Prova di italiano - Conservatorio di Milano

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Prova di italiano - Conservatorio di Milano
Prova di italiano
Data
Nome
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Cognome
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COMPRENSIONE ORALE
ASCOLTA IL DIALOGO. SCEGLI L’AFFERMAZIONE GIUSTA (SOLO 1 RISPOSTA E’ CORRETTA).
1.
Dove vive Valentina?
a. A Napoli
b. Non lo dice
c. A Roma
2.
Perché Valentina ama Napoli?
a. Per il clima, la gente e la pizza
b. Per Il clima e il mare
c. Perché è una bella città
3.
Come sono i napoletani?
a. Molto simpatici, ospitali, mangioni
b. Scherzosi, chiassosi, esagerati
c. Banali
4.
Com’ è la vera pizza napoletana?
a. Grande e croccante
b. Con gamberetti e carciofi
c. Costa poco, è gommosa, è Margherita
5.
Che cosa le manca?
a. La pizza
b. Casa sua
c. I napoletani
6.
Quali sono i simboli di Napoli?
a. “O sole mio” e “Funicolì Funicolà”
b. I napoletani, le canzoni, il Vesuvio, il mare, il caffè
c. Le montagne
7.
Che cosa si prende nei bar di Napoli?
a. Un the caldo
b. Tutte le bibite
c. Quasi solo caffè
8.
Come si beve il vero caffè napoletano?
a. In piedi, dolce e con la tazza calda
b. Senza zucchero
c. Con un amico
9.
Cosa significa l’espressione: “i napoletani sono un po’ più chiatti degli italiani”?
a. I napoletani sono un po’ più invadenti degli italiani
b. I napoletani pesano un po’ di più degli italiani
c. I napoletani chiacchierano un po’ di più degli italiani
10. Come si chiama la donna intervistata?
a. Valentina Caroldi
b. Valentina Caroni
c. Valentina Caroli
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COMPRENSIONE ORALE 2
ASCOLTA LA LEZIONE DI MUSICA.
SCEGLI VERO O FALSO IN BASE ALLE INFORMAZIONI DELL’ASCOLTO.
VERO
1) Secondo il Maestro le sinfonie di Beethoven sono i brani più eseguiti al mondo
2) Il successo di questi brani è dovuto alla bravura delle orchestre
3) In questo ascolto il Maestro presenta la quinta sinfonia di Beethoven
4) In questa sinfonia suona solo una parte dell’orchestra: i fiati e gli ottoni
5) In questa sinfonia non sono presenti i tromboni
6) In questa sinfonia le trombe e i timpani hanno una grande importanza
7) Il primo tema si ripete più volte ed è molto complicato
8) Il primo tema si ripete 4 volte
9) Questo tema iniziale serve a presentare l’orchestra
10) Nel secondo tema suonano prima gli archi, poi i fiati e alla fine gli ottoni
FALSO
COMPRENSIONE SCRITTA 1
LEGGI L’INTERVISTA AL MAESTRO ENRICO PIERANUNZI.
DOPO RISPONDI ALLE DOMANDE.
Ho avuto il privilegio e il piacere di intervistare Enrico Pieranunzi. Di fronte ad un musicista così importante, che ha fatto
del pianoforte il mezzo attraverso cui esprimersi, mi sono chiesta cosa veramente volevo sapere, quali insegnamenti e
quali segreti potevano essere carpiti attraverso delle semplici domande. Alla fine ho semplicemente lasciato che il
Maestro esprimesse la sua idea di musica e il suo indissolubile rapporto con il pianoforte.
Paola Parri: Partiamo da un suo recente lavoro. “Enrico Pieranunzi plays Domenico Scarlatti”, un lavoro audace ed
originale che colpisce per la relazione che lei riesce a stabilire fra un compositore di epoca barocca e il linguaggio
musicale contemporaneo, improvvisando/componendo sulle sonate scarlattiane. Ci può illustrare qual è stato il motivo
ispiratore di questo suo lavoro, qual è l’operazione da lei compiuta sulla musica scritta da Scarlatti e qual è in generale la
sua opinione sull’incidenza che la musica classica può ancora esercitare come “materia viva” per i compositori
contemporanei?
Enrico Pieranunzi: L’idea di un “Plays Scarlatti” è stata generata da Scarlatti stesso, dalla vitalità incontenibile, visionaria e
trascinante delle sue bellissime sonate alle quali mi sono riavvicinato con molta passione nel 2006. Quell’anno avevo
messo a punto un programma intitolato “Impromozart”, che era già praticamente l’idea di “Plays Scarlatti”. Suonavo
brani del salisburghese come sono scritti e poi ci improvvisavo sopra, utilizzando gli stessi suoi “materiali” (uno spunto
ritmico, un nucleo tematico, un intervallo ecc.). Un’improvvisazione non propriamente o non solo jazzistica, in cui
utilizzavo tecniche presenti in tutta la musica, in particolare quella del Novecento. Poi m’è venuto in mente di fare la
stessa cosa con Scarlatti, ed è nato il cd, il cui motivo ispiratore è nel carattere molto “fisico”, ritmico, intensamente
improvvisativo, della sua musica. Come ho già detto altrove, Scarlatti era secondo me un jazzista, e non è una battuta ad
effetto: penso che lui Handel, Bach e tutti i grandi suonatori/improvvisatori di strumenti a tastiera del barocco fossero
jazzisti “ante litteram”. Quei musicisti suonavano tutti esclusivamente la propria musica, improvvisavano con abilità
straordinaria e avevano la capacità di lasciar nascere le loro idee dalle loro stesse mani, che è in fondo, quanto hanno
sempre fatto e fanno i musicisti di jazz. Quanto all’incidenza che la musica classica può esercitare oggi direi che
l’espressione usata nella domanda, ”materia viva”, è già una risposta… la buona musica, quella che può nutrire gli altri, è
infatti quella più ricca di vita interna. Non c’entra il successo, la diffusione, la commercializzazione. E’ una questione di
ricchezza di contenuti “vitali” che in certe musiche (di ogni genere e provenienza, naturalmente) c’è più o molto più che
in altre. E quando c’è, quella musica costituisce una fonte inesauribile per tutti, per sempre…
P.P.: Nella sua esperienza di insegnamento, quali sono le principali e maggiori difficoltà che ha riscontrato da parte dei
suoi allievi?
E.P.: La difficoltà maggiore è nel liberare gli studenti dalla schiavitù dello spartito, che negli anni diventa una vera
prigione e, peggio ancora, attutisce, anestetizza, blocca il libero esprimersi ed esternarsi del meccanismo audiotattile,
che è il vero motore del far musica, su qualsiasi strumento. Questo processo involutivo si verifica spessissimo quando si
imparano brani classici ma può verificarsi anche nel jazz, che negli ultimi decenni si è arricchito di innumerevoli supporti
scritti. Ammaliati, incantati dalla carta da musica sul leggio gli studenti dimenticano che l’origine del far musica non è in
quei fogli, ma nel loro corpo, nella loro capacità di attivarlo, sentirlo, farlo vibrare, incanalarne l’incredibile potenziale
energetico nei suoni che loro stessi producono. Naturalmente lo spartito, il saper scrivere musica o saperla leggere hanno
una loro utilità. Ma la musica…non è lì.
DOMANDE (SOLO 1 RISPOSTA E’ CORRETTA).
1)
Chi è Enrico Pieranunzi?
a. Un pianista
b. Un giornalista
c. Un pianista e compositore
2)
Che musica suona Pieranunzi?
a. Musica barocca
b. Musica Jazz
c. Improvvisazioni su musica barocca
3)
Che cosa pensa Pieranunzi di Scarlatti?
a. Che la sua musica sia molto originale
b. Che le sue sonate siano piene di vitalità
c. Che sia il migliore musicista barocco
4)
Che cos’è “Enrico Pieranunzi plays Domenico Scarlatti”?
a. L’ultimo cd di Pieranunzi
b. L’ultimo concerto di Pieranunzi
c. Il titolo di una sonata
5)
Nel 2006 Pieranunzi
a. Ha lavorato su Mozart
b. Ha lavorato su Bach
c. Ha lavorato su Mozart e ha ripreso Scarlatti
6)
Secondo Pieranunzi Handel, Bach e Scarlatti
a. Erano dei grandi pianisti
b. Erano i “padri” della musica jazz
c. Non sapevano improvvisare
7)
Per Pieranunzi la musica classica
a. E’ materia viva da cui nasce la musica contemporanea
b. E’ molto lontana dalla musica contemporanea
c. Ha più successo e commercializzazione della musica contemporanea
8)
Il problema principale degli studenti è
a. Che sono troppo attaccati allo spartito
b. Che non sanno ascoltare
c. Che non riescono ad esprimersi
9)
Dove si trova l’origine del far musica?
a. Nei fogli degli spartiti
b. Nel corpo del musicista
c. Nell’energia del suono
10) L’espressione “lo spartito diventa una vera prigione” significa
a. Lo spartito toglie libertà
b. Lo spartito non serve
c. Lo spartito dà sicurezza
COMPRENSIONE SCRITTA 2
ABBIAMO DIVISO LA BIOGRAFIA DI ARTURO TOSCANINI IN 9 PARTI.
LE PARTI NON SONO IN ORDINE.
RICOSTRUISCI IL RACCONTO: METTI IN ORDINE LE PARTI.
a._____ Anche se nell'ultimo periodo della carriera si avvicina maggiormente al genere sinfonico, l'opera è sempre stata al
centro dell'interesse del Maestro, come testimonia la registrazione dal vivo del "Falstaff" che Toscanini esegue a New
York ormai anziano.
b._____ Tornato in Italia comincia ufficialmente la carriera di direttore d’orchestra dirigendo, tra le altre, la prima di
"Pagliacci" di Leoncavallo al Teatro Dal Verme di Milano. Poi viene nominato direttore artistico del Teatro Regio di
Torino, inaugura "La Bohème" di Puccini, dirige la prima produzione italiana di "Il crepuscolo degli dei" di Wagner e la
prima torinese di "Tristano e Isotta".
c._____ Viene chiamato anche all’estero, al Metropolitan di New York, dove dirige la prima di "La Fanciulla del West" di
Puccini; da allora, gli Stati Uniti diventano la sua seconda patria.
d._____ Ormai affermato, diventa direttore stabile della Scala di Milano, il più importante teatro lirico italiano, al cui
pubblico propone le prime in Italia del "Sigfrido" di Wagner, dell'"Onegin" di Tchaikovsky, della "Salomè" di Strauss, di
"Pelléas et Mélisande" di Debussy, della "Tosca" di Puccini. Primo direttore italiano di fama mondiale, dalla memoria
prodigiosa e la volontà ferrea, capace di interpretare alla perfezione la scrittura musicale, e di comunicare, con
l'asciuttezza del gesto e l'essenzialità dell'espressione, tutte le sfumature di una partitura, Toscanini univa passione e
rigore intellettuale, nella cura del particolare, nella capacità di seguire ed armonizzare ritmo e tensioni musicali, con
estrema fedeltà al testo e genialità d'interprete.
Sotto la sua guida, i teatri lirici acquisiscono un metodo per valorizzare al massimo ogni elemento della performance voci, coro, orchestra, costumi, scene, luci - ed i musicisti perfezionarono il livello dell'esecuzione.
e._____ All'età di diciannove anni parte come violoncellista per una stagione dedicata all'opera italiana in Brasile ma si
ritrova sul podio a sostituire il direttore d'orchestra brasiliano Miguez che aveva abbandonato la scena durante l' "Aida"
di Verdi. Così inizia la straordinaria carriera del Maestro, considerato il più grande direttore di tutti i tempi.
f._____ Rientrato in Italia alla fine della guerra riorganizza l'orchestra del Teatro alla Scala, con la quale si reca in tournée
in America. Poi viene nominato direttore stabile della Filarmonica di New York, mentre s'incrinano i suoi rapporti con
l'Italia: chiamato a dirigere un concerto a Bologna in onore di G. Martucci, si rifiuta di eseguire gli inni ufficiali e all'uscita
del teatro viene schiaffeggiato da un gruppo di fascisti.
g._____ Muore nella sua casa di Riverdale nel Bronx il 16 gennaio 1957 poche settimane prima del suo novantesimo
compleanno.
h._____ Lascia allora definitivamente il paese e si stabilisce negli Stati Uniti per tornare solo alla fine della seconda guerra
mondiale a dirigere il concerto inaugurale della Scala ricostruita.
i._____ Arturo Toscanini nasce a Parma il 25 marzo 1867 da una famiglia appartenente alla media borghesia dal passato
garibaldino, studia violoncello e composizione al Conservatorio di Parma, dove si diploma.
LESSICO
COMPLETA IL TESTO CON LE PAROLE CONSIGLIATE.
Opera inaugurale del Rossini Opera Festival 2011, Adelaide di Borgogna non è forse una delle _________________ più
pregevoli del genio di Rossini, ma le melodie e il dinamismo con cui si svolge la _________________ ne fanno un
melodramma davvero piacevole da guardare e ________________. Nonostante i limiti dello spartito il direttore Dmitri
Jurowski e il ___________________ collaboratore responsabile Sabrina Avantario compiono un egregio lavoro, nel rigido
rispetto dei canoni _____________, ove possibile, dando un risultato molto omogeneo e ricco di sfumature. Jessica Pratt,
debuttante sul palcoscenico pesarese, veste i panni di un’__________________ protagonista, puntando sulle pregevoli
qualità della sua ___________________, impreziosendo il ruolo con piacevolissimi filati fin dall’inizio; con una tinta romantica
forse più __________________ che rossiniana, ma ciò è una questione di stile personale, su cui non è oggettivamente
possibile estendere una ___________________ completamente obiettiva. L’intonazione è ottima, la linea di canto è
omogenea e le note sono tutte al loro posto, dal ____________________ medio grave al sovracuto.
voce
maestro
registro
partiture
belliniana
incantevole
rossiniani
critica
vicenda
ascoltare
Elaborazione Silvia Pippia 09/2011