14 modelli per la progettazione biofilica. Migliorare la salute e il

Transcript

14 modelli per la progettazione biofilica. Migliorare la salute e il
DOI: 10.7413/22818138042
14 modelli per la progettazione biofilica.
Migliorare la salute e il benessere nell’ambiente
antropico1
William Browning, Catherine Ryan, Joseph Clancy
Abstract
La progettazione biofilica può ridurre lo stress, accrescere la creatività e la lucidità
del pensiero, migliorare il nostro benessere e accelerare la guarigione. Così, mentre si assiste all’espansione del processo di urbanizzazione da parte della popolazione mondiale,
queste qualità assumono importanza crescente.
Teorici, ricercatori e progettisti hanno lavorato decenni per definire quali aspetti
della natura hanno un maggiore impatto sulla nostra soddisfazione per gli ambienti
antropizzati, ed è in questa prospettiva che i “14 modelli per la progettazione biofilica”
– che si articolano attorno alla relazione tra la natura, l’uomo in quanto essere biologico
e la progettazione dell’ambiente antropico – si propongono di vagliare i benefici della
biofilia e della progettazione applicata.
66
Anno IV - n. 5
Introduzione
La progettazione biofilica può ridurre lo stress, accrescere la creatività e
la lucidità del pensiero, migliorare il nostro benessere e accelerare la guarigione. Così, mentre si assiste all’espansione del processo di urbanizzazione
da parte della popolazione mondiale, queste qualità assumono importanza crescente. Dal momento che l’esperienza con la natura può sollecitare
una rapida risposta rigenerativa del corpo, unita al fatto che le imprese
americane sprecano ogni anno miliardi di dollari in termini di perdita di
produttività causate da malattie legate allo stress, una progettazione capace
di rimetterci in contatto con la natura – la progettazione biofilica appunto
– è essenziale per consentire alle persone di avere l’opportunità di vivere
1
Il testo, qui parzialmente tradotto in italiano delle pp. 3-12 e p. 52, è tratto dal numero monografico curato da Browning, W.D., Ryan, C.O., Clancy J.O., “14 Patterns of
Biophilic Design”, edito da Terrapin Bright Green, LLC, New York (2014) e consultabile on line (http://www.terrapinbrightgreen.com/report/14-patterns/). La traduzione dall’inglese è di Antonio Tramontana.
Im@go. Rivista di Studi Sociali sull’immaginario - Anno IV, numero 5, giugno 2015
William Browning, Catherine Ryan, Joseph Clancy
e lavorare in luoghi e spazi sani, con minore stress e maggiore benessere.
La biofilia è una connessione biologica innata del genere umano con la
natura. Essa aiuta a spiegare la nostra fascinazione per lo scoppiettare del
fuoco e l’infrangersi delle onde, il motivo per cui la vista di un giardino accresce la nostra creatività, perché le ombre e le altitudini incutono fascino
e timore, oppure il motivo per cui la compagnia di animali o una passeggiata attraverso un parco hanno effetti curativi. La biofilia può chiarire,
inoltre, il motivo per cui alcuni edifici e parchi urbani sono ritenuti migliori
rispetto ad altri.
Teorici, ricercatori e progettisti hanno lavorato decenni per definire
quali aspetti della natura, all’interno di un ambiente antropizzato, possono determinare una sensazione appagante. Ma come si passa dalla ricerca
all’applicazione in modo tale da favorire effettivamente la salute e il benessere e come questo potrebbe essere valutato efficacemente?
Prendendo le mosse da “The Economics of Biophilia” (Terrapin Bright
Green, 2012), l’intento di questo saggio è quello di articolare la relazione
tra la natura, la scienza e l’ambiente antropico, al fine di poter vagliare i benefici della biofilia nella progettazione applicata. Il saggio si presenta come
un quadro di riferimento per la progettazione biofilica e rimanda dunque
alle importanti relazioni a noi note tra la natura e il benessere con l’intento
di migliorare le nostre vite. I nuovi strumenti di misurazione della ricerca,
gli effetti positivi della progettazione biofilica sulla salute e le dimostrazioni empiriche sulla connessione tra l’uomo e la natura, stanno indirizzando
la priorità degli interessi sia verso la ricerca, sia verso la pratica della progettazione. Tuttavia, esistono già alcune linee guida per implementare la
biofilia e questo saggio intende colmare il divario tra la ricerca corrente e la
sua realizzazione. Ci rivolgiamo pertanto ad arredatori d’interni, architetti,
paesaggisti, urbanisti, progettisti, operatori sanitari, lavoratori e datori di
lavoro, e a tutti coloro che vogliono comprendere meglio le regole per la
progettazione biofilica.
Il presente saggio inserisce la progettazione biofilica nel contesto della
storia architettonica, in quello delle scienze della salute e delle correnti pra-
67
Anno IV - n. 5
14 modelli per la progettazione biofilica. Migliorare la salute e il benessere nell’ambiente antropico
68
Anno IV - n. 5
tiche architettoniche, toccando brevemente considerazioni chiave sull’implementazione e presentando, poi, dei modelli utili per la progettazione
biofilica. Questi modelli sono stati sviluppati attraverso estese ricerche
interdisciplinari, supportate da dati empirici e dal lavoro di Christopher
Alexander, Judith Heerwagen, Rachel e Stephen Kaplan, Stephen Kellert,
Roger Ulrich e molti altri. Per elaborare i modelli utili per la progettazione
dell’ambiente antropico sono state utilizzate più di cinquecento pubblicazioni sulle reazioni alla biofilia e i quattordici modelli qui presentati hanno
una vasta gamma di applicazioni sia per gli ambienti esterni che per quelli
interni e sono dunque destinati a essere flessibili e adattabili, consentendo
così una adeguata realizzazione del progetto.
Il saggio, infine, analizza questi modelli in senso generale, con il proposito di affrontare questioni complessive sulla salute e il benessere (ad es.,
stress, acuità visiva, equilibrio ormonale, creatività) all’interno dell’ambiente antropico, piuttosto che concentrarsi su programmi e settori specifici
per tipi di spazio definiti (ad es., le sale di aspetto nel contesto sanitario,
le aule delle scuole elementari, o le vetrine dei negozi). Pertanto, il focus è
indirizzato a quegli aspetti della natura a noi noti – suggeritici dalla natura
stessa oppure semplicemente teorizzati – che mitigano i fattori di stress
comuni o che migliorano quelle qualità auspicabili che possono essere applicate in varie scale o settori.
La nostra speranza è che questo saggio possa costituire una base utile per pensare più criticamente la connessione tra l’uomo e la natura e,
inoltre, a come i modelli della progettazione biofilica possano essere usati
quale strumento per migliorare la salute e il benessere in un ambiente antropizzato.
La biofilia
Riscoprire ciò che è ovvio intuitivamente.
Si possono rilevare motivi legati alla natura sin nelle prime edificazioni dell’uomo. Gli animali stilizzati caratteristici del complesso neolitico
William Browning, Catherine Ryan, Joseph Clancy
di Göbekli Tepe, la sfinge egiziana, le
foglie di acanto che adornano i templi
greci e le loro origini storiche secondo Vitruvio: si tratta di una presenza
riscontrabile sia sotto forma di capanna primitiva che di delicate foglie in
filigrana dello stile Rococò. Le rappresentazioni di piante e animali sono
state usate sia come elemento decorativo che come presenza simbolica, ma
l’utilizzo di elementi naturali non si
esaurisce con queste forme di rappresentazione. Le culture di tutto il mondo, infatti, per lungo tempo, hanno
utilizzato la natura per la costruzione
degli spazi pubblici e domestici. Gli
esempi classici riguardano i giardini
e i cortili dell’Alhambra in Spagna, i
pesci usati per le ciotole di porcellana
nella Cina antica, l’uccelliera presso
Teotihuacan (antica Città del Messico), i bonsai nelle case giapponesi,
l’uso del papiro nei laghetti presso gli
appartamenti dei nobili egiziani, gli
orti tedeschi nel corso del Medioevo e
i giardini pensili di Babilonia.
L’uso consistente di questi elementi che provengono dalla natura nel
corso della storia suggerisce come la progettazione biofilica, in fondo, non
sia un fenomeno del tutto nuovo. Si potrebbe dire piuttosto che, considerata come un campo delle scienze applicate, la biofilia è una codificazione
dell’uso storico degli elementi naturali negli ambienti antropici e sia l’in-
69
Anno IV - n. 5
14 modelli per la progettazione biofilica. Migliorare la salute e il benessere nell’ambiente antropico
70
Anno IV - n. 5
tuizione umana da una parte, che le neuroscienze dall’altra, dimostrano
come la relazione tra l’uomo e la natura sia vitale per il mantenimento di
un’esistenza sana e dinamica all’interno di un contesto urbano.
Sia prima che dopo la Rivoluzione industriale, la stragrande maggioranza degli esseri umani ha vissuto in un contesto rurale, vivendo così gran
parte della propria esistenza a contatto con la natura. L’architetto paesaggista americano Frederick Law Olmsted ha affermato nel 1865 che «il godimento del paesaggio comporta un utilizzo delle facoltà cognitive senza
fare grandi fatiche, tenendo la mente in esercizio e ravvivandola in uno stato placido. Così, attraverso l’influenza della mente sull’intero corpo, l’effetto è quello di ristorare e rinvigorire l’intero sistema» (Olmsted, 1865). Ma
con la crescita della popolazione urbana nel corso del XIX secolo, i riformatori hanno incominciato a interessarsi sempre più ai problemi legati alla
salute e ai servizi igienico-sanitari, come ad esempio il rischio d’incendi o
di dissenteria, e da questo punto di vista la creazione di grandi parchi pubblici era l’esito di campagne volte a migliorare la salute e a ridurre lo stress
della vita urbana. Artisti e progettisti dell’era vittoriana, come l’influente
pittore e critico d’arte inglese John Ruskin, si sono opposti all’esperienza
disumanizzante delle città industriali, ed erano dell’idea che gli oggetti e gli
edifici avrebbero dovuto riflettere la mano dell’artigiano e trarre ispirazione dalla natura. Per il progetto del Museo della Scienza di Oxford, si dice
che Ruskin abbia suggerito ai muratori di trarre ispirazione dalla campagna
circostante e l’esito di quell’esperienza è stato l’inserimento di fiori intagliati a mano e di piante ornamentali (Kellert & Finnegan, 2011).
L’atteggiamento occidentale nei confronti della natura cambia nel corso
della metà del XIX secolo: il paesaggio naturale diventa un valido soggetto
per l’arte, come si può notare nei casi della Hudson River School o della
scuola di Barbizon in Francia. Andare in montagna o al mare come momento ricreativo diventa una pratica sempre più diffusa, mentre i giardini
d’inverno e le verande si affermano quali requisiti fondamentali per le ricche case europee e statunitensi. È in questo clima che Henry David Thoreau costruì una capanna sul Walden Pound a Concord, nel Massachussetts,
William Browning, Catherine Ryan, Joseph Clancy
in cui scrisse trattati sullo stile di vita frugale connesso alla natura, trattati
che ancora oggi risuonano nella coscienza americana. Nella progettazione degli ospedali, la luce del sole e la vista della natura erano considerate
importanti, come si può vedere nel caso del St. Elizabeth di Washington. Esso, infatti, è stato progettato a partire dall’idea del Dott. Thomas
Kirkbridge, il quale «credeva che lo splendido ambiente [...] ripristinava
l’equilibrio naturale dei sensi dei pazienti» (Sternberg, 2009).
L’ispirazione alla natura, d’altra parte, è ben visibile nell’Art Nouveau,
alla fine del XIX secolo. Gli esuberanti viticci che abbracciano gli edifici,
in Belgio, dell’architetto Victor Horta, i lussureggianti fiori delle lampade
di Louis Confort Tiffany e le esplicite forme biomorfiche degli edifici di
Antonio Gaudí, sono tutti esempi notevoli. A Chicago, invece, Louis Sullivan creava complesse decorazioni con foglie e cornici in modo da rappresentare i rami di un albero, mentre il suo allievo, Frank Lloyd Wright,
membro del gruppo che lanciò la Prairie School, ha reso astratto il prato,
con le piante e i fiori, per dare risalto alle sue decorazioni e all’arte delle vetrate. Come molti del movimento Craftsman, ha utilizzato le venature del
legno e il texture di pietre e mattoni come elementi decorativi; ha aperto
gli interni per favorire la fluidità all’interno delle case come non è stato mai
fatto prima, creando viste prospettiche in armonia con gli ambienti intimi;
e nei suoi ultimi progetti ha poi inserito elementi suggestivi, come balconi
a sbalzo sulla cascata di Fallingwater.
Anche i modernisti europei, dal canto loro, hanno spogliato i loro edifici dagli ornamenti e utilizzato le venature del legno e delle pietre come
elementi decorativi e, come Wright, erano interessati a esplorare la relazione tra l’interno e l’esterno. Con il “Padiglione di Barcellona”, costruito nel
1929, Ludwig Mies van der Rohe ha imposto questo concetto con un gioco di volumi e vetro, mentre più tardi, con “La casa Farnsworth”, costruita
nel 1951, ha definito più chiaramente l’interno e l’esterno, separando gli
elementi a partire da un legame visivo con la natura.
Dal punto di vista della progettazione urbana, l’esito della “Ville Radieuse” di Le Corbusier, del 1924 (e mai costruita), sarebbe potuto essere
71
Anno IV - n. 5
14 modelli per la progettazione biofilica. Migliorare la salute e il benessere nell’ambiente antropico
72
Anno IV - n. 5
disastroso, ma l’idea di collocare le torri in un parco circondato da alberi e
piante era animata dalla volontà di favorire un legame tra gli abitanti della
città e la natura. Con il consolidamento dell’International Style invece gli
edifici di vetro si diffusero ovunque, ma sfortunatamente i palazzi, e in
particolar modo gli interni degli edifici commerciali, hanno accresciuto la
distanza tra l’uomo e la natura.
Il termine ‘biofilia’ è stato coniato per la prima volta dallo psicanalista
Erich Fromm (The Heart of Man, 1964), per poi, più tardi, diventare popolare grazie al biologo Edward Wilson (Biophilia, 1984). I vari riferimenti
– che si sono sviluppati prima nel campo della biologia e della psicologia,
per poi essere ripresi dalle neuroscienze, dall’endocrinologia, dall’architettura, etc. – sono tutti legati al desiderio di una (ri)connessione con la natura e con i sistemi naturali. Come è stato ipotizzato da Gordon Orians e
Judith Heerwagen (Savanna Hypothesis, 1986), noi saremmo predisposti geneticamente a prediligere alcuni paesaggi naturali, e più specificatamente
a desiderare di vivere nella savana; e a partire da questa ipotesi si potrebbe
teoricamente stimolare lo spostamento verso la periferia, la quale, grazie
ai suoi prati, consentirebbe a ognuno di intravedere la possibilità di vivere
come in una sorta di savana.
Con l’emergere del movimento della bioedilizia, all’inizio degli anni
’90, si è chiarito il nesso tra il miglioramento delle qualità ambientali e
la produttività dei lavoratori (Browning & Romm, 1994). Così, mentre
i profitti legati agli incrementi della produttività sono stati significativi,
la produttività stessa è stata considerata come conseguenza della salute e
del benessere dei lavoratori, ottenendo un impatto significativo. Il potere
curativo determinato dal legame con la natura è stato dimostrato da un importante studio di Roger Ulrich, il quale ha confrontato i tassi di recupero
dei pazienti con e senza un rapporto visivo con la natura (Ulrich, 1984).
Mentre l’esperimento condotto in un nuovo stabilimento di produzione
dell’Herman Miller, progettato da “William McDonough+Partners” negli anni ’90, è stato uno dei primi casi a rendere esplicito il meccanismo
che lega l’aumento di produttività degli occupanti dello stabilimento con
William Browning, Catherine Ryan, Joseph Clancy
la natura – si tratta di filogenetica, o più comunemente, di progettazione
biofilica (Heerwagen & Hase, 2001).
L’impiego dell’ipotesi della biofilia nella progettazione dello spazio
antropico è stato il tema di una conferenza del 2004. Successivamente è
diventato un libro sulla progettazione biofilica (eds., Kellert, Heerwagen
& Mador, 2008) e in esso Stephen Kellert ha identificato più di 70 meccanismi per generare un’esperienza biofilica, mentre i contributi di William
Browning e Jenifer Seal-Cramer hanno delineato una classificazione basata
sull’esperienza degli utenti: la natura nello spazio, i surrogati naturali e la natura dello spazio.
L’ultimo decennio è stato segnato da una
crescita costante nei lavori legati alle intersezioni tra le neuroscienze e l’architettura, sia
nel campo della ricerca che nelle pratiche costruttive, mentre gli standard della bioedilizia
hanno incominciato a incorporare la biofilia,
soprattutto per quanto riguarda il suo contributo rispetto alla qualità dell’ambiente interno
e la connessione che si instaura con un luogo. Attraverso testi divulgativi,
come Last Child in the Woods (Louv, 2008), Healing Spaces (Sternberg, 2009),
The Shape of Green (Hosey, 2012) Your Brain on Nature (Selhub & Logan,
2012), e “The economics of Biophilia” (Terrapin Bright Green, 2012), il
dibattito sta diventando mainstream e questo fornisce un aiuto a quel pubblico che si confronta con la dipendenza dalla tecnologia e con la disconnessione persistente della società moderna con la natura. Recentemente,
la progettazione biofilica viene promossa come strategia complementare
per affrontare lo stress sul posto di lavoro, le prestazioni degli studenti,
il recupero dei pazienti, la coesione di una comunità e le sfide legate alla
salute e al benessere generale.
Definire la natura
73
Anno IV - n. 5
14 modelli per la progettazione biofilica. Migliorare la salute e il benessere nell’ambiente antropico
74
Anno IV - n. 5
Le opinioni su ciò che costituisce il naturale, la natura incantevole o
inospitale, variano notevolmente. Sebbene non abbiamo l’intenzione di
formalizzare una definizione esplicita, qualche articolazione su cosa intendiamo per “natura” potrà contribuire a definire il contesto d’azione per
i professionisti della progettazione biofilica. In parole povere, il termine
natura si articola attorno a due connotazioni estreme. La prima è che la
natura è solo ciò che possiamo classificare come organismo vivente non
influenzato dall’impatto antropico sull’ambiente – si tratta di una reminiscenza che proviene dalla tutela ambientale con una prospettiva limitata della natura, sempre più anacronistica, dal momento che quasi tutto
sulla terra è stato e continua a essere, almeno indirettamente, influenzato
dall’azione dell’uomo. Questa idea di natura esclude essenzialmente tutto,
dal sole e la luna, al vostro pesciolino Nemo, ai giardini, ai parchi urbani,
agli uomini e ai miliardi di organismi viventi che compongono il nostro
bioma intestinale. Diversamente, si potrebbe dire che ogni cosa è naturale
e dunque anche le costruzioni dell’uomo sono parti della natura perché
sono estensioni del nostro fenotipo. Da questa prospettiva tutto è inevitabilmente incluso, dai libri tascabili e le sedie di plastica, alle piscine con
acqua clorata e le strade asfaltate.
Tra questi due estremi, al fine di comprendere il contesto in cui opera la
progettazione biofilica, è possibile considerare la natura come l’insieme di
organismi viventi e sostanze non viventi di un ecosistema – includendo dal
sole, la luna e i ruscelli, alle foreste, i rain gardens urbani e l’habitat costituito
dall’ampolla di Nemo. Per essere più chiari, dal punto di vista della salute
e del benessere negli ambienti antropici, si può sostenere che la maggior
parte degli elementi naturali nella società moderna è progettata, alcune
volte deliberatamente (per funzioni estetiche), altre volte casualmente (navigabilità o accesso alle risorse), o passivamente (per negligenza oppure
opposizione legata alla tutela). Così, per ritornare alla propensione del genere umano a prediligere la savana, gli uomini creano analogie per vivere a
contatto con questo tipo di paesaggio. Tra gli ecosistemi progettati si può
tuttavia fare una distinzione. Se da una parte ci sono casi che possono dirsi
William Browning, Catherine Ryan, Joseph Clancy
vitali ed ecologicamente sani e in cui la biodiversità è preservata – come
ad esempio le foreste con un’alta volta e un sottobosco floreale gestite attraverso le pratiche annuali di combustione da parte del popolo Ojiwe del
Nord America –; dall’altra vi sono monoculture chimicamente dipendenti
che, per quanto piacevoli, non possono dirsi ecologicamente sane o ricche
di vegetazione – come nel caso dei prati di periferia e dei campi da golf. La
questione fondamentale, dunque, è che mentre alcuni ambienti antropici
sono ben predisposti a favorire la vita a lungo termine, altri non lo sono.
Così, se i campi da golf e i prati di periferia potrebbero essere considerati
dei surrogati della savana, in molti casi richiedono un uso intensivo di
fertilizzanti e pertanto sono il prodotto di pratiche di progettazione non
sostenibili.
Le relazioni tra la natura e il progetto
Per rendere intellegibile la progettazione biofilica è possibile organizzarla attorno a tre categorie: la natura nello spazio, i surrogati naturali
e la natura dello spazio. Con
questo impianto si tenta qui
di fornire la possibilità di incorporare una ricca varietà di
strategie all’interno di un ambiente antropico.
Natura nello spazio. La
“natura nello spazio” affronta la presenza diretta della natura, fisica o effimera, in uno
spazio o in un luogo. Essa include piante, acqua e animali,
così come la brezza, i suoni, i profumi e altri elementi naturali. Tra gli
esempi più tipici vi sono piante da vaso, aiuole, mangiatoie per uccelli,
giardini di farfalle, giochi d’acqua, fontane, acquari, giardini nel cortile o
75
Anno IV - n. 5
14 modelli per la progettazione biofilica. Migliorare la salute e il benessere nell’ambiente antropico
76
Anno IV - n. 5
pareti e tetti verdi. Le esperienze più forti vengono realizzate attraverso la
creazione di connessioni dirette e significative con gli elementi naturali e in
particolar modo con la varietà, il movimento e le interazioni multisensoriali. Sono sette i modelli rivolti alla progettazione biofilica che costituiscono
la natura nello spazio:
1. Relazione visiva con la natura. Vista di elementi naturali, sistemi viventi
e processi naturali.
2. Relazione non visiva con la natura. Stimoli uditivi, tattili, olfattivi o gustativi, che generano un richiamo intenzionale e positivo con la natura, i
sistemi viventi o i processi naturali.
3. Stimoli sensoriali non ritmici. Relazione stocastica ed effimera con la
natura che può essere analizzata statisticamente ma che non può essere
prevista con precisione.
4. Variabilità della temperatura e del flusso d’aria. Piccoli cambiamenti di
temperatura dell’aria, dell’umidità relativa, del flusso d’aria sulla pelle e
delle temperature di superficie che imitano gli ambienti naturali.
5. Presenza dell’acqua. Una condizione che migliora l’esperienza di un
luogo attraverso la vista, il suono e il tocco dell’acqua.
6. Luce diffusa e dinamica. Sfrutta le diverse intensità di luci e ombre che cambiano nel corso del tempo per creare le condizioni che riscontrabili in natura.
7. Relazione con i sistemi naturali. Consapevolezza dei processi naturali,
in particolare dei cambiamenti stagionali e temporali, caratteristici di un
ecosistema sano.
I surrogati naturali. In questo caso vengono affrontati, invece, quei
richiami alla natura di tipo organico, non vivente o indiretto. Si tratta di
oggetti, materiali, colori, forme, sequenze e pattern presenti in natura e
utilizzati sotto forma di opere d’arte, decorazioni, mobili, arredi e tessuti
all’interno di un ambiente antropico. L’imitazione di conchiglie e foglie,
mobili con forme organiche e materiali naturali, trasformati o ampiamente modificati (come ad es. tavoli di legno, tavoli in granito), offrono una
relazione indiretta con la natura, e per quanto possano essere reali sono
in realtà degli elementi surrogati rispetto allo stato ‘naturale’. Forti espe-
William Browning, Catherine Ryan, Joseph Clancy
rienze si raggiungono quando si realizza un contesto caratterizzato da una
ricchezza di informazioni in maniera
organizzata o, a volte, in un contesto
mutevole. Nel caso dei surrogati naturali i modelli per una progettazione
biofilica sono tre:
8. Pattern e forme biomorfiche. Riferimenti simbolici per la disposizione numerica o dei contorni, delle fantasie e
dei texture, che persistono in natura.
9. Relazione materiale con la natura.
Materiali ed elementi che, attraverso
un’elaborazione minima, riflettono gli
elementi ecologici o geologici locali e
creano un senso caratteristico del luogo.
10. Ordine e complessità. Ricca informazione sensoriale capace di essere
coerente con la gerarchia spaziale presente in natura.
Natura dello spazio. La “natura dello spazio”, infine, affronta le configurazioni spaziali presenti in natura. Questo include il nostro desiderio,
innato e acquisito, di vedere oltre le nostre immediate vicinanze, la fascinazione per l’ignoto e il pericolo o, ancora, l’angoscia che si avverte all’interno di una proprietà caratterizzata da un alto livello di sicurezza.
Le esperienze più significative realizzate in questo campo vengono raggiunte attraverso la creazione intenzionale e seducente di configurazioni
spaziali, mescolati con i modelli provenienti dalla natura nello spazio e dai
surrogati naturali. La natura dello spazio prevede quattro modelli di progettazione biofilica:
11. Prospettiva. Una vista a distanza, liberata da ostacoli, per la sorve-
77
Anno IV - n. 5
14 modelli per la progettazione biofilica. Migliorare la salute e il benessere nell’ambiente antropico
78
Anno IV - n. 5
glianza e la pianificazione.
12. Rifugio. Un luogo capace di sottrarsi dalle condizioni ambientali o
dal flusso delle attività principali, in cui l’individuo è protetto da dietro e
dall’alto.
13. Mistero. La promessa di maggiori informazioni, realizzata attraverso
una vista parzialmente oscurata o attraverso altri dispositivi sensoriali, che
incoraggia l’individuo a esplorare con più profondità l’ambiente.
14. Rischio e pericolo. Una minaccia riconoscibile associata a una tutela
affidabile.
Le relazioni tra la natura e la salute
Gran parte delle prove scientifiche che supportano la tesi della biofilia
proviene dalla ricerca fatta nei tre campi del sistema mente-corpo: quello
cognitivo, psicologico e fisiologico; ed è attraverso studi condotti in laboratorio o sul campo che sono state esplorate e verificate, in misura diversa,
le modalità attraverso cui l’ambiente influenza la salute e il benessere delle
persone. Al fine di consentire al lettore di prendere dimestichezza con le
possibili relazioni tra la natura e la salute, vi sarà una breve trattazione in
relazione agli aspetti cognitivi, psicologici e fisiologici. Nella tabella 1, invece, sono riportate le relazioni possibili tra i modelli per la progettazione
biofilica e l’impatto che essi hanno sul sistema mente-corpo.
Funzionalità e performance cognitive. Il funzionamento cognitivo è
costituito dalla nostra memoria e dall’elasticità mentale, dalla nostra capacità di pensare, apprendere e agire logicamente o creativamente. Esso opera
quando la nostra attenzione viene richiesta per molte operazioni ripetitive,
per le azioni di routine tipo la lettura o l’elaborazione di calcoli e analisi,
nonché nelle attività svolte in ambienti altamente stimolanti, come quando
si attraversa una strada trafficata. La nostra attenzione richiede pertanto
energia ad alta intensità e, col tempo, può provocare stanchezza mentale e
impoverimento delle risorse cognitive (ad es., Kellert et al., 2008; van den
Berg et al., 2007). Un legame intenso e continuo con la natura può fornire
un’opportunità per il ripristino delle facoltà mentali e sospendere momentaneamente le attività cognitive superiori. Di conseguenza, la nostra capa-
William Browning, Catherine Ryan, Joseph Clancy
cità di eseguire attività mirate risulterà maggiore rispetto agli individui che
lamentano un affaticamento delle risorse cognitive.
Salute e benessere psicologico. Le reazioni psicologiche comprendono la capacità di adattamento, la prontezza, l’attenzione, la concentrazione,
l’emozione e l’umore. A questo occorre aggiungere la reazione psicologica
al contatto con la natura e, dunque, alla possibilità di rispondere all’impatto e a gestire lo stress. Ad esempio, gli studi empirici hanno riportato
come le esperienze con gli ambienti naturali, al contrario delle esperienze
in un ambiente urbano con caratteristiche naturali limitate, offrono maggiore opportunità per il ripristino emotivo, e dunque maggiore controllo
della tensione, dell’ansia, della rabbia, della stanchezza, della confusione e
dei disturbi dell’umore (ad. es., Alcock et al., 2013; Barton & Pretty, 2010;
Hartig et al., 2003; Hartig et al., 1991). Le reazioni psicologiche possono
essere apprese o ereditate dalle esperienze passate, dai significati culturali e
dalle norme sociali, e queste giocano un ruolo importante nel meccanismo
di risposta psicologica.
Salute e benessere fisiologico. Le risposte fisiologiche comprendono, infine, il nostro apparato fonetico, muscolo-scheletrico, respiratorio, il
ritmo circadiano e il benessere fisico in generale. Le reazioni fisiologiche
attivate da una relazione con la natura includono il rilassamento dei muscoli, l’abbassamento della pressione diastolica e dei livelli dell’ormone dello
stress nel sangue (il cortisolo) (es., Park et al., 2009). Lo stress a breve termine che incrementa il ritmo cardiaco e i livelli dell’ormone dello stress,
come ad esempio l’esperienza con gli spazi sconosciuti, complessi e ricchi
di informazioni, oppure guardare verso sotto da un’altezza di un palazzo di
otto piani, sono suggerimenti considerati vantaggiosi per la propria salute
fisiologica (Kandel et al., 2013). Il sistema fisiologico deve essere controllato regolarmente per accertarsi che il corpo conservi un certo grado di
elasticità e adattività, ma le reazioni fisiologiche ai fattori di stress ambientale possono essere ridotti attraverso la progettazione e questo consente di
poter ristabilire le risorse necessarie per il corpo, prima che si verifichino
danni al sistema (Steg, 2007).
La tabella 1 illustra le funzioni specifiche dei 14 modelli in relazione alla riduzione dello stress, alla
performance cognitiva, alle emozioni e al miglioramento dell’umore. I modelli che sono supportati da
79
Anno IV - n. 5
14 modelli per la progettazione biofilica. Migliorare la salute e il benessere nell’ambiente antropico
rigorosi dati empirici sono segnati con tre asterischi (***), e indicano come la quantità e la qualità
dei pareri scientifici siano significativi e il potenziale dell’impatto è alto; mentre l’assenza di asterischi
indica che lo stadio della ricerca è ancora minimo per sostenere una relazione biologica tra la salute e
la progettazione ma le informazioni aneddotiche sono convincenti e adeguate per ipotizzare un impatto
importante e potenziale.
82
Anno IV - n. 5
Considerazioni finali
La scienza della progettazione biofilica è ancora ai suoi inizi e per certi
aspetti si potrebbe dire che la ricerca sta corroborando la riscoperta di
ciò che è ovvio intuitivamente. Tuttavia, molti aspetti della progettazione moderna possono considerarsi in antitesi rispetto a questa conoscenza
profonda. In fondo sappiamo che la relazione con la natura è importante
e, quando chiediamo alle persone di pensare al loro posto preferito dove
trascorrere le proprie vacanze, la maggior parte di essi descrivono un luogo all’aperto. D’altra parte usiamo il termine ‘ricreazione’ dimenticando
come esso contenga l’idea di ricreare, ossia ripristinare se stessi. Pertanto, mentre si stanno accumulando le prove empiriche, dovremmo tendere
sempre più verso il ripristino della relazione tra l’uomo e la natura in un
ambiente antropizzato.
Al fine di ricordare a noi stessi perché la progettazione biofilica è importante, occorre considerare che in un arco temporale di 12.000 anni,
cioè da quando l’uomo ha introdotto le pratiche agricole e trasformato il
paesaggio naturale (Smithsonian, 2014), le città moderne si sono diffuse
solo negli ultimi 250 anni e solo negli ultimi anni la maggior parte del genere umano oggi vive nelle città e non più nelle campagne. Nei prossimi
decenni si prevede che il 70% della popolazione mondiale vivrà nelle città
e con questo cambiamento l’esperienza con la natura sarà importante. La
progettazione biofilica è dunque una pratica necessaria per ricongiungere
le persone con la natura e non un lusso, dal momento che diverrà una
necessità per la nostra salute e il nostro benessere. La speranza è che il
presente saggio contribuisca a far luce sull’importanza della relazione tra
l’uomo e la natura in un ambiente antropico e che incoraggi le persone
a sfidare le opinioni consolidate attraverso l’affermazione di modelli di
William Browning, Catherine Ryan, Joseph Clancy
progettazione biofilica per la costruzione di case, luoghi di lavoro e città
salutari.
Riferimenti bibliografici
Alcock I., White M.P., Wheeler B.W., Fleming L.E., Depledge M.H. (2014), Longitudinal Effects on Mental Health of Moving to Greener and Less Green Urban Areas,
Environmental Science & Technology, 48 (2), 1247-1255.
Alvarsson J., Wiens S., Nilsson M. (2010), Stress Recovery during Exposure to Nature
Sound and Environmental Noise, International Journal of Environmental Research and
Public Health, 7 (3), 1036-1046.
Arens E., Zhang H., Huizenga C. (2006), Partial- and Whole-body Thermal Sensation
and Comfort, Part II: Non-uniform Environmental Conditions, Journal of Thermal
Biology, 31, 60-66.
Barton J., Pretty J. (2010), What Is the Best Dose of Nature and Green Exercise for
Improving Mental Health, Environmental Science & Technology, 44, 3947–3955.
Beauchamp M.S., Lee K.E., Haxby J.V., Martin A. (2003), FMRI Responses To Video
and Point-Light Displays of Moving Humans and Manipulable Objects, Journal of
Cognitive Neuroscience, 15 (7), 991-1001.
Beckett M., Roden L.C. (2009), Mechanisms by which circadian rhythm disruption may
lead to cancer, South African Journal of Science, 105, November/December 2009.
Biederman I. (2011), University of Southern California, Department of Psychology,
Personal communication with the authors.
Biederman I., Vessel E. (2006), Perceptual Pleasure & the Brain, American Scientist,
94(1), 249-255.
Blood A., Zatorre R.J. (2001), Intensely Pleasurable Responses to Music Correlate with
Activity in Brain Regions, Proceedings from the National Academy of Sciences, 98 (20),
11818-11823.
Brown D.K., Barton J.L., Gladwell V.F. (2013), Viewing Nature Scenes Positively Affects Recovery of Autonomic Function Following Acute-Mental Stress, Environmental Science & Technology, 47, 5562-5569.
Browning W.D., Romm J.J. (1994), Greening the Building and the Bottom Line, Rocky Mountain Institute.
Clearwater Y.A., Coss R.G. (1991), Functional Esthetics to Enhance Wellbeing, in Harrison,
Clearwater & McKay (Eds.), From Antarctica to Outer Space, New York, Springer-Verlag.
de Dear R., Brager G. (2002), Thermal comfort in naturally ventilated buildings, Energy
and Buildings, 34, 549-561.
83
Anno IV - n. 5
14 modelli per la progettazione biofilica. Migliorare la salute e il benessere nell’ambiente antropico
Elzeyadi I.M.K., (2012), Quantifying the Impacts of Green Schools on People and
Planet, Research presented at the USGBC Greenbuild Conference & Expo, San Francisco,
November, 48-60.
Figueiro M.G., Brons J.A., Plitnick B., Donlan B., Leslie R.P., Rea M.S. (2011), Measuring circadian light and its impact on adolescents, Light Res Technol, 43 (2), 201-215.
Fromm E. (1964), The Heart of Man, Harper & Row.
Grahn P., Stigsdotter U.K. (2010), The Relation Between Perceived Sensory Dimensions of Urban Green Space and Stress Restoration, Landscape and Urban Planning,
94, 264-275.
Hägerhäll C.M., Purcella T., Taylor R. (2004), Fractal Dimension of Landscape Silhouette Outlines as a Predictor of Landscape Preference, Journal of Environmental
Psychology, 24, 247-255.
Hägerhäll C.M., Laike T., Taylor R. P., Küller M., Küller R., Martin T. P. (2008), Investigations of Human EEG Response to Viewing Fractal Patterns, Perception, 37,
1488-1494.
Hartig T., Mang M., Evans G. W. (1991), Restorative Effects of Natural Environment
Experience, Environment and Behavior, 23, 3–26.
Hartig T., Evans G.W., Jamner L.D., Davis D.S., Gärling T. (2003), Tracking Restoration in Natural and Urban Field Settings, Journal of Environmental Psychology, 23,
109–123.
84
Anno IV - n. 5
Heerwagen J.H., Orians G.H. (1986), Adaptations to Windowlessness: A Study of the
Use of Visual Decor in Windowed and Windowless Offices, Environment and Behavior, 18 (5), 623-639.
Heerwagen J.H., Hase B. (2001), Building Biophilia: Connecting People to Nature in
Building Design, US Green Building Council. Posted March 8, 2001, http:// www.usgbc.org/Docs/Archive/External/Docs8543.pdf.Web.9July2013.
Heerwagen J.H. (2006), Investing In People: The Social Benefits of Sustainable Design,
Rethinking Sustainable Construction, Sarasota, FL., September 19-22, 2006.
Herzog T.R., Bryce A.G. (2007), Mystery and Preference in Within-Forest Settings, Environment and Behavior, 39 (6), 779-796.
Heschong L. (1979), Thermal Delight in Architecture, Cambridge, MA, MIT Press.
Hosey L. (2012), The Shape of Green: Aesthetics, Ecology, and Design, Washington DC, Island
Press.
Hunter M.D., Eickhoff S.B., Pheasant R.J., Douglas M.J., Watts G.R., Farrow T.F.D.,
Hyland D., Kang J., Wilkinson I.D., Horoshenkov K.V., Woodruff P.W.R. (2010),
The State of Tranquility: Subjective Perception is Shaped By Contextual Modulation of Auditory Connectivity, NeuroImage, 53, 611–618.
Ikemi M. (2005), The Effects of Mystery on Preference for Residential Façades, Journal
of Environmental Psychology, 25, 167–173.
William Browning, Catherine Ryan, Joseph Clancy
Jahncke H., Hygge S., Halin N., Green A.M., Dimberg K. (2011), Open-Plan Office
Noise: Cognitive Performance and Restoration, Journal of Environmental Psychology,
31, 373-382.
Joye Y. (2007), Architectural Lessons From Environmental Psychology: The Case of
Biophilic Architecture, Review of General Psychology, 11 (4), 305-328.
Kahn Jr. P.H., Friedman B., Gill B., Hagman J., Severson R.L., Freier N.G., Feldman
E.N., Carrere S., Stolyar A. (2008), A Plasma Display Window? The Shifting Baseline
Problem in a Technology Mediated Natural World, Journal of Environmental Psychology,
28 (1), 192-199.
Kandel E.R., Schwartz J.H., Jessell T.M., Siegelbaum S.A., Hudspeth A.J. (2013), Principles of Neural Science, Fifth Edition, New York, McGraw Hill.
Kaplan S. (1988), Perception and Landscape: Conceptions and Misconceptions, in J. Nasar (Ed.),
Environmental Aesthetics: Theory, Research, and Applications, Cambridge (England),
Cambridge University Press.
Kaplan R., Kaplan S. (1989), The Experience of Nature: A Psychological Perspective, Cambridge, Cambridge University Press.
Karmanov D., Hamel R. (2008), Assessing the restorative potential of contemporary
urban environment(s), Landscape and Urban Planning, 86, 115-125.
Kellert S.F., Finnegan B. (2011), Biophilic Design: the Architecture of Life (Film), Bullfrog
Films.
Kellert S.F., Heerwagen J.H., Mador M.L. (Eds. 2008), Biophilic Design: The Theory, Science & Practice of Bringing Buildings to Life, Hoboken (NJ), John Wiley & Sons.
Kim, S.Y., Kim J.J. (2007), Effect of fluctuating illuminance on visual sensation in a
small office, Indoor and Built Environment, 16 (4), 331–343.
Kim J.T., Ren C.J., Fielding G.A., Pitti A., Kasumi T., Wajda M., Lebovits A., Bekker A.
(2007), Treatment with Lavender Aromatherapy in the Post-Anesthesia Care Unit
Reduces Opioid Requirements of Morbidly Obese Patients Undergoing Laparoscopic Adjustable Gastric Banding, Obesity Surgery, 17 (7), 920-925.
Kohno M., Ghahremani D.G., Morales A.M., Robertson C.L., Ishibashi K., Morgan
A.T., Mandelkern M.A., London E.D. (2013), Risk-Taking Behavior: Dopamine
D2/D3 Receptors, Feedback, and Frontolimbic Activity, Cerebral Cortex, bht218,
First published online: August 21, 2013.
Li Q. (2010), Effect of Forest Bathing Trips on Human Immune Function, Environmental Health and Preventive Medicine, 15 (1), 9-17.
Li Q., Kobayashi M., Inagaki H., Wakayama Y., Katsumata M., Hirata Y., Li Y., Hirata
K., Shimizu T., Nakadai A., Kawada T. (2012), Effect of Phytoncides from Forest Environments on Immune Function, in Li Q. (Ed.), Forest Medicine (157-167), ebook, Nova
Science Publishers.
Lichtenfeld S., Elliot A.J., Maier M.A., Pekrun R. (2012), Fertile Green: Green Facilitates Creative Performance, Personality and Social Psychology Bulletin, 38 (6), 784-797.
85
Anno IV - n. 5
14 modelli per la progettazione biofilica. Migliorare la salute e il benessere nell’ambiente antropico
Ljungberg J., Neely G., Lundström R. (2004), Cognitive performance and subjective
experience during combined exposures to whole-body vibration and noise, Int Arch
Occup Environ Health, 77, 217–221.
Louv R. (2008), Last Child in the Woods: Saving Our Children from Nature-Deficit Disorder,
New York, Algonquin Books.
Mehta R., Zhu R., Cheema A. (2012), Is Noise Always Bad? Exploring the Effects of
Ambient Noise on Creative Cognition, Journal of Consumer Research, 39(4), 784-799.
Parkinson T., de Dear R., Candido C. (2012), Perception of Transient Thermal Environments: Pleasure and Alliesthesia, in Proceedings of 7th Windsor Conference, Windsor,
UK.
Olmsted F.L. (1993), Introduction to Yosemite and the Mariposa Grove: A Preliminary Report,
1865, Yosemite Association.
Orians G.H, Heerwagen J.H. (1992), Evolved Responses to Landscapes, in Barkow J.H., Cosmides L., Tooby J. (Eds.), The Adapted Mind: Evolutionary Psychology and the Generation
of Culture, (555-579), New York, Oxford University Press.
Park B.J., Tsunetsugu Y., Ishii H., Furuhashi S., Hirano H., Kagawa T., Miyazaki Y.
(2008), Physiological effects of Shinrin-yoku (taking in the atmosphere of the forest) in a mixed forest in Shinano Town, Japan, Scandinavian Journal of Forest Research,
23, 278-283.
86
Anno IV - n. 5
Park B.J., Tsunetsugu Y., Kasetani T., Morikawa T., Kagawa T., Miyazaki Y. (2009),
Physiological Effects of Forest Recreation in a Young Conifer Forest in Hinokage
Town, Japan. Silva Fennica, 43 (2), 291-301.
Petherick N. (2000), Environmental Design and Fear: The Prospect-Refuge Model and
the University College of the Cariboo Campus, Western Geography, 10 (1), 89-112.
Pheasant R. J., Fisher M. N., Watts G. R., Whitaker D. J., Horoshenkov K. V. (2010), The
Importance of Auditory-Visual Interaction in the Construction of ‘Tranquil Space’,
Journal of Environmental Psychology, 30, 501-509.
Ruso B., Atzwanger K. (2003), Measuring Immediate Behavioural Responses to the
Environment, The Michigan Psychologist, 4, p. 12.
Salimpoor V.N., Benovoy M., Larcher K., Dagher A., Zatorre R. J. (2011), Anatomically
Distinct Dopamine Release During Anticipation and Experience of Peak Emotion
to Music, Nature Neuroscience, 14 (2), 257-264.
Salingaros N.A. (2012), Fractal Art and Architecture Reduce Physiological Stress, Journal
of Biourbanism, 2 (2), 11-28.
Selhub E.M., Logan A.C. (2012), Your Brain on Nature, The Science of Nature’s Influence on Your Health, Happiness, and Vitality, Ontario: John Wiley & Sons Canada,
Web References, 14 August 2014, http:// www.yourbrainonnature.com/research.
html.
Smithsonian Institute (2014), Human Evolution Timeline Interactive, Web References,
August 11, 2014, http://humanorigins. si.edu/evidence/human-evolution-timeline-interactive.
William Browning, Catherine Ryan, Joseph Clancy
Steg L. (2007), Environmental Psychology: History, Scope & Methods, in Steg L., van
den Berg A.E., de Groot J.I.M. (Eds.), Environmental Psychology: An Introduction (111), First Edition, Chichester, Wiley-Blackwell.
Sternberg E.M. (2009), Healing Spaces. Cambridge, Bleknap Harvard University Press.
Stigsdotter U.A., Grahn P. (2003), Experiencing a Garden: A Healing Garden for People Suffering from Burnout Diseases, Journal of Therapeutic Horticulture, 14, 38-48.
Taylor R.P. (2006), Reduction of Physiological Stress Using Fractal Art and Architecture, Leonardo, 39 (3), 245–251.
Terrapin Bright Green (2012), The Economics of Biophilia, New York, Terrapin Bright
Green llc.
Tham K.W., Willem H.C. (2005), Temperature and Ventilation Effects on Performance
and Neurobehavioral-Related Symptoms of Tropically Acclimatized Call Center
Operators Near Thermal Neutrality, ASHRAE Transactions, 687-698.
Tsunetsugu Y., Park B.J., Miyazaki Y. (2010), Trends in research related to ‘‘Shinrinyoku’’ (taking in the forest atmosphere or forest bathing) in Japan, Environ Health
Prev Med, 15, 27–37.
Tsunetsugu Y., Miyazaki Y. (2005), Measurement of Absolute Hemoglobin Concentrations of Prefrontal Region by Near-Infrared Time-Resolved Spectroscopy: Examples of Experiments and Prospects, Journal of Physiological Anthropology and Applied
Human Science, 24 (4), 469-72.
Tsunetsugu Y., Miyazaki Y., Sato H. (2007), Physiological Effects in Humans Induced
by the Visual Stimulation of Room Interiors with Different Wood Quantities, Journal
of Wood Science, 53 (1), 11-16.
Ulrich R.S. (1983), Aesthetic and Affective Response to Natural Environment, in Altman I., Wohlwill J. F. (Eds.), Behavior and the Natural Environment (85-125), New
York, Plenum Press.
Ulrich R.S. (1993), Biophilia, Biophobia and Natural Landscapes, in Kellert S.R., Wilson R.S.,
The Biophilia Hypothesis, (73-137), Washington, Island Press.
van den Berg A.E., Hartig T., Staats H. (2007), Preference for Nature in Urbanized
Societies: Stress, Restoration, and the Pursuit of Sustainability, Journal of Social Issues, 63 (1), 79-96.
van den Berg A.E., Joye Y., de Vries S. (2007), Health Benefits of Nature, in Steg L.,
van den Berg A.E., de Groot J.I.M. (Eds.), Environmental Psychology: An Introduction,
(47-56), First Edition, Chichester, Wiley- Blackwell.
Vessel Edward A. (2012), New York University Center for Brain Imaging, Personal communication with the authors.
Wang K., Taylor R.B. (2006), Simulated Walks through Dangerous Alleys: Impacts of
Features and Progress on Fear, Journal of Environmental Psychology, 26, 269-283.
Wang D.V., Tsien J.Z. (2011), Convergent Processing of Both Positive and Negative
87
Anno IV - n. 5
14 modelli per la progettazione biofilica. Migliorare la salute e il benessere nell’ambiente antropico
Motivational Signals by the VTA Dopamine Neuronal Populations, PLoS ONE,
6(2), e17047, doi:10.1371/journal.pone.0017047.
White M., Smith A., Humphryes K., Pahl S., Snelling D., Depledge M. (2010), Blue
Space: The Importance of Water for Preference, Affect and Restorativeness Ratings of Natural and Built Scenes, Journal of Environmental Psychology, 30 (4), 482-493.
Wigö H. (2005), Technique and Human Perception of Intermittent Air Velocity Variation,
KTH Research School, Centre for Built Environment.
Wilson E.O. (1984), Biophilia, Harvard University Press.
Windhager S., Atzwangera K., Booksteina K., Schaefera K. (2011), Fish in a Mall
Aquarium-An Ethological Investigation of Biophilia, Landscape and Urban Planning,
99, 23–30.
Zald D.H., Cowan R.L., Riccardi P., Baldwin R.M., Ansari M.S., Li R., Shelby E.S.,
Smith C.E., McHugo M., Kessler R.M. (2008), Midbrain Dopamine Receptor
Availability Is Inversely Associated with Novelty-Seeking Traits in Humans, The
Journal of Neuroscience, 31 December 2008, 28(53), 14372-14378, doi: 10.1523/
JNEUROSCI.2423-08.2008
Zhang H. (2003), Human Thermal Sensation and Comfort in Transient and Non-Uniform
Thermal Environments, Ph. D. Thesis, CEDR, University of California at Berkeley,
http://escholarship.org/uc/item/11m0n1wt
88
Anno IV - n. 5
Zhang H, Arens E., Huizenga C., T. Han (2010), Thermal Sensation and Comfort Models for Non-Uniform and Transient Environments: Part II: Local Comfort of Individual Body Parts, Building and Environment, 45 (2), 389-398.