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A r t i c o l o 2 1 P e r i o d i c od ’ i n f o r m a z i o n ea u t o p r o d o t t oea u t o f i n a n z i a t od e g l is t u d e n t id e lL i c e oA r i s t o t e l e A rt i c o l o2 1n o nri c e v ea l c u ns o s t e g n od a l l ’ I s t i t u z i o n eS c o l a s t i c a N . 7D i c e m b r e2015 Ninna nanna de la guerra Ninna nanna, nanna ninna, er pupetto vò la zinna: dormi, dormi, cocco bello, sennò chiamo Farfarello Farfarello e Gujermone che se mette a pecorone, Gujermone e Ceccopeppe che se regge co le zeppe, co le zeppe d’un impero mezzo giallo e mezzo nero. Ninna nanna, pija sonno ché se dormi nun vedrai tante infamie e tanti guai che succedeno ner monno fra le spade e li fucili de li popoli civili Ninna nanna, tu nun senti li sospiri e li lamenti de la gente che se scanna per un matto che commanna; che se scanna e che s'ammazza a vantaggio de la razza o a vantaggio d'una fede per un Dio che nun se vede, ma che serve da riparo ar Sovrano macellaro. Ché quer covo d’assassini che c'insanguina la terra sa benone che la guerra è un gran giro de quatrini che prepara le risorse pe li ladri de le Borse. Fa la ninna, cocco bello, finché dura sto macello: fa la ninna, ché domani rivedremo li sovrani che se scambieno la stima boni amichi come prima. So cuggini e fra parenti nun se fanno comprimenti: torneranno più cordiali li rapporti personali. E riuniti fra de loro senza l'ombra d'un rimorso, ce faranno un ber discorso su la Pace e sul Lavoro pe quer popolo cojone risparmiato dar cannone! Trilussa INDICE EDITORIALE 4 A21SCUOLA o o Elezioni del nuovo C.D.I. Cultura: Sold out 5 9 A21ATTUALITÀ&POLITICA o o o o La paura non ci sconfiggerà Una finestra sul futuro C’era una volta l’Ucraina Blackout 10 11 12 13 A21SCIENZE&TECNOLOGIE o o L’hard disk si è solidificato Memorie online a confronto 15 17 A21CINEMA o o The Lobster Fantascienza & cinema 19 20 A21LETTERATURA o o o Progetto Arma Plus Isaac Asimov: Il genio della fantascienza Uno sguardo al Giappone: “Haiku” 22 24 26 A21MUSICA o o La storia del rock: i ‘70 Una maschera per la verità 28 32 A21SPORT o o o La leggenda degli All Blacks Il mondiale MotoGP Terrorismo nello sport 33 35 37 A21RUBRICHE o Cosi spaziali & Fognicoli pt. 2 38 I MATTONI DEL FUTURO "Non mi preoccupo mai del futuro, arriva sempre abbastanza presto". Albert Einstein Il progresso non finisce mai di sorprenderci e, proprio come aveva asserito Einstein, un futuro apparentemente lontano si rivela spesso ben più tangibile del previsto. Nell'ultimo secolo, infatti, la ricerca scientifica ha rivoluzionato completamente la vita umana e continuerà a farlo, muovendosi autonomamente e liberamente. Ed è proprio questo che vorremmo sottolineare. Articolo 21 sostiene la libertà della cultura. Chiunque deve avere diritto di accedere al sapere e niente e nessuno può permettersi di privarcene. Non dobbiamo essere succubi di qualsivoglia forma di oscurantismo, ma si deve sempre ricorrere alla razionalità. Anche e soprattutto per comprendere, ad esempio, quando l'estremismo religioso si tramuta in niente più di un vile pretesto per imporre la propria egemonia sull'uomo tramite un regime fondato sul terrore. Pertanto, forti del grande plauso che Articolo21 ha tra i banchi di questo piccolo liceo, ci proponiamo di promuovere la libera circolazione della cultura. Perché tutto ha inizio qui. Buona lettura. Aurora Carbone e la Redazione di Articolo21 Articolo21 21 A21SCUOLA ELEZIONI DEL NUOVO C.D.I. di AURORA CARBONE Il 17 novembre scorso si è tenuta finalmente la prima assemblea degli studenti del nuovo A.S. 2015/2016, volta a presentare i neocandidati al ruolo di rappresentanti d’Istituto. Durante la giornata i candidati hanno discusso dell’effettiva attuabilità dei punti proposti da alcune liste ed hanno risposto alle domande che gli studenti hanno posto loro. A distanza di pochi giorni, alle 17:28 del 23 novembre sono stati resi pubblici i risultati dello spoglio delle schede: LISTA 1: 50 VOTI LISTA 5: 151 VOTI PERULLI MARCO: 31 ABATE RICCARDO: 51 VOTI VOTI LISTA 2: 95 VOTI LISTA 6: 31 VOTI IVAN CLAUDIU GA- CARACCIOLO MARIO: BRIEL: 50 VOTI 8 VOTI LISTA 3: 42 VOTI LISTA 7: 37 VOTI PETRAS ANGELIKA: GIUDICE LORENZO: 9 18 VOTI VOTI LISTA 4: 103 VOTI SECLI VOTI Tra le tematiche che sono emerse si ricordino: la gestione trasparente del fondo studentesco e l’eventuale istituzione della figura del “tesoriere”, con l’espressione di dubbi, da parte di alcuni, sulla veridicità del saldo finale; la posticipazione dell’orario d’inizio delle assemblee; i possibili metodi con cui conseguire una partecipazione più attiva ai collettivi studenteschi; l’istituzione della settimana dello studente; l’organizzazione di assemblee con frequenza di corsi autogestiti; la risoluzione dei problemi relativi all’edilizia scolastica; la partecipazione alle manifestazioni studentesche e la giustificazione o meno di tali assenze; la possibilità di introdurre un sistema di giustificazioni e autorizzazioni online connesso alla piattaforma Nuvola; la maggior circolazione di informazioni in merito alle attività offerte dalla scuola tra centrale e succursale. FILIPPO: LISTA 8: 155 VOTI 42 BRUNO VOTI CARLO: 57 I seggi, pertanto, sono stati assegnati rispettivamente ai capilista Carlo Bruno, Riccardo Abate, Filippo Secli e Claudiu G. Ivan. Cos’avranno da dire in merito i nuovi rappresentanti d’Istituto? Riccardo Abate Cos'hai provato quando hai saputo di essere stato eletto rappresentante d'Istituto? Sono stato soddisfatto, anche perché pensavo che questa volta non fosse aria, dato che tutte le persone che mi avevano appoggiato nel corso degli anni sono uscite (essendo stato bocciato quest'anno). Nella lista non eravamo molto ottimisti, soprattutto Tretola, che diceva che non avremmo preso neppure un seggio, per cui sono stato felice alla fine di aver ottenuto questo posto. Abbiamo fatto una buona propaganda e sono soddisfatto del risultato. 5 Articolo21 21 È stato come essere stato eletto di nuovo per la prima volta, oppure la cosa ti ha toccato diversamente? No, l'emozione è stata un po' di meno, proprio perché è già la seconda volta e non è più una cosa nuova. Comunque sono emozionato e soddisfatto, ma meno rispetto all'anno scorso. Qual è il primo punto del programma della tua lista che vorresti attuare? Quale, invece, quello che preferisci? Rispondo a tutte e due le domande con un solo punto: il collettivo informativo, che è quello che più mi piacerebbe attuare ed anche il più attuabile, perché abbiamo già chiesto la possibilità di utilizzare un’aula al professor Vicinanza presso l’associazione Aristos. Quindi ci organizzeremo con gli altri rappresentanti: dobbiamo solo incontrarci, definire un po' il tutto, decidere di cosa parlare e poi iniziare a riferire alle classi dell'avvio del collettivo. Ci sono punti proposti dalle altre liste che hai ritenuto difficilmente realizzabili o che, invece, ti sono sembrati interessanti e potresti pensare di attuare? La settimana dello studente di Secli. Ne abbiamo parlato anche in Consiglio d'Istituto, dove però ci è stato detto che bisogna fare una richiesta scritta che dovrà passare per il Consiglio dei Docenti. È una proposta interessante, considerando che l'attuale settimana di recupero non è molto utile e non è attuata da tutti i professori; quindi sostituire la pausa didattica con una settimana che sia davvero degli studenti è una cosa importante a mio parere. Per quanto riguarda i punti irrealizzabili ce n'erano molti, senza fare nomi. Cos'hai provato quando hai saputo di essere stato eletto rappresentante d'Istituto? Quando sono stato eletto sono stato sicuramente molto felice e molto contento, ma anche molto sorpreso. Sorpreso in quanto ho avuto tanti voti e non me lo sarei aspettato. Tantomeno di arrivare "primo", per cui sono felice della responsabilità che ho in questo momento come rappresentante d'Istituto. Qual è il primo punto del programma della tua lista che vorresti attuare? Quale, invece, quello che preferisci? Come primo punto direi il rifinanziamento del fondo studentesco, necessario affinché si possa migliorare la scuola, per cui ritengo lo si debba attuare con impegno. Il secondo a cui tengo di più direi che è quello riguardante l'introduzione di un sondaggio diretto per decidere gli argomenti da trattare alle assemblee, in modo che, essendo stati scelti dagli alunni, ci sia un interesse generale. Mi sembra sia il punto più interessante, anche se magari difficile da realizzare, utile alla sensibilizzazione degli studenti a partire dalle classi prime e seconde, in modo che tutti possano essere più attivi nel futuro della nostra scuola. Ci sono punti proposti dalle altre liste che hai ritenuto difficilmente realizzabili o che, invece, ti sono sembrati interessanti e potresti pensare di attuare? L'idea di istituire la settimana dello studente proposta da Filippo Secli è molto originale, in sostituzione della pausa didattica che non sempre viene svolta in modo appropriato, per cui cercheremo tutti insieme di portare avanti questo progetto. Pensi che ci sarà una buona collaborazione tra i nuovi rappresentanti d'Istituto, o prevedi qualche discussione in arrivo? Pensi che ci sarà una buona collaborazione tra i nuovi rappresentanti d'Istituto, o prevedi qualche discussione in arrivo? Sì, sì. Già li conoscevo da prima e so come lavorano gli altri, quindi penso ci sarà una buona collaborazione non essendoci attriti tra di noi. Assolutamente sì, dato che già ci conoscevamo e, grazie all'elezione, abbiamo avuto modo di conoscerci ulteriormente bene, per cui sarà sicuramente un lavoro fatto in sinergia, decisamente più efficace di un lavoro svolto individualmente. Pensi che riuscirai a soddisfare le aspettative degli studenti dell'Aristotele? Sì. 6 Carlo Bruno Pensi che riuscirai a soddisfare le aspettative degli studenti dell'Aristotele? Articolo21 21 Sì, penso che insieme agli altri sarò assolutamente in grado di soddisfare gli studenti, sperando anche che saranno loro stessi a darci una mano o fare qualche proposta. Noi ci metteremo il massimo e ci impegneremo per fare in modo che questa scuola possa migliorare. Claudiu Ivan Cos'hai provato quando hai saputo di essere stato eletto rappresentante d'Istituto? Soddisfazione, sicuramente, perché lavorare per più di un mese per comporre la lista, cercare le persone adatte, stilare dei punti fattibili e utili per migliorare la scuola, organizzare un discorso, ecc. ha richiesto del tempo, che è stato ripagato nel momento in cui, se 95 persone hanno votato la mia lista vuol dire che siamo stati convincenti e che hanno apprezzato il lavoro fatto per interesse della scuola. Qual è il primo punto del programma della tua lista che vorresti attuare? Quale, invece, quello che preferisci? Il primo che vorrei attuare, perché già in atto, è quello del giornalino. Continuare quindi il lavoro che si è fatto l'anno scorso e cercare di abbassarne il prezzo (forse già da questo numero che state leggendo). Quello che vorrei fosse fatto prima, invece, sarebbe l'avvio di qualche attività pomeridiana nell'aula che ci è stata concessa già dall'anno scorso. Questo punto è anche ciò che ritengo più importante, perché ho notato già dall'anno scorso che, a partire da quando sono entrato in questa scuola, l'interesse degli studenti verso il liceo è calato, dal mio punto di vista. Quindi, cercare di creare qualche attività che possa coinvolgere gli studenti, come un cineforum o un collettivo studentesco (che credo sia ancora più importante), penso sia una buona idea per cercare di aumentare l'interesse dei giovani nella realtà quotidiana poiché, purtroppo, sta calando ed è un peccato. condo me, era la proposta delle giustificazioni online. Non so quanto sia realmente attuabile perché non ho parlato con chi aveva formulato il punto, quindi non so come funziona, ma penso possa essere una cosa interessante. Ci possono essere poi molti punti inattuabili, non perché non si vogliano fare, ma perché esulano dalle competenze dei rappresentanti d'Istituto. Pensi che ci sarà una buona collaborazione tra i nuovi rappresentanti d'Istituto, o prevedi qualche discussione in arrivo? Io sono un pacifista e sono sempre per la diplomazia, quindi penso il dialogo sia la cosa più importante, così anche tra noi rappresentanti degli studenti. Penso che su questo sia difficile che ci si possa scontrare perché alla fine, pur proponendo tutti punti diversi, vogliamo tutti il bene della scuola. Quindi credo, o almeno spero, che non si sia candidato nessuno per “interessi personali”. Per quanto riguarda la collaborazione, penso sicuramente che si lavorerà tutti insieme e anche tra i rappresentanti degli studenti, con cui ci siamo visti e confrontati, per cui su questo non ci sarà problema. Pensi che riuscirai a soddisfare le aspettative degli studenti dell'Aristotele? Non lo so. Intendo dire che non è tanto il pensare di poterlo fare, quanto il provare a farlo. Finché c'è la volontà di fare qualcosa, di dimostrare che ciò che si tenta di fare lo si tenta realmente e non sono solo parole buttate al vento, penso che già si sia raggiunto un obiettivo importante. Perciò posso dire che spero di riuscire a farlo e che io il mio impegno ce lo metterò. Poi non credo che nessuna lista in tutta la storia di questo liceo sia mai riuscita a realizzare tutti i punti, ma ci sono state liste che si sono impegnate e che hanno realizzato gran parte dei punti che si proponevano. Infine, ripeto, se c'è l'interesse e l'appoggio degli studenti, tutto è più facile. Ci sono punti proposti dalle altre liste che hai ritenuto difficilmente realizzabili o che, invece, ti sono sembrati interessanti e potresti pensare di attuare? Filippo Secli Sicuramente in tutte le liste ci sono stati punti interessanti, anche perché poi i punti sono abbastanza condivisi, sono molto simili tra di loro. Uno particolarmente interessante, se- È una bella sensazione perché, avendo ricevuto parecchi voti, pensi che tutte queste persone credono in te e ritengono che tu sia una Cos'hai provato quando hai saputo di essere stato eletto rappresentante d'Istituto? 7 Articolo21 21 persona seria, apprezzano il programma che hai fatto e l'impegno prestato. È stato molto diverso rispetto a quando sei stato eletto in sostituzione dell'ex rappresentante Gabrielli l'anno precedente? Sì, certo. È stato molto diverso rispetto all'anno scorso, quando sono diventato quasi "per sbaglio" rappresentante d'Istituto: ero l'ottavo candidato della lista di cui facevo parte ed il mio compito durante la propaganda era quello di attaccare i volantini e parlare dei tornei e delle feste. Quindi ho fatto un "salto di qualità", perché passare dall'essere ottavo componente di una lista a vincere le elezioni come capolista è stata un'occasione di crescita. Perciò è una sensazione diversa. L’anno scorso ho accettato l’incarico per fare un'esperienza che poteva rivelarsi interessante e che infatti lo è stata. Dunque, quei due/tre mesi trascorsi come rappresentante mi hanno fatto pensare e mi hanno fatto arrivare all'idea di voler creare una lista, che, fortunatamente, ha vinto. Qual è il primo punto del programma della tua lista che vorresti attuare? Quale, invece, quello che preferisci? Il primo è sicuramente la settimana dello studente, perché era il punto forte della mia lista e già prima di candidarci avevo parlato con diversi professori e con il preside, che mi avevano confermato che si potesse fare. Certo, bisogna stilare un programma ed è molto difficile da organizzare, perché dobbiamo sincronizzare e variare tutti gli orari dei professori. Quindi ci vorrà un po' di tempo, ma si dovrebbe riuscire a fare, avendola proposta anche venerdì 27 al primo Consiglio d'Istituto. I rappresentanti dei genitori, inoltre, si sono mostrati contenti, perché l'idea è innovativa e interessante. Il punto che preferisco è ugualmente la settimana dello studente, essendo anche quello cui abbiamo dedicato più tempo. Per quanto riguarda altre proposte attuabili velocemente, c'è il punto delle assemblee, perché non serve molto tempo per accordarsi con qualcuno e coinvolgere più persone. Ci sono punti proposti dalle altre liste che hai ritenuto difficilmente realizzabili o che, invece, ti sono sembrati interessanti e potresti pensare di attuare? 68 Premetto che non ho sentito la propaganda di nessuna lista, per cui non ho molto ben chiari i vari punti, ma li ho sentiti solo all'assemblea. Per quanto riguarda punti difficilmente realizzabili, alla fine ogni anno ce ne sono alcuni di davvero impossibili, come la piscina sul tetto (no, va be', quest'anno non l'ha proposta nessuno). Alcuni, ad esempio, sono quei punti che riguardano l'edilizia scolastica (senza fare nomi, naturalmente) o la possibilità di modificare l'orario delle lezioni, che penso tutti si siano realmente accorti essere praticamente irrealizzabili. Punti interessanti non ne ho visti molti, anche perché ogni anno si ripetono, per la maggior parte. Quello proposto da Carlo riguardo la giustificazione online può essere interessante e innovativo, ma bisogna sempre vedere se sia realizzabile. Pensi che ci sarà una buona collaborazione tra i nuovi rappresentanti d'Istituto, o prevedi qualche discussione in arrivo? Sì, la collaborazione tra i rappresentanti sarà necessaria. Se ci si mettesse a discutere anche tra rappresentanti penso che saremmo alla frutta. Nei consigli dovremo necessariamente collaborare per difendere gli studenti, se si presenterà motivo, oppure criticare le scelte dei professori o del preside e per decidere ciò che è meglio per la scuola. Quindi, semmai, le discussioni ci saranno tra noi ed i docenti o i genitori, ma tra noi rappresentanti penso proprio di no. Poi li ho appena conosciuti, ma speriamo non ci siano problemi simili. Pensi che riuscirai a soddisfare le aspettative degli studenti dell'Aristotele? Speriamo di sì. Per quanto riguarda la lista dei punti mi sto impegnando anche con gli altri rappresentanti per fare questa settimana dello studente e le altre proposte non sono difficili da realizzare. Comunque speriamo di sì, di svolgere un bel lavoro e collaborare bene con gli altri rappresentanti. Articolo21 21 A21SCUOLA CULTURA: SOLD OUT di CLAUDIU IVAN Una serie di spogli e tristi stand, lungo un corridoio di un affollatissimo centro commerciale. Gente che si affaccia, fa qualche domanda, chiede informazioni. È più o meno questa la situazione in cui i licei e gli istituti tecnici dell’EUR si sono ritrovati, il mese scorso. Un’orribile e allo stesso tempo svilente mercato della cultura: un luogo in cui celebrare il trionfo del mondo del commercio e del marketing, sulla realtà della scuola. Un modo per dimostrare, una volta per tutte, inconfutabilmente, ciò a cui sta andando in contro la realtà della conoscenza, la realtà del sapere. Come si può mettere in vendita la cultura? Come si può dimostrare il livello di preparazione di un corpo docenti, con degli stupidi grafici stampati su un foglio di carta? Come può la scuola scendere al livello di un qualsiasi banale oggetto, prodotto in serie, e sbattuto su qualche volantino lasciato sulle panchine di un parco? La situazione purtroppo è oggettivamente spaventosa. Essa è la diretta conseguenza del modo in cui si sta trasformando l’approccio alla cultura, nonché la perfetta rappresentazione dell’interesse che la società di oggi dimostra nei confronti di essa. Le scuole sono diventate negozi in cui, con i numeri, si dimostra la preparazione dei docenti, e si propone una realtà in cui il più appariscente e, per certi versi, conveniente vince sull’altro. Non dovrebbe andare così. La cultura dovrebbe essere la protagonista di teatri, musei, biblioteche o comunque di luoghi in cui essa ricopre un ruolo di primo piano. Luoghi in cui il pensiero è al centro di tutto, in cui la conoscenza regna sovrana, non di certo il centro commerciale Euroma2. Bisogna ricordare che l’istruzione ricopre un ruolo di primo piano nella formazione di tutte le cittadine e di tutti i cittadini, nonché nella creazione della società del futuro, che, si spera, possa essere sempre un passo avanti a quella del passato. Solo con il potenziamento dell’istituzione scolastica e con importanti investimenti in essa si può diminuire l’indifferenza nei confronti del mondo, da parte di tutta la fetta più giovane della popolazione. L’apatia e l’ignoranza, infatti, sono purtroppo – duole ammetterlo – due dei problemi che più affliggono gli studenti. La mancanza di voglia e la mancanza d’interesse, in qualsiasi ambito culturale, ne sono i sintomi più evidenti. Ormai è diventato difficile vedere dei ragazzi che preferiscono una mostra d’arte ad un pomeriggio di shopping. Non esistono più le passioni per il teatro, la voglia di andare a sentire una conferenza, la forza per manifestare per dei veri ideali. Si incontrano, piuttosto, sempre più spesso greggi di involucri senz’anima. Capelli laccati, pantaloni stretti, giacche alla moda: sono loro i veri padroni del nostro cervello, i migliori amici del nostro portafogli. E allora forse è giusto così. Forse siamo proprio noi quelli che vogliono che sia così. Se non comprendiamo il valore di tutto questo, se non riusciamo a capirne il significato, vuol dire che anche noi siamo complici di tutto ciò. Nel momento in cui accettiamo che il consumismo catturi nella sua strettissima rete anche la storia, la letteratura, l’arte, non possiamo più lamentarci. Sembrerà poco, ma anche soltanto il fatto che questa fantomatica “mostra” delle scuole si sia tenuta in un luogo in cui regna il commercio, è segno di qualcosa che sta cambiando… e non in meglio. 9 Articolo21 21 A21ATTUALITÀ&POLITICA LA PAURA NON CI SCONFIGGERÀ di SILVIA CASCEGNA Cos’è davvero la paura? Uno stato mentale? Un pensiero? Uno sguardo? Come possiamo definire la paura? La paura è una sensazione, una sensazione di forte inquietudine e preoccupazione per qualcosa, ma il dizionario sbaglia dicendo che il contrario di paura è coraggio. Una persona coraggiosa è una persona forte, moralmente e a volte anche fisicamente, in grado di affrontare le situazioni che le si presentano davanti, in grado di dominare le proprie paure, ma non di farle scomparire ed è giusto così, perché avere paura è importantissimo. La paura ci fa capire in quali momenti essere più cauti, in quali situazioni essere più attenti ed è una cosa fondamentale per la sopravvivenza, ma non per questo si deve diventare schiavi della paura stessa. Ormai vediamo con timore la metro, il Colosseo, San Pietro, Euroma2 e tutti i luoghi affollati o ai quali associamo una parte della nostra cultura, perché così come sono importanti per noi, possono essere importanti per loro, per i terroristi. La parola terrorismo deriva dal latino “terror, terroris, terrore” e, di conseguenza, dal francese “terrorisme”. Significa quindi portare, diffondere terrore. Il terrore è una sensazione ancora più intensa della paura, che blocca qualsiasi capacità di reazione o porta ad atti disperati. E questo terrore non è rimasto in Francia, a Parigi, ma si è diffuso, sino ad arrivare a Londra, a Roma. 10 Circolano sempre più messaggi in cui i terroristi affermano che arriveranno anche qui, nella nostra città, forse proprio a causa del Giubileo, ma quando? L’otto dicembre? E se invece avvenisse fra sei mesi? Dobbiamo davvero farci bloccare dalla paura? Stare sempre in allerta, nella sfiancante attesa che avvenga qualcosa? Forse con il passare del tempo la nostra preoccupazione andrà scemando e riporremo quell’attentato a Parigi, così vicino a noi, in un angolo della nostra mente a impolverarsi. Non ci penseremo più prima di addormentarci, i telegiornali non lo nomineranno più, se non per qualche strana ricorrenza. Forse solo allora agiranno, quando non ci penseremo quasi più, quando non ci saranno più falsi allarmi bomba, quando l’avremo quasi dimenticato. E cosa ne avremo fatto di quelle settimane passate chiusi in casa a tormentarci? Che senso avranno avuto i nostri “no” ad una visita a San Pietro? Avremo semplicemente sprecato giorni che non torneranno mai più, giorni in cui avremmo potuto divertirci, sorridere e magari anche soffrire. Ci saremo persi emozioni che forse non potremo più provare, perché eravamo letteralmente distrutti dall’ansia, dalla paura. Ci hanno sempre detto che l’uomo è diverso da tutti gli altri animali perché è in grado di ragionare, di controllarsi, di non cedere ai propri istinti. E se provare timore è parte dell’uomo stesso, dovremmo cercare di dominare le nostre paure e non di farci dominare da esse, dovremmo cercare di non cedere all’istinto di chiuderci in casa, di evitare di affrontare i nostri problemi e le nostre preoccupazioni, ma uscire e passarvi davanti a testa alta, con un sorriso. “Il coraggio è la capacità di resistere alla paura, di dominare la paura: non è l’assenza di paura.” – Mark Twain Articolo21 21 A21ATTUALITÀ&POLITICA UNA FINESTRA SUL FUTURO di MICHAEL SCHIEBLER C'è chi ipotizzava anni fa una società libera dal lavoro, dove tutti sarebbero stati liberi di fare ciò che volevano senza doversi preoccupare di sopravvivere. Ognuno può pensare che un mondo così sarebbe un inferno o un paradiso, ma comunque ci fa pensare quanto la maniera in cui lavoriamo e produciamo abbia un impatto enorme su di noi. Questa, si sa, è l'era del progresso veloce e senza freni, ma la domanda è: dove ci porterà? Molti dei lavori che oggi svolgiamo sono pronti per essere automatizzati, è questione di tempo e di investimenti. Ci sarà da aspettare, ma il tempo per farlo non ci manca. In un futuro dove non ci sarà molto da fare la noia sarà un problema importante. Forse semplicemente non siamo fatti per vivere senza aver bisogno di riuscire a sopravvivere, ma questa può essere anche una cosa positiva: può incoraggiare ognuno a trovare qualcosa da fare, ci può rendere più creativi e portarci a sperimentare sempre di più. Poi c'è da sperare che i nostri lavori diventeranno meno ripetitivi (perché quelli saranno i più facili da sostituire con una macchina). Lasciando stare le previsioni, guardiamo al passato, all'ultima volta in cui il progresso è stato talmente rapido da risultare quasi minaccioso: le due rivoluzioni industriali. In effetti la storia si ripete e l'ultima volta che ci siamo trovati in una situazione come quella attuale non abbiamo fatto altro che espanderci: nuove colonie, nuovi posti da colonizzare e popolare e con cui commerciare. Qualche fan dei romanzi di fantascienza non esite- rebbe a dirmi che nei prossimi anni ci espanderemo sulla Luna e su Marte, ma sinceramente io non ci spererei, anche se, in effetti, sulla Terra è finito lo spazio da colonizzare (e non sembra che l'ecosistema sia in grado di reggere davanti a un altro aumento di produzione e popolazione); quindi ci troviamo in una situazione non proprio confortante, che ci spingerà a cambiare sostanzialmente il nostro stile di vita. Un modo più ottimista di immaginare il nostro futuro, è quello in cui tutto sia costruito dalle macchine, senza che a nessuno manchi il lavoro: tutti avrebbero una maniera per sostenersi, perché con i lavori che diventavano sempre più rari e specializzati saremmo costretti a inventarci qualcosa per sostenere metà della popolazione. Gli oggetti della vita quotidiana sarebbero prodotti dalle macchine e, ormai, chi vorrebbe qualcosa di ben fatto si rivolgerebbe ad artigiani specializzati. In qualche maniera saremmo riusciti a trovare un equilibrio tra popolazione e risorse (tra questo elenco di cose che sembrano uscite da un libro di fantascienza, questa è forse quella da cui siamo più lontani) e, in questo futuro ipotetico, guarderemmo indietro al passato ridendo delle paure che un tempo avevamo quando guardavamo al domani. 11 Articolo21 21 A21ATTUALITÀ&POLITICA C’ERA UNA VOLTA L’UCRAINA di MARCO PERULLI La guerra civile in Ucraina continua con alti e bassi, anche dopo il “cessate il fuoco” del 15 febbraio. Dall'inizio della guerra l'Ucraina ha perso tre province: la Crimea, che è ora annessa alla Russia; Donetsk, divenuta una repubblica autonoma; Lugansk, anche questa una repubblica autonoma. Malgrado ci siano ancora focolai di guerra in alcune zone, la vita in molte parti di Donetsk e Lugansk è tornata alla normalità: vengono dati stipendi e pensioni, le madri vanno a fare le compere, i figli escono, vengono sistemate e pulite le aiuole. In poche parole si è tornati alla vita di tutti i giorni, anche se non priva della consapevolezza che la guerra non è finita. Le scuole, come la nostra, a settembre sono state riaperte, con la differenza che, se prima il russo era una lingua parlata, mentre l'ucraino veniva studiato, ora tra i banchi di scuola passano i libri provenienti dalla Russia. Sono stati creati governi, ministeri e strutture amministrative, inoltre è stato adottato il rublo come moneta ufficiale. Vengono arruolati nuovi volontari, assegnati i gradi e fatte vere e proprie parate, in cui i bambini salgono sui mezzi corazzati e la gente festeggia. Ormai non si potrebbe parlare neanche più di miliziani, ma di soldati e ufficiali, inquadrati in reparti, che costituiscono l'esercito di queste due Repubbliche autoproclamate. Ultimamente si è tornati a sentire qualche notizia sull'Ucraina anche in televisione. Queste notizie riguardano il transito del gas che, infatti, è stato bloccato dalla Russia, la quale afferma che l'Ucraina non avrebbe pagato il dovuto. C'è da dire che pochi giorni prima di questo avvenimento in Ucraina sono crollati i pali dell'alta tensione che portano l'elettricità in Crimea (essendo caduti a causa di un'esplo- 12 sione, si pensa ad un sabotaggio) ed il presidente ucraino, Porosenko, ha deciso di non inviare più alcun tipo di rifornimento alla Crimea. Ora che comincia l'inverno, in Ucraina - prevalentemente nei centri urbani - il gas sarà molto importante per il riscaldamento, poiché si tratta di un paese dell'est, dove durante l'inverno può essere molto difficile uscire di casa per l'altezza della neve; dove le case, in campagna, hanno più di una porta per mantenere il calore e tra le due porte si può formare facilmente il ghiaccio. Per evitare questa situazione umanamente spiacevole dovuta alla mancanza di gas, l'U.E. questo settembre aveva fatto da mediatore per un trattato che sanciva il rifornimento di gas all'Ucraina, anche attraverso un prestito di 300 milioni di dollari stanziato per la nazione dalla Banca Centrale Europea. Senza il gas, è probabile che gli abitanti dell'Ucraina soffriranno molto e che quest'inverno, malgrado il freddo, si riaccenderanno violentemente i focolai di guerra. È difficile che questo conflitto possa protrarsi per più di altri due anni, e la Russia e l'Ucraina, in un futuro non troppo lontano, probabilmente ritorneranno ad essere alleate, rinnovando il vincolo che le ha - quasi - sempre legate. Articolo21 21 A21ATTUALITÀ&POLITICA BLACKOUT di SERENA MALERBA L’uomo vive, ormai dalla seconda rivoluzione industriale, in una società basata e retta interamente dall’elettricità e dal suo smisurato potere. La nostra economia e vita quotidiana sono state rese schiave dalla potenza elettrica e ciò, negativo o positivo che sia, è un fatto non più in dubbio. Non è necessario trovarsi a chilometri di distanza per telefonarsi: nella maggior parte dei casi l’utilizzo delle telecomunicazioni è diventato uno svago. I libri e le enciclopedie sono stati sorpassati: il nuovo mezzo di ricerca di informazioni è internet, più veloce, economico e completo. Il lavoro, i mezzi di trasporto, le nostre abitudini: tutto, in sintesi, è stato convertito, adattato o creato dopo la scoperta dell’energia elettrica. Possiamo quindi affermare che l’uomo sia cambiato con l’avvenire della corrente elettrica: la sua quotidianità è cambiata e non è più abituato a vivere, come un tempo, senza di essa. Immaginiamo però di trovarci di fronte ad una situazione di mancanza della fornitura di energia elettrica per una durata temporale significativa: cosa comporterebbe un blackout ai giorni d’oggi, in questa società altamente vulnerabile? Le nazioni più industrializzate non sono pratiche neppure nell’affrontare rapidi blackout, che comportano infatti inconvenienti all’elettronica, alla produzione industriale ed alla vita di tutti i giorni come la mancanza di luce artificiale o l’inefficienza del frigo. Ma se il blackout di pochi minuti continua a durare per ore, gli inconvenienti fastidiosi, ma di poca importanza, si trasformano in problemi seri: le comunicazioni e i trasporti iniziano ad essere ostacolati; il riscaldamento e i rifornimenti d’acqua si arrestano; la polizia e l’ambulanza non possono essere contattate a causa del guasto alle telecomunicazioni; e poi gli ospedali, i supermercati, il bancomat rimarrebbero inattivi o funzionanti solo fino all’esaurimento dei generatori elettrici di emergenza. Detto ciò, saremmo davvero capaci di adattarci ad una così catastrofica situazione per svariati giorni o settimane? Modo migliore per rispondere non c’è se non quello di analizzare circostanze passate. Nel febbraio 1998 la capitale della nuova Zelanda affrontò un blackout di 4-5 settimane causato da un guasto tecnico e un mal funzionamento della linea. Il commercio scese del 90%, molte aziende fallirono, altre si trasferirono in periferia, lontano dalla città sprofondata nelle tenebre dove nessuno più si avventurava per paura del crimine. I cittadini dovettero inoltre far fronte alle temperature calanti ed all’avvento dell’inverno senza alcun riscaldamento. Ricordiamo anche il blackout di più breve durata che interessò gran parte degli Stati Uniti d’America e la regione centrale del Canada nell’agosto 2003. Guasti alle apparecchiature dovuti ad una mancata manutenzione lasciarono senza corrente elettrica 50.000 esseri umani per quattro giorni e determinarono una perdita economica sostanziale (tra i 4,5 milioni e gli 8,2 milioni in dollari). 13 Articolo21 21 Siamo scesi nei particolari a proposito di blackout significativi durati giorni e settimane, ma se volessimo protrarre il periodo interessato, tanto da arrivare a parlare di mesi o anni in assenza di corrente elettrica, non avremmo fatti storici sui quali basarci. È vero che, sin dalla comparsa dell’elettronica nella vita dell’uomo, non abbiamo testimonianze di mancanze di elettricità così prolungate. Le condizioni, però, esistono e potrebbero verificarsi. Un blackout di questo tipo avrebbe l’effetto di riportare il mondo ad un tempo remoto, dimenticato dal genere umano. Un simile blackout potrebbe essere causato da comportamenti umani, come ad esempio il surriscaldamento globale, tema attualissimo. Questo comporterebbe un cambiamento climatico disastroso per i ghiacciai e le nevi che, andandosi a sciogliere e dando luogo a tempeste di neve, ghiaccio o alluvioni frequenti, danneggerebbero in maniera notevole le reti, come pure ondate di calore apporterebbero danni alle centrali elettriche e la produzione di energia si interromperebbe. L’uomo però è in grado di evitare tutto ciò e, soprattutto, di prevederlo. Ci sono invece alcuni fenomeni troppo grandi e lontani da poter controllare. Attacchi terroristici o informatici sono situazioni molto poco prevedibili e, se mirate ad arrestare o distruggere componenti essenziali, arrecherebbero ingenti danni all’alimentazione energetica. Spostiamoci però al di fuori della Terra, e andiamo ad analizzare qualcosa che l’uomo non potrebbe minimamente influenzare, qualcosa di superiore e indipendente da egli stesso. Il Sole emette costantemente particelle caricate elettricamente dette plasma che vanno a costituire il vento solare. Grandi eruzioni di plasma dalla corona solare creano tempeste solari che destabilizzano il campo magnetico terrestre comportando quindi blackout radio, errori nella navigazione GPS e danni all’elettronica dei satelliti. Tempeste solari più violente, che avvengono generalmente ogni 150 anni, portano a diverse e variegate conseguenze: l’interruzione di corrente non solo 14 su ampia scala, ma anche di lunga durata, in grado pertanto di disabilitare qualsiasi oggetto che si inserisce in una presa a muro, è solo una delle tante. Durante una tempesta di simile intensità, avvenuta nel 1859, ricordata col nome di evento Carrington, le aurore boreali furono avvistate fino a Roma e a Cuba, e la turbolenza geomagnetica fu così intensa che gli operatori della rete telegrafica statunitense raccontarono di aver visto scintille sprigionarsi dai loro strumenti, e alcuni arrivarono perfino a prendere fuoco. La sorpresa e la paura all’epoca raggiunsero livelli altissimi, ma teniamo a mente che l’elettronica allora era limitata al telegrafo. La situazione, oggi, non sarebbe più la stessa, ma considerevolmente peggiore: "In ballo ci sono le tecnologie avanzate che sono alla base di quasi ogni aspetto della nostra vita" (cit. Bogdan dello Space Weather Prediction Center). Tuttavia il problema da considerare è un altro: la nostra mentalità si è adattata, un tempo l’elettricità aveva appena preso piede, era una novità. Oggi è una naturalezza, ci siamo nati e non solo noi, ma i nostri padri, i nostri nonni… Generazioni, concludendo, non sarebbero capaci di sopravvivere. E in futuro? Ci sensibilizzeremo oltre a proposito? Dovremo necessariamente far esperienza di una tale situazione e quindi adattarci? Riusciremo forse ad aggirare il problema e, perciò, mantenere la nostra tranquilla esistenza? “Tentare di prevedere il futuro è come cercare di guidare in una strada di campagna, di notte, senza luci e con lo sguardo fisso allo specchietto retrovisore.” - Peter F. Drucker Articolo21 21 A21SCIENZE&TECNOLOGIE L’HARD DISK SI È SOLIDIFICATO di FRANCESCO MARSELLA Gordon Moore è uno dei fondatori di Intel, il gigante mondiale dei processori per computer. Nel 1965 ipotizzò che le prestazioni dei computer, per via della crescente miniaturizzazione dei transistor, componenti semiconduttori utili ad amplificare segnali elettrici nei chip, sarebbero raddoppiate ogni 24 mesi. La sua previsione si dimostrò valida per gli anni a venire, negli anni '80 venne aggiornata ed il tempo per il raddoppio delle prestazioni portato a 18 mesi. La durata di questa previsione che vale ormai da più di quarant'anni ha fatto diventare legge informatica una semplice osservazione, ovviamente non dimostrabile scientificamente, dato che si tratta di una previsione empirica. In tutti questi anni, molte volte è stata prevista la fine della validità di questa legge a causa di limitazioni fisiche dei semiconduttori, tuttavia ogni volta sono state trovate nuove soluzioni tecniche che hanno permesso di aumentare drasticamente non solo le prestazioni dei processori, ma anche le altre componenti di un elaboratore elettronico: capacità di memorizzazione, velocità di trasferimento dati, canali di comunicazione, elaborazione grafica. Uno di questi componenti, però, ha avuto una crescita decisamente inferiore a tutti gli altri: si parla degli hard disk, l'unico componente meccanico presente in un computer (assieme al cd/dvd-rom reader). L'hard disk o disco fisso ha un principio di funzionamento meccanico, non elettronico, simile a un giradischi o ad un mangianastri. Le informazioni sono memorizzate tramite magnetismo su un disco di metallo esattamente come faceva il mangianastri sul nastro della musicassetta, e si può accedere ai dati tramite una testina magnetica che si muove sulla superficie del disco, esattamente come faceva la puntina sui vecchi dischi in vinile. In un hard disk ci possono essere generalmente da 1 a 5 piatti di metallo sovrapposti, ognuno con la sua testina. La tecnologia delle testine magnetiche si è molto evoluta negli anni e ha permesso di realizzare celle di memorizzazione sui piatti molto piccole, consentendo così la creazione di apparecchi del calibro dei più capienti dischi fissi in commercio che permettono di memorizzare fino a 3 TeraByte (3 mila miliardi di byte). La capacità di memorizzazione è notevole, non altrettanto però la velocità di lettura di questi dati, poiché essi sono memorizzati esattamente come su un disco di vinile in una lunghissima spirale di celle una dopo l'altra e la testina magnetica per leggere deve passare sopra ciascuna di esse. In realtà, non è la testina che si muove sulla spirale (il movimento della testina è limitato solo lungo il raggio del piatto per poter leggere un differente punto della spirale), ma come sul disco in vinile è il piatto che ruota, generalmente a 7200 giri al minuto nei più comuni dischi in commercio. Ciò ha come conseguenza che leggere un intero hard disk è una operazione molto lenta. La copia delle informazioni di un disco dell'ordine dei TeraByte può impiegare anche alcune ore e questo perché un disco ha una velocità di lettura massima dell'ordine di 50/100 MB al secondo. Tuttavia questa velocità è ottenibile solo se i dati da leggere sono consecutivi nella spirale. Se il dato non è consecutivo (la deframmentazione del disco serve per velocizzare questo processo) oppure stiamo leggendo tanti file piccoli che sono sparsi in punti diversi del disco, allora la situazione si fa drammatica. Un altro dato importante è il tempo di accesso, ovvero quanto tempo è necessario prima che possa iniziare a leggere un dato, che è dovuto al tempo che impiega la testina per 15 Articolo21 21 cercare il dato nella spirale. Generalmente è dell'ordine dei 10 millisecondi. Sebbene questo valore possa sembrare molto piccolo, in effetti non lo è, dato che i tempi di reazione del processore si misurano in miliardesimi di secondo. Questo, in effetti, porta a non poter leggere più di qualche decina di file diversi al secondo, la copia di file piccoli ad essere molto lenta ed al blocco del computer quando abbiamo tanti programmi aperti. In quel momento il computer, dato che ha finito la RAM (memoria veloce), deve cercare di liberarla copiando parte dei dati che la occupano sul disco e rallentando il tutto, poiché il processore deve aspettare i tempi molto più lunghi del disco. In questi casi si dice che il computer sta facendo uso della memoria virtuale. Per superare queste limitazioni, si è tentato di portare la memorizzazione da meccanica a elettronica, cercando di memorizzare le informazioni su memorie di semiconduttori generalmente chiamate memorie flash, quelle che vengono utilizzate per le comuni chiavette USB. Negli ultimi anni sono quindi nati una nuova gamma di dispositivi di memorizzazione di massa, gli SSD o Solid State Drive, costituiti da chip elettronici. Sull'Hard Disk Drive sono facilmente visibili il disco e la testina montata su un braccio mobile, mentre l'SSD è indistinguibile da qualsiasi altro componente elettronico, essendo un circuito stampato con dei chip montati sopra. Tra i numerosi vantaggi dei nuovi SSD bisogna menzionare una maggiore resistenza a vibrazioni e cadute, un consumo minore d’energia, assenza di fastidiosi ronzii (poiché non vi sono componenti in movimento), tem- 16 pi di accesso ai dati molto inferiore, velocità di lettura e scrittura maggiori ed insensibilità alla frammentazione dei dati. L’altra faccia della medaglia è che, almeno per il momento, questi risultano molto più costosi e hanno una durata inferiore (ogni cella ha un numero limitato di scritture, come ogni chiave USB, che va da 10 mila ad un milione di volte, che comunque garantisce molti anni di utilizzo). Attualmente sul mercato ci sono SSD che hanno una capienza che va da 20/30 GB a circa 1 TB (i prezzi di questi ultimi superano i 1.000 euro e non sono certo per tutte le tasche) mentre le velocità di lettura/scrittura massime vanno da un minimo di 200/150 megabyte al secondo ad un massimo di 1.500 megabyte al secondo. Quanto al numero massimo di IOPS degli HDD, siamo ad una ventina di operazioni di lettura/scritture diverse al secondo mentre per gli SSD questo valore va dai 20.000 ai 50.000. Queste caratteristiche rendono vantaggioso l'acquisto di un SSD, malgrado il maggiore costo. L'uso della memoria virtuale e della maggiore velocità di accesso ai file ne fanno il candidato ideale per essere il disco dove memorizzare il sistema operativo. La configurazione ideale sarebbe un sistema a due drive, un SSD per il sistema operativo ed un disco meccanico di grande capienza per i dati. Un SSD come disco principale incrementa le prestazioni di un computer in maniera evidente, in maniera maggiore di un upgrade di qualsiasi altro componente, in quanto il lavoro non subisce mai interruzioni e blocchi, anche avendo aperte decine di finestre. Tuttavia è consigliabile utilizzare sistemi operativi pari o superiori a Windows 7 poiché mancano delle ottimizzazioni per sfruttare al meglio gli SSD e la disabilitazione della deframmentazione su SSD, dannosa a questi perché farebbe un grosso numero di scritture inutili, andando a diminuire la vita utile delle celle. Articolo21 21 A21SCIENZE&TECNOLOGIE MEMORIE ONLINE A CONFRONTO di SOFIA ARCIERO Quante volte abbiamo ricevuto la notifica “memoria insufficiente”? E quante volte l'abbiamo odiata? Da qualche anno (circa dal 2011) Apple e successivamente Google (2012) hanno appositamente creato un’app basata sul cloud computing. Ovviamente prima di elencare le caratteristiche dei due sistemi leggiamo la definizione di questo “tecnotermine”: “Il cloud computing sono quelle funzioni, quali archiviare/elaborare/recuperare, fatte attraverso un internet browser invece che direttamente attraverso il computer" Wikipedia Dopo aver ampliato, grazie all'enciclopedia online, le nostre competenze lessicali in ambito tecnologico, possiamo finalmente passare all'esposizione del tema principale di questo articolo: i due cloud. Da parte della Apple troviamo l'innovativo iCloud; questo sistema, presentato ufficialmente il 6 giugno 2011, è in realtà un insieme di servizi che comprende tutte le funzioni preinstallate nei dispositivi iOS e la capacità di sincronizzare il dispositivo mobile Apple con altri sistemi operativi quali Microsoft o Linux. Come abbiamo già enunciato prima, la sua funzione primaria è basata sull'ampliamento della memoria interna grazie all'introduzione della memoria online, che garantisce un tot di giga disponibili su questa piattaforma cosicché non vadano ad intasare quelli della memoria interna del telefono stesso. Questi giga sono inoltre condivisibili e soprattutto sincronizzabili su più dispositivi aventi tutti, ovviamente, lo stesso account di accesso. La sua memoria online disponibile e gratuita è di soli 5 GB. Se si necessita di più spazio si può effettuare un upgrade sino a 1 TB acquistandoli in abbonamento. Dall'altra parte troviamo l'avversario della mela: Google, la cui tecnica è quella di ricreare uno stesso sistema per associarlo poi ad Android invece che ad iOS. A differenza di iCloud, Google Drive - nome della creazione di casa Google - è solamente una delle “particelle” del sistema Google+, che comprende però anche la disponibilità di alcuni widget quali documenti, presentazioni, note e tabelle, racchiusi tutti nella stessa app. La sua memoria online è inoltre di 15 GB per ogni utente più un'espansione fino a 30 TB acquistabile attraverso abbonamenti annuali o mensili. Di simile tra i due sistemi troviamo invece la stessa possibilità di sincronizzazione di diversi dispositivi e di collegamento ai software Microsoft o Linux. Nel corso degli anni a seguire il 2012 molte altre aziende hanno promosso questo nuovo modo di organizzazione della memoria quali DropBox, SkyDrive e Mega, per nominare i più conosciuti, che offrono anche loro ottime opportunità in questo settore. Il loro utilizzo si è diffuso in tutto il mondo in pochi anni e la quantità di utenti ha raggiunto cifre esorbitanti, nonostante la loro difficoltà d'uso. I pareri sono contrastanti, ma non si è ancora stabilito quale sia il migliore, data forse la loro somiglianza. Perciò mi rivolgo a voi per stabilire una nostra decisione comune: qual è secondo voi, per esperienza, la funzione migliore? 17 Articolo21 21 18 Articolo21 21 A21CINEMA THE LOBSTER di ELISA CARFORA Chiarisco subito, a tutti coloro a cui fosse sorto il dubbio, che il termine The lobster significa “aragosta” e che certamente si capisce la ragione per cui il distributore italiano abbia preferito lasciare il titolo originale. posizione, evidente già dal titolo, tra uomo e animale, nel quale vengono trasformati coloro che non riescono a trovare un compagno, situazione volta a creare un certo disagio nello spettatore. Il regista greco Yorgos Lanthimos arriva per la prima volta nel cinema in lingua inglese con un film originale, per nulla scontato, che colpisce lo spettatore con situazioni particolari. Lo scaltro regista viene definito da diversi critici “il rappresentante esemplare di quegli autori internazionali che mescolano temi e suggestioni con la disinvoltura di un barman, che cercano un’originalità che possa intrigare, attirare, piacere, che danno più mani di vernice a vecchie storie”. Uno dei punti di forza del film è sicuramente l'intelligente regia di Lanthimos, inquietante, ma al tempo stesso fatta di numerosi momenti divertenti, che spinge a riflettere su quella che è una realtà del nostro tempo, estremizzandola al massimo. Il film è pervaso da una sottile e spietata violenza, esercitata da una dominanza repressiva che si accanisce non solo sui corpi, ma soprattutto sulla sfera delicata dei desideri e dei sentimenti dei personaggi, che innesca un inevitabile cinismo nelle relazioni biunivoche. Coloro che non si dimostrano inclini ad adattarsi e sottomettersi a questo potere, non accettando di considerare l’amore come una “legge” da imporre, vengono emarginati e puniti crudelmente. Nella distorta rappresentazione di un futuro improbabile che però sembra così paradossalmente prossimo, un Colin Farrell, credibile e sorprendente in un ruolo per lui inedito, veste i panni di David, un uomo alla ricerca di una compagna per costrizione della stessa società in cui vive. Uomini e donne, infatti, che abbiano superato i quaranta anni e non siano ancora sposati vengono rinchiusi in un hotel-lager, che ricorda a tutti gli effetti un manicomio. A ogni ospite all’interno della struttura è concesso tempo 45 giorni per trovare l’anima gemella e redimersi da un’ostinata solitudine. Allo scadere di questo periodo, coloro che non saranno riusciti nell’intento verranno trasformati in un animale a loro scelta; l’aragosta del titolo, infatti, è la preferenza formulata dal protagonista. Dall'opera traspare un evidente e forte contrasto tra quella che è la rappresentazione della società, che appare fredda, rigida e meccanica e, invece, la ricerca del protagonista della passione e della spontaneità. Contraddizione che viene enfatizzata dall'op- In una recente intervista Lanthimos afferma che The lobster è nato da sue personali riflessioni sulla vita, l’amore, la possibilità di essere felici, i rapporti tra le persone, e che il suo intento era quello di lasciare al pubblico la libertà di attribuire i significati più svariati, ribadendo che alla base della storia c’è la sua insofferenza per una società dominata da regole sempre più ossessive. Un film cui è difficile affibbiare un’etichetta: così stralunato e ricco di simbolismi, risulta volutamente complicato in una trama surreale, che si ripropone non tanto di dar risposte sul sentimentalismo umano, bensì di denunciare, attraverso una metafora dei tempi moderni, ciò che l’amore non è. 19 Articolo21 21 A21CINEMA FANTASCIENZA & CINEMA di VALERIO SILONI Il genere fantascientifico è stato fin dai suoi inizi uno dei più apprezzati dal pubblico cinematografico. Il cinema, nel corso degli anni ha tratto grande spunto dalla letteratura fantascientifica, portando sul grande schermo alcune delle maggiori opere appartenenti a questo filone narrativo, come ad esempio vari scritti di Isaac Asimov, Herbert G. Wells e George Orwell. È tuttavia difficile circoscrivere questi tipi di film entro una categoria precisa, visto le numerose sfumature che possono presentare, spaziando dalla commedia fino persino al western e comprendendo film parodia, fantasy, “supereroistici”, catastrofici, post-apocalittici, horror e parodie. Il punto di forza di questo genere è costituito sicuramente dal largo uso di effetti speciali, che, nel tempo, con il progresso della tecnologia, sono diventati sempre più spettacolari e realistici. Il primo film di fantascienza proiettato sul grande schermo è stato Viaggio nella Luna del 1902 di Georges Méliès, film parodia di un viaggio sulla luna, anche se il genere vero e proprio nascerà solo più tardi negli anni '50. A questo sono seguite numerose pellicole, alcune delle quali sono poi entrate nella storia del cinema e sono tutt'ora considerate dei vero e propri cult. Tra le più famose troviamo il film muto del 1927 del regista austriaco Fritz Lang, considerato un pioniere della cinematografia fantascientifica, Metropolis, che può essere definito il "manifesto" del cinema fantascientifico moderno. Il film ambientato nel 2026 si incentra sul contrasto tra classi sociali, mostrando degli effetti speciali incredibili per quelli che erano i mezzi del tempo, con la trasfigurazione su pellicola di un'intera città futuristica. 20 Il filone cinematografico fantascientifico è, inoltre, da sempre stato influenzato dal periodo storico, riflettendo i problemi sociali e politici del tempo. Ne sono un esempio le pellicole girate durante gli anni '50, come Uomini sulla luna di Irving Pichel, Ultimatum alla terra di Robert Wise, entrambi del 1951, e La conquista dello spazio di Byron Haskin del 1950, che, a causa dell'avvento del periodo della “Prima Era Spaziale” e del diffondersi degli avvistamenti UFO, sono caratterizzate dall'apparizione, per la prima volta sul grande schermo, di figure extraterrestri e alieni. Negli anni '60 anche il movimento cinematografico francese della Nouvelle Vague cominciò ad interessarsi a questo genere, che nel frattempo stava ottenendo una fama sempre maggiore, con la realizzazione di vari film, tra cui Agente Lemmy Caution: missione Alphaville di Jean-Luc Godard, Fahrenheit 451 di François Truffaut e Barbarella di Roger Vadim. Il film che cambia per sempre la storia del cinema fantascientifico è però 2001: Odissea nello spazio del 1968 di Stanley Kubrick, capolavoro, film simbolo e modello di questo genere. Il regista sarà autore, qualche anno più tardi, anche del film cult sempre di fantascienza Arancia meccanica, che ricevette 4 candidature agli Oscar del 1973. Negli anni a seguire arrivò la definitiva esplosione del genere con la pubblicazione di sa- Articolo21 21 ghe e film che ebbero un successo straordinario: nel 1977 esce Star Wars di George Lucas, film che dà inizio a una delle saghe più famose della storia del cinema. A questo seguono, nel succedersi degli anni, film di grande fama, quali Incontri ravvicinati del terzo tipo e E.T. l'extra-terrestre di Steven Spielberg , Superman di Richard Donner, il primo vero importante film di supereroi, La cosa di John Carpenter, Ghostbusters - Acchiappafantasmi di Ivan Reitman, Blade Runner di Ridley Scott, Wargames - Giochi di guerra di John Badham, RoboCop di Paul Verhoeven, Tron di Steven Lisberger, il primo film basato sulla realtà virtuale, Videodrome di David Cronenberg e Brazil di Terry Gilliam, e saghe dagli alti incassi come Alien, Ritorno al futuro, Terminator, Predator e la trilogia di Mad Max. Gli anni '90 hanno segnato un'importante svolta per quello che riguarda gli effetti speciali, con la rappresentazione di scene sempre più realistiche grazie al progredire e allo sviluppo della computer grafica, che porta sul grande schermo film come Independence Day e Godzilla di Roland Emmerich, Armageddon Giudizio finale di Michael Bay, Batman - Il ritorno di Tim Burton , Il quinto elemento di Luc Besson, Atto di forza di Paul Verhoeven, Strange Days di Kathryn Bigelow, Man in Black di Barry Sonnenfeld, l'incredibile saga di Jurassic Park di Steven Spielberg e Matrix dei fratelli Wachowski, primo film di una saga che entrerà nella storia di questo genere come una delle più rappresentative. Il nuovo millennio è caratterizzato da una rappresentazione del reale che sembra ancora più tangibile grazie ad una tecnologia sempre più avanzata. Ne è un esempio Avatar di James Cameron, vero e proprio capolavoro della cinematografia fantascientifica, nonché pel- licola di maggiore incasso nella storia del cinema, che grazie al grande budget e ai grandi mezzi tecnologici a propria disposizione dà vita non solo a surreali personaggi extraterrestri, ma addirittura a un intero mondo con una flora e una fauna immaginaria resi con uno straordinario, incredibile e impensabile realismo. Gli anni 2000 sono inoltre caratterizzati da una grande serie di reboot e remake, quali Planet of the Apes - Il pianeta delle scimmie di Tim Burton, La guerra dei mondi di Steven Spielberg, Io sono leggenda di Francis Lawrence, Ultimatum alla Terra di Scott Derrickson, La cosa di Matthijs van Heijningen Jr., Batman Begins di Christopher Nolan, nonché sequel di film che avevano riscosso grande successo negli anni precedenti, come Superman Returns di Bryan Singer, Star Wars: Episodio II - L'attacco dei cloni e Star Wars: Episodio III - La vendetta dei Sith di George Lucas, Terminator 3 - Le macchine ribelli di Jonathan Mostow e Terminator Salvation di McG, Matrix Reloaded e Matrix Revolutions di Lana e Andy Wachowski, Predators di Nimród Antal e Tron: Legacy di Joseph Kosinski. Altre opere di grande rilevanza di questo periodo sono costituite da Donnie Darko di Richard Kelly, Signs di M. Night Shyamalan, The Chronicles of Riddick di David Twohy, dalla saga di Transformers di Michael Bay e dai film di "ultima generazione", che continuano ad ottenere grandi successi dal punto di vista del botteghino: ne sono un esempio le saghe di Hunger Games, Divergent e Maze Runner e i film riguardanti viaggi interstellari come Gravity di Alfonso Cuarón, Interstellar di Christopher Nolan e Sopravvisuto - The Martian di Ridley Scott. Insomma il genere fantascientifico continua e, probabilmente continuerà anche negli anni a venire, ad attrarre un grande pubblico di appassionati con pellicole originali, che riescono a suscitare nello spettatore sempre maggiore stupore e meraviglia, anche grazie ai mezzi sempre più innovativi, dovuti al continuo progresso delle tecnologie. 21 Articolo21 21 A21LETTERATURA PROGETTO ARMA PLUS di A. EMANUELE CASUCCI Ora come ora, siamo tutti d’accordo nel condannare la guerra e tutte le terribili violenze di cui essa è responsabile. C’è da dire però che, se non fosse stato per la guerra, per questa specie di esigenza umana di scannarsi a vicenda, a quest’ora certe innovazioni tecnologiche che ci sembrano basilari non esisterebbero: se non ci fosse stata la Seconda Guerra Mondiale, Alan Turing non avrebbe mai inventato il computer e, se non ci fosse stata la Guerra Fredda, nessuno saprebbe cos’è internet, solo per fare qualche esempio. Il Progetto Arma Plus continua con successive installazioni nel Regno Unito e negli USA, chiamate rispettivamente Arma II, Arma III, ecc., che continuano a fare esperimenti di cui l’esito è sconosciuto. Gli sceneggiatori della Marvel sono stati abbastanza intelligenti da cogliere le potenzialità narrative del binomio “corsa alle armi sviluppo tecnologico” e sono riusciti a produrre una serie di supereroi, ognuno con una propria testata, molto diversi fra loro, ma che sono accomunati da un’origine mutante dovuta al cosiddetto Progetto Arma Plus. Nell’universo Marvel, all’inizio degli anni ’40, viene fondato dallo scienziato John Sublime il Progetto Arma Plus, sotto forma di una collaborazione tra servizi segreti americani, inglesi e tedeschi, che ha come scopo la creazione di supersoldati attraverso l’alterazione genetica di cavie umane. La prima installazione del Progetto, detta Arma I, fa sì che lo scienziato Abraham Erskine riesca a preparare un siero capace di potenziare enormemente le abilità fisiche e mentali di chi se lo fa iniettare nel sangue. Steve Rogers, scartato alla visita di leva a causa del suo fisico gracile, decide di partecipare, per amore della sua patria, ad un esperimento di Arma I, facendosi iniettare il siero prodotto dal dottor Erskine, che lo trasforma in Capitan America. 22 Finalmente si arriva ad Arma X, che però è più indipendente, per il trasferimento in Canada sotto la gestione del Dipartimento K. Perciò il suo fine militare quasi passa in secondo piano rispetto alla ricerca scientifica: gli studi di Arma X comportano l’utilizzo di molte cavie per gli esperimenti, causando un vissuto negativo, che renderà piuttosto violenti gli eroi creati. James Howlett, detto Logan, canadese, dopo aver lavorato in miniera, vissuto per un periodo nei boschi - in cui si fabbrica gli artigli - e combattuto sia nella Guerra Civile Americana che nelle due Guerre Mondiali anche a fianco di Capitan America -, viene Articolo21 21 coinvolto negli esperimenti di Arma X. In seguito a vari interventi chirurgici, il suo scheletro viene fuso con l’adamantio, una lega metallica indistruttibile, caratteristica che, in coppia col fattore rigenerante, lo rende invincibile. Noto ai più col nome di Wolverine, entra a far parte degli X-Men. Poi c’è Wade Wilson che, cacciato dall’esercito americano per insubordinazione, lavora come mercenario, finché non scopre di essere affetto da una grave forma di cancro. Quando è prossimo alla morte, gli viene offerto di entrare in Arma X, per fare da cavia agli esperimenti che tentano di riprodurre il fattore rigenerante di Wolverine in altri soggetti. L’esperimento a cui viene sottoposto sembra fallire, così Wade viene relegato nell’Ospizio con altre cavie, in attesa di essere soppresso. Al momento della sua esecuzione, scopre che in realtà l’esperimento ha funzionato, perché appena il cuore gli viene strappato dal dottore esso ricresce in pochi secondi. Wade scappa dall’Ospizio, in onore del quale assume il nome di Deadpool, e continua la sua carriera di mercenario, con la sola differenza di avere un fattore rigenerante che lo rende praticamente immortale e gli dona abilità sovrumane e che, mischiatosi al tumore, lo deturpa paurosamente. Il Progetto Arma Plus procede: si trasferisce in Inghilterra, dove costruisce il Mondo, una base segreta al cui interno lo scorrere del tempo è accelerato artificialmente e sottoposta ad un costante livello di radiazioni gamma, che causano mutazioni nel genoma della popolazione di mutanti-cyborg che ospita. Lo scopo del Mondo è far evolvere in fretta i mutanti e usare gli esemplari più promettenti sempre per la creazione dei supersoldati. L’installazione Arma XIII, con l’ausilio del Mondo, produce Fantomex, un mutantecyborg dotato di abilità fisiche sovrumane, un fattore rigenerante potenziato dall'acqua, tre cervelli indipendenti l'uno dall'altro ed un doppio sistema nervoso: quello principale è esterno e contenuto nella sua partner E.V.A., un organismo biomeccanico capace di mutare forma, mentre quello di emergenza è interno e molto basilare. Questa immensa potenza mentale gli permette di creare illusioni nella testa dei suoi avversari, oltre l’uso della telepatia. L’ultima installazione, Arma Infinity, produce un esercito trasformando cadaveri di soldati in cyborg per attaccare i supereroi e convertirli in Deathlok, cioè macchine da guerra cibernetiche pilotate dai cervelli che vengono loro impiantati. La visionarietà degli sceneggiatori della Marvel ha prodotto tutto questo, regalandoci preziosi spunti di riflessione oltre a ore ed ore di intrattenimento intelligente attraverso la sottovalutata arte del fumetto. Il mio invito, ovviamente, è quello di lasciarvi appassionare da uno qualsiasi di questi filoni narrativi. Buona lettura! 23 Articolo21 21 A21LETTERATURA ISAAC ASIMOV: IL GENIO DELLA FANTASCIENZA di CLAUDIU IVAN Chiunque avrà immaginato almeno una volta di poter prevedere il futuro. Il fatto di poter sapere prima di tutti come andrà a finire qualcosa o di intuire in anticipo cosa fare, affinché tutto termini come vogliamo. Tutto ciò è sempre stato reputato impossibile, frutto di strane congetture, prodotto finale della nostra enorme immaginazione. La lettura, però, è spesso in grado di rendere vero ciò che riteniamo impossibile, ed è grazie a un genio come Isaac Asimov che oggi possiamo sognare. Isaac Asimov è uno dei più noti scrittori fantascientifici della letteratura mondiale. Oltre che per i celebri romanzi sul mondo dei robot e dell’automazione, è dai più conosciuto per il suo Ciclo della Fondazione, una raccolta di sette romanzi legati tra loro, che ha come soggetto principale la scienza della psicostoria. Essa è, per l’appunto, una serie di regole matematiche che consentono, a chi è in grado di interpretarle, di capire le azioni da compiere per giungere a un determinato risultato. 24 La psicostoria è sostanzialmente un’imponente elaborazione delle scienze statistiche: essa è applicabile – e lo è anche nei romanzi di Asimov – solamente a campioni di popolazione enormi (nel Ciclo della Fondazione si parla di miliardi di persone). Ciò è necessario per ottenere un grande numero di feedback. Tale scienza potrebbe essere utilizzata, ad esempio, per capire come ottenere la pace in una guerra che coinvolge un ampio numero di uomini. In tal caso, infatti, si avrebbe la possibilità di osservare migliaia di singoli comportamenti, in una determinata situazione, e di estrapolare quello più gettonato, ovvero quello verso il quale il futuro è destinato per natura. È proprio questo che consentirebbe poi di agire sugli eventi successivi, introducendo delle variabili di cambiamento netto. La cosa straordinaria è che, nonostante la psicostoria sia utilizzabile soltanto per eventi che riguardano enormi cambiamenti sociali, essa non è qualcosa di completamente inventato, ma possiede comunque un’ampia base logica. E questo vale per tutte le teorie che Asimov ha formulato e che, alcune volte, si sono rivelate essere molto più vicine alla realtà di quanto non ci si aspettasse inizialmente. Bisogna ricordare, infatti, che lo scrittore è morto nel 1992 e che non ha quindi avuto modo di determinare le sue scelte narrative basandosi sulle più moderne scoperte scientifiche. Articolo21 21 Un’altra teoria per cui l’autore russo, naturalizzato statunitense, viene ricordato, è quella delle tre Leggi della Robotica. Queste sono di fatto le tre leggi fondamentali che un robot dovrebbe necessariamente rispettare, affinché possa agire autonomamente, e sono: 1. Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno. 2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge. 3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge. Il senso delle leggi è semplice: fare in modo che tutte le entità “non umane” agiscano in maniera da non danneggiare il genere umano e che esse scelgano sempre il mezzo più conveniente. Ed è proprio qui però che troviamo il confine naturale tra macchina e uomo, il limite oltre il quale l’agire sistematico diventa agire umano, il momento in cui pur sapendo di commettere uno sbaglio, si va avanti comunque, magari rischiando il tutto per tutto. Il mondo creato da questo incredibile scrittore è imponente. Esso è frutto di un’opera di studio e di teorizzazione logica senza eguali. È proprio grazie alla sua brillante visione del futuro che oggi Isaac Asimov può essere considerato, a tutti gli effetti, il più grande scrittore fantascientifico di tutti i tempi. Senza dubbio uno degli autori da leggere almeno una volta nella vita. Si consiglia la lettura del Ciclo della Fondazione, in particolare dei primi due libri della serie: Preludio alla Fondazione e Fondazione: Anno zero. Ma nei romanzi di Asimov non c’è solo questo. C’è la distopia dell’impero galattico, composto dall’unione, sotto un unico regno, di tutti i pianeti colonizzabili della Via Lattea; ci sono gli Spaziali, i primi coloni dell’universo; c’è la Legge dell’anti-gravità, ovvero il principio di utilizzo dell’energia gravitazionale e del suo sfruttamento sotto forma di energia motrice per navi spaziali; ci sono tonnellate di altre teorizzazioni sullo sviluppo futuro dell’umanità e della tecnologia, scritte anche fino a 60-70 anni fa. 25 Articolo21 21 A21LETTERATURA UNO SGUARDO AL GIAPPONE: “HAIKU” di AURORA PACE Con il termine “hokku” prima e “haiku” successivamente, si intende un breve componimento di tre versi e diciassette sillabe secondo lo schema 5-7-5 (il primo e il terzo verso presentano lo stesso numero di sillabe, cinque, mentre il secondo sette); privo di titolo; fiorito anticamente in Giappone. Gli haikai non hanno come scopo quello di fornire una descrizione: sono infatti atti a immortalare un’immagine nella mente del fruitore, a fotografare un attimo, ed è per questo che tra le loro peculiari caratteristiche troviamo la brevità, la leggerezza, l'apparente assenza di emozioni. semplice osservazione e contemplazione della dignità naturalistica, e proprio qui risiede l'interesse nei confronti della poesia haiku, laddove ogni cosa è armonizzata e ricondotta ad unità attraverso questo stesso sentimento.” Nello haiku il poeta fissa uno stato d'animo attraverso le immagini della natura che lo circonda. Le emozioni trattate più frequentemente in uno haiku sono: - Sabi (寂): rappresenta quel “velo" che avvolge tutto ciò che è esposto all’inesorabile scorrere del tempo; - Wabi (侘寂): incarna un modello estetico basato su una fuga dall’appariscente, su un’attitudine di quiete e di modestia volta a cogliere la lineare ed intima bellezza insita nelle cose semplici e “scontate”; Ogni haiku si concentra sulla natura e in ciascuno di essi è presente un riferimento stagionale (il kigo 季語), ossia un accenno alla stagione riguardante il momento dell'anno in cui viene composto o al quale si riferisce. Il kigo può essere un animale (come la lucciola per l’estate o la rana per la primavera), una pianta, un luogo, ma anche il nome di un evento oppure una tradizione, come ad esempio i fuochi d'artificio per indicare l'estate. Il kigo costituisce il tema principale dello haiku ed è considerato dagli haijin ("poeti di haiku") il cuore stesso del componimento poetico. Il maestro giapponese Seki Ōsuga (1881-1920) afferma al riguardo come “il richiamo alla stagione rappresenta quel sentimento che emerge dalla 26 - Mono no aware (物の哀れ): il "sentimento delle cose", cioè la nostalgia, il rimpianto per il tempo che passa, la consapevolezza della mutevolezza e della caducità senza sofferenza; - Yūgen (幽玄): riguarda un sentimento di mistero, rappresenta lo stato d'animo prodotto dal fascino inspiegabile delle cose, il sentire un universo “altro”; - Karumi (軽み, “leggerezza”): la bellezza poetica riflessa nella sua frugalità; - Shiori (しお, “delicatezza”): il fascino dei versi che pervade il lettore andando oltre la mera parola scritta, avvolgendo ogni cosa in un vago e indistinto alone di “empatia”. Tra i maggiori esponenti di questa forma poetica ricordiamo: Articolo21 21 - Jinshiro Munefusa Matsuo, noto come “Basho” (1644-1694), è il primo sommo autore di haiku artistici e la sua è una poesia matura volta ad esprimere, pur nella sua tipica brevità, sentimenti profondi e delicati. Lo pseudonimo Basho deriva dal nome della pianta che troneggiava in mezzo al suo giardino, un banano. Viaggiatore instancabile, alla continua ricerca di un’approfondita conoscenza e comprensione del mondo naturale, fece di queste continue peregrinazioni materia e fonte d’ispirazione per i suoi componimenti. Oltre a raccolte di poesie riflessive e misurate scrisse anche diversi diari di viaggio; - Kobayashi Issa (1763-1827), autore di poesie introspettive ancora oggi molto celebri. Il suo stile, nonostante i numerosi problemi personali da cui era afflitto, mantiene una serenità e una semplicità quasi fanciullesca e presenta una ricca varietà di registri linguistici che includono anche termini dialettali e frasi colloquiali. Tra le sue numerose raccolte si ricordano Oraga Haru ("La mia primavera") e Shichiban Nikki ("Diario numero sette"); - Masaoka Shiki (1867-1902), il quale coniò per la prima volta il termine haiku. Anche Shiki è uno pseudonimo e richiama un uccello che la tradizione nipponica vuole che canti fino a perdere sangue dalla bocca. Fra i temi principali della sua produzione poetica troviamo infatti la “malattia” (il poeta era malato di tisi). A Shiki si deve il merito di aver riportato in auge, dopo un periodo di decadimento a seguito della morte di Issa, questa forma letteraria, rompendo in parte con la tradizione e le tematiche dei suoi predecessori. In realtà, egli continuerà ad utilizzare la rigida regola delle 5-7-5 sillabe mostrando ancora un certo legame con il passato. Salvatore Quasimodo, Umberto Saba e in particolare Giuseppe Ungaretti. Gli haikai costituiscono dunque una poesia semplice, diretta e istintiva; fatta per lo più di immagini, in cui la natura diviene spesso un pretesto per riflettere, per esternare uno stato d'animo o un pensiero. Sono componimenti magici, intensi, che lasciano il segno nell’animo. Lo haiku può anche essere considerato manifesto letterario della cultura giapponese ed espressione di una particolare sensibilità poetica capace di donare, in poche righe, una visione della natura, della realtà circostante, del tutto personale e unica. Kano momo ga Nagare kuru ka yo Haru-gasumi Mi recherà qui una pesca il fluire del ruscello? Brume di primavera (Kobayashi Issa) Gli haikai sono tuttora molto diffusi in Giappone e intorno a questo genere letterario si sono sviluppati circoli, associazioni, concorsi e rubriche che hanno conquistato anche l'Occidente. Questo particolare tipo di poesia ha influenzato anche la cultura poetica italiana di autori quali Gabriele D’Annunzio, 27 Articolo21 21 A21MUSICA LA STORIA DEL ROCK: I ‘70 di ALESSIO BOIARDI Gli anni '70 videro la maturazione dei movimenti intellettualmente indipendentisti che avevano caratterizzato l'era psichedelica e si ritrovarono a fare i conti con i gruppi che emergevano da quel periodo, accostandovi spesso commistioni di generi derivanti da chitarre sempre più distorte e chitarristi sempre più frustrati dalla piega che aveva preso la società, finché quest'evoluzione non portò, molto più tardi, all'hard-rock, al punk e al metal. Sarebbe impossibile non citare i grandi fautori del movimento psichedelico, primi tra tutti i Pink Floyd, i quali, sebbene avessero avuto origine sul finire degli anni '60, raggiunsero la loro massima espressione proprio nel decennio seguente. Intanto il distacco definitivo di Syd Barrett dal gruppo lo portò alla formulazione di uno stile personale, da cui nacquero due albums ("The Madcap Laughs" e "Barrett") caratterizzati da un sound giocoso e fiabesco, ancora appartenente alla generazione precedente, ma pregno di innovazioni stilistiche che presagivano l'Acid e il Fusion, accompagnate da un canto malinconico e distaccato, segno dell'ormai deperita sanità mentale di Barrett a causa dell'abuso di droghe. Il vortice di acidi che aveva avvolto una generazione ebbe forti conseguenze anche sulla musica degli Hawkwind, spesso considerati come anello mancante tra la cultura hippie e quella punk che, pur riscuotendo un successo commerciale moderato, si imposero soprattutto nella scena underground inglese per il loro forte uso di elettronica (non dimentichiamoci che gli anni '70 videro la nascita dei primi sintetizzatori e i preludi dell'elettronica moderna in figure come Il Guardiano del Faro e i Goblin) e la particolare sonorità allucinata e delirante che si ispirava a racconti di fanta- 28 scienza e gli valse il nome di fondatori del genere Space-Rock. Di fatto, mentre le visioni lisergiche degli Hawkwind e le loro chitarre distorte spianavano la strada per generi più pesanti, altri gruppi cavalcarono l'onda del neonato Space-Rock come gli italiani Rockets, che grazie ad un approccio più pop e accessibile riuscirono a sfornare successi come "Galactica" e "On The Road Again". Anche se forse presero un po' troppo alla lettera la parte "Space" del genere, considerando che si presentavano sul palco completamente rasati, con la pelle ricoperta di vernice argentata e costumi in cartone altrettanto strampalati. Mentre da un lato l'elettronica contaminava sempre più nel profondo i generi già esistenti, dall'altra parte veniva formandosi una controcultura oscura e misteriosa, fitta di strane personalità dai vestiti neri e dai testi tetri ed esoterici, che abbassava di qualche tacca il pesetto del metronomo ed alzava il volume degli amplificatori. Stava nascendo il Metal! Semplicemente nominando questo genere ai suoi albori non possono che venirci in mente i Black Sabbath, che grazie al loro carismatico quanto inquietante leader Ozzy Osbourne hanno definito lo standard di un genere che ha subito enormi evoluzioni negli anni. Articolo21 21 Infatti i Sabbath apportarono innovazioni che finirono per diventare stereotipi, racchiuse in tracce quali "Paranoid" e "Iron Man": innanzitutto accordando le chitarre un tono e mezzo più basse crearono un suono praticamente mai sentito prima, più scuro e coerente con il canto grottesco di Ozzy, che si accompagnò all'uso di accordi con intervallo tritono che già nel Medioevo era stato definito "Diabolus In Musica" (definizione che darà il titolo a un album degli Slayer) ed il cui utilizzo in esibizioni musicali era vietato da parte della Chiesa per le sue tonalità dissonanti e "demoniache". Queste e altre caratteristiche del gruppo contribuirono alla nascita del mito del Satanismo nel Metal, che si trascina dietro tutt'oggi. Celebre è la storia secondo cui Osbourne, durante un concerto, avesse raccolto un pipistrello che era stato lanciato sul palco e gli avesse staccato la testa con un morso. In verità il cantante credeva che si trattasse di un giocattolo e rimase sconvolto a sua volta quando si rese conto che era un animale vero. A metà tra gli intripponi acidomani e i satanisti assetati di sangue si collocano una serie di gruppi la cui notorietà è pressoché universale, forse proprio grazie al modo in cui si tennero lontani dagli estremi e rimasero più fedeli al Rock Classico, maggiormente acustico e concreto dello Space-Rock ma anche più melodico e leggero rispetto al Metal. Tra questi annoveriamo i Led Zeppelin, che si contraddistinsero per le capacità tecniche del chitarrista Jimmy Page e le contaminazioni Folk; infatti frequente era l'uso dell'armonica nei brani e gli accordi in settima conferivano a molte loro canzoni quell'accento malinconico tipico del Blues. Immancabile nell'elenco di ascolti di qualsiasi buon conoscitore della musica Rock è infatti il loro clamoroso successo "Stairway To Heaven". Similmente rinomati anche se leggermente più sporchi nello stile sono i Deep Purple, che con il ritmo incalzante di "Smoke On The Water" si guadagnarano un posto di riservo nella storia della musica. Per quanto pure loro non scherzassero in materia di sostanze stupefacenti, al loro impatto sonoro era unita una grande abilità esecutiva, specialmente del batterista Ian Paice; e non mancarono di spaziare tra numerosi sottogeneri come si addice a qualsiasi band degna del proprio nome. Da notare che vennero inseriti nel Guinness World Record come "Band più rumorosa di sempre" in seguito ad un concerto al Rainbow Theatre di Londra durante il quale 3 spettatori svenirono per l'esagerazione dei 117 dB raggiunti. Quando la scena britannica era dominata da tre punte di diamante che scuotevano i giovani con i loro ritmi selvaggi e influenze mai sentite prima, quando gli astri sembravano coincidere perfettamente per permettere la nascita dell'Heavy-Metal e dei generi affini del decennio successivo, sarebbe stato impensabile affermare che potesse esistere della buona musica al di fuori della Gran Bretagna... Invece meritano una menzione a parte i Lynyrd Skynyrd (Pronunciato "Lenerd Skinerd" più o meno), una band tutta Americana che si può fregiare del titolo di pionieri del Southern Rock. Formatosi a Jacksonville, in Florida, questo gruppo guadagnò ben presto ampia notorietà grazie alla capacità di abbracciare ed incarnare alla perfezione gli ideali americani di fratellanza e libertà tanto cari agli abitanti meridionali della nazione. Ne sono una prova "Sweet Home Alabama" e "Free Bird", che oltre a fare appello ai sentimenti patriottistici dispongono di un arsenale tecnico impressionante, esibito magistralmente nei loro assoli di chitarra. Benché gli esperti identificarono subito le grandi potenzialità degli Skynyrd e ne predissero l'illustre futuro, purtroppo questo grup- 29 Articolo21 21 po sembrò essere colpito da una maledizione in quanto un incidente aereo causò la morte di 3 componenti e la paralisi di un quarto, troncando sul nascere queste promesse del Rock Americano. Completamente esenti da qualsiasi classificazione di genere sono invece i Queen, storica formazione, anche questa inglese, che misero a frutto l'eccentricità del leader e cantante Freddie Mercury e l'esecuzione chiara e pulita del chitarrista Brian May per dare vita a una forma di Rock che venne definita "Art Rock" in quanto spaziava tra numerosissimi generi anche nella limitatezza del singolo brano (si prenda ad esempio "Bohemian Rhapsody") e si proponeva di essere originale e drammaticamente teatrale in ogni esibizione. Per concludere questo excursus su quello che è stato sicuramente il decennio più importante nell'ambito della storia della musica moderna, bisogna allontanarsi un po' dal rock e dalla pesantezza delle chitarre distorte per ritornare a quell'elettronica che, come abbiamo detto all'inizio, si stava insinuando nella vita di tutti i giorni e di conseguenza anche nell'espressione musicale. Infatti negli anni '70 vide la celebrità una figura dal nome enigmatico ed evocativo: Il Guardiano del Faro. Questo autore, il cui vero nome è Federico Monti Arduini, è senza dubbio colui a cui dobbiamo la nascita di tutti i generi elettronici che esistono adesso, dalla Techno alla Dubstep. Il suo uso del nuovissimo "MOOG" portò i suoni sintetici nelle case di tutti e costituì il punto di svolta da cui in seguito si svilupparono altri precursori della musica odierna (Depeche Mode, Pet Shop Boys, Eurythmics e 30 Tears For Fears). Il suo brano più famoso è probabilmente "Popcorn", che fu ripreso spesso nelle sigle e negli spot commerciali. Altro gruppo molto influente sulla scena elettronica furono i Goblin, anch'essi italiani, che si distinsero in particolare per aver composto numerose colonne sonore dei film di Dario Argento come "Profondo Rosso" e "Suspiria". Caratterizzati da sonorità disturbanti ed elettronica cupa e pesante, in opposizione al sintetizzatore armonioso e acuto de Il Guardiano del Faro, anche loro svolsero un ruolo importante nella definizione di un genere che iniziava a prendere piede e che divenne il mainstream di un periodo molto particolare e controverso, spesso criticato, della storia della musica... Gli anni '80. Articolo21 21 31 Articolo21 21 A21MUSICA UNA MASCHERA PER LA VERITÀ di LAURA ORDONEZ VALVERDE “Chi è Mezzosangue?” Mi trovo in difficoltà a rispondere a questa domanda alle volte. Sono portata a definirlo come un ideale, ma è effettivamente un rapper; un rapper sì, ma con la sola particolarità che non si sa chi sia, poiché non ha mai mostrato la sua faccia, che è coperta da un passamontagna. Questo fatto si potrebbe mal interpretare come una "figura costruita" per attirare attenzione: è proprio ciò che non vuole fare. Precedentemente ho definito Mezzosangue come un ideale, così come lo è "V" nel fumetto "V for Vendetta", nella storia del quale non si conosce l'identità di V e solo nella conclusione ci si rende conto che egli non è altro che ciò che lo rappresenta, ovvero il suo Ideale. Come lo stesso "rapper" afferma quando parla di se stesso, la sua musica "non c'ha faccia, sto col passamontagna perché sotto c'è / chiunque abbia un motivo per cantarla...", frase da cui si può intendere che sotto la sua maschera si trova ognuno di noi. Il primo album di Mezzosangue è stato Black Block, che è in realtà una raccolta di tre pezzi andatasi poi a terminare nel suo secondo album, Musica Cicatrene, uscito il 12 novembre 2012. Con questo disco ha acquistato popolarità ed ha ottenuto collaborazioni successive con i noti rapper Salmo, nel suo disco d'oro Midnite, e Mecna, nel singolo Sul serio. Il 23 gennaio 2015 è uscito, dopo una lunga attesa e vari problemi, il disco Soul of a Supertramp, di cui erano già usciti vari singoli che lasciavano intendere il contenuto dell'album: il caos e l'armonia propri dell'uomo e del nostro mondo. Infatti, a differenza di Musica Cicatrene, album che parlava soprattutto di politica e della società moderna, criticandola, 32 questo album scava nell'anima umana al fine di trovare una via di fuga a ciò che di sbagliato c'è in questo mondo. Il suo album, studiato nei minimi dettagli, inizia con il pezzo Armonia & Caos e termina con Verità, passando quindi da una situazione caotica fino ad un totale pessimismo, in particolare nelle tracce Diventa quello che sei, Circus e Nichilismo, che sfocia nel raggiungimento della verità (o forse no?). Traspare dai testi la lotta di Mezzosangue contro la superficialità con cui la maggior parte delle persone guarda la realtà e a causa della quale coloro che cercano di emergere vengono soppressi dagli altri: "pare sempre più normale andare sempre più a fondo, chi sta a galla è superficiale, chi non è vuoto va a fondo". Si può quindi capire come egli sia sfiducioso nel genere umano: nel secondo album era arrivato a citare Hobbes ("Homo homini lupus") e ora afferma che, nonostante sia vano dirlo, non bisogna credere in nessuno, ma diventare ciò che si è. La sua musica vuole quindi essere un barlume di speranza, una verità, un sentimento che può salvare dal nulla tutti coloro che condividono la sua musica e si sentono parte della sua idea. Con questa breve e poco approfondita recensione del contenuto del suo disco, vorrei invitare tutti voi ad ascoltarlo e ne approfitto per dire che il 22 gennaio 2015 Mezzosangue torna a Roma all'Orion di Ciampino (dopo il sold out del 28 febbraio a CSOA la Strada per chiudere il tour del suo terzo album). Articolo21 21 A21SPORT LA LEGGENDA DEGLI ALL BLACKS di VALERIO SILONI La Nuova Zelanda è nuovamente campione del mondo! sconfitto, in semifinale, con fatica, il Sudafrica per 20-18. I cosiddetti "All Blacks" hanno vinto l'ottava edizione della Coppa del Mondo di rugby, andata in scena in Inghilterra, superando in finale l'Australia, con il punteggio di 34-17. Che questa finale sia diversa da tutte le altre lo si capisce già dal modo in cui i neozelandesi praticano l’Haka: danza tradizionale Maori che i giocatori eseguono prima di ogni incontro e con cui aprono la gara. Un mondiale che ha un profumo diverso rispetto a tutti gli altri: la nazionale neozelandese infatti, con questa vittoria, è entrata nella storia come prima squadra a vincere per tre volte la World Cup di rugby e a vincerla due volte consecutivamente. Le due squadre che il 31 ottobre sono scese sul leggendario campo di Twickenham, per giocarsi la finale, sono sicuramente quelle che più di tutte, in questi anni, hanno dimostrato di meritarsi la possibilità di portare a casa il trofeo. Infatti, anche se questa è stata la prima finale tra Australia e Nuova Zelanda, solo nel 2007 l'atto conclusivo del Mondiale non ha visto in campo una delle due. Entrambe sono state le vincitrici dei rispettivi gironi: l'Australia è arrivata alla finale dopo aver sconfitto, ai quarti di finale, di un solo punto e solo all'ultimo minuto, una Scozia combattiva e dopo aver superato in semifinale la sorprendente Argentina per 29-15. Gli All Blacks, invece, accedono alla finale dopo aver massacrato, ai quarti di finale, la nazionale francese con il punteggio record di 62-13 e dopo aver Nulla possono gli australiani contro una Nuova Zelanda che corona un incredibile mondiale con una prestazione perfetta. Il vantaggio, che gli All Blacks non abbandoneranno mai, arriva grazie ad un calcio piazzato della leggenda Dan Carter, uno dei mediani d'apertura più forti della storia di questo sport, che chiuderà questa finale con un punteggio personale di 19 punti. Dopo il pari di Foley, altri due piazzati di Carter fissano il punteggio sul 9-3. La successiva meta di Milner-Skudder permette ai neozelandesi di chiudere il primo tempo saldamente in vantaggio sul punteggio di 16-3. All'inizio del secondo tempo arriva prima la meta di Ma'a Nonu, che sembra chiudere in modo definitivo la gara, e poi la reazione d'orgoglio australiana che riapre l'incontro grazie alle mete di Pocock e Kuridrani, portandosi sul 17-21. L'Australia lotta su ogni palla, su ogni rimessa laterale e in ogni mischia, ma nulla può contro lo strapotere neozelandese, che è una perfetta macchina di offloads, ricicli e placcaggi. 33 Articolo21 21 A spezzare la situazione d'equilibrio non poteva che essere una giocata straordinaria: è ancora Carter che tira fuori dal nulla un drop da pazzi da una distanza di oltre 40 metri, che rimarrà per sempre indelebile nella storia di questo sport. Neanche la grande difesa australiana, a questo punto, può reggere all'urto con la potenza e la forza neozelandese. Arriva, così, la meta di Barrett che chiude la gara e legittima la vittoria. La Nuova Zelanda chiude un ciclo straordinario, fatto di sole 3 sconfitte in 54 partite negli ultimi 4 anni, e saluta alcune delle sue bandiere storiche: Conrad Smith, Ma'a Nonu, Dan Carter, Keven Mealamu, Tony Woodcock e capitan Richie McCaw, forse il più grande giocatore della storia di questo sport, hanno infatti giocato a Twickenham la loro ultima partita con la maglia degli All Blacks. In quella che è stata una delle più emozionanti World Cup di sempre, c'è da registrare, inoltre, l'impresa di Bryan Habana, tre quarti ala sudafricana, che ha eguagliato il record di 15 realizzazioni di Jonah Lomu come miglior marcatore di mete della Coppa del Mondo. Proprio all'ex rugbista neozelandese va l'ultimo pensiero: la leggendaria tre quarti ala de- 34 gli All Blacks si è infatti spenta all'età di 40 anni, poche settimane dopo la fine del Mondiale, lasciando nel cuore degli appassionati un grande vuoto e tanti ricordi indimenticabili, come la storica meta siglata contro l'Inghilterra nel '95, una delle più belle di sempre. Articolo21 IL MONDIALE MOTO GP VISIONI PARALLELE: MONDO INTERO vs ITALIA di VALERIO SILONI & MATTIA GALLI Come il mondo ha visto il mondiale Come l’Italia ha visto il mondiale Un finale al cardiopalma per uno dei più emozionanti motomondiali di sempre. Il GP di Valencia chiude una stagione pazzesca, infiammatasi in modo particolare dopo gli avvenimenti di Sepang. Il duello più atteso, quello tra Rossi e Marquez, si è andato surriscaldando durante tutto il corso del mondiale, anche se alla fine è stato Jorge Lorenzo ad uscire vincitore. Prima nel Gran Premio d'Argentina, sul tracciato Termas di Rio Hondo, dove il "Dottore" dopo una grande rimonta si era preso il primo posto ai danni dello spagnolo, che, con una manovra azzardata, aveva provato a riprendersi la testa della gara, ma senza successo. Poi nel Gran Premio di Assen l'ennesimo scontro, con Marquez che ha tentato all'ultima curva dell'ultimo giro di prendere il comando della corsa, provando a passare dove non c'era spazio, andando a contatto con Rossi, che ha comunque mantenuto la prima posizione, tagliando la curva e scatenando le proteste del catalano. A questi si è aggiunto anche il duro attacco verbale che Rossi ha rivolto a Marquez al termine del Gran Premio di Phillip Island, a cui va fatta una menzione speciale: in quella che è considerata la più bella ed emozionante gara degli ultimi anni di MotoGP, visti gli oltre 50 sorpassi, lo spagnolo è sembrato avere un altro passo rispetto agli altri corridori fin dall'inizio, ma solo all'ultimo giro ha bruciato il connazionale Jorge Lorenzo e si è preso il primo posto. Al Gran Premio di Sepang c'è stata la svolta che ha cambiato la storia di un mondiale che sembrava già scritto in favore del 46 della Yamaha. Dopo un aspro e nervoso duello fatto di sorpassi e controsorpassi con Marquez, fuori dalla lotta per il titolo, ma non per questo deciso a lasciar passare il rivale, soprattutto dopo le dichiarazioni al veleno che si erano rivolti i due corridori nella settimana che ha preceduto la gara, Rossi manda fuori pista il 99 della Honda, allargando la gamba, forse volontariamente, e colpendo il catalano. Nonostante questo, il "Dottore" ha chiuso la gara al terzo posto, dietro a Dani Pedrosa e Jorge Lorenzo. Ovviamente, a fine gara, sono stati durissimi gli attacchi da parte di Marquez, del team Honda e Che dire... Una vergogna! Ci hanno rovinato un sogno. Pochi di quelli che hanno seguito l'ultima parte del motomondiale di quest'anno erano veri appassionati, eppure siamo rimasti tutti con l'amaro in bocca. Quanti, a poche gare dal termine, già pregustavano il dolce sapore della voce di Guido Meda pronto, sul rettilineo dell'ultimo giro della gara di Valencia, ad urlare, con la solita sobrietà che lo contraddistingue: "ROSSI C'È! ROSSI C'È!"? Invece a rovinare tutto ci ha pensato il "bodyguard" Marc Marquez, giovanissimo talento spagnolo, già detentore di due titoli mondiali, e arcinemico del pilota italiano Valentino Rossi. Da tempo i due non si sopportavano, numerosi erano stati i battibecchi, ma nessuno poteva pronosticare una conclusione del genere. Per molti italiani il mondiale inizia a due sole gare dal termine. Rossi ha un vantaggio di ben 11 punti sul suo diretto avversario Jorge Lorenzo e il decimo motomondiale sembra un’impresa tutt'altro che impossibile per Vale. Ma Marc, amico, compagno di giochi e scagnozzo di Lorenzo, ha voluto sconvolgere i piani del nostro campione. A Sepang, in Malesia, si corre una gara importante per le sorti della competizione in cui risalta il duello RossiLorenzo. Ma il nazionalista Marquez vuole che il titolo, vinto proprio da lui l'anno precedente, rimanga nella penisola iberica e decide quindi di fiancheggiare il compagno spagnolo per la gloria e l'onore della terra natia. Facendo finta di controllare l'usura dei freni lascia distrattamente passare il connazionale, bisognoso di vincere per accorciare sul capolista, e si mette davanti a Rossi, già pronto alla rincorsa su Lorenzo. Guidando come Vasco Rossi dopo un suo concerto ad Amsterdam, Marc rallenta irrimediabilmente la corsa del pilota Yamaha che, dopo il 15esimo sorpasso, sbatte fuori pista il pilota della Honda, il quale, simulando alla Balotelli, si lascia cadere dopo un lieve tocco sulla sua moto da parte di Valentino. A fine gara succede di tutto: Rossi, arrivato terzo, viene ingiustamente chiamato a rispondere all'accusa di aver spinto Marquez fuori pista con un calcio; Lorenzo entra sbraitando nella stanza del giudice sportivo chiedendo la riduzione dei punti in classifica per Valentino; Meda si dirige nei box Honda armato di spranga in cerca di vendetta. Alla fine si arriva alla sfida finale di Valencia con Rossi co- 35 Articolo21 anche di Jorge Lorenzo, al campione pesarese, a cui il TAS (Tribunale Arbitrale dello Sport) ha deciso di togliere tre punti sulla patente costringendolo a partite dall'ultimo posto a Valencia. Le polemiche non sono state poche e si è arrivati all'attesissimo GP di Valencia con una tensione e un nervosismo palpabili nell'aria. Si è arrivati così all'ultima gara della stagione, decisiva per le sorti del mondiale, con Rossi avanti di soli 7 punti sul compagno di scuderia Jorge Lorenzo, dopo aver lentamente sprecato di settimana in settimana un importante vantaggio. La griglia di partenza vedeva Lorenzo iniziare dalla pole position, mentre Rossi era chiamato ad una rimonta storica. Il "Dottore", con una partenza fortissima, si era portato dopo 12 giri, al 4o posto con un recupero incredibile, nonostante questo però, il distacco dai tre spagnoli al comando era irrecuperabile. A Rossi così non restava che sperare nei sorpassi di Marquez e Pedrosa ai danni di Lorenzo. Tuttavia Pedrosa era molto distante dai primi due posti e Marquez, sebbene sembrasse andare più veloce rispetto al connazionale della Yamaha, registrando giri migliori, non aveva, fino a quel momento, mai attaccato Lorenzo, nonostante le possibilità non gli fossero mancate. A pochi giri dalla fine però, Pedrosa ha tirato fuori tutto il suo orgoglio, recuperando oltre 2 secondi al duo di testa, sorpassando il compagno di scuderia al primo varco. Marquez improvvisamente ha così mostrato una combattività che fino a quel momento sembrava inesistente e dopo poche curve si è ripreso il 2o posto, ponendo fine al tentativo di rimonta di Pedrosa e tagliando il traguardo dietro a Lorenzo. Jorge Lorenzo, dopo aver disputato un grandissimo motomondiale, vince così il suo terzo titolo nella classe regina. Tanta invece la delusione e la rabbia di Valentino Rossi, sia per il finale amarissimo sia per l'enorme vantaggio sprecato in classifica, e di tutti gli italiani, appassionati e non. In quello che è stato il mondiale delle polemiche sono passati in secondo piano lo storico podio tutto italiano di Silverstone, firmato RossiPetrucci-Dovizioso, il ritiro di Nicky Hayden dalla MotoGP, campione con la Honda nel 2006, e il grande traguardo raggiunto da Dani Pedrosa, che con il terzo posto nel GP di Valencia ha raggiunto quota 100 podi in carriera. 36 stretto a partire ultimo a causa dell'ennesima decurtazione di punti dalla patente (3 questa volta, 1 nella gara di Misano, per aver ostacolato Lorenzo durante le qualifiche) decisa dalla Direzione Gara. Il titolo sembra un’impresa impossibile per il Dottore, ma l'Italia ci crede. Ripone le sue speranze in Iannone, talento italiano nelle scuderie Ducati, il quale, per amor di patria, ha il dovere morale di eliminare dalla gara (anche fisicamente, secondo alcune dichiarazioni del fantastico mondo del web) Jorge Lorenzo per far trionfare Vale. Ma l'hashtag #Iannoneescilo non sembra comunque aver permesso a Iannone di comprendere il piano, tanto che dopo due minuti di gara, pensando probabilmente di dover essere lui ad uscire, si getta fuori dal circuito distruggendo la moto. Tutto sembra ormai perduto, ma una Yamaha con il numero 46 sfreccia tra gli avversari e superandoli uno dopo l'altro, spinto anche dal sostegno del pubblico, si porta in quarta posizione. I primi tre, Dani Pedrosa, Marc Marquez e Jorge Lorenzo, hanno però un vantaggio enorme, incolmabile anche per il Dottore. In queste condizioni Lorenzo deve arrivare terzo affinché Rossi venga eletto campione del mondo. Pedrosa, dopo aver perso diversi secondi dal duetto di testa, trova nuovo vigore e sul finire della gara spinge la propria Honda al limite, premendo come un indemoniato sull'acceleratore, recuperando così i due iberici al comando. Tutto il popolo italiano è con il fiato sospeso e torna a vedere un barlume di speranza. Pedrosa sorpassa come una scheggia Marquez e punta ora Lorenzo. Siamo tutti in piedi sul divano a gridare il nome di Pedrosa quando all'improvviso il suo compagno di squadra appena superato ricorda di avere anche lui l'acceleratore e riguadagna la posizione facendo da scudo umano, per i pochi giri rimanenti, a Lorenzo, che può tranquillamente tornarsene a casa con il titolo di campione del mondo. Il Dottore è uscito quindi sconfitto quest'anno dopo un motomondiale spettacolare e pieno di emozioni. Vanno fatti anche i complimenti all'ottimo Lorenzo, che con grandi prestazioni non ha sicuramente demeritato questa vittoria. Ci tenevamo però a ricordare a Marquez che nello sport ci sono leggi non scritte che possono essere infrante sì, ma non senza conseguenze. Marc, magari non avrai ricevuto penalizzazioni, ma ti invitiamo comunque a farti un bell'esame di coscienza... Ah, e attenzione a Guidone Meda! Articolo21 21 A21SPORT IL TERRORISMO NELLO SPORT di MATTIA GALLI Lo scorso Venerdì 13 novembre Parigi è divenuta un vero e proprio campo di battaglia a causa dei vari atti terroristici, rivendicati dai sostenitori dell’ISIS, da cui è stata colpita. Uno dei luoghi scelti come obiettivo degli attentati è stato lo Stade De France, palcoscenico della sfida amichevole Francia-Germania. Non è la prima volta che il terrorismo cerca di colpire il mondo dello sport. Il fine è senza dubbio quello di aumentare la visibilità, colpendo manifestazioni sportive che ogni volta attraggono un pubblico molto ampio ed eterogeneo formato da persone di tutte le età. Il primo caso avvenne nel 1972 a Monaco, città scelta come sede delle Olimpiadi per quell’anno, dove un gruppo di terroristi, appartenenti all’organizzazione palestinese “Settembre Nero”, irruppe negli alloggi degli atleti israeliani uccidendone due e prendendone altri nove come ostaggio. La polizia tedesca cercò di intervenire, ma pur uccidendo cinque terroristi non poté evitare la morte al resto degli atleti israeliani. Nel 1996 è Atlanta a ospitare le Olimpiadi. A colpire questa volta è un sostenitore del movimento “supremazia bianca”, il quale, per supportare una campagna contro l’omosessualità e l’aborto, fece esplodere tra la folla, durante un concerto gratuito al Centennial Park, una bomba che uccise 2 persone, ferendone 100. Il 1° maggio 2002, giorno del Clasico tra Real Madrid e Barcellona, fuori dallo stadio Santiago Bernabeu di Madrid, vennero fatte esplodere due autobombe, che fortunatamente non provocarono vittime, ma "solo" 20 feriti. Il colpo fu rivendicato dai terroristi baschi dell’Eta che già nel 1997 avevano attaccato la Spagna facendo saltare in aria una vettura durante il mondiale di ciclismo di San Sebastian. Sempre nel 2002 la squadra neozelandese di cricket non poté disputare il match contro il Pakistan a causa di un'autobomba, posizionata fuori dall’hotel della squadra a Karachi, che provocò 13 morti. Più recentemente, nel 2010, in Pakistan, un kamikaze si gettò con la sua vettura piena di esplosivo in mezzo al pubblico di una partita di pallavolo e uccise ben 105 spettatori. Durante la Coppa D’Africa del 2010, invece, il pullman con a bordo la nazionale del Togo venne mitragliato dal Fronte di liberazione dell’enclave di Cabinda, in lotta con il Congo (sede della competizione), per l’indipendenza del territorio. 3 persone vennero uccise. Il 15 aprile del 2013, nel corso della Maratona di Boston, vennero fatte saltare nei pressi del traguardo due bombe, piazzate da due fratelli ceceni, che provocarono la morte di 3 persone tra cui un bambino di soli 8 anni. L’attentato di Parigi è dunque uno di una lunga serie di atti terroristici volti a colpire il mondo dello sport. L’obiettivo dei terroristi (per fortuna non andato a buon fine) era quello di entrare nello stadio della capitale francese pieno di bambini accorsi con le proprie famiglie a tifare la propria nazionale. In una serata che doveva essere di gioia e divertimento, il rumore dell’esplosione sarà l’unico ricordo che rimarrà indelebile nella memoria di coloro che erano presenti sugli spalti. Nonostante questi continui attacchi lo sport non si è mai fermato e mai lo farà. La realtà è che questo fa parte della nostra vita, per chi più e per chi meno, e permettere a questi criminali di allontanarci da esso sarebbe una sconfitta ai danni della nostra libertà, in una lotta al terrorismo che non siamo disposti a perdere. 37 Articolo21 SOFIA ARCIERO & A. EMANUELE CASUCCI 38 Articolo21 n.7 – Dicembre 2015 Redazione Claudiu Ivan (responsabile), Sofia Arciero, Alessio Boiardi, Aurora Carbone, Elisa Carfora, Silvia Cascegna, A. Emanuele Casucci, Mattia Galli, Serena Malerba, Francesco Valverde, Aurora Pace, Marco Perulli, Michael Schiebler, Valerio Siloni. Impaginazione e grafica Claudiu Ivan. Copertina Claudiu Ivan, la frase in copertina è di Albert Einstein. Sito http://www.articolo21aristotele.altervista.org Email [email protected] Facebook Articolo21 - Liceo Aristotele https://www.facebook.com/articolo21aristotele Marsella, Laura Ordonez