africa, il grande balzo della cina

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AFRICA, IL GRANDE BALZO DELLA CINA
Venerdì 02 Febbraio 2007 01:07
di Carlo Benedetti
Non è proprio una novità, ma è pur sempre una grande notizia. Pechino, rilanciando con forza
la sua politica verso l’Africa, si presenta sulla scena mondiale con un originale piano di
intervento che va a coinvolgere otto importanti paesi di quel continente. A lanciare l’offensiva è
il capo dello Stato Hu Jintao che lascia Pechino per dieci giorni per portare il suo piano
direttamente ai governi del Camerun, Liberia, Sudan, Zambia, Namibia, Sudafrica, Mozambico
e Seicelle. E per ogni tappa ha un pacchetto di proposte che spaziano in vari settori: dalla
politica all’economia, dal campo dell’istruzione culturale all’attività sanitaria. Senza dimenticare
un piano di maggiori aiuti ed investimenti, che prevede, tra l’altro, la riduzione del debito e
l'esenzione dai dazi doganali. Le misure previste da Hu Jintao comprendono anche l'istituzione
di zone di sviluppo per la cooperazione economico-commerciale e di centri di sviluppo delle
tecnologie agricole e la formazione delle risorse umane. In pratica: una pacifica invasione
cinese destinata a raccogliere, sul campo, risultati di grande valore geopolitico. Anche per il
fatto che ormai non passa giorno senza che l'economia di Pechino faccia registrare cifre record,
suscitando l'invidia dei paesi capitalisti occidentali. "La Cina – scrive in proposito Der Spiegel sta conquistando i mercati globali grazie a un inedito misto di economia pianificata e capitalismo
sfrenato" tanto che si può anche sostenere che il Pc cinese “é ormai una facciata dietro cui
agiscono leader che da tempo hanno ridefinito gli obiettivi politici del paese. Vogliono creare
una Cina grande e forte che giochi un ruolo di primo piano sulla scena internazionale".
Ed ora ecco il grande balzo verso l’Africa con il viaggio del Capo dello stato cinese che è in
pieno svolgimento. E’ la prima missione all’estero che Hu Jintao compie in questo 2007 dopo il
notevole successo dell’ultimo Forum di cooperazione sino-africano.
Otto i paesi africani presenti nell’agenda di Hu Jintao. E con tutti Pechino ha già ottimi rapporti.
Camerun: ha allacciato le relazioni diplomatiche con la Cina nel 1971, ed è un suo importante
partner economico-commerciale nell'Africa centrale. Negli ultimi anni la cooperazione tra i due
paesi si è continuamente rafforzata.
Liberia: dopo il ripristino dei rapporti diplomatici con la Cina nel 2003, le relazioni
economico-commerciali hanno visto un rapido sviluppo.
Sudan: dopo l'allacciamento dei rapporti diplomatici nel 1959, le relazioni hanno visto un
continuo e stabile sviluppo. Dal gennaio al dicembre 2006 l'interscambio commerciale ha
toccato i 2,9 miliardi di dollari.
Zambia: l'amicizia tradizionale tra Cina e Zambia è molto profonda. Sin dall'allacciamento dei
rapporti diplomatici nel 1964, le relazioni bilaterali si sono favorevolmente sviluppate.
Namibia: prima della sua indipendenza, la Cina ha appoggiato attivamente il popolo della
Namibia nella lotta per la liberazione nazionale. Dopo l'indipendenza del 1990, Cina e Namibia
hanno allacciato regolari rapporti diplomatici.
Sudafrica: la Cina ha sempre appoggiato a lungo la lotta contro la segregazione razziale del
popolo sudafricano. I rapporti diplomatici con questo paese risalgono al 1998. Seicelle: dopo l'
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allacciamento dei rapporti diplomatici nel 1976, le relazioni tra i due paesi hanno visto un
agevole sviluppo. Negli ultimi anni, il commercio bilaterale ha registrato una rapida crescita.
I cinesi non fanno mistero dei loro piani. Sono gli stessi alti funzionari del ministero degli Esteri
a spiegare in forma ufficiale che gli obiettivi principali dell'attuale missione africana sono puntati
a rafforzare, consolidare e sviluppare ulteriormente l'amicizia tradizionale sino-africana. Il piano
prevede otto “misure”, in primo luogo quelle che si riferiscono al valore politico dell’iniziativa. E
qui va ricordato che negli ultimi 50 anni, Cina e Africa hanno prestato attenzione alla
cooperazione bilaterale di mutuo vantaggio nel nuovo quadro internazionale. E questo è
diventato il problema seguito con maggiore attenzione dai leader dei vari paesi nel corso
dell’ultimo summit di Pechino. Quando la Cina avanzò proposte concrete relative
all'ampliamento delle dimensioni dell’assistenza all’Africa, alla riduzione e/o cancellazione del
debito, all'ulteriore apertura dei mercati. Tutte misure che in quel momento del summit
sino-africano furono viste come questioni future. Ma ora con il viaggio di Hu Jintao il quadro
generale cambia decisamente. Si fa sempre più concreto e si caratterizza come una vera
svolta, positiva.
Ci sono poi gli aspetti prettamente economici e quelli degli investimenti. Pechino, in questo
viaggio che è in un certo senso epocale, pone l’accento sul fatto che in questa epoca di
globalizzazione Cina ed Africa sono di fronte al compito comune del superamento delle difficoltà
e dell'auto-sviluppo. Di pari passo con il proprio sviluppo, i cinesi, quindi, sostengono l'impegno
congiunto dei paesi africani per il proprio rafforzamento e la realizzazione dello sviluppo
sostenibile. E si parla già del fatto che entro il 2010 l'interscambio commerciale generale
arriverà a quota 100 miliardi di dollari.
Altri interventi quelli che riguarderanno le zone di sviluppo per la cooperazione commerciale.
Tutto nel quadro di precise intese per una programmazione a lungo termine. La Cina ribadisce,
infatti, il suo sostegno all'auto-rafforzamento congiunto e alla soluzione indipendente dei
problemi del continente da parte dei paesi africani. Sostiene l'impegno delle organizzazioni
regionali e sub-regionali nella promozione dell'integrazione economica e l'applicazione da parte
dei paesi africani del piano di nuove partnership per lo sviluppo dell'Africa. Settori di grande
importanza saranno poi quelli dell’istruzione, della cultura, della sanità. La Cina in tal senso si
impegna ad ampliare gradualmente la dimensione dell'assistenza, in particolare quella diretta
alla vita delle popolazioni locali. Quindi un piano per la riduzione della povertà ed un
ampliamento delle cure mediche, promuovendo la cooperazione fra le imprese cinesi e africane
e rafforzando la formazione del personale africano.
Spazio, infine, anche alle varie economie dei paesi africani che potranno godere in Cina di un
trattamento di esenzione dai dazi doganali. Sarà così offerta la possibilità alle imprese africane
di effettuare investimenti nell’immenso territorio cinese.
Tutto questo porta ad una considerazione generale. E cioè che la Cina con questo balzo in
Africa lancia un nuovo guanto di sfida all’intero occidente. Costruisce, con la sua realpolitik,
nuovi ponti per stabilire legami e collegamenti. Prefigura aperture sociali e un clima diverso nel
mondo della globalizzazione sfrenata.
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