Concordia: De Falco, l`eroe del "cazzo!" che adesso contesta

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Concordia: De Falco, l`eroe del "cazzo!" che adesso contesta
Concordia: De Falco, l'eroe del "cazzo!" che adesso contesta
Venerdì 26 Settembre 2014 12:20
Roma, 26 set - (di Giuseppe Paradiso) «Vada a bordo cazzo!», è questa l'esclamazione che ha
reso famoso il
comandante Gregorio De Falco, estratta
dalla
tel
efonata registrata
durante la quale intimava al comandante della
Costa Concordia, Francesco Schettino
- pavidamente al sicuro sulla terraferma - di tornare a bordo della sua nave per coordinare i
soccorsi. Si conosce poco del passato dell'ufficiale di Marina in questione, che quella sera
tuonava (a buon diritto) contro Schettino.
Facciamo così, diamo per scontato che il comandante De Falco sia un ottimo ufficiale,
preparato, scrupoloso ed apprezzato dai propri subalterni e dai superiori. Facendo uno sforzo,
diamo pure per assodato che le sue maniere ruvide nei confronti del comandante Schettino che
ha ignobilmente abbandonato la nave ed i passeggeri al proprio destino fossero giustificate
dalla portata eccezionale dell'evento e dall'ardore di salvare le vite in pericolo. Tutto giusto, ed
infatti al comandante De Falco è stato tributato un encomio solenne.
Ma perchè - mi chiedo -, comandante De Falco, vuole usare questa storia per protestare contro
un trasferimento ritenuto ingiusto? Glielo chiedo perchè vorrei sinceramente conoscere la sua
opinione nel caso uno qualsiasi dei suoi sottoposti usasse le sue identiche motivazioni per
contestare un trasferimento.
E che dire degli altri suoi colleghi ai quali è stata tributata la medaglia di bronzo al merito di
Marina
, che elencherò di seguito
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perchè - a mio sommesso avviso - hanno meriti ben superiori ai suoi?
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Capitano di Fregata (CP) Rodolfo RAITERI
Sottotenente di Vascello (CP) Angelo DORIA
Sottotenente di Vascello Alessandro MINO'
Primo Maresciallo Nocchiere di porto/sommozzatore Giuseppe BUSICO
Capo di 1ª classe Nocchiere di porto/sommozzatore Majko ALDONE
Capo di 1ª classe Nocchiere di porto/sommozzatore Cataldo CARRIERI
Capo di 1ª classe Nocchiere di porto/sommozzatore Maurizio CIANFLONE
Capo di 1ª classe Nocchiere di porto/sommozzatore Dando DEL CARRO
Secondo Capo Nocchiere di porto/sommozzatore Luca CULTRERA
Secondo Capo Nocchiere di porto/sommozzatore Marco MELI
Sergente Nocchiere di porto/sommozzatore Leonardo CHERICI
Sottocapo di 2ª classe Nocchiere di porto/sommozzatore Raffaele BIRRA
Sottocapo di 2ª classe Nocchiere di porto/sommozzatore Angelo ESPOSITO
Sottocapo di 2ª classe Nocchiere di porto/sommozzatore Giuseppe MAROTTA
Sottocapo di 3ª classe Nocchiere di porto/sommozzatore Luigi SALADINI
Sottocapo Nocchiere di porto/sommozzatore Aniello PIRRO
Sottocapo Nocchiere di porto/sommozzatore Giuseppe RAVERA
Sottocapo Nocchiere di porto/sommozzatore Angelo SCARPA
Tutte queste persone sono state giustamente elogiate con l'identica motivazione: "Con perizia e
indomita determinazione penetrava nelle strutture sommerse della Nave Costa Concordia, alla
ricerca dei dispersi del naufragio. Mettendo a repentaglio la propria incolumità fisica, operava
nell'acqua torbida tra insidiosi ostacoli in sospensione con la nave adagiata sul fianco dritto e in
precarie condizioni di stabilità. Fulgido esempio di elevata professionalità, coraggio e sprezzo
del pericolo, con il suo operato dava lustro alla Marina Militare Italiana e al Corpo delle
Capitanerie di Porto
". - Isola del Giglio (GR), 14 gennaio - 6 maggio 2012.
Forse dobbiamo aspettarci che queste persone convochino una conferenza stampa quando speriamo mai - nel corso della loro carriera ritenessero di aver subito un torto dalla propria
amministrazione?
No comandante De Falco, io e lei sappiamo benissimo che non userebbero mai una simile
motivazione per appianare possibili controversie sul lavoro anche perchè, se lo lasci dire, questi
eroi silenziosi sono pressoché sconosciuti al grande pubblico. Nessuno di loro ha registrato una
telefonata prontamente girata agli organi di stampa e verrebbero (forse ingiustamente)
bellamente ignorati.
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Ma lei no comandante: lei è quello che ha detto "Vada a bordo cazzo!", e quindi pretende quello
che ritiene giusto e lo mette in piazza; e pazienza se i suoi superiori non sono d'accordo con le
sue pretese. Di seguito, comandante De Falco, la nota stampa diffusa dal Comando Generale
del Corpo delle Capitanerie di porto che risponde puntualmente (e pubblicamente) alle sue
lagnanze.
Il cambio di incarico del Comandante De Falco, da Capo del Servizio Operativo a Capo
dell’Ufficio Studi – sempre nell’ambito della Direzione Marittima di Livorno – rientra nelle
ordinarie dinamiche di impiego degli Ufficiali delle Capitanerie di Porto e risponde, in primo
luogo, alla migliore organizzazione funzionale proprio di quella Direzione Marittima.
Va chiarito, in primis, che si tratta di un normale avvicendamento, comune a tutti coloro i quali,
come il Comandante De Falco, hanno assolto ai propri obblighi di comando ed aspirano, poi,
all’avanzamento al grado superiore. Ciò significa, in estrema sintesi - e senza avventurarsi in
complicate argomentazioni sulla disciplina dell’impiego degli Ufficiali delle Capitanerie – che far
permanere sine die il Comandante De Falco nell’attuale posizione impedirebbe ai suoi stessi
colleghi di maturare le stesse esperienze e, soprattutto, le stesse condizioni giuridiche, per
poter essere promossi.
Va poi aggiunto che il nuovo incarico riservato a De Falco quale capo dell’Ufficio Studi
consentirà all’Ufficiale di evidenziare, ancora una volta, le proprie qualità nello svolgimento dei
compiti di controllo di gestione, di addetto alle relazioni esterne e di assistente del Direttore
marittimo, che il nuovo ruolo, appunto, gli riserva.
Ed è proprio in considerazione delle pregresse e specifiche esperienze maturate dal
Comandante De Falco, che si è ritenuto di farlo permanere nella sede di Livorno (destinazione,
peraltro, da lui stesso richiesta), anche per il contributo che egli saprà senz’altro fornire a
supporto dell’attività giudiziaria ed amministrativa relativa alla sciagura della Nave Concordia.
Si ritiene che l’elementare e trasparente rappresentazione dei fatti, scevra delle dietrologie e dei
complottismi da più parti sollevati, possa servire a fare chiarezza su questa vicenda che,
dispiace dirlo, sembra rientrare a pieno titolo nel “molto rumore per nulla".
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Ecco fatto caro comandante De Falco, ha sollevato pubblicamente le sue lagnanze ed
altrettanto pubblicamente sono state ridimensionate; ma quello che veramente ritengo di cattivo
gusto, è il fatto che lei sa benissimo che quella maledetta notte moltissime persone (rimaste
ignote ai più), militari, forze dell'ordine, semplici cittadini, si prodigarono in atti di autentica
generosità, senza chiedere nulla in cambio.
Non voglio certo alimentare "dietrologie e complottismi", come sottolinea il suo Comando
Generale, ma se il suo era un "parlare a nuora, perché suocera intenda", la invito ad essere più
coraggioso ed esporre chiaramente quello che sa e le reali motivazioni del suo agire, perchè
altrimenti con il suo comportamento rischia di mettere in ombra il lavoro - mai abbastanza
riconosciuto ed elogiato - dei tanti suoi colleghi che si spaccano la schiena giorno e notte per
assicurare il soccorso in mare, "mettendo a repentaglio la propria incolumità fisica", il cui unico
riconoscimento - può starne certo - è l'intima soddisfazione che sgorga dalle loro coscienze per
aver adempiuto il proprio dovere di marinaio e di uomo/donna.
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