Morfologia storica. Formazione delle parole

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Morfologia storica. Formazione delle parole
Programma del corso
"Morfologia storica. Formazione delle parole"
Claudio Iacobini
Il corso di "Morfologia storica. Formazione delle parole" si articola in tre lezioni.
La prima è dedicata a introdurre e a spiegare i meccanismi e le cause dei cambiamenti nella
formazione delle parole.
Nella seconda sono presentati i fattori sistematici, i principi e le restrizioni che possono influenzare
la produttività morfologica, ed evidenziati i punti in comune e le differenze tra diverse impostazioni
teoriche.
La terza consiste in una applicazione delle nozioni introdotte, e affronta il problema della perdita di
produttività della prefissazione verbale nelle lingue romanze alla luce del concetto di competizione.
Prima lezione: Meccanismi e cause dei cambiamenti nella formazione delle parole
La prima lezione riguarda gli aspetti generali dei cambiamenti nella formazione delle parole,
distinguendo tale ambito da quello dei cambiamenti nella composizione e stratificazione del lessico.
Saranno trattati argomenti che riguardano l'aspetto formale e quello semantico della formazione
delle parole, nonché il ruolo del contatto e del prestito.
Per quanto riguarda l'aspetto formale, saranno illustrate le conseguenze dei cambiamenti fonetici
(es. la riduzione, la scomparsa di affissi e la loro coalescenza), la resistenza ai cambiamenti fonetici
in relazione alla struttura delle parole morfologicamente complesse, e altri fenomeni collegati alla
aggiunta di materiale lessicale (dissimilazione, cumulazione e altri aggiustamenti).
La semantica degli affissi derivazionali è un argomento controverso, recentemente affrontato nella
prospettiva della grammaticalizzazione e della degrammaticalizzazione (rapporto fra lessemi
autonomi, elementi formativi di composti e affissi). Saranno trattati gli aspetti che riguardano la
segmentazione e le relazioni paradigmatiche (tra affissi e tra parole morfologicamente complesse),
l'estensione semantica, la risemantizzazione, la retroformazione, la secrezione.
I fenomeni di contatto e di prestito verranno trattati in riferimento al prestito di elementi
morfologici e/o di significati, al prestito di processi formativi, al rinforzo di processi o di tendenze
già presenti nella lingua di arrivo.
Lettura di riferimento
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Seconda lezione: Produttività morfologica
La produttività morfologica è una parte cruciale del funzionamento delle lingue: l'incremento o la
riduzione dell'uso degli affissi e dei processi di formazione delle parole possono essere alla base del
cambio linguistico.
In prima approssimazione, la produttività morfologica può essere definita la possibilità di formare
parole nuove in modo regolare. Tale possibilità consegue dalla presenza di parole all'interno di una
classe che costituisce l'input possibile per un processo di formazione delle parole. Un processo
produttivo definisce una classe aperta che accoglie neoformazioni. La produttività è tipicamente
caratterizzata dalla convergenza di tre fattori: 1) generalità o frequenza; 2) regolarità o coerenza
semantica; 3) estensibilità, cioè la capacità di formare parole nuove. La variazione di produttività
(sia tra diversi processi rivali, sia riferita nel corso del tempo a uno stesso processo) può essere
misurata in rapporto al grado in cui i parlanti usano un determinato processo per la formazione di
parole nuove.
Saranno passati in rassegna i fattori sistematici, i principi e le restrizioni che possono influenzare la
produttività morfologica.
Il confronto tra le diverse concezioni della produttività proprie dei modelli teorici di tipo
generativo-lessicale e di tipo "usage-based" permetterà di ribadire l'importanza di alcune nozioni
centrali per la definizione e l'applicazione della nozione di produttività, quali la distinzione tra
sistema, norma e uso, e tra disponibilità e redditività dei processi di formazione delle parole.
Lettura di riferimento
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Altri riferimenti bibliografici
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Terza lezione: Produttività e competizione, il caso della prefissazione verbale romanza
Nella terza lezione viene affrontato un caso problematico di cambiamento nella formazione delle
parole delle lingue romanze rispetto al latino che finora non ha trovato una soluzione soddisfacente:
la perdita di produttività della prefissazione verbale.
In termini di disponibilità del sistema, la prefissazione verbale in latino era ricca e diversificata, con
prefissi utilizzati principalmente per esprimere relazioni spaziali, ma anche numerosi altri valori.
La prefissazione verbale romanza è invece caratterizzata da pochi prefissi produttivi, nessuno dei
quali esprime attualmente valori spaziali. La prefissazione verbale romanza si è ridotta a esprimere
produttivamente significati iterativi e negativi, e marginalmente valutativi, mentre i prefissi
nominali e aggettivali hanno mantenuto, se non incrementato la varietà di significati che potevano
essere espressi in latino.
La ricerca di spiegazioni in termini di restrizioni e condizioni morfologiche si sono rivelati
insoddisfacenti.
La spiegazione della perdità di produttività della prefissazione che sarà proposta prende in
considerazione il carico funzionale dei prefissi spaziali in latino classico e analizza il loro ruolo nel
contesto delle costruzioni in cui erano impiegati per l'espressione della dislocazione spaziale.
Mostreremo che la distribuzione delle informazioni spaziali tra diversi elementi linguistici è stato
un fattore determinante per la perdita di produttività dei prefissi verbali nelle lingue romanze.
Da un punto di vista metodologico emergerà che un'indagine limitata alle risorse offerte dal sistema
morfologico non è una condizione sufficiente per rendere conto né del funzionamento regolare né
dei fenomeni di variazione linguistica. La competizione tra le diverse risorse che le lingue mettono
a disposizione dei parlanti e la risoluzione della competizione, nonché il continuo cambiamento
delle lingue è in stretto rapporto con la costitutiva imperfezione di ogni sistema grammaticale. Il
cambiamento costante è il modo normale di vita di una lingua. Le lingue funzionano proprio perché
non sono sistemi perfetti. L'imperfezione è un elemento costitutivo e consente loro di cambiare. Il
cambiamento può risultare dalla competizione tra espressioni in competizione. La fortuna di un
processo di formazione delle parole può quindi dipendere anche da fattori esterni al dominio di
analisi della morfologia.
Letture di riferimento
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