Informazioni di sicurezza ditte terze - e

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Informazioni di sicurezza ditte terze - e
Raffineria di Milazzo S.C.p.A.
INFORMAZIONI DI SICUREZZA
PER IL PERSONALE RAM
E DELLE IMPRESE APPALTATRICI
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Raffineria di Milazzo S.C.p.A.
SOMMARIO
0. PREMESSA. .....................................................................................................................................................3
1. LA RAFFINERIA DI MILAZZO: BREVE DESCRIZIONE DEL CICLO PRODUTTIVO...................4
1.1 DESCRIZIONE DEGLI IMPIANTI PRODUTTIVI. ..........................................................................................................4
1.2 MOVIMENTO E STOCCAGGIO PRODOTTI. ..............................................................................................................7
1.3 I SERVIZI AUSILIARI DELLA RAFFINERIA...............................................................................................................8
2. RISCHI SPECIFICI DI RAFFINERIA.....................................................................................................10
2.1 GAS. .................................................................................................................................................................11
2.2 LIQUIDI. ..........................................................................................................................................................14
2.3 SOLIDI. ............................................................................................................................................................16
2.4 ESPOSIZIONE AD AGENTI CHIMICI E FISICI. ....................................................................................................17
3. ASPETTI GENERALI SUL RISCHIO INCENDIO. ...........................................................................18
3.1. DEFINIZIONI. .................................................................................................................................................18
3.2. CENNI SULLA COMBUSTIONE. .........................................................................................................................20
4. INFORMAZIONI SUI RISCHI DI INCIDENTE RILEVANTE ......................................................21
4.1 IL RAPPORTO DI SICUREZZA...................................................................................................................21
4.2 LA SCHEDA INFORMATIVA .......................................................................................................................23
5. NORME PER L'ACCESSO IN RAFFINERIA.......................................................................................24
6. DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI). ..............................................................25
7. ADEMPIMENTI DELLE IMPRESE ........................................................................................................27
8. NORME PER L’ESECUZIONE DEI LAVORI ......................................................................................28
8.1 PROCEDURA PER IL RILASCIO DEI PERMESSI DI LAVORO. ................................................................................29
9. CIRCOLAZIONE DEGLI AUTOMEZZI IN RAFFINERIA. .............................................................31
10. NORME DI COMPORTAMENTO IN CASO DI EMERGENZA....................................................32
11. PIANO DI EVACUAZIONE DELLA RAFFINERIA .........................................................................33
12. PRESIDI DI PRONTO SOCCORSO ...................................................................................................34
13. GLOSSARIO DI SICUREZZA ...............................................................................................................35
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0. PREMESSA.
La pubblicazione in oggetto intende fornire delle indicazioni, di carattere
generale, sui rischi dell’ambiente di lavoro e sulle norme che i lavoratori,
presenti in Raffineria, sono tenuti ad osservare per la salvaguardia del
personale, degli impianti e dell’ambiente. I lavoratori, pertanto, debbono
anche conoscere nel dettaglio le norme di sicurezza attinenti alla propria
mansione e/o attività.
E’ responsabilità dei datori di lavoro assicurare la formazione ed
informazione dei lavoratori ed è dovere dei lavoratori attenersi alle
disposizioni ricevute ed alle norme di sicurezza prescritte.
Ogni lavoratore ha il dovere di segnalare qualsiasi inadempienza alle
norme di sicurezza ed ha il diritto di chiedere tutte le informazioni
necessarie per svolgere la propria mansione in sicurezza, tutelando la
propria salute e rispettando l’ambiente.
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1. LA RAFFINERIA DI MILAZZO: BREVE DESCRIZIONE DEL CICLO
PRODUTTIVO.
Per poter operare correttamente in un ambiente di lavoro complesso e articolato come quello
della Raffineria, è necessario avere una conoscenza, per quanto non di dettaglio, di ciò che
avviene all'interno dello stabilimento.
1.1 descrizione degli impianti produttivi.
La Raffineria è un complesso industriale che ha come obiettivo la trasformazione del petrolio
greggio nei diversi prodotti combustibili e semilavorati attualmente in commercio.
L'attuale ciclo produttivo, si realizza da impianti primari nei quali, attraverso il processo di
distillazione, il petrolio greggio viene separato nelle diverse frazioni o tagli: Gas, GPL, Naphta
(benzina), Kerosene, Gasoli e Residuo.
Gli impianti primari della Raffineria consistono in:
due unità di Distillazione Atmosferica (TOPPING 3 e 4);
un impianto di Distillazione sotto Vuoto (VACUUM).
I semilavorati prodotti dagli impianti di distillazione rappresentano le cariche per gli impianti di
conversione della Raffineria:
−
I residui atmosferici prodotti dalla lavorazione di particolari greggi dolci paraffinici ed
i distillati pesanti recuperati dalla lavorazione al VACUUM dei greggi a basso zolfo
vengono alimentati all'impianto di Cracking Catalitico a letto Fluido (FCC) del tipo
"riser cracking" a due risers. Esso opera in modo da produrre una rottura (cracking)
delle molecole d’idrocarburi pesanti, in presenza del catalizzatore mantenuto in fase
fluida (Fluid Catalytic Cracking), massimizzando i distillati in carica. L'impianto è
dotato di una sezione per il frazionamento dei prodotti di reazione (Gas
Concentation) che si articola in: colonna di frazionamento principale, compressione
ed assorbimento dei gas, stabilizzazione e splittaggio delle benzine, frazionamento
dei GPL con produzione di propilene, propano, frazioni di butani e di buteni.
−
Questi ultimi vengono alimentati in carica agli impianti di MTBE ed alchilazione, nei
quali i buteni disponibili vengono pressoché integralmente convertiti in componenti
alto ottanici non aromatici, pregiati per il blending delle benzine finite. L'impianto
MTBE effettua il processo di sintesi tra il metanolo e l'isobutilene. Nell'impianto
ALCHILAZIONE si completa la conversione a benzina dei butani in presenza d’acido
solforico in qualità di catalizzatore.
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−
I Gas esausti (caldi) provenienti dal rigeneratore dell'impianto FCC, vengono
convogliati in una caldaia a recupero con post combustione (CO-Boiler) per sfruttare
il calore latente dei fumi per la produzione di vapore ad alta pressione da immettere
nella rete di Raffineria.
−
I distillati pesanti da VACUUM, ad alto tenore di zolfo, vanno in carica all'impianto
Unicracker (HDC), che consente la conversione a Naphta, Kero e Gasolio, mentre il
prodotto di fondo idrogenato è anch'esso alimentato all'impianto FCC.
−
Il residuo VACUUM viene invece alimentato all’impianto LC-Finer che ha lo scopo di
realizzare la conversione del suddetto Residuo (composto da idrocarburi pesanti ad
alto tenore di zolfo) in un distillato corrispondente alla categoria merceologica degli
oli combustibili a basso tenore di zolfo e in altre frazioni di distillati più leggeri.
−
Di servizio agli impianti di conversione/desolforazione sono gli impianti di produzione
d’Idrogeno (HGU 1 e 2 di cui quest’ultimo gestito dalla Linde Gas Milazzo) con la
tecnologia "steam reforming" in grado di produrre idrogeno ad alta purezza.
Altri impianti di trattamento dei distillati medi e leggeri derivanti dalle distillazioni e di
preparazione basi per prodotti finiti sono i seguenti.
•
Impianto di Desolforazione Catalitica dei Prodotti Leggeri (HDT 1) provenienti dagli impianti
di TOPPING e HDC; tale impianto prepara anche la benzina pesante d’alimentazione
all'impianto di REFORMING CATALITICO (REF CAT). La benzina prodotta dal REFORMING, ad
alto numero d’ottano, è il componente base impiegato per la formulazione delle benzine
finite. I GPL prodotti da questi due impianti vengono stabilizzati e frazionati nel sistema dei
Gas Saturi, mentre la benzina leggera è in parte alimentata alla Deisopentanizzatrice ed in
parte inviata a vendita.
•
Impianto di desolforazione catalitica dei gasoli (HDS 1) prodotti dai TOPPING. Tale impianto
oggi viene adoperato per desolforare il kerosene prodotto dai topping; il kero desolforato può
essere destinato a Kero-Avio o a blending gasolio in funzione dei programmi di lavorazione.
•
Impianto MEROX KERO per la produzione dei jet-fuel per l'utilizzo dell'aviazione civile e
militare.
•
Impianto di Desolforazione Gasoli 2 (HDS 2) che opera la desolforazione catalitica dei gasoli
provenienti dagli impianti TOPPING, LC-Finer e FCC permettendo l’adeguamento alle nuove
specifiche sul contenuto di zolfo dei gasoli per autotrazione.
•
Impianto di Desolforazione Benzine 2 (HDT 2) che opera la riduzione del contenuto di zolfo
presente nella Naphta (benzina) proveniente da FCC utilizzando il processo di
idrodesolforazione permettendo l’adeguamento alle specifiche future sulla qualità delle
benzine per autotrazione.
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Nel ciclo di lavorazione, altri impianti complementari agli impianti primari e di conversione sono
gli impianti MEROX BENZINE, per la benzina da FCC, il MEROX GPL 1 per il GPL da FCC/TOPPING
e l'Isopentano ed il MEROX GPL 2 che tratta il GPL proveniente dai TOPPING e dall’HDC.
I gas combustibili (Fuel Gas) prodotti da tutti gli impianti di conversione della Raffineria e
destinati ai consumi interni (per forni a caldaie) ed i GPL prodotti dagli impianti FCC/ REFORMING
ed HDC vengono trattati con solventi amminici in apposite colonne di lavaggio, allo scopo di
eliminare l'idrogeno solforato.
L’idrogeno presente nel Fuel Gas viene inviato dall’impianto HDT 1/ REFORMING CATALITICO
all’impianto PSA (Unità 450) che tramite un sistema a setacci molecolari recupera l’idrogeno
presente e lo invia alla rete di idrogeno della Raffineria.
L'idrogeno solforato e l'ammoniaca presenti nelle acque reflue (acque acide) dagli impianti
vengono strippati in due impianti (Sour Water Stripper, SWS 1 e 2).
Le correnti gassose ricche d’idrogeno solforato (H2S) prodotte dalle colonne di rigenerazione dei
solventi amminici e dalle colonne di strippaggio delle acque acide vengono inviate in carica agli
impianti di Recupero Zolfo (SRU 1 e 2), dotati di sezioni di recupero dei Gas di coda (sezioni
SCOT).
Lo zolfo prodotto viene movimentato in fase liquida ed è destinato in prevalenza ad impieghi
nell'industria chimica.
La Raffineria dispone di una moderna sala controllo centralizzata, bunkerizzata, cui fa capo il
sistema di controllo distribuito DCS in linea con la più avanzata tecnologia di controllo del
processo e di prevenzione del rischio, collegati a sistemi computerizzati per l’ottimizzazione dei
processi.
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1.2 Movimento e Stoccaggio Prodotti.
La Raffineria dispone di un parco di circa 170 serbatoi, quasi tutti del tipo cilindrico verticale a
tetto galleggiante, per una capacità complessiva di circa 4.100.000 m3.
Lo stoccaggio è adeguato alla tipologia delle materie prime (segregazione di greggi in accordo
alle diverse qualità) e dell'ampia varietà di prodotti e semilavorati presenti in Raffineria: GPL,
benzine finite e semilavorate, kerosene per varie utilizzazioni, gasoli ed oli combustibili.
Le attrezzature di ricezione/spedizione via mare si articolano in due pontili in esercizio con
possibilità di ormeggi contemporanei:
•
il pontile 2 è lungo 650 metri ed è dotato di 6 ormeggi di cui 4 utilizzabili
contemporaneamente.
•
il pontile 1 è lungo 500 metri ed è dotato di 2 ormeggi utilizzabili contemporaneamente.
La Raffineria è in grado di ricevere navi cisterna fino a 420.000 DWT (al Pontile 2).
Esiste inoltre la disponibilità di un terzo pontile che però attualmente non è attrezzato e quindi
non è in uso.
Una quota di prodotti finiti viene spedita via terra, tramite autobotti (ATB) che vengono caricate
tramite apposite pensiline di carico suddivise tra GPL (2 Pensiline di Carico ATB GPL) e prodotti
liquidi (4 Pensiline di Carico ATB Liquidi) dove vengono inviati i seguenti prodotti:
−
Benzine
−
Kerosene
−
Gasolio
−
Olio combustibile.
Inoltre, esiste ed è operativo un oleodotto che collega la Raffineria alla vicina centrale Elettrica di
S. Filippo del Mela.
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1.3 I Servizi Ausiliari della Raffineria.
Energia elettrica, vapore e recupero calore
Per la generazione di vapore e di energia elettrica, in Raffineria è operativa una Centrale
Termoelettrica comprendente un gruppo di cogenerazione costituito da:
−
un turbogeneratore a gas della potenza di 25 MW ed un generatore di vapore a
recupero e postcombustione da 130 tonn/ora di vapore a 51 ATE;
−
una caldaia a fuoco diretto da 130 tonn/ora di vapore a 51 ATE;
−
un turbogeneratore a vapore a derivazione e contropressione della potenza di 18 MW;
−
un turbogeneratore a vapore a contropressione della potenza di 4 MW.
Quale generatore di vapore va aggiunto il già menzionato CO-Boiler annesso all'impianto FCC
della capacità di 130 tonn/ora di vapore a 51 ATE.
L'impianto di produzione Idrogeno 1 (HGU 1) recupera inoltre il calore disponibile con i fumi del
forno - reattore, in una caldaia a recupero della capacità di 70 tonn/ora di vapore a 51 ATE.
Altre caldaie a recupero di calore disponibili con produzione di vapore di media e bassa pressione
sono installate sugli impianti FCC, VACUUM , REFORMING CATALITICO e SRU 1 e 2.
I fabbisogni della Raffineria sono inoltre soddisfatti dalla limitrofa Centrale di Cogenerazione
SONDEL, dalla quale riceve vapore (fino a 140 t/h) e acqua demineralizzata (fino a 100 t/h).
L’energia elettrica viene interscambiata con la rete ENEL (centrale EDIPOWER) attraverso due
sottostazioni di trasformazione a 150 KV, con il parallelo elettrico a livello di tensione di 20 KV.
Acqua demineralizzata
L'acqua demineralizzata per l'alimento caldaie e per gli impieghi di processo, è prodotta:
in un impianto a letti di resine scambio di ioni, capace di produrre di 280 tonn/ora di
acqua DEMI;
in un impianto con due dissalatori acqua mare per la produzione di 42 tonn/ora di
acqua DEMI.
Acqua di raffreddamento
La Raffineria è dotata di un sistema di ricircolazione dell'acqua di raffreddamento a circuito
chiuso.
Il sistema è servito da tre torri di cui due a tiraggio forzato ed una a tiraggio naturale; la capacità
complessiva è di 22000 m3/ora di acqua circolante.
L'acqua di reintegro al sistema unitamente al reintegro del circuito antincendio è recuperata dal
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trattamento biologico delle acque reflue.
Aria compressa
Il sistema di aria servizi e strumenti è garantito da 5 compressori di cui:
−
quattro alimentati da motori elettrici
−
uno alimentato da motore diesel.
La capacità complessiva è pari a 23000 Nm3/ora di aria.
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2. RISCHI SPECIFICI DI RAFFINERIA.
IN QUESTO PARAGRAFO VENGONO RIPORTATE INFORMAZIONI ADEGUATE PER SOLLECITARE
LA NECESSARIA SENSIBILITÀ DELLE DITTE OPERANTI IN RAFFINERIA SULLE TEMATICHE DI
SICUREZZA.
QUESTO PARAGRAFO NON HA LA PRETESA DI ESSERE ESAUSTIVO, MA INTENDE FORNIRE UNA
SERIE DI INFORMAZIONI IN TEMA DI RISCHI SPECIFICI NELLE AREE DI LAVORO DI
RAFFINERIA.
L'obiettivo che ci si prefigge di raggiungere è quello di fornire indicazioni sugli aspetti principali
delle tematiche in oggetto, sensibilizzando tutto il personale su questi argomenti, in maniera tale
che il loro comportamento, sia durante il lavoro in impianto sia durante gli spostamenti in
Raffineria e in ogni altra situazione sia improntato al massimo rispetto delle normative interne
con la consapevolezza che si tratta di collaborare ad un bene comune che è quello della sicurezza
sul lavoro e dell'incolumità di persone e cose.
I Responsabili delle Ditte, come pure i rispettivi Responsabili della Sicurezza, sono tenuti a
trasferire a tutto il personale dipendente le informazioni fornite in questa sede, durante i corsi di
formazione da loro stessi tenuti.
In merito a questi corsi, si ribadisce che devono essere documentati in forma scritta, mediante
verbali di partecipazione controfirmati da tutti i partecipanti, di cui la Raffineria, unitamente ai
programmi didattici, vuole copia conforme.
È necessario, inoltre, che tutto il personale neo assunto, prima di essere impiegato
all'interno della Raffineria, riceva tutto l'addestramento necessario per poter operare
all'interno dello stabilimento con la conoscenza dell'ambiente in cui si troverà ad operare e dei
pericoli connessi. Anche in questo caso tutto deve essere documentato in forma scritta
(controfirmata dal neo assunto), con l'invio di copia conforme alla Raffineria.
Si intendono affrontare in un'ottica globale le problematiche di sicurezza legate alla presenza di
particolari sostanze e/o condizioni, anche operative, all'interno della Raffineria. L'argomento verrà
suddiviso secondo le sostanze e le condizioni che si possono trovare; occorre anche qui ribadire
che non si ha affatto l'intenzione di esaurire in questa sede l'intero argomento, e quindi non si
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scenderà in dettaglio, rimandando a quanto, di volta in volta, il personale di impianto appone su
ogni singolo e specifico permesso di lavoro.
2.1 Gas.
I gas presenti in Raffineria sono diversi e prodotti da fonti diverse, ma tutti potenzialmente
pericolosi. Per questo si raccomanda il rispetto dell'OBBLIGO DI DOTARE TUTTO IL PERSONALE
DIPENDENTE DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI) CHE FOSSERO NECESSARI.
Si ribadisce in proposito che è severamente vietato l'utilizzo da parte del personale delle Ditte del
materiale di sicurezza e delle dotazioni antincendio di proprietà della Raffineria.
Si ricorda che in base a quanto prescritto dal D.L.vo 626/94 e 242/96 le inadempienze in merito
all'impiego dei DPI sono soggette a sanzioni penali o amministrative sia a carico di quei datori di
lavoro che non li dovessero fornire, che a carico di quei lavoratori che pur essendone dotati non
ne facessero uso.
Esaminiamo ora brevemente le principali sostanze che si presentano allo stato gassoso.
⇒ GPL. È una miscela costituita prevalentemente da idrocarburi C3 - C4. Il prodotto è gassoso a
temperatura e pressione ambiente, ma viene stoccato allo stato liquido sotto pressione.
In questa sede, al prodotto commerciale, associamo anche i suoi componenti (propano e butano)
che in Raffineria vengono stoccati separatamente.
In caso di fuoriuscite accidentali di liquido, questo tende ad evaporare molto velocemente, e il
gas così formatosi, essendo più pesante dell'aria, tende a propagarsi a livello del suolo. Essendo
inodore e incolore (viene odorizzato solo prima della vendita) il pericolo maggiore è dato dalla
eventuale presenza in sacche accumulatesi in zone basse che, per innesco accidentale, possono
dare luogo ad esplosione.
All'interno di spazi confinati si deve temere in primo luogo il rischio di asfissia.
Il GPL liquido prende fuoco con più difficoltà rispetto a quello allo stato gassoso. Però è molto più
pericoloso un incendio di GPL liquido, in quanto si esalta il rischio di esplosione (se il quantitativo
rilasciato è consistente) dato che il calore di combustione favorisce il cambiamento di stato
liquido gas per cui si ha una rapida espansione legata all'aumento di volume della massa di
prodotto interessata; ciò comporta, in caso di incendio e non di esplosione, non il rischio, ma la
certezza di una vampa e di un fire ball (palla di fuoco).
Un aspetto molto importante, legato alle fughe accidentali di GPL, è quello connesso alla
formazione di nubi invisibili, che trascinate dal vento possono spostarsi dal luogo di origine del
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rilascio anche rapidamente e conservare la loro pericolosità anche a distanza di tempo (10-20
minuti e oltre). In casi di questo genere è necessario evitare accuratamente di fornire fonti di
innesco alla massa di gas, al fine di evitare il rischio di esplosione. Questo genere di pericolo può
presentarsi sia al parco GPL, dove questo viene stoccato, che nella zona impianti, dove il
prodotto viene lavorato. Per questo motivo, vi sono delle zone, principalmente l'area impianti (il
cuore della Raffineria) dove è interdetto il traffico ai mezzi non autorizzati. In queste zone è di
fondamentale importanza limitare al massimo il transito dei mezzi a motore, in quanto in caso di
fuga di gas, questi possono costituire fonte di innesco con un pericolo gravissimo.
Sempre in relazione alla possibilità di fughe, anche minime, di gas, È ASSOLUTAMENTE VIETATO
L'USO DI FIAMME LIBERE ALL'INTERNO DELLA RAFFINERIA ed in particolar modo in quelle aree
in cui c'è presenza di GPL o suoi componenti (parco GPL, TOPPING 3 e 4, REFORMING
CATALITICO, HDT 1 e 2, ALCHILAZIONE, FCC e GAS CONCENTRATION, LAVAGGI AMMINICI
(DEA 1 E 2, OGA), CTE, HDC, BLOW DOWN).
Similmente si raccomanda di porre la massima attenzione nel rispetto delle prescrizioni di utilizzo
di attrezzi antiscintilla, per le motivazioni sopra ricordate.
⇒ H2S. È uno dei gas più pericolosi, se non il più pericoloso tra quelli presenti in Raffineria, in
quanto oltre ad essere altamente infiammabile è altamente tossico per inalazione. Bastano basse
concentrazioni per provocare disturbi, e in concentrazioni di 150 ppm paralizza il nervo olfattivo,
per cui non si è più in grado di percepire il caratteristico odore di "uova marce", che
contraddistingue la presenza di H2S anche in percentuali bassissime (0,1 ppm). Per questo
motivo l'odore non può essere considerato un segnale premonitore della sua presenza, ma è
necessario affidarsi alle indicazioni fornite dai rivelatori portatili di H2S che, per tale motivo,
debbono essere sempre indossati in tali aree e mantenuti in efficienza.
Inoltre occorre considerare che per concentrazioni di 500 ppm si ha una rapida perdita di
conoscenza e la respirazione si arresta in pochi minuti; occorre prestare immediato soccorso
all'infortunato, allontanandolo dalla zona contaminata, praticandogli la respirazione artificiale.
A concentrazioni superiori, la perdita di conoscenza è praticamente immediata e le conseguenze
sono quasi sempre fatali.
IN RAGIONE DI CIÒ SI RACCOMANDA A TUTTI IL RISPETTO DELL'OBBLIGO DI DOTAZIONE DI
RIVELATORE PORTATILE DI H2S E DI MASCHERA "SCAPPA - SCAPPA" IN TUTTE LE AREE A
RISCHIO E OGNI VOLTA CHE VIENE PRESCRITTO, AD ESEMPIO NEI PERMESSI DI LAVORO.
Si consideri che poiché il gas in questione è solubile in acqua la sua presenza accidentale può
verificarsi anche nel sistema fognario di Raffineria.
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Lo H2S è inoltre solubile nello zolfo liquido e nel greggio, per cui si trova negli impianti che
lavorano questi prodotti. E non solo.
Il gas si può anche sviluppare per reazione se idrocarburi pesanti entrano in contatto con zolfo
liquido.
Essendo un gas più pesante dell'aria, quando puro, tende a propagarsi a livello del suolo,
annidandosi nei pozzetti e nelle parti basse (avvallamenti e simili).
Negli impianti di desolforazione o di conversione vi possono essere tuttavia delle correnti gassose
composte principalmente da idrogeno (e quindi più leggere dell’aria) con contenuti di H2S
significativi; è pertanto molto importante portare con se i rivelatori di H2S anche salendo su
ballatoi in quota in quanto vi è la possibilità che, in caso di fuga accidentale, si possa verificare il
rilascio di un gas con contenuto di H2S che tende a salire verso l’alto.
In linea di massima si può affermare che non esistono impianti di Raffineria in cui non ci sia
presenza di H2S.
Sulla procedura di sicurezza sull'H2S (RAM-90022) sono integralmente riportate tutte le aree di
interesse.
In questi impianti la presenza di H2S è evidenziata da apposita segnaletica orizzontale (linee
gialle pitturate a terra) e verticale (cartelli). Si ricorda che l'accesso a queste zone è vietato al
personale non autorizzato e che in ogni caso occorre segnalare la propria presenza al personale
di impianto.
⇒ IDROGENO. È un gas altamente infiammabile, più leggero dell'aria. La sua presenza, puro e
in grandi quantità, è limitata agli impianti HDT 1 e 2, REFORMING CATALITICO, HDS 1 e 2, HDC,
HGU 1 e 2, LC FINER e PSA. In alcuni impianti è presente a pressioni molto elevate (oltre 100
kg/cm2). In caso di fuoriuscita oltre al rischio di incendio, legato alla sua facile infiammabilità, c'è
il rischio di esplosione in funzione del grado di miscelazione con l'aria.
Essendo un gas estremamente volatile, tende ad andare verso l'alto.
⇒ FUEL GAS. È un gas combustibile composto da una miscela (in percentuali variabili) di
idrocarburi incondensabili (C1, C2), idrogeno, basse percentuali di idrocarburi C3, C4 e tracce di
H2S.
Viene utilizzato come combustibile in quasi tutti i forni di Raffineria, ed al Turbogas della CTE.
Come per tutti gli altri gas occorre porre attenzione all'ingresso in luoghi confinati che lo hanno
contenuto, in quanto potrebbero esservi ancora tracce del gas stesso.
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Si raccomanda di seguire sempre le prescrizioni previste dai permessi di lavoro nell'operare su
linee e apparecchiature che hanno contenuto questo combustibile, richiedendo l’intervento del
personale di impianto che provvederà a far effettuare, se necessario, prove di esplosività e/o di
presenza di idrocarburi (e di abitabilità se luoghi confinati) ogni qual volta si abbia il sospetto
della sua presenza.
⇒ ANIDRIDE SOLFOROSA. L’anidride solforosa viene prodotta dalla combustione dello zolfo,
presente nei vari combustibili, con aria. Gas incolore, di odore irritante, non infiammabile, tossico
e irrespirabile. Il gas è più pesante dell’aria e ha una densità, riferita a questa di 2,264; la sua
massa in condizioni normali di temperatura e pressione è di 2,928 kg/m3. L’anidride solforosa è
irritante per gli occhi, la gola e le vie respiratorie. E’ estremamente tossica, una concentrazione di
20 ppm in volume nell’aria provoca tosse e irritazione; un’esposizione prolungata a tale
concentrazione risulta impossibile, portando rapidamente edema polmonare e coma per
soffocamento.
⇒ OSSIDO DI CARBONIO. L’ossido di carbonio si forma quando nelle combustioni si brucia
con difetto d’aria. Ha una densità quasi pari a quella dell’aria, 0,954 a 0 °C ; la sua massa
volumetrica, in condizioni normali di temperatura e pressione è di 1,234 kg/m3.
L’ossido di carbonio forma miscele infiammabili con l’aria ed avendo una densità molto prossima
a quella dell’aria, la miscelazione avviene facilmente in qualsiasi condizione.
L’ossido di carbonio, respirato anche a piccole dosi , si fissa rapidamente sull’emoglobina del
sangue causando situazioni di crisi nell’ossigenazione delle cellule. L’azione tossica si manifesta
con cefalea e vomito e porta rapidamente ad uno stato di coma fino al blocco della respirazione,
con collasso vascolare.
2.2 Liquidi.
Le principali sostanze presenti in Raffineria sono allo stato liquido, ed ovviamente sono costituite
da idrocarburi. I rischi ad esse connessi vanno correlati a perdite e fuoriuscite accidentali, in
quanto normalmente non è possibile venirne a contatto in quanto sono confinati all'interno di
tubature, apparecchiature e serbatoi.
Nell'esaminare i rischi potenziali, occorre tener conto di diversi parametri, quali la temperatura e
la pressione cui si trova il prodotto, la sua volatilità, la sua composizione e le condizioni esterne.
Con i prodotti più leggeri (benzine) occorre considerare oltre al rischi di incendio, anche quello di
esplosione per la formazione (e l'innesco) di nubi di vapori. A tale proposito valgono anche in
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questo caso le considerazioni fatte in precedenza (vedi GAS) in merito al transito all'interno
dell'area Impianti lungo tutte quelle strade interdette al transito senza apposito permesso.
I prodotti leggeri possono essere cancerogeni, e quindi occorre fare in modo che il personale sia
dotato di tutti i DPI necessari e/o prescritti. Va sottolineato comunque che il personale delle Ditte
non è direttamente esposto a questi rischi, in quanto in genere viene chiamato ad operare su
impianti o parti di esso già bonificate e messe in sicurezza. È comunque sempre possibile il caso
di fuoriuscita accidentale di prodotti leggeri, per cui occorre fornire informazione adeguata ai
lavoratori in merito ai rischi connessi.
Relativamente ai prodotti più pesanti, il rischio maggiore è legato alla loro temperatura. Vi sono
infatti impianti (ad esempio: TOPPING 3 e 4, VACUUM, FCC, HDS 1 e 2, HDC, LC FINER) in cui
una fuoriuscita, ad esempio, di un fondo colonna (anche per la combinazione di pressione e
temperatura) può comportare auto accensione del prodotto stesso.
A causa della densità di questi prodotti, quasi sempre la loro lavorazione, movimentazione e
stoccaggio avviene a temperature superiori alla temperatura ambiente, per cui una semplice
fuoriuscita o contatto accidentale può comportare rischi di scottature.
In Raffineria sono presenti altri fluidi ai quali occorre porre attenzione:
• Condense calde delle linee vapore (rischi di ustione), presenti praticamente ovunque in
Raffineria, compresa la zona serbatoi.
• Acque acide (rischio di contatto con sostanze caustiche, rilascio di H2S), presenti in diversi
impianti, ma soprattutto al SOUR WATER STRIPPER (SWS) 1 - 2.
• Metildietanolammina (MDEA). È una sostanza irritante, ma il problema principale è dato dalla
presenza di H2S che può essere rilasciato in caso di fuoriuscita.. La MDEA è principalmente
presente negli impianti DEA 1 e 2 e OGA e in tutte le sezioni di Lavaggio Amminico dei Gas..
• Soda caustica (idrossido di sodio) in soluzione acquosa. Il pericolo maggiore deriva da contatti
accidentali con acido solforico (o altre sostanze acide) in quanto si hanno reazioni molto
rapide ed esotermiche. La soda caustica è presente in molti impianti (tipo, ad esempio,
TOPPING 3 e 4, ALCHILAZIONE, CTE, LAVAGGIO GPL, TAP, DEMI), ma è sempre
opportunamente segnalata mediante apposita cartellonistica.
• Acido solforico, in soluzione acquosa ad alta concentrazione (titolo del 99,5 % quando fresco
e del 90 - 91 % quando esausto). Oltre al rischio citato in precedenza (reazioni violente con
soda caustica) occorre evitare in ogni modo che si abbia contatto con acqua, in quanto se si
versa dell'acqua in un contenitore di acido, si ha una violenta reazione con produzione di
schizzi con pericolo di gravi ustioni. L'acido solforico è presente in grandi quantità (sia
stoccato che utilizzato) negli impianti ALCHILAZIONE, RIGENERAZIONE ACIDO, CTE (impianto
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Raffineria di Milazzo S.C.p.A.
H2O DEMI), TAP. Anche in questo caso la sua presenza è segnalata mediante apposita
cartellonistica.
• Alcool metilico, detto anche metanolo, presente in grandi quantità nell'impianto MTBE. È un
liquido estremamente infiammabile e volatile; i suoi vapori sono tossici per inalazione ed
hanno un effetto narcotizzante.
Oltre a ciò è necessario prestare particolare attenzione ai liquidi costituiti da catalizzatori, additivi
e chemicals che sono presenti in quasi tutti gli impianti di Raffineria. Per queste sostanze sono
disponibili schede di sicurezza in cui sono riportate tutte le indicazioni relative a rischi per la
salute, norme di manipolazione e stoccaggio, norme antincendio, di pronto soccorso, etc.
(richiedere le schede di sicurezza quando necessario). Le schede di sicurezza sono tutte
consultabili anche in modalità informatica sul sito intranet di Raffineria.
Si tenga presente che è sempre possibile che in una apparecchiatura, per quanto bonificata,
restino delle tracce del catalizzatore, additivo o chemical precedentemente presente. Ogni qual
volta si ha un dubbio del genere è bene consultare preventivamente le schede di sicurezza,
prendendo tutte le precauzioni del caso (impiego di DPI).
Un liquido particolare è rappresentato dallo zolfo liquido presente negli impianti Recupero Zolfo
(SRU 1 e 2). Per le sue particolari caratteristiche (al di sotto di 140 °C tende a solidificare) deve
essere mantenuto a temperature molto elevate, per cui un contatto accidentale può provocare
gravi ustioni. Inoltre ovunque si trovi zolfo liquido è sempre presente il rischio di rilascio di H2S,
in quanto questo gas può essere presente all'interno del liquido. Si raccomanda per questo
motivo di adottare tutte le precauzioni del caso, ogni qualvolta ci si trovi ad operare in
quest'area.
SI RICORDA DI PRENDERE VISIONE DELLE SCHEDE DI SICUREZZA OGNI QUALVOLTA SI
MANIPOLANO ADDITIVI E/O CATALIZZATORI.
2.3 Solidi.
Con l'indicazione "sostanze solide", intendiamo riferirci a quelle sostanze solide (in forma
granulare, polverulenta o altro) che compongono catalizzatori e additivi.
Alcuni dei catalizzatori impiegati in Raffineria presentano rischi per la salute se inalati o per
contatto cutaneo. È quindi buona norma, prima di ogni lavoro che può interessare (anche
marginalmente) tali sostanze, consultare la relativa scheda di sicurezza, in cui, come in
precedenza accennato per le sostanze liquide, sono riportate una serie di norme comportamentali
e di prevenzione da adottare.
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Raffineria di Milazzo S.C.p.A.
Un solido che presenta rischi particolari è lo zolfo. Questo infatti è piroforico, cioè è facilmente
infiammabile e basta un minimo innesco perché prenda fuoco, bruciando con una fiamma di
colore azzurrino che in alcune condizioni può essere visibile con difficoltà. Associato al pericolo di
incendio c'è quello legato al rilascio di H2S che può essere rimasto imprigionato all'interno della
massa di zolfo solidificato. Il rilascio di H2S può essere possibile anche quando zolfo solido viene
in contatto con idrocarburi pesanti. Inoltre lo zolfo solido è facilmente reattivo, in quanto basta
un minimo di umidità perché si formi acido solforico.
A proposito di materiali allo stato solido, si ricorda a tutti l'obbligo di lasciare pulite le aree
interessate da lavori di manutenzione (anche minima), in quanto un ambiente di lavoro sporco è
pericoloso (si pensi ad esempio a lamierino di coibentazione lasciato a terra o su un ballatoio che
è possibile fonte di tagli e ferite).
2.4 Esposizione ad agenti chimici e fisici.
La Raffineria ha condotto, e ripete periodicamente, una serie di indagini sull'esposizione agli
agenti chimici e fisici all'interno dello stabilimento. I risultati di quest'indagine, che è stata
condotta in più tempi e viene periodicamente ripresa, si è svolta in collaborazione con un
qualificato consulente esterno.
Le sostanze analizzate sono comprensive dei composti di idrocarburi che possono essere
cancerogeni, ed i risultati sull'esposizione del personale di Raffineria hanno mostrato valori molto
bassi.
Un aspetto particolare riguarda invece i rischi legati alle manipolazioni di additivi e catalizzatori
che si possono avere nel corso di operazioni di manutenzione. Occorre prendere ogni
provvedimento affinché siano rispettate le norme di manipolazione stabilite dal fabbricante e
riportate sulle schede di sicurezza del prodotto.
IN TUTTI I CASI IN CUI IL LAVORO PREVEDA IL CONTATTO O IL RISCHIO DI CONTATTO CON
ADDITIVI, CATALIZZATORI E CHEMICALS IN GENERALE, È OBBLIGATORIO CONSULTARE
PREVENTIVAMENTE LE RELATIVE SCHEDE DI SICUREZZA.
Per quanto attiene agli agenti fisici, il problema principale è legato all'esposizione a rumore.
Anche in questo caso è stata svolta un'indagine (sempre con la collaborazione di un consulente
esterno specializzato), che ha permesso di individuare le zone più rumorose all'interno di ciascun
impianto. Tali aree sono state opportunamente segnalate con cartellonistica e segnaletica
orizzontale, per cui si invita tutto il personale al rispetto delle prescrizioni imposte dai cartelli.
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Raffineria di Milazzo S.C.p.A.
Inoltre si ricorda che ciascun Datore di Lavoro (ovvero ciascun Responsabile di Cantiere di ogni
Ditta) è tenuto ad effettuare un'analisi di rumore delle proprie apparecchiature e mezzi, o
comunque a dotarsi di apparecchiature e mezzi conformi alla normativa in materia di rumore.
Le Ditte verranno chiamate a rispondere di ogni inadempienza che dovesse emergere da controlli
spot effettuati in campo, qualora si riscontrasse l'impiego di mezzi o apparecchiature rumorosi.
Queste prescrizioni sono valide anche per i mezzi da cantiere (trattori, muletti, etc.).
Similmente i Datori di Lavoro sono tenuti ad effettuare una valutazione del rumore all'interno dei
propri cantieri, adottando tutte quelle misure atte a ridurre il livello sonoro se questo risultasse
essere troppo elevato. In questa valutazione non si deve solo tener presente l'esposizione del
proprio personale, ma anche l'emissione di rumore verso la Raffineria e verso l’esterno della
stessa.
3. ASPETTI GENERALI SUL RISCHIO INCENDIO.
3.1. Definizioni.
Autocombustione:
combustione che comincia senza apporto di calore esterno.
Calore di combustione:
è il calore totale sviluppato da una combustione.
Campo di infiammabilità:
comprende tutte le concentrazioni di una miscela gas /
vapore ed aria che sono infiammabili.
Combustibile:
suscettibile di bruciare (che ha la proprietà di bruciare).
Combustione:
reazione chimica che si svolge rapidamente con sviluppo di
calore e di fiamma.
Combustione lenta:
combustione di un materiale senza emissione di luce visibile e
spesso rilevata da fumo.
Energia di innesco:
energia almeno pari alla energia di attivazione di una
combustione.
Ignifugo:
proprietà di una sostanza capace di diminuire la velocità di
combustione e/o di aumentare il periodo di ritardo
all'ignizione dei materiali combustibili trattati.
Ignizione:
fase iniziale del fenomeno della combustione che dura
dall'atto dell'accendere al momento dell'autoaccelerazione del
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Raffineria di Milazzo S.C.p.A.
sistema di combustione e che si manifesta con la comparsa
della fiamma.
Incendio:
combustione sufficientemente rapida che si sviluppa senza
controllo nel tempo e nello spazio.
Incombustibile:
non suscettibile di bruciare (che ha la proprietà di non
bruciare).
Infiammabile:
Gas combustibile oppure sostanza liquida che emette, in
condizioni normali di temperatura e pressione, vapori in
quantità sufficiente allo svolgimento di una combustione
autosostenentesi indipendentemente dalla sorgente di
ignizione cui è stata sottoposta.
Ininfiammabile:
sostanza sottoposta a sorgente di ignizione non suscettibile di
mantenere la combustione in fase gassosa in condizioni
normali di temperatura e pressione.
Limite inferiore di
infiammabilità:
minima concentrazione di miscele infiammabili al di sotto
della quale non può avere luogo la propagazione della
fiamma a contatto con di una sorgente di ignizione.
Limite superiore di
infiammabilità:
massima concentrazione di miscele infiammabili al di sopra
della quale non può avere luogo la propagazione della
fiamma a contatto con di una sorgente di ignizione.
Pirolisi:
decomposizione chimica irreversibile prodotta da un aumento
di temperatura senza reazione con l'ossigeno.
Potere calorifico:
energia termica che una massa unitaria di un materiale o di
una sostanza è in grado di sviluppare al momento della sua
combustione completa.
Punto di ignizione:
ignition point - temperatura minima di una sostanza liquida,
solida o gassosa alla quale la sostanza deve essere riscaldata
in aria per dar luogo a combustione autosostenentesi
indipendentemente dalla sorgente di ignizione.
Punto di ebollizione:
boiling point - è la temperatura di un liquido quando il suo
vapore raggiunge una tensione pari alla pressione
atmosferica. A questa temperatura l'azione della pressione
atmosferica viene eguagliata ed il liquido entra in ebollizione.
Punto di fusione e di
solidificazione:
melting point - è la temperatura alla quale un corpo solido
passa allo stato liquido e viceversa un corpo liquido passa
allo stato solido.
Punto di infiammabilità:
flash point - minima temperatura alla quale un solido o un
liquido emette una quantità di vapori sufficiente a formare
con l'aria una miscela infiammabile sulla sua superficie.
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Raffineria di Milazzo S.C.p.A.
Velocità di propagazione di
fiamma:
nel caso di un Gas è la velocità di propagazione del fronte
delle fiamme. Nel caso di un solido è la velocità di
propagazione della base delle fiamme sulla superficie del
solido.
3.2. Cenni sulla combustione.
Con il termine "combustione" si indica una reazione chimica che avviene tra due sostanze
diverse, combustibile e comburente, in un determinato "range" di temperatura e volume
percentuale di combustibile. La combustione è una reazione esotermica, ovvero produce energia
sotto forma di calore e luce, e trasforma comburente e combustibile in altre sostanze dette
prodotti di combustione.
La combustione può essere suddivisa in 2 fasi principali.
Inizio della reazione. Corrisponde alla fase di innesco, ed è necessaria la disponibilità di
un'energia di innesco della miscela di comburente - combustibile la cui proporzione deve trovarsi
all'interno del range di cui sopra. Senza uno di questi 3 elementi (energia di innesco,
combustibile, comburente) non si può avere l'inizio della combustione.
Propagazione della reazione. In questa fase la combustione si autosostenta senza bisogno di
ulteriori apporti di energia dall'esterno. In generale si ha anche l'amplificazione dei fenomeni
iniziali con la propagazione del fronte di fiamma.
Nei cosiddetti fenomeni di "autocombustione", l'energia di innesco viene fornita, generalmente,
dalle condizioni fisico - chimiche di uno dei due elementi primari (combustibile e comburente).
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Raffineria di Milazzo S.C.p.A.
4. INFORMAZIONI SUI RISCHI DI INCIDENTE RILEVANTE
La Raffineria di Milazzo, in considerazione della tipologia di attività svolta e delle sostanze
presenti nel suo ciclo produttivo è soggetta alla normativa relativa ai rischi di incidente rilevante
(D. Lgs. 334/99 e s.m.i.).
4.1 IL RAPPORTO DI SICUREZZA
E’ il principale adempimento previsto dal D.L.vo 334/99 e s.m.i. (Seveso III), che il Gestore della
Raffineria è tenuto a redigere.
Il rapporto di sicurezza evidenzia che:
a) è stato adottato il sistema di gestione della sicurezza;
b) i pericoli di incidente rilevante sono stati individuati e sono state adottate le misure
necessarie per prevenirli e per limitarne le conseguenze per l'uomo e per l'ambiente;
c) la progettazione, la costruzione, l'esercizio e la manutenzione sono sufficientemente sicuri
e affidabili;
d) sono stati predisposti i piani d'emergenza interni e sono stati forniti all'autorità
competente gli elementi utili per l'elaborazione del piano d'emergenza esterno.
L'analisi dei possibili incidenti, che rappresenta il punto focale del Rapporto di Sicurezza, è
condotta tramite l’applicazione di varie tecniche, ormai standardizzate e richiamate nelle norme,
ed ha lo scopo di:
•
individuare le sequenze di eventi in grado di generare incidenti rilevanti;
•
valutare l'evoluzione dell'incidente (scenari incidentali) ed i relativi effetti (conseguenze)
dannosi;
•
stimare le probabilità che gli effetti dannosi si verifichino.
Si possono individuare cinque elementi fondamentali nell'analisi degli incidenti:
1. analisi storica: studio degli incidenti avvenuti nel passato con l’ausilio di banche dati
accreditate;
2. individuazione degli eventi incidentali credibili;
3. valutazione delle conseguenze (scenari di danno o incidentali);
4. valutazione della frequenza di accadimento (probabilità) degli scenari credibili.
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Il Rapporto di sicurezza presentato dalla Raffineria è stato compilato con le tecniche sopra
esposte ed illustra le precauzioni adottate per prevenire gli incidenti, che si distinguono in:
Misure di carattere impiantistico
Gli impianti della Raffineria sono stati progettati e realizzati secondo i moderni standard di
sicurezza.
Il controllo del processo è realizzato tramite sistemi computerizzati e gli impianti sono dotati di
sistemi di blocco per la fermata in sicurezza in caso di disservizi.
La Raffineria è dotata di:
•
impianti antincendio altamente affidabili, in grado di funzionare in ogni condizione ad
estesi a tutta l'area di stabilimento;
•
sistemi di rilevazione di eventuali perdite;
•
sistemi di contenimento di eventuali perdite.
Tutti gli impianti e tutte le attrezzature sono sottoposti a manutenzioni ed ispezioni periodiche,
programmate e preventive. Tutti gli impianti e le strutture sono progettati secondo criteri
antisismici.
Misure di carattere procedurale
In ciascun impianto di processo o stoccaggio è disponibile un manuale operativo, in cui sono
riportati i dati principali dell’impianto, la descrizione del processo, le procedure per la conduzione,
gli elenchi e le caratteristiche di base delle apparecchiature, dei macchinari e della
strumentazione installata. Le procedure per la conduzione prevedono anche le fasi di avviamento,
di fermata normale e di emergenza ivi compresa l’emergenza per mancanza delle utilities
(energia elettrica, vapore, aria, azoto).
La Raffineria ha predisposto un Piano generale di emergenza ai fine di gestire e mitigare le
conseguenze di un eventuale incidente.
Misure di carattere organizzativo
La conduzione degli impianti è affidata a personale altamente specializzato, che opera 24 ore su
24 in una sala controllo bunkerizzata, posta in zona sicura.
Il personale della Raffineria di Milazzo è in possesso di elevati requisiti professionali e segue
periodicamente, a tutti i livelli, corsi di aggiornamento generali e di approfondimento su temi
specifici..
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Raffineria di Milazzo S.C.p.A.
L’addestramento richiesto per il personale operativo , comporta una approfondita conoscenza
delle problematiche relative a:
•
processo;
•
macchine e apparecchiature;
•
esercizio e gestione dell’impianto di pertinenza, sia in condizioni normali che in quelle
di emergenza;
•
sistemi di protezione/prevenzione;
•
modalità di manutenzione;
•
modalità di attivazione dell'allarme/per emergenza;
•
piano di emergenza interno;
•
rischi specifici delle sostanze pericolose e dei processi utilizzati in Raffineria.
In Raffineria opera 24 ore su 24 una squadra antincendio dotata di attrezzature specialistiche e
mezzi speciali. Periodicamente gli operatori effettuano esercitazioni, simulando situazioni di
emergenza.
4.2 LA SCHEDA INFORMATIVA
In ottemperanza all’art. 6 comma 5 del D. L.vo 334/99 e s.m.i. la Raffineria di Milazzo ha
predisposto e inviato alle autorità competenti la “Scheda di informazione sui rischi di incidente
rilevante per i cittadini ed i lavoratori”.
La scheda informativa costituisce una sintesi delle informazioni relative al ciclo produttivo della
raffineria, alle sostanze presenti che possono dar luogo a un incidente rilevante ed alle misure
previste per il contenimento dell’evento che dovesse manifestarsi.
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5. NORME PER L'ACCESSO IN RAFFINERIA
L’accesso in Raffineria del personale delle Ditte Terze è regolamentato dalla procedura RAM90007.
Sulla base della documentazione richiesta nel contratto di appalto e presentata dall’Impresa
ciascun lavoratore riceverà un badge di riconoscimento che consentirà l’ingresso in raffineria.
Il primo ingresso in Raffineria dovrà essere preceduto dalla formazione/informazione del
lavoratore sui rischi di raffineria e sulle normative e procedure di sicurezza a cura del datore di
lavoro e dalla visione del video appositamente predisposto da RAM.
Si vuole comunque ricordare che le norme minime di sicurezza da osservare scrupolosamente
sono:
•
E’ vietato accendere fiamme libere.
•
E’ vietato fumare al di fuori dei luoghi consentiti (posti fumo indicati da apposita
segnaletica);
•
E’ vietato introdurre:
-
radio trasmittenti, telefoni portatili e qualsiasi altra apparecchiatura o dispositivo
non a sicurezza intrinseca e, comunque, senza autorizzazione;
•
-
macchine fotografiche, cinematografiche o telecamere
-
attrezzi e/o strumenti di qualsiasi genere senza autorizzazione;
-
bevande alcoliche.
Nelle sale controllo e nelle aree a rischio, non è consentito utilizzare alcuna
apparecchiature ed alcun tipo di dispositivo elettrico ed elettronico senza specifica
preventiva autorizzazione.
Qualunque lavoro in Raffineria deve essere preventivamente autorizzato
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Raffineria di Milazzo S.C.p.A.
6. DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI).
Sulla base di quanto previsto dal D. Lgs. 626/94 e s.m.i., il datore di lavoro deve fornire ai propri
dipendenti tutti i dispositivi di protezione necessari allo svolgimento in sicurezza dell'attività
lavorativa secondo le specificità del lavoro svolto e secondo le necessità dell'ambiente in cui si
trova ad operare.
Quanto sopra è particolarmente valido nell'ambito dei lavori svolti in Raffineria e per tale motivo
tuta la gestione dei DPI è oggetto di una procedura interna (RAM-90014).
Si ricorda a tale proposito, e questa filosofia è stata adottata nella procedura di rilascio dei
permessi di lavoro, che:
−
il Datore di Lavoro (Impresa) è responsabile dell'adozione di tutte le misure
previsionali necessarie a eseguire il lavoro in sicurezza, in relazione ai rischi
specifici del mestiere ed ai rischi relativi all’ambiente in cui opera;
−
la Committente (Raffineria) ha l’obbligo di fornire all’Impresa tutte le
informazioni relative ai rischi correlati all’ambiente in cui si opera;
−
i lavoratori hanno l’obbligo di utilizzare correttamente le dotazioni di
sicurezza e i dispositivi di protezione individuale prescritti.
Di seguito vengono indicati, in forma generale e non esaustiva, i principali dispositivi di
protezione individuale che debbono essere utilizzati in Raffineria.
Elmetto protettivo:
per la protezione della testa da urti accidentali contro
elementi strutturali e da caduta di piccoli pezzi e/o
materiali.
Guanti protettivi idonei al tipo
per
la
protezione
delle
mani
da
tagli,
di lavoro:
scottature, contatti accidentali con sostanze e superfici.
Tuta da lavoro idonea al tipo
serve per la protezione del corpo da contatti accidentali
di lavoro:
con sostanze, con superfici calde o fredde, etc.
Scarpe di sicurezza:
proteggono da trafitture di chiodi o parti appuntite, da
abrasioni,
schiacciamenti e da traumi da urti etc. Le scarpe utilizzate
in Raffineria devono essere anche antistatiche.
Occhiali protettivi e schermi
servono per la protezione degli occhi e/o del viso da
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facciali:
schizzi, proiezione di schegge o materiali vari, etc.
Tappi antirumore e cuffie:
proteggono l'udito da rumori forti e persistenti o fastidiosi
per la tonalità.
Maschere antigas con filtro
proteggono l'apparato respiratorio da esalazioni, fumi,
intercambiabile:
gas tossici etc. I filtri sono intercambiabili in quanto
specificamente destinati alla protezione da una sostanza.
Esistono però alcuni, detti "universali", che sono in grado
di proteggere da più sostanze; lo scotto da pagare è però
quello di una minore durata della loro efficacia. L'utilizzo
delle maschere è limitato dalla presenza di un tenore
minimo di ossigeno pari al 17 % (contro il 20,8% dell'aria
pura).
Autorespiratori
(o
bombole di aria compressa generalmente spalleggiabili
(ma ne esistono anche configurazioni carrellate per una
autoprotettori):
maggiore autonomia) in grado di consentire di operare in
ambienti ristretti o in presenza di Gas tossici e/o
asfissianti.
d’emergenza
autorespiratore portatile, dotato di bombola da 3 litri,
spalleggiabile con bombola da
maschera a pieno facciale e con cinghie di trasporto o
3 litri 200 bar.
sistemato in sacca da trasporto da impiegare come
Autorespiratore
dispositivo di fuga.
Maschere "scappa - scappa":
maschere antigas di emergenza con filtro universale, la
cui dotazione è obbligatoria in tutte le aree a rischio H2S.
Altre dotazioni di sicurezza di cui la ditta appaltatrice deve dotarsi, anche se non possono essere
classificati come dispositivi di protezione individuale, sono:
• rivelatori portatili di H2S, da indossare obbligatoriamente nelle zone a rischio H2S;
• estintori, manichette e lance antincendio, obbligatorie per alcuni lavori a caldo e
comunque ogni volta che vengono prescritti nei permessi di lavoro.
LE IMPRESE TERZE DEBBONO ESCLUSIVAMENTE UTILIZZARE DOTAZIONI DI
SICUREZZA E/O DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE PROPRI.
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Raffineria di Milazzo S.C.p.A.
7. ADEMPIMENTI DELLE IMPRESE
I Responsabili delle Imprese, insieme ai rispettivi Responsabili della Sicurezza, sono tenuti a fare
formazione a tutto il personale dipendente sui temi della salvaguardia della sicurezza, della salute
e dell’ambiente e della prevenzione del rischio d’incidenti rilevanti.
I corsi di formazione devono essere documentati in forma scritta, mediante verbali controfirmati
da tutti i partecipanti, di cui la Raffineria, unitamente ai programmi didattici, deve ricevere copia
conforme.
Va in particolare curata la formazione del personale neo assunto, prima dell’ingresso
in Raffineria, affinché possa lavorare con la completa conoscenza dei pericoli esistenti
nell’ambiente in cui opera e delle procedure cui deve ottemperare. Tale formazione
deve essere documentata in forma scritta (controfirmata dal neo assunto) ed inviata
in copia conforme alla Raffineria.
Le Imprese che operano in Raffineria per periodi continuativi superiori ai 60 giorni, sono tenute a
presentare mensilmente un rapporto contenente i dati relativi alla forza lavoro, alle ore lavorate
(mensili e progressivi), al numero d’infortuni (mensili e progressivi), ai giorni di assenza (mensili
e progressivi), all’indice di frequenza e gravità degli infortuni (progressivi) ed un report sulla
formazione effettuata.
L’Impresa deve avere presentato il Piano di Sicurezza (relativo alle attività ed ai lavori di propria
competenza) elaborato secondo quanto previsto dal D. Lgs. 626/94, nonché una lettera ufficiale
(su carta intestata) ove è illustrata la struttura organizzativa e sono indicati i tecnici che hanno la
delega alla firma dei permessi di lavoro.
In caso d’infortunio, l’Impresa dovrà immediatamente informare il Servizio di
Prevenzione e Protezione della Raffineria, presentando un rapporto dettagliato su
quanto accaduto e copia di tutta la documentazione prodotta.
Le Imprese non possono alterare i valori di rumorosità nei loro cantieri e negli impianti in cui
debbono operare.
Qualora fosse necessario l'impiego di macchinari speciali con particolare rumorosità, che non è
possibile ridurre, le Imprese hanno l’obbligo di avvertire la supervisione lavori di Raffineria, in
modo che venga emessa una prescrizione temporanea e locale relativa alla protezione dell'udito.
Ogni Impresa dovrà in tutti i modi tentare di ridurre al minimo possibile i livelli di rumorosità
legati alle proprie attività.
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Raffineria di Milazzo S.C.p.A.
8. NORME PER L’ESECUZIONE DEI LAVORI
I prodotti e le sostanze presenti in Raffineria presentano caratteristiche di volatilità,
infiammabilità e tossicità che li rendono pericolosi per l'uomo e per l'ambiente.
È quindi indispensabile in occasione di ogni intervento lavorativo nell'area di Raffineria, diverso
dall'esercizio degli impianti e delle apparecchiature di processo, valutare con la massima
attenzione le possibili condizioni di rischio e predisporre tecniche operative vincolate a precise
esigenze di salvaguardia degli operatori nonché del patrimonio aziendale e ambientale.
In Raffineria, pertanto, prima di iniziare qualsiasi attività sugli impianti a fronte di un contratto
d’appalto è necessario redigere un documento (Piano di sicurezza) ove vengono individuati e
valutati i rischi derivanti dalle attività stesse in relazione a quelli d’area e vengono predisposte
tutte le misure di prevenzione, impiantistiche o organizzative, volte a scongiurare l’accadimento
di un evento indesiderato.
Inoltre ogni lavoro diverso dalle normali operazioni di esercizio negli impianti di produzione (su
linee, apparecchiature, macchine, etc.) e in genere ogni lavoro di intervento o manutenzione o
montaggio, non può essere eseguito senza aver prima chiesto e ottenuto il permesso di lavoro
scritto.
Il permesso di lavoro, come dettagliatamente previsto nell’apposita procedura, deve garantire:
•
che ogni lavoro venga esaminato e programmato in modo tale da escludere, durante
l'esecuzione, il verificarsi di conseguenze dannose;
•
che tutte le persone interessate alla preparazione del lavoro ne valutino l'eventuale
pericolosità, al fine di adottare le idonee misure per garantire la sicurezza durante
l'esecuzione dello stesso;
•
che, al momento di iniziare il lavoro o alla ripresa di ogni singolo intervento, sia
accertata l'idoneità delle condizioni per l'esecuzione dello stesso;
•
che il Responsabile dell'Unità, nel cui ambito si svolge il lavoro, adotti le opportune
misure di sicurezza e predisponga tutte le azioni cautelative e di prevenzione, relative
alla specificità degli impianti, affinché l'esecuzione del lavoro avvenga in condizioni
di sicurezza.
Il permesso di lavoro costituisce quindi la risultante di un'analisi dettagliata dei rischi ambientali
operativi nelle diverse fasi del lavoro e, nel contempo, la condizione tecnica minimale al di sotto
della quale nessun lavoro può essere autorizzato ed eseguito. Ciò non toglie che il Responsabile
dell’esecuzione del lavoro possa e debba utilizzare, qualora lo ritenga opportuno, misure e
cautele aggiuntive, rispetto a quanto previsto dal permesso di lavoro.
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Raffineria di Milazzo S.C.p.A.
In nessun caso, in Raffineria, è consentito iniziare un lavoro di qualsiasi genere senza
che sia stato rilasciato lo specifico permesso di lavoro.
8.1 Procedura per il rilascio dei permessi di lavoro.
La procedura per il rilascio dei permessi di lavoro nella Raffineria di Milazzo (RAM-90013), ha lo
scopo di fornire norme di sicurezza che rispondano ai requisiti di un'efficace prevenzione di
incidenti o danni a persone e/o cose durante l'esecuzione dei lavori in Raffineria.
Le azioni di prevenzione debbono investire e impegnare ogni lavoratore, in quanto la sicurezza è
un bene comune che deve essere tutelato con la scrupolosa osservanza di precise normative,
metodologie e strumenti di lavoro.
Il permesso di lavoro è il “documento” con il quale la Raffineria disciplina le operazioni di lavoro
in qualsiasi area / impianto/ apparecchiatura aziendale. Esso garantisce l'agibilità e fissa misure /
precauzioni / dotazioni / cautele minimali e obbligatorie per l'inizio e prosecuzione dei lavori,
determinate, queste, da specifiche situazioni di rischio ambientale e lavorativo comunicate tra le
parti.
Ciascuna impresa che esegue i lavori in Raffineria ha la responsabilità di rendere edotti i propri
dipendenti dei rischi specifici derivanti dall'esecuzione dei lavori e di quelli derivanti dal luogo o
dalle apparecchiature dove essi prestano la loro opera, nonché dell'impiego di idonei mezzi di
lavoro, esigendo dai dipendenti stessi il rispetto delle norme di sicurezza e l'uso appropriato dei
mezzi di protezione personale.
L'impresa individua un suo Responsabile (definito, sul Permesso di Lavoro, come Responsabile
Esecuzione del Lavoro) che può essere il Responsabile di Impresa o personale delegato a norma
di legge i cui nominativi devono essere ufficialmente comunicati alle Funzioni SPP, MANINGE,
GNR e TECL.
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Il Responsabile Esecuzione del Lavoro deve:
• avere conoscenza del luogo in cui si deve operare avendone presa visione diretta in relazione
alle prescrizioni del Responsabile Esercizio e del Richiedente Raffineria;
• avere una completa conoscenza e consapevolezza dei rischi specifici del luogo in cui deve
operare;
• rendere edotti i propri dipendenti dei rischi specifici derivanti dall'esecuzione dei lavori e di
quelli derivanti dal luogo e dalle attrezzature dove si recano a prestare la loro opera;
• rendere edotti i propri dipendenti dalle norme e procedure operative e di emergenze
specifiche in vigore presso la Raffineria;
• scegliere le persone e i mezzi più idonei nel rispetto delle prescrizioni trascritte dal
Responsabile Unità dell'Esercizio;
• determinare, in collaborazione con il Richiedente aziendale del lavoro, le modalità di
esecuzione atte ad evitare che possano sorgere pericoli per il personale e per le
apparecchiature;
• riportare dettagliatamente sul Permesso le modalità di esecuzione del lavoro, gli attrezzi da
impiegare atte ad evitare che possano sorgere pericoli per il personale e per le
apparecchiature;
• osservare le precauzioni specificate sul permesso, assicurare che siano stati effettuati i
preparativi di competenza e che siano impiegati i mezzi di protezione individuale prescritti;
• riconsegnare l'apparecchiatura e il luogo di lavoro dopo aver ripristinato le preesistenti
condizioni di pulizia e sicurezza.
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9. CIRCOLAZIONE DEGLI AUTOMEZZI IN RAFFINERIA.
Al fine di evitare un pericoloso aumento del traffico interno in Raffineria, ciascuna Ditta è
chiamata responsabilmente a limitare a quelli strettamente necessari il numero degli automezzi di
cui si richiede l'autorizzazione all'ingresso.
Per poter accedere all'interno della Raffineria, tutti i mezzi debbono essere autorizzati dalla
Direzione, previa richiesta della funzione appaltante (MANINGE, TECL o GNR), mediante apposito
permesso scritto che deve essere apposto in maniera visibile sul mezzo stesso.
Ciascun mezzo, compresi quelli da cantiere, deve essere opportunamente contrassegnato con il
nome della Ditta che lo utilizza o che ne è proprietaria. Non è consentito l'accesso a mezzi
sprovvisti di tale identificazione.
OGNI AUTOMEZZO DEVE ESSERE DOTATO DI RETINA ROMPIFIAMMA (O ALTRO
DISPOSITIVO SIMILARE).
PER NESSUN MOTIVO È CONSENTITO LASCIARE UN AUTOMEZZO IN MOTO
INCUSTODITO.
All'interno delle aree impianti sono state individuate alcune zone a circolazione limitata per motivi
di
sicurezza;
È
ASSOLUTAMENTE
VIETATO
L'ACCESSO
A
TALI
AREE
SENZA
AUTORIZZAZIONE SCRITTA RIPORTATA SUL PERMESSO DI LAVORO O SU APPOSITO
PERMESSO
DI
TRANSITO.
Nei
confronti
dei
trasgressori
verranno
adottati
severi
provvedimenti.
Tutti i mezzi ammessi a circolare all'interno della Raffineria devono essere in regola con le
prescrizioni previste dal Codice della Strada, e devono rispettare la segnaletica e i limiti di velocità
riportati su apposita cartellonistica.
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10. NORME DI COMPORTAMENTO IN CASO DI EMERGENZA.
Per affrontare al meglio le possibili emergenze, la Raffineria è dotata di un Piano di Emergenza
Interno RAM-91016) e di un’organizzazione incentrata sui seguenti sistemi e servizi:
• sistema di segnalazione allarme;
• sistema di comunicazione durante l’emergenza;
• squadra di emergenza;
• gruppi di Secondo Intervento
• assistenza medica di primo soccorso;
• attrezzature antincendio (fisse e mobili).
Chiunque individua un'emergenza deve dare l’allarme:
−
azionando il pulsante allarme più vicino al luogo dell'emergenza
−
telefonando al 3222 – telefono d’emergenza alla rimessa antincendio
−
tramite radio trasmittente selezionando il canale “ANT”
nel segnalare l’emergenza è necessario specificare:
chi sta dando l'allarme
cosa accade
dove accade
assicurandosi che il messaggio sia stato recepito correttamente.
Segnalazione di allarme
L'emergenza sarà segnalata con un suono di sirena continuo prolungato.
Cessato allarme
Sarà segnalato tramite emissione di tre suoni di sirena brevi intervallati.
Il piano di emergenza definisce in maniera univoca i compiti e i comportamenti di
ogni persona presente in Raffineria. Il rigido rispetto di quanto indicato costituisce
elemento necessario a garantire il buon fine di tutte le azioni che vengono intraprese
nel corso dell’emergenza.
Il personale di Imprese operante in Raffineria, al suono della sirena di allarme deve
interrompere le proprie attività, fermando tutti i motori termici ed elettrici in uso, sconnettendo i
pannelli elettrici eventualmente utilizzati, portando fuori dalle aree di impianto le bombole per i
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cannelli ossiacetilenici eventualmente presenti. Dopo avere messo in sicurezza le aree di lavoro,
tutto il personale delle Imprese deve recarsi, a piedi, disciplinatamente, al proprio cantiere od in
area sicura, evitando di attraversare le zone interessate dall'emergenza e/o di portarsi sottovento
rispetto al luogo dell’emergenza. Nel caso in cui al momento della segnalazione dell’emergenza il
personale di ditte terze si trovi a bordi di mezzi motorizzati, questi debbono essere
immediatamente fermati, posteggiandoli lungo il lato della strada in modo che non diano intralcio
e consentano l’accesso alle dotazioni antincendio. Il personale a bordo del mezzo deve recarsi, a
piedi, disciplinatamente, al proprio cantiere od in area sicura, evitando di attraversare le zone
interessate dall'emergenza e/o di portarsi sottovento rispetto al luogo dell’emergenza.
11. PIANO DI EVACUAZIONE DELLA RAFFINERIA
Poiché in caso di Grande Emergenza può essere necessario provvedere all'evacuazione della
Raffineria, nel Piano di Emergenza Interno è inserito (anche in ottemperanza a quanto prescritto
dal D. Lgs. 626/94 e s.m.i.) il Piano di Evacuazione, che stabilisce modalità di comunicazione e di
esecuzione dell'abbandono della Raffineria da parte del personale delle Imprese terze, riportando
su un'apposita planimetria della Fabbrica, la localizzazione delle uscite di emergenza.
Le disposizioni per l’evacuazione della Raffineria saranno impartite via interfono o via
radio; in particolare, sulla base del luogo e della tipologia dell’emergenza e delle
condizioni del vento, verranno indicati i varchi più idonei per l’uscita.
In prossimità di ciascun varco è stata approntata una cassetta sigillata a rottura di
vetro contenente la chiave necessaria per l’apertura del varco stesso.
Solo ed esclusivamente in caso di evacuazione è consentita la rottura dei piombi dei cancelli e
delle cassette portachiavi.
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12. PRESIDI DI PRONTO SOCCORSO
I lavoratori ed i terzi presenti nello stabilimenti possono fruire di presidi sanitari interni
(infermeria aziendale) ed esterni (ospedale di Milazzo).
La Raffineria dispone di un’infermeria e di due ambulanze, una delle quali idonea all’accesso nei
pontili.
Un medico è presente in infermeria dalle ore 07,00 alle 19,00 dal lunedì al venerdì ed è reperibile
negli altri orari.
Inoltre, la Raffineria è dotata di un'organizzazione in grado di prestare primo soccorso, costituita
da personale aziendale addestrato e designato a tale scopo.
L’Ospedale di Milazzo dista circa km 1.7 dalla Raffineria ed ha una struttura di pronto soccorso.
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13. GLOSSARIO DI SICUREZZA
Dispositivi di Protezione Individuale (DPI)
Attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo
contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché
ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo (Titolo IV art. 40 comma 1 D. Lgs 626/94
e s.m.i.).
Emergenza
Si può definire emergenza tutto ciò che appare come una condizione insolita e pericolosa che può
presentarsi in modi e tempi non completamente prevedibili.
Rischio imminente o grave minaccia di pericolo per le persone o i beni, (ISO 8201,1987).
Esplosività
Presenza di vapori infiammabili in aria capaci di incendiarsi in presenza di un innesco.
Evacuazione
Movimento ordinato di persone verso un luogo sicuro (in caso d’incendio o altra situazione di
emergenza).
Gestore
La persona fisica che gestisce o detiene il Sito, munita delle necessarie deleghe.
Incidente Rilevante
Un evento in cui intervengono una o più sostanze pericolose e consistente in un’emissione, un
incendio o una esplosione di grande entità che dia luogo ad un pericolo grave, immediato o
differito per la salute umana o per l’ambiente, all’interno o all’esterno dello Stabilimento.
Quasi Incidente Rilevante
Un rilascio consistente (1) di sostanza pericolosa che si disperde in modo fortuito nell’ambiente
senza causare danni né immediati né differiti alla salute umana o all’ambiente né all’interno né
all’esterno dello Stabilimento.
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Pericolo
Proprietà o qualità intrinseca di una determinata entità avente la potenzialità di causare danni.
Piano di emergenza
Insieme delle misure da attuare per affrontare situazioni di emergenza in modo da prevenire
ulteriori incidenti, evitare o limitare i danni per l’integrità e la salute dei lavoratori.
Procedura
Documento normativo, riferito ad una attività d'interesse diffuso ovvero ad attività attinenti ad
uno specifico processo od una parte di esso, che individua in modo puntuale le varie fasi logicosequenziali: chi deve fare cosa, quando, a quali fini, con quali strumenti o modalità, quali Unità
devono essere coinvolte.
Rapporto di sicurezza
Documento redatto dal gestore e contenente:
−
informazioni sul sistema di gestione e sull’organizzazione di Stabilimento in relazione alla
prevenzione degli incidenti rilevanti;
−
descrizione dell’ambiente circostante lo Stabilimento;
−
definizione dell’impianto;
−
identificazione ed analisi dei rischi di incidenti e metodi di prevenzione;
−
misure di protezione e di intervento per prevenire e/o limitare le conseguenze di un
incidente.
Rischio
Probabilità che un singolo individuo, un gruppo di individui, un determinato bene materiale o
comparto ambientale subisca effetti negativi di data natura ed entità a causa di uno specifico
pericolo (UNI 10616 punto 3.6).
Rischio di incidente rilevante
Il rischio di incidente rilevante viene generalmente definito come combinazione dei fattori
"probabilità' che l'incidente si verifichi (incendio, esplosione, rilascio di sostanze tossiche) e
"dimensioni dei danno' relativo all'insieme degli effetti conseguenti all'incidente (irraggiamento,
onde d'urto, concentrazioni di sostanze pericolose in aria, etc.).
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Eventi contraddistinti da alta probabilità di accadimento e da limitate dimensioni dei danno,
possono quindi essere definiti allo stesso livello di rischio di eventi con probabilità anche assai più
remota, ma contraddistinti da dimensioni di danno molto maggiori.
Si può quindi pensare, almeno in linea di principio, di arrivare a definire dei livelli di rischio
ammissibile, che individuino le combinazioni tollerabili del binomio probabilità x dimensioni del
danno.
Scheda di sicurezza
Documento dove è riportato l'insieme delle notizie riguardanti la tossicità, le caratteristiche
chimiche e fisiche del prodotto trattato nonché le norme di sicurezza necessarie per l'impiego e la
manipolazione della sostanza stessa. Sono anche riportate indicazioni circa il pronto intervento in
casi di infortuni a seguito di spruzzi o inalazione di prodotto e nel caso di versamento di prodotto.
Valutazione dei rischi
Procedimento di valutazione dell’entità del rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori,
nell’espletamento delle loro mansioni, derivante dal verificarsi di un pericolo sul luogo del lavoro.
Via di fuga/evacuazione
Percorso più breve che porta in luogo sicuro.
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