l`italia dei sapori
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[L’ITALIA DEI SAPORI] DI TONI SÀRCINA ([email protected]) La ricetta del mese M olti mi considerano un gourmet anomalo perché, dicono, «uno che non mangia salame non può essere un vero buongustaio». Io li lascio dire anche perché, in verità, in giro per l’Italia dimostro spesso di non apprezzare tanti cosiddetti “salami”. Ma c’è una ragione. La prima fetta di salame da me assaggiata, da piccolo, veniva da Varzi: da allora non c’è stato verso di farmene apprezzare altre. So che esistono prodotti eccellenti, in fatto di salumi, in molte zone d’Italia ma, credetemi, il salame di Varzi è tutta un’altra cosa. Vale davvero la pena di fare un viaggetto da queste parti per una prova concreta. Varzi, comunque, è luogo da visitare anche a prescindere dai salumi. È un paese sprofondato nella natura incontaminata della Valle Stàffora e il fiume omonimo scorre, con le sue acque limpide, tra colline e monti ricchi di vegetazione. Ho la fortuna di incontrare Antonio di Tomaso, presidente di una vivace associazione culturale dal nome emblematico “Varzi Viva” (ci ha gentilmente messo a disposizione alcune delle foto qui riprodotte), che mi fa da preziosa guida raccontandomi un po’ di storia del paese ma, soprattutto, le caratteristiche che rendono il salame di Varzi unico nel suo genere. Vedrò di sintetizzare per una lettura più agevole. VARZI MERITA IL VIAGGIO SALAME E MOLTO ALTRO Una grande tradizione gastronomica s’innesta su una lunga e gloriosa storia I segreti del salame Per ottenere un prodotto di qualità è necessario che la carne abbia raggiunto la giusta maturazione, possegga un’equa percentuale di grasso e sia totalmente priva di sapori e odori anomali. Il cosiddetto “suino pesante” deve soddisfare, morfologicamente parlando, precise condizioni e, ovviamente, non può essere considerato il frutto di una semplice selezione naturale. Deriva, invece, da una serie di incroci e ricerche di lunga durata. La produzione del salame prevede l’uso di parti ben precise dell’animale: dalla coscia alla lonza, dal filetto alla coppa. Tutto questo per ottenere un prodotto che presenti le caratteristiche organolettiche dettate dal Disciplinare di produzione. Si procede a una tritatura fine o più grossolana (a seconda delle varietà) delle parti magre e grasse, che sono poi aromatizzate con sale marino, pepe nero intero, aglio e vino rosso filtrato. Sono assolutamente escluse aggiunte di carni conservate o congelate. L’impasto viene inserito in budello di maiale e fatto stagionare. A seconda delle dimensioni la stagionatura dura 45 giorni per i pezzi del peso di circa mezzo chilo, fino a sei mesi per i salami che superano i due chili di peso. Il sapore è piacevole, aromatico e saporito. A certificare l’eccellenza del prodotto, dall’Unione europea è arrivata l’autorizzazione per la “Denominazione di origine protetta” ( Dop.) che definisce la zona e le condizioni di produzione del salame crudo di Varzi. Nel cuore dell’Oltrepò Varzi sorge, come detto, al centro della Valle Stàffora, in provincia di Pavia, a 416 metri di altitudine, nel cuore dell’Oltrepò Pavese. Qui si fondono perfettamente bellezze naturali, dolcezza del clima, profumi, sapori, colori, suggestioni. Il centro storico medioevale è ben conservato e merita particolare attenzione. Molto suggestive le passeggiate in via del Mercato, via della Maiolica, vicolo Dietro le Mura, via Roma, via Di Dentro. Qui batte il “cuore” antico di Varzi e i suoi abitanti ne custodiscono gelosamente il ricco e antico passato, 8 secoli di storia testimoniati dal castello, dalle torri, dalle chiese. 씮 INSALATA DI CARCIOFI CON SCAMPI CROCCANTI E SALSA AL PEPERONE Ingredienti per 4-6 persone: 4 carciofi; 12-16 scampi di dimensioni medio-grandi il succo di 1 limone; 1 rametto di basilico; 2 gambi di sedano verde (100 g circa); 1 peperone rosso (150 g circa); 70 g di aceto balsamico; 1 scalogno (oppure uno spicchio d’aglio fresco); 1 dl di olio d’oliva extravergine; qualche rametto di timo, la buccia di mezza arancia (solo la parte arancione), qualche rametto di basilico, sale e pepe. 1 Pulire i carciofi mantenendo anche un pezzo di gambo, metterli in acqua acidulata con poco succo di limone, tagliarli a spicchi sottili e farli rosolare per qualche minuto in una padella con poco olio caldo e timo finché saranno leggermente croccanti, a fine cottura, aggiungere qualche goccia di succo di limone. 2 Pulire il sedano, lavarlo, tagliarlo a listerelle sottili e metterlo in una ciotola, aggiungervi i carciofi e qualche fogliolina di basilico spezzettato. 3 Pulire il peperone privandolo dei semi e dei filamenti bianchi interni, lavarlo e tagliarlo a cubetti. 4 In una padella, con l'olio rimasto, far appassire uno scalogno sbucciato e affettato e farvi rosolare brevemente il peperone preparato , irrorare con qualche cucchiaio d’acqua, salare e pepare e continuare la cottura per 8-10 minuti finché risulteranno morbidi. 5 Scolare il peperone, farlo raffreddare, unirvi la buccia d’arancia, lavata e tagliata a listerelle, un poco di timo, l’aceto balsamico e il basilico; frullare gli ingredienti aggiungendo ancora un poco di liquido di cottura se necessario e 2-3 cucchiai d’olio ottenendo una salsa liscia. 6 Sgusciare gli scampi, lavarli e farli scottare per 20 secondi in acqua salata in ebollizione, scolarli e farli rosolare in una padella con qualche goccia di succo di limone, condirli con un poco d’olio, sale e pepe e farli raffreddare. 7 Condire l’insalata di carciofi con olio, mescolarla e distribuirla al centro del piatto, adagiarvi sopra gli scampi e, tutt’attorno, la salsa di peperone; decorare infine con erbe aromatiche a piacere. CLUB3 147 FEBBRAIO 2006 [L’ITALIA DEI SAPORI] A TAV O L A C O N I C O R D O N S B L E U S I CROSTACEI/2: COME SCEGLIERLI E CONSERVARLI Come anticipato nel numero precedente, completiamo questa volta il capitolo “crostacei” con tre punti essenziali: 쎲 come riconoscerne la freschezza 쎲 le varietà più note 쎲 come congelarli COME RICONOSCERE I CROSTACEI FRESCHI La freschezza si riconosce innanzi tutto dal profumo: deve sapere di mare. Inoltre l’addome deve mostrarsi compatto e pieno. Il fatto che aragoste o astici siano vivi al momento dell’acquisto non significa di per sé che siano buoni o di perfetta qualità. Talvolta questi crostacei restano a lungo in acquari di acqua dolce e, per una sorta di “autocannibalismo”, si consumano all’interno. Per cui potrebbe anche succedere di acquistare un’aragosta viva ma quasi del tutto svuotata all’interno. È sempre consigliabile scegliere i crostacei che hanno il carapace più duro, quindi esemplari ormai adulti. Quando i carapaci sono più morbidi, può COME ARRIVARE A VARZI Autostrada A 21 TO - PC uscita Voghera A 7 MI - GE uscita Casei Gerola. Da Voghera significare che i crostacei sono ancora troppo giovani e, con ogni probabilità, ancora troppo piccoli per offrire polpa sufficiente. LE VARIETÀ PIÙ NOTE (aggiungiamo a fianco la denominazione francese, diffusa in tutto il mondo) Aragosta (langouste): ha lunghe antenne e il carapace è di colore rosso marezzato. Vive sui fondi rocciosi e può raggiungere i 50 cm di lunghezza. Molto pregiate sono le aragoste più giovani, di circa 300 g di peso. Astice (homard): ha grosse chele e il carapace è di un colore bluastro maculato che diventa rosso scarlatto dopo la cottura. È il più grosso crostaceo del Mediterraneo e può raggiungere anche i 60 cm di lunghezza. È meno pregiato dell’aragosta, la sua carne è soda, ma è molto adatto per la preparazione di ragù o per accompagnare altri piatti. Gambero (crevette): il suo carapace è di colore bronzeo più o meno intenso, e diventa rosato dopo la cottura. Il gambero rosa è denominato gamberetto. Il gambero rosso, leggermente più grande, proviene dalla pesca d’altura. Granchio (crabe): ha dieci zampe. Il carapace ha forma ovale e colore giallo bruno. Quelli di dimensioni maggiori hanno il carapace festonato lungo tutto il bordo. La carne ha sapore fine e delicato. Grancevola (étrille): ha due chele e quattro paia di zampe posteriori coperte di peli e lunghe circa 20 cm, il carapace è cuoriforme con spine acute lungo il margine laterale, il colore è rossastro, rosso o roseo. Vive sui fondali arenosi e si pesca soprattutto in settembre e in ottobre. È detta anche “granseola”. Mazzancolla (caramote): ha lunghissime antenne. Il carapace è di colore rosato con sfumature violacee. Detto anche gamberone. Scampo (langoustine): ha piccole chele. Il carapace è di colore rosso o giallo rosato con sfumature rosso arancione o brune. Lungo circa 20 cm, vive sui fondali fangosi o sabbiosi e viene 씮 proseguire in direzione Varzi per 30 km. Dove alloggiare Albergo Corona - p.za Fiera, 19; tel. 0383.54.53.45 Albergo Ristorante Posta fr. Pietragavina, 1; tel. 0383.57.60.45 Albergo Ristorante Primula Bianca - fr. Castellaro, 30; tel. 0383.52.160 Albergo Ristorante Bel Soggiorno - fr. Pietragavina; tel. 0383.57.60.01 Dove pranzare Ristorante “Sotto i Portici” - v. del Mercato, 10; tel. 0383.52.990 Ristorante “Buscone” fraz. Bosmenso, 41; tel. 0383.52.224 Ristorante “Officina dei Sapori”- vicolo allo Stàffora; tel. 0383.54.50.57 Trattoria “Rosara”- loc. Rosara, tel. 0383.52.223 pescato soprattutto in primavera ed estate. Gambero d’acqua dolce (écrevisse): l’unico crostaceo di acqua dolce a essere utilizzato in cucina. Il carapace è di colore bruno nero. La carne è tenera, di sapore delicato e leggermente dolciastro. Vive in fiumi e ruscelli, il migliore è quello pescato da maggio ad agosto. Sulle tracce dei Malaspina Il borgo antico, il castello Malaspina di fronte alla piazza del Municipio, la torre quadrangolare del XIII secolo a lato del castello, le due Porte, Soprana e Sottana, sormontate da due torri, Torre Mangini e Torre dell’Orologio: ecco le prime mete di una visita a Varzi. Sempre nel borgo sono da segnalare la chiesa parrocchiale del Cinquecento e i due oratori del Seicento dei Rossi e dei Bianchi, che prendono il nome delle confraternite che li frequentavano. Nella parte bassa è di notevole interesse la chiesa dei Cappuccini in stile romanico dedicata a s. Germano, risalente al 1100. In epoca romana questo territorio fu abitato dai Liguri. Nel Medioevo, Varzi cominciò ad affermarsi grazie ai Malaspina, signori della zona. Il borgo dipese prima da Tortona, COME CONGELARE I CROSTACEI Tranne gli scampi, che si conservano meglio crudi, i crostacei vanno cotti ed eventualmente sgusciati (la polpa può essere congelata nell’acqua di cottura). I crostacei col guscio vanno chiusi in sacchetti di polietilene resistenti, perché le sporgenze non rompano l’involucro. La polpa dei crostacei sgusciati va confezionata in sacchetti di polietilene o vaschette di alluminio. Anche la durata di conservazione varia: per i crostacei senza guscio circa 2 mesi, negli altri casi 30-40 giorni. Lo scongelamento deve avvenire a temperatura ambiente, sotto acqua fredda corrente o in frigorifero. poi dal monastero di S. Colombano e infine fu inserito nei domini del castello di Oramala. Nel XII secolo Varzi divenne uno dei più importanti snodi commerciali della Via dei Feudi Imperiali, nota anche come “Via del Sale”, su cui venivano trasportate le merci da Genova a Milano e viceversa. Verso la fine del Duecento, Varzi divenne la capitale del marchesato dei Malaspina che fecero erigere il castello, la triplice cinta di mura e il borgo antico. Nel XIV secolo i Malaspina cominciano a decadere lasciando campo libero ai Visconti di Milano. Successivamente i Savoia unirono Varzi a Bobbio, in un territorio che, dopo essere stato teatro di razzie delle truppe napoleoniche, tornò al Regno di Sardegna. Nel 1860 la provincia di Bobbio cessò di esistere e il paese tornò a essere un comune del Pavese. 왎 CLUB3 149 FEBBRAIO 2006