I consigli per un matrimonio low cost
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I consigli per un matrimonio low cost
ECONOMIA 11 MARZO 2016 www.leggimionline.it III Il giorno del “Sì” può costare da 25 a 70mila euro, ma è possibile spendere meno seguendo alcuni suggerimenti easy I consigli per un matrimonio low cost P artiamo da un dato: l’Italia è uno dei posti al mondo dove il matrimonio costa di più. La tradizione, la cultura e la consuetudine del Bel Paese parla di nozze da record, dove per quello che dovrebbe essere “l’unico” giorno più bello della vita delle coppie, si può arrivare a spendere anche centinaia di migliaia di euro. In Italia per organizzare il giorno del Sì, servono almeno 25 mila euro, ma la media è ben più alta e si aggira sui 60/70 mila euro, contro ad esempio la Francia o la Spagna, dove con appena 10/12 mila euro è possibile organizzare un matrimonio abbastanza soddisfacente. In tempo di spending review, oggi sempre più spesso, le coppie di innamorati, proprio per l’impossibilità di fronteggiare queste spese, scelgono di diventare genitori piuttosto che sposarsi in presenza di amici e parenti e buttare tutti i risparmi via in un solo giorno. Ma sono in tanti quelli che forse per cultura, forse per altro, non vogliono proprio rinunciare a un giorno da favola. E allora come fare per evitare di scialacquare un patrimonio? Basta ingegnarsi un po’ e seguire anche i tanti consigli di tutti i forum al femminile nati proprio con l’intento di scambiare preziose informazioni su questo magico giorno ed evitare di cadere nella rete di chi vuole guadagnare a tutti i costi sugli innamorati. Vediamo allora quali sono i consigli che le tante sposine si scambiano in rete per limitare le spese del matrimonio. Iniziamo col dire che per risparmiare bisogna accontentarsi del fai da te e non affidarsi a nessun wedding planner. Passiamo alle partecipazioni che tra stampa, buste e francobolli possono costare dai 200 ai 1000 euro. Per evitare di sforare il budget basta comprare della pergamena a cartoncino e delle buste a tema, che si trovano comunque a prezzi stracciati negli ingrossi del settore. Poi visto che chiunque oggi è in grado, o almeno dovrebbe esserlo, di saper usare i programmi basilari del computer, basterà scegliere di disegnare al pc di casa le partecipazioni, magari spulciando qualcosa di già pronto su internet e stampare il tutto con la propria stampante. Evitando poi di spedirli, ma consegnandoli a mano i costi dei francobolli saranno evitati... non quello della benzina, sia chiaro! Ma esiste un modo, che negli ultimi anni in tanti hanno già adottato, per annullare del tutto le spese delle partecipazioni, grazie all’utilizzo della tecnologia. Basta inviare una mail ricca di emoticon con il tema sposi o creare un evento su facebook per coinvolgere tutti a costo zero. La scelta della location è fondamentale per contenere le spese. Sposarsi al comune potrebbe non costare nulla (se non qualche marca da bollo per i documenti), ma bisogna accontentarsi della sala messa a disposizione dall’Ente, spesso vetusta. Scegliere di sposarsi in Chiesa comporta una donazione da fare alla parrocchia e qui la spesa dipende dalla sensibilità del prete, che potrebbe accontentarsi di un’offerta, ma che spesso e volentieri, invece, si presenta con un vero e proprio tariffario. Certamente il locale porta via una parte consistente del vostro budget. Come risparmiare? Scegliendo un ristorante che metta a disposizione con un prezzo unico catering e sala e magari vi regali anche la prima notte di nozze. Affittando, infatti, a parte la sala si spenderebbero dai 2000 ai 5000 mila euro, che in questo modo, invece, paghereste nel conto totale. Per far mangiare bene i vostri invitati dovete almeno calcolare di programmare un pasto di 100/120 euro a persona. Dunque, l’unico modo per risparmiare è tagliare il numero degli invitati. Sappiate poi che la cena costa meno del pranzo e che contenendo il numero delle portate si potrà risparmiare ancora qualcosa. E non dimenticate che l'idea di una colazione rinforzata potrebbe essere quella vincente. Infine, poi anche con un buon buffet si può fare una gran bella figura, rispetto a un pasto servito a tavola. Ma sappiatelo, il buffet in genere costa più del pasto seduti ed è importante che per ciascun invitato ci sia un posto a sedere. L'ultimo consiglio riguarda i dolci. Se si evita di fare una torta a più piani, ma si sceglie di farne una piccolina per le foto e di farne servire altre agli invitati con la stessa farcitura, ma priva di decorazioni il vostro carnet di assegni vi ringrazierà. È il caso di dire addio al tavolo dei confetti? È bellissimo da vedere e goloso da gustare ma non è proprio a buon mercato. Ed eccoci alle decorazioni floreali. Un bel bouquet per la sposa costa dai 500 euro in su. Ma è giusto che sappiate che potrete spendere anche solo 20 euro. Basta non dire al fioraio di volere un bouquet per una sposa, ma presentarsi dal vostro rivenditore di fiducia e chiedere un mazzolino di fiori dai colori chiari: magari bianchi o rosati. Il risultato sarà praticamente identico e voi avrete risparmiato ben 480 euro da dedicare ad altro. I vestiti degli sposi possono arrivare a coprire il 20-25% del budget totale. Per una sposa servono mediamente dagli 800 ai 10mila euro, per uno sposo dai 400 ai 4000. Anche qui è possibile risparmiare scegliendo vestiti in saldo, magari delle collezioni degli anni precedenti e non di marca. Stesso discorso per accessori e lingerie. Potete poi decidere di partecipare ai tanti concorsi delle fiere degli sposi, che mettono in palio i vestiti degli sposi e se la Dea Bendata deciderà di bussare alla vostra porta, potrete anche vincere la mise del vostro Sì. Anche per trucco e parrucco bisognerà accontentarsi. Se si ha un minimo di dimestichezza con i trucchi, ba- sterà studiare attentamente uno dei tanti video tutorial su youtube che spiegano come fare per truccarsi dettagliatamente nel giorno del matrimonio e quali prodotti usare, per truccarsi da soli davanti allo specchio senza l’aiuto di nessun visagista. Ma non è la stessa cosa e l'emozione di quel giorno può giocare brutti scherzi, quindi optate per un'amica o la sorella. Passate sulle vostre unghia uno smalto bianco e il relativo top coat e con soli 5 euro avrete delle mani perfette, evitando di regalare fior di euro all’estetista. Per l’acconciatura potreste usare lo stesso escamotage dei fiori: non dite al parrucchiere che vi state sposando, ma fatevi fare un’acconciatura portandogli una foto, che avrete selezionato con largo anticipo; in questo modo il budget destinato al parrucco sarà stato abbattuto almeno del 95%. Ultimo spesa quella del fotografo e del cameraman: scegliendo un professionista che vi faccia un pacchetto scontato per album e filmino potreste uscirvene con 1000-1500 euro. Infine, fatevi regalare il viaggio di nozze e il vostro matrimonio low cost è servito. Non ci resta che dirvi “Auguri e figli sani!”. Antonietta Licciardello Presentato un documento contro “i pericolosi contenuti della legge 107/2015 che cercano di piegare la dirigenza scolastica alle intenzioni del Governo” Scuola in rivolta. I sindaci chiedono incontro al Miur Si chiede anche il riconoscimento del valore del lavoro del personale ATA: amministrativi, tecnici e ausiliari Catania - Anche i dirigenti scolastici della provincia di Catania sono in stato di agitazione contro il taglio dei fondi contrattuali e la riduzione della retribuzione, e hanno sottoscritto il documento stilato dai sindacati scuola FLC CGIL Catania, Cisl Uil scuola, Snals Confsal e Gilda Unams, presentato al prefetto di Palermo, indirizzato al premier Renzi, la Ministra Giannni, il sottosegretario Faraone. Questo l’esito della due giorni di mobilitazioni che si è svolta tra Catania, Palermo, Siracusa e Messina, mentre è stata già avanzata la richiesta di incontro nazionale al MIUR. Nel documento la situazione della dirigenza scolastica così come confezionata dalla legge 107/2015 sulla buona scuola viene indicata “come punta di diamante di una visione centralizzata dei controlli e l’applicazione di una sempre verde visione brunettiana della Pubblica amministrazione”. “A fronte dell’incremento continuo delle responsabilità, del crescendo esponenziale di molestie burocratiche con orari di lavoro insostenibili - si legge nella nota sottoscritta dalle organizzazioni sindacali- se ne bloccano i contratti, si introducono meccanismi di valutazione premiale affidata a ispettori che non ricoprono l’incarico perché vincitori di pub- blici concorsi, ma perché scelti direttamente dall’amministrazione con criteri soggetti ad ampia facoltà discrezionale”. “Il piano del governo rivela tanto l’attacco alla retribuzione dei dirigenti scolastici ed alle loro pensioni (e liquidazioni) - prosegue il documento - quanto la costruzione di una valutazione gestita da controllori di “nomina centrale” che consegna ai Direttori Generali Regionali la possibilità di premiare alcuni dirigenti a scapito della retribuzione degli altri”. “La valutazione dei dirigenti e la diversificazione della loro retribuzione diventerebbero concreti strumenti di subordinazione che si aggiungerebbero alla discrezionalità dei Direttori nel conferimento e nel mutamento degli incarichi dirigenziali e nell’assegnazione delle reggenze e degli incarichi obbligatori rendendo più deboli i dirigenti davanti all’Amministrazione. Intanto, la Flc Cgil Catania, prosegue il ciclo di assemblee nelle scuole della provincia etnea con incontri quotidiani che sono stati messi in calendario da lunedì 7 marzo e che continueranno oggi, venerdì 11 marzo al liceo scientifico Archimede di Acireale (ore 11,30/13,30), lunedì 14 marzo all’istituto Fermi-Guttuso di Giarre (ore 11,30/13,30), martedì, 15 marzo all’istituto Orlando di Militello (ore 11,30/13,30), mercoledì 16 marzo all’IPSIA Dalla Chiesa di Caltagirone (ore 11,30/13,30). Già nei giorni scorsi le sigle sindacali avevano rilanciato la mobilitazione nazionale anche per il riconoscimento del valore del lavoro del personale ATA: amministrativi, tecnici e ausiliari per le insostenibili condizioni di lavoro senza garanzie di stabilità né continuità professionale. Oltre duecento lavoratori hanno partecipato all’assemblea unitaria con i sindacati che si è svolta alla scuola Pizzigoni di Catania per una legge (107/2015) che non ha aperto alcuno spiraglio ai lavoratori ATA: né scorrimento di graduatoria né sblocchi di assunzio- ni. “Bisogna riparlare di un piano di assunzioni- ha spiegato Antonella Distefano, segretaria Flc Cgil Catania - dopo un blocco inspiegabile di 5 mila posizioni lavorative quando, nel frattempo, sono stati conferiti incarichi a tempo determinato, gli ultimi scadranno appunto il prossimo 30 giugno, segnale che nella scuola il personale serve”. Tra le richieste dei lavoratori, c’è l’abrogazione delle norme che tagliano gli organici, che limitano le supplenze brevi e congelano il turnover; l’estensione della figura di assistente tecnico in ogni scuola; il superamento dell’esternalizzazione dei servizi ausiliari tecnici e amministrativi. Anche sul fronte dei docenti, il clima resta teso, in riferimento sia agli insegnanti della scuola d’infanzia sia ai precari storici tagliati fuori dalla stabilizzazione e per i quali la mobilitazione è già stata avviata la settimana scorsa. Anche nel settore dei box il rendimento è in aumento, sono le città di Bari e Palermo ad avere i valori più alti Immobili, il mattone conferma l’aumento delle compravendite L’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa, sulla base dei dati forniti dall’Agenzia delle Entrate, ha analizzato l’andamento delle compravendite nelle grandi città italiane nel 2015. Il ribasso dei prezzi, la maggiore disponibilità delle banche ad erogare e tassi particolarmente vantaggiosi hanno rimesso in moto il mercato immobiliare. A livello nazionale le compravendite residenziali nel 2015 sono state 444.636 con un au- mento del 6,5% rispetto al 2014. Tutte le principali città della Penisola hanno mostrato volumi in aumento, in particolare Bari, Milano e Palermo. Il capoluogo pugliese vede un incremento del 17,6% su ba- se annua, seguito dal +13,4% della città meneghina e dal 13% del capoluogo siciliano. Con quasi 27.400 compravendite, la Capitale è la città che fa segnare il maggior numero di transazioni e, allo stesso tempo, l’andamento più stabile con un rialzo dello 0,8%. Box, il trend dal 2007 al 2015 Negli ultimi anni i rendimenti medi annui lordi dei box si sono attestati intorno al 5,2% . Tra le grandi città quella che, nel primo semestre del 2015, registra rendimenti più elevati sui box è Bari (9,8%) seguita da Palermo (8,1%). Si tratta di città dove i prezzi dei box sono più contenuti rispetto alla media delle altre metropoli e questo incide positivamente sui rendimenti. A fronte di rendimenti mediamente più elevati però il box ed sconta una rivalutazione contenuta: dal I semestre 2001 al I semestre 2015 i box si sono rivalutati solo del 7,5%.