ULSS5_2008_N 3 - ULSS 8 Berica
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POSTE ITALIANE S.p.A. Tassa pagata Pubblicità diretta non indirizzata DRT/DCB/VI/185/03/SC del. 19/11/2003 Azienda Dipartimento immunotrasfusionale Ospedale Tre nuovi primari ad Arzignano e Valdagno Territorio Lo psicologo dell’Ulss a scuola Prevenzione 1° corso di educazione alla salute Alle famiglie Restena accoglie la nuova sede del centro diurno “Punto Chiocciola” n. 3 anno 2008 Il Flowave per il linfedema dall’Andos, il linfodrenaggio per il benessere della donna operata al seno I moderni protocolli terapeutici per carcinoma mammario prevedono una terapia chirurgica sempre più conservativa e una radioterapia meno aggressiva. Questi però, non sono ancora sufficienti per evitare il linfedema del braccio che rimane la complicanza precoce e tardiva più frequente. Il linfedema è un accumulo di liquido ricco di proteine (linfa) nello spazio interstiziale dei tessuti, responsabile dell’aumento di volume della zona interessata (es: braccio grosso) ed è espressione di un difetto del sistema linfatico. Il trattamento del linfedema si basa su quattro punti fondamentali: •drenaggio linfatico manuale e/o ad onde sonore con il Flowave, per favorire l’attivazione delle vie linfatiche; •pressoterapia sequenziale ad aria e contenzione elastica per far confluire i liquidi nel sistema linfo-ematico; •chinesiterapia, la contrazione muscolare facilita il drenaggio dei liquidi; •cura della cute per evitare infezioni. L’obiettivo principale del trattamento riabilitativo del linfedema è quello di eliminare il ristagno della linfa stimolandone il deflusso. Si riduce così il gonfiore dell’arto migliorandone la funzionalità. Oggi il Comitato Andos Ovest Vicentino con sede all’Ospedale di Montecchio Maggiore è il riferimento per l’accesso al trattamento per il linANDOS Ovest Vicentino Montecchio Maggiore Via Cà Rotte 9 Da lunedì a venerdì 9.00 - 12.00 martedì 14.00 - 17.00 tel. 0444 708119 - fax 0444 708602 e-mail: [email protected] 2 fedema. Esso, infatti, offre alle donne con linfedema all’arto superiore l’assistenza e il trattamento necessario. Grazie a donazioni da parte di Enti e Fondazioni locali l’Associazione ha potuto dotarsi di apparecchiature per la pressoterapia e per il linfodrenaggio ad onde sonore con il Flowave, un’apparecchiatura che genera onde sonore capaci di attivare un drenaggio veno-linfatico loco-regionale. L’onda sonora generata da un oscillatore presente nel Flowave e trasmessa all’utente attraverso dei trasduttori, per il fenomeno fisico della biorisonanza, determina l’oscillazione delle proteine presenti nei liquidi interstiziali, facilitando la loro migrazione lungo le vie linfatiche. Gli effetti benefici di questa terapia sono: • un sostanziale recupero della componente proteica tra i vasi; • un riassorbimento della componente liquida stagnante nell’interstizio; • un’accelerazione dello scarico di linfa endovasale. Ogni donna operata al seno che presenti linfedema del braccio deve essere visitata dal medico fisiatra prima di sottoporsi al trattamento di linfodrenaggio: egli valuterà il tipo di terapia più indicata, escluderà eventuali controindicazioni e verificherà successivamente i risultati ottenuti. Ferruccio Savegnago Ulss 5 Notizie periodico d’informazione dell’Azienda Ulss 5 Ovest Vicentino numero 3 anno 2008 DIRETTORE Renzo Alessi DIRETTORE RESPONSABILE Elisabetta Carlotti REDAZIONE Renzo Alessi, Delia Pinton, Carmine Molinini, Elena Sandri Azienda Ulss 5 Ovest Vicentino via Trento, 4 36071 Arzignano (VI) tel. 0444 479580 www.ulss5.it e-mail: [email protected] RACCOLTA PUBBLICITARIA Meneghini&Associati Srl viale Trento, 56 36100 Vicenza GRAFICA Raffaello Galiotto STAMPA Tipografia Rumor via dell’Economia, 117 36100 Vicenza Consegnato in tipografia novembre 2008 Autorizzazione del Tribunale di Vicenza n. 669 del 21.12.1989 tiratura 69.000 copie distribuzione gratuita A questo numero hanno collaborato: Giancarlo Acerbi, Alberto Acqua, Rosa Barletta, Sabina Bollori, Gabriele Brotto, Marco Cavallaro, Donata Cecchinato, Francesca Concato, Vincenzo Cordiano, Sergio Conti, Rafaella Dal Lago, Luigi De Santis, Fiorella De Zotti, Giorgio Gentilin, Raffaele Gianesini, Elvio Gremes, Lucia Lazzari, Pietro Mainente, Renato Magnabosco, Milvia Marchiori, Giovanni Martini, Marica Melato, Graziano Meneghini, Giancarlo Nardi, Massimo Pasqualotto, Elisabetta Pieri, Roberto Povolo, Piera Pozza, Giorgio Roncolato, Ferruccio Savegnago, Maurizio Soli, Giampietro Vezzaro, Gianni Zini, Rinaldo Zolin. novembre 2008 Editoriale Azienda Dipartimento immunotrasfusionale Dipartimento interaziendale Progetto ospedale donna Puliamo il mondo 2008 Concerto di Natale 2008 4 5 7 7 7 Ospedale Tre nuovi primari ad Arzignano e Valdagno 8 Emergenza intraospedaliera 9 Parcheggi rosa 9 Neoplasie mammarie 10 Master a Lonigo 11 ANDOS è …darsi la mano 11 Videochirurgia in diretta a Valdagno 12 La biopsia midollare 13 Ospedale di Lonigo: il nuovo giardino 14 Fisiopatologia Respiratoria 15 E-Cardiologia Conference del Mediterraneo 16 Incontinenza urinaria? 16 Territorio Educazione alla salute nelle scuole Lo psicologo dell’Ulss a scuola Mediazione familiare Ausili per il movimento Il servizio di continuità assistenziale 2° summit sulle pari opportunità “Programma giovani disabili” di Arzignano I gruppi di auto mutuo aiuto Mostra di pittura Prevenzione Sostanze stupefacenti Campagna vaccinale Produzioni lattiero-casearie Anagrafe equina 1° corso di educazione alla salute novembre 2008 18 19 20 20 22 23 24 25 26 26 27 28 29 30 I n un panorama sanitario in costante cambiamento, sono numerose le attività della nostra Ulss che riportiamo in questo numero del Notiziario. Una raccolta di informazioni direttamente dalla voce dei medici e degli specialisti che costruiscono ogni giorno la nostra Ulss, con lo sguardo rivolto ai bisogni dell’utenza. Desidero innanzitutto dare il benvenuto ai nuovi direttori delle Unità Operative di Medicina di Valdagno dr. Fabio Miserocchi e Arzignano dr. Pietro Pujatti, e di Pediatria dr.ssa Giuliana Trifirò, reparto quest’ultimo che sta affrontando una riorganizzazione interna con potenziamento delle risorse umane che qualificheranno il servizio reso, assicurando un alto livello prestazionale e una continuità assistenziale che negli ultimi anni aveva mostrato incrinature. Proprio in questa logica l’Ulss 5 sta formalizzando un rapporto di collaborazione con l’Università degli Studi di Padova - Dipartimento di Pediatria - al fine di assicurare una rete di conoscenza ai professionisti impegnati nella nostra struttura. Proseguendo il percorso iniziato alcuni Il Direttore Generale anni fa, la nostra Ulss continua a prestare Renzo Alessi la massima attenzione alle esigenze delle donne, con la conferma dei “bollini rosa” per l’impegno rivolto alle problematiche sanitarie femminili. Questi riconoscimenti sono il risultato di importanti iniziative, quali l’attuazione di campagne di sensibilizzazione sui problemi maggiormente diffusi tra le donne. Il consolidamento di questo impegno e la valorizzazione del lavoro svolto sono state le motivazioni forti che hanno accompagnato la nostra richiesta alla Regione del Veneto di essere autorizzati ad avere una struttura complessa di Senologia. L’autorizzazione è avvenuta nel mese di novembre corrente e ci permette quindi di completare un assetto organizzativo e di attività ad alto livello. Altro campo di grande interesse per la nostra Ulss sono le nuove tecnologie e le frontiere della tele-medicina. Abbiamo raggiunto, infatti, importanti risultati nell’interconnessione assistenziale tra Ospedale e territorio, approfondendo - fra gli altri - gli sviluppi della rete nel campo della tele-cardiologia. Le ultime innovazioni tecnologiche hanno portato grossi benefici anche nella gestione interna dei centri trasfusionali e nel coordinamento degli acquisti tra tutte le Ulss della provincia di Vicenza. Voglio inoltre annunciare la definizione del progetto di riorganizzazione dell’assistenza al malato oncologico, illustrato durante la conferenza stampa del mese di novembre a cui sono stati invitati anche il dr. Ruscitti, in rappresentanza della Regione del Veneto, e la rappresentanza dei cittadini promotori del progetto. Il documento prevede: la riorganizzazione dei percorsi assistenziali, la collaborazione con l’Istituto Oncologico Veneto, il potenziamento organico, la definizione di un “circuito” organizzativo importante per assicurare l’unitarietà dell’intervento e il carattere di continuità assistenziale. Infine, con grande soddisfazione per i risultati raggiunti dall’intero staff aziendale, rivolgo a tutti i cittadini, ai dipendenti Ulss e ai loro familiari i migliori auguri di Buon Natale e di un felice anno 2009. 3 Azienda Dipartimento immunotrasfusionale riorganizzazione informatica nelle donazioni di sangue N Giorgio Roncolato Maurizio Soli Diventa anche tu donatore, per informazioni e prenotazioni: contattare le associazioni di donatori o il Centro Trasfusionale tel. 0444 708310/11 dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 15.00 4 el 1998 i centri immunotrasfusionali di Arzignano e Valdagno erano stati informatizzati con due sistemi informatici separati, mentre i Punti Prelievo di Montecchio Maggiore e Lonigo erano stati collegati al sistema di Arzignano per la sola accettazione dei pazienti. La soluzione presentava alcuni difetti: i donatori in entrambi i centri avevano due cartelle distinte, senza condivisione di informazioni, inoltre i server erano collocati in ambienti non idonei e le postazioni di Lonigo e Montecchio Maggiore risultavano lente. Nel 2006 è stato dunque avviato un processo di centralizzazione degli archivi e dei server: 1)Aggiornamento del software - nel 2006 sono stati aggiornati i due sistemi informatici alla versione basata su pagine WEB, che garantisce una miglior efficienza in rete geografica; 2)Spostamento nella sala macchine del servizio informatico - a fine 2006 i due Il Centro Trasfusionale è la sede dove avviene la selezione dei donatori di sangue, la raccolta, la lavorazione e la distribuzione del sangue e dei componenti da esso derivati (plasma, piastrine) ai reparti. Il sangue non è riproducibile in laboratorio e non è inesauribile, è quindi necessaria la massima ottimizzazione nella raccolta e nell’utilizzo al fine di garantirne una costante disponibilità e la massima sicurezza per i pazienti cui viene assegnato. Ottimizzazione e sicurezza passano senz’altro attraverso la più ampia gestione informatica possibile di tutta l’attività trasfusionale. L’Ulss 5, negli ultimi due anni, con notevole impegno operativo ed economico, ha portato a termine la completa informatizzazione dei tre centri raccolta sangue (Lonigo, server fisici sono stati “virtualizzati” per garantire una gestione più efficiente, affidabile e sicura; 3)Unificazione degli archivi - nel 2007 sono stati unificati i due archivi dopo aver controllato i dati di ogni paziente, così è stato creato un fascicolo unico per ciascun donatore. Nel 2007 la Regione del Veneto ha chiesto alle Ulss di coordinare i centri trasfusionali su base provinciale omogeneizzando procedure, metodi e sistemi informatici. L’Ulss 5, avendo precedentemente adeguato e unificato il sistema, è stata la prima ad “unificarsi” con Vicenza. A fine 2007 gli archivi del Centro Trasfusionale dell’Ulss 5 sono confluiti nel nuovo sistema provinciale dislocato a Vicenza ed unificati a questa ed ha preso avvio il sistema informatico unico del DIMT - dipartimento inter-aziendale di medicina trasfusionale provinciale. Attualmente è ancora in corso l’unificazione con gli archivi delle Ulss di Bassano e di Thiene-Schio. Montecchio Maggiore, Valdagno) e dei due laboratori (Arzignano, Valdagno) del Centro Trasfusionale. Ad una prima fase, durante la quale è stata completata l’unione dei data base di Arzignano (che comprendeva Montecchio Maggiore e Lonigo) e Valdagno, è seguita una seconda fase con la unione dei dati trasfusionali della nostra Azienda con quelli di Vicenza. A tutt’oggi è quindi possibile, in una qualsiasi sede trasfusionale delle due Ulss, vedere al computer i dati relativi a tutti i donatori di sangue permettendo loro la donazione presso qualsiasi centro raccolta sangue, e avere a disposizione la storia trasfusionale di tutti i pazienti, facilitando ed accelerando l’assegnazione del sangue ad un paziente ricoverato o trasferito nei vari ospedali delle Ulss. novembre 2008 Azienda Dipartimento interaziendale L acquisti e logistica dell’area vasta della provincia di Vicenza a Regione del Veneto ha dato avvio nel 2006 a processi di concentrazione e razionalizzazione in ambito sovra aziendale e di area vasta, individuando gli approvvigionamenti come primo settore in cui proporre soluzioni di concentrazione e di specializzazioni delle attività. In tale ottica la Regione del Veneto ha suddiviso il territorio in cinque aree vaste: •area vasta della provincia di Vicenza; •area vasta comprendente le province di Treviso e Belluno; •area vasta comprendente le provincie di Venezia e Rovigo; •area vasta della provincia di Padova; •area vasta della provincia di Verona. L’area vasta della provincia di Vicenza è formata dalle Aziende Ulss 3 di Bassano, Ulss 4 “Alto Vicentino” di Thiene-Schio, Ulss 5 Ovest Vicentino di Arzignano e - capofila - l’Ulss 6 di Vicenza. Essa comprende 11 ospedali, per un totale di 2.700 posti letto ed è operativa da settembre 2008, quando i quattro Direttori Generali hanno nominato due figure di gestione dell’area vasta: 1)Presidente dell’Assemblea il dr. Antonio Alessandri, Direttore Generale dell’Azienda Ulss 6 “Vicenza” ; 2)Direttore del Dipartimento Interaziendale l’arch. Giancarlo Nardi, Dirigente presso l’U.O.C. Approvvigionamenti Generali ed Economali dell’Ulss 5 Ovest Vicentino. L’obiettivo dell’area vasta è quello di concentrare presso il Dipartimento interaziendale di Vicenza gli acquisti di tutti i beni in fabbisogno alle quattro Aziende Sanitarie, per circa 120 milioni l’anno. Questo garantirà: •standardizzazione e consolidamento dei fabbisogni di beni e pianificazione degli acquisti a valenza interaziendale di area vasta, nel rispetto della programmazione definita dall’Assemblea dei Direttori Generali, recependo le indicazioni formulate dal centro regionale acquisti; •programmazione delle gare; •espletamento delle gare e gestione dei relativi contratti in modo unificato; •gestione unificata della logistica di magazzino e omogeneizzazione e informatizzazione della logistica di reparto. Queste attività porteranno al miglioramento delle procedure di acquisto e a una riduzione dei relativi novembre 2008 costi di gestione. Sono esclusi dagli acquisti unificati i cespiti (attrezzature, mobilio, ecc.) e i servizi, le cui procedure di acquisizione rimarranno in capo a ciascuna Unità Operativa di Provveditorato delle quattro Aziende Sanitarie. La gestione del Dipartimento Interaziendale di area vasta comporterà una radicale e complessa trasformazione dell’attuale organizzazione degli uffici preposti, per cui tale processo dovrà avvenire per gradi: •la fase “transitoria”, entro il 2010, nella quale saranno implementate le condizioni necessarie per l’avvio dei processi di centralizzazione; •la fase “a regime”, in cui verrà attuata la centralizzazione delle procedure relative alla emissione degli ordini, alla liquidazione delle fatture ed al pagamento dei fornitori. Tutte queste attività richiederanno, in particolare, la dotazione di un adeguato sistema informatico affinché le procedure delle quattro Aziende Socio Sanitarie possano “dialogare” tra di loro come in un’unica struttura. Ciò avrà ricaduta positiva anche su molti altri settori, in quanto l’unificazione dei servizi non riguarda la sola parte amministrativa ma si svilupperà anche in quella sanitaria. Obiettivo principale, quindi, è integrare una parte dei servizi sanitari della provincia collegandoli mediante sistemi informatici, come già avvenuto per la “telemedicina”, la “teleradiologia”, la “telecardiologia e la “telemedicina territoriale”. Giancarlo Nardi 5 messaggio promozionale Azienda Progetto ospedale donna Titolo ET “Bollini rosa”: 2 ad Arzignano e 2 a Montecchiosottotitolo Maggiore ssere jsighjusihgsihgjifh più vicini alle donne: fghaifhgogih obiettivo comune per O.N.Da hfighzfhe hghgah Ulss 5. ahgafh hgahL’Osservatorio gòaoighào hgiahg Nazionale hgi hsulla ah osalute ha della Donna ah (O.N.Da) h gaòhha h òah ideato ah ò.lo scorso anno un programma Fkjgàia di segnalazione kgj aòioregò degli ospedali basato sul livello di “woman friendship”, cioè sul grado di attenzione nei confronti delle donne. L’Ulss 5 aveva partecipato alla prima selezione ottenendo 2 bollini rosa per l’Ospedale di Montecchio Maggiore e ha presentato la domanda quest’anno anche per l’Ospedale di Arzignano. La commissione ha analizzato e classificato 115 candidature, premiandone 96, e ha confermato i 2 bollini già assegnati all’Ospedale di Montecchio M., assegnandone 2 anche all’Ospedale di Arzignano. Il bisogno di ospedali “al femminile” è dimostrato dai ricoveri in Italia: sono quasi 5 milioni le donne ricoverate ogni anno, a fronte di oltre 4 milioni di uomini - nota l’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna - e sono più di 2 milioni le donne che hanno bisogno di trattamenti in Day Hospital. Gli ospedali premiati pertanto sono le strutture più a “misura di donna”, segnalate per aiutare le donne a scegliere l’ospedale più adatto alle loro esigenze. I requisiti per la certificazione sono la presenza di un reparto per patologie femminili specifiche, l’applicazione dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) con particolare riferimento all’appropriatezza delle prestazioni, l’accreditamento e la certificazione per i requisiti alberghieri e strutturali, le pubblicazioni scientifiche sulle patologie femminili e il comitato etico con almeno 3 componenti femminili. Una guida dove sono raccolti tutti gli ospedali premiati con i bollini rosa nel 2007 e nel 2008 è stata distribuita durante il convegno “Donne e Ospedale: una realtà da migliorare”, tenutosi a Milano il 20 e 21 novembre 2008. Fiorella De Zotti Puliamo il mondo 2008 P 150 ragazzi per il verde dell’Ospedale di Arzignano er Legambiente, Comune di Arzignano e Ulss 5 Ovest Vicentino è certo che l’attenzione per la natura e la sostenibilità ambientale si imparano fin da giovani. Per questo, venerdì 26 settembre “Puliamo il Mondo 2008” ha impegnato nella pulizia del Parco “Francesco Perazzolo” dell’Ospedale di Arzignano ben 150 giovani, tra cui alcuni bambini ospiti del “Progetto Chernobyl”. Dopo una gustosa merenda offerta dall’Ulss a tutti i giovani ambientalisti, i volontari di Legambiente hanno restituito l’armonia del verde a prati e sentieri dell’area, aiutati dal gioioso esercito di ragazzi armati di guanti e sacchetti. Per l’Ulss e l’Amministrazione Comunale, si è trattato di un importante strumento di sensibilizzazione ambientale delle giovani generazioni. Giampietro Vezzaro Concerto di Natale 2008 I l tradizionale concerto di Natale, organizzato dalla Direzione Medica Ospedaliera, è giunto alla sua sesta edizione. Lo scambio di auguri per le festività 2008 si svolgerà nella Chiesetta dell’Ospedale di Valdagno venerdì 19 dicembre, alle 20.30. La formazione musicale invitata per l’occasione è il Coro Alpini Novale diretto dal Maestro Michele Segato - gruppo di fresca formazione che sta riscuotendo buoni consensi da parte del pubblico. Si tratta di un’occasione, per passare una serata in compagnia con i colleghi dell’intera Ulss 5. Come di Nome consueto seguirà lo scambio Cognome degli auguri. Giampietro Vezzaro novembre 2008 7 Ospedale Tre nuovi primari ad Arzignano e Valdagno per le Unità Operative Complesse di Medicina e Pediatria L’ Azienda Ulss 5 Ovest Vicentino ha tre nuovi primari: Pietro Luigi Pujatti per Medicina dell’Ospedale di Arzignano, Fabio Miserocchi per Medicina dell’Ospedale di Valdagno e Giuliana Trifirò per Pediatria dell’Ospedale di Arzignano. I medici sono stati presentati dal Direttore Generale Renzo Alessi. “Siamo soddisfatti delle scelte dei nuovi primari - ha commentato Alessi. Scelte fatte sulla base di importanti esperienze professionali e scientifiche che consentiranno di offrire qualità nei servizi erogati da questa Azienda”. Queste nel dettaglio le nomine: Pietro Luigi Pujatti N uovo direttore della U.O.C. di Medicina dell’Ospedale di Arzignano. Nato a Verona nel 1957, laureato in medicina e chirurgia nel 1983 presso l’Università degli Studi di Padova, dove ha conseguito la specialità in Medicina Interna nel 1988 e in Farmacologia Clinica nel 1994. Assistente medico di ruolo dal 1989 presso l’U.O. di Medicina Generale (allora Divisione Medica III) dell’Azienda Ospedaliera di Padova. Aiuto corresponsabile dal 1994 sempre nello stesso reparto, dove ha lavorato fino al 30/9/2008. Responsabile dal 1997 del Servizio di Alcologia, U.O. Semplice dal 2004, dell’Azienda Ospedaliera di Padova, fino al 30/9/2008. Professore a contratto presso l’Università degli Studi di Padova dal 1996 al 2002. Docente e tutor presso la Scuola di Formazione Specifica in Medicina Generale della Regione del Veneto dal 1998 al 30/9/2008. Fabio Miserocchi N uovo direttore della U.O.C. di Medicina dell’Ospedale di Valdagno. Nato a Ravenna nel 1959, ha maturato esperienze professionali nella posizione di Dirigente Medico con attribuzione di incarico di Alta Specializzazione in Malattie Endocrinologiche e Reumatologiche, e ha svolto attività didattica presso la Scuola Infermieri Professionali e la Scuola per Terapisti di Ravenna. È medico tutor-valutatore per i neolaureati di Medicina e Chirurgia per l’abilitazione alla professione presso l’Università degli Studi di Bologna. È stato fondatore del FADOI (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti) dell’Emilia Romagna. Giuliana Trifirò N 8 uovo direttore della U.O.C. di Pediatria dell’Ospedale di Arzignano. novembre 2008 Ospedale Emergenza intraospedaliera L a possibilità che un evento clinico emergente, imprevedibile e grave accada in ospedale è possibile e più frequente di quel che si possa credere, ed appare evidente che tutti si aspettano venga gestito rapidissimamente e bene. Il progetto di revisione e standardizzazione della gestione dell’Emergenza Intra Ospedaliera (EIO) è stato avviato nel 2001 dalla Ulss 5, sviluppandosi nel corso degli anni fino a definire ed acquisire le dotazioni necessarie ad operare sul campo ed a perfezionare la preparazione del personale all’emergenza interna. L’attuale gestione dell’EIO appare soddisfacente ma andrà progressivamente migliorata per stare al passo con le nuove esigenze degli operatori, le nuove tecnologie ed i nuovi orientamenti proposti dagli esperti. La nostra organizzazione EIO prevede la presenza di più di trenta postazioni, un progetto di revisione inserite all’interno o nelle immediate vicinanze, delle varie unità operative. Le postazioni sono costituite da carrelli dedicati, mobili, standardizzati ed autonomi sia nella struttura, sia nei presidi di terapia e monitoraggio, sia nei farmaci in dotazione. Il nostro Dipartimento emergenze e cure intensive insieme al nostro Centro di formazione del personale, ha portato avanti in questi anni, per i propri operatori sanitari, parallelamente al progetto EIO, un intenso programma di didattica di supporto all’emergenza, come i corsi BLSD (supporto alle funzioni vitali e defibrillazione precoce) con più di 600 certificazioni tra il 2002 ed il 2006 o come i corsi dedicati alla gestione delle emergenze intraospedaliere, con una sessione medica specifica, mirata alla corretta gestione della postazione EIO, seguiti da più di 300 dipendenti. Carrello Emergenza Standardizzato (postazione EIO) Sergio Conti Parcheggi rosa È partita l’iniziativa ideata dalla Direzione Medica Ospedaliera dedicata alle donne in gravidanza e alle neomamme. “C’è una mamma in attesa, questo posto è per lei” è il messaggio trasmesso con la nuova segnaletica presente nei parcheggi dell’Ospedale dove compare l’immagine di una cicogna con un bimbo nel fardello, per invitare gli automobilisti ad un gesto di cortesia verso le donne in gravidanza e le neomamme, che potranno così parcheggiare più facilmente nei pressi di strutture ambulatoriali e ospedaliere afferenti all’Ulss 5 Ovest Vicentino. Il Direttore Medico dell’Ospedale, dr.ssa M. Marchiori ha precisato: “Il Codice della Strada non prevede di novembre 2008 per le donne in gravidanza poter riservare posti auto a favore delle donne in gravidanza, nè di poter sanzionare la loro occupazione indebita”. L’iniziativa “Parcheggi rosa”, quindi, si affida esclusivamente alla responsabilità e al senso civico dei cittadini. Oltre a due posti contraddistinti da segnaletica orizzontale di colore rosa, situati presso l’ingresso principale dell’Ospedale di Montecchio Maggiore, e riservati alle utenti del Centro Donna e del Punto prelievi, l’iniziativa prevede altri posti riservati presso gli Ospedali di Arzignano e Valdagno, sedi delle Unità Operative di Ostetricia - Ginecologia e Pediatria. Giampietro Vezzaro 9 Ospedale Neoplasie mammarie un convegno su diagnosi e trattamento I Da sinistra: dr. Privato Fenaroli direttore U.O.C. Senologia di Bergamo, Gianna Magnabosco vicepresidente ANDOS, Piera Pozza presidente comitato ANDOS Ovest Vicentino, dr. Graziano Meneghini responsabile U.O.S.D. Senologia Montecchio Maggiore, dr.ssa Flori Degrassi coordinatrice nazionale ANDOS 10 l 27 settembre si è svolto, a Villa Cordellina-Lombardi a Montecchio Maggiore, il convegno “L’evoluzione della diagnosi e del trattamento delle neoplasie mammarie”. Circa 180 sono stati i partecipanti con qualifica professionale diversa: medici di medicina generale, medici specialisti, fisiatri, radiologi, infermieri professionali ed una rappresentanza dell’ANDOS. L’uditorio si è dimostrato molto interessato alle relazioni degli invitati di fama nazionale e internazionale che, nella sessione mattutina hanno fatto il punto sullo stato dell’arte delle possibilità diagnostiche e terapeutiche nella lotta contro le neoplasie mammarie, prima causa di morte in Europa nella popolazione femminile. Dopo i consueti saluti di benvenuto delle autorità presenti, tra cui il direttore generale della Ulss 5 Renzo Alessi, il sindaco di Montecchio Maggiore Maurizio Scalabrin, l’assessore provinciale Morena Martini, e Stefano Valdegamberi assessore alle politiche sociali della Regione del Veneto, è iniziata la sessione scientifica del convegno moderata dal dr. Graziano Meneghini, responsabile dell’U.O.S. Dipartimentale di Senologia e del Centro Donna dell’Ospedale di Montecchio Maggiore. Importanti e molteplici gli interventi succedutisi nella mattinata. Illustrati gli aspetti epidemiologici ed i fattori di rischio del tumore alla mammella, le prospettive della diagnostica per immagini, legate alle evoluzioni tecnologiche integrate. Si è parlato di nuove frontiere diagnostiche e di migliore curabilità e qualità di vita della donna in riferimento ai cambiamenti del trattamento chirurgico. Tutti i relatori hanno sottolineato l’importanza del coordinamento delle figure professionali coinvolte in maniera multidisciplinare nella diagnosi e trattamento del tumo- re mammario. Questo nuovo modello organizzativo ha costituito la base di discussione della sessione pomeridiana. Brillante è risultata la relazione del dr. Privato Fenaroli, direttore della U.O.C. di Senologia degli Ospedali Riuniti di Bergamo, che ha illustrato il modello organizzativo della Breast Unit da lui diretta come esempio possibile di integrazione tra i vari professionisti impegnati nel percorso diagnostico, terapeutico e riabilitativo delle donne affette da neoplasia mammaria. Questo modello organizzativo, già presente da anni nella nostra Ulss, e premiato nell’anno 2008 dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna (O.N.Da) con 2 bollini rosa, è stato presentato dal dr. Giovanni Tacchetti, chirurgo senologo recentemente acquisito ad Arzignano, e che completa lo staff medico assieme al dr. Francesco Di Bartolo e al dr. Ivano Zambrano, il quale ha mostrato la logistica e l’organizzazione dell’U.O.S.D. di Senologia e del Centro Donna diretto dal dr. Graziano Meneghini. Infine la dr.ssa Paola Pupulin, psicologa del Centro Donna, ha sottolineato l’importanza della riabilitazione psichica per il completo recupero dell’equilibrio psicofisico della donna, portando alcuni esempi di disagio vissuti nel lungo percorso della malattia verso la guarigione. Il pomeriggio si è concluso con l’intervento della sig.ra Piera Pozza, presidente dell’ANDOS Ovest Vicentino che, nel decimo anniversario della fondazione dell’Associazione, a nome di tutte le volontarie da sempre impegnate sul territorio, ha illustrato le numerose iniziative dell’Associazione a supporto delle donne operate al seno. Graziano Meneghini novembre 2008 Ospedale Master a Lonigo per il coordinamento delle professioni sanitarie I l nuovo anno porterà alla nostra Azienda una importante e prestigiosa novità: grazie ad un accordo con l’Università degli Studi di Padova, da metà gennaio 2009 prenderà infatti avvio il master universitario di I livello in coordinamento delle professioni sanitarie e l’intero corso si terrà presso il Centro di Formazione a Lonigo. L’iniziativa di attivare il master nella nostra sede è nata nello scorso mese di aprile, dopo che il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto sanità (firmato proprio il 10 aprile) ha previsto il possesso di tale titolo post lauream quale requisito indispensabile per i nuovi coordinatori delle professioni sanitarie e per tutti coloro che aspirano a divenirlo. La possibilità di organizzare in loco i corsi è sembrata, sin da subito, un’opportunità da offrire in primis al nostro personale interessato ed a quello delle Ulss 3 di Bassano e Ulss 4 “Alto vicentino”, che hanno aderito all’iniziativa. L’appuntamento è a Lonigo, venerdì 16 gennaio 2009 alle 15, per l’inaugurazione. L’auspicio è che esso segni l’inizio di una fattiva collaborazione con l’Ateneo patavino e, in futuro, anche con altre Istituzioni accademiche o di ricerca di eguale prestigio. Marco Cavallaro ANDOS è …darsi la mano I l comitato ANDOS Ovest Vicentino - Onlus ha celebrato i primi dieci anni di attività nel territorio dell’Ulss 5 con la presentazione del volume “Andos è…darsi la mano. Camminare insieme per condividere”. Il testo presenta il cammino decennale dell’Associazione con informazioni medico-scientifiche sul tumore alla mammella (prevenzione, diagnosi e cura), sulla riabilitazione fisica della donna operata e sul supporto psicologico del Centro Donna. L’ultima sessione del testo è riservata alle testimonianze; vengono presentate storie di malattia che diventano storie di vita e che danno, ancora una volta, l’occasione per riflettere sulle condizioni delle donne colpite da tumore al seno. L’associazione ha sempre accompagnato, con il proprio volontariato, le donne nel difficile percorso postoperatorio, ponendo obiettivi attuabili come ascoltare, novembre 2008 dieci anni di volontariato accompagnare, sostenere, aiutare, consigliare, proporre, promuovere…, e realizzando attività aperte a un ventaglio di proposte per far sì che la donna operata possa trovare risposte adeguate ai propri bisogni per una completa riabilitazione e per un armonico reinserimento nel sociale e nel mondo lavorativo. È risultato fondamentale il ruolo delle volontarie, che hanno stimolato atteggiamenti di fiducia e consentito di ritrovare quella sintonia necessaria per interagire con il prossimo e con il mondo che ci sta attorno. La consapevolezza nel riconoscere i propri campi d’azione ha vestito l’associazione ANDOS di un ruolo divenuto fondamentale per molte donne operate e non, bisognose di aiuto e di un punto di riferimento per una patologia che tanto colpisce a livello fisico e psicologico. Nel nostro territorio, molta strada è stata percorsa insieme, ma altra se ne dovrà ancora percorrere. Molto di tutto questo lo dobbiamo al quotidiano rapporto e alla proficua collaborazione con l’Ulss 5 e con i Comuni: nell’ottica del rispetto delle competenze, ma anche del bisogno di servizi fondamentali, il comitato ANDOS Ovest Vicentino riconosce di aver intrapreso un cammino collaborativo e costruttivo con le Istituzioni. Questo aspetto è stato sottolineato anche dalla coordinatrice nazionale ANDOS, dr.ssa Flori Degrassi, che ha evidenziato i buoni risultati raggiunti per la sinergia delle risorse umane e territoriali e per la sensibilità umana di tante meravigliose persone. Piera Pozza 11 Ospedale Videochirurgia in diretta a Valdagno protagonista l’ernia V aldagno ha ospitato anche quest’anno un rilevante appuntamento culturale diretto ai Chirurghi del Veneto e delle regioni limitrofe, ed organizzato dal primario di chirurgia Dottor Luigi De Santis. Il 19 settembre scorso si è tenuto il congresso ”Chirurgia in diretta delle ernie recidive, bilaterali e dei laparoceli: tecniche tradizionali e videoassistite”. I chirurghi presenti erano oltre 150, provenienti dall’Università di Padova, di Trieste, di Milano, di Bergamo, di Modena , di Perugia e primari di numerosi centri chirurgici del Triveneto, oltre alla partecipazione straordinaria di uno dei più grandi esperti al mondo di questo settore: il Prof. Robert Bendavid, dell’Università di Toronto, Canada. Una iniziativa che ha permesso ai medici chirurghi di Valdagno ed Arzignano di confrontarsi in sala operatoria con i maggiori specialisti italiani. Durante il congresso sono stati eseguiti otto interventi chirurgici “in diretta”: gli interventi venivano proiettati in sala Soster di Palazzo Festari e ognuno poteva assistere all’operazione con la possibilità di parlare con l’operatore e chiedere spiegazioni sulle tecniche utilizzate durante l’intervento stesso. Sono stati eseguiti interventi per ernie inguinali e per laparoceli. Le ernie sono una patologia benigna della parete addominale, dovuta ad una lacerazione o rilassamento della stessa, che si manifesta come un rigonfiamento all’esterno. L’intervento per tale patologia viene eseguito generalmente in elezione, per evitare che l’ernia diventi “irriducibile” e si “strozzi”, situazione che necessita di intervento urgente con rischio di mortalità. L’intervento in elezione può essere eseguito in svariati modi: in anestesia locale, spinale o generale, mediante chirurgia “tradizionale” (con taglio in 12 sede inguinale e posizionamento di una “rete” protesica che copra il difetto) o mediante chirurgia “mininvasiva laparoscopica”, in cui l’ernia viene trattata mediante tre mini-incisioni addominali. Quest’ultima tecnica è stata utilizzata durante il congresso per trattare ernie bilaterali e recidive. I laparoceli sono ernie che si verificano, a distanza variabile dall’intervento chirurgico, a causa di un cedimento della sutura parietale. Il trattamento chirurgico dei laparoceli viene eseguito per via laparoscopica, con riduzione delle complicanze legate agli ampi scollamenti tissutali un tempo necessari e con notevole confort del paziente operato. Il congresso di settembre, avvenuto con il patrocinio del Comune di Valdagno, della Regione del Veneto, della ACOI (Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani), della Società Triveneta di Chirurgia, dell’European Hernia Society Italian Chapter, ha avuto un contributo notevole dall’Associazione Progetto Salute Valle dell’Agno O.N.L.U.S. Il congresso ha suscitato grande interesse e unanime apprezzamento da parte di tutti i partecipanti, grazie anche al notevole impegno del gruppo operatorio, del Servizio di Anestesia, del Reparto Chirurgico e del Servizio di Day Surgery. Luigi De Santis Raffaele Gianesini novembre 2008 Ospedale La biopsia midollare I l midollo emopoietico è l’organo dove, a partire dalle cellule staminali, si formano tutte le cellule del sangue (globuli bianchi, globuli rossi, piastrine). Il midollo emopoietico, o midollo osseo, è contenuto nella zona centrale (la “spugnosa”) delle ossa. Non deve essere confuso con il midollo spinale. L’agoaspirato e la biopsia midollare sono le due tecniche usate per ottenere un po’ di materiale midollare da analizzare. Il prelievo può essere effettuato da diverse ossa ma si utilizza in genere la cresta iliaca posteriore, una sporgenza ossea del bacino. Previa disinfezione della cute, si procede alla sua anestesia locale prima di praticarvi un’incisione di pochi millimetri con un bisturi, per agevolare la penetrazione dell’ago. Si inserisce quindi lo strumento nella profondità dell’osso per un paio di centimetri allorché lo si ritira lentamente per estrarre il piccolo cilindro di midollo (il cosiddetto frustolo o “carotina”) rimasto all’interno dell’ago. Il frustolo è quindi inviato al laboratorio di anatomia patologica per essere analizzato. La ferita cutanea è talmente piccola da non richiedere punti di sutura. Dopo 2-3 giorni si rimuovono i cerottini e le garze adoperate per la medicazione. Sul materiale prelevato con biopsia e/o agoaspirato, si possono effettuare esami di diversa natura: indagini citochimiche, immunofenotipiche, immunoistochimiche, citogenetiche, di biologia molecolare. Alcuni di questi esami sono eseguiti in centri specializzati con i quali collaboriamo. Essi sono utili, spesso d’importanza fondamentale, per una diagnosi corretta di numerose malattie ematologiche (leucemie, linfomi, mieloma, policitemia ecc.), per la loro stadiazione, o per monitorare lo stato del paziente dopo il completamento della terapia. In alcune malattie novembre 2008 procedura sicura per la diagnosi delle malattie del sangue (per esempio leucemie acute, linfomi a cellule B, leucemia mieloide cronica), sono anche determinanti per la scelta della terapia più appropriata che spesso deve essere personalizzata al singolo caso a seconda che siano presenti o no specifiche anomalie cromosomiche o molecolari. La biopsia midollare può essere utile anche per confermare il sospetto di malattie non neoplastiche (per esempio malattie granulomatose, febbre di natura incerta) o di metastasi di tumori solidi alle ossa. Essendo equiparati a interventi chirurgici per la loro caratteristica di esami invasivi è necessario che il paziente fornisca il proprio consenso dopo essere stato adeguatamente informato. Quasi sempre si effettuano biopsia ed agoaspirato midollare nella stessa seduta, in quanto le informazioni che possono ottenersi con i due tipi di materiale sono complementari. Il prelievo del midollo non dura più di 10-15 minuti, è eseguito in ambulatorio, non necessita di ricovero, è talmente sicuro che può essere effettuato anche in pazienti che assumono anticoagulanti orali o molto anziani. Vincenzo Cordiano Per informazioni Day-service Area Medica di Valdagno tel. 0445 484851 dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle 15.30 Informazioni sulle malattie del sangue: sito Italiano di Ematologia www.emopatie.it a cura del dottor Vincenzo Cordiano Se la biopsia è effettuata da mani esperte non ci sono rischi per il paziente, come dimostrato anche dalle oltre 800 biopsie midollari eseguite nei nostri pazienti in questi anni. Agoaspirato del midollo La procedura, più semplice e meno fastidiosa, è sostanzialmente analoga alla biopsia, ma con alcune differenze fondamentali. Il prelievo può essere effettuato anche da ossa più sottili, come lo sterno (“puntura sternale”); non richiede l’incisione della pelle; l’ago utilizzato è molto più sottile e ad esso è raccordata una normale siringa; il sangue midollare aspirato è poi “strisciato” su appositi vetrini che sono osservati al microscopio. Al momento dell’aspirazione del sangue i pazienti avvertono una piccola fitta della durata di qualche secondo. 13 Ospedale Ospedale di Lonigo: il nuovo giardino un’area verde a servizio dell’utenza I Le caratteristiche principali del progetto dell’arch. Stefano Maurizio di Marcon - Venezia sono: • finitura dei percorsi pedonali non più in ghiaia; • sedute in pietra di Vicenza modellata ad arte, lungo le colonne presenti al piano terra; • illuminazione dei percorsi pedonali; • pavimentazioni con un alto grado di attrito; • pendenze inferiori al 3% e bordi inclinati nei punti di incrocio con i corsi d’acqua, al fine di rendere evidente la discontinuità della pavimentazione; • nessun elemento sporgente rispetto al limite del tracciato pedonale, così da scongiurare urti accidentali da parte di persone ipovedenti, e spigoli arrotondati degli arredi in pietra. Gabriele Brotto 14 l dono dell’ing. Mario Zanetti all’Unità Operativa di Recupero e Rieducazione Funzionale è ora un giardino accogliente, situato tra la struttura del Vecchio Ospedale (sede di Distretto Socio Sanitario, Centro di Formazione e Servizio ambulatoriale di Fisioterapia) e la sede attuale dell’Ospedale di Lonigo. Il personale dell’Unità Operativa, profondamente grato e riconoscente, vuole dedicare alla memoria dell’ing. Mario Zanetti le fioriture che nel giardino continueranno ad avvicendarsi, a suo duraturo ricordo. Gli operatori della riabilitazione, la direzione generale, la direzione medica ospedaliera e la sig.ra Imelda Ferrari Faggin - esecutore testamentario, hanno privilegiato e condiviso la scelta di onorare la donazione creando un’area verde organizzata prossima alla struttura socio sanitaria. Numerose le motivazioni: 1.Il ricovero nei reparti di Riabilitazione e di Lungodegenza ha una durata media spesso significativamente più lunga rispetto al ricovero in reparto deputato alla cura in fase acuta. La presenza di un’area all’aperto, attrezzata e godibile anche per la sua piacevolezza, migliora il livello di ospitalità offerto tanto agli utenti degenti quanto ai loro familiari e agli amici visitatori. 2.Il miglioramento della qualità della vita aiuta a ritrovare in sé la forza e la motivazione interiore, utili per superare lo stato di malattia, e per partecipare attivamente al processo di recupero. 3.L’area verde accessibile anche alle persone con disabilità temporanea o permanente, soprattutto presso un luogo di cura dedicato in prevalenza alle post acuzie, permette di conciliare la fruibilità agevole per tutti con una dimensione anche esteticamente valida. 4.Gli esercizi di rieducazione motoria di tipo specifico, proposti da personale specializzato nelle palestre interne all’Ospedale, possono utilmente essere integrati da esercitazioni aspecifiche dedicate soprattutto agli spostamenti con ausili (carrozzine, deambulatori, etc.). Tali esercitazioni possono essere eseguite nel giardino, dagli ospiti degenti con l’aiuto di familiari e caregivers (persone che prestano assistenza), dopo un’istruzione personalizzata da parte del fisioterapista. Consapevole delle esigenze dell’utenza e pienamente convinta dell’utilità del nuovo spazio verde, ringrazio vivamente tutti coloro che, con ruoli e competenze diverse, hanno efficacemente collaborato alla realizzazione del progetto. Rosa Barletta novembre 2008 Ospedale Fisiopatologia Respiratoria F inalmente è nato, con l’arrivo della dr.ssa Elisabetta Bertocco, l’ambulatorio dedicato alla fisiopatologia respiratoria. Punto di riferimento per tutto il territorio dell’Ulss 5, il suddetto ambulatorio prende avvio dopo un periodo di attesa piuttosto lungo, necessario sia per permettere l’arrivo della strumentazione, sia per l’addestramento del personale all’uso corretto della stessa. Ubicato presso l’Ospedale di Montecchio Maggiore, al primo piano, presso la sede della U.O.S.D. di Patologia Respiratoria, responsabile dr. Giorgio Gentilin, il nuovo ambulatorio si avvale della lunga esperienza in questo settore, della dr.ssa Bertocco, specialista pneumologa. Prende così il via tutta una serie di indagini approfondite per le patologie inerenti l’apparato respiratorio che sono in costante aumento in Italia e in particolare nella nostra Ulss, prime fra tutte l’asma in tutte le sue forme (allergica, intrinseca, ecc.) e la BPCO (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva) nelle sue varie espressioni. La nuova strumentazione permette uno studio accurato e preciso di queste patologie, tramite l’esecuzione della spirometria atta a stabilire l’origine e la causa delle stesse, permettendo così l’approccio terapeutico più efficace; rivolto anche ad una fascia di età pediatrica, a partire dai 5 anni. Questi i test di funzionalità respiratoria eseguibili presso l’ambulatorio di fisiopatologia respiratoria: •spirometria semplice o di base; •spirometria con test al broncodilatatore; •spirometria globale o con volume residuo; •spirometria con diffusione alla DLCO; •valutazione delle forze muscolari respiratorie con la MIP/MEP; •spirometria con test alla metacolina; •walking test dei 6 minuti; novembre 2008 una realtà nuova nella nostra Ulss •emogasanalisi arteriosa e capillare; •test di funzionalità respiratoria in previsione di interventi chirurgici sul torace (percorso pre-operatorio); •percorso clinico-terapeutico per lo studio delle patologie del sonno (OSAS); •NPO (monitoraggio della saturimetria notturna). La strumentazione usata per l’esecuzione dei diversi tipi di spirometria (che sarà cura dello Specialista Pneumologo prescrivere) consente un’accurata e sofisticata lettura dell’esame spirometrico da parte della dr.ssa Bertocco, senza margine di errore, grazie all’accuratezza delle immagini e dei dati che lo strumento eroga. Questo ci dà la percezione che l’ambulatorio di Patologia Respiratoria stia diventando un centro altamente specializzato in questo settore, punto di riferimento nel territorio dell’Ulss 5. I nostri cittadini possono così far riferimento all’Ospedale di Montecchio Maggiore per la diagnosi e la cura dell’asma e della BPCO, delle patologie respiratorie sonno-correlate e non solo. Infatti altri esami strumentali alquanto innovativi sono stati introdotti nella nostra Unità Operativa. La Polisonnografia è uno di questi, assieme al monitoraggio della saturimetria notturna, da eseguirsi a domicilio del paziente. Patologie legate al russamento o nei casi più gravi alle apnee del sonno, possono essere riconosciute e trattate grazie alle strumentazioni citate sopra. Giorgio Gentilin Per informazioni tel. 0444 708305 fax 0444 708304 15 Ospedale E-Cardiologia Conference del Mediterraneo la tecnologia a sostegno del rapporto Ospedale - Territorio I l Dipartimento di Scienze Cardiovascolari, Respiratorie e Morfologiche dell’Università “Sapienza” di Roma - Policlinico Umberto I Roma, sotto il patrocinio della Società Italiana di Cardiologia (SIC) e dell’Istituto Mediterraneo per la Telematica in Sanità (I.M.T.E.S.) ha organizzato un Evento Internazionale tenuto ad Erice (TP) il 29-30 settembre 2008 dal titolo: “E-Cardiologia Conference del Mediterraneo”. Il programma della Conference presenta una completa ed aggiornata rassegna delle applicazioni e delle reti di telecardiologia nelle principali Nazioni del bacino del Mediterraneo, confrontando le diverse esperienze al fine di stilare degli standard operativi per l’applicazione della telecardiologia nella pratica clinica. La tematica della Conference si inserisce nella problematica della stretta interconnessione assistenziale tra ospedale e territorio. Attraverso la rete e le tec- nologie informatiche possono essere divulgate non soltanto informazioni relative ai parametri vitali dei pazienti, ma anche veicolati contenuti formativi, sia agli addetti ai lavori, sia rivolti alla popolazione con notevole impatto sociale. La conferenza ha rappresentato anche il banco di prova per l’utilizzo delle più moderne tecnologie per la comunicazione terrestre e satellitare, dando la possibilità, ad un audience potenzialmente vastissimo, di seguire a distanza l’evento. A tal fine il convegno è stato in collegamento con le sedi regionali della SIC, le sedi ospedaliere italiane del network Hospital Consulting e le sedi universitarie di Libia, Egitto e Grecia proponendosi come il punto di riferimento italiano per l’interscambio culturale nel bacino del Mediterraneo. Milvia Marchiori Incontinenza urinaria? la soluzione nell’Unità Operativa di Ginecologia di Valdagno D a alcuni mesi è attivo presso la Divisione di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Valdagno un ambulatorio di uroginecologia, grazie alla donazione di un’apparecchiatura per l’urodinamica. Detta strumentazione consente di studiare e classificare in modo preciso i disturbi della minzione, infatti l’esame urodinamico studia i difetti minzionali sia della fase di riempimento che della fase di svuotamento con un’ottima compliance della paziente. Lo scopo dell’esame è di stabilire se la paziente è affetta da incontinenza urinaria da sforzo, da urgenza o da entrambe (mista). L’incontinenza urinaria interessa in Italia oltre 2 milioni di donne, eppure soltanto meno della metà si rivolge al proprio medico per un consulto. A tutt’oggi infatti l’incontinenza urinaria risulta un problema non completamente emerso e spesso sottovalutato; eppure è una patologia che ha un fortissimo impatto sulla qualità della vita, tale da determinare isolamento, depressione, disistima personale fino alla limitazione o cessazione di attività fisiche o alla rinuncia dell’attività sessuale. L’incontinenza urinaria da sforzo (IUS) è la perdita involontaria di urina durante uno sforzo fisico (ridere, tossire, starnutire, camminare o sollevare pesi); l’incontinenza urinaria da urgenza è invece la perdita di urina accompagnata da un bisogno urgente ed irre16 frenabile di urinare; mentre la terapia dell’incontinenza da urgenza è di tipo medico, l’incontinenza urinaria da sforzo necessita di una terapia chirurgica. Negli anni sono state proposte numerose tecniche chirurgiche che però garantivano un tasso di guarigione non superiore al 60 per cento. Grazie a due ricercatori, Petros e Ulmstein è stato sviluppato un intervento denominato tvt-o che consiste nell’apporre una benderella di un materiale detto prolene a sostegno dell’uretra con un tasso di guarigione del 95 per cento. Presso l’Ulss 5, già da diversi anni viene eseguito questo tipo di intervento che rappresenta il gold standard nella terapia dell’incontinenza urinaria da sforzo. I medici di base possono inviare le pazienti con disturbi della minzione dallo specialista ginecologo al quale spetterà il compito di valutarle e di filtrare quelle realmente candidate ad eseguire le prove urodinamiche. L’istituzione di questo importante servizio è stato possibile grazie all’offerta della famiglia Maraschin, che ha devoluto al reparto la somma che era stata raccolta dai cittadini Valdagnesi per provvedere alle cure del piccolo Luca. Si ringrazia infinitamente per questo atto di generosità. Giovanni Martini novembre 2008 messaggio promozionale Territorio Educazione alla salute nelle scuole risultati dei progetti realizzati nelle scuole primarie e secondarie Scuole Primarie Scuole Secondarie Scuole Secondarie di I Grado di II Grado Come sono stati per te gli incontri? 2% 3% 3% 2% 95% 9% 0% 95% negativi non so positivi 91% Gli incontri ti hanno aiutato ad imparare cose nuove? 1% 5% 1% 71% 22% 2% 2% 7% 43% 27% 46% abbastanza molto non so per nulla poco 8% 1% 52% 12% Consiglieresti questi incontri ai compagni delle altre classi? 7% 6% 5% 4% 87% 7% 91% no non so si 18 90% 3% I n questi ultimi anni è sempre più forte la spinta degli operatori del Servizio di Promozione ed Educazione alla Salute dell’Ulss 5 nel dare un valore aggiunto al proprio operato, analizzare e verificare i punti di forza e di criticità degli interventi, per determinare il livello di soddisfazione raggiunto dai progetti nei confronti degli studenti e dei loro insegnanti. Per questo viene data particolare importanza al momento della valutazione come strategia per aggiornare e migliorare costantemente i processi progettuali. In sintonia con tale orientamento, agli studenti delle scuole che hanno aderito ai programmi di educazione alla salute per l’anno scolastico 2007/08, sono stati somministrati dei questionari di gradimento al fine di valutare l’interesse e la partecipazione ai progetti stessi. Complessivamente sono stati distribuiti 3205 questionari cosi suddivisi: •972 alunni delle scuole primarie •1291 studenti delle scuole secondarie di I° •942 studenti delle scuole secondarie di II° L’analisi di una così consistente mole di dati è stata agevolata dalla predisposizione di un programma informatico, con la consulenza del dottor Cristiano Langaro e del dottor Gianni Zini che hanno supportato i responsabili dei progetti nelle diverse fasi di raccolta dei dati dei questionari. Il dottor Venceslao Ambrosini, responsabile del Servizio, nel congratularsi con i collaboratori per la qualità del lavoro svolto, auspica che si rafforzino sempre più le alleanze tra servizi socio-sanitari, scuola, famiglia, volontariato, per fare della promozione della salute un “sistema complesso di buone pratiche”. I grafici a lato mostrano i dati suddivisi per ordine di scuola, ed evidenziano tre principali indicatori di soddisfazione: •il livello di gradimento: “Come sono stati per te gli incontri?” •il livello di utilità percepita: “Gli incontri ti hanno aiutato ad imparare cose nuove?” •il desiderio di ripetere l’esperienza: “Consiglieresti questi incontri ai compagni delle altre classi?” Donata Cecchinato novembre 2008 Territorio Lo psicologo dell’Ulss a scuola S i sente spesso parlare di “Psicologo a scuola” per intendere varie attività di “sportello di ascolto” gestite autonomamente dagli istituti. È importante spiegare in che cosa consiste e si differenzia l’intervento nelle scuole dello psicologo dei Servizi socio sanitari dell’Ulss. È dal 1999 che l’Unità Operativa Età Evolutiva Disabilità realizza attività progettuali a carattere preventivo a sostegno della famiglia e dei bambini, utilizzando i finanziamenti nazionali e regionali di intervento per l’infanzia e l’adolescenza, e arrivando nel 2003 alla definizione di un progetto chiamato “Spazio genitori: lo psicologo a scuola”. Non è una semplice questione di titoli. In questo nome è racchiuso l’intento del progetto: dare la possibilità ai genitori di? ricevere, all’interno della scuola, consulenze psicologiche ed educative da parte di psicologi dell’Ulss esperti in età evolutiva, che possano dare una risposta ai dubbi, alle preoccupazioni e ai problemi che ogni genitore incontra nella sua azione educativa. È lo psicologo che “va a scuola” ad incontrare i genitori proprio perché questo ambiente è a loro conosciuto e familiare, superando così la normale diffidenza che un genitore proverebbe nel rivolgersi all’ambulatorio presso il distretto sociosanitario. Questa attività presenta poi alcune caratteristiche peculiari. Innanzi tutto la consulenza offerta al genitore è preceduta da un’attività di osservazione del bambino a scuola (realizzata sempre e solo su richiesta e consenso dei genitori) che permette allo psicologo di evitare considerazioni generiche, condividendo con i genitori quello che ha visto e dando indicazioni che siano pensate specificatamente per quel bambino. Inoltre, dove emerga da parte dei novembre 2008 un’azione precoce aiuta bambini e genitori genitori la richiesta di una valutazione più approfondita del funzionamento del proprio bambino nelle diverse aree dello sviluppo psicologico o di un intervento di aiuto, lo psicologo ha la possibilità di accompagnarli personalmente nel percorso di accesso ai servizi sociosanitari dell’Ulss. È chiaro che questa modalità di operare crea forme concrete di collaborazione tra la scuola -che non solo ospita lo psicologo, ma sensibilizza i genitori all’accesso e usufruisce essa stessa della consulenza-, i servizi dell’Ulss per l’età evolutiva e le famiglie del territorio. Solo costruendo una visione comune delle difficoltà del bambino tra genitori, insegnanti e operatori Ulss, si può arrivare a delineare un percorso condiviso per la definizione del problema e degli interventi di aiuto. La priorità data alla scuola dell’infanzia risponde infine all’esigenza di intervenire sulle situazioni a rischio il più precocemente possibile, dato che la prospettiva di miglioramento di ogni disturbo è inversamente proporzionale all’età del bambino. La Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 5 ha deciso che le attività, inserite nel Piano Infanzia e Adolescenza dell’Azienda, proseguano anche per il 2008/2009, potenziando in particolare gli interventi presso la scuola primaria. Francesca Concato 19 Territorio Mediazione familiare un anno dopo I l Servizio di Mediazione Familiare dell’Ulss 5, a circa un anno e mezzo dalla sua istituzione, ha registrato un aumento costante delle richieste di intervento provenienti da tutto il territorio. Il Servizio di Mediazione Familiare si occupa di accompagnare le coppie separate (sia in caso di matrimonio che di convivenza) a trovare degli accordi condivisi rispetto alla gestione dei figli. L’obiettivo è di aiutare i genitori, in un momento doloroso e delicato come quello della separazione, a uscire da un’ottica “vincitori-vinti” per costruire insieme un adeguato ambiente di crescita per i figli. Il Servizio garantisce la totale riservatezza e agisce al di fuori del contesto giudiziario o da altri percorsi socio-sanitari; sarà la coppia stessa una volta terminato il percorso di mediazione a decidere se ufficializzare gli accordi di fronte al Giudice. Si è notato che le coppie arrivano al servizio sfiduciate, disorientate, spesso con un alto livello di conflittualità e conseguenti problemi nella gestione dei figli. È importante sapere che la mediazione inizia se c’è una richiesta congiunta e condivisa da parte dei genitori ed è attività che comporta un impegno di circa sei mesi per giungere alla definizione degli accordi. Il tempo contenuto impiegato è senza dubbio un elemento di non poco conto se si pensa ai tempi di risoluzione di un conflitto agito in ambito giudiziario. Gli incontri sono centrati sulla valorizzazione delle risorse dei genitori per renderli consapevoli delle loro competenze, riattivando capacità esistenti ma temporaneamente condizionate dal momento particolarmente difficile che la coppia sta vivendo. La maggior parte delle coppie che hanno chiesto un appuntamento al Servizio, sono state invitate su suggerimento del medico di base, del pediatra o degli operatori dei Servizi Sociali. Una parte di popolazione si è presentata spontaneamente e ha riferito di aver preso visione del materiale informativo distribuito sul territorio. Il Servizio, oltre all’attività diretta con i genitori, ha promosso e incrementato l’informazione sulla mediazione familiare impegnandosi in iniziative di pubblicizzazione di questo nuovo strumento di lavoro attraverso incontri presso i vicariati della zona, con gli avvocati, ecc. Il Servizio ha anche collaborato alla stesura di un Protocollo d’Intesa tra la Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 5, l’Ulss stessa e il Tribunale Civile e Penale di Vicenza, ottenendo anche l’adesione dell’Ordine degli Avvocati di Vicenza. Obiettivo del documento, che verrà prossimamente sottoscritto, è chiarire i rispettivi ambiti di intervento e favorire la collaborazione tra i soggetti istituzionali coinvolti. Tale iniziativa rientra tra le attività suggerite dalla Regione del Veneto nelle Linee Operative sulla Mediazione Familiare pubblicate nell’agosto 2007 alla cui stesura ha collaborato anche Elisabetta Pieri Lucia Lazzari il personale dell’Ulss 5. Per accedere al Servizio è necessario prendere appuntamento, presso la sede del Distretto Socio Sanitario di Lonigo, Piazza Martiri della Libertà. Informazioni: telefonando tutte le mattine dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30 tel. 0444 703542 Ausili per il movimento a domicilio per la persona parzialmente autosufficiente È in continuo aumento il numero di persone che in casa hanno bisogno di assistenza per spostamenti anche brevi: per mettersi seduti nel letto, per passare dal letto ad una poltrona, per passare dalla carrozzina al WC, per alzarsi da una poltrona, ecc. Aiutare queste persone spesso mette a dura prova la schiena dei familiari. Per facilitare questo compito a chi presta assistenza e prevenire l’insorgere di danno alla schiena sono state 20 predisposte delle procedure per la corretta movimentazione dei pazienti e acquisiti ausili che facilitano il compito dell’operatore sanitario. Questi ausili possono rivelarsi preziosi anche nell’ambiente domestico. Senza pensare ai sollevatori, che sono ingombranti e di difficile uso, vengono di seguito illustrati alcuni ausili più semplici, ma non meno utili sia da soli che associati a carrozzine, comode e deambulatori. novembre 2008 Territorio Stringa per autoposizionamento È una cinghia dotata di otto maniglie sfalsate: quattro a destra e quattro a sinistra. USO: adattabile ad ogni tipologia di letto, viene fissata tramite un occhiello posto all’estremità. Permette al paziente collaborante di mettersi seduto, partendo dalla posizione supina nel letto facendo forza con le braccia. Oltre che per i passaggi posturali nel letto può essere utile in qualsiasi altra situazione per alzarsi da una posizione seduta (poltrona, sedia, ecc.) Fascia per sollevamento Fascia dotata di grip antiscivolo e doppia maniglia. Portata 120 kg. USO: utilizzata per sostenere il paziente quando si alza dalla sedia o dal bordo del letto, per aiutarlo a sedersi o a stendersi sul letto. Cuscino rotante e piastra girevole Strumenti composti da due strati sovrapposti che ruotano uno sull’altro. Posti sotto i piedi del paziente consentono di eliminare l’attrito con il pavimento. Può essere utilizzato anche per far salire il paziente in auto, ad esempio nel passaggio da sedia a rotelle a sedile dell’auto. La parte del disco che appoggia sul piano deve essere antiscivolo. USO: la rotazione bilanciata e controllata impedisce traumi distorsivi al ginocchio e brusche torsioni del tronco durante lo spostamento da seduto a seduto. L’operatore accompagna la rotazione con un piede nella direzione desiderata. Nell’utilizzo di tale ausilio è consigliabile associare la cintura per la presa del paziente. Cinture per la presa del paziente Dispongono di maniglie laterali e posteriori, orizzontali o verticali, per facilitare la presa del paziente. Possono essere utilizzate da uno o più operatori. Sono imbottite, dotate di grip antiscivolo interno e chiusura esterna con clip di sicurezza. Nella scelta fare attenzione alla taglia. USO: oltre a facilitare i passaggi posturali, questi ausili trovano impiego in ogni fase di accompagnamento del paziente. Nell’impiego per lo spostamento del paziente da seduto a seduto, si associa l’uso della tavola di trasferimento. Assi di scivolamento Realizzate con materiali resistenti, facile da pulire e disinfettare. Disponibili in varie misure, con o senza sedile girevole e dotate di un adesivo antiscivolo che garantisce un sicuro posizionamento sul letto, sulla sedia, ecc. USO: semplificano il trasferimento dal letto alla sedia a rotelle, dalla sedia a rotelle al WC o all’auto. Nel modello con sedile girevole l’aiuto del personale di assistenza è ridotto al minimo, evitando così pesanti carichi sulla schiena. Alberto Acqua Esistono altri ausili il cui uso è un po’ più complesso e richiede un minimo di addestramento. Gli ausili descritti possono essere richiesti presso i negozi di articoli sanitari Foto su gentile concessione della ditta Laboindustria novembre 2008 21 Territorio Il Servizio di continuità assistenziale oltre 23 mila interventi nel 2007 Il servizio è attivo tutti i giorni dalle 20 alle 8 del giorno successivo, tutti i giorni festivi (domeniche ed altre festività infrasettimanali) dalle 8 alle 20 e tutti i giorni prefestivi dalle 10 alle 20. Inoltre, può venir attivato in situazioni particolari, in genere in occasione degli incontri di aggiornamento dei medici di medicina generale e/o pediatri; in questi casi l’utenza viene opportunamente informata. I l Servizio di Continuità Assistenziale nasce come Guardia Medica alla fine degli anni settanta, nome con cui ancora viene principalmente identificato, come una delle tante innovazioni previste dalla legge di riforma del Sistema Sanitario Nazionale. Il fine era per l’appunto quello di garantire la continuità dell’assistenza negli orari in cui non sono in servizio i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, in particolare per le prestazioni “indifferibili”, cioè che non possono essere rimandate al giorno dopo. È evidente che per le prestazioni urgenti il riferimento rimane il 118 o il pronto soccorso. Gli inizi dell’attività del Servizio di Continuità Assistenziale sono stati tutt’altro che facili in quanto poco ZONE OPERATIVE COMUNI ARZIGNANO tel. 0444-479111 - Via del Parco 1 Arzignano Gambellara Montorso Montebello Vicentino Zermeghedo CHIAMPO tel. 0444-624174 - P.zza Zanella Chiampo Crespadoro Altissimo S. Pietro Mussolino Nogarole Vicentino MONTECCHIO MAGGIORE tel. 0444-708111 - Via Cà Rotte 9 Montecchio Maggiore Brendola VALDAGNO tel. 0445-484500 - Via G. Galilei 1 Valdagno Recoaro Terme Cornedo Vicentino Brogliano Castelgomberto Trissino LONIGO tel. 0444-431111 - Via Sisana 1 Lonigo Alonte Sarego Grancona 22 considerato sia dall’utenza che dagli altri operatori della sanità e spesso relegato in sedi non adeguate. Nel tempo le cose sono molto cambiate ed ora la Continuità Assistenziale occupa un ruolo importante nell’ambito dell’organizzazione sanitaria. Le sedi sono distribuite sul territorio in modo da poter garantire interventi solleciti. Di norma il Servizio viene attivato telefonando alla sede competente per territorio ed esponendo le proprie problematiche. Il medico del Servizio di Continuità Assistenziale che viene così contattato può rispondere con diverse modalità: 1) può limitarsi a dare dei consigli telefonici, qualora lo ritenga sufficiente; 2)può invitare il paziente a recarsi in ambulatorio per la prestazione; 3)può effettuare la visita domiciliare; 4) qualora ritenga che le condizioni lo richiedano può attivare direttamente il 118 per evitare perdite di tempo prezioso; 5)in determinate situazioni e per particolari tipologie di pazienti può attivare il Servizio Infermieristico domiciliare. Di ogni contatto, indipendentemente dalla tipologia della risposta, il medico riporta gli estremi su uno specifico registro, dall’analisi del quale risulta che nel corso del 2007 il Servizio è stato interpellato più di 23.000 volte con un progressivo aumento delle richieste. Nel corso della visita, il medico di continuità assistenziale, oltre ai trattamenti ambulatoriali ritenuti opportuni, può effettuare prescrizioni farmaceutiche per la copertura di non più di tre giorni: tale limitazione è legata all’opportunità che l’eventuale prosecuzione della terapia venga prescritta e quindi sia a conoscenza del medico di medicina generale. Elvio Gremes novembre 2008 Territorio 2° summit sulle pari opportunità I l 2007 è stato l’anno europeo delle pari opportunità per tutti. Un anno ricco di iniziative che hanno contribuito alla lotta contro la discriminazione e alla sensibilizzazione degli europei di diritto di uguaglianza di trattamento. Punto di forza è stata l’apertura di un grande dibattito sui benefici della diversità, tanto per gli individui che per gli Stati membri. Il secondo “Sommet de l’Egalitè”, che si è tenuto a Parigi il 29 e 30 settembre 2008, è stato dedicato al tema delle pari opportunità per tutti e alla discriminazione in Europa e, per questo, sono stati discussi parallelamente alcuni temi specifici: il ruolo degli attori locali, gli organismi della lotta contro le discriminazioni e il ruolo degli opinion leader nel cambiamento della mentalità. Per quanto riguarda il ruolo degli attori locali nella lotta alla non discriminazione, la Presidenza francese del Consiglio dell’Unione ha scelto, tra l’altro, di riportare l’esperienza della Regione del Veneto, ed in particolare della Direzione regionale per i servizi sociali, sul tema: ”Il ruolo degli attori locali. Collettività locali, amministrazioni, imprese e società civile”. Tale scelta è derivata dal voler diffondere la prassi attuata nel Veneto, ed in particolare nell’Ulss 5, circa le modalità di integrazione lavorativa delle persone con disabilità psichica ed intellettiva. Gli ottimi risultati ottenuti derivano dall’organizzazione del sistema di rete tra enti istituzionalmente competenti (Servizi per l’Impiego del Lavoro della Provincia, Servizio Integrazione Lavorativa dell’Ulss, Servizi sociali dei Comuni, Servizi formativi) e attori privati presenti nel territorio che, a vario titolo, influiscono positivamente nel percorso di integrazione delle persone svantaggiate e con disabilità (aziende, cooperative sociali...). novembre 2008 una rete per costruire la comunità Nel Veneto la realtà locale e le Ulss hanno influito in modo decisivo nella lotta contro la discriminazione e a favore delle pari opportunità per tutti, nell’integrazione lavorativa delle fasce deboli offrendo spunti anche nelle scelte politiche nazionali. L’elemento importante e innovativo è stata la costruzione di una rete tra politiche sociali, sanitarie, della formazione e del lavoro: un trampolino di lancio per costruire la comunità. Si è compreso infatti che non è pensabile delegare la soluzione dell’integrazione lavorativa delle fasce deboli a interventi normativi o a misure regolative calate dall’alto. Si tratta invece di individuare una politica connotata da una forte diffusione, adatta ad individuare nuove forme di interazione con i soggetti esclusi, orientata a promuovere relazioni di sussidiarietà all’interno delle comunità locali e di corresponsabilità tra tutti gli attori coinvolti. L’inserimento lavorativo non è competenza esclusiva di qualcuno, ma dell’intera comunità. Ciascuno è soggetto e risorsa all’interno di un sistema che accoglie globalmente i problemi dei suoi componenti. Ha quindi precise responsabilità sul lavoro fatto nel territorio e deve capire qual è il proprio spazio d’azione. La relazione presentata a Parigi, supportata dai risultati raggiunti nell’Ulss 5 e nella Regione del Veneto nell’integrazione lavorativa della persona con disabilità intellettiva o psichica, ha riscosso grande interesse a livello europeo e molte sono state le richieste pervenute da vari Paesi europei interessati a implementare tali prassi nella lotta contro ogni forma di discriminazione, nella direzione di offrire reali pari opportunità per tutti. Rafaella Dal Lago 23 Territorio “Programma giovani disabili” di Arzignano inaugurazione della nuova sede I La nuova sede l Programma Giovani Disabili (PGD) di Arzignano ha cambiato casa: la nuova sede di Restena -in via Cinto 1- è stata inaugurata il 4 ottobre. Per l’occasione, il PGD ha cambiato nome. I ragazzi che frequentano il centro diurno hanno ribattezzato il progetto “Punto Chiocciola”, per richiamare la lentezza della lumaca e l’idea del nuovo, rappresentata da internet. La manifestazione ha avuto un centinaio di partecipanti, tra cui una trentina di persone in bicicletta che hanno percorso l’itinerario dalla vecchia alla nuova sede. Tra di essi, i ciclisti dell’Associazione Team Piazza 2000 di S. Pietro Mussolino. Nel cortile della nuova sede, dove uno striscione della comunità di Restena ha accolto i ragazzi con un coloratissimo “Restena è felice di avervi qui!“, durante la cerimonia, è stato messo a dimora un albero di ciliegio. Oggi il Centro è rivolto a giovani che hanno terminato la scuola e accoglie dal lunedì al venerdì una decina di ragazzi con disabilità. L’obiettivo fondamentale è assicurare loro un ambiente organizzato per favorire la realizzazione personale e l’integrazione sociale. Vengono proposte attività educative, espressive, pratiche, motorie, al fine di apprendere cose nuove e di stimolare la relazione, lo stare bene con se stessi e con gli altri. Il Centro è gestito direttamente dall’Ulss 5 ed è parte della rete dei servizi per la disabilità in età adulta, che fa capo al Distretto Socio Sanitario. Il nuovo spazio è stato concesso dall’Amministrazione comunale di Arzignano, che ha provveduto alla sistemazione dei locali e all’installazione di una rampa per l’accesso di persone con ridotta mobilità. Esperienze di integrazione nei centri diurni Pesca con l’Associazione pescatori di Valdagno Per informazioni U.O. Disabilità Età Adulta tel. 0445 423150 e-mail: [email protected] 24 La disponibilità di volontari e associazioni all’interno dei centri diurni ha consentito agli utenti di svolgere stimolanti attività di pesca, teatro, educazione ambientale, uscite invernali, spettacoli musicali, piscina, attività con cavalli e altri animali. Nei centri diurni per persone con disabilità, infatti, sono favoriti i contatti con la comunità locale, i gruppi, le associazioni del territorio ed è benvenuta la collaborazione di volontari. Sono state finora maturate esperienze interessanti e coinvolgenti, sia per le persone con disabilità, sia per i volontari e le associazioni disponibili. In alcuni casi sono stati instaurati rapporti consolidati nel tempo, con iniziative che si rinnovano ogni anno; in altri casi si è ricercata maggiormente l’innovazione, attorno ad un unico evento significativo. Molto interesse rivestono in particolare i laboratori espressivi con le scuole, realizzati da alcuni anni nel CEOD Azzurra con l’iniziativa “Impara l’arte con Azzurra” e dal Centro Gaja in una prima esperienza dello scorso anno. Infine, un particolare progetto vede quest’anno coinvolti piccoli gruppi di persone con disabilità in semplici attività svolte all’interno del Distretto socio sanitario di Valdagno, con la guida degli operatori del CEOD Azzurra o del PGD di Valdagno. Il progetto, denominato “Squadra mobile”, è un primo tentativo di integrazione in contesti pubblici, che dà la possibilità di valorizzare e apprezzare le capacità personali e relazionali dei ragazzi coinvolti. Sabina Bollori novembre 2008 Territorio I gruppi di auto mutuo aiuto I l 9 ottobre 2008, a Villa Brusarosco di Arzignano, i gruppi di auto mutuo aiuto (AMA) dell’Ulss 5 hanno festeggiato il loro decimo anniversario. L’evento è stato sostenuto dal Comune di Arzignano e dall’Associazione Onlus La Risorsa. La giornata è stata un’occasione per esplicitare la collaborazione esistente tra i Comuni e l’Ulss 5, ripercorrendo attraverso le testimonianze e la mostra fotografica l’evoluzione dei gruppi avvenuta dal 1998 ad oggi. Sono intervenuti i partecipanti dei gruppi AMA e GAMA con le loro testimonianze, il Direttore Sanitario Giampaolo Stopazzolo, il Direttore dei Servizi Sociali Antonella Pinzauti, il Direttore del Dipartimento di Salute Mentale Claudio Busana, il Consigliere Regionale del Veneto Giuliana Fontanella e i Sindaci dei Comuni del territorio, rappresentati dal Presidente della Conferenza dei Sindaci Maurizio Scalabrin. I gruppi di Auto Mutuo Aiuto - nati nel 1998 nell’ambito del Progetto Self Help “Porte Aperte” ora diventati attività collegata con il Dipartimento di Salute Mentale - offrono uno spazio di incontro alle persone che condividono problematiche psicologiche e psichiatriche. Le persone si incontrano in un clima di parità e di amicizia, scambiano le esperienze, riscoprono le proprie risorse e camminano assieme per migliorare la qualità della vita. I gruppi AMA sono altresì un efficace strumento per allontanare lo stigma che accompagna solitamente il disturbo psichiatrico. Ciò avviene attraverso l’apertura dei gruppi alla comunità e viceversa: si cerca di integrare le persone sempre più nel territorio attraverso le diverse attività dei gruppi, cercando di coinvolgere sia gli enti pubblici che i privati. Per questo l’incontro e lo scambio avvenuto durante la giornata dell’anniversario novembre 2008 un ponte tra comunità e dipartimento di salute mentale ha segnato una tappa fondamentale di questo progetto, perché ha visto la partecipazione e la condivisione dei gruppi con i rappresentanti dei Servizi socio sanitari e dei Comuni. Questo progetto che è partito ad Arzignano come un piccolo centro “Porte Aperte”, in seguito all’operato e ai risultati ottenuti, si è espanso in tutto il territorio, da Valdagno a Lonigo. Nel tempo la realtà dei gruppi AMA, sempre più vasta, ha potuto stringere intese con le realtà locali, creare un continuo rapporto fra il servizio pubblico e gli stessi. È sorta altresì l’associazione di volontariato La Risorsa Onlus che collabora con il Self Help facilitando le relazioni con il mondo del volontariato e organizzando eventi di promozione della salute mentale. Da qualche anno è stata promossa la partecipazione dei gruppi AMA dell’Ulss 5 al Coordinamento Vicentino (GAMA) della realtà dell’auto-aiuto provinciale, promuovendo uno spirito di collaborazione e scambio tra realtà locali diverse. Questa evoluzione ha portato i gruppi AMA ad essere presenti in tutto il territorio dell’Ulss 5 coinvolgendo circa 400 persone - tra utenti, familiari e volontari - che partecipano a gruppi di parola (generale, familiari), di interesse (decoupage, palestra, cinema, PC), di svago e tempo libero (gita, aquilone, luna crescente, buona domenica). Marica Melato Sedi dei Gruppi AMA Centro Porte Aperte via Duca d’Aosta 35 36071 Arzignano VI tel. 0444 675 640 Il Volo via G. Galilei 5 36078 Valdagno VI tel. 0445 423 361 Centro A.M.A. Lonigo via Sisana 1 36045 Lonigo VI tel. 0444 431 212 25 Territorio Mostra di pittura promossa da Centro Aurora e Comune di Valdagno È stata inaugurata nei mesi scorsi, nella Galleria dei Nani di Valdagno, la mostra personale della pittrice recoarese Cinzia Grandis, presentata dal critico Vittorio Visonà, dal Direttore del Dipartimento Salute Mentale Claudio Busana e dall’Assessore alla Sanità del Comune di Valdagno Guido Novella. Cinzia ha raggiunto un importante obiettivo della sua storia personale, grazie all’impegno degli ultimi anni e alla partecipazione al percorso terapeutico riabilitativo presso il Centro Aurora e la Cooperativa Studio Progetto. Così si presenta: “Nella mia esistenza ci sono stati molti periodi bui, di grande sofferenza e disagio ma sono riuscita a mantenere viva la voglia di tradurre il mio mondo attraverso la tela e i colori. Da quelle esperienze di vuoto ho potuto capire quanto la mia arte fosse inscindibile dalla mia persona e quanto fosse importante per me dipingere, come lo può essere la forza di un respiro, una boccata d’aria che si espande nel torace”. Come per lei, così per altri 35 utenti è importante seguire le attività del Centro Diurno, per superare le conseguenze negative del disagio mentale. Alla fine del percorso ciò che più conta è trovare un valido inserimento sociorelazionale, adatto alle proprie attitudini e possibilità. Sono però ancora molti i pregiudizi nei confronti dei disturbi mentali, nonostante molti scien- “Fierezza e umiltà”, dipinto da Cinzia Grandis ziati, artisti e attori famosi hanno avuto problemi similari. Oltre alle attività di Centro Diurno, il Centro Aurora gestisce quattro appartamenti “a bassa protezione” per nove utenti e segue l’inserimento lavorativo di molti altri: negli ultimi dieci anni, ben 2300 persone sono state seguite dal Centro Salute Mentale di Valdagno, diretto dal dr. Renato Magnabosco. Renato Magnabosco Sostanze stupefacenti dalla Comunità Papa Giovanni XXIII un convegno con le Forze dell’Ordine “L onigo in…SOSTANZA si confronta” questo il titolo del convegno svoltosi lo scorso 26 settembre. Una giornata di riflessione sulla diffusione di comportamenti a rischio e sull’uso di sostanze, promossa dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, nell’ambito del Piano Triennale di Intervento 2006/2008 - Area Dipendenze dell’Ulss 5. Hanno aperto i lavori il Sindaco di Lonigo Silvano Marchetto, il Direttore dei Servizi Sociali dell’Ulss 5 Antonella Pinzauti, il Responsabile della Comunità Papa Giovanni XXIII di Vicenza Roberto Vittori e il Responsabile della Comunità Terapeutica di Lonigo Ugo Ceron. Sono seguiti interventi da parte di diversi enti, dall’Ulss alle Forze dell’Ordine, dal Comune fino alla scuola. Molti gli spunti di discussione emersi. Essenziale è il concetto di vulnerabilità, inteso non come predestinazione, ma come una condizione di maggior rischio di assumere sostanze psicoattive 26 legali o illegali. Un’informazione corretta - unita alla diffusione di una cultura contraria all’adozione di sostanze stimolanti - non basta a contrastare il diffondersi di comportamenti a rischio. Sono necessarie infatti azioni di controllo del territorio da parte delle Forze dell’Ordine, che limitino la disponibilità delle sostanze illegali e scoraggino l’assunzione di alcolici prima di mettersi alla guida. Bere in modo diverso, assicurando il divertimento, la compagnia e la sicurezza è possibile! Maria Grazia Alfonsi, insegnante dell’IPSIA “Sartori” e Rocco Sbirziola, Preside del Liceo “Pavoni” hanno sottolineato la necessità di intensificare le iniziative di prevenzione nella scuola, attraverso percorsi educativi che coinvolgano studenti, insegnanti e genitori. Gianni Zini novembre 2008 Prevenzione Campagna vaccinale anti tetano, difterite, pertosse, meningococco tipo C e varicella per i nuovi 14enni Come previsto dalla Regione del Veneto anche quest’anno il Servizio Igiene Pubblica dell’Ulss 5 ha condotto una serie di campagne vaccinali rivolte alla popolazione. Una delle ultime in ordine di tempo è stata quella contro tetanodifterite-pertosse (richiami), meningococco C e varicella per gli adolescenti di 14 anni d’età, i nati nel 1994 hanno ricevuto quindi nei mesi scorsi l’invito alla campagna in oggetto da parte del Servizio Igiene e Sanità Pubblica. Per i ritardatari o per chi per qualche impedimento non abbia potuto presentarsi nelle date di appuntamento, è possibile aderire alle vaccinazioni presentandosi negli Ambulatori Vaccinali presso Sede ambulatorio e orario telefonico Valdagno Via Galilei, 3 tel. 0445 423116 (lunedì e giovedì 11.30 - 13.00) Recoaro Terme Via Bruni, 1 tel. 0445 792457 (mercoledì 08.30 - 09.00) tel. 0445 423116 (lunedì e giovedì 11.30 - 13.00) Cornedo V.no Piazza A. Moro, 17 tel. 0445 450015 (martedì 08.30 - 09.30) tel. 0445 498974 (giovedì 08.30 - 09.30) Trissino Via N.Sauro, 4 tel. 0445 498974 (giovedì 08.30 - 09.30) tel. 0445 450015 (martedì 08.30 - 09.30) Arzignano Via Kennedy, 2 tel. 0444 475680 Medicina Pubblica (tutti i giorni 10.30-12.30) tel. 0444 475686 Vaccinazioni (mercoledì 09.00 - 10.00 giovedì 08.30 - 09.30) Chiampo Via Fante D’Italia tel. 0444 426526 (martedì 08.00 - 09.00 giovedì 16.00-16.30) Montecchio M. Via Giuriolo tel. 0444 703523 (lunedì e mercoledì 10.30-11.30) Lonigo Piazza Martiri della Libertà, 9 tel. 0444 431348 (martedì e giovedì 11.30-12.30) Montebello V.no Piazzale Cenzi, 2 tel. 0444 431348 (martedì e giovedì 11.30-12.30) novembre 2008 i Distretti Sanitari, negli orari riportati nella tabella allegata. Tutti i vaccini proposti sono efficaci, sicuri ed in genere ben tollerati. L’adesione è importante per evitare il rischio di contrarre malattie potenzialmente mortali, o in grado di arrecare gravi complicazioni e danni permanenti alla persona. L’anno prossimo ovviamente si continuerà su questa linea preventiva, invitando tutti i ragazzi nati nel 1995 per la campagna vaccinale di cui sopra, nel periodo autunnale. Di seguito si riportano i nuovi recapiti telefonici e gli orari del servizio di vaccinazioni pediatriche e di medicina pubblica, validi dal 12 gennaio 2009. Rinaldo Zolin Massimo Pasqualotto Attività Medicina Pubblica Giorno lunedì martedì venerdì Orario 09.00-11.00 14.00-16.00 11.00-12.00 Modalità accesso Vaccinazioni Pediatriche giovedì venerdì Medicina Pubblica mercoledì Vaccinazioni Pediatriche mercoledì 09.00-11.00 09.00-11.00 10.30-12.00 09.00-10.30 appuntamento Medicina Pubblica martedì Vaccinazioni Pediatriche lunedì 09.30-11.30 14.00-16.00 senza appuntamento Medicina Pubblica giovedì Vaccinazioni Pediatriche giovedì 11.30-12.30 09.30-11.30 senza appuntamento Medicina Pubblica mercoledì venerdì Vaccinazioni Pediatriche mercoledì giovedì Viaggiatori lunedì giovedì Medicina Pubblica martedì Vaccinazioni Pediatriche martedì giovedì 14.00-16.00 10.30-12.30 10.30-12.00 14.00-15.30 14.00-16.00 10.00-12.00 09.00-11.00 14.00-16.00 14.00-16.00 limitato massimo 30 utenti (distrib. n°.) Medicina Pubblica 10.30-12.30 14.00-16.00 08.30-10.00 08.30-10.00 09.00-11.00 09.00-11.00 09.00-11.00 09.00.11.00 09.00-11.00 11.30-12.30 limitato massimo 30 utenti (distrib. n°.) martedì giovedì Vaccinazioni Pediatriche lunedì mercoledì Medicina Pubblica lunedì mercoledì Vaccinazioni Pediatriche martedì giovedì Vaccinazioni Pediatriche venerdì Medicina Pubblica venerdì limitato massimo 30 utenti (distrib. n°.) limitato massimo 12 utenti (distrib. n°.) senza appuntamento appuntamento appuntamento appuntamento appuntamento appuntamento senza appuntamento appuntamento appuntamento limitato massimo 30 utenti (distrib. n°.) appuntamento appuntamento senza appuntamento 27 Prevenzione Produzioni lattiero-casearie cibo salutare e di qualità all’insegna della tradizione N el territorio dell’Ulss 5 lavorano diversi stabilimenti di produzione e trasformazione del latte. Ben undici di questi sono “riconosciuti CE”, conformi cioè alle norme europee del “Pacchetto Igiene”, abilitati alle lavorazioni su larga scala e con possibilità di vendere i propri prodotti ad altre realtà commerciali anche all’estero (supermercati, negozi, gastronomie etc.) Ci sono inoltre alcune attività produttive di minore entità, agriturismi e malghe, che producono esclusivamente per la vendita in loco al consumatore finale. La tipologia degli undici stabilimenti CE è la seguente: • 4 stabilimenti con produzione di Asiago D’Allevo Dop (sopra i 60 gg. di stagionatura) a Trissino, Castelgomberto, Altissimo e Nogarole V.no; • 1 con produzione di Asiago Pressato o Latte Intero Dop (sotto i sessanta gg. di stagionatura) a Montebello Vicentino; • 1 con produzione di Provolone Valpadana Dop, a Montorso Vicentino; • 1 con produzione di Latte sterile UHT, a Valdagno; • 2 con stagionatura e porzionatura 28 formaggi vari a Cornedo Vicentino e a Lonigo; • 2 con produzione, porzionatura e/o confezionamento di basi per gelati a Montecchio Maggiore e a Lonigo. In questi stabilimenti, nel 2007, il Servizio Veterinario dell’Ulss ha effettuato ben 80 controlli ispettivi e 130 campioni per la ricerca di aflatossine e di altri patogeni microbiologici, rilevando nel complesso un buon livello igienico-sanitario delle lavorazioni e dei prodotti. Non sono emersi particolari problemi sanitari e le aziende hanno recepito le osservazioni e le prescrizioni del Servizio Veterinario atte a garantire una sempre maggior sicurezza dell’alimento. Il settore lattiero - caseario è senza dubbio importante oltre che da un punto di vista commerciale, anche da un punto di vista culturale, con produzioni che rispecchiano la tradizione e rinforzano il legame uomo-territorio e prodotto-territorio. Infatti per quello che riguarda la produzione di formaggi, l’Ovest Vicentino è una delle poche aree rimaste in cui le tecniche di produzione sono ancora legate alla tradizione, favorite dal fatto che gli stabilimenti non sono molto grandi, la produzione non è standardizzata ed il fattore umano, con tutto il suo bagaglio di conoscenza e di esperienza, conta ancora in maniera rilevante. I formaggi e il latte del territorio quindi sono di ottima qualità e sono molto apprezzati dai consumatori: i numerosi controlli da parte delle aziende stesse mediante l’autocontrollo e da parte del Servizio Veterinario dell’Ulss 5, inoltre, fanno sì che il loro grado di sicurezza igienico-sanitaria sia elevato. Giancarlo Acerbi novembre 2008 Prevenzione Anagrafe equina C on il decreto del 5 maggio 2006, il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali ha dettato le linee guida per la gestione e l’organizzazione dell’anagrafe equina nazionale. Da molti anni infatti si sentiva la necessità di mettere ordine al settore degli equidi (cavalli, asini, muli, bardotti, pony etc.) Le finalità principali di questo decreto sono, da un lato quelle di garantire il consumatore di carni equine dalla presenza di residui di trattamenti farmacologici nelle carni, e la salute pubblica in generale circa la trasmissione dagli equidi all’uomo di eventuali malattie (zoonosi). Dall’altro quello di difendere dalle malattie il patrimonio equino italiano. Si è inoltre allargato l’orizzonte ai grandi concentramenti di cavalli, con lo scopo di assicurare la regolarità delle corse e di prevenire l’uso illegale di sostanze dopanti. Nel territorio dell’Ulss 5, nonostante manchi la grande industria ippica (grandi scuderie e allevamenti, ippodromi etc.) il mondo del cavallo trova comunque molti estimatori: sono presenti circoli ippici e maneggi con un discreto numero di soggetti e, ancor più, numerosi privati cittadini sono proprietari di esemplari per il trekking e le passeggiate, grazie anche ad un territorio che dal punto di vista ambientale e paesaggistico ben si presta per questo tipo di attività. Un censimento preciso della popolazione equina non è mai stato fatto e sinora era di difficile realizzazione, principalmente per la non obbligatorietà dei test per anemia e per i frequenti cambi di proprietà associati ad una estrema mobilità sul territorio. Attualmente, dai dati in possesso che si basano sui test per anemia infettiva effettuati nel 2007, risultano essere presenti nel territorio 221 insediamenti con 594 capi (uno solo di questi è novembre 2008 nuove disposizioni per gli amanti del cavallo risultato positivo per anemia infettiva) e il dato dei nuovi insediamenti è in costante aumento. Oggi dunque, presso gli uffici del Servizio Veterinario, ciascuna azienda in cui è presente anche un solo equide deve chiederne la registrazione e deve dotarsi di un registro di carico-scarico su cui riportare nascite, morti, vendite e spostamenti degli animali. Il Servizio Veterinario attribuirà ad ogni azienda un preciso codice aziendale. Successivamente il proprietario dovrà rivolgersi all’Associazione Provinciale Allevatori (APA di VICENZA) che provvederà alla registrazione, all’identificazione tramite microchip e all’emissione del passaporto individuale che accompagnerà l’animale in ogni suo spostamento, compreso l’eventuale invio al macello. Sul passaporto individuale, quindi, oltre ad essere specificata, ai fini della sicurezza alimentare, la destinazione d’uso finale dell’equide DPA (destinato alla produzione di alimenti) o non DPA (non destinato a tale uso), verrà altresì annotata dal veterinario l’esito del test di Coggins (Anemia Infettiva), che l’Ordinanza Ministeriale 18 dicembre 2007 rende obbligatoria anche per il 2009 su tutti gli equidi al di sopra dei sei mesi di età. Roberto Povolo Per informazioni: Servizio Veterinario Ulss 5 e-mail: [email protected] da lunedì a venerdì dalle ore 8 alle 13 lunedì e mercoledì anche dalle ore 14 alle 17 Arzignano 0444 475671 Valdagno 0445 423118 Lonigo 0444 832426 APA di Vicenza: tel. 0444 396911 fax 0444 396919 29 Prevenzione 1° corso di educazione alla salute i giovani, tutors nella scuola superiore S Oltre all’ideatore dell’iniziativa, il dr. Basilio Dalle Carbonare, hanno curato i corsi: dr. Vincenzo Balestra, direttore del SERT di Vicenza, dr.ssa Antonia Basso, direttore del servizio per l’educazione alla salute Ulss 6 Vicenza, dr. Ferruccio Cavallin, psicologo di Vicenza, prof. Santi Davide Ferrara, professore ordinario di Medicina Legale dell’Università di Padova, dr. Marco Irone, anestesista a Vicenza, dr.ssa Ortensia Pavan, nutrizionista a Vicenza, dr. Andrea Tramarin, infettivologo a Vicenza, prof. Cleto Veller Fornasa, primario dermatologo a Vicenza, prof. Giorgio Zanchin, professore dell’Istituto di Neuroscienze dell’Università di Padova, dr. Nadir Zocca, ematologo di Vicenza, dr. Pietro Mainente, chirurgo Ospedale di Valdagno. Quest’ultimo è stato chiamato in quanto aveva già avuto un’esperienza simile nell’anno scolastico 20052006. Con la collaborazione del Servizio di Educazione alla Salute dell’Ulss 5 aveva infatti effettuato un ciclo di conferenze nelle scuole superiori dal titolo “sulla mia pelle: un scelta consapevole relativamente a piercing, tatuaggi e lampade solari” visitando 12 scuole dell’Ulss e parlando in 50 classi (oltre 1100 studenti contattati). 30 i è svolto dal 15 al 19 giugno scorso ad Asiago il primo corso sulla salute in stile campus USA in Italia. Da un’intuizione del chirurgo plastico Basilio Dalle Carbonare, con il patrocinio dell’Ordine dei Medici di Vicenza e con l’appoggio del CSA (l’ex provveditorato agli studi) è nata un’iniziativa senza precedenti nel Veneto. L’idea di riunire in uno “stage” di cinque giorni 12 specialisti con 90 studenti del 3° e 4° anno delle scuole superiori della provincia, per una full immersion su temi legati alla salute, ha lo scopo di formare dei giovani “animatori” attivi nelle scuole, che intervengano con i coetanei per illustrare i rischi e le conseguenze di pratiche e stili di vita pericolosi. Nel corso dell’iniziativa ci si è concentrati su quattro aree tematiche che presentano aspetti critici nei comportamenti di gruppo. Ecco allora i giovani parlare di “pelle e come reagisce alle lampade solari”, “piercing e tatuaggi”, “meccanismi di azione delle sostanze d’abuso” quali caffeina, nicotina, alcol, oppiacei, ecstasy, cocaina, LSD e le relative dipendenze patologiche, “malattie siero trasmissibili (AIDS, epatiti) e sessualmente trasmissibili” e “disturbi del comportamento alimentare, anoressia, bulimia, obesità”. Al campus hanno partecipato 90 ragazzi, provenienti da 11 istituti superiori della provincia: Pigafetta, Lioy, Fogazzaro e Quadri di Vicenza, Corradini di Thiene, Zanella e Tron di Schio, Da Vinci di Arzignano, Masotto di Noventa, Trissino di Valdagno, Da Ponte di Bassano. I ragazzi sono stati scelti non solo in base al merito, ma anche in base a doti di comunicazione con i coetanei. Ogni argomento trattato è stato seguito con attenzione dai giovani che, con il passare dei giorni, hanno perso l’iniziale timore reverenziale nei confronti dei docenti permettendo un’interrelazione più spontanea e aperta. Gli studenti hanno lavorato su materiale cartaceo, ma da loro è scaturita l’idea di pubblicare un giornale e un blog, con un forum per continuare lo scambio di informazioni. Pietro Mainente novembre 2008 TRISSINO (VI) V.LE STAZIONE,42/44 TEL. 0445 / 962241 - 962533 [email protected] FORNITURE MATERIALE MEDICO SANITARIO PER CASE DI RIPOSO, COMUNITA’ E PRIVATI TUTTO MATERIALE MADE IN ITALY LETTI MOTORIZZATI AD ALTEZZA VARIABILE CARROZZINE E MONTASCALE POLTRONE RELAX LIFT E MASSAGGIO MATERASSI ANTIDECUBITO E SPECIFICI PER PROBLEMI DI POSTURA CONSULENZA GRATUITA AGEVOLAZIONI FISCALI PER DISABILI CONSEGNE A DOMICILIO VASTA ESPOSIZIONE CON SALA PROVE ASSISTENZA POST-VENDITA messaggio promozionale messaggio promozionale