CAPITOLO V La mattina successiva, Dora e Gioia arrivarono di

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CAPITOLO V La mattina successiva, Dora e Gioia arrivarono di
CAPITOLO V
La mattina successiva, Dora e Gioia arrivarono di buon’ora alla casetta di Bollicino e
sentirono voci provenire dal giardino sul retro. Si affacciarono e videro l’elfo che
chiacchierava fitto fitto con uno strano animale. Era tutto coperto di squame verdi e
cangianti ed aveva una cresta gialla che partiva dalla testa e arrivava alla fine della grossa
coda. Sulla schiena aveva due piccole ali e sulla testa delle orecchiette appuntite, occhi vivaci
e, alla fine del musetto allungato, due grandi e tonde narici. Era un drago!
Le bambine si avvicinarono e salutarono: “Ciao Bollicino!”
L’elfo si voltò dalla loro parte ed esclamò: “Venite, avvicinatevi, vi voglio presentare un mio
caro amico! Si chiama ChiMi, è un drago, ma non sa sputare fuoco e nemmeno volare. Però sa
fare una cosa che nessun altro drago è capace di fare, ed è per questo che è speciale!”
Le bambine incuriosite, si avvicinarono e salutarono quel buffo animaletto: “Ciao!”
“ChiMi, ChiMi, chi mi saluta?” chiese il drago, facendo fuoriuscire dalle narici un piccolo sbuffo
di fumo che subito prese la forma di un punto di domanda.
Gioia sgranò gli occhi e allungò la mano per cercare di toccarlo, mentre esso già si stava
dissolvendo. L’amica fece le presentazioni: “io mi chiamo Dora e lei è Gioia! Ma come hai
fatto a fare quella cosa?”.
“ChiMi sbuffa, ChiMi soffia, Chimi crea ciò che pensa!” spiegò il drago, con un certo orgoglio; e
continuò: “ChiMi, ChiMi, chi mi mette alla prova?”
Gioia subito provò:”io vorrei una bicicletta!”
ChiMi ci pensò un attimo, poi FFFFFFFFF buttò fuori dal naso una nuvoletta di fumo candido
che si allargò un poco e cominciò a prendere la forma di…. Una maglietta!
Le bambine rimasero un attimo perplesse, Gioia si sentì in imbarazzo, perché non voleva
offendere il drago, ma poi prese coraggio e disse: “ehm… no, io avevo detto bicicletta, non
maglietta!”
ChiMi la guardò e disse: “ChiMi, ChiMi, chi mi aiuta a spiegare?”
A quel punto Bollicino prese parola: “ChiMi ha capito benissimo ciò che gli hai chiesto, Gioia.
Ma quando si tratta di creare ciò che altre persone desiderano, la questione è un po’ più
complicata! In questi casi, bisogna fare un bucato dei desideri! ChiMi sbuffa fuori una
maglietta di fumo che bisogna stendere e far asciugare al sole e poi… beh.. vedrai! Prendi la
tua maglietta e stendiamola!”
“Ma posso esprimere anche io un desiderio?” chiese timidamente Dora.
“Ma certo!” rispose Bollicino “ne hai uno?”
www.lattesasifadono.it Dora si appoggiò un dito sulla fronte e pensò per un attimo; poi, sorridendo, esclamò:
“Siiiiiiiii!!!!! Vorrei tanto avere una bambola dai lunghi capelli arancioni e con le lentiggini e un
vestito giallo con i puntini verdi!”
ChiMi, ascoltata la richiesta, strizzò gli occhi per concentrarsi e FFFFFFFFF sbuffò un’altra
nuvoletta bianca a forma di maglietta, che Dora ha prontamente prese fra le mani.
“Ma possiamo chiedere anche qualcosa per Giovanni e Stefano?” chiese Gioia.
“Certamente – disse Bollicino – e non solo… Sono sicuro che ChiMi è talmente gentile e
generoso che ci sfornerà un sacco di magliette dei desideri da stendere per tutti i nostri
amici!”
“ChiMi, ChiMi, chi mi dice cosa vogliono?” chiese il drago.
“Noi!!!!” risposero entusiaste le bambine “sappiamo benissimo cosa desidera ogni nostro
amico!” e cominciarono ad elencare ciò che ogni bambino del villaggio avrebbe voluto in dono:
pattini nuovi, cavalli a dondolo, corde per saltare, macchinine e pupazzi di pezza. E poi vestiti,
scarponcini, sciarpe e braccialetti… ce n’era per tutti i gusti e ChiMi sbuffava e soffiava
magliette su magliette, finché non ce ne fu una montagna, una sull’altra, pronte per essere
stese su un filo che nel frattempo Bollicino aveva tirato dalla gronda della casetta al ramo
più alto di un albero sul confine del giardino.
Le bambine corsero a prendere da un grande cesto una manciata di mollette e l’elfo ed il
drago cominciarono a stendere una maglietta alla volta sul filo.
“ChiMi, ChiMi, chi mi passa una molletta?”
“io, io, eccola!”
“ne servono due anche a me”
“ma quante magliette ci sono ancora, qui non ce ne stanno più!!”
“ChiMi, ChiMi, chi mi dice dove posso attaccarne un’altra? Lì?”
“Eh…lì, no! Vieni qui!”
“qui, qui, vieni ChiMi, qui ci sta!”
“Ah, lì si?”
“si, si!!! Qui si!”
E così, alla fine, con un po’ di confusione, tutte le magliette furono stese al sole tiepido del
mezzogiorno.
“Entriamo in casa e pranziamo intanto che asciugano!” propose Bollicino
“Ma quanto ci vuole per avere la mia bambola?” chiese impaziente Dora
“Beh… non sai che le cose belle vanno attese? Bisogna imparare ad aspettare…ma vedrai
che ne vale la pena!” Spiegò Bollicino e entrò in casa, seguito dalle bambine e dal drago.
Seduti attorno al tavolo, Dora e Gioia stavano gustando una saporitissima zuppa di radici
selvatiche, che solo a dirlo sembra una schifezza e invece, una volta provata, fece rimanere di
stucco le due bambine. ChiMi stava sgranocchiando rametti di betulla e Bollicino saltellava
qua e là per portare una brocca d’acqua di sorgente, pane appena sfornato e, a fine pranzo,
una crostata di more e lamponi.
Era così bello mangiare tutti insieme e intanto chiacchierare e ridere che a Gioia venne
un’idea: perché non organizzare una festa, con tutti i bambini del villaggio a cui offrire tante
cose buone e golose da mangiare, fare qualche chiacchiera e tanti giochi e, alla fine, dare a
ciascuno la sua maglietta del desiderio?
La proposta piacque a tutti e in un battibaleno il tavolo appena sparecchiato si ricoprì di
cartoncini colorati e pastelli per fare i biglietti di invito alla festa.
Dora tagliava, Gioia piegava, Bollicino scriveva e ChiMi chiudeva ogni biglietto annodando un
filo di lana fermato da un bottone a forma di cuoricino.
www.lattesasifadono.it Appena finirono di preparare i biglietti, le bambine salutarono l’elfo ed il drago, corsero al
villaggio e distribuirono gli inviti per la festa dell’indomani. Alla sera, ognuna sotto le coperte
calde del proprio letto, si addormentarono emozionate.
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