dispnea - Biblioteca Medica
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DISPNEA Sgradevole sensazione di mancanza di respiro DISPNEA Soggettiva, quindi può essere misurata solo dal paziente Il grado della dispnea può non essere in relazione con la gravità della malattia sottostante Nel cancro in fase avanzata è spesso accompagnata da ansia e paura di soffocamento DISPNEA- INCIDENZA Nel paziente neoplastico è mediamente del 30-40 % Oltre il 65% nelle neoplasie bronchiali e mediastiniche 23% nelle neoplasie extrapolmonari. Relativamente ai soli pazienti oncologici in fase avanzata la presenza di dispnea oscillata 21 e 78.6% (Ripamonti 1999) Si associa in modo significativo a • Peggioramento performance status (Mercadante) • Ridotta sopravvivenza(Cooley-Heyse Moore, Mercadante) • Sintomi quale dolore, ansia, astenia, anoressia (Bruera 2000) E’ considerata un fattore prognostico negativo di sopravvivenza DISPNEA - FISIOPATOLOGIA La regolazione del respiro avviene a 3 livelli: 1) CENTRO DEL RESPIRO 2) RECETTORI PERIFERICI 3) CORTECCIA CEREBRALE DISPNEA - FISIOPATOLOGIA CENTRO DEL RESPIRO: Localizzato nel tronco cerebrale riceve informazioni sia dai chemorecettori periferici e centrali che dai meccanocettori periferici e dalla corteccia cerebrale. Le sue efferenze vanno al diaframma, muscoli intercostali e muscoli accesori della respirazione DISPNEA - FISIOPATOLOGIA I meccanocettori sono localizzati nei muscoli respiratori, polmone, parete toracica e vie aeree superiori MECCANOCETTORI VIE AEREE SUPERIORI: La stimolazione di meccanocettori localizzati nella faccia e nelle vie aeree superiori può modificare la sensazione di dispnea. Infatti la stimolazione con aria fresca migliora l’esercizio e la tolleranza alla dispnea in pazienti con COPD; altri lavori evidenziano riduzione della dispnea in seguito all’esposizione ad aria secca o all’apertura della finestra. L’innervazione trigeminale è a questo proposito molto importante DISPNEA - FISIOPATOLOGIA MECCANOCETTORI POLMONARI: sono di 3 tipi a) Recettori di stiramento che intervengono nella fase dell’inspirazione terminale b) Recettori di irritamento nell’epitelio bronchiale che partecipano alla broncocostrizione in risposta a stimoli meccanici e chimici c) Recettori localizzati nella parete alveolare e nei vasi sanguigni che rispondono alla congestione DISPNEA - FISIOPATOLOGIA I chemorecettori centrali e periferici sono stimolati da bassi livelli di ossigeno e da alti livelli di anidride carbonica e sono in grado di stimolare il centro del respiro e la frequenza respiratoria. Stimolano direttamente ed indirettamente la corteccia cerebrale attraverso la stimolazione del centro del respiro. L’ipercapnia non induce dispnea direttamente, ma solo come conseguenza di cambiamento nell’attività dei muscoli respiratori . Altri pensano che l’ipercapnia determini dispnea modificando il pH a livello dei chemorecettori centrali. DISPNEA - FISIOPATOLOGIA CORTECCIA CEREBRALE Responsabile della percezione soggettiva della dispnea. Alcuni pazienti hanno modulatori che possono ridurre od amplificare l’intensità del sintomo percepito a livello corticale. Pazienti che ricevono farmaci come gli oppioidi hanno percezione ridotta della dispnea. DISPNEA - FISIOPATOLOGIA Può essere determinata da 3 tipi di alterazioni: 1. Aumento dello sforzo respiratorio per vincere un carico meccanico ( Malattia polmonare ostruttiva restrittiva, versamento pleurico) 2. Aumento delle richieste respiratorie ( Ipossia, ipercapnia,anemia, acidosi metabolica ecc.) 3. Debolezza della muscolatura respiratoria necessaria per mantenere un normale carico di lavoro (Cachessia, debolezza neuromuscolare) In molti pazienti queste alterazioni possono coesistere in percentuali diverse CAUSE CORRELATE AL TUMORE Tumore primario - Tumore metastatico CORRELATE ALLA TERAPIA Radioterapia – Chirurgia -Terapia sistemica NON CORRELATE AL TUMORE ED ALLA TERAPIA Astenia - Anemia - Cachessia – BPCO Cardiopatie - Embolia polmonare - Polmoniti Ansia/Depressione TERAPIA SPECIFICA PALLIATIVA TERAPIA SPECIFICA Le componenti della dispnea estranee alla neoplasia (asma, scompenso cardiaco ecc.) risentono dei farmaci specifici utilizzati per queste patologie. SINDROME DELLA CAVA SUPERIORE I. RT + Corticosteroidi II. Chemioterapia solo nei tumori sensibili III. Bypass Chirurgico IV. Stent Autoespansivi OSTRUZIONE DI UN BRONCO I. Chemioterapia solo nei tumori sensibili II. RT con intento palliativo III. Brachiterapia Endoluminale IV. Stent Metallico V. LASER Terapia LINFANGITE CARCINOMATOSA I. Chemioterapia II. Alte Dosi Steroidi VERSAMENTO PLEURICO I. Chemioterapia Solo Nei Tumori Sensibili II. Toracentesi III. IV. Pleurodinia Chimica SHUNT PLEUROPERITONEALE Non Indicato in Fase Avanzata Di Malattia CHEMIOTERAPIA Nei tumori polmonari non a piccole cellule, la dispnea migliora dal 46 al 78% dopo trattamento con platino, indipendentemente dalla risposta obbiettiva polmonare GEMCITABINA migliora la dispnea nel 26-51% con durata media di risposta di 3 – 4 mesi RADIOTERAPIA Nei pazienti con tumore polmonare non a piccole cellule la RT palliativa per 3 mesi ha migliorato la dispnea nel 61% casi TERAPIA PALLIATIVA I malati riferiscono di avere sollievo dall’aria fresca in faccia, spesso chiedono che venga aperta la finestra. Lo stesso risultato si può ottenere con un ventilatore. La spiegazione risiederebbe nella stimolazione dei recettori trigeminali per il freddo, in grado di modificare la percezione della dispnea ed il pattern respiratorio E’ sempre utile umidificare le mucose del cavo orale in particolare se il malato respira a bocca aperta o utilizza ossigeno Amadori D. ; De Conno F. Libro Italiano di cure palliative Paletto Editore pp 201 TERAPIA PALLIATIVA FARMACO DI PRIMA SCELTA PER LA DISPNEA E’ MORFINA TERAPIA PALLIATIVA MECCANISMI D’AZIONE MORFINA DEPRESSIONE RECETTORI del polmone, midollo spinale, e centro del respiro RIDUZIONE RISPOSTA VENTILATORIA ad ipossiemia ed ipercapnia RIDUZIONE dell’ansietà e la sensazione soggettiva di dispnea VENODILATAZIONE dei vasi polmonari con riduzione del precarico TERAPIA PALLIATIVA Molto utile è la somministrazione anticipatoria di manovre che causano dispnea. morfina per INIZIO TERAPIA: Paziente naive si inizia con 5 mg os o 2.5 mg sc /EV ripetibili più volte al giorno Quando il paziente è già in trattamento con oppioidi per il controllo del dolore, la dose di morfina supplementare per la dispnea, varia tra il 25 – 50% della dose corrispondente somministrata ogni 4 ore per il controllo del dolore. ( IN pratica la dose per la dispnea è la metà o ¼ della dose somministrata ogni 4 ore. Conviene partire con la dose del 25% e modificare il dosaggio in base alla risposta) MORFINA AEROSOL Iniziare con morfina 2.5 mg + desametazone 2.0 mg in 2.5 ml soluzione fisiologica (NON acqua sterile poiché determina broncocostrizione) 4 volte die e AB Può essere efficace anche in pazienti che assumono alte dosi di morfina parenterale o per os Forse meno del 5 –15% della morfina inalata viene assorbita Mentre la letteratura pubblicata sull’argomento non ha portato a conclusioni certe,la nostra esperienza dice che: IL TRATTAMENTO PIU’ EFFICACE PER LA DISPNEA NEL CANCRO IN FASE AVANZATA E’ L’INALAZIONE DI MORFINA NEBULIZZATA Waller A.; Nancy L. CarolineManuale di cure palliative nel cancro CIS EDITORE TERAPIA PALLIATIVA FARMACI PSICOTROPI o Vi è correlazione tra ansi e dispnea, ma nessuno studio clinico è stato fatto per valutare l’utilità di farmaci psicotropi o Le BENZODIAZEPINE sono indicate quando la dispnea è espressione di ansia o attacchi di panico o o ALOPERIDOLO in particolare in quei pazienti che oltre a dispnea hanno anche delirio agitato. Dose 10 –15 mg die.. CLOROPROMAZINA 100 -150 mg die EV/IM - OS TERAPIA PALLIATIVA Se il sintomo diventa refrattario SEDAZIONE PALLIATIVA TERAPIA PALLIATIVA OSSIGENO ? OSSIGENOTERAPIA Ha un ruolo importante nella gestione dei pazienti ipossici con BPCO, essendo associato con miglioramento della sopravvivenza, qualità di vita e funzioni neuropsicologiche O’Donohue WJ.Home oxigen therapy. Med. Clin.North.Am 1996;80:611-622 OSSIGENO SI Bruera E.et al.; Effects of oxygen on dispnea in hypoxaemic terminal – cancer patients. Lancet 1993;342: 13 – 14 Studio randomizzato- doppio cieco- crossover su 14 pazienti ipossiemici OSSIGENO NO Booth S. et al.; The treatment of dyspnea in cancer patients- does oxygen help ?. Prog.Palliative Care 1994;2:8. Studio in singolo cieco crossover in 38 pazienti con dispnea a riposo DISPNEA Philip J. Et al; A randomised, double blinded, crossover trial of the effect of oxygen on dispnea in patients with advanced cancer Journal of Pain and Symptom Management, Vol 32; N° 6 December 2006: 541- 550 OBBIETTIVI STUDIO Determinare, in cieco, la preferenza dei pazienti per ossigeno o aria dopo somministrazione di entrambi, per un tempo di 15 minuti Comparare la risposta all’ossigeno ed all’aria in pazienti ipossiemici e normossiemici Identificare altri fattori che possono influire sulla sensazione di dispnea e sulla risposta all’ossigeno VALUTAZIONE I. VAS II. European Organization Research Treatment Cancer: QLQ – C 30 III. Dyspnea Assessment Questionnaire IV. Ossimetria METODI A. Misurazione basale B. Pazienti randomizzati a ricevere aria o ossigeno, a 4 L/min con maschera nasale, per 15 minuti e controlli dei parametri C. Dopo 30 minuti senza gas, somministrazione dell’altro gas e valutazione dei parametri 51 27 (53%) PRIMO GAS : ARIA 24 (47%) PRIMO GAS: OSSIGENO RISULTATI VAS NESSUNA DIFFERENZA STATISTICAMENTE SIGNIFICATIVA, MA LA SENSAZIONE DI DISPNEA MIGLIORA CON L’USO DI ENTRAMBI I GAS RISPOSTE EOTRC NESSUNA DIFFERENZA STATISTICAMENTE SIGNIFICATIVA SATURAZIONE OSSIGENO Differenza statisticamente significativa nella saturazione di ossigeno tra i pazienti che utilizzavano ossigeno PREFERENZE PER GAS NESSUNA DIFFERENZA STATISTICAMENTE SIGNIFICATIVA PAZIENTI IPOSSICI Nel sottogruppo di 17 pazienti ipossici ( 4 pazienti sono rimasti ipossici nonostante ossigenoterapia) il valore medio della VAS non differiva significativamente prima e dopo aria o ossigeno,mentre il valore medio della saturazione di ossigeno aumentava in modo statisticamente significativo dopo ossigenoterapia MA TRA QUESTI PAZIENTI 35% esprimevano preferenza per aria 24% esprimevano preferenza per ossigeno 41% non esprimevano nessuna differenza CONCLUSIONI Sia la somministrazione di ossigeno che quella di aria, somministrati con maschera nasale, migliora la sensazione di dispnea, in pazienti con cancro avanzato Non vi è nessuna differenza, nella scala VAS o nelle preferenze soggettive, per l’uso dell’uno o dell’altro gas La somministrazione di ossigeno migliora gli indici di saturazione ematica RANTOLO INTRODUZIONE • E’ un segno frequente di fine vita • Presente nel 25 – 92% dei morenti CLASSIFICAZIONE INTENSITA’ RANTOLO 0) Non udibile 1) Udibile solo vicino al paziente 2) Udibile chiaramente ai piedi del letto del paziente in una stanza silenziosa 3) Chiaramente udibile ad una distanza di 9.5 m ( dalla porta della stanza) in una stanza silenziosa TERAPIA Il paziente è di solito inconsapevole e non ne è disturbato I familiari devono essere preparati a questo evento e rassicurati che non segnala una sofferenza del paziente Come primo passo POSIZIONARE il paziente Se la terapia medica non modifica il rantolo, dolce aspirazione INTRODUZIONE • E’ un segno frequente di fine vita • Presente nel 25 – 92% dei morenti • ATROPINA E SCOPOLAMINA: sono amine terziare, passano la BEE con possibili effetti collaterali centrali quali sedazione, confusione o eccitazione paradossa in particolare nell’anziano • HIOSCINA BUTILBROMIDE è un’amina quaternaria, derivato semisintetico della scopolamina, NON passa la BEE e conseguentemente non ha effetti collaterali centrali Studio aperto, prospettico randomizzato in fase III RISULTATI All’ingresso dello studio l’intensità del rantolo, nella maggior parte dei pazienti era 2 Dopo 1 ora dall’inizio della terapia non vi sono differenze significative nell’efficacia di atropina (42%) hioscina (42%) e scopolamina (37%) Dopo 1 ora dall’inizio della terapia > 50% non ha risposto ai trattamenti Non vi sono differenza di efficacia dopo 48 ore di trattamento RISULTATI L’efficacia del trattamento migliora nel tempo Vi è un progressivo incremento di efficacia nelle prime 24 ore e successiva stabilizzazione. Dopo 24 ore risposta positiva nel 70% RISULTATI Se il trattamento viene iniziato con intensità del rantolo bassa = 1 la terapia è molto più efficace che quando iniziata con intensità superiori > 2 IPERTENSIONE ENDOCRANICA La pressione endocranica è regolata dal bilancio dinamico tra pressione arteriosa, pressione venosa e intratoracica Nell’adulto la pressione endocranica è di 5 – 15 mm Hg o 6,8 – 20.4 cm H2o Sono tollerate pressioni di 15 – 22.5 mm Hg A 30 mm Hg compaiono riduzione attività elettrica cerebrale e segni d’ischemia A 60 mm Hg si ha la morte Eccezioni sono rappresentate dall’idrocefalo normoteso e dall’ipertensione endocranica benigna IPERTENSIONE ENDOCRANICA CLINICA ALTERAZIONI STATO COSCIENZA: confusione, disorientamento temporo-spaziale fino al coma profondo CEFALEA: diffusa, più intensa in posizione supina, nelle prime ore del mattino, tale da risvegliare il paziente, aumenta con i movimenti del capo e la tosse. Dolore sordo, spesso frontale bilaterale, gradualmente aumenta di frequenza – durata- gravità. Quando unilaterale ha valore di localizzazione NAUSEA, VOMITO: che in certi casi è il classico “vomito a getto” PAPILLEDEMA: segno specifico ma non sensibile SEGNI FOCALI: Deficit nervi cranici, motori, sensitivi, crisi epilettiche IPERTENSIONE ENDOCRANICA CLINICA In corso di patologie che portano a ipertensione endocranica, sono possibili 2 eventi principali che portano ad un peggioramento acuto delle condizioni neurologiche: Onde di pressione Erniazioni cerebrali IPERTENSIONE ENDOCRANICA ONDE DI PRESSIONE Si tratta di onde di pressione che aumentano accessionalmente in modo acuto la pressione endocranica. Sono state descritte come: ONDE A spontanee di ampiezza di 50 -100 mmHg, durata 5 – 20 minuti ONDE B più brevi,oscillazioni ritmiche, 30 – 120 s, ampiezza variabile fino a 50 mmHg, sono in relazione a fluttuazione della respirazione ONDE C piccole oscillazioni ritmiche circa 6/minuto,ampiezza da appena rilevabili a 20 mm Hg,in relazione alla trasmissione intracranica della pulsazione arteriosa Sia le onde A che le B indicano riduzione significativa della capacità di compenso per l’aumentata pressione endocranica, si possono associare, in particolare le A, a qualsiasi sintomo neurologico acuto che può durare da pochi secondi a molti minuti IPERTENSIONE ENDOCRANICA ERNIAZIONE CEREBRALE Spostamento sul piano laterale o verticale di parti dell’encefalo con ernie subfalciali,centrali, uncali e impegno delle tonsille cerebellari nel forame occipitale IPERTENSIONE ENDOCRANICA Nelle neoplasie cerebrali, primitive o metastatiche, l’ EDEMA è la causa dell’ipertensione endocranica PATOGENESI DELL’EDEMA: fuoriuscita di componenti sieriche albumino–simili dal letto vascolare, per lesione della BARRIERA EMATO ENCEFALICA, sia nel tumore che nel tessuto immediatamente circostante IPERTENSIONE ENDOCRANICA TERAPIA POSIZIONE IPERVENTILAZIONE TERAPIA MEDICA POSIZIONE Si deve mantenere il capo in posizione neutra, almeno 30 gradi sopra il livello del cuore, diversamente si verifica ostacolo al deflusso venoso con aumento pressione intracranica IPERVENTILAZIONE Abbassa la CO2, causando vasocostrizione e riducendo il volume ematico intracranico. Molti pazienti iperventilano spontaneamente TERAPIA MEDICA 1) SOLUZIONI IPERTONICHE (MANNITOLO) 2) STEROIDI MANNITOLO Agisce creando un gradiente osmolare tra sangue e cervello, quindi estrae acqua dal cervello Migliora l’emoreologia e la gittata cardiaca per aumento della deformabilità degli eritrociti, aumento del volume intravascolare, aumento pressione sistemica, emodiluizione Diuretico quindi determina riduzione volume circolante e della pressione venosa centrale. L’eccessiva riduzione del volume ematico circolante può determinare un calo PA sistemica ed iperviscosità ematica, compromettendo la pressione di perfusione cerebrale. Occorre monitorare l’osmolarità sierica e, la terapia interrotta, se questa > 320 mosmol/kg MANNITOLO Diminuzione della produzione di liquor Riduzione del diametro di arteriole e venule sulla superficie encefalo Lega radicali liberi Alterazionielettrolitiche con ipovolemia ed ipernatremia poichè viene eliminata più acqua che sodio MANNITOLO Dopo infusione EV di 0.5 – 1 mg/kg in 15 – 30 minuti, si raggiungono, dopo circa 15 minuti, concentrazioni ematiche, efficaci, ai fini osmotici, che persistono per 4 – 6 ore Picco effetto 30 – 60 minuti Viene escreto dal rene tramite filtrazione glomerulare Non è metabolizzato MANNITOLO Somministrato 2 - 4 volte al giorno Determina eliminazione maggiore di acqua che di sodio, con il rischio di iperosmolarità plasmatica 80% della dose di 100 mg si ritrova nelle urine dopo 3 ore Dosaggio: 0.25 – 1 g/Kg peso corporeo in soluzione al 18 - 20%, somministrato in 15 – 30 minuti, ogni 6 ore - 12 ore MANNITOLO Quando si ricerca effetto rapido: 1 g/kg in 30 minuti Per un trattamento meno urgente è più duraturo: 0.5 – 1 g/Kg in 60 minuti Dosaggio massimo 4 g/Kg non superare 150 – 200 g/die La somministrazione di furosemide, dopo 15 minuti dalla infusione di mannitolo, ne potenzia e prolunga l’effetto Il trattamento non dovrebbe essere prolungato per più di 3 – 4 giorni MANNITOLO CONTROINDICAZIONI Gravi malattie renali Insufficienza cardiaca Disidratazione importante Emorragia cerebrale STEROIDI MECCANISNI D’AZIONE IPOTIZZATI: 1) Azione antinfiammatoria antiedema 2) Azione stabilizzante sulle membrane 3) Blocco della crescita tumorale ? 4) Non riduce il contenuto di acqua cerebrale 5) Riduce il danno della BEE STEROIDI Farmaci di riferimento : 1) DESAMETASONE 2) METILPREDNISOLONE DESAMETASONE Composto di riferimento Potenza antiinfiammatoria : 25 Dosaggio medio 16 mg die in 2 somministrazioni, dopo qualche giorno si passa a 8 o 4 mg una volta die Dosaggio massimo 48 mg x 4 volte dì Minor legame con le proteine, per cui si ritrova in maggior concentrazione nell’encefalo e nel liquor. Interazioni con anticonvulsivanti Importante inibizione asse ipofisi - surrene DESAMETASONE Emivita biologica : 36 –54 ore Precoce miopatia METILPREDNISOLONE Minore letteratura Potenza antiinfiammatoria: 5 Maggiore rapidità d’azione Non interazioni con anticonvulsivanti Minore inibizione asse ipofisi – surrene Maggiore flessibilità di dosaggio ( 200 – 2000 mg) STEROIDI ED EDEMA CEREBRALE L’azione antiedema è più marcato sui gliomi e metastasi e molto minore su meningiomi. Massimo effetto fino a 2 settimane dall’inizio della terapia Inizio dell’effetto clinico dopo 12 – 24 ore La riduzione della pressione intracranica non si manifesta prima di 48 –72 ore Dosaggio massimo: Desametasone 100 – 200 mg IV nel sospetto o in presenza di ernia cerebrale STEROIDI ED EDEMA CEREBRALE L’intervallo tra le dosi deve essere guidata dall’emivita biologica Il desametazone è più potente poiché si ritrova in maggior concentrazione nel liquor e nell’encefalo Non vi sono differenze sostanziali tra dosi di 4 -8 e 16 m di desametazone nel trattamento delle metastasi cerebrali, ma le dosi più alte vanno riservate ai casi più gravi La dose tradizionale di 16 mg è certamente efficace e 2 somministrazioni al giorno sono sufficienti; dopoqualche giorno la posologia può essere ridotta a 8 o 4 mg in unica somministrazione mattutina CORTICOSTEROIDI Prednisolone: Medrol cpr 4 e 16mg Solu-medrol fiale 40 – 125 – 500 mg 1000 – 2000 mg Desametazone: Soldesam: cpr 0,5 mg gocce 0,2% (16 gocce= 1 mg) fiale 4 e 8 mg NB: Per via Sottocutanea SOLDESAM: SI DECADRON: NO OCCLUSIONE INTESTINALE OCCLUSIONE INTESTINALE Frequenza : 3 – 15% Cancro ovaio: 5 – 42% Cancro colon: 4 – 24% OCCLUSIONE INTESTINALE Aspettanza media di vita: 3 mesi Risoluzione nel 30% casi dopo 5 – 8 giorni dall’inizio della terapia medica Indice di riostruzione 50% OCCLUSIONE INTESTINALE TERAPIA Terapia Chirurgica Terapia Endoscopica Posizionamento Stent Terapia Medica OCCLUSIONE INTESTINALE TERAPIA CHIRURGICA ( resezione, reanastomosi, colo-ileostomia , by pass, lisi chir.) • Mortalità operatoria ( a 30 gg) : 30- 40 % • Complicanze: 27 - 90% : deiscenza - infezioni ferita ascessi peritoneali fistole emorragia deiscenza anastomosi embolia polmonare - TVP OCCLUSIONE INTESTINALE TERAPIA CHIRURGICA da Ripamonti C., Twycross R. et al Supportive Care Cancer 2001 Controindicazioni ASSOLUTE masse tumorali diffuse carcinomatosi peritoneale coinvolgimento dello stomaco prossimale ascite massiva masse intra addominali palpabili e diffuse RELATIVE metastasi extra addome che producono sintomi difficili ( es. dispnea severa) estesa diffusione extra addome di malattia neoplastica non sintomatica ( metast., vers.pl.) scadenti condizioni generali scarso stato nutrizionale ( ipoalbuminemia, < linfociti) età avanzata, RT pelvi- add. OCCLUSIONE INTESTINALE TERAPIA DECOMPRESSIVA Sondino Naso-Gastrico ( SNG) Si usa nel paziente inoperabile nelle ostruzioni alte per ridurre nausea, vomito e dolore in presenza di grandi quantità di secrezioni gastro enteriche , quando i farmaci antisecretori – antiemetici sono inefficaci e quando non è possibile applicare una PEG. In linea di principio deve essere considerata procedura transitoria INCONVENIENTI: mal tollerato, ulcera gd, emorragie digestive, decubiti rino faringei, rimozione accidentale, annodamenti, vomito . SONDINO NASO GASTRICO (SNG) • Per ridurre grandi quantità di secrezioni gastriche prima del trattamento farmacologico • Come procedura temporanea • Nei casi di fallimento farmacologico La gastrostomia percutanea è più accettabile e meglio tollerata per decompressione a medio-lungo termine. Controllo sintomi : 80-90% casi Cannizzaro R et al Endoscopy 1995 27: 317-20 Nei pazienti INOPERABILI, il “drip and suck” ( idratazione endovena + aspirazione nasogastrica continua) FALLISCE nel 90% dei casi Bizer LS et al Small bowel obstruction. Surgery 1981 Working Group of the EAPC Clinical-practice recommendations for the management of bowel obstruction in patients with end-stage cancer. Support Care Cancer. 2001;9(4):223-33. OCCLUSIONE INTESTINALE TERAPIA DECOMPRESSIVA GASTROSTOMIA Rispetto al SNG è più accettabile e tollerata a lungo termine. Permette il controllo di nausea – vomito nell’ 83 – 93 % dei casi. Può essere: GASTROSTOMIA OPERATIVA , effettuata durante l’intervento se vi è la certezza o elevata probabilità che accada l’occlusione, o PERCUTANEA ENDOSCOPICA ( PEG) : • tollerata meglio del SNG • ha bassa morbilità • evita la laparotomia • basso costo Controindicazioni ( relative) : carcinomatosi peritoneale, ipertensione portale con ascite, coagulopatie, ulcera gastrica attiva. OCCLUSIONE INTESTINALE POSIZIONAMENTO DI STENT METALLICI Sono autoespansibili e flessibili; sono inseriti mediante tecniche radiologiche o endoscopiche. Indicati nei pazienti con rischio chirurgico elevato, con ostruzione del grosso intestino. CONTROINDICAZIONI: • Stenosi multiple • Carcinomatosi peritoneale COMPLICAZIONI: • Sanguinamento • Perforazione intestinale • Ulcerazione gastrica • Reflusso g.e. OCCLUSIONE INTESTINALE TERAPIA MEDICA • Analgesici • Antiemetici • Steroidi • Antisecretivi • Idratazione • Nutrizione Parenterale OCCLUSIONE INTESTINALE TERAPIA MEDICA ANALGESICI • OPPIACEI Per via venosa o sottocutanea continua o transdermica OCCLUSIONE INTESTINALE TERAPIA MEDICA ANTIEMETICI PROCINETICI Metoclopramide ( solo nei pazienti con occlusione parziale e senza dolore colico) per via s.c. / i.m. /ev •NEUROLETTICI: •Aloperidolo (Serenase -Haldol 5-15 mg /die sc/im/ev.) •Proclorperazina ( Stemetil cpr 5 mg – supp10 mg) 25 mg/8 ore •Clorpromazina ( Largactil fl 50mg) 50-100 mg/8 ore im/ev OCCLUSIONE INTESTINALE TERAPIA MEDICA STEROIDI •Riduzione edema peri-tumorale •Aumento riassorbimento acqua e sali •Controllo nausea e vomito Desametazone*Soldesam da 8 a 16 mg/die im/sc/os Confez: fl da 4 e 8 mg I CS possono ridurre l’ostruzione ma non sembrano aumentare la sopravvivenza ; efficaci sui sintomi anche nella carcinosi peritoneale ; di solito hanno breve efficacia; da usare in associazione . OCCLUSIONE INTESTINALE TERAPIA MEDICA ANTISECRETIVI ANTICOLINERGICI •Scopolamina butilbromide ( Buscopan fl 20 mg, sc/im/ev) Non passa la B.E.E. Antalgico in presenza di dolori colici POSOLOGIA: 20 mg immediatamente SC 60 mg/24 ore in perfusione continua sottocutanea o ev aumentabile fino a 120mg/24 ore Dosaggio massimo: 300 mg nelle 24 ore OCCLUSIONE INTESTINALE TERAPIA MEDICA ANTISECRETIVI Analoghi della Somatostatina SOMATOSTATINA: ormone peptidico prodotto prevalentemente dall’ ipotalamo, oltre che dalle cellule Delta pancreatiche. F u n z i o n e: inibisce la funzione del GH, del TSH –TRH, insulina, glucagone e altri ormoni gastrointestinali . Ha emivita breve ( 2 min) e può essere somministrata solo e.v. OCCLUSIONE INTESTINALE TERAPIA MEDICA ANTISECRETIVI Analoghi della Somatostatina OCTREOTIDE : ha emivita lunga ( 120 min) e può essere somministrata per via ev/ s.c. , anche in bolo, im. I n d i c a z i o n i secondo scheda tecnica: acromegalia, trattamento profilattico di complicazioni di interventi chirurgici sul pancreas; fistole pancreatiche; diarrea refrattaria severa nell’immunodeficienza; tp dell’ emorragia da varici esofagee nella cirrosi; tumori neuroendocrini ( es. VIPomi, sindr.di Zollinger Ellison, etc.) OCTREOTIDE IN CURE PALLIATIVE INDICAZIONI Occlusione intestinale (anche occlusioni alte) Diarrea incontrollata Fistole Ascite Rantolo agonico OCTREOTIDE MECCANISMO D’AZIONE Antagonista Vasoattive Intestinal Peptide Riduce la secrezione gastrica ed intestinale Rallenta la motilità intestinale Riduce la secrezione di bile Aumenta la produzione di muco Riduce flusso ematico splancnico Aumenta l’assorbimento di acqua ed elettroliti Riduzione danno tissutale ( necrosi mucosa, emorragia intramurale, infiammazione) Previene danno mucoso pre-chirurgia OCTREOTIDE Si somministra SC o EV in boli o in infusione continua Dosaggio: 0.2 – 0.9 mg/die Sandostatina , Longastatina – 5ml-1mg; 3 fl 0,5 mg/ml5 fl 0,05mg/ml- 1ml 5 fl 0,1 mg/ml- 1 ml OCCLUSIONE INTESTINALE TERAPIA MEDICA IDRATAZIONE • 1000-1500 cc/24 h di liquidi in e.v. o ipodermo • Ghiaccio per Xerostomia (Oppioidi-Anticolinergici) • Riduzione nausea, sonnolenza, confusione, delirio OCCLUSIONE INTESTINALE TERAPIA MEDICA Nutrizione Parenterale Totale • Non Standard • Valutazione aspettativa di vita (fattori • Evoluzione della malattia prognostici) DOLORE • Dolore colico: ANTISPASTICI Butilbromuro di joscina, 30-180 mg/24hr in sottocutanea continua • Dolore diffuso: OPPIACEI Morfina cloridrato, 20-60 mg/24hr in sottocutanea continua TRATTAMENTO DELLE COLICHE INTESTINALI • Interrompere la somministrazione di lassativi • Interrompere la somministrazione di procinetici • Oppiacei • Antispastici SE COLICHE E NAUSEA/VOMITO 1. ANTISPASTICI: 2. STEROIDI: Desametazone, 4-12 mg/die Metilprednisolone 40-240 mg/die 3. ANTIVOMITO: Aloperidolo, 5mg /die in sottocutanea continua 4: OCTREOTIDE: 0.2 –0.3 mg/24 ore NAUSEA/VOMITO SENZA COLICHE 1. METOCLOPRAMIDE in CSCI 60 mg/24hr sino a 100 mg/24hr 2. STEROIDI: 3) OPPIACEI per dolore Ripamonti C.; Mercadante S. at al; Role of octreotide, scopolamine butylbromide, and hydration in symptom control of patients with inoperable bowel ostructions and nasogastric tube: a prospective randomized trial Journal of Pain and Symptom Management Vol 19.N°1 January 2000; pp 23 - 34 17 pazienti Occlusione intestinale non correggibile chirurgicamente portatori di sondino nasogastrico Pazienti trattati con octreotide 0.3 mg o scopolamina butilbromide 60 mg in infusione SC continua per 3 giorni CONCLUSIONI Entrambi i farmaci hanno ridotto le secrezioni gastrointestinali, ma Octreotide le ha ridotte maggiormente rispetto a SB. Nessuna differenza tra i 2 farmaci nel tempo di rimozione del sondino nasogastrico SB ha determinato maggior secchezza del cavo orale poiché i recettori muscarininci sono presenti anche nelle ghiandole salivari L’intensità di sete e secchezza del cavo orale erano simili nei pazienti iperidratati ed in quelli scarsamente idratati CONCLUSIONI In tutti i pazienti, sintomi quali fame, sete, secchezza del cavo orale, sono attenuati dalla somministrazione di piccole quantità di cibo, di liquidi o dall’uso di cubetti di ghiaccio o da lubrificanti applicati sulle labbra. I pazienti maggiormente idratati avevano meno nausea e sonnolenza di quelli meno idratati; questo significa che questi sintomi sono legati alla produzione di tossine del tratto gastroenterico Mercadante S.; Casuccio A.; Mangione S. Medical treatment of inoperable malignant bowel obstruction: a qualitative sistematic review Journal ol Pain and Symptom Management Vol.33 N°2 February 2007; pp 217 – 223 SOLO 5 STUDI POSSONO ESSERE ANALIZZATI 52 pazienti trattati con octreotide 51 pazienti trattati con hyoscina butilbromide 37 pazienti trattati con corticosteroidi a dosaggi variabili 15 pazienti trattati con placebo 37 pazienti trattati con placebo e corticosteroidi CONCLUSIONI Superiorità di Octreotide rispetto a HB Ruolo dei corticosteroidi dibattuto e da valutare in studi successivi Protocol for the treatmentof malignant inoperable bowe obstruction: A prospective study of 80 cases at Grenoble University Hospital Center Guillemette Laval et al.; Journal of Pain and Symptom Management Vol 31; N°6 June 2006; pp: 502 - 511 PROTOCOLLO 75 pazienti tutti affetti da neoplasia (Ovaio 28% - Colon e retto 25% - Pancreas 13% - Esofago stomaco 12%) 80 episodi di occlusione intestinale Sottoposti a 3 livelli di terapia PROTOCOLLO 1° STADIO 5 giorni - + 2° STADIO 3 giorni STOP + STOP 3° STADIO 1° S T A D I O I. SONDINO NASOGASTRICO se necessario II. IDRATAZIONE parenterale III. ANTIEMETICI: Haloperidolo 1 - 5 mg ogni 8 ore o in infusione continua SC o EV o Clorpromazina 25 – 50 mg ogni 8 ore o in infusione continua EV IV. ANTISECRETORI ANTISPASTICI: Scopolamina butilbromuro 20 – 40 mg ogni 8 ore o in infusione continua SC o EV V. STEROIDI: Metilprednisolone o equivalenti 1 - 4 mg/Kg 24 ore EV, in 1 ora al mattino, oppure SC in 2 siti diversi VI. ANTIDOLORIFICI : in accordo con scala OMS 2°S T A D I O OCTREOTIDE 0.2 mg SC o EV ogni 8 ore o 0.6 mg in infusione continua nelle 24 ore 3°S T A D I O Indicazione per GASTROSTOMIA chirurgica o endoscopica o endoprotesi, quando possibile RISULTATI RISULTATI Il sondino NASOGASTRICO è stato utilizzato in 35 degli 80 episodi occlusivi (44%) 17 pazienti (34%) utilizzavano steroidi prima di entrare nel protocollo Il trattamento con analgesici non è stato descritto in questo studio RISULTATI 42 (53%) degli episodi di ostruzione sono stati controllati in 5 giorni o meno 16 (20%) degli episodi di ostruzione sono stati controllati in 6 - 10 giorni 14 (17%) degli episodi di ostruzione sono stati controllati in più di 10 giorni 8 (10%) degli episodi ostruzione non ha avuto beneficio dalla terapia Sopravvivenza media dall’ingresso nello studio 31 giorni ( 7 –521) Sopravvivenza media dopo gastrostomia 13 giorni ( 6 – 125) RISULTATI 29 pazienti nei quali la terapia medica ha risolto l’ostruzione sono quelli che hanno avuto vita media più lunga 22 pazienti hanno ripreso la chemioterapia dopo la risoluzione dell’episodio ostruttivo, e tra questi, 12 appartenevano al gruppo nel quale la terapia medica aveva risolto l’ostruzione 1) Ripamonti C. at al. Clinical practice reccomandations for the management of bowel obstructions in patients in end – stage cancer Supportive Care Cancer (2001) 9: 223 – 233 2) Mercadante S. et al. Comparision of octreotide and hyoscine butylbromide in controlling gastrointestinal symptoms due to malignant inoperable bowel obstruction. Supportive Care Cancer (2000) 8: 188 – 191 3) Ripamonti C. at al .: Role of octreotide, scopolamine butylbromide, and hydration in symptoms control of patients with inoperable bowel obstructions and nasogastric tube: a prospective randomized trial. Jour. Of Pain and Symp. Manag. 2000 Januari, Vol 19 n°1; pp 23 - 33 Occlusione Intestinale Terapia medica Importanza della terapia plurifarmacologica: L’associazione di diversi farmaci, prevalentemente per via s.c. continua tramite pompa o elastomero, permette una elevata percentuale di riduzione dei sintomi associata a buona compliance. (Es. morfina + aloperidolo + scopolamina )