Fabergé. Le Immagini Sacre

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Fabergé. Le Immagini Sacre
 Fabergé. Le Immagini Sacre Il collezionista competente ed illuminato Saggio tratto dal catalogo della mostra I capolavori di Fabergé dalla collezione del fondo «Svjaz vremjon» a cura di V.S. Voronchenko L’Uovo «Rinascimento», rilasciato dall’Armeria ed altri capolavori pasquali che ancor prima avevano oltrepassato i confini della Russia, divennero parte della celebre collezione «Forbes» (The Forbes collection). Il loro proprietario Malcolm Stevenson Forbes (1919 – 1990), magnate editoriale la cui rivista è particolarmente famosa per le pubblicazioni dei rating degli uomini più ricchi del mondo, era un collezionista competente ed illuminato. Amava ammirare i propri tesori non solo in ambito familiare, bensì li rese accessibili ed ammirabili nei confronti di tutto il mondo. Malcolm Forbes si occupava della più genuina propagazione culturale: in occasione di ogni importante progetto fieristico in Europa ed in America dedicato ai tesori degli zar russi, venivano esposti i pezzi della sua collezione; durante il non facile periodo del nostro paese, precisamente nel 1990, egli concesse i capolavori pasquali di Fabergè alla mostra tenutasi presso i Musei Statali del Cremlino di Mosca. Quest’iniziativa, cossicome la prima ed ultima venuta di Forbes in Russia ad essa legate, venne definita un vero miracolo. Nella raccolta «Forbes» l’opera del gioielliere di corte russo Carl Fabergè venne presentata globalmente, illustrando quasi tutti i filoni e le sfumature della sua maestria. L’anima della raccolta era rappresentata dagli articoli pasquali, le sontuose uova create su ordinazione degli imperatori e di altri clienti, Barbara Kelch e Consuelo Marlborough, ed altresì da un notevole quantitativo di piccole ed ingegnose uova a forma di ciondolo di diverse fogge e rifiniture. L’orgoglio della raccolta veniva considerata una serie di figurine intagliate in pietra raffiguranti comuni personaggi, create in base alla tecnica del voluminoso mosaico fiorentino, ad esempio un ometto leggermente brillo, ed altresì esili composizioni floreali in bicchierini di cristallo, come se fossero pieni d’acqua, i cosiddetti objets de fantaisie – piccoli e graziosi capolavori raffiguranti piccole ceste dorate con mughetti di perla, minuscoli annaffiatoi di nefrite e d’oro colorato oppure i minuscoli tavolini, lettighe e poltroncine in smalto che imitavano la seta francese della fodera ed il mogano dei telai. Praticamente tutti i tipi e generi nei quali operava l’«incomparabile genio» Carl Fabergè, erano rappresentati dai relativi campioni nella collezione di Forbes, perdipiù quelli più sgargianti ed espressivi. Le magnifiche cornici fotografiche ed i graziosi orologi da tavolo sbalordivano per la varietà di fogge di moda e per l’originalità delle forme, i portasigari per l’ampiezza della tavolozza in smalto e per la loro perfezione tecnica, i preziosi accessori ed ornamenti per la loro raffinatezza e per i materiali accuratamente selezionati. Anche molti di questi oggetti utilitari, utili nell’uso quotidiano, appartenevano alla famiglia imperiale. La cornice fotografica rappresentativa contenente il ritratto di Nikolay II, non ha eguali per misure e ricchezza della rifiniture: creata con cristallo montano intagliato, essa è decorata con fasci littori smaltati in verde perla e bianco, corone di brillanti sovrapposte, monogrammi, i simboli della musica e dell’amore, con sullo sfondo una guilloche smaltata in rosa pallido. Ed ognuno che lo desiderasse, poteva ammirare tutto questo splendore nella sala fieristica della corporazione «Forbes» sulla Fifth Avenue a New York. Questa galleria rappresentava una sgargiante isola dell’arte russa proprio nel cuore della megapoli. La collezione prese il via da un liscio portasigari dorato con un aquila a due teste di brillanti sovrapposte. Quest’oggetto da studio che rappresenta un campione dei doni imperiali ufficiali che venivano fatti ai sudditi dell’impero ed a stranieri, venne acquistato da Forbes in uno dei negozietti d’antiquariato sulla New Bond street a Londra a meno di 1000 dollari e, in occasione del Natale, donato alla propia moglie la quale venne colta da un entusiamo indescrivibile. L’anno successivo prima di Pasqua, Forbes visitò la «A La Vieille Russie», la più rispettabile ditta d’antiquariato di New York, specializzata nella vendita di opere della ditta Fabergè, dove acquistò un piccolo uovo‐ciondolo decorato da una croce rossa su sfondo smaltato in bianco. Successivamente giunse il tempo degli acquisti più importanti, le uova pasquali imperiali, in occasione dei quali Forbes venne aiutato dalla ditta «A La Vieille Russie» guidata da Aleksandr Scheffer, che divenne il suo principale concorrente nel mondo dell’arte orafa russa. E così nel 1966 entrarono a far parte della collezione l’Uovo «Rinascimento», «Albero d’arancio (di lauro)» e l’Uovo «Quindicesimo anniversario di regno». Lo splendido Uovo «Albero di lauro», ordinato da Nikolay II per la madre, l’imperatrice madre Maria Fjodorovna, in occasione della Pasqua del 1911, venne acquistato da Forbes per $ 35000. Il suo valore, dichiarato da «Sotheby’s» nel gennaio 2004, varia dai $ 10 000 000 ai 15 000 000. L’uovo preferito dal collezionista americano era quello intitolato «Quindicesimo anniversario di regno». Il risultato della competente ed insistente ricerca di Forbes si tramutò nella collezione dei capolavori pasquali imperiali, seconda solamente a quella dei Musei del Cremlino di Mosca. Per lungo tempo Forbes andava orgoglioso del fatto di aver superato la raccolta dei tesori moscoviti, sostenendo di essere in possesso di undici opere imperiali. Ma all’attenzione dei ricercatori russi e stranieri, due uova denominate rispettivamente «Risurrezione di Cristo» e «Fiori di primavera», vennero escluse dalla serie crestomatica ordinata a Fabergè dagli imperatori Aleksandr III e Nikolay II per le imperatrici Maria Fjodorovna ed Aleksandra Fjodorovna. In questo modo, Forbes possedeva nove uova pasquali imperiali, ma a dire il vero oltre ad esse poteva altresì vantare le meravigliose uova pasquali create su ordinazione da parte della duchessa Marlborough (uova‐
orologio smaltato in rosa), della ricchissima commerciante Barbara Kelch (Uovo con gallinella e Uovo «Chanticleer») e dell’imprenditore di Pietroburgo Emmanuel Nobel («Uovo di ghiaccio», che attualmente fa parte di una collezione privata sconosciuta). Complessivamente, la raccolta newyorkese comprendeva quindici grosse uova pasquali di Fabergè munite di complicate sorprese ed ingegnosi meccanismi, che non aveva eguali al mondo. La portata della collezione consisteva nel fatto che in essa venivano rappresentate le opere in ordine di produzione, ad esempio il primo uovo imperiale in assoluto creato da Fabergè con una gallinella dorata. Nel 1976 Forbes acquistò l’Uovo «Croce di San Giorgio», completando logicamente la propria collezione pasquale e divenendo il felice possessore del primo e dell’ultimo capolavori imperiali di Fabergè. Gli eredi di Malcolm Forbes presero la non semplice decisione di congedarsi dalla meravigliosa raccolta. Uno degli avvenimenti principali del mercato antiquariale del 2004, doveva essere rappresentato dalla vendita della cosiddetta The Forbes collection in occasione di aste organizzate da «Sotheby’s» il 20 e 21 aprile. Gli intenditori ed appassionati dell’arte orafa russa espressero il proprio disappunto sul fatto che una delle migliori raccolte di oggetti di Fabergè al mondo fosse destinata ad essere definitivamente liquidata, tanto più che in questo periodo, in occasione di un’asta «Christies» tenutasi a New York, erano già stati vendute alcune decine di oggetti della meravigliosa collezione. Dall’altro lato, si presentò l’opportunità più che unica di far rientrare in patria le opere pasquali create dal gioielliere di corte degli zar russi. Quest’opportunità venne sfruttata da Viktor Vekselberg, il quale acquistò dalla famiglia Forbes quasi l’intera collezione (circa 200 oggetti), ed ora si può constatare con sollievo che questa collezione, salvata dalla dispersione, oggigiorno delizia gli appassionati nei più disparati angoli del pianeta.