorico potrebbero essere funzionali da un punto di vista adattivo perché intensificano i processi dell’attenzione e le reazioni corporee nei confronti della minaccia percepita, compromettono spesso però l’accurata percezione TNM ••• 115 POLICE FORCE COMBAT PSYCHOLOGY POLICE FORCE COMBAT PSYCHOLOGY POLICE FORCE COMBAT PSYCHOLOGY POLICE FOR spazio-temporale e i meccanismi di fissazione della traccia mnestica e, di conseguenza, la capacità nel riportare/descrivere/riferire l’evento minaccioso. Una tipica conseguenza è ad esempio l’incapacità di contare con esattezza i propri colpi esplosi e in generale di mantenere una traccia mentale della sequenza degli eventi nell’ordine esatto in cui hanno avuto luogo. Intuitivamente tali fattori ingeriscono pesantemente sull’attendibilità in fase testimoniale dell’operatore di polizia coinvolto in un procedimento penale (atto dovuto) connesso ad un conflitto a fuoco. Ricerche sull’insorgenza statistica delle distorsioni percettive Alcune ricerche soprattutto statunitensi si sono concentrate a partire dalla fine degli anni 80’ sulla quantificazione e sulla percentuale di insorgenza distorsioni percettive e mnemoniche che possono manifestarsi su colui che si trova in condizione di grosso stress dovuto al fatto di essere oggetto di un’aggressione. Tale condizione è particolarmente interessante nel momento in cui colui che subisce tali alterazioni percettive è armato ed è quindi nella possibilità di usare un’arma per difendersi da tale aggressione. Alcuni risultati di un’indagine sulle alterazioni percettive in fase di stress acuto subito da soggetti armati (prima e durante un conflitto a fuoco), (Artwol, 1997) hanno ad esempio evidenziato alcune distorsioni tipiche, alcune opposte tra loro: • 88%: udito ridotto • 81%: visione tubolare (tunnel vision) rappresentata da una riduzione del campo visivo periferico • 78%: sensazione di “pilota automatico” in cui il soggetto si sente guidato nell’azione senza potersi opporre • 64%: percezione del tempo rallentato TNM ••• 116 • 66%: aumentata nitidezza visiva e rilevazione di particolari insignificanti • 63%: perdita di memoria per alcune parti dell’evento • 58%: perdita di memoria per alcune delle proprie azioni • 49%: dissociazione, distacco • 34%: pensieri invadenti non attinenti (esempio i propri cari o altri pensieri di questioni personali) • 21% distorsione mnemonica (si ricordano cose non accadute realmente) • 15%: suoni amplificati • 15%: percezione del tempo accelerato • 12%: paralisi temporanea Un esperimento dell’ICAA sull’ipoacusia da stress acuto Due guardie giurate, allertate dalla loro centrale operativa, giungono sul luogo teatro di una rapina in banca. Uno dei due, giunto sul posto, si lancia all’inseguimento di una persona che crede essere uno dei malviventi, intimandogli, arma in pugno, di fermarsi, non accorgendosi che il collega gli grida a più riprese di lasciar perdere. Purtroppo, la prima guardia giurata che stava inseguendo il malvivente, nel tentativo di fermarsi, si gira rivolgendo un braccio contro il compagno, che (nell’oscurità) non lo riconosce e gli spara uccidendolo. In questo evento realmente accaduto qualche anno fa in Italia, si è manifestata probabilmente una classica reazione da stress acuto: l’ipoacusia. La situazione viene in effetti confermata dal soggetto che ha sparato e ha ucciso il collega. “Ero a pochi metri e gridavo di fermarsi, ma lui continuava a correre...” Le implicazioni operative e giuridiche di tale modifica percettiva per gli operatori di polizia e in generale per coloro che svolgono un’attività di security sono intuibili: la difficoltà a recepire un ordine in una fase di combattimento, la non percezione di un suono di pericolo (es. un treno in arrivo, dei colpi d’arma da fuoco) possono costituire un fattore di altissimo rischio in uno scenario operativo. Da diversi anni l’autore del presente articolo, in collaborazione con un Medico della Polizia di Stato (Vito Borraccia) sta conducendo degli esperimenti per tentare di offrire una soluzione al problema. In laboratorio si cerca di riprodurre artificialmente delle situazioni di breve e intensa paura in un campione di soggetti volontari attraverso ad esempio la somministrazione con uno speciale casco per la visione 3D di improvvise immagini terrorizzanti (stimoli terrorizzanti visivi - STV) inserite in un filmato neutro. Ulteriori sperimentazioni sono state condotte in un contesto esterno, durante il percorso delle “montagne russe” e nel corso della fase iniziale del lancio con il paracadute in tandem (di soggetti non praticanti tale sport). I primi risultati hanno evidenziato effettivamente l’insorgenza di alterazioni uditive in un congruo numero di individui. Nel corso degli esperimenti (nel momento di intensa paura), i soggetti volontari ricevono attraverso una cuffia alcuni stimoli acustici (sequenze di numeri e frasi dal significato opposto ma dal suono simile tipo: “smetti di sparare” e “mettiti a sparare”) che poi devono essere riportate ai ricercatori. L’obiettivo però non è solo quello di misurare il fenomeno, quanto quello di trovare delle soluzioni addestrative e tecnologiche al problema. Ad esempio l’utilizzo in contesti operativi di strumentazione digitale in grado di produrre comunicazioni con un range di frequenze e un livello di guadagno (volume) in grado di contrastare l’insorgenza di una eventuale l’occlusione uditiva. Alcuni reparti speciali statunitensi impiegano a tal proposito un sistema radio di comunicazione tattica (auricolare e trasmittente ad attivazione vocale) che modifica il suono e lo fornisce all’operatore con delle frequenze più udibili. il sistema “SWAT EARS” consiste in un kit auricolare per gli operatori impegnati in potenziali conflitti a fuoco, ma che necessitano contemporaneamente di sentire meglio rumori altrimenti inudibili. Il sofisticato circuito delle SWAT EARS permette l’immediato taglio di rumori pericolosi come uno sparo, mentre amplifica notevolmente la gamma di frequenza del parlato. Possibilità di intervento psicologico Le attuali attività di intervento psicologico sull’individuo che ha a che fare con l’uso delle armi da fuoco si limitano di solito semplicemente alla fase di selezione del personale che può ad esempio portare all’esclusione di un aspirante a seguito della diagnosi di condizioni psicopatologiche o legate ad abuso di sostanze psicoattive che possono interagire significativamente su tale utilizzo. Lo sviluppo delle scienze mediche e psicologiche degli ultimi anni offre però maggiori strumenti conoscitivi sulle varie dimensioni dello stress acuto da aggressione armata e può fornire degli strumenti di intervento maggiormente sofisticati. Tali strumenti riguardano i normali meccanismi adattivi della specie umana e possono offrire strategie di prevenzione maggiormente sofisticate nonché correttivi e miglioramenti attraverso interventi formativi mirati. Sul piano dell’intervento “post-evento” appare invece indispensabile la formazione di specialisti di area medica-psicologica con esperienza sulle alterazioni psicologiche, bio-meccaniche e mnemoniche da stress acuto al fine di poter offrire se necessario una consulenza/assistenza specialistica peritale nel corso dell’iter processuale per gli operatori coinvolti in conflitti a fuoco. In particolare le tecniche psicologiche per facilitare il recupero del ricordo possono essere di grande aiuto per contrastare le amnesie da stress. Training tattico mirato I reparti speciali di polizia già effettuano training mirato per ridurre le alterazioni percettive e biomeccaniche. L’addestramento in condizioni di stress simulato è ad esempio una delle tecniche utilizzate dai reparti d’elìte, per imparare ad anticipare e gestire gli effetti “sconvenienti” che la body-alarm reaction può esercitare nei confronti di un uso sicuro ed efficace di un arma, della valutazione tattica e di altre abilità nel gestire le minacce. Sarebbe opportuno in tal senso allargare tale training specialistico a tutti gli operatori di polizia e della security armati. Respirazione tattica Il respiro è notevolmente correlato all’efficacia del tiro con armi da fuoco corte e lunghe. Il movimento delle braccia (che impugnano l’arma) è infatti direttamente influenzato da quello della gabbia toracica. In fase di paura intensa e improvvisa il ritmo respiratorio normalmente aumenta e con esso il movimento degli arti superiori (e quindi la possibilità di sbagliare il colpo specie nelle medie/lunghe distanze di tiro. I combattenti apprendono l’uso della “respirazione tattica” che normalmente prevede questa sequenza di azioni: inspira-espira-inspira-trattieni il respiro-spara. La capacità di controllare il respiro è quindi una delle basi dell’addestramento contro lo stress acuto da combattimento. Scanning vision Una tecnica di addestramento per la compensazione della visione a tunnel (riduzione del campo visivo) consiste nell’effettuare una scansione laterale continua dell’area operativa. Il combattente muovendo la testa alternativamente a destra e a sinistra e continuando a tenere gli occhi puntati sul possibile bersaglio aumenta il suo campo visivo. In pratica sfrutta meglio lo spazio centrale di visione rimasto ancora efficace. Tecniche di estrazione e di impugnatura operativa L’utilizzo di fondine speciali e il mantenimento di condizioni di sicurezza fino a un attimo prima dell’azione di fuoco rappresentano alcune strategie per contrastare la possibilità di insorgenza di azioni biomeccaniche pericolose. La più elementare delle contromisure in tal senso è il mantenimento del dito fuori dal ponticello della pistola durante le fasi di avvicinamento al target e di predisposizione al combattimento. Tale condizione, che dovrebbe diventare un automatismo, pur se in teoria riduce di qualche frazione di secondo la reazione a fuoco, rappresenta un sistema di sicurezza molto valido ed è adottato dai reparti speciali di tutto il mondo. TNM ••• 117