ULSS5_2008_N 3 - ULSS 8 Berica

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ULSS5_2008_N 3 - ULSS 8 Berica
POSTE ITALIANE S.p.A.
Tassa pagata
Pubblicità diretta
non indirizzata
DRT/DCB/VI/185/03/SC
del. 19/11/2003
Azienda
Dipartimento immunotrasfusionale
Ospedale
Tre nuovi primari ad Arzignano
e Valdagno
Territorio
Lo psicologo dell’Ulss a scuola
Prevenzione
1° corso di educazione alla salute
Alle famiglie
Restena accoglie la nuova sede
del centro diurno “Punto Chiocciola”
n. 3 anno 2008
Il Flowave per il linfedema
dall’Andos, il linfodrenaggio per il benessere della donna operata al seno
I
moderni protocolli terapeutici per
carcinoma mammario prevedono una terapia chirurgica sempre
più conservativa e una radioterapia
meno aggressiva. Questi però, non
sono ancora sufficienti per evitare il
linfedema del braccio che rimane la
complicanza precoce e tardiva più
frequente.
Il linfedema è un accumulo di liquido
ricco di proteine (linfa) nello spazio
interstiziale dei tessuti, responsabile
dell’aumento di volume della zona
interessata (es: braccio grosso) ed è
espressione di un difetto del sistema
linfatico.
Il trattamento del linfedema si basa su
quattro punti fondamentali:
•drenaggio linfatico manuale e/o ad
onde sonore con il Flowave, per
favorire l’attivazione delle vie linfatiche;
•pressoterapia sequenziale ad aria e
contenzione elastica per far confluire
i liquidi nel sistema linfo-ematico;
•chinesiterapia, la contrazione muscolare facilita il drenaggio dei liquidi;
•cura della cute per evitare infezioni.
L’obiettivo principale del trattamento
riabilitativo del linfedema è quello di
eliminare il ristagno della linfa stimolandone il deflusso. Si riduce così il
gonfiore dell’arto migliorandone la
funzionalità.
Oggi il Comitato Andos Ovest
Vicentino con sede all’Ospedale di
Montecchio Maggiore è il riferimento
per l’accesso al trattamento per il linANDOS Ovest Vicentino
Montecchio Maggiore
Via Cà Rotte 9
Da lunedì a venerdì 9.00 - 12.00
martedì 14.00 - 17.00
tel. 0444 708119 - fax 0444 708602
e-mail: [email protected]
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fedema. Esso, infatti, offre alle donne
con linfedema all’arto superiore l’assistenza e il trattamento necessario.
Grazie a donazioni da parte di Enti
e Fondazioni locali l’Associazione ha
potuto dotarsi di apparecchiature per
la pressoterapia e per il linfodrenaggio ad onde sonore con il Flowave,
un’apparecchiatura che genera onde
sonore capaci di attivare un drenaggio
veno-linfatico loco-regionale.
L’onda sonora generata da un oscillatore presente nel Flowave e trasmessa
all’utente attraverso dei trasduttori,
per il fenomeno fisico della biorisonanza, determina l’oscillazione delle
proteine presenti nei liquidi interstiziali, facilitando la loro migrazione lungo
le vie linfatiche.
Gli effetti benefici di questa terapia
sono:
• un sostanziale recupero della componente proteica tra i vasi;
• un riassorbimento della componente liquida stagnante nell’interstizio;
• un’accelerazione dello scarico di
linfa endovasale.
Ogni donna operata al seno che presenti linfedema del braccio deve essere visitata dal medico fisiatra prima di
sottoporsi al trattamento di linfodrenaggio: egli valuterà il tipo di terapia
più indicata, escluderà eventuali controindicazioni e verificherà successivamente i risultati ottenuti.
Ferruccio Savegnago
Ulss 5 Notizie
periodico d’informazione
dell’Azienda Ulss 5 Ovest Vicentino
numero 3 anno 2008
DIRETTORE
Renzo Alessi
DIRETTORE RESPONSABILE
Elisabetta Carlotti
REDAZIONE
Renzo Alessi, Delia Pinton,
Carmine Molinini, Elena Sandri
Azienda Ulss 5 Ovest Vicentino
via Trento, 4
36071 Arzignano (VI)
tel. 0444 479580
www.ulss5.it
e-mail: [email protected]
RACCOLTA PUBBLICITARIA
Meneghini&Associati Srl
viale Trento, 56 36100 Vicenza
GRAFICA
Raffaello Galiotto
STAMPA
Tipografia Rumor
via dell’Economia, 117
36100 Vicenza
Consegnato in tipografia
novembre 2008
Autorizzazione del
Tribunale di Vicenza
n. 669 del 21.12.1989
tiratura 69.000 copie
distribuzione gratuita
A questo numero hanno collaborato:
Giancarlo Acerbi, Alberto Acqua,
Rosa Barletta, Sabina Bollori,
Gabriele Brotto, Marco Cavallaro,
Donata Cecchinato, Francesca Concato,
Vincenzo Cordiano, Sergio Conti,
Rafaella Dal Lago, Luigi De Santis,
Fiorella De Zotti, Giorgio Gentilin,
Raffaele Gianesini, Elvio Gremes,
Lucia Lazzari, Pietro Mainente,
Renato Magnabosco, Milvia Marchiori,
Giovanni Martini, Marica Melato,
Graziano Meneghini, Giancarlo Nardi,
Massimo Pasqualotto, Elisabetta Pieri,
Roberto Povolo, Piera Pozza, Giorgio
Roncolato, Ferruccio Savegnago,
Maurizio Soli, Giampietro Vezzaro,
Gianni Zini, Rinaldo Zolin.
novembre 2008
Editoriale
Azienda
Dipartimento
immunotrasfusionale
Dipartimento interaziendale Progetto ospedale donna
Puliamo il mondo 2008
Concerto di Natale 2008
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7
7
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Ospedale
Tre nuovi primari ad Arzignano e
Valdagno
8
Emergenza intraospedaliera
9
Parcheggi rosa
9
Neoplasie mammarie
10
Master a Lonigo
11
ANDOS è …darsi la mano
11
Videochirurgia in diretta
a Valdagno
12
La biopsia midollare
13
Ospedale di Lonigo:
il nuovo giardino
14
Fisiopatologia Respiratoria 15
E-Cardiologia Conference
del Mediterraneo
16
Incontinenza urinaria?
16
Territorio
Educazione alla salute
nelle scuole
Lo psicologo dell’Ulss a scuola
Mediazione familiare
Ausili per il movimento
Il servizio di continuità
assistenziale
2° summit sulle
pari opportunità
“Programma giovani disabili”
di Arzignano
I gruppi di auto mutuo aiuto
Mostra di pittura
Prevenzione
Sostanze stupefacenti
Campagna vaccinale Produzioni lattiero-casearie Anagrafe equina
1° corso di educazione
alla salute novembre 2008
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I
n un panorama sanitario in costante cambiamento, sono numerose
le attività della nostra Ulss che riportiamo in questo numero del
Notiziario. Una raccolta di informazioni direttamente dalla voce
dei medici e degli specialisti che costruiscono ogni giorno la nostra
Ulss, con lo sguardo rivolto ai bisogni dell’utenza.
Desidero innanzitutto dare il benvenuto ai nuovi direttori delle Unità
Operative di Medicina di Valdagno dr. Fabio Miserocchi e Arzignano
dr. Pietro Pujatti, e di Pediatria dr.ssa Giuliana Trifirò, reparto quest’ultimo che sta
affrontando una riorganizzazione interna
con potenziamento delle risorse umane
che qualificheranno il servizio reso, assicurando un alto livello prestazionale e una
continuità assistenziale che negli ultimi
anni aveva mostrato incrinature. Proprio in
questa logica l’Ulss 5 sta formalizzando un
rapporto di collaborazione con l’Università degli Studi di Padova - Dipartimento
di Pediatria - al fine di assicurare una rete
di conoscenza ai professionisti impegnati
nella nostra struttura.
Proseguendo il percorso iniziato alcuni
Il Direttore Generale
anni fa, la nostra Ulss continua a prestare
Renzo Alessi
la massima attenzione alle esigenze delle
donne, con la conferma dei “bollini rosa” per l’impegno rivolto alle
problematiche sanitarie femminili. Questi riconoscimenti sono il
risultato di importanti iniziative, quali l’attuazione di campagne di
sensibilizzazione sui problemi maggiormente diffusi tra le donne.
Il consolidamento di questo impegno e la valorizzazione del lavoro
svolto sono state le motivazioni forti che hanno accompagnato la
nostra richiesta alla Regione del Veneto di essere autorizzati ad avere
una struttura complessa di Senologia. L’autorizzazione è avvenuta nel
mese di novembre corrente e ci permette quindi di completare un
assetto organizzativo e di attività ad alto livello. Altro campo di grande
interesse per la nostra Ulss sono le nuove tecnologie e le frontiere della
tele-medicina. Abbiamo raggiunto, infatti, importanti risultati nell’interconnessione assistenziale tra Ospedale e territorio, approfondendo
- fra gli altri - gli sviluppi della rete nel campo della tele-cardiologia. Le
ultime innovazioni tecnologiche hanno portato grossi benefici anche
nella gestione interna dei centri trasfusionali e nel coordinamento
degli acquisti tra tutte le Ulss della provincia di Vicenza.
Voglio inoltre annunciare la definizione del progetto di riorganizzazione
dell’assistenza al malato oncologico, illustrato durante la conferenza
stampa del mese di novembre a cui sono stati invitati anche il dr. Ruscitti, in rappresentanza della Regione del Veneto, e la rappresentanza dei
cittadini promotori del progetto. Il documento prevede: la riorganizzazione dei percorsi assistenziali, la collaborazione con l’Istituto Oncologico Veneto, il potenziamento organico, la definizione di un “circuito”
organizzativo importante per assicurare l’unitarietà dell’intervento e il
carattere di continuità assistenziale. Infine, con grande soddisfazione
per i risultati raggiunti dall’intero staff aziendale, rivolgo a tutti i cittadini,
ai dipendenti Ulss e ai loro familiari i migliori auguri di Buon Natale e di
un felice anno 2009.
3
Azienda
Dipartimento immunotrasfusionale
riorganizzazione informatica nelle donazioni di sangue
N
Giorgio Roncolato
Maurizio Soli
Diventa anche tu donatore, per informazioni e
prenotazioni:
contattare le associazioni
di donatori o
il Centro Trasfusionale
tel. 0444 708310/11
dal lunedì al venerdì
dalle 10.00 alle 15.00
4
el 1998 i centri immunotrasfusionali di Arzignano e Valdagno
erano stati informatizzati con
due sistemi informatici separati, mentre i Punti Prelievo di Montecchio
Maggiore e Lonigo erano stati collegati al sistema di Arzignano per la sola
accettazione dei pazienti. La soluzione
presentava alcuni difetti: i donatori in
entrambi i centri avevano due cartelle
distinte, senza condivisione di informazioni, inoltre i server erano collocati in
ambienti non idonei e le postazioni di
Lonigo e Montecchio Maggiore risultavano lente.
Nel 2006 è stato dunque avviato un processo di centralizzazione degli archivi e
dei server:
1)Aggiornamento del software - nel
2006 sono stati aggiornati i due sistemi informatici alla versione basata
su pagine WEB, che garantisce una
miglior efficienza in rete geografica;
2)Spostamento nella sala macchine del
servizio informatico - a fine 2006 i due
Il Centro Trasfusionale è la sede dove
avviene la selezione dei donatori di
sangue, la raccolta, la lavorazione
e la distribuzione del sangue e dei
componenti da esso derivati (plasma,
piastrine) ai reparti. Il sangue non è
riproducibile in laboratorio e non è
inesauribile, è quindi necessaria la
massima ottimizzazione nella raccolta
e nell’utilizzo al fine di garantirne una
costante disponibilità e la massima
sicurezza per i pazienti cui viene
assegnato.
Ottimizzazione e sicurezza passano
senz’altro attraverso la più ampia
gestione informatica possibile di tutta
l’attività trasfusionale. L’Ulss 5, negli
ultimi due anni, con notevole impegno
operativo ed economico, ha portato a
termine la completa informatizzazione
dei tre centri raccolta sangue (Lonigo,
server fisici sono stati “virtualizzati”
per garantire una gestione più efficiente, affidabile e sicura;
3)Unificazione degli archivi - nel 2007
sono stati unificati i due archivi dopo
aver controllato i dati di ogni paziente, così è stato creato un fascicolo
unico per ciascun donatore.
Nel 2007 la Regione del Veneto ha
chiesto alle Ulss di coordinare i centri
trasfusionali su base provinciale omogeneizzando procedure, metodi e sistemi informatici. L’Ulss 5, avendo precedentemente adeguato e unificato il
sistema, è stata la prima ad “unificarsi”
con Vicenza. A fine 2007 gli archivi del
Centro Trasfusionale dell’Ulss 5 sono
confluiti nel nuovo sistema provinciale
dislocato a Vicenza ed unificati a questa ed ha preso avvio il sistema informatico unico del DIMT - dipartimento
inter-aziendale di medicina trasfusionale provinciale. Attualmente è ancora in
corso l’unificazione con gli archivi delle
Ulss di Bassano e di Thiene-Schio.
Montecchio Maggiore, Valdagno) e dei
due laboratori (Arzignano, Valdagno)
del Centro Trasfusionale.
Ad una prima fase, durante la quale
è stata completata l’unione dei data
base di Arzignano (che comprendeva
Montecchio Maggiore e Lonigo) e
Valdagno, è seguita una seconda fase
con la unione dei dati trasfusionali della
nostra Azienda con quelli di Vicenza.
A tutt’oggi è quindi possibile, in una
qualsiasi sede trasfusionale delle due
Ulss, vedere al computer i dati relativi a
tutti i donatori di sangue permettendo
loro la donazione presso qualsiasi
centro raccolta sangue, e avere a
disposizione la storia trasfusionale
di tutti i pazienti, facilitando ed
accelerando l’assegnazione del sangue
ad un paziente ricoverato o trasferito
nei vari ospedali delle Ulss.
novembre 2008
Azienda
Dipartimento interaziendale
L
acquisti e logistica dell’area vasta della provincia di Vicenza
a Regione del Veneto ha dato avvio nel 2006 a
processi di concentrazione e razionalizzazione
in ambito sovra aziendale e di area vasta, individuando gli approvvigionamenti come primo settore
in cui proporre soluzioni di concentrazione e di specializzazioni delle attività.
In tale ottica la Regione del Veneto ha suddiviso il territorio in cinque aree vaste:
•area vasta della provincia di Vicenza;
•area vasta comprendente le province di Treviso e
Belluno;
•area vasta comprendente le provincie di Venezia e
Rovigo;
•area vasta della provincia di Padova;
•area vasta della provincia di Verona.
L’area vasta della provincia di Vicenza è formata dalle
Aziende Ulss 3 di Bassano, Ulss 4 “Alto Vicentino” di
Thiene-Schio, Ulss 5 Ovest Vicentino di Arzignano
e - capofila - l’Ulss 6 di Vicenza. Essa comprende 11
ospedali, per un totale di 2.700 posti letto ed è operativa da settembre 2008, quando i quattro Direttori
Generali hanno nominato due figure di gestione
dell’area vasta:
1)Presidente dell’Assemblea il dr. Antonio Alessandri,
Direttore Generale dell’Azienda Ulss 6 “Vicenza” ;
2)Direttore del Dipartimento Interaziendale l’arch.
Giancarlo Nardi, Dirigente presso l’U.O.C. Approvvigionamenti Generali ed Economali dell’Ulss 5 Ovest
Vicentino.
L’obiettivo dell’area vasta è quello di concentrare
presso il Dipartimento interaziendale di Vicenza gli
acquisti di tutti i beni in fabbisogno alle quattro
Aziende Sanitarie, per circa 120 milioni l’anno. Questo
garantirà:
•standardizzazione e consolidamento dei fabbisogni di beni e pianificazione degli acquisti a valenza
interaziendale di area vasta, nel rispetto della programmazione definita dall’Assemblea dei Direttori
Generali, recependo le indicazioni formulate dal
centro regionale acquisti;
•programmazione delle gare;
•espletamento delle gare e gestione dei relativi contratti in modo unificato;
•gestione unificata della logistica di magazzino e
omogeneizzazione e informatizzazione della logistica
di reparto.
Queste attività porteranno al miglioramento delle
procedure di acquisto e a una riduzione dei relativi
novembre 2008
costi di gestione. Sono esclusi dagli acquisti unificati
i cespiti (attrezzature, mobilio, ecc.) e i servizi, le cui
procedure di acquisizione rimarranno in capo a ciascuna Unità Operativa di Provveditorato delle quattro
Aziende Sanitarie.
La gestione del Dipartimento Interaziendale di area
vasta comporterà una radicale e complessa trasformazione dell’attuale organizzazione degli uffici preposti,
per cui tale processo dovrà avvenire per gradi:
•la fase “transitoria”, entro il 2010, nella quale saranno
implementate le condizioni necessarie per l’avvio dei
processi di centralizzazione;
•la fase “a regime”, in cui verrà attuata la centralizzazione delle procedure relative alla emissione degli
ordini, alla liquidazione delle fatture ed al pagamento dei fornitori.
Tutte queste attività richiederanno, in particolare, la
dotazione di un adeguato sistema informatico affinché
le procedure delle quattro Aziende Socio Sanitarie
possano “dialogare” tra di loro come in un’unica
struttura. Ciò avrà ricaduta positiva anche su molti altri
settori, in quanto l’unificazione dei servizi non riguarda
la sola parte amministrativa ma si svilupperà anche in
quella sanitaria.
Obiettivo principale, quindi, è integrare una parte dei
servizi sanitari della provincia collegandoli mediante sistemi informatici, come
già avvenuto per la “telemedicina”, la
“teleradiologia”, la “telecardiologia e
la “telemedicina territoriale”.
Giancarlo Nardi
5
messaggio promozionale
Azienda
Progetto ospedale donna
Titolo
ET
“Bollini rosa”: 2 ad Arzignano e 2 a Montecchiosottotitolo
Maggiore
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più vicini alle donne:
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obiettivo comune per
O.N.Da
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di segnalazione
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degli ospedali basato sul livello di
“woman friendship”, cioè sul grado di attenzione nei
confronti delle donne.
L’Ulss 5 aveva partecipato alla prima selezione ottenendo 2 bollini rosa per l’Ospedale di Montecchio
Maggiore e ha presentato la domanda quest’anno
anche per l’Ospedale di Arzignano. La commissione ha
analizzato e classificato 115 candidature, premiandone
96, e ha confermato i 2 bollini già assegnati all’Ospedale di Montecchio M., assegnandone 2 anche all’Ospedale di Arzignano.
Il bisogno di ospedali “al femminile” è dimostrato dai
ricoveri in Italia: sono quasi 5 milioni le donne ricoverate
ogni anno, a fronte di oltre 4 milioni di uomini - nota
l’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna - e
sono più di 2 milioni le donne che hanno bisogno
di trattamenti in Day Hospital. Gli ospedali premiati
pertanto sono le strutture più a “misura di donna”,
segnalate per aiutare le donne a scegliere l’ospedale
più adatto alle loro esigenze.
I requisiti per la certificazione sono la presenza di un
reparto per patologie femminili specifiche, l’applicazione dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) con
particolare riferimento all’appropriatezza delle prestazioni, l’accreditamento e la certificazione per i requisiti
alberghieri e strutturali, le pubblicazioni scientifiche
sulle patologie femminili e il comitato etico con almeno
3 componenti femminili. Una guida dove sono raccolti
tutti gli ospedali premiati con i bollini rosa nel 2007 e nel
2008 è stata distribuita durante il convegno “Donne e
Ospedale: una realtà da migliorare”, tenutosi a Milano
il 20 e 21 novembre 2008.
Fiorella De Zotti
Puliamo il mondo 2008
P
150 ragazzi per il verde dell’Ospedale di Arzignano
er Legambiente, Comune di Arzignano e Ulss 5 Ovest Vicentino è certo che l’attenzione per la natura e la sostenibilità ambientale si imparano fin da giovani.
Per questo, venerdì 26 settembre “Puliamo il Mondo 2008” ha impegnato nella
pulizia del Parco “Francesco Perazzolo” dell’Ospedale di Arzignano ben 150 giovani,
tra cui alcuni bambini ospiti del “Progetto Chernobyl”.
Dopo una gustosa merenda offerta dall’Ulss a tutti i giovani ambientalisti, i volontari
di Legambiente hanno restituito l’armonia del verde a prati e sentieri dell’area, aiutati
dal gioioso esercito di ragazzi armati di guanti e sacchetti.
Per l’Ulss e l’Amministrazione Comunale, si è trattato di un importante strumento di
sensibilizzazione ambientale delle giovani generazioni.
Giampietro Vezzaro
Concerto di Natale 2008
I
l tradizionale concerto di Natale, organizzato dalla Direzione Medica Ospedaliera,
è giunto alla sua sesta edizione. Lo scambio di auguri per le festività 2008 si svolgerà nella Chiesetta dell’Ospedale di Valdagno venerdì 19 dicembre, alle 20.30.
La formazione musicale invitata per l’occasione è il Coro Alpini Novale diretto dal
Maestro Michele Segato - gruppo di fresca formazione che sta riscuotendo buoni
consensi da parte del pubblico. Si tratta di un’occasione, per passare una serata in
compagnia con i colleghi dell’intera Ulss 5. Come di Nome
consueto
seguirà lo scambio
Cognome
degli auguri.
Giampietro Vezzaro
novembre 2008
7
Ospedale
Tre nuovi primari ad Arzignano e Valdagno
per le Unità Operative Complesse di Medicina e Pediatria
L’
Azienda Ulss 5 Ovest Vicentino ha tre nuovi primari: Pietro Luigi Pujatti
per Medicina dell’Ospedale di Arzignano, Fabio Miserocchi per Medicina
dell’Ospedale di Valdagno e Giuliana Trifirò per Pediatria dell’Ospedale
di Arzignano. I medici sono stati presentati dal Direttore Generale Renzo Alessi.
“Siamo soddisfatti delle scelte dei nuovi primari - ha commentato Alessi. Scelte
fatte sulla base di importanti esperienze professionali e scientifiche che consentiranno di offrire qualità nei servizi erogati da questa Azienda”.
Queste nel dettaglio le nomine:
Pietro Luigi Pujatti
N
uovo direttore della U.O.C. di Medicina dell’Ospedale di Arzignano. Nato a
Verona nel 1957, laureato in medicina e chirurgia nel 1983 presso l’Università
degli Studi di Padova, dove ha conseguito la specialità in Medicina Interna nel
1988 e in Farmacologia Clinica nel 1994.
Assistente medico di ruolo dal 1989 presso l’U.O. di Medicina Generale (allora
Divisione Medica III) dell’Azienda Ospedaliera di Padova. Aiuto corresponsabile dal 1994 sempre nello stesso reparto, dove ha lavorato fino al 30/9/2008.
Responsabile dal 1997 del Servizio di Alcologia, U.O. Semplice dal 2004,
dell’Azienda Ospedaliera di Padova, fino al 30/9/2008. Professore a contratto
presso l’Università degli Studi di Padova dal 1996 al 2002. Docente e tutor presso
la Scuola di Formazione Specifica in Medicina Generale della Regione del Veneto
dal 1998 al 30/9/2008.
Fabio Miserocchi N
uovo direttore della U.O.C. di Medicina dell’Ospedale di Valdagno. Nato
a Ravenna nel 1959, ha maturato esperienze professionali nella posizione di Dirigente Medico con attribuzione di incarico di Alta Specializzazione in
Malattie Endocrinologiche e Reumatologiche, e ha svolto attività didattica presso
la Scuola Infermieri Professionali e la Scuola per Terapisti di Ravenna. È medico
tutor-valutatore per i neolaureati di Medicina e Chirurgia per l’abilitazione alla professione presso l’Università degli Studi di Bologna. È stato fondatore del FADOI
(Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti) dell’Emilia
Romagna.
Giuliana Trifirò
N
8
uovo direttore della U.O.C. di Pediatria dell’Ospedale di Arzignano.
novembre 2008
Ospedale
Emergenza intraospedaliera
L
a possibilità che un evento clinico
emergente, imprevedibile e grave
accada in ospedale è possibile
e più frequente di quel che si possa
credere, ed appare evidente che tutti
si aspettano venga gestito rapidissimamente e bene.
Il progetto di revisione e standardizzazione della gestione dell’Emergenza
Intra Ospedaliera (EIO) è stato avviato
nel 2001 dalla Ulss 5, sviluppandosi
nel corso degli anni fino a definire ed
acquisire le dotazioni necessarie ad
operare sul campo ed a perfezionare
la preparazione del personale all’emergenza interna.
L’attuale gestione dell’EIO appare soddisfacente ma andrà progressivamente migliorata per stare al passo con
le nuove esigenze degli operatori, le
nuove tecnologie ed i nuovi orientamenti proposti dagli esperti.
La nostra organizzazione EIO prevede
la presenza di più di trenta postazioni,
un progetto di revisione
inserite all’interno o nelle immediate
vicinanze, delle varie unità operative.
Le postazioni sono costituite da carrelli dedicati, mobili, standardizzati ed
autonomi sia nella struttura, sia nei
presidi di terapia e monitoraggio, sia
nei farmaci in dotazione.
Il nostro Dipartimento emergenze e
cure intensive insieme al nostro Centro
di formazione del personale, ha portato
avanti in questi anni, per i propri operatori sanitari, parallelamente al progetto
EIO, un intenso programma di didattica di supporto all’emergenza, come i
corsi BLSD (supporto alle funzioni vitali
e defibrillazione precoce) con più di
600 certificazioni tra il 2002 ed il 2006
o come i corsi dedicati alla gestione
delle emergenze intraospedaliere, con
una sessione medica specifica, mirata
alla corretta gestione della postazione
EIO, seguiti da più di 300 dipendenti.
Carrello Emergenza Standardizzato
(postazione EIO)
Sergio Conti
Parcheggi rosa
È
partita l’iniziativa ideata dalla
Direzione Medica Ospedaliera
dedicata alle donne in gravidanza
e alle neomamme. “C’è una mamma in
attesa, questo posto è per lei” è il messaggio trasmesso con la nuova segnaletica presente nei parcheggi dell’Ospedale dove compare l’immagine di una
cicogna con un bimbo nel fardello, per
invitare gli automobilisti ad un gesto di
cortesia verso le donne in gravidanza
e le neomamme, che potranno così
parcheggiare più facilmente nei pressi
di strutture ambulatoriali e ospedaliere
afferenti all’Ulss 5 Ovest Vicentino.
Il Direttore Medico dell’Ospedale,
dr.ssa M. Marchiori ha precisato: “Il
Codice della Strada non prevede di
novembre 2008
per le donne in gravidanza
poter riservare posti auto a favore delle
donne in gravidanza, nè di poter sanzionare la loro occupazione indebita”.
L’iniziativa “Parcheggi rosa”, quindi, si
affida esclusivamente alla responsabilità e al senso civico dei cittadini. Oltre
a due posti contraddistinti da segnaletica orizzontale di colore rosa, situati
presso l’ingresso principale dell’Ospedale di Montecchio Maggiore, e riservati alle utenti del Centro Donna e del
Punto prelievi, l’iniziativa prevede altri
posti riservati presso gli Ospedali di
Arzignano e Valdagno, sedi delle Unità
Operative di Ostetricia - Ginecologia e
Pediatria.
Giampietro Vezzaro
9
Ospedale
Neoplasie mammarie
un convegno su diagnosi e trattamento
I
Da sinistra: dr. Privato Fenaroli
direttore U.O.C. Senologia di
Bergamo, Gianna Magnabosco
vicepresidente ANDOS, Piera
Pozza presidente comitato
ANDOS Ovest Vicentino, dr.
Graziano Meneghini responsabile
U.O.S.D. Senologia Montecchio
Maggiore, dr.ssa Flori Degrassi
coordinatrice nazionale ANDOS
10
l 27 settembre si è svolto, a Villa
Cordellina-Lombardi a Montecchio
Maggiore, il convegno “L’evoluzione della diagnosi e del trattamento
delle neoplasie mammarie”. Circa 180
sono stati i partecipanti con qualifica
professionale diversa: medici di medicina generale, medici specialisti, fisiatri, radiologi, infermieri professionali
ed una rappresentanza dell’ANDOS.
L’uditorio si è dimostrato molto interessato alle relazioni degli invitati di fama
nazionale e internazionale che, nella
sessione mattutina hanno fatto il punto
sullo stato dell’arte delle possibilità
diagnostiche e terapeutiche nella lotta
contro le neoplasie mammarie, prima
causa di morte in Europa nella popolazione femminile.
Dopo i consueti saluti di benvenuto
delle autorità presenti, tra cui il direttore generale della Ulss 5 Renzo Alessi,
il sindaco di Montecchio Maggiore
Maurizio Scalabrin, l’assessore provinciale Morena Martini, e Stefano
Valdegamberi assessore alle politiche sociali della Regione del Veneto,
è iniziata la sessione scientifica del
convegno moderata dal dr. Graziano
Meneghini, responsabile dell’U.O.S.
Dipartimentale di Senologia e del
Centro Donna dell’Ospedale di
Montecchio Maggiore.
Importanti e molteplici gli interventi succedutisi nella mattinata. Illustrati
gli aspetti epidemiologici ed i fattori
di rischio del tumore alla mammella,
le prospettive della diagnostica per
immagini, legate alle evoluzioni tecnologiche integrate. Si è parlato di nuove
frontiere diagnostiche e di migliore
curabilità e qualità di vita della donna
in riferimento ai cambiamenti del trattamento chirurgico. Tutti i relatori hanno
sottolineato l’importanza del coordinamento delle figure professionali
coinvolte in maniera multidisciplinare
nella diagnosi e trattamento del tumo-
re mammario. Questo nuovo modello
organizzativo ha costituito la base di
discussione della sessione pomeridiana. Brillante è risultata la relazione
del dr. Privato Fenaroli, direttore della
U.O.C. di Senologia degli Ospedali
Riuniti di Bergamo, che ha illustrato il
modello organizzativo della Breast Unit
da lui diretta come esempio possibile
di integrazione tra i vari professionisti
impegnati nel percorso diagnostico,
terapeutico e riabilitativo delle donne
affette da neoplasia mammaria.
Questo modello organizzativo, già
presente da anni nella nostra Ulss,
e premiato nell’anno 2008 dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute della
Donna (O.N.Da) con 2 bollini rosa,
è stato presentato dal dr. Giovanni
Tacchetti, chirurgo senologo recentemente acquisito ad Arzignano, e che
completa lo staff medico assieme al
dr. Francesco Di Bartolo e al dr. Ivano
Zambrano, il quale ha mostrato la logistica e l’organizzazione dell’U.O.S.D. di
Senologia e del Centro Donna diretto dal dr. Graziano Meneghini. Infine
la dr.ssa Paola Pupulin, psicologa del
Centro Donna, ha sottolineato l’importanza della riabilitazione psichica
per il completo recupero dell’equilibrio psicofisico della donna, portando
alcuni esempi di disagio vissuti nel
lungo percorso della malattia verso la
guarigione. Il pomeriggio si è concluso con l’intervento della sig.ra Piera
Pozza, presidente dell’ANDOS Ovest
Vicentino che, nel decimo anniversario
della fondazione dell’Associazione, a
nome di tutte le volontarie da sempre
impegnate sul territorio,
ha illustrato le numerose iniziative dell’Associazione a supporto
delle donne operate al
seno.
Graziano Meneghini
novembre 2008
Ospedale
Master a Lonigo
per il coordinamento delle professioni sanitarie
I
l nuovo anno porterà alla nostra Azienda una importante e prestigiosa novità: grazie ad un accordo con
l’Università degli Studi di Padova, da metà gennaio
2009 prenderà infatti avvio il master universitario di I
livello in coordinamento delle professioni sanitarie e
l’intero corso si terrà presso il Centro di Formazione a
Lonigo.
L’iniziativa di attivare il master nella nostra sede è nata
nello scorso mese di aprile, dopo che il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto sanità
(firmato proprio il 10 aprile) ha previsto il possesso di
tale titolo post lauream quale requisito indispensabile
per i nuovi coordinatori delle professioni sanitarie e
per tutti coloro che aspirano a divenirlo. La possibilità
di organizzare in loco i corsi è sembrata, sin da subito,
un’opportunità da offrire in primis al nostro personale
interessato ed a quello delle Ulss 3 di Bassano e Ulss 4
“Alto vicentino”, che hanno aderito all’iniziativa.
L’appuntamento è a Lonigo, venerdì 16 gennaio 2009
alle 15, per l’inaugurazione. L’auspicio è che esso segni
l’inizio di una fattiva collaborazione con l’Ateneo patavino e, in futuro, anche con altre Istituzioni accademiche
o di ricerca di eguale prestigio.
Marco Cavallaro
ANDOS è …darsi la mano
I
l comitato ANDOS Ovest
Vicentino - Onlus ha celebrato i primi dieci anni di
attività nel territorio dell’Ulss 5
con la presentazione del volume “Andos è…darsi la mano.
Camminare insieme per condividere”.
Il testo presenta il cammino decennale
dell’Associazione con informazioni medico-scientifiche
sul tumore alla
mammella (prevenzione, diagnosi e cura),
sulla riabilitazione
fisica della donna
operata e sul supporto psicologico del Centro Donna.
L’ultima sessione del testo è riservata alle testimonianze; vengono presentate storie di malattia che diventano
storie di vita e che danno, ancora una volta, l’occasione
per riflettere sulle condizioni delle donne colpite da
tumore al seno.
L’associazione ha sempre accompagnato, con il proprio volontariato, le donne nel difficile percorso postoperatorio, ponendo obiettivi attuabili come ascoltare,
novembre 2008
dieci anni di volontariato
accompagnare, sostenere, aiutare, consigliare, proporre, promuovere…, e realizzando attività aperte a un
ventaglio di proposte per far sì che la donna operata
possa trovare risposte adeguate ai propri bisogni per
una completa riabilitazione e per un armonico reinserimento nel sociale e nel mondo lavorativo. È risultato
fondamentale il ruolo delle volontarie, che hanno stimolato atteggiamenti di fiducia e consentito di ritrovare
quella sintonia necessaria per interagire con il prossimo
e con il mondo che ci sta attorno.
La consapevolezza nel riconoscere i propri campi
d’azione ha vestito l’associazione ANDOS di un ruolo
divenuto fondamentale per molte donne operate e
non, bisognose di aiuto e di un punto di riferimento
per una patologia che tanto colpisce a livello fisico e
psicologico. Nel nostro territorio, molta strada è stata
percorsa insieme, ma altra se ne dovrà ancora percorrere. Molto di tutto questo lo dobbiamo al quotidiano
rapporto e alla proficua collaborazione con l’Ulss 5 e
con i Comuni: nell’ottica del rispetto delle competenze,
ma anche del bisogno di servizi fondamentali, il comitato ANDOS Ovest Vicentino riconosce di aver intrapreso
un cammino collaborativo e costruttivo con le Istituzioni. Questo aspetto è stato sottolineato anche dalla
coordinatrice nazionale ANDOS, dr.ssa Flori Degrassi,
che ha evidenziato i buoni risultati raggiunti per la sinergia delle risorse umane e territoriali e per la sensibilità
umana di tante meravigliose persone.
Piera Pozza
11
Ospedale
Videochirurgia in diretta a Valdagno
protagonista l’ernia
V
aldagno ha ospitato anche
quest’anno un rilevante appuntamento culturale diretto ai
Chirurghi del Veneto e delle regioni
limitrofe, ed organizzato dal primario di
chirurgia Dottor Luigi De Santis.
Il 19 settembre scorso si è tenuto il congresso ”Chirurgia in diretta delle ernie
recidive, bilaterali e dei laparoceli: tecniche tradizionali e videoassistite”.
I chirurghi presenti erano oltre 150,
provenienti dall’Università di Padova,
di Trieste, di Milano, di Bergamo, di
Modena , di Perugia e primari di numerosi centri chirurgici del Triveneto, oltre
alla partecipazione straordinaria di uno
dei più grandi esperti al mondo di questo settore: il Prof. Robert Bendavid,
dell’Università di Toronto, Canada.
Una iniziativa che ha permesso ai medici chirurghi di Valdagno ed Arzignano
di confrontarsi in sala operatoria con i
maggiori specialisti italiani.
Durante il congresso sono stati eseguiti otto interventi chirurgici “in diretta”: gli interventi venivano proiettati in
sala Soster di Palazzo Festari e ognuno
poteva assistere all’operazione con la
possibilità di parlare con l’operatore
e chiedere spiegazioni sulle tecniche
utilizzate durante l’intervento stesso.
Sono stati eseguiti interventi per ernie
inguinali e per laparoceli.
Le ernie sono una patologia benigna
della parete addominale, dovuta ad
una lacerazione o rilassamento della
stessa, che si manifesta come un rigonfiamento all’esterno.
L’intervento per tale patologia viene
eseguito generalmente in elezione,
per evitare che l’ernia diventi “irriducibile” e si “strozzi”, situazione che
necessita di intervento urgente con
rischio di mortalità.
L’intervento in elezione può essere
eseguito in svariati modi: in anestesia
locale, spinale o generale, mediante
chirurgia “tradizionale” (con taglio in
12
sede inguinale e posizionamento di
una “rete” protesica che copra il difetto) o mediante chirurgia “mininvasiva
laparoscopica”, in cui l’ernia viene trattata mediante tre mini-incisioni addominali. Quest’ultima tecnica è stata
utilizzata durante il congresso per trattare ernie bilaterali e recidive.
I laparoceli sono ernie che si verificano, a distanza variabile dall’intervento
chirurgico, a causa di un cedimento
della sutura parietale. Il trattamento
chirurgico dei laparoceli viene eseguito per via laparoscopica, con riduzione delle complicanze legate agli
ampi scollamenti tissutali un tempo
necessari e con notevole confort del
paziente operato. Il congresso di settembre, avvenuto con il patrocinio del
Comune di Valdagno, della Regione
del Veneto, della ACOI (Associazione
Chirurghi Ospedalieri Italiani), della
Società Triveneta di Chirurgia, dell’European Hernia Society Italian Chapter,
ha avuto un contributo notevole
dall’Associazione Progetto Salute Valle
dell’Agno O.N.L.U.S.
Il congresso ha suscitato grande interesse e unanime apprezzamento da
parte di tutti i partecipanti, grazie
anche al notevole impegno del gruppo
operatorio, del Servizio di Anestesia,
del Reparto Chirurgico e del Servizio
di Day Surgery.
Luigi De Santis Raffaele Gianesini
novembre 2008
Ospedale
La biopsia midollare
I
l midollo emopoietico è l’organo
dove, a partire dalle cellule staminali, si formano tutte le cellule del
sangue (globuli bianchi, globuli rossi,
piastrine). Il midollo emopoietico, o
midollo osseo, è contenuto nella zona
centrale (la “spugnosa”) delle ossa.
Non deve essere confuso con il midollo spinale. L’agoaspirato e la biopsia
midollare sono le due tecniche usate
per ottenere un po’ di materiale midollare da analizzare.
Il prelievo può essere effettuato da
diverse ossa ma si utilizza in genere la
cresta iliaca posteriore, una sporgenza
ossea del bacino. Previa disinfezione
della cute, si procede alla sua anestesia
locale prima di praticarvi un’incisione
di pochi millimetri con un bisturi, per
agevolare la penetrazione dell’ago.
Si inserisce quindi lo strumento nella
profondità dell’osso per un paio di
centimetri allorché lo si ritira lentamente per estrarre il piccolo cilindro
di midollo (il cosiddetto frustolo o
“carotina”) rimasto all’interno dell’ago.
Il frustolo è quindi inviato al laboratorio di anatomia patologica per essere
analizzato. La ferita cutanea è talmente piccola da non richiedere punti di
sutura. Dopo 2-3 giorni si rimuovono
i cerottini e le garze adoperate per la
medicazione.
Sul materiale prelevato con biopsia
e/o agoaspirato, si possono effettuare
esami di diversa natura: indagini citochimiche, immunofenotipiche, immunoistochimiche, citogenetiche, di biologia molecolare. Alcuni di questi esami
sono eseguiti in centri specializzati con
i quali collaboriamo. Essi sono utili,
spesso d’importanza fondamentale,
per una diagnosi corretta di numerose malattie ematologiche (leucemie,
linfomi, mieloma, policitemia ecc.), per
la loro stadiazione, o per monitorare lo
stato del paziente dopo il completamento della terapia. In alcune malattie
novembre 2008
procedura sicura per la diagnosi delle malattie del sangue
(per esempio leucemie acute, linfomi a
cellule B, leucemia mieloide cronica),
sono anche determinanti per la scelta
della terapia più appropriata che spesso deve essere personalizzata al singolo
caso a seconda che siano presenti o no
specifiche anomalie cromosomiche o
molecolari. La biopsia midollare può
essere utile anche per confermare il
sospetto di malattie non neoplastiche
(per esempio malattie granulomatose,
febbre di natura incerta) o di metastasi
di tumori solidi alle ossa.
Essendo equiparati a interventi chirurgici per la loro caratteristica di esami
invasivi è necessario che il paziente fornisca il proprio consenso dopo essere
stato adeguatamente informato. Quasi
sempre si effettuano biopsia ed agoaspirato midollare nella stessa seduta,
in quanto le informazioni che possono
ottenersi con i due tipi di materiale
sono complementari. Il prelievo del
midollo non dura più di 10-15 minuti, è
eseguito in ambulatorio, non necessita
di ricovero, è talmente
sicuro che può essere effettuato anche in
pazienti che assumono
anticoagulanti orali o
molto anziani.
Vincenzo Cordiano
Per informazioni
Day-service Area Medica
di Valdagno
tel. 0445 484851
dal lunedì al venerdì dalle
ore 8.00 alle 15.30
Informazioni sulle malattie
del sangue:
sito Italiano di Ematologia
www.emopatie.it
a cura del dottor Vincenzo
Cordiano
Se la biopsia è effettuata
da mani esperte non ci
sono rischi per il paziente,
come dimostrato anche
dalle oltre 800 biopsie
midollari eseguite nei
nostri pazienti in questi
anni.
Agoaspirato del midollo
La procedura, più semplice e meno fastidiosa, è sostanzialmente
analoga alla biopsia, ma con alcune differenze fondamentali.
Il prelievo può essere effettuato anche da ossa più sottili, come
lo sterno (“puntura sternale”); non richiede l’incisione della pelle;
l’ago utilizzato è molto più sottile e ad esso è raccordata una
normale siringa; il sangue midollare aspirato è poi “strisciato” su
appositi vetrini che sono osservati al microscopio.
Al momento dell’aspirazione del sangue i pazienti avvertono una
piccola fitta della durata di qualche secondo.
13
Ospedale
Ospedale di Lonigo: il nuovo giardino
un’area verde a servizio dell’utenza
I
Le caratteristiche principali del
progetto dell’arch. Stefano
Maurizio di Marcon - Venezia
sono:
• finitura dei percorsi pedonali
non più in ghiaia;
• sedute in pietra di Vicenza
modellata ad arte, lungo le
colonne presenti al piano
terra;
• illuminazione dei percorsi
pedonali;
• pavimentazioni con un alto
grado di attrito;
• pendenze inferiori al 3% e
bordi inclinati nei punti di
incrocio con i corsi d’acqua,
al fine di rendere evidente la
discontinuità della pavimentazione;
• nessun elemento sporgente
rispetto al limite del tracciato pedonale, così da scongiurare urti accidentali da
parte di persone ipovedenti,
e spigoli arrotondati degli
arredi in pietra.
Gabriele Brotto
14
l dono dell’ing. Mario Zanetti
all’Unità Operativa di Recupero
e Rieducazione Funzionale è ora
un giardino accogliente, situato tra la
struttura del Vecchio Ospedale (sede
di Distretto Socio Sanitario, Centro
di Formazione e Servizio ambulatoriale di Fisioterapia) e la sede attuale
dell’Ospedale di Lonigo.
Il personale dell’Unità Operativa, profondamente grato e riconoscente,
vuole dedicare alla memoria dell’ing.
Mario Zanetti le fioriture che nel giardino continueranno ad avvicendarsi, a
suo duraturo ricordo.
Gli operatori della riabilitazione, la
direzione generale, la direzione medica ospedaliera e la sig.ra Imelda Ferrari
Faggin - esecutore testamentario,
hanno privilegiato e condiviso la scelta di onorare la donazione creando
un’area verde organizzata prossima alla
struttura socio sanitaria.
Numerose le motivazioni:
1.Il ricovero nei reparti di Riabilitazione
e di Lungodegenza ha una durata
media spesso significativamente più
lunga rispetto al ricovero in reparto deputato alla cura in fase acuta.
La presenza di un’area all’aperto,
attrezzata e godibile anche per la
sua piacevolezza, migliora il livello
di ospitalità offerto tanto agli utenti
degenti quanto ai loro familiari e agli
amici visitatori.
2.Il miglioramento della qualità della
vita aiuta a ritrovare in sé la forza
e la motivazione interiore, utili per
superare lo stato di malattia, e per
partecipare attivamente al processo
di recupero.
3.L’area verde accessibile anche alle
persone con disabilità temporanea
o permanente, soprattutto presso un
luogo di cura dedicato in prevalenza
alle post acuzie, permette di conciliare la fruibilità agevole per tutti con
una dimensione anche esteticamente
valida.
4.Gli esercizi di rieducazione motoria
di tipo specifico, proposti da personale specializzato nelle palestre interne all’Ospedale, possono utilmente essere integrati da esercitazioni
aspecifiche dedicate soprattutto agli
spostamenti con ausili (carrozzine,
deambulatori, etc.). Tali esercitazioni
possono essere eseguite nel giardino, dagli ospiti degenti con l’aiuto
di familiari e caregivers (persone che
prestano assistenza), dopo un’istruzione personalizzata da parte del
fisioterapista.
Consapevole delle esigenze dell’utenza e pienamente convinta dell’utilità
del nuovo spazio verde, ringrazio vivamente tutti coloro che,
con ruoli e competenze
diverse, hanno efficacemente collaborato alla
realizzazione del progetto.
Rosa Barletta
novembre 2008
Ospedale
Fisiopatologia Respiratoria
F
inalmente è nato, con l’arrivo della
dr.ssa Elisabetta Bertocco, l’ambulatorio dedicato alla fisiopatologia respiratoria. Punto di riferimento
per tutto il territorio dell’Ulss 5, il suddetto ambulatorio prende avvio dopo
un periodo di attesa piuttosto lungo,
necessario sia per permettere l’arrivo
della strumentazione, sia per l’addestramento del personale all’uso corretto della stessa. Ubicato presso l’Ospedale di Montecchio Maggiore, al primo
piano, presso la sede della U.O.S.D.
di Patologia Respiratoria, responsabile
dr. Giorgio Gentilin, il nuovo ambulatorio si avvale della lunga esperienza in
questo settore, della dr.ssa Bertocco,
specialista pneumologa.
Prende così il via tutta una serie di
indagini approfondite per le patologie inerenti l’apparato respiratorio che sono in costante aumento in
Italia e in particolare nella nostra Ulss,
prime fra tutte l’asma in tutte le sue
forme (allergica, intrinseca, ecc.) e la
BPCO (Broncopneumopatia Cronica
Ostruttiva) nelle sue varie espressioni.
La nuova strumentazione permette uno
studio accurato e preciso di queste
patologie, tramite l’esecuzione della
spirometria atta a stabilire l’origine e
la causa delle stesse, permettendo
così l’approccio terapeutico più efficace; rivolto anche ad una fascia di età
pediatrica, a partire dai 5 anni.
Questi i test di funzionalità respiratoria
eseguibili presso l’ambulatorio di fisiopatologia respiratoria:
•spirometria semplice o di base;
•spirometria con test al broncodilatatore;
•spirometria globale o con volume
residuo;
•spirometria con diffusione alla DLCO;
•valutazione delle forze muscolari
respiratorie con la MIP/MEP;
•spirometria con test alla metacolina;
•walking test dei 6 minuti;
novembre 2008
una realtà nuova nella nostra Ulss
•emogasanalisi arteriosa e capillare;
•test di funzionalità respiratoria in
previsione di interventi chirurgici sul
torace (percorso pre-operatorio);
•percorso clinico-terapeutico per lo
studio delle patologie del sonno
(OSAS);
•NPO (monitoraggio della saturimetria notturna).
La strumentazione usata per l’esecuzione dei diversi tipi di spirometria (che
sarà cura dello Specialista Pneumologo
prescrivere) consente un’accurata e
sofisticata lettura dell’esame spirometrico da parte della dr.ssa Bertocco,
senza margine di errore, grazie all’accuratezza delle immagini e dei dati che
lo strumento eroga.
Questo ci dà la percezione che l’ambulatorio di Patologia Respiratoria stia
diventando un centro altamente specializzato in questo settore, punto di
riferimento nel territorio dell’Ulss 5.
I nostri cittadini possono così far riferimento all’Ospedale di Montecchio
Maggiore per la diagnosi e la cura
dell’asma e della BPCO, delle patologie respiratorie sonno-correlate e
non solo. Infatti altri esami strumentali
alquanto innovativi sono stati introdotti
nella nostra Unità Operativa.
La Polisonnografia è uno di questi,
assieme al monitoraggio della saturimetria notturna, da eseguirsi a domicilio del paziente. Patologie legate al
russamento o nei casi più gravi alle
apnee del sonno, possono essere riconosciute e trattate grazie alle strumentazioni
citate sopra.
Giorgio Gentilin
Per informazioni
tel. 0444 708305 fax 0444 708304
15
Ospedale
E-Cardiologia Conference del Mediterraneo
la tecnologia a sostegno del rapporto Ospedale - Territorio
I
l Dipartimento di Scienze Cardiovascolari, Respiratorie e Morfologiche dell’Università “Sapienza”
di Roma - Policlinico Umberto I Roma, sotto il
patrocinio della Società Italiana di Cardiologia (SIC) e
dell’Istituto Mediterraneo per la Telematica in Sanità
(I.M.T.E.S.) ha organizzato un Evento Internazionale
tenuto ad Erice (TP) il 29-30 settembre 2008 dal titolo:
“E-Cardiologia Conference del Mediterraneo”. Il programma della Conference presenta una completa ed
aggiornata rassegna delle applicazioni e delle reti di
telecardiologia nelle principali Nazioni del bacino del
Mediterraneo, confrontando le diverse esperienze al
fine di stilare degli standard operativi per l’applicazione della telecardiologia nella pratica clinica.
La tematica della Conference si inserisce nella problematica della stretta interconnessione assistenziale
tra ospedale e territorio. Attraverso la rete e le tec-
nologie informatiche possono essere divulgate non
soltanto informazioni relative ai parametri vitali dei
pazienti, ma anche veicolati contenuti formativi, sia
agli addetti ai lavori, sia rivolti alla popolazione con
notevole impatto sociale.
La conferenza ha rappresentato anche il banco di
prova per l’utilizzo delle più moderne tecnologie per
la comunicazione terrestre e satellitare, dando la possibilità, ad un audience potenzialmente vastissimo,
di seguire a distanza l’evento. A tal fine il convegno
è stato in collegamento con le sedi regionali della
SIC, le sedi ospedaliere italiane del network Hospital
Consulting e le sedi universitarie di Libia, Egitto e
Grecia proponendosi come il punto di riferimento
italiano per l’interscambio culturale nel bacino del
Mediterraneo.
Milvia Marchiori
Incontinenza urinaria?
la soluzione nell’Unità Operativa di Ginecologia di Valdagno
D
a alcuni mesi è attivo presso la Divisione di
Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di
Valdagno un ambulatorio di uroginecologia,
grazie alla donazione di un’apparecchiatura per l’urodinamica. Detta strumentazione consente di studiare
e classificare in modo preciso i disturbi della minzione,
infatti l’esame urodinamico studia i difetti minzionali
sia della fase di riempimento che della fase di svuotamento con un’ottima compliance della paziente. Lo
scopo dell’esame è di stabilire se la paziente è affetta
da incontinenza urinaria da sforzo, da urgenza o da
entrambe (mista).
L’incontinenza urinaria interessa in Italia oltre 2 milioni
di donne, eppure soltanto meno della metà si rivolge
al proprio medico per un consulto. A tutt’oggi infatti
l’incontinenza urinaria risulta un problema non completamente emerso e spesso sottovalutato; eppure
è una patologia che ha un fortissimo impatto sulla
qualità della vita, tale da determinare isolamento,
depressione, disistima personale fino alla limitazione o
cessazione di attività fisiche o alla rinuncia dell’attività
sessuale. L’incontinenza urinaria da sforzo (IUS) è la
perdita involontaria di urina durante uno sforzo fisico
(ridere, tossire, starnutire, camminare o sollevare pesi);
l’incontinenza urinaria da urgenza è invece la perdita
di urina accompagnata da un bisogno urgente ed irre16
frenabile di urinare; mentre la terapia dell’incontinenza
da urgenza è di tipo medico, l’incontinenza urinaria da
sforzo necessita di una terapia chirurgica. Negli anni
sono state proposte numerose tecniche chirurgiche
che però garantivano un tasso di guarigione non superiore al 60 per cento.
Grazie a due ricercatori, Petros e Ulmstein è stato sviluppato un intervento denominato tvt-o che consiste
nell’apporre una benderella di un materiale detto prolene a sostegno dell’uretra con un tasso di guarigione
del 95 per cento. Presso l’Ulss 5, già da diversi anni
viene eseguito questo tipo di intervento che rappresenta il gold standard nella terapia dell’incontinenza
urinaria da sforzo.
I medici di base possono inviare le pazienti con disturbi
della minzione dallo specialista ginecologo al quale
spetterà il compito di valutarle e di filtrare quelle realmente candidate ad eseguire le prove urodinamiche.
L’istituzione di questo importante servizio è stato possibile grazie all’offerta della famiglia Maraschin, che ha
devoluto al reparto la somma che era stata raccolta
dai cittadini Valdagnesi per provvedere alle cure del
piccolo Luca. Si ringrazia infinitamente per questo atto
di generosità.
Giovanni Martini
novembre 2008
messaggio promozionale
Territorio
Educazione alla salute nelle scuole
risultati dei progetti realizzati nelle scuole primarie e secondarie
Scuole Primarie Scuole Secondarie Scuole Secondarie
di I Grado
di II Grado
Come sono stati per te gli incontri?
2% 3%
3% 2%
95%
9% 0%
95%
negativi
non so
positivi
91%
Gli incontri ti hanno aiutato
ad imparare cose nuove?
1% 5%
1%
71%
22%
2%
2% 7%
43%
27%
46%
abbastanza
molto
non so
per nulla
poco
8%
1%
52%
12%
Consiglieresti questi incontri
ai compagni delle altre classi?
7%
6%
5% 4%
87%
7%
91%
no
non so
si
18
90%
3%
I
n questi ultimi anni è sempre più forte la spinta
degli operatori del Servizio di Promozione ed
Educazione alla Salute dell’Ulss 5 nel dare un
valore aggiunto al proprio operato, analizzare e
verificare i punti di forza e di criticità degli interventi,
per determinare il livello di soddisfazione raggiunto
dai progetti nei confronti degli studenti e dei loro
insegnanti.
Per questo viene data particolare importanza al
momento della valutazione come strategia per
aggiornare e migliorare costantemente i processi
progettuali.
In sintonia con tale orientamento, agli studenti delle
scuole che hanno aderito ai programmi di educazione alla salute per l’anno scolastico 2007/08, sono stati
somministrati dei questionari di gradimento al fine
di valutare l’interesse e la partecipazione ai progetti
stessi.
Complessivamente sono stati distribuiti 3205 questionari cosi suddivisi:
•972 alunni delle scuole primarie
•1291 studenti delle scuole secondarie di I°
•942 studenti delle scuole secondarie di II°
L’analisi di una così consistente mole di dati è stata
agevolata dalla predisposizione di un programma
informatico, con la consulenza del dottor Cristiano
Langaro e del dottor Gianni Zini che hanno supportato i responsabili dei progetti nelle diverse fasi di
raccolta dei dati dei questionari.
Il dottor Venceslao Ambrosini, responsabile del
Servizio, nel congratularsi con i collaboratori per la
qualità del lavoro svolto, auspica che si rafforzino
sempre più le alleanze tra servizi socio-sanitari, scuola,
famiglia, volontariato, per fare della promozione della
salute un “sistema complesso di buone pratiche”.
I grafici a lato mostrano i dati suddivisi per ordine
di scuola, ed evidenziano tre principali indicatori di
soddisfazione:
•il livello di gradimento: “Come sono stati per te gli
incontri?”
•il livello di utilità percepita:
“Gli incontri ti hanno aiutato ad
imparare cose nuove?”
•il desiderio di ripetere l’esperienza:
“Consiglieresti questi incontri ai
compagni delle altre classi?”
Donata Cecchinato
novembre 2008
Territorio
Lo psicologo dell’Ulss a scuola
S
i sente spesso parlare di
“Psicologo a scuola” per intendere varie attività di “sportello di
ascolto” gestite autonomamente dagli
istituti. È importante spiegare in che
cosa consiste e si differenzia l’intervento nelle scuole dello psicologo dei
Servizi socio sanitari dell’Ulss.
È dal 1999 che l’Unità Operativa Età
Evolutiva Disabilità realizza attività
progettuali a carattere preventivo a
sostegno della famiglia e dei bambini,
utilizzando i finanziamenti nazionali e
regionali di intervento per l’infanzia
e l’adolescenza, e arrivando nel 2003
alla definizione di un progetto chiamato “Spazio genitori: lo psicologo a
scuola”.
Non è una semplice questione di titoli.
In questo nome è racchiuso l’intento
del progetto: dare la possibilità ai genitori di? ricevere, all’interno della scuola,
consulenze psicologiche ed educative
da parte di psicologi dell’Ulss esperti
in età evolutiva, che possano dare
una risposta ai dubbi, alle preoccupazioni e ai problemi che ogni genitore
incontra nella sua azione educativa.
È lo psicologo che “va a scuola” ad
incontrare i genitori proprio perché
questo ambiente è a loro conosciuto
e familiare, superando così la normale
diffidenza che un genitore proverebbe
nel rivolgersi all’ambulatorio presso il
distretto sociosanitario.
Questa attività presenta poi alcune
caratteristiche peculiari. Innanzi tutto
la consulenza offerta al genitore è preceduta da un’attività di osservazione
del bambino a scuola (realizzata sempre e solo su richiesta e consenso dei
genitori) che permette allo psicologo
di evitare considerazioni generiche,
condividendo con i genitori quello
che ha visto e dando indicazioni che
siano pensate specificatamente per
quel bambino.
Inoltre, dove emerga da parte dei
novembre 2008
un’azione precoce aiuta bambini e genitori
genitori la richiesta di una valutazione più approfondita del funzionamento del
proprio bambino
nelle diverse aree
dello sviluppo
psicologico o di
un intervento di
aiuto, lo psicologo ha la possibilità di accompagnarli personalmente nel percorso di accesso
ai servizi sociosanitari dell’Ulss.
È chiaro che questa modalità di operare crea forme concrete di collaborazione tra la scuola -che non solo ospita
lo psicologo, ma sensibilizza i genitori
all’accesso e usufruisce essa stessa
della consulenza-, i servizi dell’Ulss
per l’età evolutiva e le famiglie del
territorio.
Solo costruendo una visione comune
delle difficoltà del bambino tra genitori, insegnanti e operatori Ulss, si può
arrivare a delineare un percorso condiviso per la definizione del problema e
degli interventi di aiuto.
La priorità data alla scuola dell’infanzia
risponde infine all’esigenza di intervenire sulle situazioni a rischio il più
precocemente possibile, dato che la
prospettiva di miglioramento di ogni
disturbo è inversamente proporzionale all’età del bambino.
La Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 5 ha
deciso che le attività, inserite nel Piano
Infanzia e Adolescenza dell’Azienda,
proseguano anche per il 2008/2009,
potenziando in particolare gli interventi presso la scuola primaria.
Francesca Concato
19
Territorio
Mediazione familiare
un anno dopo
I
l Servizio di Mediazione Familiare dell’Ulss 5, a
circa un anno e mezzo dalla sua istituzione, ha
registrato un aumento costante delle richieste di
intervento provenienti da tutto il territorio. Il Servizio
di Mediazione Familiare si occupa di accompagnare
le coppie separate (sia in caso di matrimonio che di
convivenza) a trovare degli accordi condivisi rispetto
alla gestione dei figli.
L’obiettivo è di aiutare i genitori, in un momento doloroso e delicato come quello della separazione, a uscire da un’ottica “vincitori-vinti” per costruire insieme
un adeguato ambiente di crescita per i figli. Il Servizio
garantisce la totale riservatezza e agisce al di fuori del
contesto giudiziario o da altri percorsi socio-sanitari;
sarà la coppia stessa una volta terminato il percorso
di mediazione a decidere se ufficializzare gli accordi di
fronte al Giudice.
Si è notato che le coppie arrivano al servizio sfiduciate,
disorientate, spesso con un alto livello di conflittualità e conseguenti problemi nella gestione dei figli. È
importante sapere che la mediazione inizia se c’è una
richiesta congiunta e condivisa da parte dei genitori
ed è attività che comporta un impegno di circa sei
mesi per giungere alla definizione degli accordi. Il
tempo contenuto impiegato è senza dubbio un elemento di non poco conto se si pensa ai tempi di risoluzione di un conflitto agito in ambito giudiziario. Gli
incontri sono centrati sulla valorizzazione delle risorse
dei genitori per renderli consapevoli delle loro competenze, riattivando capacità esistenti ma temporaneamente condizionate dal momento particolarmente
difficile che la coppia sta vivendo.
La maggior parte delle coppie che hanno chiesto un
appuntamento al Servizio, sono state invitate su suggerimento del medico di base, del pediatra o degli
operatori dei Servizi Sociali. Una parte di popolazione
si è presentata spontaneamente e ha riferito di aver
preso visione del materiale informativo distribuito sul
territorio.
Il Servizio, oltre all’attività diretta con i genitori, ha promosso e incrementato l’informazione sulla mediazione
familiare impegnandosi in iniziative di pubblicizzazione
di questo nuovo strumento di lavoro attraverso incontri presso i vicariati della zona, con gli avvocati, ecc.
Il Servizio ha anche collaborato alla stesura di un
Protocollo d’Intesa tra la Conferenza dei Sindaci
dell’Ulss 5, l’Ulss stessa e il Tribunale Civile e Penale di
Vicenza, ottenendo anche l’adesione dell’Ordine degli
Avvocati di Vicenza. Obiettivo del documento, che
verrà prossimamente sottoscritto, è chiarire i rispettivi
ambiti di intervento e favorire la collaborazione tra i
soggetti istituzionali coinvolti. Tale iniziativa rientra
tra le attività suggerite dalla Regione del Veneto nelle
Linee Operative sulla Mediazione Familiare pubblicate
nell’agosto 2007 alla cui stesura ha collaborato anche
Elisabetta Pieri Lucia Lazzari
il personale dell’Ulss 5.
Per accedere al Servizio è necessario prendere appuntamento, presso la sede del Distretto Socio Sanitario di
Lonigo, Piazza Martiri della Libertà.
Informazioni: telefonando tutte le mattine dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30 tel. 0444 703542
Ausili per il movimento
a domicilio per la persona parzialmente autosufficiente
È
in continuo aumento il numero di persone che
in casa hanno bisogno di assistenza per spostamenti anche brevi: per mettersi seduti nel letto,
per passare dal letto ad una poltrona, per passare dalla
carrozzina al WC, per alzarsi da una poltrona, ecc.
Aiutare queste persone spesso mette a dura prova la
schiena dei familiari.
Per facilitare questo compito a chi presta assistenza e
prevenire l’insorgere di danno alla schiena sono state
20
predisposte delle procedure per la corretta movimentazione dei pazienti e acquisiti ausili che facilitano il
compito dell’operatore sanitario.
Questi ausili possono rivelarsi preziosi anche nell’ambiente domestico.
Senza pensare ai sollevatori, che sono ingombranti
e di difficile uso, vengono di seguito illustrati alcuni
ausili più semplici, ma non meno utili sia da soli che
associati a carrozzine, comode e deambulatori.
novembre 2008
Territorio
Stringa per autoposizionamento
È una cinghia dotata di otto maniglie sfalsate: quattro a destra e quattro a sinistra.
USO: adattabile ad ogni tipologia di letto, viene fissata tramite un occhiello
posto all’estremità. Permette al paziente collaborante di mettersi seduto, partendo dalla posizione supina nel letto facendo forza con le braccia. Oltre che
per i passaggi posturali nel letto può essere utile in qualsiasi altra situazione per
alzarsi da una posizione seduta (poltrona, sedia, ecc.)
Fascia per sollevamento
Fascia dotata di grip antiscivolo e doppia maniglia. Portata 120 kg.
USO: utilizzata per sostenere il paziente quando si alza dalla sedia o dal bordo
del letto, per aiutarlo a sedersi o a stendersi sul letto.
Cuscino rotante e piastra girevole
Strumenti composti da due strati sovrapposti che ruotano uno sull’altro. Posti
sotto i piedi del paziente consentono di eliminare l’attrito con il pavimento. Può
essere utilizzato anche per far salire il paziente in auto, ad esempio nel passaggio da sedia a rotelle a sedile dell’auto. La parte del disco che appoggia sul
piano deve essere antiscivolo.
USO: la rotazione bilanciata e controllata impedisce traumi distorsivi al ginocchio
e brusche torsioni del tronco durante lo spostamento da seduto a seduto. L’operatore accompagna la rotazione con un piede nella direzione desiderata. Nell’utilizzo di tale ausilio è consigliabile associare la cintura per la presa del paziente.
Cinture per la presa del paziente
Dispongono di maniglie laterali e posteriori, orizzontali o verticali, per facilitare
la presa del paziente. Possono essere utilizzate da uno o più operatori. Sono
imbottite, dotate di grip antiscivolo interno e chiusura esterna con clip di sicurezza. Nella scelta fare attenzione alla taglia.
USO: oltre a facilitare i passaggi posturali, questi ausili trovano impiego in ogni
fase di accompagnamento del paziente. Nell’impiego per lo spostamento del
paziente da seduto a seduto, si associa l’uso della tavola di trasferimento.
Assi di scivolamento
Realizzate con materiali resistenti, facile da pulire e disinfettare. Disponibili in
varie misure, con o senza sedile girevole e dotate di un adesivo antiscivolo che
garantisce un sicuro posizionamento sul letto, sulla sedia, ecc.
USO: semplificano il trasferimento dal letto alla sedia a rotelle, dalla sedia a
rotelle al WC o all’auto. Nel modello con sedile girevole l’aiuto del personale di
assistenza è ridotto al minimo, evitando così pesanti carichi sulla schiena.
Alberto Acqua
Esistono altri ausili il cui uso è un po’ più complesso e richiede un minimo di addestramento.
Gli ausili descritti possono essere richiesti presso i negozi di articoli sanitari
Foto su gentile concessione della ditta Laboindustria
novembre 2008
21
Territorio
Il Servizio di continuità assistenziale
oltre 23 mila interventi nel 2007
Il servizio è attivo tutti i
giorni dalle 20 alle 8 del
giorno successivo, tutti
i giorni festivi (domeniche ed altre festività
infrasettimanali) dalle
8 alle 20 e tutti i giorni
prefestivi dalle 10 alle 20.
Inoltre, può venir attivato
in situazioni particolari,
in genere in occasione
degli incontri di aggiornamento dei medici di
medicina generale e/o
pediatri; in questi casi
l’utenza viene opportunamente informata.
I
l Servizio di Continuità Assistenziale
nasce come Guardia Medica alla
fine degli anni settanta, nome con
cui ancora viene principalmente identificato, come una delle tante innovazioni previste dalla legge di riforma del
Sistema Sanitario Nazionale.
Il fine era per l’appunto quello di
garantire la continuità dell’assistenza
negli orari in cui non sono in servizio i
medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, in particolare per le
prestazioni “indifferibili”, cioè che non
possono essere rimandate al giorno
dopo. È evidente che per le prestazioni urgenti il riferimento rimane il 118 o
il pronto soccorso.
Gli inizi dell’attività del Servizio di
Continuità Assistenziale sono stati
tutt’altro che facili in quanto poco
ZONE OPERATIVE
COMUNI
ARZIGNANO
tel. 0444-479111 - Via del Parco 1
Arzignano
Gambellara
Montorso
Montebello Vicentino
Zermeghedo
CHIAMPO
tel. 0444-624174 - P.zza Zanella
Chiampo
Crespadoro
Altissimo
S. Pietro Mussolino
Nogarole Vicentino
MONTECCHIO MAGGIORE
tel. 0444-708111 - Via Cà Rotte 9
Montecchio Maggiore
Brendola
VALDAGNO
tel. 0445-484500 - Via G. Galilei 1
Valdagno
Recoaro Terme
Cornedo Vicentino
Brogliano
Castelgomberto
Trissino
LONIGO
tel. 0444-431111 - Via Sisana 1
Lonigo
Alonte
Sarego
Grancona
22
considerato sia dall’utenza che dagli
altri operatori della sanità e spesso
relegato in sedi non adeguate.
Nel tempo le cose sono molto cambiate ed ora la Continuità Assistenziale
occupa un ruolo importante nell’ambito dell’organizzazione sanitaria.
Le sedi sono distribuite sul territorio in
modo da poter garantire interventi solleciti. Di norma il Servizio viene attivato telefonando alla sede competente
per territorio ed esponendo le proprie
problematiche.
Il medico del Servizio di Continuità
Assistenziale che viene così contattato
può rispondere con diverse modalità:
1) può limitarsi a dare dei consigli telefonici, qualora lo ritenga sufficiente;
2)può invitare il paziente a recarsi in
ambulatorio per la prestazione;
3)può effettuare la visita domiciliare;
4) qualora ritenga che le condizioni lo
richiedano può attivare direttamente il 118 per evitare perdite di tempo
prezioso;
5)in determinate situazioni e per particolari tipologie di pazienti può attivare
il Servizio Infermieristico domiciliare.
Di ogni contatto, indipendentemente
dalla tipologia della risposta, il medico
riporta gli estremi su uno specifico
registro, dall’analisi del quale risulta
che nel corso del 2007 il Servizio è
stato interpellato più di 23.000 volte
con un progressivo aumento delle
richieste.
Nel corso della visita, il medico di
continuità assistenziale, oltre ai trattamenti ambulatoriali ritenuti opportuni,
può effettuare prescrizioni farmaceutiche per la copertura di non più di tre
giorni: tale limitazione è legata all’opportunità che l’eventuale prosecuzione
della terapia venga prescritta e quindi
sia a conoscenza del medico di medicina generale.
Elvio Gremes
novembre 2008
Territorio
2° summit sulle pari opportunità
I
l 2007 è stato l’anno europeo delle
pari opportunità per tutti. Un anno
ricco di iniziative che hanno contribuito alla lotta contro la discriminazione e alla sensibilizzazione degli
europei di diritto di uguaglianza di
trattamento. Punto di forza è stata
l’apertura di un grande dibattito sui
benefici della diversità, tanto per gli
individui che per gli Stati membri.
Il secondo “Sommet de l’Egalitè”, che
si è tenuto a Parigi il 29 e 30 settembre 2008, è stato dedicato al tema
delle pari opportunità per tutti e alla
discriminazione in Europa e, per questo, sono stati discussi parallelamente
alcuni temi specifici: il ruolo degli attori locali, gli organismi della lotta contro le discriminazioni e il ruolo degli
opinion leader nel cambiamento della
mentalità.
Per quanto riguarda il ruolo degli attori locali nella lotta alla non discriminazione, la Presidenza francese del
Consiglio dell’Unione ha scelto, tra
l’altro, di riportare l’esperienza della
Regione del Veneto, ed in particolare
della Direzione regionale per i servizi
sociali, sul tema: ”Il ruolo degli attori
locali. Collettività locali, amministrazioni, imprese e società civile”. Tale
scelta è derivata dal voler diffondere
la prassi attuata nel Veneto, ed in particolare nell’Ulss 5, circa le modalità di
integrazione lavorativa delle persone
con disabilità psichica ed intellettiva.
Gli ottimi risultati ottenuti derivano
dall’organizzazione del sistema di rete
tra enti istituzionalmente competenti (Servizi per l’Impiego del Lavoro
della Provincia, Servizio Integrazione
Lavorativa dell’Ulss, Servizi sociali dei
Comuni, Servizi formativi) e attori privati presenti nel territorio che, a vario
titolo, influiscono positivamente nel
percorso di integrazione delle persone
svantaggiate e con disabilità (aziende,
cooperative sociali...).
novembre 2008
una rete per costruire la comunità
Nel Veneto la realtà locale e le Ulss
hanno influito in modo decisivo nella
lotta contro la discriminazione e a
favore delle pari opportunità per tutti,
nell’integrazione lavorativa delle fasce
deboli offrendo spunti anche nelle
scelte politiche nazionali.
L’elemento importante e innovativo
è stata la costruzione di una rete tra
politiche sociali, sanitarie, della formazione e del lavoro: un trampolino di
lancio per costruire la comunità.
Si è compreso infatti che non è pensabile delegare la soluzione dell’integrazione lavorativa delle fasce deboli
a interventi normativi o a misure regolative calate dall’alto.
Si tratta invece di individuare una politica connotata da una forte diffusione,
adatta ad individuare nuove forme
di interazione con i soggetti esclusi,
orientata a promuovere relazioni di
sussidiarietà all’interno delle comunità
locali e di corresponsabilità tra tutti gli
attori coinvolti.
L’inserimento lavorativo non è competenza esclusiva di qualcuno, ma dell’intera comunità. Ciascuno è soggetto
e risorsa all’interno di un sistema che
accoglie globalmente i problemi dei
suoi componenti. Ha quindi precise
responsabilità sul lavoro fatto nel territorio e deve capire qual è il proprio
spazio d’azione.
La relazione presentata a Parigi, supportata dai risultati raggiunti nell’Ulss 5
e nella Regione del Veneto nell’integrazione lavorativa della persona
con disabilità intellettiva o psichica,
ha riscosso grande interesse a livello
europeo e molte sono state le richieste pervenute da vari Paesi europei
interessati a implementare tali prassi
nella lotta contro ogni forma di discriminazione, nella direzione di offrire
reali pari opportunità per tutti.
Rafaella Dal Lago
23
Territorio
“Programma giovani disabili” di Arzignano
inaugurazione della nuova sede
I
La nuova sede
l Programma Giovani Disabili (PGD) di Arzignano ha cambiato casa: la nuova
sede di Restena -in via Cinto 1- è stata inaugurata il 4 ottobre.
Per l’occasione, il PGD ha cambiato nome. I ragazzi che frequentano il centro
diurno hanno ribattezzato il progetto “Punto Chiocciola”, per richiamare la lentezza della lumaca e l’idea del nuovo, rappresentata da internet.
La manifestazione ha avuto un centinaio di partecipanti, tra cui una trentina di
persone in bicicletta che hanno percorso l’itinerario dalla vecchia alla nuova sede.
Tra di essi, i ciclisti dell’Associazione Team Piazza 2000 di S. Pietro Mussolino.
Nel cortile della nuova sede, dove uno striscione della comunità di Restena ha
accolto i ragazzi con un coloratissimo “Restena è felice di avervi qui!“, durante la
cerimonia, è stato messo a dimora un albero di ciliegio.
Oggi il Centro è rivolto a giovani che hanno terminato la scuola e accoglie dal
lunedì al venerdì una decina di ragazzi con disabilità. L’obiettivo fondamentale è
assicurare loro un ambiente organizzato per favorire la realizzazione personale e
l’integrazione sociale. Vengono proposte attività educative, espressive, pratiche,
motorie, al fine di apprendere cose nuove e di stimolare la relazione, lo stare
bene con se stessi e con gli altri.
Il Centro è gestito direttamente dall’Ulss 5 ed è parte della rete dei servizi per la
disabilità in età adulta, che fa capo al Distretto Socio Sanitario.
Il nuovo spazio è stato concesso dall’Amministrazione comunale di Arzignano,
che ha provveduto alla sistemazione dei locali e all’installazione di una rampa per
l’accesso di persone con ridotta mobilità.
Esperienze di integrazione nei centri diurni
Pesca con l’Associazione pescatori
di Valdagno
Per informazioni
U.O. Disabilità Età Adulta
tel. 0445 423150
e-mail: [email protected]
24
La disponibilità di volontari e associazioni all’interno dei centri diurni ha consentito agli utenti di svolgere stimolanti attività di pesca, teatro, educazione ambientale, uscite invernali, spettacoli musicali, piscina, attività con cavalli e altri animali.
Nei centri diurni per persone con disabilità, infatti, sono favoriti i contatti con la
comunità locale, i gruppi, le associazioni del territorio ed è benvenuta la collaborazione di volontari.
Sono state finora maturate esperienze interessanti e coinvolgenti, sia per le persone con disabilità, sia per i volontari e le associazioni disponibili. In alcuni casi
sono stati instaurati rapporti consolidati nel tempo, con iniziative che si rinnovano
ogni anno; in altri casi si è ricercata maggiormente l’innovazione, attorno ad un
unico evento significativo.
Molto interesse rivestono in particolare i laboratori espressivi con le scuole, realizzati da alcuni anni nel CEOD Azzurra con l’iniziativa “Impara l’arte con Azzurra”
e dal Centro Gaja in una prima esperienza dello scorso anno.
Infine, un particolare progetto vede quest’anno coinvolti piccoli gruppi di persone con disabilità in semplici attività svolte all’interno del Distretto
socio sanitario di Valdagno, con la guida degli operatori del
CEOD Azzurra o del PGD di Valdagno. Il progetto, denominato
“Squadra mobile”, è un primo tentativo di integrazione in contesti pubblici, che dà la possibilità di valorizzare e apprezzare le
capacità personali e relazionali dei ragazzi coinvolti.
Sabina Bollori
novembre 2008
Territorio
I gruppi di auto mutuo aiuto
I
l 9 ottobre 2008, a Villa Brusarosco
di Arzignano, i gruppi di auto mutuo
aiuto (AMA) dell’Ulss 5 hanno
festeggiato il loro decimo anniversario.
L’evento è stato sostenuto dal Comune
di Arzignano e dall’Associazione Onlus
La Risorsa.
La giornata è stata un’occasione per
esplicitare la collaborazione esistente
tra i Comuni e l’Ulss 5, ripercorrendo
attraverso le testimonianze e la mostra
fotografica l’evoluzione dei gruppi
avvenuta dal 1998 ad oggi. Sono intervenuti i partecipanti dei gruppi AMA
e GAMA con le loro testimonianze,
il Direttore Sanitario Giampaolo Stopazzolo, il Direttore dei Servizi Sociali Antonella Pinzauti, il Direttore del
Dipartimento di Salute Mentale Claudio Busana, il Consigliere Regionale
del Veneto Giuliana Fontanella e i Sindaci dei Comuni del territorio, rappresentati dal Presidente della Conferenza
dei Sindaci Maurizio Scalabrin.
I gruppi di Auto Mutuo Aiuto - nati
nel 1998 nell’ambito del Progetto Self
Help “Porte Aperte” ora diventati
attività collegata con il Dipartimento
di Salute Mentale - offrono uno spazio
di incontro alle persone che condividono problematiche psicologiche e
psichiatriche.
Le persone si incontrano in un clima
di parità e di amicizia, scambiano le
esperienze, riscoprono le proprie risorse e camminano assieme per migliorare la qualità della vita. I gruppi AMA
sono altresì un efficace strumento per
allontanare lo stigma che accompagna
solitamente il disturbo psichiatrico. Ciò
avviene attraverso l’apertura dei gruppi
alla comunità e viceversa: si cerca di
integrare le persone sempre più nel
territorio attraverso le diverse attività
dei gruppi, cercando di coinvolgere sia
gli enti pubblici che i privati. Per questo l’incontro e lo scambio avvenuto
durante la giornata dell’anniversario
novembre 2008
un ponte tra comunità e dipartimento di salute mentale
ha segnato una tappa fondamentale
di questo progetto, perché ha visto la
partecipazione e la condivisione dei
gruppi con i rappresentanti dei Servizi
socio sanitari e dei Comuni.
Questo progetto che è partito ad
Arzignano come un piccolo centro
“Porte Aperte”, in seguito all’operato e
ai risultati ottenuti, si è espanso in tutto
il territorio, da Valdagno a Lonigo. Nel
tempo la realtà dei gruppi AMA, sempre più vasta, ha potuto stringere intese con le realtà locali, creare un continuo rapporto fra il servizio pubblico e
gli stessi. È sorta altresì l’associazione
di volontariato La Risorsa Onlus che
collabora con il Self Help facilitando le
relazioni con il mondo del volontariato
e organizzando eventi di promozione
della salute mentale.
Da qualche anno è stata promossa
la partecipazione dei gruppi AMA
dell’Ulss 5 al Coordinamento Vicentino
(GAMA) della realtà dell’auto-aiuto
provinciale, promuovendo uno spirito
di collaborazione e scambio tra realtà
locali diverse. Questa evoluzione ha
portato i gruppi AMA ad essere presenti in tutto il territorio dell’Ulss 5 coinvolgendo circa 400 persone - tra utenti,
familiari e volontari - che partecipano
a gruppi di parola (generale, familiari), di interesse (decoupage, palestra,
cinema, PC), di svago e tempo libero
(gita, aquilone, luna crescente, buona
domenica).
Marica Melato
Sedi dei Gruppi AMA
Centro Porte Aperte
via Duca d’Aosta 35
36071 Arzignano VI
tel. 0444 675 640
Il Volo
via G. Galilei 5
36078 Valdagno VI
tel. 0445 423 361
Centro A.M.A. Lonigo
via Sisana 1
36045 Lonigo VI
tel. 0444 431 212
25
Territorio
Mostra di pittura
promossa da Centro Aurora e Comune di Valdagno
È
stata inaugurata nei mesi scorsi, nella Galleria
dei Nani di Valdagno, la mostra personale della
pittrice recoarese Cinzia Grandis, presentata dal
critico Vittorio Visonà, dal Direttore del Dipartimento
Salute Mentale Claudio Busana e dall’Assessore alla
Sanità del Comune di Valdagno Guido Novella.
Cinzia ha raggiunto un importante obiettivo della sua
storia personale, grazie all’impegno degli ultimi anni
e alla partecipazione al percorso terapeutico riabilitativo presso il Centro Aurora e la Cooperativa Studio
Progetto.
Così si presenta: “Nella mia esistenza ci sono stati
molti periodi bui, di grande sofferenza e disagio ma
sono riuscita a mantenere viva la voglia di tradurre
il mio mondo attraverso la tela e i colori. Da quelle
esperienze di vuoto ho potuto capire quanto la mia
arte fosse inscindibile dalla mia persona e quanto
fosse importante per me dipingere, come lo può
essere la forza di un respiro, una boccata d’aria che si
espande nel torace”.
Come per lei, così per altri 35 utenti è importante
seguire le attività del Centro Diurno, per superare le
conseguenze negative del disagio mentale. Alla fine
del percorso ciò che
più conta è trovare
un valido inserimento sociorelazionale,
adatto alle proprie
attitudini e possibilità.
Sono però ancora
molti i pregiudizi nei
confronti dei disturbi mentali, nonostante molti scien- “Fierezza e umiltà”, dipinto da Cinzia Grandis
ziati, artisti e attori
famosi hanno avuto problemi similari.
Oltre alle attività di Centro Diurno, il Centro Aurora
gestisce quattro appartamenti “a bassa protezione”
per nove utenti e segue l’inserimento lavorativo di
molti altri: negli ultimi dieci anni, ben 2300 persone sono state seguite dal Centro Salute Mentale di
Valdagno, diretto dal dr. Renato Magnabosco.
Renato Magnabosco
Sostanze stupefacenti
dalla Comunità Papa Giovanni XXIII un convegno con le Forze dell’Ordine
“L
onigo in…SOSTANZA si confronta” questo
il titolo del convegno svoltosi lo scorso 26
settembre. Una giornata di riflessione sulla
diffusione di comportamenti a rischio e sull’uso di
sostanze, promossa dalla Comunità Papa Giovanni
XXIII, nell’ambito del Piano Triennale di Intervento
2006/2008 - Area Dipendenze dell’Ulss 5.
Hanno aperto i lavori il Sindaco di Lonigo Silvano
Marchetto, il Direttore dei Servizi Sociali dell’Ulss 5
Antonella Pinzauti, il Responsabile della Comunità
Papa Giovanni XXIII di Vicenza Roberto Vittori e il
Responsabile della Comunità Terapeutica di Lonigo
Ugo Ceron. Sono seguiti interventi da parte di diversi
enti, dall’Ulss alle Forze dell’Ordine, dal Comune fino
alla scuola. Molti gli spunti di discussione emersi.
Essenziale è il concetto di vulnerabilità, inteso non
come predestinazione, ma come una condizione di
maggior rischio di assumere sostanze psicoattive
26
legali o illegali.
Un’informazione corretta - unita alla diffusione di una
cultura contraria all’adozione di sostanze stimolanti
- non basta a contrastare il diffondersi di comportamenti a rischio. Sono necessarie infatti azioni di controllo del territorio da parte delle Forze dell’Ordine,
che limitino la disponibilità delle sostanze illegali e
scoraggino l’assunzione di alcolici prima di mettersi
alla guida.
Bere in modo diverso, assicurando il divertimento, la
compagnia e la sicurezza è possibile!
Maria Grazia Alfonsi, insegnante dell’IPSIA “Sartori”
e Rocco Sbirziola, Preside del Liceo “Pavoni” hanno
sottolineato la necessità di intensificare le iniziative di
prevenzione nella scuola, attraverso percorsi educativi che coinvolgano studenti, insegnanti e genitori.
Gianni Zini
novembre 2008
Prevenzione
Campagna vaccinale
anti tetano, difterite, pertosse, meningococco tipo C e varicella per i nuovi 14enni
Come previsto dalla Regione del Veneto anche quest’anno
il Servizio Igiene Pubblica dell’Ulss 5 ha condotto una serie
di campagne vaccinali rivolte alla popolazione. Una delle
ultime in ordine di tempo è stata quella contro tetanodifterite-pertosse (richiami), meningococco C e varicella per
gli adolescenti di 14 anni d’età, i nati nel 1994 hanno ricevuto
quindi nei mesi scorsi l’invito alla campagna in oggetto da
parte del Servizio Igiene e Sanità Pubblica. Per i ritardatari
o per chi per qualche impedimento non abbia potuto presentarsi nelle date di appuntamento, è possibile aderire alle
vaccinazioni presentandosi negli Ambulatori Vaccinali presso
Sede ambulatorio e orario telefonico
Valdagno
Via Galilei, 3
tel. 0445 423116 (lunedì e giovedì 11.30 - 13.00)
Recoaro Terme
Via Bruni, 1
tel. 0445 792457 (mercoledì 08.30 - 09.00)
tel. 0445 423116 (lunedì e giovedì 11.30 - 13.00)
Cornedo V.no
Piazza A. Moro, 17
tel. 0445 450015 (martedì 08.30 - 09.30)
tel. 0445 498974 (giovedì 08.30 - 09.30)
Trissino
Via N.Sauro, 4
tel. 0445 498974 (giovedì 08.30 - 09.30)
tel. 0445 450015 (martedì 08.30 - 09.30)
Arzignano
Via Kennedy, 2
tel. 0444 475680 Medicina Pubblica
(tutti i giorni 10.30-12.30)
tel. 0444 475686 Vaccinazioni
(mercoledì 09.00 - 10.00 giovedì 08.30 - 09.30)
Chiampo
Via Fante D’Italia
tel. 0444 426526
(martedì 08.00 - 09.00 giovedì 16.00-16.30)
Montecchio M.
Via Giuriolo
tel. 0444 703523
(lunedì e mercoledì 10.30-11.30)
Lonigo
Piazza Martiri della Libertà, 9
tel. 0444 431348
(martedì e giovedì 11.30-12.30)
Montebello V.no
Piazzale Cenzi, 2
tel. 0444 431348 (martedì e giovedì 11.30-12.30)
novembre 2008
i Distretti Sanitari, negli orari riportati nella tabella allegata.
Tutti i vaccini proposti sono efficaci, sicuri ed in genere ben
tollerati. L’adesione è importante per evitare il rischio di contrarre malattie potenzialmente mortali, o in grado di arrecare
gravi complicazioni e danni permanenti alla persona. L’anno
prossimo ovviamente si continuerà su questa linea preventiva, invitando tutti i ragazzi nati nel 1995 per la campagna
vaccinale di cui sopra, nel periodo autunnale. Di seguito si
riportano i nuovi recapiti telefonici e gli orari del servizio
di vaccinazioni pediatriche e di medicina pubblica, validi
dal 12 gennaio 2009.
Rinaldo Zolin Massimo Pasqualotto
Attività
Medicina Pubblica
Giorno
lunedì
martedì
venerdì
Orario
09.00-11.00
14.00-16.00
11.00-12.00
Modalità accesso
Vaccinazioni Pediatriche giovedì
venerdì
Medicina Pubblica
mercoledì
Vaccinazioni Pediatriche mercoledì
09.00-11.00
09.00-11.00
10.30-12.00
09.00-10.30
appuntamento
Medicina Pubblica
martedì
Vaccinazioni Pediatriche lunedì
09.30-11.30
14.00-16.00
senza appuntamento
Medicina Pubblica
giovedì
Vaccinazioni Pediatriche giovedì
11.30-12.30
09.30-11.30
senza appuntamento
Medicina Pubblica
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27
Prevenzione
Produzioni lattiero-casearie
cibo salutare e di qualità all’insegna della tradizione
N
el territorio dell’Ulss 5 lavorano
diversi stabilimenti di produzione e trasformazione del latte.
Ben undici di questi sono “riconosciuti
CE”, conformi cioè alle norme europee
del “Pacchetto Igiene”, abilitati alle
lavorazioni su larga scala e con possibilità di vendere i propri prodotti ad
altre realtà commerciali anche all’estero (supermercati, negozi, gastronomie
etc.) Ci sono inoltre alcune attività
produttive di minore entità, agriturismi
e malghe, che producono esclusivamente per la vendita in loco al consumatore finale. La tipologia degli undici
stabilimenti CE è la seguente:
• 4 stabilimenti con produzione di Asiago D’Allevo Dop (sopra i 60 gg. di
stagionatura) a Trissino, Castelgomberto, Altissimo e Nogarole V.no;
• 1 con produzione di Asiago Pressato
o Latte Intero Dop (sotto i sessanta
gg. di stagionatura) a Montebello
Vicentino;
• 1 con produzione di Provolone Valpadana Dop, a Montorso Vicentino;
• 1 con produzione di Latte sterile
UHT, a Valdagno;
• 2 con stagionatura e porzionatura
28
formaggi vari a Cornedo Vicentino e
a Lonigo;
• 2 con produzione, porzionatura e/o
confezionamento di basi per gelati a
Montecchio Maggiore e a Lonigo.
In questi stabilimenti, nel 2007, il
Servizio Veterinario dell’Ulss ha effettuato ben 80 controlli ispettivi e 130
campioni per la ricerca di aflatossine
e di altri patogeni microbiologici, rilevando nel complesso un buon livello
igienico-sanitario delle lavorazioni e
dei prodotti. Non sono emersi particolari problemi sanitari e le aziende
hanno recepito le osservazioni e le
prescrizioni del Servizio Veterinario atte
a garantire una sempre maggior sicurezza dell’alimento.
Il settore lattiero - caseario è senza
dubbio importante oltre che da un
punto di vista commerciale, anche da
un punto di vista culturale, con produzioni che rispecchiano la tradizione
e rinforzano il legame uomo-territorio
e prodotto-territorio. Infatti per quello che riguarda la produzione di formaggi, l’Ovest Vicentino è una delle
poche aree rimaste in cui le tecniche
di produzione sono ancora legate alla
tradizione, favorite dal fatto che gli
stabilimenti non sono molto grandi, la
produzione non è standardizzata ed il
fattore umano, con tutto il suo bagaglio di conoscenza e di esperienza,
conta ancora in maniera rilevante.
I formaggi e il latte del territorio quindi
sono di ottima qualità e sono molto
apprezzati dai consumatori: i numerosi
controlli da parte delle aziende stesse mediante l’autocontrollo e da parte
del Servizio Veterinario
dell’Ulss 5, inoltre, fanno
sì che il loro grado di
sicurezza igienico-sanitaria sia elevato.
Giancarlo Acerbi
novembre 2008
Prevenzione
Anagrafe equina
C
on il decreto del 5 maggio 2006, il
Ministero delle Politiche Agricole
e Forestali ha dettato le linee
guida per la gestione e l’organizzazione dell’anagrafe equina nazionale. Da
molti anni infatti si sentiva la necessità
di mettere ordine al settore degli equidi
(cavalli, asini, muli, bardotti, pony etc.)
Le finalità principali di questo decreto
sono, da un lato quelle di garantire il
consumatore di carni equine dalla presenza di residui di trattamenti farmacologici nelle carni, e la salute pubblica
in generale circa la trasmissione dagli
equidi all’uomo di eventuali malattie
(zoonosi). Dall’altro quello di difendere dalle malattie il patrimonio equino
italiano.
Si è inoltre allargato l’orizzonte ai grandi concentramenti di cavalli, con lo
scopo di assicurare la regolarità delle
corse e di prevenire l’uso illegale di
sostanze dopanti.
Nel territorio dell’Ulss 5, nonostante manchi la grande industria ippica
(grandi scuderie e allevamenti, ippodromi etc.) il mondo del cavallo trova
comunque molti estimatori: sono presenti circoli ippici e maneggi con un
discreto numero di soggetti e, ancor
più, numerosi privati cittadini sono proprietari di esemplari per il trekking e le
passeggiate, grazie anche ad un territorio che dal punto di vista ambientale
e paesaggistico ben si presta per questo tipo di attività.
Un censimento preciso della popolazione equina non è mai stato fatto e
sinora era di difficile realizzazione, principalmente per la non obbligatorietà
dei test per anemia e per i frequenti
cambi di proprietà associati ad una
estrema mobilità sul territorio.
Attualmente, dai dati in possesso che
si basano sui test per anemia infettiva effettuati nel 2007, risultano essere
presenti nel territorio 221 insediamenti
con 594 capi (uno solo di questi è
novembre 2008
nuove disposizioni per gli amanti del cavallo
risultato positivo per anemia infettiva)
e il dato dei nuovi insediamenti è in
costante aumento.
Oggi dunque, presso gli uffici del
Servizio Veterinario, ciascuna azienda
in cui è presente anche un solo equide
deve chiederne la registrazione e deve
dotarsi di un registro di carico-scarico
su cui riportare nascite, morti, vendite
e spostamenti degli animali.
Il Servizio Veterinario attribuirà ad ogni
azienda un preciso codice aziendale.
Successivamente il proprietario dovrà
rivolgersi all’Associazione Provinciale
Allevatori (APA di VICENZA) che provvederà alla registrazione, all’identificazione tramite microchip e all’emissione
del passaporto individuale che accompagnerà l’animale in ogni suo spostamento, compreso l’eventuale invio al
macello.
Sul passaporto individuale, quindi,
oltre ad essere specificata, ai fini della
sicurezza alimentare, la destinazione
d’uso finale dell’equide DPA (destinato
alla produzione di alimenti) o non DPA
(non destinato a tale uso), verrà altresì
annotata dal veterinario l’esito del test
di Coggins (Anemia Infettiva), che l’Ordinanza Ministeriale 18 dicembre 2007
rende obbligatoria anche per il 2009 su
tutti gli equidi al di sopra dei sei mesi
di età.
Roberto Povolo
Per informazioni:
Servizio Veterinario Ulss 5
e-mail: [email protected]
da lunedì a venerdì
dalle ore 8 alle 13 lunedì e mercoledì anche
dalle ore 14 alle 17
Arzignano 0444 475671
Valdagno 0445 423118
Lonigo 0444 832426
APA di Vicenza:
tel. 0444 396911
fax 0444 396919
29
Prevenzione
1° corso di educazione alla salute
i giovani, tutors nella scuola superiore
S
Oltre all’ideatore
dell’iniziativa, il dr. Basilio
Dalle Carbonare, hanno
curato i corsi: dr. Vincenzo
Balestra, direttore del SERT
di Vicenza, dr.ssa Antonia
Basso, direttore del servizio
per l’educazione alla
salute Ulss 6 Vicenza, dr.
Ferruccio Cavallin, psicologo
di Vicenza, prof. Santi
Davide Ferrara, professore
ordinario di Medicina Legale
dell’Università di Padova,
dr. Marco Irone, anestesista
a Vicenza, dr.ssa Ortensia
Pavan, nutrizionista a
Vicenza, dr. Andrea Tramarin,
infettivologo a Vicenza, prof.
Cleto Veller Fornasa, primario
dermatologo a Vicenza, prof.
Giorgio Zanchin, professore
dell’Istituto di Neuroscienze
dell’Università di Padova, dr.
Nadir Zocca, ematologo di
Vicenza, dr. Pietro Mainente,
chirurgo Ospedale di
Valdagno.
Quest’ultimo è stato
chiamato in quanto aveva già
avuto un’esperienza simile
nell’anno scolastico 20052006. Con la collaborazione
del Servizio di Educazione
alla Salute dell’Ulss 5 aveva
infatti effettuato un ciclo
di conferenze nelle scuole
superiori dal titolo “sulla mia
pelle: un scelta consapevole
relativamente a piercing,
tatuaggi e lampade solari”
visitando 12 scuole dell’Ulss
e parlando in 50 classi (oltre
1100 studenti contattati).
30
i è svolto dal 15 al 19 giugno
scorso ad Asiago il primo corso
sulla salute in stile campus USA
in Italia. Da un’intuizione del chirurgo
plastico Basilio Dalle Carbonare, con
il patrocinio dell’Ordine dei Medici di
Vicenza e con l’appoggio del CSA (l’ex
provveditorato agli studi) è nata un’iniziativa senza precedenti nel Veneto.
L’idea di riunire in uno “stage” di
cinque giorni 12 specialisti con 90
studenti del 3° e 4° anno delle scuole
superiori della provincia, per una full
immersion su temi legati alla salute, ha
lo scopo di formare dei giovani “animatori” attivi nelle scuole, che intervengano con i coetanei per illustrare
i rischi e le conseguenze di pratiche e
stili di vita pericolosi.
Nel corso dell’iniziativa ci si è concentrati su quattro aree tematiche che
presentano aspetti critici nei comportamenti di gruppo. Ecco allora i giovani parlare di “pelle e come reagisce alle lampade solari”, “piercing e
tatuaggi”, “meccanismi di azione delle
sostanze d’abuso” quali caffeina, nicotina, alcol, oppiacei, ecstasy, cocaina,
LSD e le relative dipendenze patologiche, “malattie siero trasmissibili (AIDS,
epatiti) e sessualmente trasmissibili” e
“disturbi del comportamento alimentare, anoressia, bulimia, obesità”.
Al campus hanno partecipato 90
ragazzi, provenienti da 11 istituti
superiori della provincia: Pigafetta,
Lioy, Fogazzaro e Quadri di Vicenza,
Corradini di Thiene, Zanella e Tron di
Schio, Da Vinci di Arzignano, Masotto
di Noventa, Trissino di Valdagno, Da
Ponte di Bassano. I ragazzi sono stati
scelti non solo in base al merito, ma
anche in base a doti di comunicazione
con i coetanei.
Ogni argomento trattato è stato seguito con attenzione dai giovani che, con
il passare dei giorni, hanno perso l’iniziale timore reverenziale nei confronti
dei docenti permettendo un’interrelazione più spontanea e aperta. Gli studenti hanno lavorato su materiale cartaceo, ma da loro è scaturita l’idea di
pubblicare un giornale
e un blog, con un forum
per continuare lo scambio di informazioni.
Pietro Mainente
novembre 2008
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