Tango Argentino-il ballo e la sua struttura
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Tango Argentino-il ballo e la sua struttura
s edie c o z i nda on e Il tango è una vera e propria eco culturale, la società parla attraverso esso e sin dai suoi albori ha riflesso la vita degli abitanti della città di Buenos Aires incorporandone l’anima e l’essenza, Gianluca Pozzi. Appassionato musicista fin dalla nascita, inizia suonando vari strumenti da autodidatta. Negli anni ottanta intraprende un percorso rivolto quasi esclusivamente al pianoforte. Approfondisce i suoi studi presso la Scuola Civica di Milano e con il maestro jazz Massimo Colombo. Si dedica alla composizione di sigle e spot televisivi e all’attività didattica. Compositore e arrangiatore, ha fondato, con Gianfranco Panighini, i Medialuna Tango Project. traducendo ogni determinato periodo storico in una forma espressiva di rivalsa popolare. TANGO ARGENTINO. IL BALLO e la sua struttura Letizia Pini. Laureata in Sociologia della Comunicazione, con studi umanistici e scientifici alle spalle. Si occupa di Comunicazione e Promozione. È autrice di “Avrei Voluto. Diario, inseguendo l’amore” edito da Gruppo Edicom. TANGO ARGENTINO IL BALLO e la sua struttura Luis Castro è Professore di Danzas Nativas Argentinas. Ha vinto la Primera Bienal de Arte Joven di Buenos Aires. Ha realizzato studi sulla struttura del tango danza con il Maestro Rodolfo Dinzel. Luis Castro e Claudia Mendoza si sono esibiti in tutto il mondo con la compagnia degli spettacoli Tango Pasión e Forever Tango. Con quest’ultima sono stati nominati a Broadway come autori della migliore coreografia per i tre prestigiosi premi Tony Awards, Drama Desk, Outer Critics Circle a New York. Metodo Castro y Mendoza Hanno pubblicato “Vivir abrazados. Tre saggi sul tango”, insieme a Evangelina Tribolo e Franco Finocchiaro, Greco Editore. Sono stati nominati Membri Accademici e rappresentanti in Milano, Italia, dell’Academia Nacional del Tango per i loro meriti nella ricerca e divulgazione del tango argentino. Oltre all’attività in teatro svolgono quella di docenza in Europa, Giappone e Stati Uniti. di Luis Castro e Claudia Mendoza a cura di Letizia Pini CRITICALETTERARIA.IT Luis Castro e Claudia Mendoza TANGO ARGENTINO, Il ballo e la sua struttura Edito dagli autori: per maggiori informazioni consultate il sito di Luis Castro e Claudia Mendoza €. 20,00 Il metodo Castro-Mendoza rappresenta uno dei possibili approcci didattici al tango e alla cultura che gravita intorno a quello che Enrique Santos Discepolo definì “un pensamiento triste que hasta se puede bailar”. I due ballerini, che insegnano in Europa, Giappone e Stati Uniti, oltre che in Argentina, hanno redatto un manuale pratico e curioso per chiunque voglia accostarsi a una disciplina che sta vivendo una fase di espansione, direi quasi un “boom”, grazie alle numerose associazioni coinvolte nell’ organizzazione di festival internazionali, (l’ ultimo approntato dal Tango Norte si è tenuto a Stoccolma a Capodanno), e alla preparazione di workshops e attività promotrici di gemellaggi e scambi interculturali (basti citare il festival catanese organizzato dall’ associazione Caminito Tango o allo spettacolo presentato qualche anno fa al teatro Massimo Bellini “Tango, vals tango”) . Il libro, (che per levità, chiarezza e concisione si “divora” in poche ore), introduce le origini del ballo con un excursus sulla vita di gringos, compadritos e di quel popolo di “outcast” che si esprimeva in lunfardo e cercava consolazione nelle sale affollate e in penombra delle case d’ appuntamento… sì, perché il tango nasce in strada e nel bordello, e viene clandestinamente introdotto nelle famiglie dell’ aristocrazia dai giovani dabbene che quelle case frequentavano per diventare “uomini” e che si lasciavano sedurre dall’ idea della trasgressione espressa sottoforma di un corte ( pausa coreografica) o di una quebrada ( il caschè che simula il cedimento della donna all’ impulso libidinoso), le figure riprese dai balli afro- americani e spregiativamente definite “cosas de negros”. Un tango giudicato dunque osceno, appannaggio di bulli e prostitute, ma che nonostante tutto, agli inizi del ‘900, compì il suo primo viaggio transatlantico venendo esportato a Parigi, capitale bohemièn per antonomasia, e, reimportato a Buenos Aires, catturò l’ interesse delle classi abbienti e perbeniste che ripulirono lo stile acrobatico e sensazionale detto “orillero” ( nato sulle sponde del Rìo de la Plata) o “canyengue”, ( termine che in una lingua afro- americana allude a una condizione di stanchezza e abulia e, in questo caso, ad un ritmo blando e malinconico), creando un “tango liso” o “derecho viejo”. Gli stili che si alternano nel tempo o a seconda delle occasioni, ( il modo di ballare in milonga, cioè durante le serate aperte sia a professionisti che ad amatori, non è lo stesso di quello usato per andare in scena o durante una performance a scopi competitivi), vanno dal “tango salòn e “social” a quello “fantasìa” e al “tango show” più mirabolante. Ma il ballo si avvale anche della musica e dei suoi tempi o “compas”, (battute), a seconda dei quali si differenzia in milonga ( ballata in 2/4 con un andamento veloce e saltellante), vals criollo in ¾ e infine il vero e proprio tango in 4/4. L’orchestra, tipicamente composta da due violini, un contrabbasso, un pianoforte e due bandonèon, traduce in suoni i testi malinconici di Gardèl, Corsini e Magaldi che i ballerini, a loro volta, tradurranno in movimento. Ma dalla musica della “Guardia Vieja” oggi la moda porta sulla cresta dell’ onda Piazzolla e il tango contemporaneo con le sue combinazioni di volèos frizados, volkadas passionali e un abbraccio “aperto” contrapposto a quello più stretto, “cerrado”, del tango salòn. La bellezza di questo ballo e della sua struttura (una camminata destinata a esser danzata o una danza che procede camminando), è anche la sua maggiore sfida: l’ improvvisazione. L’ uomo guida la donna costruendo figure su base ritmica o su melodica, contenendo la “mujer” nell’ abbraccio, quasi corteggiandola, comunicando il movimento col linguaggio del corpo come codice autonomo e silenzioso… ogni passo dell’ uomo è come una domanda cui la donna risponde secondo un sistema di ballo parallelo, a specchio, o incrociato: come per ogni fenomeno fisico a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria così i caratteri di simmetria e imprevedibilità si fondono in una sintesi armonica su un soundtrack di note struggenti. Etichette: Autori contemporanei, Claudia Mendoza, Luis Castro, manuale danza storico e pratico Di Eva Maria