Il canto popolare

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Il canto popolare
Suddivisione schematica delle varie tipologie di canto popolare a cura di Fabio Broggi e Federica Fabene Contrada Sovrana dell’Istrice CANTI DEL PALIO: Squilli la Fe’ Nella Piazza del Campo Sona, sona campanina CANTI INFANTILI: Le cinque, le sei, bollivano i baiocchi Cecco mi tocca STORNELLI: Affacciati alla finestra Ti ricordi la sera dei Santi RISPETTI, ROMANZE, SERENATE E CANTI UMORISTICI: Maremma L’usignolo Ho seminato CANZONI NARRATIVE (come i canti di emigrazione e di protesta, i canti sociali e di guerra, i contrasti e le storie d’amore): Il sedici d’agosto (Caserio) Lo spazzacamino Un bel giorno andando in Francia CANTI POPOLARI RELIGIOSI (che vengono eseguiti in occasione del Mattutino o della Novena, in occasione dei festeggiamenti della Festa Titolare): Adeste Fideles Tu scendi dalle stelle Volgi un guardo CANTI DI CONTRADA, che si distinguono, essenzialmente, in tre tipologie: 1. quelli che affermano ed esaltano l’identità di Contrada: Ci s’ha il giubbetto a strisce Noi siam dall’istricione Sol per difesa pungo 2. quelli che rafforzano e sottolineano l’amore verso la propria contrada: Inno alla Contrada Sovrana dell’Istrice Quand’entra “il Riccio” in Piazza Il mi’ babbo è l’Istricione 3. quelli contro la Contrada avversaria: Abbasso Vallerozzi E se ‘un ci siamo noi Le strade di Vallerozzi so’ in discesa Testi di canti popolari e di contrada Squilli la fe’ Squilli la fe’ s’armi e vinca l’onore di te dolce fiore Siena gentil Mille vessilli scintillano al sol sventola il bianco col nero color passano i duci dagli alti cimier ecco di Siena si desta il valor Ridono le bianche trifore del maggior palazzo antico fremono snelli i barberi nell’entrone senese avito Ecco il segnal già la gran pista è aperta i barberi in gruppo al canape van Fuggono veloci nella polvere arde in ognun la gloria freme e grida il popolo agitandosi ecco il segnal: vittoria! Siena dal dolce idioma e dall’amato ostello Siena tu sei di Roma centomila volta meglio Lo spazzacamino Su e giù per le contrade di qua e di là si sente cantare allegramente è lo spazzacamin. (x2) Si affaccia alla finestra la bella signorina, con voce assai carina chiama lo spazzacamin. (x2) Prima lo fa entrare, poi lo fa sedere, gli dà mangiare e bere allo spazzacamin. (x2) E dopo aver mangiato, mangiato e ben bevuto, gli fa vedere il buco, il buco del camin. (x2) “Mi scusi giovinotto se il buco è troppo stretto, come farai poretto su e giù per il camin?” (x2) “Non dubiti signora, son vecchio del mestiere, so fare il mio dovere su e giù per il camin.” (x2) E dopo quattro mesi la luna va crescendo, la gente va dicendo dello spazzacamin. (x2) E dopo nove mesi è nato un bel bambino che assomigliava tutto allo spazzacamin. (x2) L’usignolo Se diventar potessi un usignolo cantar vorrei la/e più mesta/e canzone/i Sopra il tuo tetto vorrei spiccare un volo Per essere poi da te fatto prigione E ogni mattina ti sveglierei col canto Ed ogni sera io ti addormenterei E tu gentile, tu mi ameresti tanto Confondendo i tuoi baci, coi baci miei Non sono un usignolo, sono il tuo damo Son nato per i baci, questi sol bramo Non è April, non è Aprile Non è Aprile senza un fiore Non è amor senza i baci Non è più amore. Sona sona campanina Sona, sona, campanina, che per me non soni mai, ma stasera sonerai, sonerai soltanto per me. Tanto a me non mi fai niente, non mi lavi e non mi stiri sotto il Ponte dei Sospiri, ti ci ho visto a fare l’amor. Tutti i baci che m’hai dato, l’ho gettati in una vasca, ti vo qui, ti vo là, ti vo in tasca l’ho trovato più bello di te. Più carino, più elegante, più sincero nell’amore gliel’ho dato in pegno il cuore, finché vivo lo voglio amar. Finché vivo, finché campo, finché dura la mia vita, io mi vesto da eremita e in convento me ne andrò. Me ne vado in un convento A suonare la campana, a suonarla per chi s’ama e in convento viene a sposa.